FARE politica, FARE sviluppo locale. 12/09/2015 incontro con Fabrizio Barca -...
FARE politica, FARE sviluppo locale. 12/09/2015 incontro con Fabrizio Barca
1. ‘Fare politica, Fare sviluppo locale’ - Intervento di S. Perolo
Biella, 12 settembre 2015
Le aree protette:
un costo o
una risorsa per il territorio?
2. 1. Le risorse ‘dimenticate’ del territorio
– un territorio piccolo (913
kmq), ben definito,
storicamente isolato
IL BIELLESE
• una qualità ambientale elevata:
montagne, fascia collinare,
torrenti e relative vallate...
• una fitta trama di piccole realtà
di interesse ambientale,
paesaggistico, culturale,
sportivo (outdoor)
• numerose aree protette
diversificate e peculiari, poco
integrate tra di loro e con il
territorio
un territorio che ha difficoltà a riconoscere (e dunque a valorizzare) il
proprio patrimonio di ricchezze naturali
3.
4. 2. Il rapporto tra parchi e sviluppo locale
l’area protetta, risultato dell’azione umana sull’ambiente, diventa elemento
fondante dell’identità del territorio e del suo sviluppo sostenibile
PROTEZIONE
1800- prima metà 1900
COMMERCIALIZZAZIONE
dagli anni ‘50
VALORIZZAZIONE
oggi
Legge quadro 394/1991
LR Piemonte 19/2009
parchi come
risorsa naturale
da conservare
parchi come
risorsa turistica
da sfruttare
parchi come
mix inscindibile di
natura e cultura
da gestire
‘wilderness’ ‘destination’
‘bene comune’
5. 3. Il concetto di ‘valorizzazione’
Alle aree protette, la legge affida un ruolo di ‘volano’ nella crescita
economica, culturale e sociale del territorio, in particolare:
conservazione del patrimonio naturale
conservazione e riqualificazione dei valori antropologici,
archeologici, storici, architettonici, sociali
conservazione e riqualificazione delle attività locali tradizionali
sviluppo di un’economia locale sostenibile
crescita culturale e sociale delle comunità locali
sviluppo di reti locali
creazione/rafforzamento dell’identità territoriale
attivazione di processi di partecipazione
il parco, come laboratorio di modelli di sviluppo innovativi, durevoli e
sostenibili, diventa una vera e propria risorsa strategica per il territorio
6. 4. Il parco Burcina
Situato sull’omonimo Brich, in posizione
strategica, è un giardino storico unico
nel suo genere, ideato e realizzato, a
partire dal 1850, da quattro generazioni
della famiglia Piacenza, industriali lanieri
dal 1700 e appassionati botanici
Alla loro intuizione visionaria si deve questa
opera di land art ante litteram: un giardino
botanico inserito in un ambiente alpino,
accuratamente ricreato su un colle che, a
metà ‘800, aveva subito deforestazione e
degrado
7. Ispirato ai canoni romantici ottocenteschi
del giardino inglese, il parco vanta molti
esemplari arborei ultracentenari,
provenienti da tutto il mondo, che si
mescolano alla vegetazione tipica della
zona in un piacevole scenario di forme,
colori e prospettive...
...arricchito da elementi architettonici e
paesaggistici (strade, sentieri, cascine, il
laghetto, i viali, la torre…).
8. La Burcina è nota soprattutto per la Conca dei Rododendri:
oltre 700 piante, appartenenti ad oltre 200 varietà (in gran
parte originarie del Caucaso e dell’ Himalaya), che
raggiungono spesso un’altezza di 12-15 metri e che in
primavera danno luogo ad una spettacolare fioritura
un esempio paradigmatico di
fusione tra natura e cultura
9. 5. La situazione attuale del parco
Nato come parco privato, viene acquistato dal Comune di Biella, che
ne è tuttora proprietario al 70%, insieme al Comune di Pollone
una ‘governance’ sempre più centralizzata e burocratica, che rischia di
sperperare un patrimonio costruito in 150 anni
1935
l’amministrazione del Parco Burcina è passata a Regione Piemonte,
mantenendo però fino al 2011 una sua autonomia gestionale: fino a
quel momento, il Parco risulta in buone condizioni di manutenzione
e culturalmente attivo, con iniziative di tipo didattico, ludico,
turistico, scientifico; molto ricca è anche l’attività di comunicazione
e promozione turistica
in attuazione della LR 19/2009, la Burcina viene inglobata con
molte altre aree in uno degli Enti di Gestione regionale, perdendo
di fatto qualsiasi autonomia; da quel momento, inizia il declino del
parco: manutenzione ordinaria aleatoria (con momenti di totale
degrado), azzeramento degli investimenti, fine di tutte le attività
scientifiche, didattiche, ricreative, sportive, abbandono di ogni
attività di comunicazione e promozione turistica
1980
2012
2015
la Regione ‘razionalizza’ ulteriormente la gestione delle aree
protette, accorpando la Burcina con le ‘Terre d’acqua’ del Piemonte
nord orientale: per un piccolo e prezioso giardino botanico, già
agonizzante, è una condanna a morte
10. 6. Quale futuro per il parco?
– Il Parco Burcina ha tutte le caratteristiche per poter svolgere il ruolo di ‘volano’
di sviluppo culturale, sociale e economico del territorio: per la sua lunga storia,
per il forte legame con il territorio, per il suo pregio, per la notorietà di cui –
fino a qualche anno fa – godeva anche fuori dai confini territoriali, per il ruolo
che in passato ha saputo ricoprire come promotore di ricerca e di didattica
– Per questo, il PD di Biella si è fatto promotore di una iniziativa a livello politico
per sollecitare una nuova e diversa gestione del parco, ridando centralità
alle amministrazioni locali
– Parallelamente, alcuni soggetti attivi sul territorio a livello culturale e
ambientale (in particolare, Ecomuseo Valle Elvo e Serra e WWF Biellese) hanno
messo a disposizione la propria esperienza e la propria organizzazione per la
parte progettuale e per la gestione di un percorso capace di attivare una serie
di ‘buone pratiche’ già sperimentate in altre realtà analoghe
– In particolare, si auspica l’avvio di un percorso di coinvolgimento del
territorio: degli stakeholders, delle realtà socio-culturali presenti e, soprattutto,
della popolazione, anche in conseguenza del forte legame affettivo che la lega al
Parco.
il rilancio del parco presuppone la capacità di riattivare e rafforzare i
suoi legami con il territorio
11. 7. Cosa servirebbe?
• un modello di gestione più flessibile e articolato, che
restituisca un ruolo centrale agli Enti Locali, efficiente e in
grado di rilanciare il parco e il suo ruolo
governance
strategia
risorse
strumenti
partecipazione
• un piano di gestione, valorizzazione e promozione del Parco,
integrato e coordinato con la progettualità e la pianificazione
generale del territorio
• creazione di un soggetto dedicato (es 'Fondazione di
partecipazione'), con l'obiettivo di ricercare, raccogliere e
gestire tutte le risorse disponibili: contributi pubblici (regionali
e locali), di Fondazioni, di privati, forme di 'azionariato
pubblico' o di crowdfunding, finanziamenti su progetti.
• un processo che sappia attivare e coordinare tutte le risorse
già presenti sul territorio, nonché coinvolgere tutti i soggetti:
amministrazioni, attori economici, associazioni, cittadini
• un budget certo per la manutenzione e recupero del parco,
nonché gli investimenti necessari per lo start-up di un percorso
di valorizzazione che possa portare ad una relativa autonomia
finanziaria del parco
considerare il Parco una risorsa su cui investire, e non un costo da tagliare