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“Perché la CAA a Scuola”
- Early Communicators -
Intervento iniziale di CAA
nelle persone con BCC
A cura di: prof. Maurizio Molendini
Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
A.S. 2022 - 2023
Comunicatore Iniziale BCC: Definizione
Tutti i soggetti BCC che per la prima volta si
approcciano alla comunicazione attraverso
qualunque modalità comunicativa e CAA
mediata, in qualunque periodo della vita, in età
evolutiva, adulta ed involutiva, sono
comunicatori iniziali.
2
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Intervento di CAA Iniziale
❖ Bambini piccoli (da 8-12 mesi)
❖ Bambini con disabilità Grave e Complessa
❖ Ragazzi grandi con cui si mette in atto un
intervento per la prima volta
3
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Bambini Piccoli
Il bambino piccolo utilizza
Il bambino piccolo utilizza naturalmente diversi comportamenti
comunicativi molto prima di accedere al canale verbale
• Se i segnali comunicativi non vengono riconosciuti e
sostenuti dall’ambiente si determina un progressivo
abbandono da parte del bambino della motivazione a
comunicare
• Riconoscere e sviluppare i comportamenti spontanei e le
modalità comunicative esistenti è un fondamentale
investimento per il futuro
4
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ragazzi Grandi
• Non hanno mai sperimentato l’efficacia della comunicazione
• Hanno sperimentato infinite volte che comunicare non
serve (segnali flebili)
• Non si riconoscono e non sono riconosciuti come individui
pensanti e capaci di incidere sull’ambiente che li circonda
• E’ particolarmente difficile strutturare attività adeguate ad
età e livello
“Learned helplessness”
(mancanza di iniziativa appresa)
5
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Partire dalle Abilità Esistenti
•Abbiamo bisogno di lavorare sulle risorse per
arrivare alla competenza comunicativa
•Ci serve molto di più sapere cosa una persona
SA fare che cosa NON SA fare
6
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Assessment
Prevede l'intervento di consulenti esperti nel campo
della selezione che hanno il compito di analizzare le
necessità in modo che si stabiliscano obiettivi chiari
e decisivi:
❖ progettare l'intervento;
❖ facilitare il percorso in tutte le sue fasi;
❖ stabilire e monitorare obiettivi - tempo –risultati
raggiunti;
7
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Strutturare un Ambiente
Facilitante Specifico
La comunicazione è un processo dinamico e
transazionale, in cui i partner comunicativi si
influenzano continuamente a vicenda nel
corso dell’interazione
(Blackstone 1991, 1999; Cumley & Beukelman 1992; Light, Roberts, Di Marco & Greiner
1998; McNaughton & Light 1989)
8
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ambiente Facilitante
• Le interazioni comunicative dipendono dalle
competenze comunicative di ogni individuo che
partecipa all’interazione.
• Quando si tratta di bambini con bisogni
comunicativi complessi che usano la CAA, il
successo dell’interazione dipende fortemente
dalle competenze interattive e comunicative del
partner
(J Kent-Walsh, D McNaughton 2005)
9
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Il Partner Competente in CAA
I partner comunicativi hanno bisogno di
apprendere come interagire in modo efficace
con le persone che usano la CAA
(Light 1997, Sigafoos 1999)
10
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Come Strutturare un Ambiente
Facilitante Specifico:
• Routines
• Osservare e dare significato (persone – setting)
• Cogliere minimi spazi di aggancio
• Partire da situazioni altamente motivanti (MO)
• Costruire interazioni
11
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Routines
• I primi passi nella comunicazione avvengo
all’interno di situazioni e relazioni che il
neonato sperimenta quotidianamente
(routines di accudimento quotidiane).
• Inizialmente i segnali comunicativi assumono
significato soltanto all’interno delle routines
quotidiane; solo in seguito divengono
generalizzabili ed esportabili in altri contesti.
12
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Strutturare Routines Prevedibili
Consentono al bambino e al partner di:
• Sviluppare controllo e confidenza sull’ambiente
• Anticipare ciò che succederà
• Focalizzare l’attenzione sullo stesso oggetto o situazione
• Diminuire il numero di variabili (stimoli concorrenti)
• Associare segnali comunicativi ad attività, persone od oggetti
• Facilitare l’interazione comunicativa
• Sostenere la narrazione
❖ con molta meno fatica
❖ rispetto a un ambiente in continua modificazione…….
❖
13
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Strutturare e Sequenziare le Routine
1 “Inventario” delle attività che si ripetono tutti i giorni o
comunque periodicamente
⚫ (colazione, vestirsi, uscire, fare il bagno, guardare un dvd, prendere le medicine ecc)
2 Riorganizzare la giornata e le attività al suo interno in
modo che la successione di passaggi sia il più possibile
prevedibile (il bagno si fa prima di cena….)
3 Scandire e curare tutte le fasi dell’attività mantenendo
stabile l’organizzazione di spazi, materiali, musiche ecc.
⚫ (ci si spoglia in camera, c’è la musica del carillon, si mettono i vestiti nella cesta delle cose da lavare,
si mettono le papere nell’acqua, la si sente con la manina, si gioca per un po’con le papere, poi si
lavano i capelli, si sciacquano e si insapona il corpo, …)
4 Riproporre le stesse successioni in modo stabile (tutti i giorni,
oppure tutti i sabati….)
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Amplificazione del Messaggio
nella Routine
• L’esperienza di parole che si ripetono all’interno di
una routine fornisce sostegno allo sviluppo lessicale,
legando insieme concetto, attività ed etichetta
linguistica (parole ad alta frequenza d’uso)
(Snow, 1989)
• CONTINGENZA . L’esperienza precoce dei concetti
del linguaggio si forma dentro un contesto, dove il
partner sostiene il significato e la rilevanza della parola,
simbolo o gesto
(Wood, Lasker, Siegel-Causey, Beukelman, Ball, 1998)
15
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Osservare e Dare Significato
• Osservare il bambino e i suoi comportamenti
negli ambienti e con oggetti o persone
(produzione fisica e cognitivo linguistica)
• Focalizzare l’attenzione su cosa succede
prima, durante e dopo un evento
• Attribuire significato ai comportamenti e agire
di conseguenza. COMMENTARE!!!!
16
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Osservare
• Segnali
• Preferenze e Rifiuti
• Variazioni di stato (aspetti emotivi e ripercussioni
motorie)
• Effetti del tempo e dello spazio
• Interferenze/facilitazioni ambientali (SETTING
aperto – chiuso)
• Modalità di comprensione del messaggio
e della situazione (S – R)
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Comunicazione Percepita dal Partner
– Comportamenti spontanei
– Comportamenti intenzionali
• Comunicazione intenzionale
• Comunicazione simbolica
(Siegel 2002)
18
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Raccogliere Segnali
• I partners influenzano la comunicazione e
giocano un ruolo cruciale nel dare significato
alla comunicazione precoce.
• I partner devono essere sensibili sia ad
osservare che a rispondere ai segnali “unici”
degli “early communicators” (EC).
Attraverso un’osservazione attenta, è
possibile rilevare che gli EC possiedono molti
comportamenti comunicativi che possono
essere ulteriormente espansi e sviluppati.
19
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Raccogliere Segnali
• Nei bambini con disabilità multipla, i segnali comunicativi
sono spesso difficili da riconoscere e comprendere
• I partner comunicativi devono diventare altamente
ricettivi e capaci di ascoltare
• La risposta ai segnali esistenti è la base su cui
costruire l’intervento
⚫L’obiettivo è consentire al non parlante di sperimentare
20
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Raccogliere Segnali Appropriati
⚫ Spesso i tentativi comunicativi da parte degli
early comunicators vengono fatti in modi e
momenti inappropriati.
⚫Importanza di ricevere il feedback
I partner comunicativi devono diventare
altamente ricettivi e capaci di ascoltare
risposte contingenti e non-linguisitiche
La risposta ai segnali esistenti è la base
su cui costruire l’intervento
Mirenda Santogrossi
21
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Strutturare il Contesto
⚫ Strutturare il contesto per favorire
l’ottenimento di una risposta, senza la
necessità di stimoli diretti da parte
dell’adulto.
⚫ Consentire di sperimentare l’efficacia della
comunicazione.
22
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Comunicazione ed Ambiente
I bambini apprendono il potere ed il
significato della comunicazione
osservandone l’impatto sul loro ambiente
(Ginseberg & Opper, 1979)
23
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Cogliere Minimi Spazi d’Aggancio
• Osservare nel qui ed ora
• Introdurre attività potenzialmente interessanti
• Focalizzare l’interazione sugli oggetti o le situazioni verso i quali il
bambino mostra segnali d’interesse
• Riprendere l’interazione e ripeterla in modo stabile e prevedibile
• Una volta condivisa e stabilizzata, sperimentare
progressivamente minime variazioni
24
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Partire da Situazioni Altamente Motivanti
Un’attività è tanto più motivante quanto più:
• Dà al bambino la possibilità di partecipare attivamente
• È divertente e piacevole
• È sostenuta dall’adulto
• Non è prestazionale o addestrativa
• Situazione nota ma ampliata e arricchita, o proposta nuova
25
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Cosa è Motivante
• E’ motivante ciò che si capisce. Se non si riesce a capire,
se la cosa è confusa, non si è motivati a provare
• E’ motivante ciò che si è in grado di fare. Se si conosce
quella cosa almeno un po’ ci si prova più volentieri; se invece
è totalmente nuova o eccedente le proprie possibilità, ci si
rinuncia.
• E’ motivante ciò che risponde al proprio stile emotivo e
percettivo.
(Cesi Xaiz e Enrico Micheli 2001)
26
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Attività Motivanti
Esempi attività
•Musica e Canzoni
•Bolle di sapone, palloncini, palla, ecc
•Giochi sensomotori (solletico, bubu sette,
cucù, ecc)
•Giochi di controllo ambientale o sugli adulti
•Lettura ad alta voce da parte dell’adulto
•Altro.....
27
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Motivazione Comune
• Porre attenzione anche alla vostra motivazione, dal momento
che le attività andranno proposte centinaia di volte.
⚫ Tra le cose che piacciono al bambino scegliete quelle che amate
anche voi o che, per lo meno, non vi danno fastidio; oppure dividete il
lavoro con altri, in modo che ciascuno possa fare la parte che gli
piace di più.
• Verificate se riuscite a trovare una motivazione proprio nella
scoperta delle preferenze sensoriali, motorie o percettive del
bambino, valutando se tale scoperta vi appaga o vi diverte.
⚫ Se al bambino piace molto un’attività che a voi pesa o vi
disturba organizzate dei compromessi, o meglio, ingegnatevi a
trovare attività alternative….
⚫ La vostra motivazione è un elemento fondamentale del gioco,
è insomma un elemento cruciale. Dato che uno degli scopi fondamentali
del percorso è costruire esperienze di emozione congiunta, se
la vostra emozione non è di gioia o di piacere, ma di sofferenza, state
sicuri che non riuscirete a nasconderlo al bambino.
(Cesi Xaiz e Enrico Micheli 2001)
28
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Costruire Interazioni
• Attività motivanti
• Ritmo personalizzato che permetta di agganciare
l’attenzione e l’interesse del bambino e di mantenerlo
• Tempo necessario perché il bambino possa
rispondere (latenza nella risposta)
• Risposta immediata ai comportamenti del bambino
• Informazioni sensoriali accessibili, che consentano al
bambino di capire la situazione o le attività in corso
• Supporto adeguato per facilitare l’incrocio tra le
competenze del bambino e le attività
• Gioco di turni
(Klein, Chen, Haney 2000)
29
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Gioco di Turni
• È una delle prime routine comunicative per il neonato
• L’adulto risponde a segnali comunicativi non verbali e
costruisce un gioco di scambi
• Permette ad entrambi di sentirsi reciprocamente
coinvolti
• Progressivamente porta a costruire giochi veri e propri,
come batti batti le manine, o cucù
• Mette le basi della presa di turno comunicativa
(Klein, Chen, Haney 2000)
30
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Sostenere lo Sviluppo di Turni
•Nel bambino disabile i turni sono
sfumati o lenti
•Nel bambino disabile, l’adulto
tende a comprimere le pause
anziché incrementarle
31
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Tollerare il Silenzio
Gli adulti sono portati a riempire il vuoto:
● Sostituendosi al bambino
● Anticipandolo nelle scelte o nelle risposte
● Diventando direttivi “Parlando sopra”
● Limita la possibilità di comprensione,
comunicazione e partecipazione del bambino
● Lasciare al bambino la possibilità di capire ed
esprimersi RISPETTANDO I SUOI TEMPI
32
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Rispettare i Tempi del Bambino
• di comprensione e processazione
• di organizzazione della risposta
• di partecipazione alla relazione comunicative
• di attenzione e tenuta
33
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Come Sostenere lo Sviluppo di Turni
•Prevedibilità (interazione – ambiente)
•Pause
•Attesa di segnali di richiesta (ancora, basta,
ripresa attività… )
•Risposta tempestiva a segnali minimi (adulto)
•Dilazionare lievemente la risposta
•Introdurre giochi di turni……
34
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Consentire Controllo e Prevedibilità
●Utilizzare la CAA in entrata
○Modeling
○Scaffolding
○Early booksharing
○Organizzazione dell’ambiente
○Etichettatura
○Striscia delle attività
●Offrire opportunità di effettuare delle scelte
35
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ambiente Prevedibile
Cosa è Importante. A cosa serve.
• Fornisce sicurezza
• Contiene le ansie
• Permette di:
•comprendere le situazioni
•anticipare quello che accadrà
•fare scelte
•attivare competenze acquisite
•sviluppare un pensiero
36
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Utilizzare la CAA in Entrata
•Esplicitare ciò che succede e che il bambino
comunica
•Anticipare ciò che si sta per fare
•Far sperimentare ciò che si andrà a fare
•Espandere e arricchire i segnali
•Usare più modalità comunicative
contemporaneamente (verbale, visiva,
tattile..)
•Osservare e accogliere le risposte del bambino
37
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Sequenze Prevedibili
• In alcuni bambini, l’uso di sequenze prevedibili e di segnali
non verbali è importante, ma perché assuma significato
deve essere ripetuto in modo stabile e costante.
• Possiamo far sentire al bambino far vedere al bambino il suo
piatto preferito , così sa che stiamo per dargli da mangiare,
ma perché possa assumere significato di segnale in un
bambino molto piccolo o con gravi difficoltà sensoriali e
cognitive….
–deve essere sempre lo stesso piatto
–e deve sempre succedere prima di dargli da mangiare…
–Il piatto arriverà sempre dopo la tovaglietta… ecc ecc
(Klein, Chen, Haney 2000)
38
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Segnali in Entrata….
• Tattili (toccare l’acqua prima del bagno, toccare il mento prima del
cibo, toccare la mano con l’asciugamano prima di strofinare i
capelli…)
• Uditivi (battere il cucchiaio sul bordo della tazza prima della
minestra, il bicchiere con l’acqua sul tavolo, o le parole per
descrivere cosa sta per succedere…)
• Cinestesici (dondolare il bambino prima di metterlo nell’altalena,
alzargli le braccia prima di cominciare a svestirlo…)
• Olfattivi (far annusare lo shampoo prima di lavare i capelli, il cibo
prima di mangiare…)
• Visivi (piatto colorato per mangiare, mostrare gli oggetti
39
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Modeling
●modalità di utilizzo del sistema comunicativo
●utilizzo di segnali o l’indicazione di oggetti o
simboli
● Ha diversi obiettivi:
● mostrare continuamente quale può essere l’uso del
sistema, senza forzare l’uso
● consentire al bambino di meglio comprendere cosa sta
succedendo
● supportare la comprensione
● espandere e arricchire le competenze comunicative
esistenti (lessico, struttura della frase, narrazione)
40
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Early Booksharing
❖ Nei primi anni di vita, la lettura ad alta voce da parte di
un adulto ha una fondamentale valenza affettiva
....e nello stesso tempo favorisce e stimola la comunicazione
ed il linguaggio
• È una tipica attività “genitoriale”
• Può venire messa in atto molto presto (<12 mesi)
• È e deve essere attività piacevole e non
prestazionale
• È uno strumento molto potente verso:
– Lo sviluppo emotivo
– L’attenzione condivisa
– La comunicazione
– Lo sviluppo del linguaggio (prima di tutto in entrata)
– La literacy
41
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
La Lettura come Ponte…
❖Attraverso le storie, il bambino ritrova e riconosce
le proprie esperienze quotidiane e le proprie
paure ed emozioni (principessa, eroe, ecc ecc)
❖La lettura ad alta voce da parte dell’adulto
consente di sfruttare anche il ruolo positivo
dell’informazione visiva, che è statica e
prevedibile e permette al bambino di fare
affidamento sul riconoscimento anziché sulla
memoria per ricevere l’input linguistico e seguire il
racconto.
42
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Libri su Misura
• Il libro che viene condiviso deve poter essere proprio “su
misura” per i bisogni di quello specifico bambino in
quella specifica fase della sua vita
• I bambini con disabilità e bisogni comunicativi complessi
sono quelli che avrebbero maggior bisogno (CBC) di
“early booksharing” e quelli che meno hanno la possibilità
di usufruirne
“Su misura” significa adeguato ai bisogni di quello specifico bambino
• Nel modo di leggere
• Nell’argomento
• Nel testo
• Negli aspetti emotivi
• Nella grafica e nelle immagini
• Nel materiale
• Nell’accessibilità fisica
• Nell’accessibilità comunicativa
• Nel modeling
43
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Libri Modificati
❖ Il libro modificato parte da un libro già esistente
che si modifica per essere reso accessibile. Si possono
fare piccole modifiche, con materiali poveri, come
mollette, feltrino ecc. che consentano di girare
comunque le pagine, o utilizzare sistemi di
“bloccaggio”. Oppure si può “smontare e rimontare” il
libro a seconda delle necessità.
❖ Senza cambiare grafica e contenuti, e plastificarne le
pagine, montarlo su supporti cartonati. E’
importante adeguare il testo, rendendolo più
semplice o al contrario più complesso, e tradurlo in
simboli.
44
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PERCHÉ LEGGERE GLI IN – BOOK
❖ Gli IN-book sono libri illustrati con testo integralmente scritto
in simboli, pensati per essere ascoltati mentre l’altro legge ad
alta voce. Sono nati per bambini con bisogni comunicativi
complessi, da un’esperienza italiana di Comunicazione
Aumentativa e con il contributo di genitori, insegnanti e
operatori.
❖ Le caratteristiche delle storie, la presenza dei simboli e
l’indicazione (modeling) che ne viene fatta nel corso della
lettura sono elementi che sostengono l’attenzione condivisa e
rendono più agevole seguire il racconto, con notevoli vantaggi
per lo sviluppo emotivo, linguistico e cognitivo, rendendo gli
In-book patrimonio di tutti i bambini e non solo di quelli con
disabilità della comunicazione.
45
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Abilità Narrative
• La narrazione e la condivisione di esperienze precedono il linguaggio
verbale
• Nei bimbi molto piccoli e preverbali, dipendono dalle capacità dei
partner più maturi (genitori, caregiver, bambini più grandi) di facilitarne
l’espressione.
• L’interlocutore adulto ha un ruolo essenziale nel co- costruire la
narrazione.
• Il partner cioè conosce e condivide almeno in parte il contesto e lo
scenario spazio-temporale, attraverso la conoscenza che ha del
piccolo e delle sue “routines” e attraverso questo può riconoscere,
raccogliere ed allargare quanto il bimbo dice, dando parole.
(Ellis, 2007)
46
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Abilità Narrative
.
47
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Comunicatore si Diventa
• La competenza comunicativa non è innata, la
competenza comunicativa deve essere appresa.
• Si diventa un comunicatore competente
procedendo poco alla volta.
• Va investito molto tempo in questo, non si può
ottenere in una notte, in una settimana o in un
anno.
Light 1997
48
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Intervento iniziale di CAA nelle persone con BCC - prof. M. Molendini - CTS Lecce

  • 1. “Perché la CAA a Scuola” - Early Communicators - Intervento iniziale di CAA nelle persone con BCC A cura di: prof. Maurizio Molendini Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce A.S. 2022 - 2023
  • 2. Comunicatore Iniziale BCC: Definizione Tutti i soggetti BCC che per la prima volta si approcciano alla comunicazione attraverso qualunque modalità comunicativa e CAA mediata, in qualunque periodo della vita, in età evolutiva, adulta ed involutiva, sono comunicatori iniziali. 2 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 3. Intervento di CAA Iniziale ❖ Bambini piccoli (da 8-12 mesi) ❖ Bambini con disabilità Grave e Complessa ❖ Ragazzi grandi con cui si mette in atto un intervento per la prima volta 3 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 4. Bambini Piccoli Il bambino piccolo utilizza Il bambino piccolo utilizza naturalmente diversi comportamenti comunicativi molto prima di accedere al canale verbale • Se i segnali comunicativi non vengono riconosciuti e sostenuti dall’ambiente si determina un progressivo abbandono da parte del bambino della motivazione a comunicare • Riconoscere e sviluppare i comportamenti spontanei e le modalità comunicative esistenti è un fondamentale investimento per il futuro 4 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 5. Ragazzi Grandi • Non hanno mai sperimentato l’efficacia della comunicazione • Hanno sperimentato infinite volte che comunicare non serve (segnali flebili) • Non si riconoscono e non sono riconosciuti come individui pensanti e capaci di incidere sull’ambiente che li circonda • E’ particolarmente difficile strutturare attività adeguate ad età e livello “Learned helplessness” (mancanza di iniziativa appresa) 5 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 6. Partire dalle Abilità Esistenti •Abbiamo bisogno di lavorare sulle risorse per arrivare alla competenza comunicativa •Ci serve molto di più sapere cosa una persona SA fare che cosa NON SA fare 6 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 7. Assessment Prevede l'intervento di consulenti esperti nel campo della selezione che hanno il compito di analizzare le necessità in modo che si stabiliscano obiettivi chiari e decisivi: ❖ progettare l'intervento; ❖ facilitare il percorso in tutte le sue fasi; ❖ stabilire e monitorare obiettivi - tempo –risultati raggiunti; 7 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 8. Strutturare un Ambiente Facilitante Specifico La comunicazione è un processo dinamico e transazionale, in cui i partner comunicativi si influenzano continuamente a vicenda nel corso dell’interazione (Blackstone 1991, 1999; Cumley & Beukelman 1992; Light, Roberts, Di Marco & Greiner 1998; McNaughton & Light 1989) 8 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 9. Ambiente Facilitante • Le interazioni comunicative dipendono dalle competenze comunicative di ogni individuo che partecipa all’interazione. • Quando si tratta di bambini con bisogni comunicativi complessi che usano la CAA, il successo dell’interazione dipende fortemente dalle competenze interattive e comunicative del partner (J Kent-Walsh, D McNaughton 2005) 9 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 10. Il Partner Competente in CAA I partner comunicativi hanno bisogno di apprendere come interagire in modo efficace con le persone che usano la CAA (Light 1997, Sigafoos 1999) 10 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 11. Come Strutturare un Ambiente Facilitante Specifico: • Routines • Osservare e dare significato (persone – setting) • Cogliere minimi spazi di aggancio • Partire da situazioni altamente motivanti (MO) • Costruire interazioni 11 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 12. Routines • I primi passi nella comunicazione avvengo all’interno di situazioni e relazioni che il neonato sperimenta quotidianamente (routines di accudimento quotidiane). • Inizialmente i segnali comunicativi assumono significato soltanto all’interno delle routines quotidiane; solo in seguito divengono generalizzabili ed esportabili in altri contesti. 12 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 13. Strutturare Routines Prevedibili Consentono al bambino e al partner di: • Sviluppare controllo e confidenza sull’ambiente • Anticipare ciò che succederà • Focalizzare l’attenzione sullo stesso oggetto o situazione • Diminuire il numero di variabili (stimoli concorrenti) • Associare segnali comunicativi ad attività, persone od oggetti • Facilitare l’interazione comunicativa • Sostenere la narrazione ❖ con molta meno fatica ❖ rispetto a un ambiente in continua modificazione……. ❖ 13 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 14. Strutturare e Sequenziare le Routine 1 “Inventario” delle attività che si ripetono tutti i giorni o comunque periodicamente ⚫ (colazione, vestirsi, uscire, fare il bagno, guardare un dvd, prendere le medicine ecc) 2 Riorganizzare la giornata e le attività al suo interno in modo che la successione di passaggi sia il più possibile prevedibile (il bagno si fa prima di cena….) 3 Scandire e curare tutte le fasi dell’attività mantenendo stabile l’organizzazione di spazi, materiali, musiche ecc. ⚫ (ci si spoglia in camera, c’è la musica del carillon, si mettono i vestiti nella cesta delle cose da lavare, si mettono le papere nell’acqua, la si sente con la manina, si gioca per un po’con le papere, poi si lavano i capelli, si sciacquano e si insapona il corpo, …) 4 Riproporre le stesse successioni in modo stabile (tutti i giorni, oppure tutti i sabati….) 14 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 15. Amplificazione del Messaggio nella Routine • L’esperienza di parole che si ripetono all’interno di una routine fornisce sostegno allo sviluppo lessicale, legando insieme concetto, attività ed etichetta linguistica (parole ad alta frequenza d’uso) (Snow, 1989) • CONTINGENZA . L’esperienza precoce dei concetti del linguaggio si forma dentro un contesto, dove il partner sostiene il significato e la rilevanza della parola, simbolo o gesto (Wood, Lasker, Siegel-Causey, Beukelman, Ball, 1998) 15 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 16. Osservare e Dare Significato • Osservare il bambino e i suoi comportamenti negli ambienti e con oggetti o persone (produzione fisica e cognitivo linguistica) • Focalizzare l’attenzione su cosa succede prima, durante e dopo un evento • Attribuire significato ai comportamenti e agire di conseguenza. COMMENTARE!!!! 16 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 17. Osservare • Segnali • Preferenze e Rifiuti • Variazioni di stato (aspetti emotivi e ripercussioni motorie) • Effetti del tempo e dello spazio • Interferenze/facilitazioni ambientali (SETTING aperto – chiuso) • Modalità di comprensione del messaggio e della situazione (S – R) 17 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 18. Comunicazione Percepita dal Partner – Comportamenti spontanei – Comportamenti intenzionali • Comunicazione intenzionale • Comunicazione simbolica (Siegel 2002) 18 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 19. Raccogliere Segnali • I partners influenzano la comunicazione e giocano un ruolo cruciale nel dare significato alla comunicazione precoce. • I partner devono essere sensibili sia ad osservare che a rispondere ai segnali “unici” degli “early communicators” (EC). Attraverso un’osservazione attenta, è possibile rilevare che gli EC possiedono molti comportamenti comunicativi che possono essere ulteriormente espansi e sviluppati. 19 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 20. Raccogliere Segnali • Nei bambini con disabilità multipla, i segnali comunicativi sono spesso difficili da riconoscere e comprendere • I partner comunicativi devono diventare altamente ricettivi e capaci di ascoltare • La risposta ai segnali esistenti è la base su cui costruire l’intervento ⚫L’obiettivo è consentire al non parlante di sperimentare 20 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 21. Raccogliere Segnali Appropriati ⚫ Spesso i tentativi comunicativi da parte degli early comunicators vengono fatti in modi e momenti inappropriati. ⚫Importanza di ricevere il feedback I partner comunicativi devono diventare altamente ricettivi e capaci di ascoltare risposte contingenti e non-linguisitiche La risposta ai segnali esistenti è la base su cui costruire l’intervento Mirenda Santogrossi 21 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 22. Strutturare il Contesto ⚫ Strutturare il contesto per favorire l’ottenimento di una risposta, senza la necessità di stimoli diretti da parte dell’adulto. ⚫ Consentire di sperimentare l’efficacia della comunicazione. 22 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 23. Comunicazione ed Ambiente I bambini apprendono il potere ed il significato della comunicazione osservandone l’impatto sul loro ambiente (Ginseberg & Opper, 1979) 23 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 24. Cogliere Minimi Spazi d’Aggancio • Osservare nel qui ed ora • Introdurre attività potenzialmente interessanti • Focalizzare l’interazione sugli oggetti o le situazioni verso i quali il bambino mostra segnali d’interesse • Riprendere l’interazione e ripeterla in modo stabile e prevedibile • Una volta condivisa e stabilizzata, sperimentare progressivamente minime variazioni 24 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 25. Partire da Situazioni Altamente Motivanti Un’attività è tanto più motivante quanto più: • Dà al bambino la possibilità di partecipare attivamente • È divertente e piacevole • È sostenuta dall’adulto • Non è prestazionale o addestrativa • Situazione nota ma ampliata e arricchita, o proposta nuova 25 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 26. Cosa è Motivante • E’ motivante ciò che si capisce. Se non si riesce a capire, se la cosa è confusa, non si è motivati a provare • E’ motivante ciò che si è in grado di fare. Se si conosce quella cosa almeno un po’ ci si prova più volentieri; se invece è totalmente nuova o eccedente le proprie possibilità, ci si rinuncia. • E’ motivante ciò che risponde al proprio stile emotivo e percettivo. (Cesi Xaiz e Enrico Micheli 2001) 26 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 27. Attività Motivanti Esempi attività •Musica e Canzoni •Bolle di sapone, palloncini, palla, ecc •Giochi sensomotori (solletico, bubu sette, cucù, ecc) •Giochi di controllo ambientale o sugli adulti •Lettura ad alta voce da parte dell’adulto •Altro..... 27 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 28. Motivazione Comune • Porre attenzione anche alla vostra motivazione, dal momento che le attività andranno proposte centinaia di volte. ⚫ Tra le cose che piacciono al bambino scegliete quelle che amate anche voi o che, per lo meno, non vi danno fastidio; oppure dividete il lavoro con altri, in modo che ciascuno possa fare la parte che gli piace di più. • Verificate se riuscite a trovare una motivazione proprio nella scoperta delle preferenze sensoriali, motorie o percettive del bambino, valutando se tale scoperta vi appaga o vi diverte. ⚫ Se al bambino piace molto un’attività che a voi pesa o vi disturba organizzate dei compromessi, o meglio, ingegnatevi a trovare attività alternative…. ⚫ La vostra motivazione è un elemento fondamentale del gioco, è insomma un elemento cruciale. Dato che uno degli scopi fondamentali del percorso è costruire esperienze di emozione congiunta, se la vostra emozione non è di gioia o di piacere, ma di sofferenza, state sicuri che non riuscirete a nasconderlo al bambino. (Cesi Xaiz e Enrico Micheli 2001) 28 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 29. Costruire Interazioni • Attività motivanti • Ritmo personalizzato che permetta di agganciare l’attenzione e l’interesse del bambino e di mantenerlo • Tempo necessario perché il bambino possa rispondere (latenza nella risposta) • Risposta immediata ai comportamenti del bambino • Informazioni sensoriali accessibili, che consentano al bambino di capire la situazione o le attività in corso • Supporto adeguato per facilitare l’incrocio tra le competenze del bambino e le attività • Gioco di turni (Klein, Chen, Haney 2000) 29 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 30. Gioco di Turni • È una delle prime routine comunicative per il neonato • L’adulto risponde a segnali comunicativi non verbali e costruisce un gioco di scambi • Permette ad entrambi di sentirsi reciprocamente coinvolti • Progressivamente porta a costruire giochi veri e propri, come batti batti le manine, o cucù • Mette le basi della presa di turno comunicativa (Klein, Chen, Haney 2000) 30 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 31. Sostenere lo Sviluppo di Turni •Nel bambino disabile i turni sono sfumati o lenti •Nel bambino disabile, l’adulto tende a comprimere le pause anziché incrementarle 31 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 32. Tollerare il Silenzio Gli adulti sono portati a riempire il vuoto: ● Sostituendosi al bambino ● Anticipandolo nelle scelte o nelle risposte ● Diventando direttivi “Parlando sopra” ● Limita la possibilità di comprensione, comunicazione e partecipazione del bambino ● Lasciare al bambino la possibilità di capire ed esprimersi RISPETTANDO I SUOI TEMPI 32 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 33. Rispettare i Tempi del Bambino • di comprensione e processazione • di organizzazione della risposta • di partecipazione alla relazione comunicative • di attenzione e tenuta 33 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 34. Come Sostenere lo Sviluppo di Turni •Prevedibilità (interazione – ambiente) •Pause •Attesa di segnali di richiesta (ancora, basta, ripresa attività… ) •Risposta tempestiva a segnali minimi (adulto) •Dilazionare lievemente la risposta •Introdurre giochi di turni…… 34 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 35. Consentire Controllo e Prevedibilità ●Utilizzare la CAA in entrata ○Modeling ○Scaffolding ○Early booksharing ○Organizzazione dell’ambiente ○Etichettatura ○Striscia delle attività ●Offrire opportunità di effettuare delle scelte 35 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 36. Ambiente Prevedibile Cosa è Importante. A cosa serve. • Fornisce sicurezza • Contiene le ansie • Permette di: •comprendere le situazioni •anticipare quello che accadrà •fare scelte •attivare competenze acquisite •sviluppare un pensiero 36 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 37. Utilizzare la CAA in Entrata •Esplicitare ciò che succede e che il bambino comunica •Anticipare ciò che si sta per fare •Far sperimentare ciò che si andrà a fare •Espandere e arricchire i segnali •Usare più modalità comunicative contemporaneamente (verbale, visiva, tattile..) •Osservare e accogliere le risposte del bambino 37 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 38. Sequenze Prevedibili • In alcuni bambini, l’uso di sequenze prevedibili e di segnali non verbali è importante, ma perché assuma significato deve essere ripetuto in modo stabile e costante. • Possiamo far sentire al bambino far vedere al bambino il suo piatto preferito , così sa che stiamo per dargli da mangiare, ma perché possa assumere significato di segnale in un bambino molto piccolo o con gravi difficoltà sensoriali e cognitive…. –deve essere sempre lo stesso piatto –e deve sempre succedere prima di dargli da mangiare… –Il piatto arriverà sempre dopo la tovaglietta… ecc ecc (Klein, Chen, Haney 2000) 38 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 39. Segnali in Entrata…. • Tattili (toccare l’acqua prima del bagno, toccare il mento prima del cibo, toccare la mano con l’asciugamano prima di strofinare i capelli…) • Uditivi (battere il cucchiaio sul bordo della tazza prima della minestra, il bicchiere con l’acqua sul tavolo, o le parole per descrivere cosa sta per succedere…) • Cinestesici (dondolare il bambino prima di metterlo nell’altalena, alzargli le braccia prima di cominciare a svestirlo…) • Olfattivi (far annusare lo shampoo prima di lavare i capelli, il cibo prima di mangiare…) • Visivi (piatto colorato per mangiare, mostrare gli oggetti 39 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 40. Modeling ●modalità di utilizzo del sistema comunicativo ●utilizzo di segnali o l’indicazione di oggetti o simboli ● Ha diversi obiettivi: ● mostrare continuamente quale può essere l’uso del sistema, senza forzare l’uso ● consentire al bambino di meglio comprendere cosa sta succedendo ● supportare la comprensione ● espandere e arricchire le competenze comunicative esistenti (lessico, struttura della frase, narrazione) 40 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 41. Early Booksharing ❖ Nei primi anni di vita, la lettura ad alta voce da parte di un adulto ha una fondamentale valenza affettiva ....e nello stesso tempo favorisce e stimola la comunicazione ed il linguaggio • È una tipica attività “genitoriale” • Può venire messa in atto molto presto (<12 mesi) • È e deve essere attività piacevole e non prestazionale • È uno strumento molto potente verso: – Lo sviluppo emotivo – L’attenzione condivisa – La comunicazione – Lo sviluppo del linguaggio (prima di tutto in entrata) – La literacy 41 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 42. La Lettura come Ponte… ❖Attraverso le storie, il bambino ritrova e riconosce le proprie esperienze quotidiane e le proprie paure ed emozioni (principessa, eroe, ecc ecc) ❖La lettura ad alta voce da parte dell’adulto consente di sfruttare anche il ruolo positivo dell’informazione visiva, che è statica e prevedibile e permette al bambino di fare affidamento sul riconoscimento anziché sulla memoria per ricevere l’input linguistico e seguire il racconto. 42 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 43. Libri su Misura • Il libro che viene condiviso deve poter essere proprio “su misura” per i bisogni di quello specifico bambino in quella specifica fase della sua vita • I bambini con disabilità e bisogni comunicativi complessi sono quelli che avrebbero maggior bisogno (CBC) di “early booksharing” e quelli che meno hanno la possibilità di usufruirne “Su misura” significa adeguato ai bisogni di quello specifico bambino • Nel modo di leggere • Nell’argomento • Nel testo • Negli aspetti emotivi • Nella grafica e nelle immagini • Nel materiale • Nell’accessibilità fisica • Nell’accessibilità comunicativa • Nel modeling 43 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 44. Libri Modificati ❖ Il libro modificato parte da un libro già esistente che si modifica per essere reso accessibile. Si possono fare piccole modifiche, con materiali poveri, come mollette, feltrino ecc. che consentano di girare comunque le pagine, o utilizzare sistemi di “bloccaggio”. Oppure si può “smontare e rimontare” il libro a seconda delle necessità. ❖ Senza cambiare grafica e contenuti, e plastificarne le pagine, montarlo su supporti cartonati. E’ importante adeguare il testo, rendendolo più semplice o al contrario più complesso, e tradurlo in simboli. 44 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 45. PERCHÉ LEGGERE GLI IN – BOOK ❖ Gli IN-book sono libri illustrati con testo integralmente scritto in simboli, pensati per essere ascoltati mentre l’altro legge ad alta voce. Sono nati per bambini con bisogni comunicativi complessi, da un’esperienza italiana di Comunicazione Aumentativa e con il contributo di genitori, insegnanti e operatori. ❖ Le caratteristiche delle storie, la presenza dei simboli e l’indicazione (modeling) che ne viene fatta nel corso della lettura sono elementi che sostengono l’attenzione condivisa e rendono più agevole seguire il racconto, con notevoli vantaggi per lo sviluppo emotivo, linguistico e cognitivo, rendendo gli In-book patrimonio di tutti i bambini e non solo di quelli con disabilità della comunicazione. 45 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 46. Abilità Narrative • La narrazione e la condivisione di esperienze precedono il linguaggio verbale • Nei bimbi molto piccoli e preverbali, dipendono dalle capacità dei partner più maturi (genitori, caregiver, bambini più grandi) di facilitarne l’espressione. • L’interlocutore adulto ha un ruolo essenziale nel co- costruire la narrazione. • Il partner cioè conosce e condivide almeno in parte il contesto e lo scenario spazio-temporale, attraverso la conoscenza che ha del piccolo e delle sue “routines” e attraverso questo può riconoscere, raccogliere ed allargare quanto il bimbo dice, dando parole. (Ellis, 2007) 46 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 47. Abilità Narrative . 47 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 48. Comunicatore si Diventa • La competenza comunicativa non è innata, la competenza comunicativa deve essere appresa. • Si diventa un comunicatore competente procedendo poco alla volta. • Va investito molto tempo in questo, non si può ottenere in una notte, in una settimana o in un anno. Light 1997 48 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce