Sabato pomeriggio, 10 gennaio 2015, nell’Aula Magna dell’Unitre di Varazze, gremita da un pubblico attento e partecipe, il Geofisico Guido Ghezzi ha trattato un argomento di grande attualità: “Le due facce della moderna telefonia”.
Nel consueto e sempre atteso incontro monotematico del sabato pomeriggio, che i responsabili della didattica dell’Unitre propongo ogni anno, il relatore, competente, preparato e con l’utilizzo di proiezioni video, ha illustrato gli accorgimenti e le specifiche modalità d’uso della telefonia cellulare, che devono essere scrupolosamente osservate, in base alla applicazione del “principio di precauzione”.
Incontro all’Unitre di Varazze su “Le due facce della moderna telefonia“
1. LE DUE FACCE DELLA MODERNA
TELEFONIA
• Gennaio 2015
2. COME FUNZIONA?
• la telefonia e’ un sistema di comunicazione che invia
e riceve (simultaneamente) informazioni a distanza
• l’informazione puo’ transitare sfruttando un
supporto materiale (filo – telefonia tradizionale)
oppure no
• nel secondo caso l’informazione sfrutta un campo di
energia (campo elettromagnetico) che per
propagarsi non ha bisogno di alcun supporto
materiale
3. Telefonia cellulare
• utilizza il campo elettromagnetico, affidando ad un
campo di energia il trasporto dell’informazione
• in tal modo non è necessario alcun collegamento
materiale tra chi si scambia le informazioni
• Il collegamento avviene tra alcune unità fisse
(stazioni) e un gran numero di unità mobili (telefoni
cellulari)
4. VANTAGGI SVANTAGGI
• il contatto non è
vincolato alla posizione
sul territorio (o quasi)
• è possibile mantenere
un contatto anche
spostandosi
• non sono necessarie
infrastrutture fisiche
estese capillarmente
(cavi)
• il campo di energia
deve coprire grandi
estensioni
• parte dello stesso
campo deve essere
condiviso tra utenti
• necessaria una riserva
di energia trasportabile
(batterie)
14. FATTORI CHE INFLUISCONO SUL LIVELLO DI
ESPOSIZIONE
• Distanza dalla sorgente
• Posizione rispetto alle direzioni di emissione della
sorgente (le SRB hanno antenne direzionali, il
cellulare ha l’antenna omnidirezionale)
• Potenza e caratteristiche dell’antenna emittente
• Interposizione o meno di strutture e tipo di strutture
interposte
18. EFFETTI SULLA MATERIA VIVENTE DELLE
RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE NON IONIZZANTI
• AI FINI DEGLI EFFETTI SUI VIVENTI SI SUDDIVIDONO IN DUE
GRUPPI DI FREQUENZE:
• Frequenze estremamente basse (fino a 300 Hz): linee
elettriche, elettrodomestici etc. (inducono correnti
nel corpo)
• Radiofrequenze (300 Hz-300 GHz): cellulari, ripetitori
radio TV, microonde etc. (cedono energia ai tessuti
sotto forma di calore, alterazioni biologiche)
19. QUANTA ENERGIA ASSORBE L’UTENTE DI UN
CELLULARE?
• TASSO DI ASSORBIMENTO SPECIFICO
• S A R
• quantità di energia elettromagnetica assorbita
nell’unità di tempo da un elemento di massa unitaria
del sistema biologico (W/kg)
• varia in funzione delle condizioni locali
(posizione/distanza, sistema biologico, etc.)
20. EFFETTI FISICI DEI CAMPI A
RADIOFREQUENZA
• DUE TIPOLOGIE:
• Effetti termici (riscaldamento per agitazione molecolare) – soglia di
4 W/kg considerata “di rilevanza per l’uomo”
• Effetti atermici (alterazione attività enzimatica, interazione con il
trasporto ionico attraverso le pareti cellulari, etc.) si manifestano a
valori ben al di sotto della “soglia di rilevanza”
• LE CONSEGUENZE PERMANENTI DEGLI EFFETTI TERMICI
NON SONO DEFINITE CON CERTEZZA
• LE CONSEGUENZE PERMANENTI DEGLI EFFETTI ATERMICI
SONO DEL TUTTO IGNOTE ED OGGETTO DI STUDI
23. LIMITI UFFICIALI
• Nonostante questa cruciale premessa
esistono dei limiti ufficiali all’esposizione
dei campi elettromagnetici a
radiofrequenza:
• esposizione “total body”: 0,08 W/kg
24. CONFUSIONE TOTALE
• UN CONFRONTO TRA I VALORI DI SOGLIA DI SICUREZZA
ADOTTATI (CONSIGLIATI) UFFICIALMENTE DAI VARI PAESI
MOSTRA UNA VARIABILITA’ ESTREMA (ANCHE VALORI 10
VOLTE SUPERIORI A QUELLI MINIMI RISCONTRABILI)
• IN TALUNI CASI ABBIAMO “RACCOMANDAZIONI”:
• “Si esortano vivamente gli utenti del servizio radiomobile a non
usare il telefonino se non per questioni importanti e per brevi
periodi, tenendo comunque la testa a distanza di sicurezza, che
varia con il tipo di rete usata e con la potenza di trasmissione
del cellulare…” (Commissione tedesca di difesa dalle radiazioni
non ionizzanti)
29. POSIZIONE UFFICIALE NEI CONFRONTI DELLA
CONCEROGENICITA’ DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI A
RADIOFREQUENZA
• IARC (International Agency for Research on Cancer) valuta la cancerogenicità potenziale
di agenti fisici, chimici o biologici.
• La valutazione è fatta sulla base del PESO DELL’EVIDENZA che scaturisce dalla totalità
degli studi scientifici pubblicati provenienti dalle varie aree di ricerca.
• I risultati di ogni studio vengono classificati in una classe di evidenza tra:
• Sufficiente: si ritiene che esista relazione causale tra esposizione all’agente ed il cancro
nell’uomo
• Limitata: osservata relazione positiva tra esposizione e cancro per cui una
interpretazione causale è ritenuta credibile ma caso, distorsioni e approfondimenti non
possono essere esclusi con ragionevole certezza
• Inadeguata: gli studi disponibili sono di insufficiente qualità, coerenza o rilevanza
statistica per permettere una conclusione in merito all’esistenza di un arelazione causale
tra esposizione e cancro oppure non sono disponibili dati sui tumori nell’uomo
• Suggestiva di assenza di cancerogenicità: esistono numerosi studi, reciprocamente
coerenti, che non rilevano associazione tra qualsiasi livello di esposizione e neoplasia
30. L’agente in studio viene quindi classificato entro una delle 5 categorie
seguenti:
1- cancerogeno certo (evidenza sufficiente di cancerogenicità) rad.
ionizzanti, amianto, benzene, fumo attivo/passivo, radiazione solare,
lampade abbronzanti
2 – probabile cancerogeno (evidenza limitata di cancerogenicità
nell’uomo e sufficiente evidenza nell’animale da esperimento)
2B – possibilmente cancerogeno (evidenza limitata di cancerogenicità
nell’uomo e evidenza nell’animale da esperimento meno che
sufficiente) DDT, campi EM a radiofrequenza
3 – non classificabile (evidenza inadeguata di cancerogenicità
nell’uomo e evidenza inadeguata o limitata nell’animale da
esperimento)
4 – probabilmente non cancerogeno (evidenza suggestiva di assenza
di cancerogenicità nell’uomo e nell’animale da esperimento) vi figura
un solo agente: il caprolattame
31. • I campi elettromagnetici a radiofrequenza rientrano
nella categoria 2B della classificazione IARC (2011),
assunta dall’OMS.
• cioè siamo nel caso in cui, tra le varie possibilità, gli
studi forniscono il supporto più debole all’ipotesi
che essi abbiano effetti cancerogeni.
• ciò si traduce nel sospetto di possibile
cancerogenicità che studi successivi dovranno
confermare o smentire.
32. RIASSUMENDO
• LA RETE DI TELEFONIA CELLULARE FUNZIONA GRAZIE AD UN CAMPO DI
FORZE ELETROMAGNETICHE
• GLI UTENTI SONO SOTTOPOSTI A FLUSSI DI ENERGIA DA ESSO DERIVANTI
(IN PARTICOLARE DALL’UNITA’ PORTATILE)
• 1 – questi campi influiscono sui viventi? – Sì
• 2 - influiscono in modo transitorio (cessa l’esposizione cessa l’influenza)? – Sì
• 3 – influiscono in modo permanente (cessata l’esposizione resta una
conseguenza)? – NON SAPPIAMO
• 4 – l’influenza transitoria è rilevante? E’ negativa? – NON E’ ACCERTATO
• 5 – l’influenza permanente, ammesso che esista, determina patologie? – NON
SAPPIAMO
33. PRIMUM NON NOCERE
• lecito applicare il “PRINCIPIO DI PRECAUZIONE”
• fa parte dei principi non impegnativi riguardanti la
responsabilita’ ed i diritti degli Stati per rendere compatibili le
esigenze dello sviluppo con la salvaguardia ambientale e della
salute pubblica
• “Al fine di proteggere l'ambiente, un approccio
cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli
Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio
di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena
certezza scientifica non deve costituire un motivo per
differire l'adozione di misure adeguate ed effettive,
anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado
ambientale” principio 15 della Dichiarazione di Rio (1992)
34. • Commissione Europea (2000) al proposito del citato
principio:
• “Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una
decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni
scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e
vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla
salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono
essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello
di protezione prescelto.”
• Il principio di precauzione è ripreso dalla
Costituzione Europea e si specifica che le misure di
prevenzione vanno mantenute finchè permane
l’insufficienza dei dati scientifici
35. • Applicare il principio di precauzione NON SIGNIFICA
• “non usare Z perché non si è certi che Z possa far male”
• ma SIGNIFICA
• “il non esser certi che Z faccia male non deve impedire di
adottare tutte le precauzioni nel maneggiare Z”
• paradosso del fucile:
• non sapendo se il fucile è carico o meno rinuncio ad usarlo anche se il
suo uso mi avvantaggerebe molto (APPROCCIO SBAGLIATO)
• non sapendo se il fucile è carico o meno lo maneggio quando occorre
SEMPRE E SOLO con ogni precauzione (APPROCCIO CORRETTO)
36. IN PRATICA
1- distanza: uso auricolare, no vicino al corpo,
allontanarlo appena possibile, mai vicino durante il
sonno
2- tempo: NO telefonate lunghe, si usa solo per
necessità
3- energia: uso con migliore disponibilità di campo e
batteria (attenzione all’uso in macchina o in luoghi
schermati)
4- età: NO ai bambini
5 – conoscere: educare chi lo utilizza
37. FUORI CASA
• Andamento del campo elettrico e magnetico in funzione della distanza dalla
proiezione a terra del conduttore (linea 132 kv)