Italy you did not expect: Journey in the Arctic in the midst of the Mediterra...Carlo Jacomini
Mantoni C., Bigaran F., Falco S., Jacomini C., 2017. Poster prized at the 42nd Congress of Italian Society of Soil Science (SISS), Florence, 5-7 Dec., 2017, 2nd Session: “Climate Change Mitigation: from Carbon Sequestration to GHG Emissions reduction”.
Andrea baucon, corso di paleoecologia lezione 2 - ambienti glacialiAndrea Baucon
The slides are part of the "Palaeoecology: methods and applications" course taught by Andrea Baucon at the University of Genoa.
OVERVIEW
The activities are aimed at providing practical and theoretical tools to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, ichnofossils) of sedimentary successions. The teaching program follows a paleoecological transect from continental environments to abyssal plains, passing through deserts and coral reefs. For each depositional environment, the characteristic paleoecological properties are discussed, illustrating how to recognize, describe and interpret them.
LEARNING OUTCOMES
The student will acquire the ability to reconstruct the depositional environment based on the paleontological aspects (fossils, icnofossils) of a sedimentary succession.
SYLLABUS / CONTENT
1. PALEOENVIRONMENTAL TOOLS: the paleoecological investigation; taphonomy applied to environmental reconstruction; ichnofacies; ichnofabric; facies analysis; technical-scientific reports;
2. CONTINENTAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of desert, lake, river, alluvial plain, glacial and volcanoclastic settings;
3. SHALLOW MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and palaeoenvironments of beach, tidal plain, lagoon, strandplain, chenier plain, rocky coast, shelf, and carbonatic settings;
4. TRANSITIONAL ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of estuarine and deltaic settings;
5. DEEP MARINE ENVIRONMENTS: paleoecology and paleoenvironments of slope and abyssal plain settings;
Fieldwork activity: paleoecological analysis of fossil-bearing sedimentary successions
AIMS AND LEARNING OUTCOMES
The student will be able to:
• Define the ecological characteristics of a fossil association and their paleoenvironmental implications;
• Recognize, classify and interpret the main ichnofossils present in marine, transitional and continental sedimentary successions;
• Integrate paleontological and sedimentological information;
• Interpret the depositional environment of a sedimentary succession, based on both outcrop and core data;
• Compile summary documents such as technical-scientific reports and graphic representations of paleoenvironments
2. Deserto Freddo: Caratteristiche
Nei deserti freddi si riscontrano forti escursioni termiche annue
(nel mese più freddo si può arrivare a –30 C). Le notevoli
differenze tra le temperature estive e quelle invernali sono
dovute alla posizione geografica di questi deserti: essi si trovano a
latitudini medie o alte – dove l’insolazione muta parecchio durante
l’anno – e all’interno dei continenti, lontani da masse d’acqua
mitigatrici del clima. L’aridità dei deserti freddi è dovuta
anch’essa alla distanza dal mare o alla presenza di rilievi montuosi
che impediscono alle masse d’aria umida provenienti dagli oceani di
penetrarvi.
3. Deserto Caldo e Deserto Freddo
La differenza tra deserto caldo e deserto freddo è data dalle
diverse temperature medie annue e dalle diverse escursioni
termiche. Nel deserto caldo l’escursione termica annua è modesta,
mentre quella giornaliera è forte. Nel deserto freddo l’escursione
termica annua è accentuata, quella giornaliera è più contenuta.
4. Deserto Freddo: Clima
In generale le precipitazioni sono inferiori ai 400 mm annui, ma in
alcune zone non superano neppure i 200mm.
Le temperature minime si aggirano intorno ai -40 , causate da
venti polari. Le massime si raggiungono nella stagione più calda e
possono arrivare anche oltre i +40 .
Si distinguono due stagioni: una calda ed una fredda, senza le
stagioni intermedie a noi familiari.
5. Deserto Freddo: Flora
Nei deserti freddi la flora deve superare la doppia sfida di
oscillazioni climatiche estreme tra estate ed inverno e della scarsa
presenza di acqua, per lo più sotto forma di neve o nebbia.
Esempi di deserti freddi sono il Great Basin Desert negli Stati
Uniti e il deserto del Gobi in Asia centrale.
Nel primo prevalgono svariate forme di arbusti – ad esempio
l’artemisia – oppure alberi molto resistenti quali il ginepro o il
cirmo (pinus cembroide).
Nel secondo prevalgono ancora artemisie – diffuse negli altipiani
aridi – e poi salsolacee – le quali sopravvivono in ambienti ricchi di
sale e poveri d’acqua.
6. Deserto Freddo: Fauna
La fauna locale sostiene diverse popolazioni di mammiferi
ruminanti e relativi predatori.
Nel deserto del Gobi si trovano cammelli, asini selvatici, antilopi,
gazzelle, leopardi di montagna e lupi.
Il Great Basin Desert é abitato da capre di montagna, cervi, alci,
puma e coyote.
7. Deserto Freddo: Insediamenti Umani
Nei deserti freddi vi è una sporadica presenza umana, per lo più
caratterizzata da tribù nomadi.
La vita nomade è determinata dalle ostili condizioni di vita, che non
consentono praticamente nessun tipo di sfruttamento economico
del territorio.
L’attività prevalente è legata alla pastorizia.
8. Deserto Freddo: Problemi
Il deserto freddo presenta condizioni ambientali molto ostili
Le risorse naturali immediatamente disponibili sono esigue
Di conseguenza vi sono limitate possibilità di sfruttamento
economico
Gli insediamenti umani sono sporadici e di tipo nomadico
Conclusione: non vi sono significative opportunità di sviluppo per
l’uomo e le strutture sociali da lui create