Abbiamo avuto il piacere di presentare una delle più brillanti menti del novecento. Dall'analisi della sua esistenza e dei suoi scritti abbiamo potuto ragionare su come certi regimi totalitaristi siano potuti nascere e svilupparsi in europa e nel mondo. L'annientamento della persona in quanto essere pensante è una delle conseguenze dell'insediamento di queste forme di governo e la Arendt non ha avuto mezzi termini per descrivere i periodi del nazi-fascismo come fra i più bui della storia moderna.
2. Chi è Hannah Arendt?
E’ una donna forte e
indipendente.
Studia il pensiero
filosofico di molti
autori antichi e
meno ed elabora un
suo pensiero; non
definisce se stessa
come filosofa, ma
come una
“pensatrice
politica”.
4. “Sapevo di avere
un’aria da ebrea e mi
sentivo in qualcosa
diversa dalle altre
ragazze, l’ambiente me
ne faceva cosciente. Ma
ciò non mi dette mai
alcun senso di
inferiorità. Ero così e
basta.”
5. Scrive moltissime opere e saggi, di vari
argomenti, ma spesso riconducibili alla
questione ebraica, alla quale per ovvi motivi è
legata. Tra le opere di maggiore importanza
troviamo:
• The Origin of Totalitarianism
• The human condition
• Eichmann in Jerusalem
• On revolution
• Betwenn past and future
• The life of the mind
6. Le origini del totalitarismo
• Ha l’obbiettivo di capire come sia nato il
totalitarismo
• Cerca di rispondere alle domande che ci si
poneva nel primo dopoguerra: Cosa
succedeva? Perché succedeva? Come era
potuto succedere?
• Dopo aver analizzato i caratteri del
totalitarismo, riconduce il nazismo e lo
stalinismo sotto lo stesso tipo di totalitarismo
• Secondo Arendt, sorge come conseguenza
dell’imperialismo e dell’antisemitismo
7. • Nasce dal tramonto della società classista
• Si basa sul terrore che ha due modi di
dispiegarsi: la polizia segreta e i campi di
sterminio
• Trova solida base nella propria ideologia:
conosce tutti i segreti della storia e cerca di
trasformare la natura umana, rendendo
superflui gli uomini
• Di conseguenza nulla appare più sensato e
logico
• La volontà del capo è l’unica legge del partito
• Come base del totalitarismo ci deve essere
allora anche isolamento degli individui e
conformismo sociale
8. ““Dovunque è giunto alDovunque è giunto al
potere, ha creatopotere, ha creato
istituzioniistituzioni
completamente nuove ecompletamente nuove e
distrutto le tradizionidistrutto le tradizioni
sociali, giuridiche esociali, giuridiche e
politiche del paese. Hapolitiche del paese. Ha
trasformato le classi intrasformato le classi in
masse, sostituito ilmasse, sostituito il
sistema dei partiti (…)sistema dei partiti (…)
con un movimento dicon un movimento di
massa”massa”
9. “Mentre distrugge tutte le connessioni di senso con
cui normalmente si calcola e si agisce, il regime
impone una specie di <supersenso> che le ideologie
avevano in mente quando pretendevano di aver
scoperto le chiavi della storia”
10. Vita activa
• Nel saggio si distingue tra vita attiva e vita
contemplativa, ovvero i due momenti
fondamentali della condizione umana
• Si parla di condizione umana nel senso di
condizione “storico-esistenziale dell’uomo”
11. Ha individuato tre forme di attività
umana corrispondenti a tre aspetti della
vita umana:
Attività umane Significato Condizione
umana
Animal
laborans
Sviluppo biologico
del corpo tramite il
lavoro
La vita stessa
Homo faber Operare. Dimensione
non naturale
dell’esistenza.
Mondo artificiale di
cose
L’essere-nel-mondo
Zoon politikon L’azione. Pluralità,
condizione della vita
politica.
La pluralità
12. “La vittoria dell’animal laborans non sarebbe
mai stata completa se il processo di
secolarizzazione, la perdita della fede derivata
dal dubbio cartesiano, non avesse privato la
vita individuale della sua immortalità (…)
Il mondo fu ancora meno stabile, meno
permanente e offrì quindi ancor meno
affidamento che nell’era cristiana.
L’uomo moderno, quindi, perse la certezza
di un mondo a venire, e si ripiegò su se
stesso”.
13. La banalità del male. Eichmann a
Gerusalemme
• Il libro nasce dalla raccolta di articoli
pubblicati sul New Yorker
• H. Arendt si reca a Gerusalemme nel 1961 per
assistere al processo di Eichmann, SS che ha
coordinato la “soluzione finale”
• Viene processato da un tribunale israeliano e
viene condannato a impiccagione, che viene
eseguita nel maggio 1962
14. • Nell’assistere al processo, Hannah scopre la
normalità degli uomini
• La pensatrice politica ascoltando il processo della SS,
che afferma di aver solamente eseguito gli ordini,
ragiona sul fatto che i crimini nazisti dipende dalla
assenza di pensiero in uomini del tutto “normali”,
tipici rappresentanti della società di massa
• Per fare il male non è necessario essere malvagi
• H.Arendt evidenzia il contrasto tra l’uomo comune
(superficiale, mediocre, normale) e il male atroce da
lui commesso
• Eichmann aveva agito nei limiti delle leggi e nella
cieca obbedienza agli ordini
• Non vede in lui una particolare “stupidità” ma la
completa incapacità di pensare
15. Quello che quindi la Arendt sostiene in
questo libro è che l’uomo normale
seguendo l’iter burocratico è in grado di
commettere anche crimini mostruosi, per
il fatto che non pensa, non agisce
pensando, ma agisce seguendo la legge.
Hannah voleva sottolineare anche il fatto
che non si possa accusare quindi
Eichmann preso singolarmente per tutte
le crudeltà commesse dai nazzisti, ma
solo come esecutore burocrate degli
ordini.
16. Questo libro fu fonte anche di molte
polemiche, per i seguenti motivi:
• Arendt aveva criticato il fatto che il processo
venisse svolto da un tribunale esclusivamente
ebraico e non da una corte internazionale
• La scrittrice aveva criticato le modalità e le
questioni che venivano usate per processare
l’imputato
• Nel libro fa riferimento alle Judenrate, i consigli
formati da i leader ebrei, e al loro ruolo non
sempre e non del tutto chiaro nel sistema “shoa”