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ALLEGATO 3
”Se vuoi costruire una nave,
non radunare gli uomini
per raccogliere il legno
e distribuire i compiti,
ma insegna loro la nostalgia
del mare ampio ed infinito.”
Antoine de Saint Exupery
AUTOBIOGRATIVE COGNITIVE
DIARIO DI BORDO
PRODOTTO N° 1 – 10/03/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1: Fase di contatto/contratto e interazioni didattiche del formatore
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante la prima fase d’aula (fase contatto-contratto), con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative;
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di
insegnamento/apprendimento.
1) Il giorno dieci di marzo ho iniziato il corso di formazione previsto per l’anno in corso. Il tutor del
primo incontro è stato il prof. Corrado Izzo, che già avevo avuto modo di conoscere qualche anno fa
in occasione di altri corsi di aggiornamento.
Corrado oltre ad essere un tutor é anche un collega, infatti insegna in una quarta elementare per cui
ben conosce le problematiche che noi insegnanti viviamo quotidianamente a scuola.
Ascoltare Corrado è stato per me molto piacevole, io e le mie colleghe siamo state quindi da subito
attente ed interessate alle modalità che egli ha attivato per instaurare un rapporto di fiducia e di
collaborazione con noi.
Il prof. ci ha dapprima incuriosite con il suo modo giocoso di rapportarsi a noi. Infatti ad ognuna di
noi ha chiesto il nome e poi le preferenze personali circa il colore, l’animale e la canzone preferita.
Ciascuna però doveva attendere il proprio turno prima di rispondere; siamo così diventate delle
scolare ed abbiamo sperimentato come fremono i nostri alunni a scuola quando devono attendere il
turno per rispondere, infatti nell’attesa del mio turno sono diventata anche un poco ansiosa e
pensavo: chissà se piacerà a tutti la canzone come mia preferita…
Corrado intanto prendeva appunti mentre noi a turno rispondevamo, alla fine ha poi detto che
analizzerà le nostre risposte….Mah!
In seguito egli faceva spesso delle battutine simpatiche per non annoiarci e per farci sorridere, ed io
intanto pensavo tra me: meno male che non è noioso!
Successivamente Corrado ci ha anche raccontato un episodio che lui stesso ha vissuto a scuola, in
occasione del quale egli addirittura disubbidì al suo preside. Corrado ci ha però spiegato le ragioni
della sua ribellione e devo dire che il suo comportamento è stato giustificato e corretto. Anzi mi viene
da dire che ci vorrebbero più insegnanti come lui nella scuola italiana. Noi invece, ed io per prima,
accettiamo sempre le decisioni che ci vengono dall’alto senza batter ciglio. Il racconto di Corrado mi
ha quindi veramente fatto riflettere molto, e a questo proposito ho pensato che egli sarebbe proprio un
ottimo dirigente.
2
Un altro momento davvero molto interessante è stato quando egli ha distribuito dei bigliettini adesivi
colorati sui quali dovevamo rispondere a delle domande e poi attaccarli alla parete dell’aula.
Le risposte che scrivevamo erano anonime, per cui io credo che esse siano state tutte estremamente
sincere.
E devo pure dire che le domande poste dal prof. Corrado erano dirette e chiare, per cui ho pensato
che il nostro tutor ce la metterà tutta davvero per rendere il corso efficace e produttivo.
Devo però anche confessare che a ripensarci mi viene pure da ridere, perché nell’attaccare il biglietto
alla parete, tutte noi facevamo dei movimenti molto veloci per confondere le nostre risposte nelle
altre date dal gruppo.
In questa piacevole dimensione di relax, curiosità e operatività si è svolta la prima lezione e tutto ciò
ha suscitato in me una disposizione favorevole verso il nostro tutor e perciò io mi ripropongo , già
dopo il primo incontro, di utilizzare con i miei alunni alcune delle tecniche illustrate da Corrado,
avendone sperimentato l’efficacia in prima persona.
Anche se devo confessare che qualche tecnica la conoscevo già, però è sempre confortante e
fortificante avere una conferma autorevole della validità delle proprie strategie di insegnamento.
2) Durante questo primo incontro sono stata attenta e riflessiva.
Quando si parla di cambiamento metto sempre in discussione quello che si è fatto, si fa e si potrebbe
fare.
Penso che dobbiamo rivedere il nostro modo di far scuola. Non è semplice e non basta una
programmazione adeguata alle Nuove Indicazioni Nazionali.
Il corso sembra pratico e attivo perché il formatore è un collega che crede in quello che pensa e che
fa.
Promette bene…lo spero.
3) L’impatto iniziale del corso è stato positivo, perché la comunicazione è molto semplice, pratica e
creativa.
Si spera soltanto di poterla mettere in pratica nel proprio vissuto scolastico e anche “familiare”.
I primi concetti presentati sono (sembrerebbe) a portata di tutti gli alunni anche se quando ti trovi nel
contesto specifico, non è sempre semplice poterle utilizzare, riscontrare miglioramenti ed avere
successi.
La teoria è una cosa ma mettere in pratica strategie diverse per un intero gruppo classe non è sempre
realizzabile, perché mentre costruisci con qualche alunno può “sfuggirtene” qualche altro!
Ma vedremo…buon lavoro e speriamo di mettercela tutta!
4) Il corso mi è apparso fin da subito interessante e al di là delle mie aspettative direi che proprio non
mi sono annoiata.
Anzi, devo dire, che il formatore ha coinvolto noi tutte ad una partecipazione attiva.
Siccome stiamo solo al primo incontro non ho riflessioni esaustive in merito. Mi aspetto che sia un
percorso utile che ci metta nelle condizioni migliori per poter affrontare le problematiche inerenti il
processo di insegnamento/apprendimento nella società complessa in cui ci troviamo ad
operare/educare.
5) Ho deciso di affrontare questo percorso di formazione sperando di avere delle informazioni utili da
poter utilizzare con i miei alunni.
L’impatto con il gruppo e con il formatore è stato positivo, forse perché a me familiari.
Mi sono sentita subito a mio agio ed è stato per me semplice fare interventi e rispondere alle
domande effettuate.
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Ritengo sia necessario creare in “un’aula” un clima positivo prima di affrontare qualsiasi argomento
e questo è quello che cerco di fare sempre con i miei alunni per poter attirare la loro attenzione e
predisporli all’ascolto.
6) La prima fase è stata di conoscenza con l’uso di bigliettini colorati dove ognuno di noi ha scritto i
propri bisogni e le proprie aspettative.
Non mi sento mai sicura quando devo parlare in gruppo, perché l’emozione prende sempre il
sopravvento e penso che devo dire qualcosa che poi gli altri possano giudicare.
L’attivazione di sequenze formative attraverso l’uso di bigliettini potrebbe essere per me un modo
per superare questo blocco iniziale.
Mi auguro di poter apprendere un nuovo modo di comunicare con gli alunni e di affrontare e
risolvere le situazioni problematiche che si verificano in classe ormai sempre più spesso.
Gli alunni vengono già con un vissuto ricco di problemi, di non regole e di atteggiamenti spesso
ancora infantili e di chiusura.
A volte è difficile attivare in classe un clima di apertura da parte di tutti e usare questo metodo di far
scrivere le proprie emozioni e pensieri su un foglio potrebbe essere un nuovo approccio per suscitare
almeno la curiosità dei bambini.
7) SERENITA’
Di getto, dopo questo primo incontro, posso dire che mi sono sentita SERENA: questo è stato lo stato
emotivo prevalente.
Serena perché il relatore ci ha fatte divertire, perché il relatore non è stato noioso, perché il
gruppo…è un bel gruppo di colleghe.
E’ stato “curioso” notare gli animali o i colori preferiti delle colleghe, delle quali molto spesso
conosci solo scelte generali senza approfondire i gusti personali.
Le dinamiche relazionali che si sono innescate sono state da me percepite come una più profonda
conoscenza del sé e degli altri.
Spero che questo corso abbia una ricaduta efficace su me stessa e sulle problematiche scolastiche che
ogni giorno affrontiamo nel nostro lavoro così usurante e allo stesso tempo speciale.
8) Il primo incontro di questo corso di aggiornamento è stato di conoscenza dei corsisti e di
presentazione del percorso formativo da parte del relatore pertanto non mi sento ancora di fare delle
riflessioni.
Mi auguro di avere idee più chiare in seguito e di potere acquisire, attraverso questo studio, nuove
tecniche idonee a rendere l’allievo più consapevole nel suo processo di apprendimento.
9) Venerdì, 10 Marzo 2017, con emozione ma coraggio e desiderio di apprendere strategie didattiche
ed educative nuove, ho iniziato questo Corso di Formazione che ha lo scopo all’uscita, di renderci più
competenti e capaci di valutare all’interno di un processo di insegnamento/apprendimento dove la
centralità dell’apprendimento non riduce l’importanza dell’insegnamento anzi l’aumenta molto
perché richiede agli insegnanti una didattica più efficace e impegnativa a livello psicopedagogico,
relazionale e comunicativo,oltre che epistemologico.
Ne seguirà un altro, riguardante le strategie educative da adottare con gli alunni BES, più opportune
alle loro esigenze e necessità.
L’impatto è stato oltre che piacevole, interessante.
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Il nostro formatore, Corrado Izzo, oltre ad essere molto preparato, è una persona molto simpatica e
socievole. Ha saputo creare un clima sereno e collaborativo, coinvolgendo tutti in un lavoro alquanto
piacevole ed interessante.
Tra le varie attività proposte, ha arricchito la chioma di un albero con una serie di domande rivolte a
tutti noi, dove ognuno utilizzando dei post-it, ha dovuto rivelare i nostri bisogni al fine di rendere
efficiente oltre che efficace la nostra opera educativa.
Inoltre, ha chiesto ad ognuno di noi le aspettative alla fine di questo percorso, le quali a mio avviso
sono le più importanti, in quanto vorrei essere capace di sintonizzarmi sulla lunghezza d’onda dei
miei alunni, tenendo conto delle loro diversità, “intelligenze”, interessi, talenti ed attitudini, oltre che
del loro mondo affettivo, per comprenderli e valorizzarli al massimo e realizzare una “scuola su
misura” (Claparede) e per “svolgere l’alunno” piuttosto che il programma, perché saranno loro gli
uomini del domani.
10) Prima di entrare nel merito dell’argomento premetto che, durante il mio percorso lavorativo, ho
sempre partecipato a corsi di aggiornamento che, nella maggior parte dei casi, si sono rivelati teorici
ben lontani dalla realtà in cui operiamo ogni giorno alle prese con diverse e sempre nuove difficoltà,
cui andiamo incontro noi docenti in “prima linea”.
Spero, quindi, che questo ennesimo percorso sia realmente “formativo” e cerchi in qualche modo di
aiutarmi a soddisfare, almeno in parte, alcune carenze professionali.
Infatti, incontro qualche difficoltà nel riconoscere gli alunni con BES e lavorare con loro e mi
piacerebbe acquisire maggiori competenze in campo digitale, perché con tutta la buona volontà, per
me, non più giovanissima, non è facile operare con le nuove tecnologie.
Devo dire, però, che la prima fase d’aula di questo nuovo corso mi è sembrata diversa dalle solite
“lezioni”, sono riuscita a mantenere l’attenzione, anche perché il formatore interagiva attivamente col
gruppo sottolineando che ognuno di noi deve “raccontarsi”.
Ho provato, però un po’ di disagio nel momento in cui bisognava scrivere qualche riflessione e
rispondere alle domande poste, anche se anonime, perché non ho sempre la prontezza di rispondere
nell’immediato.
Infatti, avverto disagio nell’esporre le mie opinioni all’interno di un gruppo e soprattutto per iscritto,
perché ho bisogno di concentrazione e di tempo e ciò mi mette ansia.
Mi auguro di essere serena, con la speranza che tale esperienza possa aiutarmi a svolgere al meglio il
mio lavoro con i bambini.
Allo stesso tempo, mi piacerebbe approfondire la normativa relativa non solo alla sicurezza sul
lavoro, ma anche ciò che riguarda i criteri di organizzazione e gestione del servizio.
Infine gradirei una formazione dove il confronto avviene direttamente in aula, attraverso discussioni
aperte.
11) L’esperienza è stata più che interessante. Forse quello che speravo.
Il professore Corrado ci ha anticipato, a grandi linee, il percorso iniziato la volta scorsa, un percorso
che ci condurrà verso un cambiamento radicale del “fare scuola”, passando attraverso esperienze di
Condivisione, Collaborazione, Partecipazione, Scambio.
Io sono prontissima anche perché sono entrata nel mondo della “scuola” da pochi anni, quindi la mia
formazione è già impregnata da quei principi che io ho scritto in maiuscolo perché già credo nella
loro imprescindibilità dal contesto in cui operiamo.
Un cambiamento che oggi dovrebbe essere già una realtà (come diceva Corrado), ma ci sono ancora
troppi “addetti ai lavori” ancorati al vecchio sistema di apprendimento/insegnamento che purtroppo,
per quanto non lo ammetterebbero mai, non mette al centro l’alunno, preferendo rimanere dietro una
scrivania piuttosto che sedersi tra i bambini e imparare insieme a loro.
Perché per me, insegnare tra i bambini e fare la “parte” dell’alunno, significa abbassare i muri tra
docente e discente e rivestire il ruolo di “guida” nel loro percorso di apprendimento, piuttosto che
aggiudicarsene tutto il merito.
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12) Se dovessi posizionare il mio livello emotivo in una scala da 1 a 10, sceglierei 3 sia per la
stanchezza dopo cinque ore con 27 alunni durante le quali si cerca sempre di dare il massimo per
“soddisfare” le esigenze di ognuno cercando di non trascurare i più “deboli” ma neppure i più “forti”,
sia perché ci si aspetta sempre che tutte le problematiche legate al difficile ruolo che un insegnante
ricopre in una società ormai priva di valori vengano quantomeno comprese ma ci si rende conto che
alla fine si rimane soli.
Non me la sento, al momento, di fare una riflessione sul livello relazionale in quanto siamo al primo
incontro.
Per quanto mi riguarda, cercherò di prendere il meglio da questo corso; confronterò le mie esperienze
con ciò che verrà fatto e detto nella speranza che possa arricchirmi.
13) Penso che chiunque sia impegnato nella crescita del bambino debba sentire la necessità di
aggiornarsi per arricchire le sue conoscenze, prendere più consapevolezza del sé come educatore.
Quale migliore occasione per confrontarsi?
Pur conoscendo la “capillarità” di Corrado devo dire che più di altre volte ha catturato il mio
interesse fin dall’inizio quando mi ha fatto riflettere sulle grandi responsabilità a livello di sicurezza,
elemento sempre trascurato da noi insegnanti per il nostro modo “superficiale” di non creare
problemi!
Sono rimasta spesso in silenzio e ho riflettuto sul come sia stato difficile anche per noi adulti
rispettare gli altri: brusii, risate, commenti hanno messo in evidenza quanto sia stato difficile “Saper
ascoltare!”
Altro momento di riflessione è stato quando Corrado ha ricordato “elementi fondamentali” delle
Indicazioni Nazionali.
Ho pensato alla libertà da parte del docente di predisporre un’organizzazione educativa e didattica
più funzionale, più congrua al perseguimento degli obiettivi formativi.
In sintesi, con molta onestà, devo dire che mi è piaciuta questa fase di contatto che mi ha “costretto”
a riflettere sulle problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento!
ELABORATI N° 2 – 31/03/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase aula: restituzione brainstorming esperienziale/mappa interattiva gruppo, post-it ed elaborati –
visione videoclip – ascolto lettura testo “L’isola dell’Arca”
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante la prima fase d’aula (mappa concettuale interattiva – post-it – videoclip – ascolto testo), con
particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative;
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di
insegnamento/apprendimento.
1) Sinceramente parlando, questo corso, sarà anche interessante, ma vorrei lezioni più pratiche.
Quando ho visto il video dei bambini a scuola, mi sono un po’ rattristata e avrei voluto in quel
momento che al posto dei bambini ci fossero stati i genitori che sono loro la causa, oggi, dei
malesseri dei figli. Mi ha emozionato il video dello Zecchino d’oro perché spesso gioco e mi diverto
con i miei bambini ma quello di Malika mi ha fatto riflettere sul tempo a scuola che non sembra mai
abbastanza avendo una classe molto numerosa e certe volte ti chiedi se con meno alunni potresti dare
di più.
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Penso, però, che basta la qualità che dai del tempo e non la quantità. Il racconto che ha letto il
formatore non mi ha meravigliato più di tanto poiché in questa società consumistica si sono persi tutti
i valori, meglio la scuola dei nostri tempi dove le mamme rimproveravano i figli davanti a compagni
e maestre e mi sono beccata anche qualche ceffone che ricordo con piacere. Bei tempi, che non
ritorneranno più…altro che scuola di oggi.
2) PAROLE E IDEE POSSONO CAMBIARE IL MONDO
Dopo i primi incontri al corso di formazione ho deciso di continuare ad ascoltare Corrado, avrei
potuto anche non farlo più.
Quello che mi piace di Corrado è che vuole motivarci, motivarci a “cambiare”, ad usare un approccio
diverso con i nostri alunni, vuole farci “VIAGGIARE CONTROVENTO”.
Inizialmente pensavo potesse darci “ricette pronte” come fa il medico quando prescrive una medicina
ad un malato per farlo guarire, ma sbagliavo, non è possibile fare questo, la “medicina dobbiamo
trovarla noi”.
Durante l’incontro tenuto venerdì scorso Corrado ci ha mostrato dei video che mi hanno fatto
riflettere e soprattutto mi hanno dato la carica per “CAMBIARE” alcune cose “SENZA PERDERE
TEMPO”.
“PAROLE E IDEE POSSONO CAMBIARE IL MONDO” e quindi un insegnante dall’atteggiamento
positivo, un insegnante che “TRASUDA” emozione quando parla con i propri alunni può
COINVOLGERE, MOTIVARE, ENTUSIASMARE dei bambini “annoiati e vogliosi di trovarsi
altrove a giocare” piuttosto che star rinchiusi tra quattro mura.
Non c’è niente di più bello quando in classe si sdrammatizzano tensioni e si rendono le lezioni più
avvincenti o addirittura “MEMORABILI”.
Non dobbiamo perdere un punto di vista importante: “NON SIAMO DOCENTI CONTRO
ALLIEVI”, ma una SQUADRA, che persegue un obiettivo comune, l’
.
Noi insegnanti siamo come i direttori d’orchestra che hanno di fronte strumenti musicali tutti diversi,
ognuno a suo modo meraviglioso.
E’ nostro compito scoprire le potenzialità di ognuno permettendogli così di “SPICCARE IN
ARMONIA CON GLI ALTRI”.
Ringrazio Corrado perché con la sua maniera coinvolgente di dirci le cose ha “GRIDATO”:
“NON VI RASSEGNATE, RIBELLATEVI, NON AFFOGATEVI NELLA PIGRIZIA MENTALE,
GUARDATEVI INTORNO.
OSATE CAMBIARE. CERCATE UOVE STRADE.
Grazie ancora Corrado
3)Il corso è iniziato con una prima fase di contatto/contratto, e devo dire che gli incontri successivi
sono stati molto interessanti e piacevoli.
Il 2° incontro è stato “musicale”, il nostro formatore Corrado mi ha stupito e meravigliato, soprattutto
le due ore sono “volate”, non mi sono resa conto del tempo che passava. E’ stata una fase di
restituzione di contatto, il prof. ha preparato una mappa concettuale interattiva: per ciascuno di noi ha
presentato delle immagini (tutte diverse) su ciò che erano state le nostre preferenze circa il colore,
l’animale e la canzone.
Devo dire che è stato interessante osservare come per ognuno di noi corsisti, abbia sottolineato alcuni
aspetti del carattere e della personalità.
E’ una mappa che possiamo personalizzare ed utilizzare a scuola con i nostri alunni. Ciò che mi ha
colpito è la prontezza di Corrado nel prendere spunto anche da una semplice frase o parola di una
canzone per iniziare “una lezione” con gli alunni.
APPRENDIME
NTO
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Un errore però lo abbiamo commesso, Corrado l’ha sottolineato più volte, ma non abbiamo capito:
non gli abbiamo chiesto di esprimere le sue preferenze, quindi è come se lo avessimo escluso dal
gruppo.
Questo da non dimenticare mai, dare ad ogni bambino la possibilità di esprimersi senza tralasciare
niente e nessuno.
Una fase importante è stata anche la condivisione dei nostri elaborati, soprattutto per il modo in cui
Corrado li ha letti, dando importanza ad ognuno di noi, dal più semplice al più complesso, facendo
“vivere” le emozioni provate da ciascuno. Sembrano delle attività semplici, ma hanno una grande e
profonda complessità perché mi fanno capire come possono sentirsi i nostri alunni: importanti, vivi,
al centro della situazione del momento o messi da parte.
Un’altra fase importante è stata la visione di videoclip di varie canzoni.
In un primo momento non mi sono goduta pienamente la visione di questi videoclip perché troppo
impegnata a cercare di ascoltare e ricordare i testi delle canzoni, ma il tempo passava, il mio stato
d’ansia si placava perché avrei avuto il tempo di svolgere con calma il compito a casa.
Ogni canzone potrebbe essere lo spunto per tante discussioni: in The Wall, il bullismo, la violenza e
la ribellione che scaturisce da un insegnamento rigido in cui l’individualità del bambino non esiste,
una scuola in cui tutti sono uguali e non possono esistere i “diversi”, quelli con bisogni che non sono
i famosi BES, ma il singolo bambino come persona. A ciò si contrappone una scuola che fa star bene,
in cui si pensa, in cui l’insegnante non deve “correre” dietro ai programmi, ma guidare gli alunni a
pensare, a ragionare, ad avere spirito critico.
Tutti abbiamo un sogno, i bambini hanno dei sogni che devono coltivare e il nostro compito è “fare
da guida”.
Molto spesso i bambini vengono a scuola con il desiderio di parlare, di raccontarsi, ma a volte “non
c’è tempo”, “si perde tempo”, “dobbiamo sbrigarci” e il bambino si sente sempre più solo, sempre
più “inespresso”.
Penso sia necessario staccarsi un po’ dai soliti schemi, dal solito “modo di fare scuola”; così come i
bambini di oggi sono diversi, anche il modo di insegnare deve cambiare: “motivazione e stimolo”
devono portare l’alunno a “fare, a partecipare, ad apprendere, ad essere al centro del nostro modo di
fare scuola”.
4) Non sempre le persone riescono a capirmi…sono una metereopatica!
Questa affermazione è emersa anche dopo il brainstorming esperienziale sul colore, sull’animale e
sulla canzone preferita. Attraverso le poche indicazioni che ho dato, Corrado è riuscito sulla mappa
concettuale interattiva a fornire una risposta esauriente sul mio carattere, sul mio pensiero, sulle mie
scelte… Ciò mi ha emozionato tantissimo. Sarà stato un caso? Si, il colore di solito porta a
paragonarci a qualcosa, a qualcuno ma Corrado anche per la scelta dello stesso colore e dello stesso
animale ha comunicato diverse risposte a ciascuno di noi. E’ risultata un’attività interessante e sono
sicura che sarà di effetto anche applicarlo alla classe.
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Per quanto riguarda la visione e l’ascolto dei cinque videoclip sono dell’idea che l’insegnante debba
essere autorevole ma non autoritario, serio ma anche giocherellone, capace di aiutare gli alunni a
pensare prima di dire e giudicare.
5) Caro Corrado, riconosco che hai fatto cambiare l’idea preconcetta che mi ero fissata, nel corso
della mia, seppure breve, carriera scolastica, sul concetto di “contesto-esperienza” riguardo ai corsi di
formazione.
Se nel primo compito mi sono riservata di fare riflessioni in seguito, ora posso esprimermi in merito
con più chiarezza e scioltezza.
Al secondo incontro, ci hai restituito in forma di mappa ciò che ci avevi chiesto in termini di
preferenza su alcune cose.
Devo dire che la lettura che hai fatto di ciascuna di noi ha catturato il mio interesse.
Mi sono perfettamente riconosciuta nei tratti da te delineati con pochissime informazioni e altrettanto
li ho riconosciuti nelle colleghe.
E’ stato emozionante arrossire e vedere anche le colleghe più “inquadrate” intimidirsi ed emozionarsi
al proprio turno.
Al terzo incontro hai letto la consegna che ci hai assegnato; io ero un po’ timorosa a riguardo
soprattutto quando ti ho sentito leggere veri e propri elaborati fatti con tanta cura di particolari,
mentre io avevo scritto di botto poche righe e mi rassicuravo dicendomi “Beh tanto è anonimo”. E
stupita, tu hai fatto dei bei complimenti su ciò che avevo scritto in merito al concetto di complessità.
Già ti dico, che farò spesso riferimento a questo concetto “problema – non problema” che ho
veramente a cuore.
Mi spiego meglio. Prendiamo il caso del processo “insegnamento-apprendimento”; se l’insieme delle
variabili che influenzano tale processo mantengono il proprio posto in termini di priorità e
importanza (nel rispetto e centralità dell’Io) allora la complessità potrebbe non essere un problema.
In caso contrario, qualora l’Io venisse sopraffatto da una o più variabili della catena, allora ecco che
si manifestano i comportamenti “problema”.
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Oggi, come ieri, (videoclip dei Pink Floyd) non c’è più riconoscimento delle individualità; un tempo
per motivi politici, religiosi ecc., oggi per processi di massificazione economica. Tutti vogliamo lo
stesso prodotto pubblicizzato, lo stesso stile di vita del gruppo e così via.
Questa perdita della persona come “essere-valore-senso” porta in ciascuno di noi e nella fattispecie
nei bambini in formazione il soffocamento dell’”Io” e la conseguente comparsa di sensi di
frustrazione e deviazione.
Il fatto più grave, oggi, è che la famiglia delega su tutto la scuola come se essa fosse l’unico istituto
addetto all’educazione del proprio figlio.
A ciò si aggiunge il fatto che la famiglia cerca (soprattutto per perdita del proprio ruolo) di offrire al
proprio bambino di tutto e di più (corsi, sport, attività extrascolastiche, ecc) stilando un vero e proprio
calendario settimanale negando al bambino il sacrosanto diritto ad “annoiarsi”.
Solo con la noia si sviluppa la mente creativa, il cercare di non annoiarsi implica inventiva.
Ma oggi non si può. Ecco che il tempo (videoclip “Pensa”) io lo interpreto così: “Non si ha il tempo
di avere del tempo”.
Anche in classe i docenti si affrettano a portare a termine il programma; sento affermazioni del tipo:
“Com’è volato il tempo, non c’è tempo e devo spiegare tante cose ecc”.
Ecco che in molti non hanno capito che “perdere un po’ di tempo” per dedicarlo a conversazioni, ad
attività espressivo-creative può favorire la libera espressione della propria individualità in un mondo
che per andare troppo di fretta ci fa dimenticare chi siamo e cosa vogliamo.
E’ quello che ha fatto Corrado con noi al primo incontro: ci ha dato la parola, ci ha dato la possibilità
di uscire fuori dallo schema, di esprimerci, di emozionarci. Insomma mi sono sentita un tassello
importante di quella mappa comunicando cose che magari in tanti anni nessuna collega sapeva di me.
Per cui io in quella mappa ci ho visto tanti “Io” ognuno con la sua particolarità che va capita,
rispettata e valorizzata.
6) vedi file elaborato n.6
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7) La lettura dei nostri elaborati da parte di Corrado mi hanno indotto a riflettere su più punti.
• La risonanza del tuo racconto per gli altri ma anche per me stessa; ciò mi rimanda al desiderio che i
bambini esprimono di far leggere (a voce alta o in silenzio) le proprie “storie”.
• L’ascolto silenzioso di quanto le altre avevano scritto, senza esprimere opinioni o additare “chi per
cosa”; ciò mi rimanda alla necessità di far passare il bisogno che ciascuno ha di vivere il rispetto altrui
per poter essere libero da..
• Infine la bellezza di vivere, seppur brevemente, una sorta di protagonismo che fa star bene, perché
alimenta l’amor proprio e di conseguenza anche quello altrui; ciò mi fa riflettere sull’importanza di
far sentire i bambini i primi attori della vita in classe.
In una seconda fase Corrado ci ha fatto visionare dei video, la cui scelta cela un’accuratezza che
adopera solo chi “ha a cuore la voglia di trasmettere messaggi importanti, ma soprattutto di
condividere insieme ad altri ciò che per sé è estremamente importante. I video mi hanno messo in
crisi in quanto mi sono chiesta se sono una buona docente.
Del video dei Pink Floyd mi hanno colpito le maschere che indossano i bambini (pretendiamo che
tutti i bambini imparino allo stesso modo, senza differenze), il rimprovero del maestro all’alunno
durante un compito in classe perché a lui non piace quello chi il bambino ha scritto. (apprezziamo
forse più quei bambini che elaborano e producono secondo i nostri schemi, senza lasciare spazio
all’individualità e alla personalizzazione).
Del video di Arisa, le parole “IO CI SARO’..” mi hanno suggerito invece un atteggiamento
rassicurante che dovrebbe assumere un’insegnante per poter rendere i suoi bambini liberi di
esprimersi.
Del video di Malika Ayane, “Senza fare sul serio”, le parole mi fanno pensare alla necessità di
giocare dei bambini, sinceramente imparare attraverso il gioco è ormai risaputo che sia più
motivante.
Corrado in una terza e ultima fase ha letto una breve storia da un libro di G. Rodari che ha fatto
emergere l’importanza dei legami familiari.
8) vedi file elaborato n.8
9) vedi file elaborato n.9
10) vedi file elaborato n.10
11) Il corso di formazione continua ad essere piacevole ed interessante. Sinceramente non mi annoia,
anzi aspetto di buon grado il venerdì pomeriggio perché sono sicura che apprenderò cose nuove ed
utili per il mio lavoro di insegnante.
Il prof. a dire il vero lavora molto per seguirci; nientedimeno , l’aveva detto e l’ha fatto per davvero
ci ha analizzato ad una ad una. Incredibile!
Egli infatti ha costruito per ognuna di noi una mappa con i nomi vicino ai quali ha scritto tutte le
risposte che noi avevamo dato circa il colore, l’animale e la canzone che ci piacevano di più.
Bellissimo!
Corrado ha attribuito un’immagine ad ognuna delle nostre scelte collegandole alla personalità che ha
intuito in ciascuna di noi e in tal modo è stata data la giusta attenzione a ciascuna di noi, ad ognuna è
stato spiegato la motivazione della scelta di quell’immagine circa il colore e l’animale. La
motivazione è stata data anche per la scelta della canzone fatta da ciascuna di noi.
A questo punto ho pensato subito ai miei alunni, a cosa essi provano quando presto loro la dovuta
attenzione. Sì! Così mi sono sentita un’alunna e mi ha fatto davvero molto piacere che il prof. mi
avesse dedicato un po’ del suo tempo per analizzarmi. E devo dire l’ha fatto anche bene!
Un altro momento significativo di questo corso di formazione è stato quando Corrado ci ha letto i
compiti che tutte noi avevamo fatto e qui ho capito che le mie emozioni erano simili a quelle di tante
altre mie colleghe, così come quando ci ha mostrato alla LIM le risposte che noi avevamo dato ai
post-it. Anche qui ho capito che i miei bisogni formativi e le aspettative che avevo circa il corso che
stavo seguendo erano simili a quelli delle mie colleghe. Spesso ci si sente soli a scuola, soprattutto
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quando si teme di sbagliare in qualche cosa, quindi, sentire le risposte delle mie colleghe in parte mi
ha fatto pensare che certe “ansie” sono comuni un po’ a tutti noi docenti.
Emozionante è stato anche ricevere un invito dal nostro prof. a poterci recare in visita nella sua
scuola dove possiamo vederlo operare praticamente con i suoi alunni (18 tra cui 7 con BES) perché
poi una cosa è il dire e un’altra è il fare.
Ah dimenticavo! Spesso al corso presenzia anche la nostra Preside, anche questo è davvero una bella
cosa. Tutti i dirigenti dovrebbero essere messi al corrente di quello che viviamo a scuola e devo pure
dire che, Corrado è diretto e chiaro nell’esporre le cose e le numerose e svariate problematiche che
viviamo quotidianamente a scuola. La Preside, sempre disponibile ed aperta alle nostre richieste, ha
acconsentito nel darci il permesso per effettuare a turno una visita a scuola di Corrado.
Fin qui mi sento soddisfatta del corso: è davvero utile e piacevole ascoltare Corrado ed il suo modo
di “fare” scuola.
Il prof. poi ha corredato il tutto con una serie di videoclip davvero significative che mi hanno fatto
riflettere molto sul modo di vivere la scuola.
In verità io già condividevo molte delle convinzioni e riflessioni espresse in quei video perché ho
sempre prestato la giusta attenzione ad ogni alunno che mi viene affidato in quanto so benissimo che
ciascuno scolaro è diverso da ogni altro sia per attitudini naturali che stimolazioni ambientali. E’
chiaro quindi che non si può, e non si deve, trattare tutti allo stesso modo. Infatti regola prima per una
didattica inclusiva è capire quali alunni abbiamo di fronte e quali sono i loro bisogni reali, perché è
necessario partire dal loro vissuto, dai loro interessi e dai loro problemi. Ma il docente deve anche
essere un alunno tra gli alunni perché spesso si impara insieme e talvolta si impara meglio anche
giocando o cantando o recitando.
E’ comunque necessaria la guida costante dell’insegnante, anche perché l’alunno deve sapere di poter
contare sulla sua presenza in ogni momento.
A tal proposito mi tornano in mente le parole del prof. A. Barbanera, ascoltate tempo fa durante un
bellissimo corso di aggiornamento in matematica. Egli affermava infatti che la matematica si insegna
con le mani, ma la si fa capire con i piedi, nel senso che è necessaria ad esempio anche l’attività
motoria.
Io ho sempre seguito queste indicazioni e soprattutto con i miei alunni di classe prima.
Nel corso della mia esperienza di docente io ho potuto constatare che alcuni strumenti alternativi al
tradizionale libro di testo possono essere altrettanto efficaci, perché essi non solo trasmettono
conoscenze ma aiutano anche a creare un rapporto più empatico con l’alunno. Ad ogni modo compito
della scuola è educare alla riflessione, evitando così le azioni impulsive ed educare ad una
progressiva acquisizione di una corretta autonomia di pensiero.
ELABORATI N° 3 – 07/04/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase aula: restituzione integrazione mappa interattiva gruppo – mappa canzoni dedicate al gruppo –
visione videoclip: La linea d’ombra, Jovanotti – Stimolazione cognitiva slide/brainstorming:
peculiarità condizione umana; condivisione dei significati.
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante la fase d’aula, con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative;
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento.
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4) Gli incontri sono sempre interessanti, le due ore passano velocemente e non mi annoio affatto. Il
prof continua a farci vedere delle foto e da queste , ognuna di noi deve poi esprimere un pensiero,
un’idea su cosa ci sembra. Abbiamo anche visto una video clip di Jovanotti intitolata “La linea
d’ombra”.
Vedendo il video, la prima cosa che ho pensato è: ma cos’è la responsabilità?
Noi docenti quando sentiamo responsabilità in materia scolastica subito pensiamo alla responsabilità
riguardo ai doveri e diritti giurisdizionali, dimenticando quella legata all’individuo che andiamo ad
indirizzare, a strutturare per il suo percorso esistenziale, per la sua vita presente e futura.
La nostra azione educativa- didattica è alquanto delicata e difficile come quella del neurochirurgo che
opera il cervello di un bambino e sa che non può sbagliare.
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Per la fascia di età che va dai 5 ai 15 anni la cosa è ancora più delicata. Si dà “un’impronta” alla
personalità. Quante volte ci capita anche da adulti di ricordare episodi della nostra infanzia e ritenerli
fondamentali in senso positivo ma anche negativo. Allora cosa fare?
Insegnare a crescere, fornendo mezzi e strumenti, conoscenze e abilità. Insegnare però non
nozionisticamente, ma favorendo attitudini, disposizioni e desideri propri del bambino o
preadolescente.
Lo studio non è sempre piacevole per lo studente allora dobbiamo incuriosirlo, appassionarlo,
partendo dai suoi interessi e dalle sue passioni, siano esse calcio, canto, disegno, play station.
Partendo da queste noi spingiamo la nave verso dove può andare e non verso dove noi vorremmo che
andasse. Solo così possiamo insegnare tutto a tutti.
Le immagini del film che Corrado ci ha fatto vedere mi hanno fatto riflettere e pensare che l’uomo è
un animale sociale. Ha bisogno dello scambio intellettuale ed emotivo con i suoi simili per
autodeterminarsi come tale, cioè come essere umano. La personalità umana nasce da un’interazione
con gli altri e l’ambiente circostante, perciò è importante l’agire dell’insegnante con cautela,
attenzione e rispetto per la sua persona in fase di determinazione.
5) Durante le ultime due lezioni il concetto chiave che, secondo me, è venuto fuori e che condivido
pienamente è la “partecipazione condivisa” su tutto ciò che riguarda il processo “insegnamento –
apprendimento” senza il quale non c’è circolarità ma uni direzionalità.
Io lo metto in pratica quotidianamente con i miei alunni, diventando bambina, ascoltando con
interesse, stupore e meraviglia ciò che raccontano accompagnando la ricezione con mimica facciale e
suscitando risate e sorrisi in classe.
Inverto continuamente i ruoli in modo naturale e questo piace e riceve consensi.
Credo che comunicare con empatia sia un modo efficace per trasmettere fiducia, sicurezza,
tranquillità di espressione e libertà di pensiero.
Il bambino a scuola arriva con una sua storia che desidera raccontare (sia essa un’esperienza , un
fatto triste, ecc…) per darne un significato e prenderne consapevolezza.
Aprirsi all’altro però è una dote che ritengo fondamentale per porre le basi e la predisposizione di
ogni singolo all’apprendimento.
6) Tutto ha inizio con l’ascolto di “Linea d’ombra”, più che una canzone, è una poesia dal significato
profondo. Non abbiamo commentato, ma secondo me può essere paragonata ad una fase di crescita
della vita di ognuno, in cui bisogna prendere delle responsabilità, delle scelte, delle decisioni e fare
ciò che c’è da fare. In questa “giungla”, noi insegnanti, insieme alle famiglie, quando sono presenti,
dobbiamo essere da giuda ai ragazzi affinchè capiscano che in ogni occasione, anche le più semplici,
bisogna prendere consapevolezza che ci sono delle scelte da fare che comportano delle conseguenze
qualunque esse siano e ognuno troverà la forza per affrontare le difficoltà.
Tutto ciò è molto difficile!!!
Si prosegue con la visione di videoclip, e per ogni immagine ciascuno deve commentare ciò che
vede; un po’ come quando chiediamo ai nostri alunni di osservare le nuvole e dire cosa rappresentino
per ciascuno, condividendo e confrontando le idee. E’ stato curioso osservare come all’inizio
eravamo tutte un po’ riservate, ma una volta che ci siamo “sciolte” si arrivava a delle interpretazioni
sempre più profonde e ci accavallavamo nelle risposte, avevamo sempre nuovi elementi da
aggiungere in base agli stimoli che di volta in volta “sentivamo”. Ed è proprio questo lo scopo, far
partire il bambino dal loro vissuto, “fare lezione” iniziando dalle loro singole esperienze stimolando
la comunicazione e soprattutto il confronto con i coetanei. Gli insegnanti devono essere la guida per
ascoltare, provocare, guidare nelle risposte e nelle scelte. Naturalmente si deve arrivare alla
comprensione dei significati, di ciò che si apprende ed è sempre necessaria la ripetizione, gli esercizi,
un po’ come succede quando in palestra si fa una serie di esercizi e si ripetono continuamente per
avere un fisico che ci faccia sentire bene. Tutto ciò si fa già a scuola con i nostri bambini, ma
dovremmo cercare di utilizzare una nuova metodologia, che per loro diventi più accattivante e
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stimolante, ed uscire un po’ fuori dagli schemi. Il percorso sarà difficile, ma in piccole parti penso
che si possa sperimentare.
7) Questo corso di formazione mi sembra più una seduta di psicologia che altro, non capisco perché il
formatore abbia usato questa tattica ….
Comunque, dall’ultimo video che ho visto, ho capito che una persona non può vivere da sola ma ha
bisogno di comunicare e confrontarsi con gli altri.
In classe, mi piace ascoltare i miei alunni, specialmente al mattino quando li vedo nervosi. Li invito
a raccontare cosa è successo e non permetto mai a nessuno di giudicare l’altro, anche quando dicono
sciocchezze.
Durante le lezioni non pretendo molto ma mi accontento che abbiano capito i concetti e sono
soddisfatta, specialmente, per quelli più insicuri che riescono a partecipare alle conversazioni senza
paura di sbagliare. Condivido con loro le emozioni e dalle loro parole capisco se hanno appreso
l’argomento e continuamente ripetiamo insieme, anche perché il mio motto è: “Non arrendersi mai”.
8) Continuano gli infiniti stimoli di Corrado offerti sempre in modo originale e che piacevolmente
“costringono” alla riflessione. Ho notato sempre più partecipazione attiva di tutti noi nel gruppo e la
voglia di intervenire anche quando non chiamati in causa. Abbiamo ascoltato con attenzione prima
Arisa con “Controvento” che ci ha fatto riflettere sulla figura del docente, all’attenzione dello stesso
verso le esperienze degli allievi rispettandone sempre l’identità. L’ascolto di “The Wall” dei Pink
Floyd ci ha fatto pensare all’omologazione ed a noi scuola che dovremmo avere una nostra identità. Il
3° brano: “Scuola rap” ci ha fatto pensare e ricordare che l’insegnante deve partire sempre dal
bambino, conoscere e approfondire il suo vissuto che ci consente di instaurare un rapporto di stima e
fiducia reciproca. Siamo poi passati all’ascolto di “Pensa” di Fabrizio Moro.
L’avevo ascoltato per la prima volta a Sanremo. Sinceramente mi era piaciuto il messaggio sulla
legalità, ma adesso lo avevo ascoltato da una posizione diversa (come insegnante). Ho ripensato alla
cittadinanza attiva di cui si parla da anni e che sembra essere uno scoglio insormontabile. In un
attimo ho rivisto e ripensato alla calca intorno a me dei miei alunni in prima. Tutti ricercavano
l’attenzione che doveva essere “subito” ed immediata fino a quando spieghi loro che ciascuno doveva
avere la stessa attenzione e che se uno di loro ne avesse ricevuta di più, sarebbe andata a discapito di
un altro compagno. Avevamo così condiviso la prima ed importante regola”il rispetto per l’altro”.
Abbiamo poi visto la videoclip, solo col testo recitato, “La linea d’ombra” di Jovanotti.
C’è stato un profondo silenzio. Ho pensato al capitano della nave, all’immensa responsabilità delle
nostre scelte presenti ancorate o no al nostro passato. (Sarebbe troppo lungo raccontare tutto ciò che
mi è balenato nella mente mentre seguivo il video). Siamo poi giunti al momento del brainstorming
dopo la visione di alcune slide.
Le risposte a tali stimolazioni sono state disparate e ciò ancora una volta mi ha fatto sottolineare la
nostra diversità, ognuno ha risposto secondo la propria affettività, il proprio vissuto, il proprio
bagaglio umano, ciascuno si poneva dal proprio punto di osservazione. Dunque è proprio questo che
accade quando i nostri piccoli individui rispondono alle nostre stimolazioni! Sembra una frase fatta:
“Dagli altri c’è sempre da imparare!”
Ci ritroviamo spesso a pensare tutto ciò che diamo ai nostri bambini, ma quanto loro danno a noi?
RIFLESSIONI: è indispensabile la “centralità” del bambino, ma è importante che l’insegnamento
non sia noioso. L’insegnante oltre ad essere un educatore deve essere “psicologo” e “didattico”. Di
primaria importanza una comunicazione che si basi sull’instaurare un buon rapporto, su riuscire ad
interessarli e a coinvolgere tutti, sul responsabilizzare affinchè ognuno si senta protagonista.
L’insegnante quindi deve suscitare l’interesse, la motivazione, tirar fuori emozioni, immaginazioni.
Questi i processi cognitivi attraverso i quali avverrà la propria “conoscenza” sempre nel rispetto dei
tempi e ritmi.
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ELABORATI N° 5 – 28/04/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase aula: restituzione integrazione mappa interattiva gruppo – mappa canzoni dedicate al gruppo –
visione videoclip: Dannate nuvole,V. Rossi– Stimolazione cognitiva mappe concettuali: curricolo
verticale/programmazioni transdisciplinari.
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante la fase d’aula, con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative;
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento.
1) Questo corso è una guerra continua di emozioni: infatti i video che ci fa vedere Corrado,
riguardano sempre canzoni che ascoltate intensamente ci fanno rivivere ricordi dimenticati. Ho
pensato subito a tutti gli anni trascorsi nella scuola, specialmente quando iniziavo un nuovo ciclo. Mi
ripetevo continuamente chissà come sarà questa nuova classe e puntualmente mi arrivavano sempre
bambini che presentavano le stesse caratteristiche di quelli appena lasciati. C’era Gennarino che
piangeva sempre, Michele che dava fastidio ai compagni continuamente, Lucia timidissima e
Salvatore che sembrava un cavallino imbizzarrito. I primi giorni tornavo a casa distrutta ma mi
proponevo sempre di dare il meglio e così ogni giorno. Io paziente, senza farmene accorgere pensavo
“Sempre riuscirò a fargli capire l’importanza della scuola e il rispetto delle regole”. Così è stato.
Ho sempre dato la priorità a questi bambini con più problematiche perché con il loro atteggiamento
chiedono aiuto. E … quanti pianti alla fine del ciclo e quanto è bello oggi sapere che Lucia è
diventata un bravo medico, Michele un bravo elettricista, Gennarino un bravo psicologo e il mio
cavallino un bravo falegname. Che soddisfazione … !!!
2) Anche l’incontro del 28 aprile scorso è stato piacevole e interessante, ma soprattutto pratico, grazie
a Corrado che, anche questa volta, ha saputo coinvolgerci con la sua bravura e simpatia.
Devo dire, infatti, che non mi sono annoiata per niente, come spesso accadeva nei tradizionali corsi di
formazione e sono certa di interpretare lo stesso pensiero anche delle colleghe del gruppo.
Mi piace molto lo spazio dedicato alla lettura degli elaborati, in quanto ho la possibilità di potermi
confrontare e arricchirmi sia umanamente, che professionalmente con quanto viene prodotto da
colleghe molto minuziose e precise nel descrivere le varie sequenze di lavoro che si alternano in aula.
Mi ha sorpreso il video di Vasco Rossi, anche se non è tra i miei cantanti preferiti, per gli effetti
speciali e per la base musicale della canzone “Dannate nuvole” che non conoscevo. Infatti, l’ho poi
rivisto a casa con calma e la musica l’ho trovata ancor più bella. Alcune parole del testo, anche se
profonde e molto significative, mi hanno trasmesso confusione, insicurezza e forse un po’ di
pessimismo, quando l’autore dice: “Non esiste niente … solo del fumo, niente di vero, niente dura
niente” … in quanto non sono d’accordo che tutto ciò che si costruisce, si vive o va fatto … andrà poi
perduto. Mi hanno, invece, dato una carica di ottimismo le parole: “… Però tu non ti arrenderai”,
perché rappresentano l’invito a lottare contro i problemi che possono presentarsi nel percorso della
vita.
Secondo me, bisogna porsi sempre dei traguardi da raggiungere, per poter affrontare al meglio le
avversità e guardare al futuro sempre positivamente per superare ostacoli nei momenti bui.
E’ necessario, quindi, dare “sapore” ogni giorno alle attività che svolgiamo con i nostri alunni
trasmettendo loro calore, gioia e soprattutto tanta sicurezza, per contribuire alla formazione di
personalità forti e solide, pronte ad affrontare qualsiasi situazione.
Mi affascina il nuovo stile di apprendimento adottato da Corrado e l’utilizzo di mappe nella
progettazione, in quanto, come affermano anche le Indicazioni Nazionali, viene sottolineato il ruolo
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partecipativo dell’alunno nella costruzione del suo sapere, attraverso un apprendimento attivo e
collaborativo in cui trovano spazio aspetti sia di tipo interdisciplinare, che della disciplina specifica.
Il docente, quindi, diventa un facilitatore di conoscenze per il bambino, che non riceverà soluzioni
dirette a quesiti e problemi, ma avrà tempi e spazi per ricercare e fare da sé.
Troveranno, perciò, libero sfogo la creatività, la fantasia, la curiosità ad apprendere, la scoperta,
come afferma A. Heinstein: “La mente intuitiva è un dono sacro”.
Occorre, quindi, far tesoro di questo immenso dono per rendere migliori le nuove generazioni che ci
vengono affidate, perché esse stesse possano migliorare questo nostro vecchio mondo e rigenerarlo.
ELABORATI N° 7 – 12/05/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA FINALE
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta.
La prima fase di formazione è terminata! Cosa porto via con me in termini di … emozioni vissute e
apprendimenti professionali?
1) “DIES VICTORIAE”
Ogni notte prima di dormire ripenso alla giornata trascorsa facendo una sorta di bilancio. E’ stata
positiva per questi aspetti, negativa per altri … ma la cosa che mi rende più insoddisfatta è quando la
giornata è stata anonima, quando nulla di essa mi è rimasta, un momento di vita “non vissuto”.
Voglio paragonare il corso fatto con Corrado ad una mia “giornata” dall’alba al tramonto.
L’alba è stata incantevole, ricca di musica, c’è stata la capacità dell’uomo a far sorgere
un’immaginazione del vago e dell’indefinito in un luogo della semplice vista delle cose, non solo
mia, ma anche della compagnia che mi è stata intorno. E’ stato costruttivo uscire dalla solitudine ed
essere compresa dagli altri.
La mattinata poi, si è arricchita ascoltando i bisogni e le aspettative degli altri, il fulcro di tutto, è
stato sempre la “centralità del soggetto che apprende”. Chi è? Dove vive? Come vive? Cosa fare?
Tante domande e tantissime le risposte ricevute.
Il pomeriggio, poi, è stato ricco di conoscenze, suggerimenti che poi hanno preso forma con
documenti. Dal generale siamo giunti al particolare, così come diceva Kant. L’offerta che ci è stata
data partendo dalle Indicazioni Nazionali è giunta fino alle programmazioni transdisciplinari e alle
programmazioni settimanali. Tutto ciò ha reso il trascorrere della mia giornata più sereno.
Arriva il tramonto, cominciano le mie riflessioni!
E’ stata una giornata insolita, è stata ricca di conoscenze, altre sono state rispolverate, sono stata in
piacevole compagnia con cui ho condiviso un po’ di me.
Mi è piaciuto chi mi ha guidato, l’ho visto non come un sofista che utilizza l’arte oratoria ma
piuttosto come Socrate, che sollecitava il soggetto pensante alla ricerca della verità, la famosa
“maieutica”, la verità è in noi stessi ma bisogna tirarla fuori dalla propria anima.
E’ stata molto positiva questa mia giornata, l’ho vissuta intensamente dall’alba al tramonto, mi sono
divertita e per questo non mi è pesata la fatica, anzi vorrei dare un nome a questa mia vittoriosa
giornata, la chiamo “DIE VICTORIAE”, il giorno della vittoria.
2) Finalmente! Un corso piacevole da seguire con una continua voglia di partecipazione attiva e un
grande coinvolgimento. Corrado è una persona davvero competente che ha espresso sempre con
chiarezza gli argomenti trattati. Ottimo il continuo stimolo alla capacità di intuire le varie situazioni
attraverso immagini, canzoni, brani letti, ecc …
Le tematiche affrontate sono state da me molto sentite perché quotidianamente le ritrovo a lavoro e il
modo di affrontarle molto vicino al mio metodo educativo – didattico.
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Il corso ha sicuramente migliorato la mia visione nel concepire il processo di insegnamento –
apprendimento – insegnamento permettendomi di cogliere nuovi dettagli e altre sfumature.
Il continuo confronto di esperienze professionali ed umane tra noi corsiste ha portato alla luce
riflessioni su metodi oramai obsoleti e non più rispondenti al contesto di vita dell’alunno che
abbiamo di fronte spingendoci a trovare soluzioni innovative e soprattutto calibrate al singolo caso.
Lavorare per mappe sarà per me una metodologia da applicare nel tempo a venire, la trovo un modo
di insegnare che non sia il semplice recepire, da parte dell’alunno, ma una costruzione attiva e
partecipativa.
Il corso? Oltre ogni mia aspettativa.
Grazie Corrado
3)Siamo giunte alla fine del corso di formazione iniziato il 10 marzo e delle attività didattiche. Non
so se è una coincidenza ma si tratta di due attività che mi hanno insegnato, arricchito e fatto riflettere
…
Grazie Corrado per essere riuscito a coinvolgermi con l’ascolto dei brani emozionandomi e
facendomi riflettere sulla ricaduta didattica che hanno sui bambini: tutto è possibile … basta
insegnare col piede giusto. Ti saluto con una poesia di Pablo Neruda …
"Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore
Chi fa della televisione il suo guru.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi preferisce nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni;
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Lentamente muore
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
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Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
o non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità."
4) Siamo giunti alla fine del corso … Ringrazio Corrado per la sua preparazione e la sua
disponibilità.
Sono rimasta molto contenta di questo corso e spero anche in quelli futuri. Corrado è stato molto
bravo nell’illustrarci i diversi argomenti. Spero di trovare un buon Dirigente, preparato come lui, e
vicino ai bisogni di noi insegnanti (spesso ci sentiamo abbandonati). Questa esperienza di
aggiornamento mi ha arricchito molto e spero di continuare, come l’ho sempre fatto, di mettere in
pratica, sempre, i nuovi insegnamenti e lasciare serenamente la scuola.
Grazie Corrado, spero che in futuro ci rincontreremo.
5)
“Che il bianco sia bianco
e il nero sia nero
che uno e uno siano due
che la scienza dice il vero
dipende.
Che siamo di passaggio
come nuvole nell’aria
si nasce e poi si muore
questa vita è straordinaria
dipende
Dipende, da cosa dipende?
Da che punto guardi il mondo tutto dipende
Dipende, da cosa dipende?
Da che punto guardi il mondo tutto dipende
Ma che bello questo amore
Specialmente in primavera
Che domani sorge il sole
Perché siamo in agosto
Dipende
E che più che passa il tempo
Corrado, ci hai “dato” tanti momenti di
riflessione attraverso svariati brani musicali ed è
stato interessante, oltre che a rendere questo
corso “leggero” (ma non nei contenuti).
Anch’io ho scelto die testi che riassumono il
percorso fatto insieme, durante il quale c’è
sempre stata una sola costante: il bambino, nella
sua totalità, come punto di partenza del processo
educativo – didattico.
Nulla è dato per scontato, ma tutto DIPENDE!
Dipende? Da cosa?
Secondo me e secondo quanto tu ci hai
trasmesso , tutto dipende dalla capacità di noi
adulti di guardare il mondo dal punto di vista
dei nostri bimbi, osservarlo con i loro occhi,
avvertire le loro ansie, le loro paure, condividere
le loro gioie e le loro tristezze.
Tutto dipende anche da una semplice domanda
che non è “Cosa mi aspetto da questo alunno?”
ma … “Cosa si aspetta lui da me?”
Innanzitutto si aspetta rispetto, fiducia e amore.
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E più il vino si fa buono
E quest’onda fa su a giù
E ti porta giù e su
dipende,
Dipende, da cosa dipende?
Da che punto guardi il mondo tutto dipende
Dipende, da cosa dipende?
Da che punto guardi il mondo tutto dipende
E se tu dirai di sì
Con il suono della voce
Mi vedrai come morir
Inchiodato alla tua croce
Dipende
Non ho mai vissuto niente
Che mi piaccia come te
E non troverai nessuno
Che ti ami come me
Dipende
Come un pittore
Modà
Ciao, semplicemente ciao
difficile trovar parole molto serie,
tenterò di disegnare
come un pittore farò in modo
di arrivare diritto al cuore
con la forza del colore
guarda, senza parlare
Azzurro come te, come il cielo e il mare
E giallo come luce del sole
rosso come le cose che mi fai provare.
Ciao, semplicemente ciao,
disegno l'erba, verde come la speranza,
Si aspetta che io, docente (adulto) arrivi al suo
cuore anche attraverso strade diverse fino ad
imboccare quella giusta per fargli sperimentare
tutti i colori del mondo affinchè, come un
pittore, possa decidere LUI con quali dipingere
la sua vita.
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come frutta ancora acerba
e adesso un po' di blu, come la notte
e bianco come le sue stelle, con le sfumature
gialle
e l'aria puoi solo respirarla!
Azzurro come te, come il cielo e il mare
E giallo ….
6) Di sicuro la prima cosa è che mi sono sentita parte integrante di una squadra che lavora per un
obiettivo: la crescita di un bambino di oggi, cittadino e lavoratore di domani.
Il mio livello di motivazione è migliorato e con esso la considerazione di quanto sia importante
l’aggiornamento professionale e la formazione continua in una società dove si richiede conoscenze
tecnologiche e capacità di imparare nuovi linguaggi e nuove metodologie.
Quindi questo corso senz’altro ha favorito in me una maggiore flessibilità mentale e una certa
apertura alle novità.
7) Il corso di formazione appena concluso, è stato per me interessante, in quanto ha ampliato le mie
conoscenze circa il modo di lavorare con i bambini per meglio adattare le mie capacità alle diverse
esigenze degli stessi. E’ stato affascinante e motivante, come già ribadito nelle precedenti produzioni
scritte e si è svolto in un clima sereno, all’interno del quale, ognuna di noi si è sentita a proprio agio.
Inizialmente l’ho affrontato con la paura di essere giudicata, ma poi questo mio timore è andato via
via scemando, grazie al carisma di Corrado che mi ha trasmesso un grande senso di tranquillità e la
certezza di uscirne migliorata. Il corso, infatti, mi ha dato innumerevoli spunti di riflessione, non solo
per rendere più interattive e coinvolgenti le mie lezioni, ma anche come evitare alcuni errori nella
relazione con gli alunni, anche nelle situazioni più complesse. Mi ha offerto, poi, l’occasione per
confrontarmi con le colleghe del gruppo e condividere problematiche che, spesso, incontriamo nella
nostra delicata professione.
Ho notato un cambiamento nelle mie relazioni con gli altri, perché il corso ha rafforzato la mia
autostima, offrendomi lo sprone di esprimere il mio punto di vista all’interno del gruppo, cosa che
prima mi incuteva timore. E’ stata un’esperienza intensa per tutto ciò che Corrado mi ha trasmesso,
sia per il rapporto umano, sia per quello che ha lasciato: curiosità, entusiasmo, suggerimenti, che una
volta metabolizzati ed adattati al proprio modo di lavorare, daranno i loro frutti. Seguendo il corso,
infatti, rilevato vari cambiamenti nel mio modo di lavorare, ad esempio, iniziando la lezione con la
musica che, secondo il formatore serve a risvegliare e a rilassare gli alunni. Devo dire che tale
strategia mi incuriosisce molto e nello stesso tempo mi affascina. Favorire la comunicazione in
classe, poi, è un altro aspetto metodologico che condivido in pieno, perché valorizza negli alunni la
relazionalità e la socializzazione, permettendo loro di interagire in un clima di scambio e di
confronto. L’utilizzo delle mappe nella progettazione, infine, sottolinea il ruolo partecipativo
dell’alunno nella costruzione delle sue conoscenze, attraverso un apprendimento attivo e
collaborativo, in cui si trovano spazio aspetti di tipo interdisciplinare e della disciplina specifica. Alla
scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati, affinchè ogni persona sviluppi un’identità
consapevole e aperta. Mi impegnerò, quindi, a mettere in pratica quanto appreso, cercando di
migliorare il mio metodo di insegnamento.
Grazie ancora per aver avuto l’opportunità di vivere questa esperienza formativa in modo piacevole.
8)Ho sempre avuto paura e vergogna di parlare al pubblico, mi sento giudicata e ho paura di
sbagliare, mi sottovaluto tanto, ho poca fiducia in me ma ammiro molto gli altri, mi piace ascoltare,
riflettere ma … non parlare …?!?!?!
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Comunque sia … il corso mi è piaciuto molto, ero serena e rilassata, mi ha aiutata a guardare con più
intenzione e attenzione gli alunni ( anche se io cerco sempre di scendere nel profondo del loro
animo). Tuti i giorni cerco di capire i loro disagi e problemi, mi calo nei loro panni ma … delle volte
mi devo calare di più in quelli dei genitori e questo è tutti i giorni (da premettere).
Corrado è coinvolgente e sembra di vedere come in un film tutto ciò che spiega, legge o racconta.
Passando a ciò che porto via … ehm … ho valutato e criticato il mio ruolo e … l’ho messo in dubbio.
Con ciò che dice Corrado mi ritrovo solo nell’umanità, tollerabilità che poi fa parte del mio essere
maestra – donna – mamma.
Cercherò di essere ancora più umana perché i bambini hanno bisogno di questo perché quando ogni
mattina arrivano a scuola, arrivano con tanti problemi che portano da casa e se nell’orchestra c’è
qualche nota stonata, non è colpa loro !!!
Comunque sono soddisfatta e contenta di aver aderito e partecipato a questo corso. !!!
9) Lo scorso anno, in occasione dell’ultimo collegio, ci fu proposto di partecipare a questo corso di
formazione. In realtà, ero un tantino scettica nell’intraprendere un nuovo percorso però poi invogliata
dal fatto che fosse svolto dalla mia Preside, mi sono quasi sentita protetta, ma soprattutto a mio agio.
Ogni lezione è stata una continua scoperta, una percezione emozionale, in particolare quando
abbiamo avuto la possibilità di abbinare alle lezioni teoriche esempi pratici, dai quali si trae
sicuramente un nuovo insegnamento da poter trasmettere ai nostri bambini.
In fin dei conti è così, ogni nuova esperienza seppur cominciata con ansia, dona sempre tanto e
regala la possibilità di valutare con occhi diversi varie cose o aspetti del proprio lavoro. Percepire ed
essere certi e soddisfatti, del fatto che con il nostro aiuto e supporto e con la collaborazione dei vari
enti ci sia cooperazione atta al solo miglioramento di tanti piccoli errori.
Insomma, una scuola che renda il percorso di ogni bambino sereno e allegro. Sono veramente
soddisfatta, contenta del potenziamento d’osservazione che ho applicato sui miei alunni avendo
riscontro nel lasciarli più liberi di esprimersi.
Insomma il nuovo, nella maggior parte dei casi è come i miei bambini, riesce sempre a stupirti e darti
emozioni!
10) Questo corso è stato veramente molto interessante. Ma solo grazie al nostro formatore, che ha
saputo, senza dubbio, darmi tante emozioni diverse in ogni incontro. Inoltre ha saputo darmi anche
tante indicazioni su come poter “fare” scuola, una scuola capace di accogliere tutte le diversità che
caratterizzano ogni singolo alunno.
Dal corso, quindi, porto via tante ma tante emozioni. Spero di poter mettere in atto tutto ciò che ho
appreso.
Grazie Corrado
11) La prima parte del corso di aggiornamento professionale promosso dal nostro Circolo per l’anno
scolastico 2016/2017 si è concluso all’inizio del corrente mese di maggio.
Dovendo fare un resoconto di esso, posso dire che è stato sicuramente interessante e utile.
Il relatore, infatti, è stato un ottimo comunicatore, sempre chiaro, diretto e provocatorio: nel senso
che egli ha sempre mirato ad ottenere una nostra attiva partecipazione.
Il prof. Corrado è riuscito, quindi, veramente a far riflettere ognuna di noi sul proprio modo di fare
scuola. ciascuna di noi, infatti, durante il corso da lui tenuto ha avuto modo di ripensare al modo di
rapportarsi con gli alunni, sulle metodologie usate e sui possibili cambiamenti da apportare alla
propria attività d’insegnamento.
Personalmente, posso dire che sono uscita veramente arricchita da questa esperienza formativa sia sul
piano umano che professionale, e mi riprometto di attuare fin dal prossimo anno scolastico molti dei
suggerimenti tecnici messi in campo dal prof. C. Izzo per progettare in modo più innovativo il mio
lavoro scolastico e per verificare con maggiore efficacia il grado delle competenze raggiunte dagli
alunni a me affidati.
25
12) “LA SCUOLA CHE VORREI”
In questo ultimo “compito” non ho indossato i panni dell’insegnante, né quelli di uno studente né
tantomeno quelli di un genitore: ho indossato “tutti questi panni insieme” perché insegnanti, genitori
e alunni, pur con occhi diversi, vivono la stessa scuola e hanno bisogno delle stesse risposte.
Insegnanti, genitori e studenti sono facce delle stessa medaglia.
La scuola che vorrei è una scuola aperta e accogliente. Nella scuola che ho in mente, tutte le persone,
entrando, si sentono serene e al sicuro.
Quella serenità che hai quando senti che il mondo intorno a te è privo di minacce e ti offre, semmai,
solo affascinanti sfide che puoi vincere impegnandoti e dimostrando abilità e competenze.
parlo di quella serenità che ti prende quando la tua pancia si rilassa e non ti senti risucchiata da mille
preoccupazioni o dubbi; è quel tipo di serenità che ti porta ad uno stato di “ben – essere”, che ti aiuta
a concentrarti e a dare e ad essere il meglio di te perché sai che “dotando opportunamente la tua
personale cassetta degli attrezzi” potrai arrivare a raggiungere qualunque meta.
Nella scuola che vorrei, infatti, realizzare i propri sogni è “una questione di abilità e competenze” ed
è ben lontana dal vivere un futuro già scritto.
Nella scuola di cui parlo, crescere dandosi obiettivi e realizzando i propri progetti è una questione di
dare voce ed espressione al sapere acquisito, di aver nutrito adeguatamente passioni e stile personale
nell’affrontare ostacoli e difficoltà; di scegliere la strada che ci rappresenta di più, di aver imparato
un mestiere che amiamo e senza il quale la nostra vita non avrebbe senso. “UN SENSO” … mentre
scrivo mi soffermo su questa parola e la dico ad alta voce. GIA’ LA SCUOLA DOVREBBE DARE
SENSO ALLE COSE CHE FACCIAMO: insegnare, così come imparare. La scuola che dà un senso
alle cose che facciamo risponde immediatamente e con forza alla domanda: “PERCHE’ MI TROVO
QUI?”, senza dubbi o esitazioni: “TI TROVI QUI PER COSTRUIRE GAMBE E ANIMA PER IL
TUO FUTURO E PER QUELLO DEGLI ALTRI”.
13) Eccoci giunti alla fine del primo step del corso di formazione. Sicuramente il percorso è stato
positivo, molto interessante e per molti aspetti coinvolgente; naturalmente la parte teorica è
necessaria, anche se un po’ noiosa.
Quello che questo corso mi ha dato è la consapevolezza di ciò che già sappiamo, ma che a volte si
tende a dimenticare o a mettere un “attimo” da parte per il tempo che manca, per la corsa ai
programmi … : è il bambino nella sua totalità, un bambino che arriva a scuola con un bagaglio che
non si deve mai sottovalutare.
Il punto fondamentale è considerare la “centralità della persona” e per far ciò è necessario valorizzare
tutti gli aspetti utilizzando una didattica flessibile e partecipativa, che abbia come fondamento la
comunicazione. Attraverso la comunicazione si deve arrivare ad una co-costruzione di regole che
vanno condivise sia con gli alunni, sia con le famiglie.
Compito della scuola è fornire all’alunno chiavi per apprendere ad apprendere, ma per fare ciò è
necessario personalizzare un approccio integrato; partire dal territorio di appartenenza, dal vissuto del
bambino e offrirgli stimoli necessari a non perdere mai l’entusiasmo di “sapere” e “conoscere”.
Ascoltando l’ultimo file “Il primo giorno di scuola che vorrei”, ho subito pensato che si può
sintetizzare tutto rileggendo il testo. Dovremmo “ascoltare” i bambini e presentare loro qualcosa di
diverso, di affascinante e far si che non si annoino, per fare in modo che pensino che valga la pena
stare a scuola, per capire meglio il mondo, per insegnare loro a sognare, ad acquisire la pazienza di
far diventare i loro sogni dei progetti da realizzare insegnando loro a ragionare, a pensare, ad essere
liberi e affrontare le battaglie. E come abbiamo ascoltato anche nel videoclip di Kung fu panda,
l’insegnante deve credere nel bambino, guidarlo, nutrirlo e aiutarlo a non mollare.
L’insegnante diventa un mediatore di qualcosa di desiderabile ed indispensabile solo se “perdiamo il
sonno per insegnare” e lo facciamo con gli occhi che brillano per non annoiare.
“Occhi che brillano per non annoiare” è il pensiero che mi è piaciuto di più, faccio il mio lavoro con
tanta passione, anche se negli ultimi tempi diventa sempre più difficile a causa delle “tante difficoltà”
26
che i bambini portano a scuola. ma forse una delle cose di cui hanno maggiormente bisogno è essere
ascoltati, dare loro il tempo necessario ad una comunicazione partecipativa.
Solo così, sapendo di essere capiti ed ascoltati, potranno acquisire le competenze necessarie per
affrontare le “battaglie”.
C’è sempre da imparare e questo corso mi ha dato sempre più la consapevolezza di avere a che fare
con degli individui singoli che non sono “sacchi da riempire”, ma esseri speciali da capire , guidare e
nutrire.
Migliorarci ed utilizzare una nuova metodologia è il nostro compito!
“Nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui!!!”.

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  • 1. 1 ALLEGATO 3 ”Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio ed infinito.” Antoine de Saint Exupery AUTOBIOGRATIVE COGNITIVE DIARIO DI BORDO PRODOTTO N° 1 – 10/03/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1: Fase di contatto/contratto e interazioni didattiche del formatore Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante la prima fase d’aula (fase contatto-contratto), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative; 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento. 1) Il giorno dieci di marzo ho iniziato il corso di formazione previsto per l’anno in corso. Il tutor del primo incontro è stato il prof. Corrado Izzo, che già avevo avuto modo di conoscere qualche anno fa in occasione di altri corsi di aggiornamento. Corrado oltre ad essere un tutor é anche un collega, infatti insegna in una quarta elementare per cui ben conosce le problematiche che noi insegnanti viviamo quotidianamente a scuola. Ascoltare Corrado è stato per me molto piacevole, io e le mie colleghe siamo state quindi da subito attente ed interessate alle modalità che egli ha attivato per instaurare un rapporto di fiducia e di collaborazione con noi. Il prof. ci ha dapprima incuriosite con il suo modo giocoso di rapportarsi a noi. Infatti ad ognuna di noi ha chiesto il nome e poi le preferenze personali circa il colore, l’animale e la canzone preferita. Ciascuna però doveva attendere il proprio turno prima di rispondere; siamo così diventate delle scolare ed abbiamo sperimentato come fremono i nostri alunni a scuola quando devono attendere il turno per rispondere, infatti nell’attesa del mio turno sono diventata anche un poco ansiosa e pensavo: chissà se piacerà a tutti la canzone come mia preferita… Corrado intanto prendeva appunti mentre noi a turno rispondevamo, alla fine ha poi detto che analizzerà le nostre risposte….Mah! In seguito egli faceva spesso delle battutine simpatiche per non annoiarci e per farci sorridere, ed io intanto pensavo tra me: meno male che non è noioso! Successivamente Corrado ci ha anche raccontato un episodio che lui stesso ha vissuto a scuola, in occasione del quale egli addirittura disubbidì al suo preside. Corrado ci ha però spiegato le ragioni della sua ribellione e devo dire che il suo comportamento è stato giustificato e corretto. Anzi mi viene da dire che ci vorrebbero più insegnanti come lui nella scuola italiana. Noi invece, ed io per prima, accettiamo sempre le decisioni che ci vengono dall’alto senza batter ciglio. Il racconto di Corrado mi ha quindi veramente fatto riflettere molto, e a questo proposito ho pensato che egli sarebbe proprio un ottimo dirigente.
  • 2. 2 Un altro momento davvero molto interessante è stato quando egli ha distribuito dei bigliettini adesivi colorati sui quali dovevamo rispondere a delle domande e poi attaccarli alla parete dell’aula. Le risposte che scrivevamo erano anonime, per cui io credo che esse siano state tutte estremamente sincere. E devo pure dire che le domande poste dal prof. Corrado erano dirette e chiare, per cui ho pensato che il nostro tutor ce la metterà tutta davvero per rendere il corso efficace e produttivo. Devo però anche confessare che a ripensarci mi viene pure da ridere, perché nell’attaccare il biglietto alla parete, tutte noi facevamo dei movimenti molto veloci per confondere le nostre risposte nelle altre date dal gruppo. In questa piacevole dimensione di relax, curiosità e operatività si è svolta la prima lezione e tutto ciò ha suscitato in me una disposizione favorevole verso il nostro tutor e perciò io mi ripropongo , già dopo il primo incontro, di utilizzare con i miei alunni alcune delle tecniche illustrate da Corrado, avendone sperimentato l’efficacia in prima persona. Anche se devo confessare che qualche tecnica la conoscevo già, però è sempre confortante e fortificante avere una conferma autorevole della validità delle proprie strategie di insegnamento. 2) Durante questo primo incontro sono stata attenta e riflessiva. Quando si parla di cambiamento metto sempre in discussione quello che si è fatto, si fa e si potrebbe fare. Penso che dobbiamo rivedere il nostro modo di far scuola. Non è semplice e non basta una programmazione adeguata alle Nuove Indicazioni Nazionali. Il corso sembra pratico e attivo perché il formatore è un collega che crede in quello che pensa e che fa. Promette bene…lo spero. 3) L’impatto iniziale del corso è stato positivo, perché la comunicazione è molto semplice, pratica e creativa. Si spera soltanto di poterla mettere in pratica nel proprio vissuto scolastico e anche “familiare”. I primi concetti presentati sono (sembrerebbe) a portata di tutti gli alunni anche se quando ti trovi nel contesto specifico, non è sempre semplice poterle utilizzare, riscontrare miglioramenti ed avere successi. La teoria è una cosa ma mettere in pratica strategie diverse per un intero gruppo classe non è sempre realizzabile, perché mentre costruisci con qualche alunno può “sfuggirtene” qualche altro! Ma vedremo…buon lavoro e speriamo di mettercela tutta! 4) Il corso mi è apparso fin da subito interessante e al di là delle mie aspettative direi che proprio non mi sono annoiata. Anzi, devo dire, che il formatore ha coinvolto noi tutte ad una partecipazione attiva. Siccome stiamo solo al primo incontro non ho riflessioni esaustive in merito. Mi aspetto che sia un percorso utile che ci metta nelle condizioni migliori per poter affrontare le problematiche inerenti il processo di insegnamento/apprendimento nella società complessa in cui ci troviamo ad operare/educare. 5) Ho deciso di affrontare questo percorso di formazione sperando di avere delle informazioni utili da poter utilizzare con i miei alunni. L’impatto con il gruppo e con il formatore è stato positivo, forse perché a me familiari. Mi sono sentita subito a mio agio ed è stato per me semplice fare interventi e rispondere alle domande effettuate.
  • 3. 3 Ritengo sia necessario creare in “un’aula” un clima positivo prima di affrontare qualsiasi argomento e questo è quello che cerco di fare sempre con i miei alunni per poter attirare la loro attenzione e predisporli all’ascolto. 6) La prima fase è stata di conoscenza con l’uso di bigliettini colorati dove ognuno di noi ha scritto i propri bisogni e le proprie aspettative. Non mi sento mai sicura quando devo parlare in gruppo, perché l’emozione prende sempre il sopravvento e penso che devo dire qualcosa che poi gli altri possano giudicare. L’attivazione di sequenze formative attraverso l’uso di bigliettini potrebbe essere per me un modo per superare questo blocco iniziale. Mi auguro di poter apprendere un nuovo modo di comunicare con gli alunni e di affrontare e risolvere le situazioni problematiche che si verificano in classe ormai sempre più spesso. Gli alunni vengono già con un vissuto ricco di problemi, di non regole e di atteggiamenti spesso ancora infantili e di chiusura. A volte è difficile attivare in classe un clima di apertura da parte di tutti e usare questo metodo di far scrivere le proprie emozioni e pensieri su un foglio potrebbe essere un nuovo approccio per suscitare almeno la curiosità dei bambini. 7) SERENITA’ Di getto, dopo questo primo incontro, posso dire che mi sono sentita SERENA: questo è stato lo stato emotivo prevalente. Serena perché il relatore ci ha fatte divertire, perché il relatore non è stato noioso, perché il gruppo…è un bel gruppo di colleghe. E’ stato “curioso” notare gli animali o i colori preferiti delle colleghe, delle quali molto spesso conosci solo scelte generali senza approfondire i gusti personali. Le dinamiche relazionali che si sono innescate sono state da me percepite come una più profonda conoscenza del sé e degli altri. Spero che questo corso abbia una ricaduta efficace su me stessa e sulle problematiche scolastiche che ogni giorno affrontiamo nel nostro lavoro così usurante e allo stesso tempo speciale. 8) Il primo incontro di questo corso di aggiornamento è stato di conoscenza dei corsisti e di presentazione del percorso formativo da parte del relatore pertanto non mi sento ancora di fare delle riflessioni. Mi auguro di avere idee più chiare in seguito e di potere acquisire, attraverso questo studio, nuove tecniche idonee a rendere l’allievo più consapevole nel suo processo di apprendimento. 9) Venerdì, 10 Marzo 2017, con emozione ma coraggio e desiderio di apprendere strategie didattiche ed educative nuove, ho iniziato questo Corso di Formazione che ha lo scopo all’uscita, di renderci più competenti e capaci di valutare all’interno di un processo di insegnamento/apprendimento dove la centralità dell’apprendimento non riduce l’importanza dell’insegnamento anzi l’aumenta molto perché richiede agli insegnanti una didattica più efficace e impegnativa a livello psicopedagogico, relazionale e comunicativo,oltre che epistemologico. Ne seguirà un altro, riguardante le strategie educative da adottare con gli alunni BES, più opportune alle loro esigenze e necessità. L’impatto è stato oltre che piacevole, interessante.
  • 4. 4 Il nostro formatore, Corrado Izzo, oltre ad essere molto preparato, è una persona molto simpatica e socievole. Ha saputo creare un clima sereno e collaborativo, coinvolgendo tutti in un lavoro alquanto piacevole ed interessante. Tra le varie attività proposte, ha arricchito la chioma di un albero con una serie di domande rivolte a tutti noi, dove ognuno utilizzando dei post-it, ha dovuto rivelare i nostri bisogni al fine di rendere efficiente oltre che efficace la nostra opera educativa. Inoltre, ha chiesto ad ognuno di noi le aspettative alla fine di questo percorso, le quali a mio avviso sono le più importanti, in quanto vorrei essere capace di sintonizzarmi sulla lunghezza d’onda dei miei alunni, tenendo conto delle loro diversità, “intelligenze”, interessi, talenti ed attitudini, oltre che del loro mondo affettivo, per comprenderli e valorizzarli al massimo e realizzare una “scuola su misura” (Claparede) e per “svolgere l’alunno” piuttosto che il programma, perché saranno loro gli uomini del domani. 10) Prima di entrare nel merito dell’argomento premetto che, durante il mio percorso lavorativo, ho sempre partecipato a corsi di aggiornamento che, nella maggior parte dei casi, si sono rivelati teorici ben lontani dalla realtà in cui operiamo ogni giorno alle prese con diverse e sempre nuove difficoltà, cui andiamo incontro noi docenti in “prima linea”. Spero, quindi, che questo ennesimo percorso sia realmente “formativo” e cerchi in qualche modo di aiutarmi a soddisfare, almeno in parte, alcune carenze professionali. Infatti, incontro qualche difficoltà nel riconoscere gli alunni con BES e lavorare con loro e mi piacerebbe acquisire maggiori competenze in campo digitale, perché con tutta la buona volontà, per me, non più giovanissima, non è facile operare con le nuove tecnologie. Devo dire, però, che la prima fase d’aula di questo nuovo corso mi è sembrata diversa dalle solite “lezioni”, sono riuscita a mantenere l’attenzione, anche perché il formatore interagiva attivamente col gruppo sottolineando che ognuno di noi deve “raccontarsi”. Ho provato, però un po’ di disagio nel momento in cui bisognava scrivere qualche riflessione e rispondere alle domande poste, anche se anonime, perché non ho sempre la prontezza di rispondere nell’immediato. Infatti, avverto disagio nell’esporre le mie opinioni all’interno di un gruppo e soprattutto per iscritto, perché ho bisogno di concentrazione e di tempo e ciò mi mette ansia. Mi auguro di essere serena, con la speranza che tale esperienza possa aiutarmi a svolgere al meglio il mio lavoro con i bambini. Allo stesso tempo, mi piacerebbe approfondire la normativa relativa non solo alla sicurezza sul lavoro, ma anche ciò che riguarda i criteri di organizzazione e gestione del servizio. Infine gradirei una formazione dove il confronto avviene direttamente in aula, attraverso discussioni aperte. 11) L’esperienza è stata più che interessante. Forse quello che speravo. Il professore Corrado ci ha anticipato, a grandi linee, il percorso iniziato la volta scorsa, un percorso che ci condurrà verso un cambiamento radicale del “fare scuola”, passando attraverso esperienze di Condivisione, Collaborazione, Partecipazione, Scambio. Io sono prontissima anche perché sono entrata nel mondo della “scuola” da pochi anni, quindi la mia formazione è già impregnata da quei principi che io ho scritto in maiuscolo perché già credo nella loro imprescindibilità dal contesto in cui operiamo. Un cambiamento che oggi dovrebbe essere già una realtà (come diceva Corrado), ma ci sono ancora troppi “addetti ai lavori” ancorati al vecchio sistema di apprendimento/insegnamento che purtroppo, per quanto non lo ammetterebbero mai, non mette al centro l’alunno, preferendo rimanere dietro una scrivania piuttosto che sedersi tra i bambini e imparare insieme a loro. Perché per me, insegnare tra i bambini e fare la “parte” dell’alunno, significa abbassare i muri tra docente e discente e rivestire il ruolo di “guida” nel loro percorso di apprendimento, piuttosto che aggiudicarsene tutto il merito.
  • 5. 5 12) Se dovessi posizionare il mio livello emotivo in una scala da 1 a 10, sceglierei 3 sia per la stanchezza dopo cinque ore con 27 alunni durante le quali si cerca sempre di dare il massimo per “soddisfare” le esigenze di ognuno cercando di non trascurare i più “deboli” ma neppure i più “forti”, sia perché ci si aspetta sempre che tutte le problematiche legate al difficile ruolo che un insegnante ricopre in una società ormai priva di valori vengano quantomeno comprese ma ci si rende conto che alla fine si rimane soli. Non me la sento, al momento, di fare una riflessione sul livello relazionale in quanto siamo al primo incontro. Per quanto mi riguarda, cercherò di prendere il meglio da questo corso; confronterò le mie esperienze con ciò che verrà fatto e detto nella speranza che possa arricchirmi. 13) Penso che chiunque sia impegnato nella crescita del bambino debba sentire la necessità di aggiornarsi per arricchire le sue conoscenze, prendere più consapevolezza del sé come educatore. Quale migliore occasione per confrontarsi? Pur conoscendo la “capillarità” di Corrado devo dire che più di altre volte ha catturato il mio interesse fin dall’inizio quando mi ha fatto riflettere sulle grandi responsabilità a livello di sicurezza, elemento sempre trascurato da noi insegnanti per il nostro modo “superficiale” di non creare problemi! Sono rimasta spesso in silenzio e ho riflettuto sul come sia stato difficile anche per noi adulti rispettare gli altri: brusii, risate, commenti hanno messo in evidenza quanto sia stato difficile “Saper ascoltare!” Altro momento di riflessione è stato quando Corrado ha ricordato “elementi fondamentali” delle Indicazioni Nazionali. Ho pensato alla libertà da parte del docente di predisporre un’organizzazione educativa e didattica più funzionale, più congrua al perseguimento degli obiettivi formativi. In sintesi, con molta onestà, devo dire che mi è piaciuta questa fase di contatto che mi ha “costretto” a riflettere sulle problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento! ELABORATI N° 2 – 31/03/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase aula: restituzione brainstorming esperienziale/mappa interattiva gruppo, post-it ed elaborati – visione videoclip – ascolto lettura testo “L’isola dell’Arca” Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante la prima fase d’aula (mappa concettuale interattiva – post-it – videoclip – ascolto testo), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative; 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento. 1) Sinceramente parlando, questo corso, sarà anche interessante, ma vorrei lezioni più pratiche. Quando ho visto il video dei bambini a scuola, mi sono un po’ rattristata e avrei voluto in quel momento che al posto dei bambini ci fossero stati i genitori che sono loro la causa, oggi, dei malesseri dei figli. Mi ha emozionato il video dello Zecchino d’oro perché spesso gioco e mi diverto con i miei bambini ma quello di Malika mi ha fatto riflettere sul tempo a scuola che non sembra mai abbastanza avendo una classe molto numerosa e certe volte ti chiedi se con meno alunni potresti dare di più.
  • 6. 6 Penso, però, che basta la qualità che dai del tempo e non la quantità. Il racconto che ha letto il formatore non mi ha meravigliato più di tanto poiché in questa società consumistica si sono persi tutti i valori, meglio la scuola dei nostri tempi dove le mamme rimproveravano i figli davanti a compagni e maestre e mi sono beccata anche qualche ceffone che ricordo con piacere. Bei tempi, che non ritorneranno più…altro che scuola di oggi. 2) PAROLE E IDEE POSSONO CAMBIARE IL MONDO Dopo i primi incontri al corso di formazione ho deciso di continuare ad ascoltare Corrado, avrei potuto anche non farlo più. Quello che mi piace di Corrado è che vuole motivarci, motivarci a “cambiare”, ad usare un approccio diverso con i nostri alunni, vuole farci “VIAGGIARE CONTROVENTO”. Inizialmente pensavo potesse darci “ricette pronte” come fa il medico quando prescrive una medicina ad un malato per farlo guarire, ma sbagliavo, non è possibile fare questo, la “medicina dobbiamo trovarla noi”. Durante l’incontro tenuto venerdì scorso Corrado ci ha mostrato dei video che mi hanno fatto riflettere e soprattutto mi hanno dato la carica per “CAMBIARE” alcune cose “SENZA PERDERE TEMPO”. “PAROLE E IDEE POSSONO CAMBIARE IL MONDO” e quindi un insegnante dall’atteggiamento positivo, un insegnante che “TRASUDA” emozione quando parla con i propri alunni può COINVOLGERE, MOTIVARE, ENTUSIASMARE dei bambini “annoiati e vogliosi di trovarsi altrove a giocare” piuttosto che star rinchiusi tra quattro mura. Non c’è niente di più bello quando in classe si sdrammatizzano tensioni e si rendono le lezioni più avvincenti o addirittura “MEMORABILI”. Non dobbiamo perdere un punto di vista importante: “NON SIAMO DOCENTI CONTRO ALLIEVI”, ma una SQUADRA, che persegue un obiettivo comune, l’ . Noi insegnanti siamo come i direttori d’orchestra che hanno di fronte strumenti musicali tutti diversi, ognuno a suo modo meraviglioso. E’ nostro compito scoprire le potenzialità di ognuno permettendogli così di “SPICCARE IN ARMONIA CON GLI ALTRI”. Ringrazio Corrado perché con la sua maniera coinvolgente di dirci le cose ha “GRIDATO”: “NON VI RASSEGNATE, RIBELLATEVI, NON AFFOGATEVI NELLA PIGRIZIA MENTALE, GUARDATEVI INTORNO. OSATE CAMBIARE. CERCATE UOVE STRADE. Grazie ancora Corrado 3)Il corso è iniziato con una prima fase di contatto/contratto, e devo dire che gli incontri successivi sono stati molto interessanti e piacevoli. Il 2° incontro è stato “musicale”, il nostro formatore Corrado mi ha stupito e meravigliato, soprattutto le due ore sono “volate”, non mi sono resa conto del tempo che passava. E’ stata una fase di restituzione di contatto, il prof. ha preparato una mappa concettuale interattiva: per ciascuno di noi ha presentato delle immagini (tutte diverse) su ciò che erano state le nostre preferenze circa il colore, l’animale e la canzone. Devo dire che è stato interessante osservare come per ognuno di noi corsisti, abbia sottolineato alcuni aspetti del carattere e della personalità. E’ una mappa che possiamo personalizzare ed utilizzare a scuola con i nostri alunni. Ciò che mi ha colpito è la prontezza di Corrado nel prendere spunto anche da una semplice frase o parola di una canzone per iniziare “una lezione” con gli alunni. APPRENDIME NTO
  • 7. 7 Un errore però lo abbiamo commesso, Corrado l’ha sottolineato più volte, ma non abbiamo capito: non gli abbiamo chiesto di esprimere le sue preferenze, quindi è come se lo avessimo escluso dal gruppo. Questo da non dimenticare mai, dare ad ogni bambino la possibilità di esprimersi senza tralasciare niente e nessuno. Una fase importante è stata anche la condivisione dei nostri elaborati, soprattutto per il modo in cui Corrado li ha letti, dando importanza ad ognuno di noi, dal più semplice al più complesso, facendo “vivere” le emozioni provate da ciascuno. Sembrano delle attività semplici, ma hanno una grande e profonda complessità perché mi fanno capire come possono sentirsi i nostri alunni: importanti, vivi, al centro della situazione del momento o messi da parte. Un’altra fase importante è stata la visione di videoclip di varie canzoni. In un primo momento non mi sono goduta pienamente la visione di questi videoclip perché troppo impegnata a cercare di ascoltare e ricordare i testi delle canzoni, ma il tempo passava, il mio stato d’ansia si placava perché avrei avuto il tempo di svolgere con calma il compito a casa. Ogni canzone potrebbe essere lo spunto per tante discussioni: in The Wall, il bullismo, la violenza e la ribellione che scaturisce da un insegnamento rigido in cui l’individualità del bambino non esiste, una scuola in cui tutti sono uguali e non possono esistere i “diversi”, quelli con bisogni che non sono i famosi BES, ma il singolo bambino come persona. A ciò si contrappone una scuola che fa star bene, in cui si pensa, in cui l’insegnante non deve “correre” dietro ai programmi, ma guidare gli alunni a pensare, a ragionare, ad avere spirito critico. Tutti abbiamo un sogno, i bambini hanno dei sogni che devono coltivare e il nostro compito è “fare da guida”. Molto spesso i bambini vengono a scuola con il desiderio di parlare, di raccontarsi, ma a volte “non c’è tempo”, “si perde tempo”, “dobbiamo sbrigarci” e il bambino si sente sempre più solo, sempre più “inespresso”. Penso sia necessario staccarsi un po’ dai soliti schemi, dal solito “modo di fare scuola”; così come i bambini di oggi sono diversi, anche il modo di insegnare deve cambiare: “motivazione e stimolo” devono portare l’alunno a “fare, a partecipare, ad apprendere, ad essere al centro del nostro modo di fare scuola”. 4) Non sempre le persone riescono a capirmi…sono una metereopatica! Questa affermazione è emersa anche dopo il brainstorming esperienziale sul colore, sull’animale e sulla canzone preferita. Attraverso le poche indicazioni che ho dato, Corrado è riuscito sulla mappa concettuale interattiva a fornire una risposta esauriente sul mio carattere, sul mio pensiero, sulle mie scelte… Ciò mi ha emozionato tantissimo. Sarà stato un caso? Si, il colore di solito porta a paragonarci a qualcosa, a qualcuno ma Corrado anche per la scelta dello stesso colore e dello stesso animale ha comunicato diverse risposte a ciascuno di noi. E’ risultata un’attività interessante e sono sicura che sarà di effetto anche applicarlo alla classe.
  • 8. 8 Per quanto riguarda la visione e l’ascolto dei cinque videoclip sono dell’idea che l’insegnante debba essere autorevole ma non autoritario, serio ma anche giocherellone, capace di aiutare gli alunni a pensare prima di dire e giudicare. 5) Caro Corrado, riconosco che hai fatto cambiare l’idea preconcetta che mi ero fissata, nel corso della mia, seppure breve, carriera scolastica, sul concetto di “contesto-esperienza” riguardo ai corsi di formazione. Se nel primo compito mi sono riservata di fare riflessioni in seguito, ora posso esprimermi in merito con più chiarezza e scioltezza. Al secondo incontro, ci hai restituito in forma di mappa ciò che ci avevi chiesto in termini di preferenza su alcune cose. Devo dire che la lettura che hai fatto di ciascuna di noi ha catturato il mio interesse. Mi sono perfettamente riconosciuta nei tratti da te delineati con pochissime informazioni e altrettanto li ho riconosciuti nelle colleghe. E’ stato emozionante arrossire e vedere anche le colleghe più “inquadrate” intimidirsi ed emozionarsi al proprio turno. Al terzo incontro hai letto la consegna che ci hai assegnato; io ero un po’ timorosa a riguardo soprattutto quando ti ho sentito leggere veri e propri elaborati fatti con tanta cura di particolari, mentre io avevo scritto di botto poche righe e mi rassicuravo dicendomi “Beh tanto è anonimo”. E stupita, tu hai fatto dei bei complimenti su ciò che avevo scritto in merito al concetto di complessità. Già ti dico, che farò spesso riferimento a questo concetto “problema – non problema” che ho veramente a cuore. Mi spiego meglio. Prendiamo il caso del processo “insegnamento-apprendimento”; se l’insieme delle variabili che influenzano tale processo mantengono il proprio posto in termini di priorità e importanza (nel rispetto e centralità dell’Io) allora la complessità potrebbe non essere un problema. In caso contrario, qualora l’Io venisse sopraffatto da una o più variabili della catena, allora ecco che si manifestano i comportamenti “problema”.
  • 9. 9 Oggi, come ieri, (videoclip dei Pink Floyd) non c’è più riconoscimento delle individualità; un tempo per motivi politici, religiosi ecc., oggi per processi di massificazione economica. Tutti vogliamo lo stesso prodotto pubblicizzato, lo stesso stile di vita del gruppo e così via. Questa perdita della persona come “essere-valore-senso” porta in ciascuno di noi e nella fattispecie nei bambini in formazione il soffocamento dell’”Io” e la conseguente comparsa di sensi di frustrazione e deviazione. Il fatto più grave, oggi, è che la famiglia delega su tutto la scuola come se essa fosse l’unico istituto addetto all’educazione del proprio figlio. A ciò si aggiunge il fatto che la famiglia cerca (soprattutto per perdita del proprio ruolo) di offrire al proprio bambino di tutto e di più (corsi, sport, attività extrascolastiche, ecc) stilando un vero e proprio calendario settimanale negando al bambino il sacrosanto diritto ad “annoiarsi”. Solo con la noia si sviluppa la mente creativa, il cercare di non annoiarsi implica inventiva. Ma oggi non si può. Ecco che il tempo (videoclip “Pensa”) io lo interpreto così: “Non si ha il tempo di avere del tempo”. Anche in classe i docenti si affrettano a portare a termine il programma; sento affermazioni del tipo: “Com’è volato il tempo, non c’è tempo e devo spiegare tante cose ecc”. Ecco che in molti non hanno capito che “perdere un po’ di tempo” per dedicarlo a conversazioni, ad attività espressivo-creative può favorire la libera espressione della propria individualità in un mondo che per andare troppo di fretta ci fa dimenticare chi siamo e cosa vogliamo. E’ quello che ha fatto Corrado con noi al primo incontro: ci ha dato la parola, ci ha dato la possibilità di uscire fuori dallo schema, di esprimerci, di emozionarci. Insomma mi sono sentita un tassello importante di quella mappa comunicando cose che magari in tanti anni nessuna collega sapeva di me. Per cui io in quella mappa ci ho visto tanti “Io” ognuno con la sua particolarità che va capita, rispettata e valorizzata. 6) vedi file elaborato n.6
  • 10. 10 7) La lettura dei nostri elaborati da parte di Corrado mi hanno indotto a riflettere su più punti. • La risonanza del tuo racconto per gli altri ma anche per me stessa; ciò mi rimanda al desiderio che i bambini esprimono di far leggere (a voce alta o in silenzio) le proprie “storie”. • L’ascolto silenzioso di quanto le altre avevano scritto, senza esprimere opinioni o additare “chi per cosa”; ciò mi rimanda alla necessità di far passare il bisogno che ciascuno ha di vivere il rispetto altrui per poter essere libero da.. • Infine la bellezza di vivere, seppur brevemente, una sorta di protagonismo che fa star bene, perché alimenta l’amor proprio e di conseguenza anche quello altrui; ciò mi fa riflettere sull’importanza di far sentire i bambini i primi attori della vita in classe. In una seconda fase Corrado ci ha fatto visionare dei video, la cui scelta cela un’accuratezza che adopera solo chi “ha a cuore la voglia di trasmettere messaggi importanti, ma soprattutto di condividere insieme ad altri ciò che per sé è estremamente importante. I video mi hanno messo in crisi in quanto mi sono chiesta se sono una buona docente. Del video dei Pink Floyd mi hanno colpito le maschere che indossano i bambini (pretendiamo che tutti i bambini imparino allo stesso modo, senza differenze), il rimprovero del maestro all’alunno durante un compito in classe perché a lui non piace quello chi il bambino ha scritto. (apprezziamo forse più quei bambini che elaborano e producono secondo i nostri schemi, senza lasciare spazio all’individualità e alla personalizzazione). Del video di Arisa, le parole “IO CI SARO’..” mi hanno suggerito invece un atteggiamento rassicurante che dovrebbe assumere un’insegnante per poter rendere i suoi bambini liberi di esprimersi. Del video di Malika Ayane, “Senza fare sul serio”, le parole mi fanno pensare alla necessità di giocare dei bambini, sinceramente imparare attraverso il gioco è ormai risaputo che sia più motivante. Corrado in una terza e ultima fase ha letto una breve storia da un libro di G. Rodari che ha fatto emergere l’importanza dei legami familiari. 8) vedi file elaborato n.8 9) vedi file elaborato n.9 10) vedi file elaborato n.10 11) Il corso di formazione continua ad essere piacevole ed interessante. Sinceramente non mi annoia, anzi aspetto di buon grado il venerdì pomeriggio perché sono sicura che apprenderò cose nuove ed utili per il mio lavoro di insegnante. Il prof. a dire il vero lavora molto per seguirci; nientedimeno , l’aveva detto e l’ha fatto per davvero ci ha analizzato ad una ad una. Incredibile! Egli infatti ha costruito per ognuna di noi una mappa con i nomi vicino ai quali ha scritto tutte le risposte che noi avevamo dato circa il colore, l’animale e la canzone che ci piacevano di più. Bellissimo! Corrado ha attribuito un’immagine ad ognuna delle nostre scelte collegandole alla personalità che ha intuito in ciascuna di noi e in tal modo è stata data la giusta attenzione a ciascuna di noi, ad ognuna è stato spiegato la motivazione della scelta di quell’immagine circa il colore e l’animale. La motivazione è stata data anche per la scelta della canzone fatta da ciascuna di noi. A questo punto ho pensato subito ai miei alunni, a cosa essi provano quando presto loro la dovuta attenzione. Sì! Così mi sono sentita un’alunna e mi ha fatto davvero molto piacere che il prof. mi avesse dedicato un po’ del suo tempo per analizzarmi. E devo dire l’ha fatto anche bene! Un altro momento significativo di questo corso di formazione è stato quando Corrado ci ha letto i compiti che tutte noi avevamo fatto e qui ho capito che le mie emozioni erano simili a quelle di tante altre mie colleghe, così come quando ci ha mostrato alla LIM le risposte che noi avevamo dato ai post-it. Anche qui ho capito che i miei bisogni formativi e le aspettative che avevo circa il corso che stavo seguendo erano simili a quelli delle mie colleghe. Spesso ci si sente soli a scuola, soprattutto
  • 11. 11 quando si teme di sbagliare in qualche cosa, quindi, sentire le risposte delle mie colleghe in parte mi ha fatto pensare che certe “ansie” sono comuni un po’ a tutti noi docenti. Emozionante è stato anche ricevere un invito dal nostro prof. a poterci recare in visita nella sua scuola dove possiamo vederlo operare praticamente con i suoi alunni (18 tra cui 7 con BES) perché poi una cosa è il dire e un’altra è il fare. Ah dimenticavo! Spesso al corso presenzia anche la nostra Preside, anche questo è davvero una bella cosa. Tutti i dirigenti dovrebbero essere messi al corrente di quello che viviamo a scuola e devo pure dire che, Corrado è diretto e chiaro nell’esporre le cose e le numerose e svariate problematiche che viviamo quotidianamente a scuola. La Preside, sempre disponibile ed aperta alle nostre richieste, ha acconsentito nel darci il permesso per effettuare a turno una visita a scuola di Corrado. Fin qui mi sento soddisfatta del corso: è davvero utile e piacevole ascoltare Corrado ed il suo modo di “fare” scuola. Il prof. poi ha corredato il tutto con una serie di videoclip davvero significative che mi hanno fatto riflettere molto sul modo di vivere la scuola. In verità io già condividevo molte delle convinzioni e riflessioni espresse in quei video perché ho sempre prestato la giusta attenzione ad ogni alunno che mi viene affidato in quanto so benissimo che ciascuno scolaro è diverso da ogni altro sia per attitudini naturali che stimolazioni ambientali. E’ chiaro quindi che non si può, e non si deve, trattare tutti allo stesso modo. Infatti regola prima per una didattica inclusiva è capire quali alunni abbiamo di fronte e quali sono i loro bisogni reali, perché è necessario partire dal loro vissuto, dai loro interessi e dai loro problemi. Ma il docente deve anche essere un alunno tra gli alunni perché spesso si impara insieme e talvolta si impara meglio anche giocando o cantando o recitando. E’ comunque necessaria la guida costante dell’insegnante, anche perché l’alunno deve sapere di poter contare sulla sua presenza in ogni momento. A tal proposito mi tornano in mente le parole del prof. A. Barbanera, ascoltate tempo fa durante un bellissimo corso di aggiornamento in matematica. Egli affermava infatti che la matematica si insegna con le mani, ma la si fa capire con i piedi, nel senso che è necessaria ad esempio anche l’attività motoria. Io ho sempre seguito queste indicazioni e soprattutto con i miei alunni di classe prima. Nel corso della mia esperienza di docente io ho potuto constatare che alcuni strumenti alternativi al tradizionale libro di testo possono essere altrettanto efficaci, perché essi non solo trasmettono conoscenze ma aiutano anche a creare un rapporto più empatico con l’alunno. Ad ogni modo compito della scuola è educare alla riflessione, evitando così le azioni impulsive ed educare ad una progressiva acquisizione di una corretta autonomia di pensiero. ELABORATI N° 3 – 07/04/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase aula: restituzione integrazione mappa interattiva gruppo – mappa canzoni dedicate al gruppo – visione videoclip: La linea d’ombra, Jovanotti – Stimolazione cognitiva slide/brainstorming: peculiarità condizione umana; condivisione dei significati. Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante la fase d’aula, con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative; 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento.
  • 13. 13
  • 14. 14
  • 15. 15 3) 4) Gli incontri sono sempre interessanti, le due ore passano velocemente e non mi annoio affatto. Il prof continua a farci vedere delle foto e da queste , ognuna di noi deve poi esprimere un pensiero, un’idea su cosa ci sembra. Abbiamo anche visto una video clip di Jovanotti intitolata “La linea d’ombra”. Vedendo il video, la prima cosa che ho pensato è: ma cos’è la responsabilità? Noi docenti quando sentiamo responsabilità in materia scolastica subito pensiamo alla responsabilità riguardo ai doveri e diritti giurisdizionali, dimenticando quella legata all’individuo che andiamo ad indirizzare, a strutturare per il suo percorso esistenziale, per la sua vita presente e futura. La nostra azione educativa- didattica è alquanto delicata e difficile come quella del neurochirurgo che opera il cervello di un bambino e sa che non può sbagliare.
  • 16. 16 Per la fascia di età che va dai 5 ai 15 anni la cosa è ancora più delicata. Si dà “un’impronta” alla personalità. Quante volte ci capita anche da adulti di ricordare episodi della nostra infanzia e ritenerli fondamentali in senso positivo ma anche negativo. Allora cosa fare? Insegnare a crescere, fornendo mezzi e strumenti, conoscenze e abilità. Insegnare però non nozionisticamente, ma favorendo attitudini, disposizioni e desideri propri del bambino o preadolescente. Lo studio non è sempre piacevole per lo studente allora dobbiamo incuriosirlo, appassionarlo, partendo dai suoi interessi e dalle sue passioni, siano esse calcio, canto, disegno, play station. Partendo da queste noi spingiamo la nave verso dove può andare e non verso dove noi vorremmo che andasse. Solo così possiamo insegnare tutto a tutti. Le immagini del film che Corrado ci ha fatto vedere mi hanno fatto riflettere e pensare che l’uomo è un animale sociale. Ha bisogno dello scambio intellettuale ed emotivo con i suoi simili per autodeterminarsi come tale, cioè come essere umano. La personalità umana nasce da un’interazione con gli altri e l’ambiente circostante, perciò è importante l’agire dell’insegnante con cautela, attenzione e rispetto per la sua persona in fase di determinazione. 5) Durante le ultime due lezioni il concetto chiave che, secondo me, è venuto fuori e che condivido pienamente è la “partecipazione condivisa” su tutto ciò che riguarda il processo “insegnamento – apprendimento” senza il quale non c’è circolarità ma uni direzionalità. Io lo metto in pratica quotidianamente con i miei alunni, diventando bambina, ascoltando con interesse, stupore e meraviglia ciò che raccontano accompagnando la ricezione con mimica facciale e suscitando risate e sorrisi in classe. Inverto continuamente i ruoli in modo naturale e questo piace e riceve consensi. Credo che comunicare con empatia sia un modo efficace per trasmettere fiducia, sicurezza, tranquillità di espressione e libertà di pensiero. Il bambino a scuola arriva con una sua storia che desidera raccontare (sia essa un’esperienza , un fatto triste, ecc…) per darne un significato e prenderne consapevolezza. Aprirsi all’altro però è una dote che ritengo fondamentale per porre le basi e la predisposizione di ogni singolo all’apprendimento. 6) Tutto ha inizio con l’ascolto di “Linea d’ombra”, più che una canzone, è una poesia dal significato profondo. Non abbiamo commentato, ma secondo me può essere paragonata ad una fase di crescita della vita di ognuno, in cui bisogna prendere delle responsabilità, delle scelte, delle decisioni e fare ciò che c’è da fare. In questa “giungla”, noi insegnanti, insieme alle famiglie, quando sono presenti, dobbiamo essere da giuda ai ragazzi affinchè capiscano che in ogni occasione, anche le più semplici, bisogna prendere consapevolezza che ci sono delle scelte da fare che comportano delle conseguenze qualunque esse siano e ognuno troverà la forza per affrontare le difficoltà. Tutto ciò è molto difficile!!! Si prosegue con la visione di videoclip, e per ogni immagine ciascuno deve commentare ciò che vede; un po’ come quando chiediamo ai nostri alunni di osservare le nuvole e dire cosa rappresentino per ciascuno, condividendo e confrontando le idee. E’ stato curioso osservare come all’inizio eravamo tutte un po’ riservate, ma una volta che ci siamo “sciolte” si arrivava a delle interpretazioni sempre più profonde e ci accavallavamo nelle risposte, avevamo sempre nuovi elementi da aggiungere in base agli stimoli che di volta in volta “sentivamo”. Ed è proprio questo lo scopo, far partire il bambino dal loro vissuto, “fare lezione” iniziando dalle loro singole esperienze stimolando la comunicazione e soprattutto il confronto con i coetanei. Gli insegnanti devono essere la guida per ascoltare, provocare, guidare nelle risposte e nelle scelte. Naturalmente si deve arrivare alla comprensione dei significati, di ciò che si apprende ed è sempre necessaria la ripetizione, gli esercizi, un po’ come succede quando in palestra si fa una serie di esercizi e si ripetono continuamente per avere un fisico che ci faccia sentire bene. Tutto ciò si fa già a scuola con i nostri bambini, ma dovremmo cercare di utilizzare una nuova metodologia, che per loro diventi più accattivante e
  • 17. 17 stimolante, ed uscire un po’ fuori dagli schemi. Il percorso sarà difficile, ma in piccole parti penso che si possa sperimentare. 7) Questo corso di formazione mi sembra più una seduta di psicologia che altro, non capisco perché il formatore abbia usato questa tattica …. Comunque, dall’ultimo video che ho visto, ho capito che una persona non può vivere da sola ma ha bisogno di comunicare e confrontarsi con gli altri. In classe, mi piace ascoltare i miei alunni, specialmente al mattino quando li vedo nervosi. Li invito a raccontare cosa è successo e non permetto mai a nessuno di giudicare l’altro, anche quando dicono sciocchezze. Durante le lezioni non pretendo molto ma mi accontento che abbiano capito i concetti e sono soddisfatta, specialmente, per quelli più insicuri che riescono a partecipare alle conversazioni senza paura di sbagliare. Condivido con loro le emozioni e dalle loro parole capisco se hanno appreso l’argomento e continuamente ripetiamo insieme, anche perché il mio motto è: “Non arrendersi mai”. 8) Continuano gli infiniti stimoli di Corrado offerti sempre in modo originale e che piacevolmente “costringono” alla riflessione. Ho notato sempre più partecipazione attiva di tutti noi nel gruppo e la voglia di intervenire anche quando non chiamati in causa. Abbiamo ascoltato con attenzione prima Arisa con “Controvento” che ci ha fatto riflettere sulla figura del docente, all’attenzione dello stesso verso le esperienze degli allievi rispettandone sempre l’identità. L’ascolto di “The Wall” dei Pink Floyd ci ha fatto pensare all’omologazione ed a noi scuola che dovremmo avere una nostra identità. Il 3° brano: “Scuola rap” ci ha fatto pensare e ricordare che l’insegnante deve partire sempre dal bambino, conoscere e approfondire il suo vissuto che ci consente di instaurare un rapporto di stima e fiducia reciproca. Siamo poi passati all’ascolto di “Pensa” di Fabrizio Moro. L’avevo ascoltato per la prima volta a Sanremo. Sinceramente mi era piaciuto il messaggio sulla legalità, ma adesso lo avevo ascoltato da una posizione diversa (come insegnante). Ho ripensato alla cittadinanza attiva di cui si parla da anni e che sembra essere uno scoglio insormontabile. In un attimo ho rivisto e ripensato alla calca intorno a me dei miei alunni in prima. Tutti ricercavano l’attenzione che doveva essere “subito” ed immediata fino a quando spieghi loro che ciascuno doveva avere la stessa attenzione e che se uno di loro ne avesse ricevuta di più, sarebbe andata a discapito di un altro compagno. Avevamo così condiviso la prima ed importante regola”il rispetto per l’altro”. Abbiamo poi visto la videoclip, solo col testo recitato, “La linea d’ombra” di Jovanotti. C’è stato un profondo silenzio. Ho pensato al capitano della nave, all’immensa responsabilità delle nostre scelte presenti ancorate o no al nostro passato. (Sarebbe troppo lungo raccontare tutto ciò che mi è balenato nella mente mentre seguivo il video). Siamo poi giunti al momento del brainstorming dopo la visione di alcune slide. Le risposte a tali stimolazioni sono state disparate e ciò ancora una volta mi ha fatto sottolineare la nostra diversità, ognuno ha risposto secondo la propria affettività, il proprio vissuto, il proprio bagaglio umano, ciascuno si poneva dal proprio punto di osservazione. Dunque è proprio questo che accade quando i nostri piccoli individui rispondono alle nostre stimolazioni! Sembra una frase fatta: “Dagli altri c’è sempre da imparare!” Ci ritroviamo spesso a pensare tutto ciò che diamo ai nostri bambini, ma quanto loro danno a noi? RIFLESSIONI: è indispensabile la “centralità” del bambino, ma è importante che l’insegnamento non sia noioso. L’insegnante oltre ad essere un educatore deve essere “psicologo” e “didattico”. Di primaria importanza una comunicazione che si basi sull’instaurare un buon rapporto, su riuscire ad interessarli e a coinvolgere tutti, sul responsabilizzare affinchè ognuno si senta protagonista. L’insegnante quindi deve suscitare l’interesse, la motivazione, tirar fuori emozioni, immaginazioni. Questi i processi cognitivi attraverso i quali avverrà la propria “conoscenza” sempre nel rispetto dei tempi e ritmi.
  • 18. 18 ELABORATI N° 5 – 28/04/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase aula: restituzione integrazione mappa interattiva gruppo – mappa canzoni dedicate al gruppo – visione videoclip: Dannate nuvole,V. Rossi– Stimolazione cognitiva mappe concettuali: curricolo verticale/programmazioni transdisciplinari. Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante la fase d’aula, con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze formative; 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di insegnamento/apprendimento. 1) Questo corso è una guerra continua di emozioni: infatti i video che ci fa vedere Corrado, riguardano sempre canzoni che ascoltate intensamente ci fanno rivivere ricordi dimenticati. Ho pensato subito a tutti gli anni trascorsi nella scuola, specialmente quando iniziavo un nuovo ciclo. Mi ripetevo continuamente chissà come sarà questa nuova classe e puntualmente mi arrivavano sempre bambini che presentavano le stesse caratteristiche di quelli appena lasciati. C’era Gennarino che piangeva sempre, Michele che dava fastidio ai compagni continuamente, Lucia timidissima e Salvatore che sembrava un cavallino imbizzarrito. I primi giorni tornavo a casa distrutta ma mi proponevo sempre di dare il meglio e così ogni giorno. Io paziente, senza farmene accorgere pensavo “Sempre riuscirò a fargli capire l’importanza della scuola e il rispetto delle regole”. Così è stato. Ho sempre dato la priorità a questi bambini con più problematiche perché con il loro atteggiamento chiedono aiuto. E … quanti pianti alla fine del ciclo e quanto è bello oggi sapere che Lucia è diventata un bravo medico, Michele un bravo elettricista, Gennarino un bravo psicologo e il mio cavallino un bravo falegname. Che soddisfazione … !!! 2) Anche l’incontro del 28 aprile scorso è stato piacevole e interessante, ma soprattutto pratico, grazie a Corrado che, anche questa volta, ha saputo coinvolgerci con la sua bravura e simpatia. Devo dire, infatti, che non mi sono annoiata per niente, come spesso accadeva nei tradizionali corsi di formazione e sono certa di interpretare lo stesso pensiero anche delle colleghe del gruppo. Mi piace molto lo spazio dedicato alla lettura degli elaborati, in quanto ho la possibilità di potermi confrontare e arricchirmi sia umanamente, che professionalmente con quanto viene prodotto da colleghe molto minuziose e precise nel descrivere le varie sequenze di lavoro che si alternano in aula. Mi ha sorpreso il video di Vasco Rossi, anche se non è tra i miei cantanti preferiti, per gli effetti speciali e per la base musicale della canzone “Dannate nuvole” che non conoscevo. Infatti, l’ho poi rivisto a casa con calma e la musica l’ho trovata ancor più bella. Alcune parole del testo, anche se profonde e molto significative, mi hanno trasmesso confusione, insicurezza e forse un po’ di pessimismo, quando l’autore dice: “Non esiste niente … solo del fumo, niente di vero, niente dura niente” … in quanto non sono d’accordo che tutto ciò che si costruisce, si vive o va fatto … andrà poi perduto. Mi hanno, invece, dato una carica di ottimismo le parole: “… Però tu non ti arrenderai”, perché rappresentano l’invito a lottare contro i problemi che possono presentarsi nel percorso della vita. Secondo me, bisogna porsi sempre dei traguardi da raggiungere, per poter affrontare al meglio le avversità e guardare al futuro sempre positivamente per superare ostacoli nei momenti bui. E’ necessario, quindi, dare “sapore” ogni giorno alle attività che svolgiamo con i nostri alunni trasmettendo loro calore, gioia e soprattutto tanta sicurezza, per contribuire alla formazione di personalità forti e solide, pronte ad affrontare qualsiasi situazione. Mi affascina il nuovo stile di apprendimento adottato da Corrado e l’utilizzo di mappe nella progettazione, in quanto, come affermano anche le Indicazioni Nazionali, viene sottolineato il ruolo
  • 19. 19 partecipativo dell’alunno nella costruzione del suo sapere, attraverso un apprendimento attivo e collaborativo in cui trovano spazio aspetti sia di tipo interdisciplinare, che della disciplina specifica. Il docente, quindi, diventa un facilitatore di conoscenze per il bambino, che non riceverà soluzioni dirette a quesiti e problemi, ma avrà tempi e spazi per ricercare e fare da sé. Troveranno, perciò, libero sfogo la creatività, la fantasia, la curiosità ad apprendere, la scoperta, come afferma A. Heinstein: “La mente intuitiva è un dono sacro”. Occorre, quindi, far tesoro di questo immenso dono per rendere migliori le nuove generazioni che ci vengono affidate, perché esse stesse possano migliorare questo nostro vecchio mondo e rigenerarlo. ELABORATI N° 7 – 12/05/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA FINALE Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta. La prima fase di formazione è terminata! Cosa porto via con me in termini di … emozioni vissute e apprendimenti professionali? 1) “DIES VICTORIAE” Ogni notte prima di dormire ripenso alla giornata trascorsa facendo una sorta di bilancio. E’ stata positiva per questi aspetti, negativa per altri … ma la cosa che mi rende più insoddisfatta è quando la giornata è stata anonima, quando nulla di essa mi è rimasta, un momento di vita “non vissuto”. Voglio paragonare il corso fatto con Corrado ad una mia “giornata” dall’alba al tramonto. L’alba è stata incantevole, ricca di musica, c’è stata la capacità dell’uomo a far sorgere un’immaginazione del vago e dell’indefinito in un luogo della semplice vista delle cose, non solo mia, ma anche della compagnia che mi è stata intorno. E’ stato costruttivo uscire dalla solitudine ed essere compresa dagli altri. La mattinata poi, si è arricchita ascoltando i bisogni e le aspettative degli altri, il fulcro di tutto, è stato sempre la “centralità del soggetto che apprende”. Chi è? Dove vive? Come vive? Cosa fare? Tante domande e tantissime le risposte ricevute. Il pomeriggio, poi, è stato ricco di conoscenze, suggerimenti che poi hanno preso forma con documenti. Dal generale siamo giunti al particolare, così come diceva Kant. L’offerta che ci è stata data partendo dalle Indicazioni Nazionali è giunta fino alle programmazioni transdisciplinari e alle programmazioni settimanali. Tutto ciò ha reso il trascorrere della mia giornata più sereno. Arriva il tramonto, cominciano le mie riflessioni! E’ stata una giornata insolita, è stata ricca di conoscenze, altre sono state rispolverate, sono stata in piacevole compagnia con cui ho condiviso un po’ di me. Mi è piaciuto chi mi ha guidato, l’ho visto non come un sofista che utilizza l’arte oratoria ma piuttosto come Socrate, che sollecitava il soggetto pensante alla ricerca della verità, la famosa “maieutica”, la verità è in noi stessi ma bisogna tirarla fuori dalla propria anima. E’ stata molto positiva questa mia giornata, l’ho vissuta intensamente dall’alba al tramonto, mi sono divertita e per questo non mi è pesata la fatica, anzi vorrei dare un nome a questa mia vittoriosa giornata, la chiamo “DIE VICTORIAE”, il giorno della vittoria. 2) Finalmente! Un corso piacevole da seguire con una continua voglia di partecipazione attiva e un grande coinvolgimento. Corrado è una persona davvero competente che ha espresso sempre con chiarezza gli argomenti trattati. Ottimo il continuo stimolo alla capacità di intuire le varie situazioni attraverso immagini, canzoni, brani letti, ecc … Le tematiche affrontate sono state da me molto sentite perché quotidianamente le ritrovo a lavoro e il modo di affrontarle molto vicino al mio metodo educativo – didattico.
  • 20. 20 Il corso ha sicuramente migliorato la mia visione nel concepire il processo di insegnamento – apprendimento – insegnamento permettendomi di cogliere nuovi dettagli e altre sfumature. Il continuo confronto di esperienze professionali ed umane tra noi corsiste ha portato alla luce riflessioni su metodi oramai obsoleti e non più rispondenti al contesto di vita dell’alunno che abbiamo di fronte spingendoci a trovare soluzioni innovative e soprattutto calibrate al singolo caso. Lavorare per mappe sarà per me una metodologia da applicare nel tempo a venire, la trovo un modo di insegnare che non sia il semplice recepire, da parte dell’alunno, ma una costruzione attiva e partecipativa. Il corso? Oltre ogni mia aspettativa. Grazie Corrado 3)Siamo giunte alla fine del corso di formazione iniziato il 10 marzo e delle attività didattiche. Non so se è una coincidenza ma si tratta di due attività che mi hanno insegnato, arricchito e fatto riflettere … Grazie Corrado per essere riuscito a coinvolgermi con l’ascolto dei brani emozionandomi e facendomi riflettere sulla ricaduta didattica che hanno sui bambini: tutto è possibile … basta insegnare col piede giusto. Ti saluto con una poesia di Pablo Neruda … "Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Lentamente muore Chi fa della televisione il suo guru. Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni; proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti! Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
  • 21. 21 Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, o non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare! Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità." 4) Siamo giunti alla fine del corso … Ringrazio Corrado per la sua preparazione e la sua disponibilità. Sono rimasta molto contenta di questo corso e spero anche in quelli futuri. Corrado è stato molto bravo nell’illustrarci i diversi argomenti. Spero di trovare un buon Dirigente, preparato come lui, e vicino ai bisogni di noi insegnanti (spesso ci sentiamo abbandonati). Questa esperienza di aggiornamento mi ha arricchito molto e spero di continuare, come l’ho sempre fatto, di mettere in pratica, sempre, i nuovi insegnamenti e lasciare serenamente la scuola. Grazie Corrado, spero che in futuro ci rincontreremo. 5) “Che il bianco sia bianco e il nero sia nero che uno e uno siano due che la scienza dice il vero dipende. Che siamo di passaggio come nuvole nell’aria si nasce e poi si muore questa vita è straordinaria dipende Dipende, da cosa dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende Dipende, da cosa dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende Ma che bello questo amore Specialmente in primavera Che domani sorge il sole Perché siamo in agosto Dipende E che più che passa il tempo Corrado, ci hai “dato” tanti momenti di riflessione attraverso svariati brani musicali ed è stato interessante, oltre che a rendere questo corso “leggero” (ma non nei contenuti). Anch’io ho scelto die testi che riassumono il percorso fatto insieme, durante il quale c’è sempre stata una sola costante: il bambino, nella sua totalità, come punto di partenza del processo educativo – didattico. Nulla è dato per scontato, ma tutto DIPENDE! Dipende? Da cosa? Secondo me e secondo quanto tu ci hai trasmesso , tutto dipende dalla capacità di noi adulti di guardare il mondo dal punto di vista dei nostri bimbi, osservarlo con i loro occhi, avvertire le loro ansie, le loro paure, condividere le loro gioie e le loro tristezze. Tutto dipende anche da una semplice domanda che non è “Cosa mi aspetto da questo alunno?” ma … “Cosa si aspetta lui da me?” Innanzitutto si aspetta rispetto, fiducia e amore.
  • 22. 22 E più il vino si fa buono E quest’onda fa su a giù E ti porta giù e su dipende, Dipende, da cosa dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende Dipende, da cosa dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende E se tu dirai di sì Con il suono della voce Mi vedrai come morir Inchiodato alla tua croce Dipende Non ho mai vissuto niente Che mi piaccia come te E non troverai nessuno Che ti ami come me Dipende Come un pittore Modà Ciao, semplicemente ciao difficile trovar parole molto serie, tenterò di disegnare come un pittore farò in modo di arrivare diritto al cuore con la forza del colore guarda, senza parlare Azzurro come te, come il cielo e il mare E giallo come luce del sole rosso come le cose che mi fai provare. Ciao, semplicemente ciao, disegno l'erba, verde come la speranza, Si aspetta che io, docente (adulto) arrivi al suo cuore anche attraverso strade diverse fino ad imboccare quella giusta per fargli sperimentare tutti i colori del mondo affinchè, come un pittore, possa decidere LUI con quali dipingere la sua vita.
  • 23. 23 come frutta ancora acerba e adesso un po' di blu, come la notte e bianco come le sue stelle, con le sfumature gialle e l'aria puoi solo respirarla! Azzurro come te, come il cielo e il mare E giallo …. 6) Di sicuro la prima cosa è che mi sono sentita parte integrante di una squadra che lavora per un obiettivo: la crescita di un bambino di oggi, cittadino e lavoratore di domani. Il mio livello di motivazione è migliorato e con esso la considerazione di quanto sia importante l’aggiornamento professionale e la formazione continua in una società dove si richiede conoscenze tecnologiche e capacità di imparare nuovi linguaggi e nuove metodologie. Quindi questo corso senz’altro ha favorito in me una maggiore flessibilità mentale e una certa apertura alle novità. 7) Il corso di formazione appena concluso, è stato per me interessante, in quanto ha ampliato le mie conoscenze circa il modo di lavorare con i bambini per meglio adattare le mie capacità alle diverse esigenze degli stessi. E’ stato affascinante e motivante, come già ribadito nelle precedenti produzioni scritte e si è svolto in un clima sereno, all’interno del quale, ognuna di noi si è sentita a proprio agio. Inizialmente l’ho affrontato con la paura di essere giudicata, ma poi questo mio timore è andato via via scemando, grazie al carisma di Corrado che mi ha trasmesso un grande senso di tranquillità e la certezza di uscirne migliorata. Il corso, infatti, mi ha dato innumerevoli spunti di riflessione, non solo per rendere più interattive e coinvolgenti le mie lezioni, ma anche come evitare alcuni errori nella relazione con gli alunni, anche nelle situazioni più complesse. Mi ha offerto, poi, l’occasione per confrontarmi con le colleghe del gruppo e condividere problematiche che, spesso, incontriamo nella nostra delicata professione. Ho notato un cambiamento nelle mie relazioni con gli altri, perché il corso ha rafforzato la mia autostima, offrendomi lo sprone di esprimere il mio punto di vista all’interno del gruppo, cosa che prima mi incuteva timore. E’ stata un’esperienza intensa per tutto ciò che Corrado mi ha trasmesso, sia per il rapporto umano, sia per quello che ha lasciato: curiosità, entusiasmo, suggerimenti, che una volta metabolizzati ed adattati al proprio modo di lavorare, daranno i loro frutti. Seguendo il corso, infatti, rilevato vari cambiamenti nel mio modo di lavorare, ad esempio, iniziando la lezione con la musica che, secondo il formatore serve a risvegliare e a rilassare gli alunni. Devo dire che tale strategia mi incuriosisce molto e nello stesso tempo mi affascina. Favorire la comunicazione in classe, poi, è un altro aspetto metodologico che condivido in pieno, perché valorizza negli alunni la relazionalità e la socializzazione, permettendo loro di interagire in un clima di scambio e di confronto. L’utilizzo delle mappe nella progettazione, infine, sottolinea il ruolo partecipativo dell’alunno nella costruzione delle sue conoscenze, attraverso un apprendimento attivo e collaborativo, in cui si trovano spazio aspetti di tipo interdisciplinare e della disciplina specifica. Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati, affinchè ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta. Mi impegnerò, quindi, a mettere in pratica quanto appreso, cercando di migliorare il mio metodo di insegnamento. Grazie ancora per aver avuto l’opportunità di vivere questa esperienza formativa in modo piacevole. 8)Ho sempre avuto paura e vergogna di parlare al pubblico, mi sento giudicata e ho paura di sbagliare, mi sottovaluto tanto, ho poca fiducia in me ma ammiro molto gli altri, mi piace ascoltare, riflettere ma … non parlare …?!?!?!
  • 24. 24 Comunque sia … il corso mi è piaciuto molto, ero serena e rilassata, mi ha aiutata a guardare con più intenzione e attenzione gli alunni ( anche se io cerco sempre di scendere nel profondo del loro animo). Tuti i giorni cerco di capire i loro disagi e problemi, mi calo nei loro panni ma … delle volte mi devo calare di più in quelli dei genitori e questo è tutti i giorni (da premettere). Corrado è coinvolgente e sembra di vedere come in un film tutto ciò che spiega, legge o racconta. Passando a ciò che porto via … ehm … ho valutato e criticato il mio ruolo e … l’ho messo in dubbio. Con ciò che dice Corrado mi ritrovo solo nell’umanità, tollerabilità che poi fa parte del mio essere maestra – donna – mamma. Cercherò di essere ancora più umana perché i bambini hanno bisogno di questo perché quando ogni mattina arrivano a scuola, arrivano con tanti problemi che portano da casa e se nell’orchestra c’è qualche nota stonata, non è colpa loro !!! Comunque sono soddisfatta e contenta di aver aderito e partecipato a questo corso. !!! 9) Lo scorso anno, in occasione dell’ultimo collegio, ci fu proposto di partecipare a questo corso di formazione. In realtà, ero un tantino scettica nell’intraprendere un nuovo percorso però poi invogliata dal fatto che fosse svolto dalla mia Preside, mi sono quasi sentita protetta, ma soprattutto a mio agio. Ogni lezione è stata una continua scoperta, una percezione emozionale, in particolare quando abbiamo avuto la possibilità di abbinare alle lezioni teoriche esempi pratici, dai quali si trae sicuramente un nuovo insegnamento da poter trasmettere ai nostri bambini. In fin dei conti è così, ogni nuova esperienza seppur cominciata con ansia, dona sempre tanto e regala la possibilità di valutare con occhi diversi varie cose o aspetti del proprio lavoro. Percepire ed essere certi e soddisfatti, del fatto che con il nostro aiuto e supporto e con la collaborazione dei vari enti ci sia cooperazione atta al solo miglioramento di tanti piccoli errori. Insomma, una scuola che renda il percorso di ogni bambino sereno e allegro. Sono veramente soddisfatta, contenta del potenziamento d’osservazione che ho applicato sui miei alunni avendo riscontro nel lasciarli più liberi di esprimersi. Insomma il nuovo, nella maggior parte dei casi è come i miei bambini, riesce sempre a stupirti e darti emozioni! 10) Questo corso è stato veramente molto interessante. Ma solo grazie al nostro formatore, che ha saputo, senza dubbio, darmi tante emozioni diverse in ogni incontro. Inoltre ha saputo darmi anche tante indicazioni su come poter “fare” scuola, una scuola capace di accogliere tutte le diversità che caratterizzano ogni singolo alunno. Dal corso, quindi, porto via tante ma tante emozioni. Spero di poter mettere in atto tutto ciò che ho appreso. Grazie Corrado 11) La prima parte del corso di aggiornamento professionale promosso dal nostro Circolo per l’anno scolastico 2016/2017 si è concluso all’inizio del corrente mese di maggio. Dovendo fare un resoconto di esso, posso dire che è stato sicuramente interessante e utile. Il relatore, infatti, è stato un ottimo comunicatore, sempre chiaro, diretto e provocatorio: nel senso che egli ha sempre mirato ad ottenere una nostra attiva partecipazione. Il prof. Corrado è riuscito, quindi, veramente a far riflettere ognuna di noi sul proprio modo di fare scuola. ciascuna di noi, infatti, durante il corso da lui tenuto ha avuto modo di ripensare al modo di rapportarsi con gli alunni, sulle metodologie usate e sui possibili cambiamenti da apportare alla propria attività d’insegnamento. Personalmente, posso dire che sono uscita veramente arricchita da questa esperienza formativa sia sul piano umano che professionale, e mi riprometto di attuare fin dal prossimo anno scolastico molti dei suggerimenti tecnici messi in campo dal prof. C. Izzo per progettare in modo più innovativo il mio lavoro scolastico e per verificare con maggiore efficacia il grado delle competenze raggiunte dagli alunni a me affidati.
  • 25. 25 12) “LA SCUOLA CHE VORREI” In questo ultimo “compito” non ho indossato i panni dell’insegnante, né quelli di uno studente né tantomeno quelli di un genitore: ho indossato “tutti questi panni insieme” perché insegnanti, genitori e alunni, pur con occhi diversi, vivono la stessa scuola e hanno bisogno delle stesse risposte. Insegnanti, genitori e studenti sono facce delle stessa medaglia. La scuola che vorrei è una scuola aperta e accogliente. Nella scuola che ho in mente, tutte le persone, entrando, si sentono serene e al sicuro. Quella serenità che hai quando senti che il mondo intorno a te è privo di minacce e ti offre, semmai, solo affascinanti sfide che puoi vincere impegnandoti e dimostrando abilità e competenze. parlo di quella serenità che ti prende quando la tua pancia si rilassa e non ti senti risucchiata da mille preoccupazioni o dubbi; è quel tipo di serenità che ti porta ad uno stato di “ben – essere”, che ti aiuta a concentrarti e a dare e ad essere il meglio di te perché sai che “dotando opportunamente la tua personale cassetta degli attrezzi” potrai arrivare a raggiungere qualunque meta. Nella scuola che vorrei, infatti, realizzare i propri sogni è “una questione di abilità e competenze” ed è ben lontana dal vivere un futuro già scritto. Nella scuola di cui parlo, crescere dandosi obiettivi e realizzando i propri progetti è una questione di dare voce ed espressione al sapere acquisito, di aver nutrito adeguatamente passioni e stile personale nell’affrontare ostacoli e difficoltà; di scegliere la strada che ci rappresenta di più, di aver imparato un mestiere che amiamo e senza il quale la nostra vita non avrebbe senso. “UN SENSO” … mentre scrivo mi soffermo su questa parola e la dico ad alta voce. GIA’ LA SCUOLA DOVREBBE DARE SENSO ALLE COSE CHE FACCIAMO: insegnare, così come imparare. La scuola che dà un senso alle cose che facciamo risponde immediatamente e con forza alla domanda: “PERCHE’ MI TROVO QUI?”, senza dubbi o esitazioni: “TI TROVI QUI PER COSTRUIRE GAMBE E ANIMA PER IL TUO FUTURO E PER QUELLO DEGLI ALTRI”. 13) Eccoci giunti alla fine del primo step del corso di formazione. Sicuramente il percorso è stato positivo, molto interessante e per molti aspetti coinvolgente; naturalmente la parte teorica è necessaria, anche se un po’ noiosa. Quello che questo corso mi ha dato è la consapevolezza di ciò che già sappiamo, ma che a volte si tende a dimenticare o a mettere un “attimo” da parte per il tempo che manca, per la corsa ai programmi … : è il bambino nella sua totalità, un bambino che arriva a scuola con un bagaglio che non si deve mai sottovalutare. Il punto fondamentale è considerare la “centralità della persona” e per far ciò è necessario valorizzare tutti gli aspetti utilizzando una didattica flessibile e partecipativa, che abbia come fondamento la comunicazione. Attraverso la comunicazione si deve arrivare ad una co-costruzione di regole che vanno condivise sia con gli alunni, sia con le famiglie. Compito della scuola è fornire all’alunno chiavi per apprendere ad apprendere, ma per fare ciò è necessario personalizzare un approccio integrato; partire dal territorio di appartenenza, dal vissuto del bambino e offrirgli stimoli necessari a non perdere mai l’entusiasmo di “sapere” e “conoscere”. Ascoltando l’ultimo file “Il primo giorno di scuola che vorrei”, ho subito pensato che si può sintetizzare tutto rileggendo il testo. Dovremmo “ascoltare” i bambini e presentare loro qualcosa di diverso, di affascinante e far si che non si annoino, per fare in modo che pensino che valga la pena stare a scuola, per capire meglio il mondo, per insegnare loro a sognare, ad acquisire la pazienza di far diventare i loro sogni dei progetti da realizzare insegnando loro a ragionare, a pensare, ad essere liberi e affrontare le battaglie. E come abbiamo ascoltato anche nel videoclip di Kung fu panda, l’insegnante deve credere nel bambino, guidarlo, nutrirlo e aiutarlo a non mollare. L’insegnante diventa un mediatore di qualcosa di desiderabile ed indispensabile solo se “perdiamo il sonno per insegnare” e lo facciamo con gli occhi che brillano per non annoiare. “Occhi che brillano per non annoiare” è il pensiero che mi è piaciuto di più, faccio il mio lavoro con tanta passione, anche se negli ultimi tempi diventa sempre più difficile a causa delle “tante difficoltà”
  • 26. 26 che i bambini portano a scuola. ma forse una delle cose di cui hanno maggiormente bisogno è essere ascoltati, dare loro il tempo necessario ad una comunicazione partecipativa. Solo così, sapendo di essere capiti ed ascoltati, potranno acquisire le competenze necessarie per affrontare le “battaglie”. C’è sempre da imparare e questo corso mi ha dato sempre più la consapevolezza di avere a che fare con degli individui singoli che non sono “sacchi da riempire”, ma esseri speciali da capire , guidare e nutrire. Migliorarci ed utilizzare una nuova metodologia è il nostro compito! “Nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui!!!”.