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L’invenzione francese del
film noir americano
Nino Frank: L’aventure criminelle, 1946
Il termine «film noir» compare per la prima in questo articolo che
discute in particolare quattro film americani girati prima della
guerra ma tutti distribuiti in Francia nell’estate del 1946:
• Il falcone maltese (The Maltese Falcon, John Huston, 1941)
• La fiamma del peccato (Double indemnity, Billy Wilder, 1944)
• Vertigine (Laura, Otto Preminger, 1944)
• L’ombra del passato (Murder My Sweet, Edward Dmitrick, 1944)
Nino Frank: L’aventure criminelle, 1946
Caratteristiche comuni:
• Ces films « noirs » n’ont-ils plus rien de commun avec les bandes policières
du type habituel. Ils sont au film policier habituel ce que les romans de
Dashiell Hammett sont à ceux de Van Dine ou d’Ellery Queen
• La réalisation est fidèlement fonction du scénario
• Récits nettement psychologiques, dynamisme de la mort violente,
« fantastique social »
• Le détective n’est pas une machine mais le protagoniste, c’est-à-dire le
personnage qui nous importe le plus
• La question essentielle ne consiste plus à découvrir qui a commis le crime,
mais à voir comment va se comporter le protagoniste
Borde e Chaumeton, Panorama du film noir, 1954
Riprendendo il filo del discorso da Nino Frank, gli autori evidenziano come i
quattro film citati da Frank siano stati seguiti, sugli schermi francesi, da molti
altri in un breve volgere di tempo. Nelle prime pagine del testo sono citati i
seguenti:
• La donna del ritratto (The Woman in the Window, Fritz Lang, 1944)
• I gangsters (The Killers, Robert Siodmak, 1946)
• Il fuorilegge (The Gun for Hire, FrankTuttle, 1942)
• Una donna nel lago (The Lady in the Lake, Robert Montgomery, 1947)
• Gilda (Gilda, Charles Vidor, 1946)
• Il grande sonno (The Big Sleep, Howard Hawks, 1946)
Questo porta gli autori a riconoscere la logica della serie come logica
soggiacente alla nascita del film noir come genere cinematografico.
Film noir e Série
noire
• La nozione di film noir come
serie è evidentemente debitrice
della grande popolarità acquisita in
Francia da una collana pubblicata
in Francia a partire dal 1945, sotto il
titolo, appunto di “série noire”
• Diretta da Marcel Duhamel, la
collana pubblica tutti i maggiori
successi del poliziesco anglo-
americano, dal whodunit classico
all’hard boiled, con qualche
inserzione di romanzi ”autoctoni di
scrittori francesi.
•
Serialità e generificazione
«A series could be defined as a group of nationally identifiable films sharing
certain common features (style, atmosphere, subject), features sufficiently
strong to mark them unequivocally and to give them, with time, an inimitable
quality.»
«Such series have a variable life: now two years, now ten. Up to a point it's
the viewer who deddes this. From the "filmological" point of view, series have
their origins in a few old movies, a few scattered titles. Afterward, they reach
a climax; that's to say, a moment of exceptional purity. Following that, they
fade and die, their aftereffects being felt in other genres.»
Caratteri del film noir
Secondo gli autori i film noir sono:
• Onirici
• Insoliti («strani»)
• Erotici
• Ambigui
• Crudeli
Questi aspetti concorrono a creare
uno stile che è meno il risultato di
un’intenzionalità autoriale che il
marchio di uno specifico modo di
produzione industriale, quello
hollywoodiano.
Differenze tra film noir e altre «serie nere»
basate sul «dinamismo della morte violenta»
• Rispetto al »documentario poliziesco» sul
genere di The Naked City (Jules Dassin, 1948): il
delitto non è visto dall’esterno, in maniera
oggettiva, ma dall’interno, da un angolo
psicologico, che ne mette in evidenza la
perversità e l’ambiguità dei moventi soggettivi.
• Il detective e la polizia non sono rappresentati a
tutto tondo come eroi senza macchia e senza
paura. D’altra parte i criminali sono dipinti con
una profondità psicologica che li rende
complessi e, in fin dei conti, umani.
Differenze tra film noir e altre «serie nere»
Rispetto ai film del realismo poetico francese
della seconda metà degli anni Trenta (Marcel
Carné, Julien Duvivier, Jean Renoir) «manca
del tutto l’elemento dell’onirismo e
dell’insolito» e non c’è traccia di quella
violenza gratuita che è invece un tratto
caratterizzante del film noir. «Jean Gabin
uccide, ma è un delinquente sentimentale,
un bravo ragazzo che vede rosso». Al tempo
stesso, gli autori riconoscono che questi film
abbiano costituito una fonte di ispirazione importante per il film noir
americano, come dimostrano vari remake o addirittura plagi realizzati a
Hollywood da registi come Anatole Litvak, Fritz Lang e Otto Preminger.
Differenze tra film noir e altre «serie nere»
La psicologizzazione del delinquente marca
un’altra importante differenza rispetto al
film gangster. La galleria dei «villains» del
film noir comprende tutta una serie di
figure equivoche ed ambigue come
«assassini angelici, gangster nevrotici,
capobanda megalomani, tirapiedi
depravati». Questa stessa ambiguità segna
le figure delle vittime, che vengono rappre-
sentate come legate da relazioni ambigue e perverse ai loro persecutori. Lo
stesso «eroe» appare a tratti come una vittima, esposto al fallimento e alla
violenza dei cattivi, caratterizzato da passività, masochismo, spinto all’azione
da una curiosità morbosa più che dal senso della giustizia.
La femme fatale, figura dell’ambiguità
Una nuova prospettiva sulla violenza
Il film noir abbandona completamente il
motivo del combattimento ad armi pare
che è tipico del western in favore di un
esercizio impassibile e crudele della
violenza a sangue freddo. «Il delitto
diventa meccanico, professionale,
eseguito da sicari che portano a termine il
loro compito senza odio.»
L’omicidio si trasforma in una specie di
cerimoniale, eseguito da artisti del
delitto. »Nel film noir si assiste a una
panoplia di crudeltà e sofferenza senza
precedenti.»
Dell’insolito, o dello straniamento
Tuttavia, l’angoscia che permea questi film ha meno a che fare con la
rappresentazione cruda della violenza che con la «stranezza» delle circostanze
che la determinano. La narrazione ha un che di opaco, di sfuggente, in ultima
istanza di onirico, benché ogni singola sequenza «potrebbe passare per un
frammento di un documentario». Il detective viene assoldato per indagare su
un fatto o una persona che poco a poco si rivela non essere quel che sembra,
mentre la realtà si deforma progressivamente fino a trasformarsi in un incubo
che ha i tratti del delirio. Questa stranezza pervasiva è generata innanzitutto
dalla «incertezza circa il movente del delitto», che si risolve solo alla fine,
quando il colpevole confessa, ma solo in punto di morte. Il risultato è
un’atmosfera di incoerenza e di confusione che pervade tutta la narrazione,
conferendo a questi film la loro tipica qualità onirica.
Dell’insolito, o dello straniamento
• Gli autori descrivono questa situazione in termini che ricordano da vicino la
nozione di straniamento introdotta da Sklovskij. Il film noir, infatti, scrivono
Borde e Chaumeton, tende a «disorientare» il pubblico, strappandolo
all’abitudine di una fruizione plasmata sulle convenzioni del cinema
hollywoodiano dell’anteguerra.
• In conclusione »the moral ambivalence, criminal violence, and
contradictory complexity of the situations and motives all combine to give
the public a shared feeling of anguish or insecurity, which is the identifying
sign of film noir at this time. All the works in this series exhibit a
consistency of an emotional sort; namely, the state oftension created in
the spectators by the disappearance of their psychological bearings. The
vocation of film noir has been to create a specific sense of malaise.»
Le fonti del film noir
Tutti i primi film della serie sono tratti da romanzi
hard boiled. I produttori si rivolgono alla letteratura
con l’obiettivo di sfruttare un filone di successo e
inizialmente investono poco in queste produzioni.
• Dashiell Hammett (Il falcone maltese, 1930; La
chiave di vetro, 1930)
• Raymond Chandler (Il grande sonno, 1939; Addio
mia amata, 1940; La signora nel lago, 1943)
• James Cain (Il postino suona sempre due volte,
1934; La fiamma del peccato, 1936; Mildred Pierce,
1941)
• W. R. Burnett (Piccolo Cesare, 1929; Giungla
d’asfalto, 1949)
• Graham Greene (Una pistola in vendita, 1936; Il
terzo uomo, 1950)
Differenze tra film e romanzi
Nati per capitalizzare sul successo dell’hard boiled letterario i primi film noir
non si distinguono per una particolare ricerca stilistica. Sono piuttosto statici,
basati sul dialogo più che sullo stile visivo.
Al contempo, presentano notevoli differenze rispetto alle loro fonti,
soprattutto per effetto delle regole del codice di autocensura in vigore a
Hollywood, noto come Codice Hays
• La rappresentazione della violenza è meno cruda e insistita
• L’elemento erotico è attenuato
• La narrazione è spesso frammentaria, in quanto la necessità di comprimere
il materiale narrativo nell’arco di un’ora e mezza costringe a tagliare intere
porzioni di testo, con il risultato di rendere il racconto non sempre logico e
comprensibile.
Differenze tra film e romanzi
Gli autori sostengono tuttavia che queste limitazioni, lungi dal nuocere al risultato finale,
gli conferiscano un fascino aggiuntivo
• Mentre alla lunga la violenza gratuita dei romanzi hard boiled finisce per diventare
convenzionale e scadere in un mero esercizio manieristico di stile, i film noir tendono
a un approccio più realistico
• La stessa dimensione parzialmente incoerente della narrazione, dovuta all’esigenza di
semplificare il materiale narrativo, aumenta il senso di stranezza e il disorientamento
suscitato da questi film
• La necessità di omettere i passaggi più violenti della trama, incoraggia l’uso di
soluzioni ingegnose al fine di suggerire la violenza o l’erotismo più spinto, giocando
sull’immaginazione del pubblico
• Infine, l’influsso della psicoanalisi è decisamente più importante nei film della serie di
quanto non sia nelle opere letterarie da cui sono tratti.
Motivazioni storico-sociali
del successo del film noir
Genere eminentemente americano, il film noir poteva nascere solo negli Stati Uniti in
questo specifico periodo storico. Tra le motivazioni gli autori citano:
• L’aumento esponenziale dei fatti di sangue nel periodo in questione, in concomitanza
con lo sviluppo della stampa che li espone in modo sempre più sensazionale al
pubblico
• Gli orrori della guerra, che giungono agli americano mediati dalla stampa e dai cine-
giornali. Gli autori sottolineano che il film noir sarebbe stato impossibile in Europa,
dove i traumi della guerra non erano stati visti da lontano, ma vissuti tragicamente nel
tessuto vivo della società
• Il patrimonio di competenze tecniche e creative accumulato a Hollywood nel corso dei
decenni, anche come effetto delle diverse ondate di migrazioni di professionisti
dall’Europa
Influenze del cinema d’anteguerra
• Documentario poliziesco
• Film di guerra
• Realismo poetico francese
• Surrealismo
• Espressionismo tedesco
• Gangster film
• Film horror
• Serie poliziesche
• Film di animazione
• Commedia
• Film sociale o realista

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  • 2. Nino Frank: L’aventure criminelle, 1946 Il termine «film noir» compare per la prima in questo articolo che discute in particolare quattro film americani girati prima della guerra ma tutti distribuiti in Francia nell’estate del 1946: • Il falcone maltese (The Maltese Falcon, John Huston, 1941) • La fiamma del peccato (Double indemnity, Billy Wilder, 1944) • Vertigine (Laura, Otto Preminger, 1944) • L’ombra del passato (Murder My Sweet, Edward Dmitrick, 1944)
  • 3. Nino Frank: L’aventure criminelle, 1946 Caratteristiche comuni: • Ces films « noirs » n’ont-ils plus rien de commun avec les bandes policières du type habituel. Ils sont au film policier habituel ce que les romans de Dashiell Hammett sont à ceux de Van Dine ou d’Ellery Queen • La réalisation est fidèlement fonction du scénario • Récits nettement psychologiques, dynamisme de la mort violente, « fantastique social » • Le détective n’est pas une machine mais le protagoniste, c’est-à-dire le personnage qui nous importe le plus • La question essentielle ne consiste plus à découvrir qui a commis le crime, mais à voir comment va se comporter le protagoniste
  • 4. Borde e Chaumeton, Panorama du film noir, 1954 Riprendendo il filo del discorso da Nino Frank, gli autori evidenziano come i quattro film citati da Frank siano stati seguiti, sugli schermi francesi, da molti altri in un breve volgere di tempo. Nelle prime pagine del testo sono citati i seguenti: • La donna del ritratto (The Woman in the Window, Fritz Lang, 1944) • I gangsters (The Killers, Robert Siodmak, 1946) • Il fuorilegge (The Gun for Hire, FrankTuttle, 1942) • Una donna nel lago (The Lady in the Lake, Robert Montgomery, 1947) • Gilda (Gilda, Charles Vidor, 1946) • Il grande sonno (The Big Sleep, Howard Hawks, 1946) Questo porta gli autori a riconoscere la logica della serie come logica soggiacente alla nascita del film noir come genere cinematografico.
  • 5. Film noir e Série noire • La nozione di film noir come serie è evidentemente debitrice della grande popolarità acquisita in Francia da una collana pubblicata in Francia a partire dal 1945, sotto il titolo, appunto di “série noire” • Diretta da Marcel Duhamel, la collana pubblica tutti i maggiori successi del poliziesco anglo- americano, dal whodunit classico all’hard boiled, con qualche inserzione di romanzi ”autoctoni di scrittori francesi. •
  • 6. Serialità e generificazione «A series could be defined as a group of nationally identifiable films sharing certain common features (style, atmosphere, subject), features sufficiently strong to mark them unequivocally and to give them, with time, an inimitable quality.» «Such series have a variable life: now two years, now ten. Up to a point it's the viewer who deddes this. From the "filmological" point of view, series have their origins in a few old movies, a few scattered titles. Afterward, they reach a climax; that's to say, a moment of exceptional purity. Following that, they fade and die, their aftereffects being felt in other genres.»
  • 7. Caratteri del film noir Secondo gli autori i film noir sono: • Onirici • Insoliti («strani») • Erotici • Ambigui • Crudeli Questi aspetti concorrono a creare uno stile che è meno il risultato di un’intenzionalità autoriale che il marchio di uno specifico modo di produzione industriale, quello hollywoodiano.
  • 8. Differenze tra film noir e altre «serie nere» basate sul «dinamismo della morte violenta» • Rispetto al »documentario poliziesco» sul genere di The Naked City (Jules Dassin, 1948): il delitto non è visto dall’esterno, in maniera oggettiva, ma dall’interno, da un angolo psicologico, che ne mette in evidenza la perversità e l’ambiguità dei moventi soggettivi. • Il detective e la polizia non sono rappresentati a tutto tondo come eroi senza macchia e senza paura. D’altra parte i criminali sono dipinti con una profondità psicologica che li rende complessi e, in fin dei conti, umani.
  • 9. Differenze tra film noir e altre «serie nere» Rispetto ai film del realismo poetico francese della seconda metà degli anni Trenta (Marcel Carné, Julien Duvivier, Jean Renoir) «manca del tutto l’elemento dell’onirismo e dell’insolito» e non c’è traccia di quella violenza gratuita che è invece un tratto caratterizzante del film noir. «Jean Gabin uccide, ma è un delinquente sentimentale, un bravo ragazzo che vede rosso». Al tempo stesso, gli autori riconoscono che questi film abbiano costituito una fonte di ispirazione importante per il film noir americano, come dimostrano vari remake o addirittura plagi realizzati a Hollywood da registi come Anatole Litvak, Fritz Lang e Otto Preminger.
  • 10. Differenze tra film noir e altre «serie nere» La psicologizzazione del delinquente marca un’altra importante differenza rispetto al film gangster. La galleria dei «villains» del film noir comprende tutta una serie di figure equivoche ed ambigue come «assassini angelici, gangster nevrotici, capobanda megalomani, tirapiedi depravati». Questa stessa ambiguità segna le figure delle vittime, che vengono rappre- sentate come legate da relazioni ambigue e perverse ai loro persecutori. Lo stesso «eroe» appare a tratti come una vittima, esposto al fallimento e alla violenza dei cattivi, caratterizzato da passività, masochismo, spinto all’azione da una curiosità morbosa più che dal senso della giustizia.
  • 11. La femme fatale, figura dell’ambiguità
  • 12. Una nuova prospettiva sulla violenza Il film noir abbandona completamente il motivo del combattimento ad armi pare che è tipico del western in favore di un esercizio impassibile e crudele della violenza a sangue freddo. «Il delitto diventa meccanico, professionale, eseguito da sicari che portano a termine il loro compito senza odio.» L’omicidio si trasforma in una specie di cerimoniale, eseguito da artisti del delitto. »Nel film noir si assiste a una panoplia di crudeltà e sofferenza senza precedenti.»
  • 13. Dell’insolito, o dello straniamento Tuttavia, l’angoscia che permea questi film ha meno a che fare con la rappresentazione cruda della violenza che con la «stranezza» delle circostanze che la determinano. La narrazione ha un che di opaco, di sfuggente, in ultima istanza di onirico, benché ogni singola sequenza «potrebbe passare per un frammento di un documentario». Il detective viene assoldato per indagare su un fatto o una persona che poco a poco si rivela non essere quel che sembra, mentre la realtà si deforma progressivamente fino a trasformarsi in un incubo che ha i tratti del delirio. Questa stranezza pervasiva è generata innanzitutto dalla «incertezza circa il movente del delitto», che si risolve solo alla fine, quando il colpevole confessa, ma solo in punto di morte. Il risultato è un’atmosfera di incoerenza e di confusione che pervade tutta la narrazione, conferendo a questi film la loro tipica qualità onirica.
  • 14. Dell’insolito, o dello straniamento • Gli autori descrivono questa situazione in termini che ricordano da vicino la nozione di straniamento introdotta da Sklovskij. Il film noir, infatti, scrivono Borde e Chaumeton, tende a «disorientare» il pubblico, strappandolo all’abitudine di una fruizione plasmata sulle convenzioni del cinema hollywoodiano dell’anteguerra. • In conclusione »the moral ambivalence, criminal violence, and contradictory complexity of the situations and motives all combine to give the public a shared feeling of anguish or insecurity, which is the identifying sign of film noir at this time. All the works in this series exhibit a consistency of an emotional sort; namely, the state oftension created in the spectators by the disappearance of their psychological bearings. The vocation of film noir has been to create a specific sense of malaise.»
  • 15. Le fonti del film noir Tutti i primi film della serie sono tratti da romanzi hard boiled. I produttori si rivolgono alla letteratura con l’obiettivo di sfruttare un filone di successo e inizialmente investono poco in queste produzioni. • Dashiell Hammett (Il falcone maltese, 1930; La chiave di vetro, 1930) • Raymond Chandler (Il grande sonno, 1939; Addio mia amata, 1940; La signora nel lago, 1943) • James Cain (Il postino suona sempre due volte, 1934; La fiamma del peccato, 1936; Mildred Pierce, 1941) • W. R. Burnett (Piccolo Cesare, 1929; Giungla d’asfalto, 1949) • Graham Greene (Una pistola in vendita, 1936; Il terzo uomo, 1950)
  • 16. Differenze tra film e romanzi Nati per capitalizzare sul successo dell’hard boiled letterario i primi film noir non si distinguono per una particolare ricerca stilistica. Sono piuttosto statici, basati sul dialogo più che sullo stile visivo. Al contempo, presentano notevoli differenze rispetto alle loro fonti, soprattutto per effetto delle regole del codice di autocensura in vigore a Hollywood, noto come Codice Hays • La rappresentazione della violenza è meno cruda e insistita • L’elemento erotico è attenuato • La narrazione è spesso frammentaria, in quanto la necessità di comprimere il materiale narrativo nell’arco di un’ora e mezza costringe a tagliare intere porzioni di testo, con il risultato di rendere il racconto non sempre logico e comprensibile.
  • 17. Differenze tra film e romanzi Gli autori sostengono tuttavia che queste limitazioni, lungi dal nuocere al risultato finale, gli conferiscano un fascino aggiuntivo • Mentre alla lunga la violenza gratuita dei romanzi hard boiled finisce per diventare convenzionale e scadere in un mero esercizio manieristico di stile, i film noir tendono a un approccio più realistico • La stessa dimensione parzialmente incoerente della narrazione, dovuta all’esigenza di semplificare il materiale narrativo, aumenta il senso di stranezza e il disorientamento suscitato da questi film • La necessità di omettere i passaggi più violenti della trama, incoraggia l’uso di soluzioni ingegnose al fine di suggerire la violenza o l’erotismo più spinto, giocando sull’immaginazione del pubblico • Infine, l’influsso della psicoanalisi è decisamente più importante nei film della serie di quanto non sia nelle opere letterarie da cui sono tratti.
  • 18. Motivazioni storico-sociali del successo del film noir Genere eminentemente americano, il film noir poteva nascere solo negli Stati Uniti in questo specifico periodo storico. Tra le motivazioni gli autori citano: • L’aumento esponenziale dei fatti di sangue nel periodo in questione, in concomitanza con lo sviluppo della stampa che li espone in modo sempre più sensazionale al pubblico • Gli orrori della guerra, che giungono agli americano mediati dalla stampa e dai cine- giornali. Gli autori sottolineano che il film noir sarebbe stato impossibile in Europa, dove i traumi della guerra non erano stati visti da lontano, ma vissuti tragicamente nel tessuto vivo della società • Il patrimonio di competenze tecniche e creative accumulato a Hollywood nel corso dei decenni, anche come effetto delle diverse ondate di migrazioni di professionisti dall’Europa
  • 19. Influenze del cinema d’anteguerra • Documentario poliziesco • Film di guerra • Realismo poetico francese • Surrealismo • Espressionismo tedesco • Gangster film • Film horror • Serie poliziesche • Film di animazione • Commedia • Film sociale o realista