4. Il termine brigantaggio definisce una forma di
banditismo caratterizzato da azioni violente.
Avvenne storicamente nel Regno d’Italia dopo
l’annessione al Regno di Sardegna avvenuta grazie
all’Impresa dei Mille. I briganti agivano per diverse
ragioni e cause che a volte sfociavano in atti di
aggressività.
La gente temeva i briganti e lo stato li represse.
Queste azioni violente furono molto frequenti nel
sud che cominciava ad essere considerato dalle
regioni del Nord
«BRIGANTE»
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6. Pino APRILE giornalista e scrittore, pugliese,
residente ai castelli
romani, anni di lavoro a Milano. È stato
vicedirettore di «oggi» e direttore di «gente»
per la televisione ha lavorato CON SERGIO
ZAVOLI NELL’INCHIESTA A PUNTATE
«VIAGGIO NEL SUD» E A TV7.
NEL MARZO 2010 HA PUBBLICATO IL
LIBRO «TERRONI»
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8. SI TRATTA DI UN SAGGIO GIORNALISTICO CHE
DESCRIVE GLI EVENTI CHE HANNO
PENALIZZATO ECONOMICAMENTE IL
MERIDIONE, DAL RISORGIMENTO AI GIORNI
NOSTRI . L’ OPERA E’ DIVENUTA UN BESTSELLER
CON 250.000 COPIE VENDUTE. PER QUESTO LIBRO
GLI SONO STATI CONFERITI FRA GLI ALTRI A
PALERMO IL PREMIO ‘AUGUSTALE’, REGGIO
CALABRIA IL ‘RHEGIUM JULII, AD ALIANO IL
PREMIO ‘CARLO LEVO’ E AD AVEZZANO IL
PREMIO ‘MARSICA’.
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10. CI FURONO MIGLIAIA DI MORTI
INNOCENTI, FUCILATI SENZA UN
PROCESSO DA PERSONE SENZA
SCRUPOLI… CON LA SCUSA CHE
FOSSERO BRIGANTI
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11. PRENDIAMO ESEMPIO DA
NINO BIXIO, LUOGOTENENTE
DI GARIBALDI, DA SOLO ESEGUÌ
BEN SETTECENTO
FUCILAZIONI
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12. ANCHE L’INFORMAZIONE
DI QUEI TEMPI
COLLABORAVA! «La Gazzetta
del Popolo» di TORINO
suggerì: «Non solamente fucilare
ma impiccare , poiché la stessa
corda può servire per molti».
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13. CARLO MALGOLFO , UN
PIEMONTESE DELLA PROVINCIA
DI SONDRIO SCRISSE UN DIARIO ,
RITROVATO 114 ANNI DOPO:
«Entrammo nel paese , subito abbiamo cominciato a
fucilare i preti e uomini , quanti capitava , indi il
soldato saccheggiava , e infine abbiamo dato l’incendio
alle case».
CON LA GENTE DENTRO.
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14. Il maggiore Pietro Fumel ordinò di bruciare la paglia ,
murare e scoperchiare le case di campagna e abbattere
gli animali , chiunque si ribellasse era «Punito con rito
sommario» e «Fucilato immediatamente».
Fu condannata Donata Caretto di 88 anni e Antonio
Orsolino di 12 anni.
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15. Ancora non si sa quanti furono i
paesi distrutti dalle truppe
savoiarde e da quelle straniere al
loro servizio. Si è arrivati a contarne
81, alcuni cancellati per sempre
dalla carta geografica.
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16. SECONDO LE
TESTIMONIANZE DI
GIUSEPPE FERRARI , UN
DEPUTATO MILANESE , «Gli
orecchini sono stati strappati
dalle donne. Altrove tagliarono
dita per sfilare anelli».
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17. Il deputato Ferrari tentò di trasmettere al
parlamento il suo disgusto , ma fu inutile.
Alla fine si avverte l’impotenza del
giusto: «Se la vostra coscienza non vi
dice che state sguazzando nel sangue,
non so più come esprimermi». La cosa si
fece più impressionante alla Camera dei
Comuni, a Londra, dove pure se ne
discusse.16/10/15 19
18. Il massacro del Sud è stato testimoniato
dagli atti processuali.
Sono documentati numerosi casi di
stupro a Ponte Landolfo (5.000 abitanti).
I bersaglieri rastrellavano nelle case o
spingevano i prigionieri alla baionetta
come una mandria, giù per le strade fino
ad uno sbocco, dove attendevano i loro
colleghi che sparavano nel mucchio.
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19. I MORTI SUPERARONO IL
MIGLIAIO : E COSI’ FU PURE A
CERETO SANNITA , CASALDUNI
.
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20. Altri fucilati a Bronte e altri ancora a: NICOSIA,
BIANCAVILLA, LEONFORTE, RACALMUTO, NISCEMI,
TRECASTAGNI, SAN FILIPPO D’AGILA,
CASTIGLIONE, NOTO E REGALPIETRA. 2000 MORTI
SONO STATI TROVATI NELLA FOSSA COMUNE DI
GAETA, 150 – 160 SONO STATI TROVATI NELLA FOSSA
COMUNE DI GIOIA DEL COLLE, DECINE DI
PERSONE SONO STATE GIUSTIZIATE A VIESTE, 60 A
MONTE CILLONE, 12.225 A ISERNIA, 45 AD AULETTA,
40 A PIETRALCINA, 5 A PADULA, 232 A NOLA, 117 A
SCURCOLA, 526 NEL TERAMANO. IN UN’UNICA
SETTIMANA SONO STATI UCCISI 50 A CASAMARI, DA
135 A 150 A MONTEFALCIONE , A VENNA MARTELLO,
A SAN VITO CI SONO STATI 153 FUCILATI E 120
DEPORTATI. I PAESI DI PAGESE , SAN MARTINO, SAN
MARCO IN LAMIS, CONTROLE , GUARDI REGIA,16/10/15 22
21. IN SOLI 9 MESI , CIFRE
UFFICIALI, QUASI 9.000
FUCILATI, POCO MENO DI
11.000 FERITI, OLTRE 6.000
INCARCERATI, QUASI 200 PRETI,
FRATI, DONNE E BAMBINI
UCCISI.
L’ULTIMO «BRIGANTE»
OPPOSITORE FU UCCISO 12
ANNI DOPO IN CALABRIA.16/10/15 23
24. Né mano più leggera si ebbe con i
militari borbonici: essi furono
internati in campi di concentramento
al Nord dove la vita media non
superava i 3 mesi. Il conto preciso dei
morti non c’è perché non venivano
registrati ma fatti sparire nella calce
viva.
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25. In una lettera di Cavour
al re è scritto: « Non si
perda tempo a far
prigionieri» così
andavano «fucilati
immediatamente quelli16/10/15 27
26. Il duca di Maddaloni Francesco
Bruto Carafa denuncerà in
Parlamento che « Si promise il
perdono ai ribelli e agli sbandati.
Chi si presentò fu fucilato senza
processo».
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27. Dopo l’unità il ministro
degli esteri Menabrea pensò
di risolvere la questione
meridionale con le
deportazioni, ma il progetto
fu bloccato dagli Inglesi.
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28. Il ricordo è ancora vivo oggi nei
luoghi: A Pontelandolfo e
Casalduni, ogni anno per
l’anniversario della strage si
inscena la battaglia tra «briganti e
piemontesi».
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29. OGNI ANNO, A VICENZA, IL
COMUNE DEPONEVA UNA
CORONA.
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30. In Calabria se ne lamentarono con il
Padreterno: «Scesero dal Piemonte
allampanati, una razza che mangiava
polenta e a Natale e Pasqua 2 patate,
bestemmiatori orrendi e miscredenti e facce
toste e ladri matricolati, superbi
dispregiatori, impertinenti, siedono
all’ombra e fanno tavolato col sudore che
noi buttiamo ardente e della terra nostra,
divenimmo coloni e loro proprietari».16/10/15 32
31. L’ Economia DEL REGNO
DELLE DUE SICILIE PRIMA
DELL’ UNITA’
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32. IL PIEMONTE ERA PIENO DI debiti, IL
REGNO DELLE DUE SICILIE aveva le
finanze in avanzo. PRIMA DELL’UNITÀ,
anche LE QUOTAZIONI DEI TITOLI DI
STATO ERANO MOLTO DIFFERENTI
A VANTAGGIO DEL REGNO DELLE
DUE SICILIE
(Lo spread avvantaggiava il meridione)
16/10/15 34
33. Compiuta l’Unità si fece una cassa
comune (una piena l’altra vuota) e con i
soldi del sud si pagarono i debiti del
Nord : al tesoro circolante dell’Italia unita
, il Regno delle due Sicilie contribuì con il
60% di soldi , la Lombardia con l’1% , il
Piemonte con il 4% . I Meridionali hanno
pagato più degli altri Italiani , perché
costretti a rifondere pure le spese
affrontate per la loro liberazione e da ciò
si originò una forte ondata di migrazioni.16/10/15 35
34. L’impoverimento del Meridione per
arricchire il Nord non fu la
conseguenza, ma la ragione dell’unità
d’Italia. La ragione dei pratici, quella
dei romantici era un ideale. Vinsero
entrambi.
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35. «O la guerra o la bancarotta» scrisse il
deputato Cavouriano Pier Carlo Boggio, nel
1859. «Il Piemonte è perduto» conclude un
giornale dell’epoca «L ‘ Armonia»
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36. Giuseppe Civinini mazziniano e
garibaldino scrisse sul giornale «Diritto»
«si rovesci violentemente il Nord sul
Mezzoggiorno e si faccia violenza a
questa gente che ha bisogno di essere
signoreggiata».
16/10/15 38
37. Così potrà farsi l’unità , se no, no. L’1 o 2 per
cento degli Italiani vuole il Risorgimento e tanto
era ben radicata e produttiva l’economia
meridionale che, nel 1891 il reddito pro capite
della Campania è ancora superiore a quello
MEDIO nazionale .
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38. PRIMA DELLa conquista, iL
REGNO DELLE DUE SICILIE
aveva alcuni importanti primati
economici
16/10/15 40
39. L’economia politica quale disciplina
universitaria è stata inventata qui; e qui
ne è sorta la prima cattedra al mondo. Il
Meridione ebbe la prima ferrovia d’Italia
(la Napoli-Portici), il primo telegrafo
elettrico, i primi ponti sospesi in ferro,
illuminazione cittadina a gas.
16/10/15 41
40. Nonostante il primato nel campo
ferroviario, i Borboni non avevano come
obiettivo il potenziamento della rete
ferroviaria perché preferivano puntare sui
collegamenti marittimi; infatti essi
avevano la seconda flotta mercantile e la
terza flotta militare in Europa.
16/10/15 42
41. I Borboni pagarono con i loro soldi la nascita della prima
linea di navigazione nel Mediterraneo: lo sviluppo di una
linea di governo che propugnava le convenienze di un
trasporto marittimo per un Paese circondato per 34 dalle
acque. «Paradossalmente» -dice l’economista calabrese
Domenico Cersosimo- «La mia regione fu meglio collegata
nell’800 via mare che dopo, sino alla costruzione della
Salerno Reggio Calabria».
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42. Vuol dire che per un secolo dopo l’unità la
regione fu sostanzialmente isolata via
mare e terra
(a parte la tardiva, lenta, quasi mai più
toccata linea ferroviaria ottocentesca
appesa sul bordo costiero sino allo stretto)
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43. La sorte del Regno è stata
decisa da Gran Bretagna,
Francia e Piemonte,
braccio operativo e
utilizzatore finale
16/10/15 45
44. Con la sola vendita dei beni demaniali
ed ecclesiastici dell’ex regno
borbonico, la Nuova Italia incassò
600.000.000 di lire che presero la via
del Nord
16/10/15 46
45. ne investirono meno di 3 al Sud, sino al
1897. Il Nord recuperò terre su cui
impiantare colture redditizie , aumentò
l’occupazione, ampliò la base produttiva,
migliorò la salute. Al Sud restarono
miseria e malaria, tasse e l’accusa di
essere incapaci.
16/10/15 47
46. Dalle ricerche di Salvemini si deduce che
gli investimenti scolastici andavano ai
comuni più ricchi e con meno analfabeti; le
tasse scolastiche erano più alte nei comuni
più poveri e con più analfabeti
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47. La Lombardia riceve 79,44 lire ogni
10.000 abitanti , il Piemonte 68,81, la
Calabria 12,79; e, per finanziare l’
istruzione inferiore alla Liguria, si
danno 15.625 lire ogni 10.000 abitanti,
alla Calabria 80.
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48. All’alba del 900, lo stato
spende 93 lire per abitante in
Lazio, 71,15 in Liguria e
appena 8,77 in Basilicata.
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49. La flotta mercantile era fiorente e sviluppava
un traffico di importazione ed esportazione
molto elevato. Anche i cantieri navali di
Castellammare erano grandi (ancora nel 1931,
vi si costruì la Amerigo Vespucci la nave
scuola «più bella del mondo») su cui sono
istruite nuove leve della Marina
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50. Il Mezzogiorno è un paradiso
industriale. Le capacità economiche
furono bloccate: i filatoi, i mulini per
la produzione di zucchero di
barbabietola, le tonnare, le fabbriche
di liquirizia, le cartiere, i pastifici….
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51. Mongiana è sulle Serre Calabresi. Questo era
il più ricco distretto minerario e siderurgico
del Regno delle Due Sicilie e dell’Italia intera.
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52. Si diceva «I Ferri Di Mongiana», per
significare il meglio. Talmente tanta era
l’importanza di tale luogo che i Borboni vi
stabilirono una guarnigione militare a
protezione delle ferriere.
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54. Ancora oggi a Mongiana la metà dei
maschi ha per nome Ferdinando. Questi
luoghi spesso sono divenuti musei della
Memoria artigianale.
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55. I fenici già producevano ferro da questi
monti. L’acciaio di Mongiana e degli
stabilimenti attorno rese autonomo il
regno per la produzione di armi e di travi
destinati alla costruzione dei primi ponti
sospesi in ferro d’Italia.
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56. Il cantiere arsenale di Castellammare, nel
1860, era il più grande del Mediterraneo,
aveva 1800 operai.
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57. Ciò indusse lo Zar a far copiare e riprodurre,
identica, in Russia, la fabbrica Napoletana.
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58. E la Calabria era importante
nell’industria Meridionale
della seta.
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59. Gli altiforni di Mongiana furono spenti. Le
rotaie che servivano al trasporto di minerali
estratti dalle miniere dellE zone furono
divelte e vendute a peso.
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60. Una quindicina di operai in uno sciopero
contro lo «Scempio», furono uccisi dai
militari che spararono ad altezza d’ uomo.
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61. I tecnici e le maestranze calabresi costretti ad
emigrare in Umbria furono subito assunti nel
nuovo stabilimento ; altri finirono nel
bresciano , dove fecero la fortuna delle
fonderie lombarde.
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63. Dati Istat - SPESA SOCIALE
MEDIA PRO-CAPITE 2009
(VALORI IN EURO)
204-282
115-203
73-114
25-72
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64. QUANDO CON RASSEGNAZIONE
DICIAMO:
«Chisti simu!», DOBBIAMO
RICORDARCI ANCHE DI CIO’ CHE
SIAMO STATI PER POTER CAPIRE
COSA POTREMO ESSERE. IL
FUTURO SI APPOGGIA AL PASSATO.
E IL NOSTRO, DI PASSATO, NON HA
NULLA DA INVIDIARE A QUELLO
DEGLI ALTRI.
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