Statista e patriota, figura oggi dimenticata, artefice del primo codice penale italiano che abolisce la pena di morte, nonché del primo viaggio nel Sud Italia e dei primi interventi a sostegno del Mezzogiorno (segnatamente per Napoli e per la Basilicata). A lui è dedicata una famosa canzone partenopea.
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LE ORIGINI
Una figura dimenticata
Statista e patriota dimenticato dai libri di scuola, Giuseppe Zanardelli
nasce a Brescia il 26 ottobre 1826 e muore a Toscolano Maderno il
26 dicembre 1903).
È il primo di 15 figli di una modesta famiglia borghese. Il padre,
Giovanni, era ingegnere. La madre, Margherita Caminada, una
trentina di fervidi sentimenti cattolici.
Studente brillante, non completò gli studi di Legge a causa dello
scoppio dei moti rivoluzionari.
A Salò (BS) gli è dedicata una piazza. A Brescia un suo ritratto è
nella Prefettura. Partecipa ai moti del 1848 e alle dieci giornate di
Brescia nel 1849. Esule in Toscana e in Svizzera, torna nel 1859 per
la seconda guerra di indipendenza. Ostile al trasformismo di
Depretis, forma una corrente di opposizione interna detta
pentarchia.
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CARRIERA POLITICA
Dopo l’esilio a Lugano, in Svizzera, a Como si
unisce ai Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi.
Nel 1860 è affiliato alla Massoneria.
È attivo in politica dal 1876, cioè da quando la
Sinistra storica, di cui è esponente di spicco, va al
potere dopo la caduta del governo Minghetti. È
ministro dei Lavori Pubblici durante il primo
governo Depretis. Con Depretis ci furono
incomprensioni sulla gestione delle convenzioni
ferroviarie. Nel 1878 è ministro dell’Interno nel
governo presieduto da Benedetto Cairoli. Dopo la
morte di Vittorio Emanuele II, Zanardelli si occupa
di un progetto di riforma per il diritto di voto,
rimanendo in carica fino al dicembre di quell’anno.
Nel 1881 è ministro della Giustizia nel governo
Depretis. 3LUCIA GANGALE
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CARRIERA POLITICA
Il nome di Zanardelli è legato alla stesura del nuovo
codice di commercio ed alla tutela del lavoro minorile e
femminile. Respinge la domanda di estradizione per i
compagni dell’irredentista Guglielmo Oberdan, rifugiatisi in
Italia dopo la condanna a morte del patriota italiano. Passò
poi all’opposizione di Depretis con la sua «pentarchia»,
formata da lui, Francesco Crispi, Giovanni Nicotera,
Alfredo Baccarini e Benedetto Cairoli. Depretis dovette
venire a patti con la pentarchia e quindi Zanardelli entrò di
nuovo nel governo dello stesso Depretis. Dopo la morte di
quest’ultimo, Crispi lo riconfermò ministro della Giustizia.
Zanardelli riuscì a far approvare il primo codice penale
dell’Italia unita, tra i più liberali e progrediti dell’epoca. Fu
pubblicato nel 1888. Per sua iniziativa si giungeva
all’abolizione della pena di morte.
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CARRIERA POLITICA
Nel 1892 divenne presidente della Camera dei Deputati (fino al
1894). Nel 1893, dopo lo scandalo della Banca Romana e la
caduta di Giolitti, Zanardelli fu convocato da Umberto I con il
compito di formare il nuovo governo, ma la cosa non riuscì in
quanto la nomina del generale Oreste Baratieri a ministro della
guerra era sgradita a Vienna, legata al regno d’Italia dalla Triplice
Alleanza, in quanto Baratieri era trentino e irredentista. Nonostante
il consiglio del re, Zanardelli rinunciò all’incarico di formare un
nuovo gabinetto, per la sgradita ingerenza austriaca negli affari
italiani. Nel corso della sua carriera politica, il precario stato di
salute non gli permise di realizzare grandi opere, tuttavia durante il
suo governo venne realizzato l’acquedotto pugliese, emanati
particolari provvedimenti a favore della città di Napoli e proposta
una legge sul divorzio, che sebbene già approvata dalla Camera,
fu ritirata per la forte opposizione popolare. In quell’occasione
Giolitti disse cinicamente, a proposito della legge e del fatto che
Zanardelli non fosse sposato: «La legge sul divorzio interessa solo
al Papa e a Zanardelli». 5LUCIA GANGALE
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IL PRIMO VIAGGIO NEL SUD ITALIA
Nella seconda metà del settembre 1902 Zanardelli effettuò un
viaggio attraverso il Sud Italia. Prima di lui nessun esponente del
governo dell’Italia unita lo aveva fatto. Aveva ormai 76 anni. Ebbe
calorosa accoglienza:
“(…) nonostante la gran copia di acqua gelida che gli avversari tentarono rovesciare
sugli entusiasmi suscitati dal defaticante viaggio del Presidente, il giudizio del Paese fu, in
genere, ammirativo, per il notevole sforzo compiuto da questo intrepido settantasettenne.
Perché, si diceva, i due Presidenti del Consiglio meridionali, Crispi e Rudini, non avevano
mostrato ai loro tempi, come lui aveva fatto, sicura premura di conoscere di persona e da
vicino le vere condizioni del Mezzogiorno continentale? Perché non lo avevano fatto gli
altri Presidenti? (…)”. (Il Giornale di Brescia, si veda www.popolis.it/giuseppe-zanardelli-
da-bresciano-a-lucano/).
L’impressione di quei posti, non fu la più felice:
Poneva al primo posto la questione della viabilità. Era stata penosissima la sua
impressione quando aveva visto che in Basilicata mancavano non solo le grandi rotabili
(finanche taluni capoluoghi di mandamento ne erano privi) ma persino le mulattiere;
permodochè le strade consistevano, incredibile a dirsi nel letto dei torrenti e quando
pioveva la vita sociale restava interrotta e paralizzata. (…)”.
6LUCIA GANGALE
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IL PRIMO VIAGGIO NEL SUD ITALIA
La Basilicata era allora una delle regioni più povere d’Italia.
Zanardelli sposò la causa di quelle zone e per sua iniziativa il 23
maggio 1904 veniva emanata una legge speciale per la Basilicata,
che lui non fece neppure in tempo a vedere, essendo morto alcuni
mesi prima.
Una curiosità è legata alla canzone partenopea Torna a Surriento,
che fu dedicata a Zanardelli in occasione della sua permanenza
presso la città di Sorrento. Infatti, il commendatore Guglielmo
Tramontano, sindaco della cittadina e proprietario dell’hotel
presso cui Zanardelli alloggiava, chiese ai fratelli Giambattista e
Ernesto De Curtis di comporre una canzone per celebrare l'illustre
ospite, con la speranza di ottenere in cambio alcuni interventi a
favore di Sorrento, tra cui l'apertura di un ufficio postale. Ernesto
recuperò una vecchia melodia che aveva già composto alcuni anni
prima e Giambattista scrisse di getto le parole, modificando il testo
che già esisteva. Presentata al Festival di Piedigrotta del 1905, la
canzone divenne un successo planetario.
7LUCIA GANGALE
9. LIBRI CONSIGLIATI
Carlo Vallauri, La politica liberale di Giuseppe Zanardelli dal 1876
al 1878, Giuffrè, Milano 1966
Roberto Chiarini, Giuseppe Zanardelli, Franco Angeli, Milano 1985
Sergio Onger e Gianfranco Porta, Giuseppe Zanardelli capo di
Governo, Grafo, Brescia 2004
www.raiplay.it/video/2020/02/Passato-e-Presente-Zanardelli-la-svolta-liberale-916c2176-1153-
4697-b15f-4a95021853ed.html 9
LUCIA GANGALE