SlideShare a Scribd company logo
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
INDICE
I
INDICE
Capitolo 1: DESCRIZIONE GENERALE
DELL’OPERA
1.1.Introduzione
1.2.Caratteristiche essenziali dell’edificio
1.2.1.Solai
1.2.2.Travi e colonne
1.2.3.Controventi
1.2.4.Vetro
pag. 1
Capitolo 2: NORMATIVE DI RIFERIMENTO E
METODI DI CALCOLO pag. 14
Capitolo 3: MATERIALI
3.1. Introduzione
3.2. Acciaio
3.3. Conglomerato cementizio
pag. 15
Capitolo 4: LE AZIONI
4.1. Carichi permanenti e sovraccarichi variabili
4.2. Azioni ambientali e naturali
4.2.1. Calcolo dell’azione del vento
4.2.2. Calcolo dell’azione della neve
4.2.3. Calcolo dell’azione sismica
pag. 23
Capitolo 5: AZIONI DI CALCOLO
5.1. Introduzione
5.2. Metodo semiprobabilistico agli stati limite
5.2.1. Stati limite ultimi
5.2.2. Stati limite d’esercizio
5.2.3. Combinazione dell’azione sismica con
le altre azioni
5.3. Resistenza di calcolo
5.4. Metodi di analisi generale
pag. 41
Capitolo 6: MODELLAZIONE
6.1. Introduzione
6.2. Modellazione delle strutture piane
6.2.1. Modellazione del solaio
6.3. Travi
6.4. Modellazione delle masse
6.5. Modellazione delle colonne
6.6. Modellazione dei controventi
pag. 52
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
INDICE
II
6.7. Modellazione delle fondazioni
6.7.1. Modellazione con shell
6.7.2. Modellazione con solid
6.7.3. Modellazione in grid-work
6.7.4. Modellazione dei pali
6.7.5. Modellazione del terreno
Capitolo 7: VERIFICHE
7.1. Introduzione
7.2. Solaio
7.3. Travi
7.4. Colonne
7.5. Controventi
7.6. Fondazioni e terreno
7.6.1. Fondazioni a graticcio
7.7. Unioni
7.7.1. Collegamento trave inclinata interna e
colonna
7.7.2. Collegamento trave inclinata di bordo e
colonna
7.7.3. Collegamento controventi e colonna
7.7.4. collegamento fondazione
pag.75
Capitolo 8: RISULTATI DELL’ANALISI
8.1. Introduzione
8.2. Controllo dell’analisi modale
8.3. Controllo degli spostamenti all’ultimo piano
8.4. Controllo del carico sui pali
8.5. Controllo della modellazione di un nodo
strutturale
8.6. Conclusioni
pag.124
Capitolo 9: NON LINEARITA’ GEOMETRICA E
ANALISI DI PUSH-OVER
9.1. Introduzione
9.2. Non linearità geometrica
9.3. Casi di analisi non lineari
9.4. Solo effetto P-Delta
9.5. Analisi P-Delta iniziale
9.6. Analisi building
9.7. Analisi statica non lineare
9.7.1. Non linearità
9.7.2. Carichi
9.7.3. Controllo applicazione del carico
9.7.4. Controllo carichi
9.7.5. Controllo dello spostamento
9.8. Curva di push-over
9.8.1. cerniere di scaricamento
pag.141
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
INDICE
III
9.9. Applicazioni
Appendice A: ANALISI DI BUCKLING E ANALISI
PLASTICA
pag.163
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
1
CAPITOLO 1
DESCRIZIONE GENERALE DELL’OPERA
1.1. Introduzione
Nel seguente capitolo si vuole dare una visione d’insieme della
costruzione studiata, in modo da fornire le informazioni utili e i dati
necessari alla migliore comprensione della relazione che segue. Nel grafico
riportato sotto si è voluto dare un’idea di quello che è stato il processo
logico seguito nella progettazione dell’edificio, mettendo in evidenza le
scelte prese in esame.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
2
Figura 1.1: Visione d’insieme “realistica” della costruzione ultimata
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
3
1.2. Caratteristiche essenziali dell’edificio
L’opera esaminata risulta simmetrica rispetto ad ambedue gli assi
baricentrici, sia per quel che riguarda la pura geometria, sia per ciò che
concerne i profilati scelti per gli elementi strutturali. La pianta è quadrata
(36 m di lato) con gli angoli smussati ed una piccola incisione nel centro dei
lati laterali (fig. 1.2), di 2,7mx3,3m.
Figura 1.2: Pianta piano tipo
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
4
Edificio multipiano uso uffici non
aperti al pubblico
Altezza 160 m
Piani 40
Pianta 36x36 m
Materiale costruttivo Acciaio Fe430
Fondazione 50x50x3,5m
n pali 100
Materiale fondazione Cls Rck35
La zona centrale dell’edificio è stata destinata ad accogliere i vani scale e
i vani ascensore che servono il piano.
Si è scelto di avere grandi luci libere di solaio utilizzando profilati
speciali accoppiati per le colonne portanti, così da utilizzarne in minore
quantità.
In questo modo, nelle zone a ridosso dell’area interna di uso comune, che
sono quelle con meno luce, si è pensato di utilizzarle per le zone destinate ai
servizi igienici di ogni appartamento. Così si sfrutta la luce naturale che
filtra dalle pareti di vetro per gran parte delle ore di lavoro, con un
risparmio energetico non indifferente.
Per descrivere le caratteristiche dell’edificio conviene concentrarsi
singolarmente sui singoli elementi per discuterne la scelta piuttosto che
un’altra.
1.2.1. Solai
Come si può vedere in pianta (fig.1.2) il solaio copre luci molto grandi
anche di oltre 10 m. Si è scelto di adoperare un solaio predalle, che si può
considerare come un solaio unidirezionale in termini di rigidezze. Per le
verifiche del solaio e per i particolari costruttivi si rimanda al Capitolo 7 ed
alle tavole allegate; in questo paragrafo si vuole evidenziare solo la
disposizione del solaio sulle travi in modo da sfruttare l’altezza rimanente
delle travi stesse, che sono alte all’incirca 70 cm, in confronto all’altezza
del solaio comprensivo del getto che arriva al massimo a 44 cm. Questa
differenza può essere sfruttata, come mostrato in figura 1.3, per porre il
controsoffitto. Questo elemento è molto importante, specie negli uffici, per
poter far passare tutte le condotte degli impianti, che non risultano a vista.
A titolo di esempio si riporta un controsoffitto prodotto dalla ditta ATENA
spa, modello Enigma Open, che ha la caratteristica di possedere una
apertura basculante "a botola" . L'impiego di questa tipologia facilita quindi
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
5
in maniera particolarmente evidente (fig. 1.4 e 1.5), l'ispezionabilità
all'intercapedine e la manutenzione agli impianti sovrastanti, senza dover
intervenire in senso estremo nell'assemblaggio del controsoffitto.
Figura 1.3: disposizioni di profili a L saldati in stabilimento per appoggiare il solaio
Figura 1.4: Particolare controsoffitto ed effetto a prodotto montato
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
6
Figura 1.5: Particolare apertura basculante
SOLUZIONI TECNOLOGICHE
Grazie alla modularità della sua gamma, i controsoffitti Metal Modular garantiscono la massima
flessibilità nell’integrazione di elementi di servizio, pareti mobili e corpi illuminanti.
RILEVATORI DI FUMO PARETI MOBILI SPRINKLERS
PLAFONIERE CANALINE LUMINOSE FARETTI ED ADATTATORI
Figura 1.6:Caratteristiche tecniche ditta produttrice Atena s.p.a
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
7
SISTEMI DI AERAZIONE
Bocchette d’immissione e recupero dell’aria, del tipo lineare, quadrato o circolare, permettono il più
razionale posizionamento in corrispondenza con le specifiche esigenze dell’impianto.
CARATTERISTICHE
• Vasta gamma di perforazioni
• Versione ad orditura nascosta (clip’in)
• Angolo smussato a 45°
• Accessibilità all'intercapedine grazie all'apertura a botola
• Acciaio postverniciato
• Vasta gamma di soluzioni perimetrali
• Orditura incrociata e parallela
• Facilità di posa (sistema a scatto)
Figura 1.7: Caratteristiche fornite dalla ditta Atena s.p.a
1.2.2. Travi e colonne
Per la scelta dei profilati da utilizzare per le travi e le colonne ci si è
affidati al catalogo della ditta ArcelorMittal. Questa azienda
lussemburghese ha offerto la possibilità di ottenere prodotti speciali già da
catalogo, come le colonne accoppiate disposte a croce greca che sono state
utilizzate per tutti gli ordini di elementi verticali presenti nell’edificio.
Indicati dalla ditta con il nome di HISTAR (HI), hanno permesso, come già
detto in precedenza di utilizzare un numero minore di colonne di quelle a
profilo ordinario che sarebbero state necessarie a sorreggere i carichi
verticali.
Piani Sezione
Terra-8° HE 1000x584 HI
9°-16° HE 1000x494 HI
17°-24° HE 1000x438 HI
25°-32° HE 1000x415 HI
33°-
Copertura
HE 1000x393 HI
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
8
Figura 1.8: Sezione colonna tipo
1.2.3. Controventi
Per la scelta dei controventi è stato utilizzato sempre lo stesso catalogo, e
si solo scelti profilati a L a lati uguali, accoppiati tra loro in maniera
asimmetrica, come mostrato in figura 1.9, disposti a croce di Sant’Andrea.
Profilato
HE 1000 X 584 HI
Piastra
di irrigidimento
Profilato
HE 700 B
Profilato
L 250X250X35
Profilato
L 250X250X35
Profilato
L 250X250X35
Profilato
L 250X250X35
Profili L accoppiati
500
250
Bulloni M24
classe 8.8
fori Ø25,5 n.8 Profilato
HE 700 B
215
500
75
60
64
35
360
1415
Piastra
di irrigidimento
95
8060
Figura 1.9: Particolare controventi esterni
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
9
Per rendere la struttura più rigida, e quindi meno deformabile, oltre che
limitare gli spostamenti di piano dovuti a sollecitazioni di tipo orizzontale si
è reso necessario porre elementi di controvento anche nelle zone interne,
come si può vedere dalla figura 1.10, dove sono evidenziati in rosso i
controventi esterni ed in blu quelli interni
Nord
6,36,35
36
4 28 4
Ascensore
Ascensore
Scala
Scala
8 12 8
1 2
6
2,76,336,33
4284
36
Sud
35
3 4 5
7
8 16
19 26
27 34
37 45
46 47
9 10 11 12 13 14 15
20 21 22 23 24 25
28
17 18
29 30 31 32 33
36
38 39 40 41 42 43 44
48 49 50 51 52
5,66
Figura 1.10: Disposizione in pianta elementi verticali di controvento: interni (blu) ed esterni
(rosso).
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
10
Controventi Sezione
Esterni 2L 250x250x35
Interni 2L 250x250x 27
Out rigger 2L 250x250x23
Come si può notare i controventi verticali della zona interna sono
abbastanza fitti. Ciò non crea in realtà problemi architettonici, per quanto
esposto in precedenza sulla ripartizione delle zone ad uso comune e quelle
ad uffici. Difatti con una suddivisione di questo tipo le parti più vincolate
sarebbero comunque quelle di confine tra la zona di pertinenza del piano e
le zone servizi, che devono essere necessariamente provviste di
tamponatura perimetrale. Inoltre poiché i controventi corrono per due piani
non si crea neanche il problema di aprire passaggi di qualsiasi tipo.
Per la posizione dei controventi esterni, che sono quelli di facciata,
quindi a vista, si è pensato di adottare una soluzione per l’attraversamento
del piano medio dei profilati. Solo a titolo di esempio si riporta in figura
1.12 una possibile soluzione, mettendo in evidenza che i controventi
mostrati in figura sono a sezione tonda, mentre quelli da noi utilizzati sono
a L, e che il nostro ingombro massimo è di 56 cm (si veda la Tavola n. 5).
Profilato
HE 1000 X 584 HI
- Fuori scala -
Profilato
HE 1000 X 584 HI
Profilato
HE 700 B
Profilato
HE 700 B
Profilato
HE 700 B
Figura 1.11: Prospetto frontale dei controventi esterni
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
11
Figura 1.12: Soluzione possibile del passaggio di piano dei controventi verticali.
A livello architettonico risultano di grande impatto visivo anche i due
ordini di outrigger inseriti nella fascia perimetrale dell’edificio. Questi
controventi di fatto “chiudono” parte della facciata libera per quattro piani
complessivi. Strutturalmente però danno un contributo in termini di
spostamenti complessivi ai piani alti notevole. È dimostrata, e tabellata la
riduzione della deformazione dell’edificio: nel nostro caso specifico, per la
posizione scelta, che è stata quella ottenuta dopo una serie di prove sul
modello agli elementi finiti, ottenuto con il programma di calcolo SAP2000
versione11, l’influenza dei piani rigidi è stata di oltre il 50%.
Un’idea di utilizzo di questi piani potrebbe essere per luoghi di
ristorazione alla moda, o semplicemente zone archivio, sempre necessari in
un edificio di tale grandezza. Nella nostra analisi questa diferenza di
destinazione d’uso non è stata presa in considerazione e si è attribuito ad
ogni piano il medesimo carico per cui era stato progettato, ovvero per uffici
non aperti al pubblico.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
12
8°piano
28°piano
40
9°piano
120
29°piano
8°piano
9°piano
28°piano
29°piano
PIANO TERRA
160
PROFILO SUD PROFILO EST
POSIZIONE DEGLI OUTRIGGER
Figura 1.13: disposizione dei controventi sulle facciate e degli outrigger
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera
13
1.2.4. Vetro
La struttura è stata pensata a vista, quindi con la facciata interamente in
vetro, a meno di una ricopertura in alluminio dove sono poste le colonne, in
rilievo, così da creare un leggero movimento di superfici e lievi ombre sulla
facciata.
Figura 1.14: Particolare facciata
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 2: Normative di riferimento
14
CAPITOLO 2
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Per la progettazione sono state utilizzate più fonti normative, sia italiane
che europee, che sono catalogate di seguito per categoria di studio
effettuata:
Ipotesi di carico
D.M. 14/09/2005: Testo Unico: Norme tecniche per le
costruzioni.
Ordinanza n.3274 20/03/03: Norme tecniche per il progetto,
la valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici.
D.M. 16/01/1996: Norme tecniche relative ai “Criteri generali
per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e
sovraccarichi”.
Circ. n. 156 AA.G.G./STC del 04/07/1996: Istruzioni
relative ai carichi, ai sovraccarichi ed ai criteri generali per la
verifica di sicurezza delle costruzioni.
Eurocodice 1 Basi di calcolo e progettazione delle strutture.
CNR 10016/2000
Eurocodice 3 parte 1.3
Eurocodice 4
Elementi in acciaio
D.M. 14/09/2005 Testo Unico: Norme tecniche per le
costruzioni
CNR-UNI 10022: 1984 Profilati di acciaio formati a freddo,
istruzioni per l'impiego nelle costruzioni
CNR-UNI10011: 1988 Costruzioni di acciaio, istruzioni
per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione.
D.M. 09/01/1996 Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione
ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e
precompresso e per le strutture metalliche.
CNR-UNI10011: 1997 Costruzioni di acciaio, istruzioni per
il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione.
Eurocodice 3 Progettazione delle strutture in acciaio
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
15
CAPITOLO 3
MATERIALI
3.1. Introduzione
In questo capitolo ci si propone di elencare le caratteristiche generali
dell’acciaio e del calcestruzzo ed in particolare di evidenziarne quelle dei
materiali utilizzati nella progettazione della nostra costruzione.
Si ricorda inoltre che la qualità dei prodotti strutturali è di rilevante
importanza ai fini di un risultato che rispecchi il prototipo matematico
scelto e calcolato per l’opera da realizzare.
La Normativa impone che i materiali e prodotti per uso strutturale
debbano essere:
identificati mediante la descrizione a cura del
fabbricante, del materiale stesso e dei suoi componenti
elementari;
certificati mediante la documentazione di attestazione
che preveda prove sperimentali per misurarne le
caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche, effettuate da
un ente terzo indipendente ovvero, ove previsto,
autocertificate dal produttore secondo procedure stabilite
dalle specifiche tecniche europee richiamate nel presente
documento.
accettati dal Direttore dei lavori mediante controllo
delle certificazioni di cui al punto precedente e mediante le
prove sperimentali di accettazione previste nelle presenti
norme per misurarne le caratteristiche chimiche, fisiche e
meccaniche.
Le proprietà meccaniche o fisiche dei materiali che concorrono alla
resistenza strutturale debbono essere misurate mediante prove sperimentali,
definite su insiemi statistici significativi.
I produttori di materiali, prodotti o componenti disciplinati nella presente
norma devono dotarsi di adeguate procedure di controllo di produzione in
fabbrica. Per controllo di produzione nella fabbrica si intende il controllo
permanente della produzione, effettuato dal fabbricante. Tutte le procedure
e le disposizioni adottate dal fabbricante devono essere documentate
sistematicamente ed essere a disposizione di qualsiasi soggetto od ente di
controllo.
3.2. Acciaio
L’acciaio è una lega ferro-carbonio. La quantità di carbonio condiziona
la resistenza e la duttilità (la prima cresce e la seconda diminuisce
all’aumentare del contenuto in carbonio).
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
16
I più comuni acciai per carpenteria metallica hanno un contenuto in
carbonio molto basso (da 0.17% a 0.22%) e sono quindi estremamente
duttili. Una caratteristica importante è anche la tenacità dell’acciaio, cioè la
sua capacità di evitare rottura fragile alle basse temperature. La normativa
italiana e quella europea impongono limiti alle caratteristiche meccaniche
(tensione di rottura e di snervamento) ed all’allungamento a rottura dei
diversi tipi di acciaio, nonché limiti alla resilienza (legati alla temperatura
ed al grado di saldabilità), necessari per garantire la tenacità (si veda anche
il punto 2.3.2).
Le prove di laboratorio che più frequentemente si effettuano sugli acciai
da carpenteria metallica sono:
prova di trazione;
prova di resilienza;
prova di piegamento.
Vengono talvolta effettuate anche prove a compressione globale, di
durezza e di fatica.
La prova di trazione, che è molto significativa, poiché stabilisce il
legame tra i valori di deformazione e sforzo, fornisce i valori della forza di
trazione e della variazione di distanza di due punti di riferimento dividendo
la forza di trazione per l’area nominale A0 del provino utilizzato; nelle fasi
finali della prova, quando si ha una forte riduzione della sezione (strizione)
la tensione nominale si riduce anche se la reale tensione va sempre
crescendo. La deformazione viene valutata dividendo la variazione di
distanza tra i punti di riferimento per la distanza iniziale L0. Dalla prova di
trazione si ricava
la tensione di snervamento fy e la corrispondente
deformazione εy;
la deformazione in cui inizia l’incrudimento εh (che è circa
12-15 volte εy);
la tensione di rottura a trazione fu (il massimo raggiunto nella
prova)
la deformazione εu;
la deformazione a rottura. εt.
Nella figura 3.1 è mostrato il diagramma σ-ε del generico provino di
acciaio sottoposto alla prova di trazione.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
17
Figura 3.1: Diagramma sforzi deformazioni per l’acciaio
A seguito di tutte le incertezze che possono essere introdotte nell’analisi
di calcolo strutturale, le normative impongono di adottare dei valori di
resistenza cautelativi, ovvero di utilizzare valori più bassi di quelli reali.
Tali valori vengono ricavati attraverso fattori correttivi ottenuti da una
valutazione in termini semiprobabilistici di tutte le possibili incertezze e
degli errori delle variabili di progetto.
Tali diagrammi si ottengono a partire dai diagrammi caratteristici
utilizzando i valori:
ukud εεεεεεεε 9,0====
s
yk
yd
f
f
γγγγ
====
essendo
fyk = tensione caratteristica di snervamento;
k= rapporto tra la tensione caratteristica di picco e la tensione
caratteristica di snervamento;
Es modulo elastico dell’acciaio;
εuk deformazione in corrispondenza del picco di tensione.
La profilatura a caldo può essere fatta solo per:
barre di acciaio aventi sezioni particolari a contorno aperto o
cavo;
lamiere: manufatti di spessore non superiore a 50 mm e di
larghezza pari alla massima dimensione del laminatoio;
piatti larghi: manufatti di spessore non superiore a 40 mm e
larghezza compresa tra 200 e1000 mm;
barre.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
18
Figura 3.2: Diagramma tensione-deformazione per acciaio a snervamento definito (linea
continua) e relativo diagramma caratteristico (linea tratteggiata)
Figura 3.3: Diagramma tensione-deformazione per acciaio (linea continua) e relativo
diagramma caratteristico (linea tratteggiata)
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
19
In sede di progettazione si possono assumere convenzionalmente i
seguenti valori nominali delle proprietà del materiale:
modulo elastico E = 210.000 N/mm2
modulo di elasticità trasversale G = E/2(1+ν) N/mm2
coefficiente di Poisson ν = 0,3
coefficiente di espansione termica lineare α = 12 x 10-6 per °C
(per temperature fino a 100 °C)
densità ρ = 7850 kg/m3
Di seguito si riportano le caratteristiche dell’acciaio impiegato e poiché
gli elementi tipo travi o pilastri rientrano nella categoria sezioni cave o a
contorno aperto l’acciaio della nostra struttura sarà profilato a caldo e del
tipo Fe 430.
CARATTERISTICHE MECCANICHE ACCIAIO Fe430
- formato a caldo -
Tensione di rottura a trazione ftk 410 N/mm2
Tensione di snervamento fyk 275 N/mm2
Coefficiente parziale di sicurezza γ 1,6
Tensione di progetto fyd 239 N/mm2
Modulo di resistenza
longitudinale
Ea 210.000 N/mm2
Coefficiente di contrazione
trasversale
ν 0,3
Tutti i profili utilizzati per la nostra opera sono del tipo a doppia T. I
profili a doppio T sono utilizzati soprattutto come travi e colonne di
strutture a telaio. Ne esistono due distinte tipologie: IPE ed HE. I profili IPE
hanno una larghezza b dell’ala pari alla metà dell’altezza h. I profili HE
hanno invece b=h; per essere più precisi, esiste una serie normale, HEB,
nella quale è effettivamente b=h fino ad una altezza di 300 mm (per altezze
maggiori b rimane costantemente pari a 300 mm), una serie leggera, HEA,
ed una serie pesante, HEM, che hanno spessori maggiori e piccole
differenze nell’altezza rispetto alla serie normale.
A parità di area della sezione (e quindi di peso e costo) i profili IPE
hanno momento d’inerzia e modulo di resistenza nettamente maggiore
rispetto agli HE e sono quindi più convenienti in caso di aste soggette a
flessione semplice; il momento d’inerzia è però molto basso e ciò li rende
inadatti a sopportare momento flettente in due piani diversi ed anche molto
sensibile all’instabilità in un piano. I momenti d’inerzia dei profili HE nelle
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
20
due direzioni hanno una minore differenza e ciò rende questi profili più
adatti ad essere usati come colonne (perché le colonne sono soggette a
sforzo normale oltre che a momento flettente e questo inoltre agisce spesso
in due direzioni).
I profili a C e gli angolari sono usati soprattutto come aste di travature
reticolari o aste di controventatura; vengono spesso accoppiati a due a due
sia perché ciò conferisce simmetria alla sezione composta sia per comodità
di realizzazione dei collegamenti.
Nonostante il modulo elastico dell’acciaio sia quasi il triplo rispetto a
quello del calcestruzzo, la dimensione delle sezioni in acciaio è tanto più
piccola rispetto a quella delle sezioni in cemento armato da rendere molto
rilevanti i problemi di esercizio connessi alla deformabilità. In numerosi
casi la scelta della sezione è condizionata più dai limiti di deformabilità che
dai limiti di resistenza.
3.3. Conglomerato cementizio
Il conglomerato cementizio all’atto del progetto deve essere identificato
mediante la resistenza convenzionale a compressione uniassiale
caratteristica misurata su cubi e indicata come Rck.
La resistenza caratteristica è definita come la resistenza al di sotto della
quale si ha il 5% di probabilità di trovare valori inferiori, prodotta da prove
su cubi confezionati e stagionati a 28 giorni di maturazione.
La resistenza cilindrica fck, intesa come il medesimo valore frattile ma
riferita a cilindri di diametro 150 mm e altezza 300 mm; in sede di
progetto, è possibile passare dalla resistenza cubica (rapporto base-altezza =
1) a quella cilindrica (rapporto diametro-altezza = 2) mediante
l’espressione:
ckck Rf 83,0====
La resistenza a trazione del calcestruzzo può essere determinata a mezzo
di diretta sperimentazione; in sede di progettazione si può assumere come
resistenza media a trazione semplice (assiale) del conglomerato cementizio
il valore convenzionale:
ckctm Rf 48,0====
Il valore medio della resistenza a trazione per flessione è assunto, in
mancanza di sperimentazione diretta, pari a:
cfm ctm f = 1,2 f
Per il coefficiente di Poisson può adottarsi, a seconda dello stato di
sollecitazione, un valore compreso tra 0 (conglomerato cementizio
fessurato) e 0,2 (non fessurato).
Per il conglomerato cementizio la resistenza di calcolo a compressione,
fcd, vale:
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
21
mc
ck
cd
R
f
γγγγ
====
ove il coefficiente a denominatore è pari ad 1,9.
La resistenza di calcolo a trazione, fctd, vale:
mc
ck
ctd
f
f
γγγγ
====
dove il coefficiente γm,c assume il valore 1,6.
È possibile adottare il diagramma parabola-rettangolo, rappresentato in
fig. 3.4, definito da un arco di parabola di secondo grado passante per
l'origine, avente asse parallelo a quello delle tensioni, e da un segmento di
retta parallelo all'asse delle deformazioni tangente alla parabola nel punto di
sommità. Il vertice della parabola e l'estremità del segmento hanno ascissa
εc2 ed εu2 . L'ordinata massima del diagramma è pari a fcd. Si può altresì
assumere una equivalente distribuzione rettangolare delle tensioni.
Altre relazioni sforzo-deformazione potranno essere utilizzate, se più
adeguatamente rappresentative del comportamento del conglomerato
considerato.
Figura 3.4: Diagramma di calcolo tensione-deformazione parabola-rettangolo per
conglomerato cementizio ad alta resistenza.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 3: Materiali
22
Figura 3.5: Diagramma di calcolo tensione-deformazione parabola-rettangolo per
conglomerato cementizio a molto bassa, bassa e media resistenza.
CARATTERISTICHE MECCANICHE CALCESTRUZZO
Resistenza cubica caratteristica Rck 35 N/mm2
Resistenza a compressione di
progetto
fcd 18,2 N/mm2
Resistenza a trazione media fctm 2,89 N/mm2
Resistenza a trazione caratteristica
– Frattile del 5%
Fctk,0.05 2,02 N/mm2
Resistenza a trazione per flessione fcfm 3,47N/mm2
Modulo elastico Ec 34179,6 N/mm2
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
23
CAPITOLO 4
LE AZIONI
4.1. Carichi permanenti e sovraccarichi variabili
Sono considerati carichi permanenti i carichi non rimovibili durante il
normale esercizio della costruzione, quali quelli relativi a tamponature
esterne, divisorie interne, massetti, isolamenti, pavimenti e rivestimenti del
piano di calpestio, intonaci, controsoffitti, impianti ed altro, ancorché in
qualche caso sia necessario considerare situazioni transitorie in cui essi non
siano presenti.
Essi vanno valutati sulla base delle dimensioni effettive delle opere e dei
pesi per unità di volume dei materiali costituenti. In linea di massima, in
presenza di orizzontamenti anche con orditura unidirezionale ma con
capacità di ripartizione trasversale, i carichi ed i sovraccarichi potranno
assumersi per la verifica d’insieme come uniformemente ripartiti. In caso
contrario, occorrerà valutarne le effettive distribuzioni.
I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici residenziali possono assumersi,
in genere, come carichi equivalenti distribuiti, quando i solai hanno
adeguata capacità di ripartizione trasversale.
I sovraccarichi variabili comprendono la classe dei carichi legati alla
destinazione d’uso dell’opera; i modelli di tali azioni possono essere
costituiti da carichi uniformemente distribuiti , carichi lineari e carichi
concentrati.
Di seguito sono riportati i carichi permanenti portati e i sovraccarichi che
interessano i vari tipi di solaio e le zone di pertinenza comune all’edificio.
Non sono specificati i pesi propri degli elementi strutturali, poiché sono
stati direttamente calcolati dal programma agli elementi finiti una volta
definito il materiale e la geometria degli stessi.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
24
Tabella 4.1: Valori dei sovraccarichi d’esercizio per le diverse categorie di edifici.(Tabella
6.1.II)
1) SOLAIO UFFICI NON APERTI AL PUBBLICO - Carichi
verticali (kN/m2
)
Carico Permanente Portato
Controsoffitto 0,3 kN/mq
Pavimento galleggiante 0,5 kN/mq
Impianti 0,2 kN/mq
Tamponature uniformemente distribuite 1 kN/mq
Totale 2 kN/mq
Accidentale
Ufficio non aperto al pubblico 2 kN/mq
2) SOLAIO COPERTURA – Carichi verticali (kN/m2
)
Carico Permanente Portato
Controsoffitto 0,3 kN/mq
Pavimento 0,4 kN/mq
Impianti 0,2 kN/mq
Massetto 0,75 kN/mq
1,65 kN/mq
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
25
Accidentali
Copertura non praticabile 1 kN/mq
Neve 0,92 kN/mq
1,92 kN/mq
3) SOLAIO CORRIDOI COMUNI PIANO UFFICI - Carichi
verticali (kN/m2
)
Carico Permanente Portato
Controsoffitto 0,3 kN/mq
Pavimento galleggiante 0,5 kN/mq
Impianti 0,2 kN/mq
Tamponature uniformemente distribuite 1 kN/mq
Totale 2 kN/mq
Accidentale
Corridoi comuni 4 kN/mq
4) SCALE - Carichi verticali (kN/m2
)
Carico Permanente Portato
Gradini marmo + intelaiatura 0,6 kN/mq
Accidentale
Scale 4 kN/mq
4.2. Azioni ambientali e naturali
La costruzione risulta inserita in un ambiente caratterizzato da aspetti in
parte naturali ed in parte antropici, questi ultimi legati alle attività umane. È
compito del Progettista caratterizzare qualitativamente e quantitativamente
tale ambiente, individuando e documentando chiaramente l’ambiente di
progetto, che costituirà il quadro di riferimento generale per la definizione
delle differenti situazioni di progetto: queste, con un termine più ampio,
sono organizzate per scenari di contingenza.
In ogni caso, tenendo conto delle specificità delle singole azioni, si deve
adottare una progettazione strutturale orientata all’intero sistema
resistente, e non solo al dimensionamento ed alle verifiche dei singoli
componenti.
In termini generali, la struttura sviluppa fenomeni dinamici di interazione
con l’ambiente che saranno studiati attraverso i procedimenti di analisi
strutturale, assicurando la capacità prestazionale dell’opera sia in termini di
sicurezza e di funzionalità, sia in termini di robustezza.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
26
La contemporaneità e la distribuzione spaziale delle azioni dovranno
essere analizzate e variate in modo idoneo ad esplorare e a giudicare
compiutamente la capacità prestazionale della struttura, la sensibilità dei
risultati delle analisi alla disposizione ed all’intensità dei carichi.
Le azioni accidentali servono per valutare la robustezza della struttura,
ovvero la capacità della struttura a rispondere in maniera proporzionale a
situazioni eccezionali, che non possono essere escluse dall’avvenire, ma che
non possono neanche essere descritte compiutamente.
In generale, le azioni ambientali e naturali sono tra loro correlate.
Ciascun modello si compone di informazioni, le quali possono essere
ordinate logicamente secondo lo schema seguente:
a) localizzazione del manufatto a livello regionale (macrozonazione);
b) localizzazione del manufatto a livello territoriale (microzonazione);
c) variabilità temporale sul lungo periodo, e, in particolare, frequenza di
accadimento o
periodo di ritorno degli eventi, rispetto al periodo di vita di progetto
dell’opera;
d) variabilità temporale su intervalli di tempo comparabili con le
caratteristiche dinamiche
del manufatto;
e) capacità di interagire con il manufatto nel suo complesso;
f) capacità di interagire con parti critiche del manufatto.
4.2.1. Calcolo dell’azione del vento
L’azione del vento per particolari configurazioni strutturali può
comportare interazioni non indifferenti tra la risposta strutturale e l’azione
aerodinamica esplicata dal vento stesso.
Per strutture tipologiche ordinarie o di moderata altezza l’analisi richiesta
si svolge considerando di regola la direzione del vento orizzontale
(formulazione quasi statica equivalente), mentre per le tipologie non
ordinarie oppure di grande altezza o lunghezza, o di notevole flessibilità e
ridotte capacità dissipative, è richiesta l’applicazione di specifici e
comprovati procedimenti analitici, numerici e/o sperimentali che tengano
conto esplicitamente della natura dinamica dell’azione del vento e della
risposta strutturale, oltre al loro accoppiamento1
.
È comunque previsto per un primo predimensionamento l’utilizzo della
formulazione quasi-statica equivalente, anche per strutture aventi estensione
in altezza o in lunghezza maggiore di 200m.
Di seguito si riporta il calcolo svolto per la determinazione dell’azione
aerodinamica sull’edificio in esame, calcolo che è stato svolto in conformità
allo schema sottostante proposto dalla Norma (Grafico 4.1) in base alle
conoscenze seguenti:
1
Il testo in corsivo è tratto dal D.M. 14 Settembre 2005.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
27
Dati del problema:
- periodo di ritorno di 500 anni (Tr = 500 anni)
- zona urbana pianeggiante di classe B
- si trova a 200 m sul livello del mare e a più di 30Km da esso
- la superficie della copertura è liscia
- Determinazione della zona (macrozonazione):
Il valore della velocità di riferimento (Vref), che rappresenta il max valore
della velocità media su un intervallo di 10 minuti del vento, misurata a 10m
dal suolo su un sito di II categoria per Tr = 50 anni, è pari a
Vref = Vref,0 = 27 m/s
Grafico 4.1: Valutazione dell’azione del vento
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
28
secondo la Tabella 3.3.I (Tabella 4.2) poichè per la zona 3 (quella che
comprende il Lazio) a0 è 500 m, per cui il valore dell’altitudine sul livello
del mare as = 20 m s.l.m.< a0.
Tabella 4.2: Parametri di macrozonazione per il vento
- Definizione del periodo di ritorno
In assenza di specifiche ed adeguate indagini statistiche, la velocità di
riferimento del vento (vref) riferita ad un generico periodo di ritorno TR, è
data dall’espressione:
.)()( refRRRref vTTv ⋅⋅⋅⋅==== αααα
Al nostro periodo di ritorno è associato un coefficiente
[[[[ ]]]]
122,1
98,0ln2,01
1
1lnln2,01
5,0
====














−−−−⋅⋅⋅⋅−−−−






















−−−−−−−−⋅⋅⋅⋅−−−−
====
lm
TR
Rαααα
- Coefficienti di esposizione e di topografia
(microzonazione) e velocità di picco:
Per altezze dal suolo non superiori a 200 m, si definiscono le seguenti
velocità significative:
- Velocità media:
)()()( RRtrM Tvzckzv ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== αααα =
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
29
)(ln
0
RRtr Tv
z
z
ck ⋅⋅⋅⋅











⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅====
- Velocità di picco:
====⋅⋅⋅⋅==== )()()( RRevP Tvzczv
[[[[ ]]]] )()(7)( RRttr Tvzczck ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅++++⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== αααααααα .
Si ricavano dalla tabelle 3.3.III e 3.3.IV (Tab. 4.3 e 4.4) e dalla figura
3.3.4 (Graf. 4.2) i coefficienti utili a calcolare le velocità sopraesposte,
mentre il coefficiente di topografia ct è di regola posto pari a uno sia per le
zone pianeggianti sia per le zone ondulate, collinose e montane.
Tabella 4.3: Tab.3.3.III
Tabella 4.4:
La categoria di appartenenza della struttura è di classe A, rispetto alla
distanza dal mare e alla quota sul livello del mare, risulta essere la IV.
L’azione del vento intermini di velocità di picco è riportata nel Grafico
4.3: il massimo valore si ottiene, come è ovvio, in sommità ed è pari a 60,88
m/sec.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
30
Grafico 4.2: Categorie di esposizione
VELOCITA' DI PICCO
in funzione dell'altezza
60,88
m/sec
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
0 20 40 60 80
v [m/sec]
z[m]
Grafico4.3: Velocità di picco sull’edificio
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
31
- Pressione di picco
Alla velocità di picco ( )zVP , introdotta al punto è associata la pressione
cinetica di picco q:
( ) ( )zVzq P*
2
1
ρ=
Nella quale ρ è la densità dell’aria, che può essere assunta pari a 1,25
kg/m3
.
Come fatto in precedenza si grafica il valore della pressione di picco in
funzione dell’altezza (Graf. 4.4), con il valore massimo pari a 231,62
kg/m2
.
PRESSIONE CINETICA DI PICCO
in funzione dell'altezza
231,62
kg/mq
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
0 50 100 150 200 250
q(z) [kg/mq]
z[m]
Grafico 4.4: Pressione cinetica di picco sull’edificio
- Azioni statiche equivalenti
Considerando di regola, come direzione del vento, quella corrispondente
ad uno degli assi principali della pianta della costruzione alla volta, l’azione
di insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante
delle azioni sui singoli elementi.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
32
Il calcolo delle azioni statiche equivalenti si basa sulle determinazione
dei parametri sotto elencati oltre che in funzione della tipologia strutturale;
nello specifico sono richiesti per edifici a base rettangolare, come nel nostro
caso i coefficienti di pressione interna ed esterna .
Le azioni statiche del vento si traducono in pressioni (positive) e
depressioni (negative) agenti normalmente alle superfici sia esterne che
interne, degli elementi che compongono la costruzione.
Indicando con
dc è il coefficiente dinamico
pec è il coefficiente di pressione esterna
pic è il coefficiente di pressione interna
le pressioni esterne ed interne sono definite rispettivamente come:
qccw dpee ====
qccw dpii ====
ove q è la pressione cinetica di picco valutata nei seguenti modi:
Per le pareti sopravento ( ) ( )zVzq P*
2
1
ρ=
Per le pareti sottovento ( ) ( )**
2
1
* hVhq Pρ= con h* pari alla
quota altimetrica del baricentro della copertura della costruzione.
Su un generico edificio prismatico con base rettangolare, il vento genera
azioni di pressione sulla parete verticale sopravento e depressioni sulle
restanti facce. La variazione delle pressioni sulle pareti sopravento ha
natura logaritmica, mentre sulle altre facce il profilo delle depressioni è
uniforme.
La configurazione delle pressioni sulle facce verticali all’edificio è
rappresentata a titolo esemplificativo nella Figura 4.1.
In generale i coefficienti di pressione dipendono dal rapporto L/B tra le
dimensioni planimetriche dell’edificio. Per edifici a pianta rettangolare il
cui rapporto tra le dimensioni è compreso tra 1/3 e 3 si possono assumere i
seguenti coefficienti di pressione esterna:
Per elementi sopravento con inclinazione sull’orizzontale maggiore
di 60° pec =+0,8
Per elementi sopravento con inclinazione sull’orizzontale 0°<a<20°
e per gli elementi sottovento e paralleli al vento pec =-0,4
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
33
Figura 4.1: Distribuzione delle pressioni sull’edificio in pianta ed andamento con la quota su
una delle pareti verticali dell’edificio
Figura 4.2: Valori del coefficiente dinamico degli edifici a struttura in acciaio
Il coefficiente dinamico tiene in conto gli effetti riduttivi associati alla
non contemporaneità delle massime pressioni locali e gli effetti dovuti alle
vibrazioni strutturali. Per le strutture in c.a. i valori del coefficiente
dinamico sono ricavabili dal grafico riportato in Figura 4.2, in funzione del
lato di base e dell’altezza dell’edificio.
Seguendo le disposizioni citate si riporta nel Grafico 4.5 il valore della
pressione esterna sia per la zona sopravvento che per quella sottovento;
l’andamento della curva dei valori in funzione dell’altezza rispecchia
quanto già osservato precedentemente.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
34
Grafico 4.5: pressione del vento sopravento e sottovento
4.2.2. Calcolo dell’azione della neve
L’azione della neve sulla copertura, ottenuto dal T.U. si ottiene dalla
seguente espressione:
SKiS qmq ====
qs = è il carico neve sulla copertura
mi = è il coefficiente di forma della copertura
qsk = è il valore di riferimento del carico neve al suolo.
Poiché l’edificio è sito nella provincia di Roma che rientra nella Zona II
a quota inferiore a 200 m s.l.m., e la copertura è ad una falda con
inclinazione rispetto all’orizzontale minore o uguale a 15°, ne consegue:
2
/15,1 mkNqSK ====
8,01 ======== mmi
quindi
2
/92,0 mkNqS ====
PRESSIONE SOPRAVENTO
in funzione dell'altezza
181,59
kg/mq
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
0 50 100 150 200
W [kg/mq]
z[m]
PRESSIONE SOTTOVENTO
in funzione dell'altezza
-90,80
kg/mq
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
-100 -75 -50
W [kg/mq]
z[m]
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
35
4.3.3. Calcolo dell’azione sismica
L’azione sismica sulle costruzioni è generata dal modo non uniforme del
terreno di sedime per effetto della propagazione delle onde sismiche. Il
moto sismico eccita la struttura provocandone la risposta dinamica, che và
verificata e controllata negli aspetti di sicurezza e di prestazioni attese.
Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, deve essere
valutata l’influenza delle condizioni litologiche e morfologiche locali sulle
caratteristiche del moto del suolo in superficie mediante studi specifici della
risposta sismica locale.
In mancanza di tali studi si può utilizzare la classificazione dei terreni
descritta di seguito.
La classificazione può essere basata su una stima dei valori della velocità
media delle onde sismiche di taglio Vs ovvero sul numero medio di colpi
NSPT ottenuti in una prova penetrometrica dinamica ovvero sulla coesione
non drenata Cu. In base alle grandezze riportate dalle prove geotecniche
eseguite sul terreno mediante un penetrometro standard si può affermare
che il terreno sul quale si fonda la struttura è di tipo B, ovvero “Depositi di
sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di
diverse decine di metri, caratterizzati da una graduale miglioramento delle
proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360
m/sec e 800 m/sec ( ovvero resistenza penetrometrica media NSPT >50, o
coesione non drenata media Cu > 250 kPa)”
La velocità media di propagazione Vs30 entro 30 m di profondità delle
onde di taglio viene calcolata come segue:
∑=
=
Ni i
i
S
V
h
V
,1
30
30
dove hi e Vi indicano lo spessore in metri e la velocità delle onde di taglio
dello strato i-esimo, per un totale di N strati compresi nei trenta metri
superiori.
Secondo la divisione del territorio nazionale in zone sismiche si suppone
che la zona in provincia di Roma in cui si trova il nostro edificio è
catalogata II, ovvero si ha un valore del parametro ag che rappresenta
l’accelerazione orizzontale massima convenzionale su suolo pari a 0,25g.
Il valore convenzionale di ag, espresso come frazione dell’accelerazione
di gravità g, è riferito a strutture di classe 2 con una probabilità di
superamento del 10% in 50 anni.
L’azione può essere descritta mediante accelerogrammi o mediante
spettri di risposta. In questo caso si utilizzano sia lo spettro elastico che
quelli agli stati limite ultimo e di danno.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
36
PGA 0,25g
Categoria suolo:
B
S=1,25
TB=0,15
TC=0,5
TD=2
- Spettro di risposta elastico.
Lo spettro di risposta elastico è costituito da una forma spettrale (spettro
normalizzato) considerata indipendente dal livello di sismicità, moltiplicata
per il valore della accelerazione massima convenzionale del terreno fondale
che caratterizza il sito.
Definiti:
S = fattore che tiene conto del profilo stratigrafico;
η = fattore che tiene conto dello smorzamento viscoso;
TB, TC, TD = periodi che separono i diversi rami dello spettro;
Lo spettro di risposta elastico della componente orizzontale è definito dalle
espressioni espresse nella seguente tabella:
Formule dei Periodi Fondamentali per SE
BTT ≤≤≤≤≤≤≤≤0
(((( )))) (((( ))))





−−−−





++++==== 15,21 ηηηηηηηη
B
ge
T
T
SaTS
CB TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤ (((( )))) 5,2ηηηηSaTS ge ====
DC TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤
(((( )))) 





====
T
T
SaTS C
ge 5,2ηηηη
TTD ≤≤≤≤
(((( )))) 





==== 2
5,2
T
TT
SaTS DC
ge ηηηη
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
37
SPETTRO ELASTICO
componente orizzontale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
0 1 2 3 4 5
T [sec]
Sd
Grafico 4.6: Spettro elastico
- Spettro di risposta allo SLU.
Sotto l’effetto dell’azione sismica allo stato limite ultimo, le strutture
degli edifici, pur subendo danni di rilevante entità negli elementi strutturali,
devono mantenere una residua resistenza e rigidezza nei confronti delle
azioni orizzontali e dei carichi verticali.
Il fattore di struttura q, che tiene conto della capacità dissipative
dell’energia sismica, è un fattore riduttivo delle forze elastiche, e dipende
dalla tipologia strutturale, dai criteri di dimensionamento, dalla duttilità
locale delle membrature e dal grado di regolarità della configurazione
strutturale.
Il fattore di struttura per ciascuna direzione dell’azione sismica è dato
dalla seguente espressione:
RD KKqq ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== 0
essendo q0 legato alla tipologia strutturale ed ai criteri di dimensionamento
(classe di duttilità), KD un fattore di struttura che tiene conto delle risorse di
duttilità locale delle zone dissipative, e KR un fattore che dipende dalle
caratteristiche di regolarità dell’edificio.
Sono stati scelti, coerentemente alla progettazione strutturale, i seguenti
parametri:
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
38
Parametri strutturali per il calcolo dello spettro
Strutture intelaiate controventate
– Classe duttilità alta - 1
0 4
αααα
ααααuq ====
Edifici a telaio con più piani e più campate 3,1
1
====
αααα
ααααu
Edifici regolari in altezza 1====RK
Zone dissipative duttili 1====DK
Definite le caratteristiche dell’edificio lo spettro di risposta agli SLU si
ricava secondo i periodi fondamentali esposti nella tabella seguente. Come
si nota i valori sono più piccoli di quelli calcolati per lo spettro elastico,
ovvero sono ridotti del fattore di struttura q.
Formule dei Periodi Fondamentali per SLU
BTT ≤≤≤≤≤≤≤≤0
(((( )))) 











−−−−





++++==== 1
5,2
1
qT
T
SaTS
B
ge
CB TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤
(((( ))))
q
SaTS ge
5,2
====
DC TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤
(((( )))) 





====
T
T
q
SaTS C
ge
5,2
TTD ≤≤≤≤
(((( )))) 





==== 2
5,2
T
TT
q
SaTS DC
ge
- Spettro di risposta allo SLD.
Sotto l’effetto dell’azione sismica allo stato limite di danno, le
costruzioni nel loro complesso, includendo gli elementi strutturali e quelli
non strutturali, non devono subire danni ed interruzioni d’uso in
conseguenza di eventi sismici che abbiano probabilità di occorrenza
maggiore dell’azione sismica allo stato limite ultimo, e quindi una
significativa probabilità di verificarsi più volte nel corso della durata utile
dell’opera.
Se non si esegue una puntuale valutazione dell’azione sismica, lo spettro
di progetto da adottare per la limitazione dei danni può essere ottenuto
riducendo lo spettro elastico secondo un fattore di scala pari a 2,5.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
39
SPETTRO DI PROGETTO SLU
componente orizzontale
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
0 1 2 3 4 5
T [sec]
Sd
Grafico 4.7:Spettro di progetto agli Stati Limite Ultimi
SPETTRO DI PROGETTO SLD
componente orizzontale
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
0 1 2 3 4 5
T [sec]
Sd
Grafico 4.8: Spettro per gli Stati Limite di Danno
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 4: Le azioni
40
SPETTRI
componente orizzontale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
0 1 2 3 4 5
T [sec]
Sd
Spettro Elastico
Spettro SLD
Spettro SLU
Grafico 4.9: Confronto tra i vari spettri di risposta
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
41
CAPITOLO 5
AZIONI DI CALCOLO
5.1. Introduzione
La sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa vanno
valutate in relazione all’insieme degli stati limite verosimili che si possono
verificare durante la vita utile di progetto. Stato limite è la condizione
superata la quale la struttura non soddisfa più le esigenze per le quali è stata
progettata. La Normativa riporta brevemente le accortezze da realizzare in
fase di progettazione strutturale, per ottenere un corretto risultato d’analisi:
“ Il procedimento che conduce alla valutazione dei valori delle grandezze
determinanti per la sicurezza della costruzione, vale a dire dei valori di
progetto degli effetti Ed indotti dalle azioni di progetto, deve articolarsi
attraverso le seguenti fasi che vanno attentamente esaminate e giustificate:
modellazione, vale a dire la definizione di un modello strutturale che
riproduca con la necessaria precisione il comportamento fisico e
meccanico della struttura, tenendo conto delle caratteristiche
geometriche,dei materiali e di vincolo, con particolare riguardo
all’effettivo funzionamento dei giunti e del meccanismo interattivo
con le fondazioni. Se necessario, quindi, i modelli di analisi possono
variare in funzione della situazione di progetto in esame
(persistente, transitoria, eccezionale), dello stato limite considerato
e delle particolari combinazioni adottate per le azioni. Nelle
strutture in acciaio per i giunti fra elementi strutturali, per le zone in
cui si introducono carichi concentrati e per quelle in cui si
verificano importanti variazioni della geometria strutturale, per le
strutture di diaframma, deve considerarsi la possibilità di una
modellazione specifica e di una analisi separata da quella globale
della struttura;
definizione delle azioni e delle loro combinazioni, da farsi con
riferimento alle fasi di costruzione, servizio e riparazione, che
portano la struttura ed ogni singolo componente della stessa in
condizioni di raggiungimento di uno stato limite;
calcolo degli effetti prodotti dalle azioni sulla struttura, attraverso
un metodo di analisi appropriato in relazione alle caratteristiche ed
all’importanza della costruzione.
Le ipotesi formulate nell’analisi globale della struttura devono essere
congruenti con il tipo di comportamento previsto per le sezioni e per i
collegamenti.
Le ipotesi assunte nel progetto delle membrature devono essere conformi
con i (o conservative rispetto ai) metodi impiegati per l’analisi globale e
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
42
con il comportamento previsto per i collegamenti.”
In particolare, secondo quanto stabilito nelle norme specifiche per le
varie tipologie strutturali, strutture ed elementi strutturali devono soddisfare
i seguenti requisiti:
sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): crolli,
perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano
compromettere l’incolumità delle persone ovvero comportare la
perdita di beni, ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali,
ovvero mettere fuori servizio l’opera;
sicurezza nei confronti di stati limite dei esercizio(SLE): tutti i
requisiti atti a garantire le prestazioni previste per le condizioni di
esercizio;
robustezza nei confronti di azioni accidentali: capacità di
evitare danni sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti
quali incendio, esplosioni, urti o conseguenze di errori umani.
Il superamento di uno stato limite ultimo ha carattere irreversibile e si
definisce “collasso strutturale”.
Il superamento di uno stato limite di esercizio può avere carattere
reversibile irreversibile.
La sicurezza strutturale può, in via semplificativa, essere introdotta
rappresentando la resistenza e le azioni non attraverso la loro densità di
probabilità congiunta ma mediante i valori caratteristici delle resistenze e
delle azioni, definiti rispettivamente come i frattili inferiori delle resistenze
e quelli tra i frattili (superiori o inferiori) delle azioni che minimizzano la
sicurezza. Normalmente i frattili superiori hanno probabilità del 5% di
essere superati, i frattili inferiori probabilità del 5% di non essere superati .
La misura della sicurezza si ottiene allora, con il “metodo dei coefficienti
parziali”.
Ogni struttura o elemento strutturale richiede la definizione delle
variabili di progetto x che caratterizzano le azioni, le proprietà di materiali e
terreni, parametri geometrici. Per ogni stato limite si introduce un modello
meccanico che descrive il comportamento della struttura e modelli di natura
fisica e/o chimica che descrivono gli effetti dell’ambiente sulle proprietà del
materiale. Anche i parametri di questa seconda classe di modelli rientrano
nelle variabili di progetto complessive e con essi le costrizioni che
caratterizzano gli stati limite di servizio.
Ogni stato limite è descritto da una funzione scalare g(x) delle variabili
di progetto, ed è raggiunto quando:
g(x) = 0
è detta “equazione dello stato limite” considerato.
Azioni ambientali, antropiche e proprietà strutturali possono variare nel
tempo, pertanto la funzione g(x) dipende dal tempo. Queste variazioni
permettono di classificare le azioni secondo la loro intensità nel tempo:
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
43
permanenti (G): azioni che agiscono durante tutta la vita della
costruzione e la loro variazione di intensità nel tempo è così piccola
e lenta da poterle considerare con sufficiente approssimazione
costanti nel tempo (peso proprio della struttura, peso di ciascuna
sovrastruttura, forze indotte dalla pressione del terreno, forze
risultanti dalla pressione dell’acqua, spostamenti e deformazioni
imposti previsti dal progetto e realizzati all’atto della costruzione,
pretensione e precompressione;, ritiro e viscosità, salvo un’eventuale
fase transitoria iniziale)
variabili (Q): azioni che agiscono sulla struttura o
sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono risultare
sensibilmente diversi fra loro (pesi propri di elementi non strutturali,
pesi di cose ed oggetti disposti sulla struttura, carichi di esercizio di
lunga e breve durata, azione del vento, azione della neve, azione
sismica, azioni dovute alle variazioni termiche ambientali azione dei
fluidi, del moto ondoso di mare e laghi.
accidentali (A): sono azioni che si verificano molto raramente
nel corso della vita utile di progetto della struttura, in occasione di
quegli eventi di origine antropica che si definiscono incidenti.
Individuata una azione variabile nel tempo Q(t), ed a un periodo di
riferimento Tu, legato alla vita utile di progetto dell’opera in esame. Sono
calcolabili i seguenti valori di riferimento dell’azione:
Qk , valore caratteristico dell’azione; è il valore frattile
caratterizzato da una definita probabilità di essere superato in Tu.
Nel caso la caratterizzazione stocastica non sia individuabile, può
essere assunto dal Progettista un valore nominale; alternativamente,
può essere definito dal Committente un valore adeguato e coerente
all’ambiente di progetto della costruzione;
ψ1·Qk , valore frequente dell’azione; è ottenuto dal valore
caratteristico (o nominale), attraverso un fattore positivo ψ1 ≤ 1.
Esso è scelto in modo da essere superato per una frazione η1
significativa del tempo di riferimento (usualmente il 10%). Questo
determina la dipendenza di ψ1 dalla natura del carico, in quanto di
breve o di lunga durata.
ψ2·Qk , valore quasi-permanente dell’azione; è ottenuto dal
valore caratteristico (o nominale), attraverso un fattore positivo ψ2 ≤
1, che riduce il valore caratteristico ad un valore tale da essere
superato per una frazione η2 =50% nel periodo di tempo di
riferimento.
Con l’espressione scenario di contingenza s’intende, nella maniera più
generale, una circostanza plausibile e coerente in cui può realisticamente
trovarsi un’opera strutturale, sia durante la sua vita utile, sia nelle fasi di
costruzione e dismissione. Tale scenario sarà dunque caratterizzato dalla
concomitanza di:
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
44
una determinata configurazione strutturale, usuale o
transitoria: in quest’ultimo caso, oltre a considerare le fasi di
realizzazione e dismissione dell’opera, devono essere identificate
situazioni di danno accidentale realisticamente attendibili per l’opera
stessa, ponendo la dovuta attenzione anche ai fenomeni di degrado
strutturale connessi a processi chimico-fisici, ed ai riflessi in termini
di organizzazione strutturale;
un definito scenario di carico, ovvero un insieme organizzato
e realistico di azioni, presenti contemporaneamente sull’opera, la cui
configurazione strutturale è stata precedentemente identificata. È
compito del Progettista individuare tale insieme di carichi,
definendone le rispettive intensità, anche in base alle correlazioni
statistiche.
5.2. Metodo semiprobabilistico agli stati limite
La norma (S.O. n.159 G.U. 23/09/2005 n.222) definisce le azioni di
calcolo Fd per costruzioni civili e industriali, che non abbiano particolari
regolamentazioni specifiche, secondo due tipi di indagine:
i. Analisi agli Stati Limite Ultimi (SLU);
ii. Analisi agli Stati Limite di Esercizio (SLE).
5.2.1. Stati limite ultimi
Rientrano nella categoria degli stati limite ultimi i seguenti superamenti
delle caratteristiche fissate come limite:
stato limite di equilibrio (equilibrio globale della struttura e delle
sue parti durante tutta la vita utile e in particolare nelle fasi di
costruzione e di riparazione);
stato limite di collasso ( raggiungimento della deformazione unitaria
di rottura del materiale con l’effetto di rottura o eccessiva
deformazione di una sezione, di una membratura o di un
collegamento (escludendo fenomeni di fatica), o alla formazione di
un meccanismo di collasso o all’instaurarsi di fenomeni di instabilità
dell’equilibrio negli elementi componenti o nella struttura nel suo
insieme indotti da effetti del secondo ordine, prescindendo dai
fenomeni locali d’instabilità dei quali si possa tener conto con
riduzione delle aree delle sezioni resistenti e/o che la struttura possa
superare attivando diversi meccanismi resistenti;
stato limite di fatica, controllando la ammissibilità delle variazioni
tensionali indotte dai sovraccarichi in relazione alle caratteristiche
dei dettagli strutturali interessati.
Le verifiche di sicurezza per gli stati limite ultimi devono essere condotte
con riferimento alle seguenti situazioni di progetto:
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
45
1. situazione persistente (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi
nella maggiorparte della sua vita utile) – devono essere condotte per
ogni costruzione;
2. situazione transitoria (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi in
una parte limitata della sua vita utile, ad esempio durante le fasi di
costruzione, qualora tale situazione sia significativa)- vanno condotte
quando necessarie per importanza, per destinazione d’uso o per
caratteristiche particolari;
3. situazione accidentale (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi
in seguito ad eventi eccezionali in genere caratterizzati da bassa
probabilità di occorrenza ma da significativi effetti sulla struttura, ad
esempio incendio, urti, scoppi, ecc.) - vanno condotte quando
necessarie per importanza, per destinazione d’uso o per
caratteristiche particolari.
Riassumendo quindi lo stato limite ultimo è definito come lo stato al
superamento del quale si ha il collasso strutturale, crolli, perdita di
equilibrio, dissesti gravi, ovvero fenomeni che mettono fuori servizio in
modo irreversibile la struttura. Il grado di sicurezza nei confronti degli stati
limite ultimi dovrà essere, tanto più elevato, quanto più gravi sono le
conseguenze dell’evento sfavorevole rappresentato dal raggiungimento di
uno stato limite ultimo.
In base alla teoria degli SLU la relazione delle azioni di calcolo risulta:
( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = ==
+Ψ++=
n
i
l
h
khEPhPhkiQiikEQQ
m
j
hjEGGjd PQQGF
2 1
0111
1
γγγγγγγ
ove:
kiG = valore caratteristico della i-esima azione permanente,
1kQ = valore caratteristico della azione variabile di base di ogni
combinazione,
kiQ = valore caratteristico della i-esima azione variabile,
khP = valore caratteristico della h-esima deformazione impressa,
PQG γγγ ,, = coefficienti parziali,
Eγ = coefficiente di modello delle azioni,
i0Ψ = coefficiente di combinazione ottenuto statisticamente.
I coefficienti di ampliamento per i differenti tipi di carico, desunti dalla
tabella 5.1.I della normativa, nel caso di situazione sfavorevole sono



====
====
5,1
4,1
varγγγγ
γγγγ perm
.
I valori dei γ definiscono il limite inferiore ammesso per le resistenze e
per le azioni che risultano a vantaggio di sicurezza ed il limite superiore
ammesso per le altre azioni.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
46
Figura 5.1: SLU :Tab. 5.1.I e Tab.5.1.II
Figura 5.2.; SLU: Tab. 5.1.III
5.2.2. Stati limite d’esercizio
Gli stati limite di servizio da verificare sono:
stati limite di deformazione e/o spostamento, al fine di evitare
deformazioni e spostamenti che possano compromettere l’uso
efficiente della costruzione e dei suoi contenuti,nonché il suo
aspetto estetico;
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
47
stato limite di vibrazione, al fine di assicurare che le
sensazioni percepite dagli utenti garantiscano accettabili
livelli di confort ed il cui superamento potrebbe essere indice
di scarsa robustezza e/o indicatore di possibili danni negli
elementi secondari;
stato limite di plasticizzazioni locali, al fine di scongiurare
deformazioni plastiche localizzate che generino deformazioni
irreversibili ed inaccettabili o che, per accumulazione,
producano rottura per fatica a basso numero di cicli;
stato limite di scorrimento dei collegamenti con bulloni ad
alta resistenza, nel caso che il collegamento sia stato
dimensionato a collasso nell’ipotesi che si sia prodotto lo
scorrimento e che il funzionamento a collasso del
collegamento avvenga quindi ataglio e rifollamento attraverso
il contatto fra fori e bulloni.
Riassumendo allora lo stato limite di esercizio è definito come lo stato al
superamento del quale corrisponde la perdita di una particolare funzionalità
che condiziona o limita la prestazione dell’opera.
Per gli SLE, le relazioni di calcolo si dividono in base alla coincidenza e
contemporaneità delle sollecitazioni, secondo che lo scenario d’azione
agente sulla costruzione sia raro, frequente o quasi permanente (Tab. 5.1).
Per gli stati limite di esercizio, in cui le azioni vengono considerate con
combinazioni, funzioni della possibilità di accadimento contemporanea di
queste, la normativa prevede tre casi:
Combinazione rara
Combinazione frequente
Combinazione quasi permanente
a. Combinazione frequente
( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = ==
+++=
n
i
l
h
i
m
j
d khEPhPhkiEQiQikEQQkjEGGj
PQΨQGF
2 1
211
1
111
γγγγγγγγγ
b. Combinazione quasi permanenti
( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = ==
++Ψ+=
n
i
l
h
i
m
j
d khEPhPhkiEQiQikEQQkjEGGj
PQΨQGF
2 1
221
1
111
γγγγγγγγ
Definite le azioni sull’edificio queste devono essere assemblate secondo
opportune combinazioni di carico -a discrezione del progettista- in modo da
determinare le condizioni più sfavorevoli per la struttura, tenendo conto
della ridotta probabilità di intervento simultaneo di tutte le azioni.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
48
Figura 5.3.: SLE :Tab. 5.1.V e Tab.5.1.VI
Figura 5.4: SLE :Tab. 5.1.VII
Nel trattato seguente sono stati analizzati gli stati limite di esercizio
in termini di deformazione e spostamento.
5.2.3. Combinazione dell’azione sismica con le altre azioni
Nel caso di edifici la verifica allo stato limite ultimo (SLU) o di danno
(SLD) deve essere effettuata per la combinazione della azione sismica con
le altre azioni:
(((( ))))∑∑∑∑====
++++++++++++
n
i
Jikk ki
QΨPGE
1
1
γγγγ
essendo
E l’azione sismica per lo stato limite e per la classe di importanza in
esame;
GK carichi permanenti al loro valore caratteristico;
PK valore caratteristico dell’azione di precompressione, a cadute di
tensione avvenute;
ψ2i coefficiente di combinazione che delle azioni variabili Qi;
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
49
γE, γG, γP, γQ sono coefficienti parziali pari a 1;
QKi valore caratteristico della azione variabile Qi.
Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse
associate ai seguenti carichi gravitazionali:
(((( ))))∑∑∑∑====
++++++++
n
i
Jikk ki
QΨPG
1
I valori dei coefficienti 2i ψ sono riportati nella successiva tabella.
Figura 5.5: Coefficienti riduttivi delle azioni con la combinazione dell’azione sismica
5.3. Resistenza di calcolo
Per le analisi le verifiche degli elementi le resistenze di calcolo utilizzate
sono quelle di progetto già viste nel Capitolo 3 della presente relazione di
calcolo. Si farà quindi riferimento ad una valutazione in termini
probabilistici, come detto fin ora, utilizzando per gli stati limite ultimi un
valore di resistenza, ad esempio per l’acciaio pari a
fd = fy / γm
dove:
fy = tensione di snervamento
γm =coefficiente riduttivo della resistenza del materiale
Per le verifiche agli stati limite di esercizio si fa riferimento normalmente
al caso di deformazione eccessiva imponendo la limitazione delle frecce ai
seguenti valori (rapporto tra luce L e deformazione y), come per le travi
principali pari a:
y/L ≤ 1/500.
.
5.4. Metodi di analisi generale
L’analisi globale della struttura può essere condotta con:
Metodo elastico (E), determinando gli effetti delle azioni nell’ipotesi
di comportamento strutturale indefinitamente elastico, Il metodo è
applicabile a tutti i tipi di sezioni. La resistenza delle sezioni deve
valutarsi con il metodo elastico, plastico o elasto-plastico per le
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
50
sezioni compatte (classe 1 e 2), con il metodo elastico o elasto-
plastico per le sezioni moderatamente snelle o snelle (classe 3 e 4);
Metodo plastico (P),valutando gli effetti delle azioni nell’ipotesi di
comportamento strutturale rigidoplastico, trascurando le
deformazioni elastiche delle membrature e concentrando le
deformazioni plastiche nelle sezioni di formazione delle cerniere
plastiche. Il metodo è applicabile solo a strutture interamente
composte da sezioni compatte di classe 1 e che la formazione delle
cerniere plastiche non sia preceduta da instabilità delle membrature
componenti e dal collasso dei collegamenti . La resistenza delle
sezioni deve determinarsi con il metodo plastico. Il metodo plastico
può essere usato nell’analisi globale della struttura o dei suoi
elementi a condizione che l’acciaio soddisfi i seguenti ulteriori
requisiti:
il rapporto fra la resistenza minima a rottura per trazione e la
resistenza minima di snervamento sia maggiore o uguale a
1,2;
l’allungamento a rottura nel caso di lunghezza fra i riferimenti
di 5,65 ⋅ A0^(1/2) (dove A0 è l’area della sezione trasversale
originaria) non sia minore del 15%;
il diagramma tensioni-deformazioni mostri che la
deformazione a rottura corrispondente alla resistenza a rottura
per trazione sia almeno 20 volte la deformazione a
snervamento corrispondente alla resistenza di snervamento.
Metodo elasto-plastico(EP), utilizzando i diagrammi elasto-plastici
momento-curvatura delle sezioni nella modellazione strutturale.
In definitiva i percorsi possibili per l’analisi strutturale possono riassumersi
come indicato
Figura 5.6: tipi di analisi globali a seconda delle sezioni
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 5: Azioni di calcolo
51
La capacità resistente flessionale della sezione può determinarsi calcolando
il momento resistente:
Metodo elastico (E); partendo da una distribuzione lineare di
deformazioni unitarie, con valore di queste pari a quella di
snervamento per le fibre estreme, e ammettendo eventuali
plasticizzazioni delle fibre in trazione, con deformazioni non
superiori a quelle ultime. Il metodo può applicarsi a tutte le classi di
sezioni, con l’avvertenza di riferirsi alle sezioni efficaci nel caso di
sezioni di classe 4;
Metodo plastico (P) assumendo la completa plasticizzazioni della
sezione e quindi una distribuzione costante di tensioni ed una
curvatura teoricamente infinita a rottura. Il metodo può applicarsi a
sezioni di tipo compatto, cioè di classe 1 e 2;
Metodo elasto-plastico (EP) deducendolo dal diagramma momento-
curvatura della sezione determinato sempre nell’ipotesi di
conservazione piana della sezione e tenendo conto per ogni piano di
deformazioni della progressiva riduzione della sezione di calcolo con
l’aumentare della sua snellezza. Il legame costitutivo tensioni-
deformazioni per l’acciaio si adotterà di tipo bilineare o più
complesso. Il metodo può applicarsi quindi a qualsiasi tipo di
sezione. La capacità di resistenza delle sezioni deve essere valutata
anche nei confronti di sforzi normali di trazione o compressione,
taglio e momento torcente, determinando anche gli effetti indotti
sulla resistenza dalla presenza combinata di più sollecitazioni.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
52
CAPITOLO 6
MODELLAZIONE
6.1. Introduzione
In questo capitolo rivolto alla modellazione strutturale adottata per
l’edificio oggetto di studio descritto nel capitolo precedente, si vogliono
riassumere le scelte implementate nel codice di calcolo SAP 2000 v.11.
Vista la tipologia di struttura, è noto come sia necessaria una
modellazione accurata dei parametri che caratterizzano la risposta
strutturale, quale ad esempio la rigidezza e la massa. Questo comunque
comporta un incremento dell’onere computazionale in input e
successivamente in output che non risulta trascurabile ai fini della redazione
del lavoro svolto.
Di seguito verranno descritte le modellazioni adottate per i vari elementi
strutturali costituenti la struttura, come il solaio le travi, gli elementi
verticali e le fondazioni.
6.2. Modellazione delle strutture piane
La modellazione delle strutture di piano è stata sviluppata a seguito della
scelta di inserire nella struttura, oltre che in termini di massa anche in
termini di rigidezza, i solai.
Questa scelta è stata fatta per vedere qual è influenza della rigidezza
flessionale nella risposta dinamica della struttura.
6.2.1. Modellazione del solaio
Figura 6.1: Solaio Predalle
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
53
Figura 6.2: Modellazione dei vari solai con elementi shell attraverso il programma di
calcolo SAP2000
Si riconosce in essa, come la mesh sia costituita per la gran parte da
elementi regolari di forma quadrata o rettangolare. In alcuni casi sono stati
inseriti degli elementi trapezoidali necessari per realizzare il collegamento
tra i vari elementi finiti.
La natura del solaio presente nella struttura è stata descritta nel Capitolo
7 , in cui si mostrava il tipo di solaio scelto e le caratteristiche meccaniche
di interresse fornite dal produttore.
Il modello shell è quindi un modello equivalente che deve andare a
cogliere, attraverso alcuni fattori, sia il peso per unità di superficie della
struttura sia le rigidezze di piano e flessionali. Ciò è stato realizzato
scegliendo per la singola tipologia di solaio, uno spessore dell’elemento
finito, in modo tale che l’area per unità di lunghezza del solaio sia la stessa
che nel caso reale, come mostrato in figura 6.3 , cosi facendo si sono quindi
eguagliati i pesi.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
54
Figura 6.3: Modello shell equivalente
Si deve tener conto anche del fatto che la piattabanda inferiore di
spessore 4 cm non è realmente collegata in direzione 2, visto che la parte
prefabbricata del solaio è costituita
per l’appunto da elementi bidimensionali larghi 120 cm, che vengono in
sede di montaggio solo accostati tra loro e poi gettati.
Le rigidezze dell’elemento shell associate allo spessore “h” considerato,
non eguagliano quelle effettivamente presenti nel solaio a travetti in
entrambe le direzioni considerate, pertanto si sono inseriti in SAP, nella
casella “Stiffness Modifier” presente nella finestra di definizione della
sezione dell’elemento shell, dei coefficienti correttivi, pari al rapporto tra le
rigidezze di piano e flessionali dei due sistemi, tali da eguagliare quelle
presenti nel solaio reale.
Figura 6.4: Finestra definizione elemento
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
55
Figura 6.5: Finestra definizione caratteristiche elemento
I coefficienti correttivi il momento m12 vengono imposti pari a 0.
L’ipotesi fatta è che il solaio ha comportamento prevalentemente
unidirezionale vista l’ortotropia.
I tipi di solaio presenti nella struttura sono 5, di seguito si riportano le
tabelle contenenti i coefficienti correttivi le rigidezze dell’elemento shell
associato.
Si deve riconoscere inoltre, che tutti gli elementi shell inseriti per
costruire il modello del solaio hanno il sistema di riferimento locale
orientato come mostrato in figura 6.7, dove l’asse 1 è quello avente colore
rosso e parallelo all’asse x, l’asse 2 avente colore bianco parallelo all’asse
y, e l’asse 3 ortogonale al piano individuato dai precedenti ed ortogonale
all’asse z.
Pertanto, questo deve andare a relazionarsi, con la presenza di una
tessitura dei solai che non è unidirezionale per l’intera superficie del piano,
ma cambia dipendentemente dal tipo di solaio considerato, ciò vuol dire che
la modifica delle rigidezze degli elementi shell deve tener conto sia del tipo
di solaio considerato, sia dell’orditura ad esso associata.
Come preannunciato nelle tabelle seguenti si riportano i coefficienti
correttivi le rigidezze dell’elemento shell, che permettono di eguagliarle al
solaio presente nella struttura.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
56
Figura 6.6: Shell generica e assi locali
Questi coefficienti sono stati ottenuti come spiegato di seguito:
Coefficienti delle rigidezze flessionali m11, m22, m12 ottenuti
come rapporto tra l’inerzia per unità di lunghezza del solaio reale e
l’inerzia dell’elemento shell nella direzione considerata
Coefficienti delle rigidezze di piano f11, f22, f12 ottenuti come
rapporto tra le aree per unità di lunghezza del solaio reale e l’area
dell’elemento shell, nella direzione considerata
Coefficienti di taglio V13, V23 ottenuti come i precedenti,
dipendentemente dalla direzione considerata.
- Solaio H=40+4 – Tessuto secondo la direzione 1
Area sezione 0,1772 m2
/m
Larghezza di
riferimento
1 m
Rck 30 N/mm2
E 34179558 kN/m2
ν 0,2 kN/m2
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
57
Direzione 1
Spessore equivalente shell 0,1772 m
Rigidezza equivalente shell 16508,40504 kN*m
Inerzia sezione reale 0,005333333 m4
Spessore ideale 0,4 m
Rigidezza di piastra reale 189886,4333 kN*m
Coefficiente correttivo m11 11,5024094 -
Direzione 2
Spessore equivalente shell 0,1772 m
Rigidezza equivalente shell 16508,41 kN*m
Inerzia sezione reale 5,33E-06 m4
Spessore ideale 0,04 m
Rigidezza di piastra reale 189,8864 kN*m
Coefficiente correttivo m22 0,011502 -
Coefficiente correttivo m12 0
Coefficiente correttivo f11 1
Coefficiente correttivo f22 0
Coefficiente correttivo f12 0,225733634
Coefficiente correttivo V23 0,225733634
Coefficiente correttivo V13 1
- Solaio H=32+4 – Tessuto secondo la direzione 2
Area sezione 0,1556 m2
/m
Larghezza di
riferimento
1 m
Rck 30 N/mm2
E 34179558 kN/m2
ν 0,2 kN/m2
Direzione 2
Spessore equivalente shell 0,1556 m
Rigidezza equivalente shell 11177,45014 kN*m
Inerzia sezione reale 0,00287184 m4
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
58
Spessore ideale 0,325422189 m
Rigidezza di piastra reale 102248,1478 kN*m
Coefficiente correttivo m22 9,147716743 -
Direzione 1
Spessore equivalente shell 0,1556 m
Rigidezza equivalente shell 11177,45 kN*m
Inerzia sezione reale 5,33E-06 m4
Spessore ideale 0,04 m
Rigidezza di piastra reale 189,8864 kN*m
Coefficiente correttivo m11 0,016988 -
Coefficiente correttivo m22 9,147716743
Coefficiente correttivo m12 0
Coefficiente correttivo f11 0,257069409
Coefficiente correttivo f12 0,257069409
Coefficiente correttivo f22 1
Coefficiente correttivo V13 0,257069409
Coefficiente correttivo V23 1
6.3. Travi
L’elemento usato per modellare il comportamento di travi pilastri e bielle
nelle strutture piane e tridimensionali è l’elemento Frame. Esso è
rappresentato da una linea retta che congiunge due punti, i e j (nodi),
ognuno dei quali ha sei gradi di libertà (3 traslazioni e 3 rotazioni). Ciascun
elemento ha il proprio sistema di coordinate locale per la definizione delle
proprietà della sezione e dei carichi e per l’interpretazione dei risultati. Gli
assi di questo sistema locale sono indicati con i numeri 1, 2 e 3; il primo
asse è diretto lungo l’elemento, gli altri due giacciono nel piano
perpendicolare all’elemento con orientamento specificato dall’utente (per
gli esempi svolti in questo lavoro si è usato l’orientamento di default e
l’angolo delle coordinate dell’elemento Frame).
Una sezione Frame è un insieme di proprietà geometriche e del materiale
che descrivono la sezione trasversale di uno o più elementi. Si è definito,
indipendentemente dagli elementi Frame, le sezioni e successivamente
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
59
assegnate agli elementi stessi. Le proprietà del materiale usate dalla sezione
sono:
Il modulo di elasticità, per la rigidezza assiale e la rigidezza
flessionale
Il modulo di taglio, per la rigidezza torsionale e la rigidezza a
taglio trasversale (questo è calcolato dal modulo di elasticità e dal
coefficiente di Poisson)
La densità di massa (per unità di volume), per calcolare la
massa dell’elemento
La densità di peso (peso specifico), per calcolare il carico
dovuto al peso proprio insieme a queste proprietà del materiale, sono
usate, per generare le rigidezze della sezione, sei proprietà
geometriche di base:
L’area della sezione trasversale
Il momento d’inerzia intorno all’asse 3 per flessioni nel piano
1-2
Il momento d’inerzia intorno all’asse 2 per flessioni nel piano
1-3
La costante torsionale
L’area di taglio per il taglio nel piano1-2
L’area di taglio per il taglio nel piano 1-3.
Queste sei proprietà geometriche di sezione vengono calcolate
automaticamente dalle dimensioni specificate per i semplici profili messi a
disposizione dal programma stesso ( sezione rettangolare, sezione a T,
sezione ad L…).
I nodi (joints) rivestono un ruolo fondamentale nell’analisi di una
struttura. Essi sono i punti di congiunzione fra gli elementi e costituiscono
le posizioni geometriche primarie nella struttura, di cui si conoscono o si
devono determinare gli spostamenti. La deformazione del modello
strutturale è governata dagli spostamenti dei nodi. Se lo spostamento di un
nodo lungo uno dei suoi gradi di libertà ha un valore noto, sia esso zero o
diverso da zero, a quel grado di libertà deve essere applicato un vincolo
esterno (Restraint).
L’analisi statica della struttura comprende la soluzione del sistema di
equazioni lineari rappresentato da:
K · u = r
dove K è la matrice di rigidezza, r è il vettore dei carichi applicati e u è il
vettore degli spostamenti risultanti. Per ciascuna condizione di carico
definita dall’utente, il programma crea automaticamente il vettore dei
carichi r e risolve per il vettore degli spostamenti statici u.
Le travi presenti nel generico piano considerato sono state modellate con
elementi finiti frame, monodimensionali, che in figura 6.9 sono riportati in
verde arancione ed in giallo per distinguere i diversi profilati che sono stati
utilizzati.
La discretizzazione di tali elementi è dettata da quella degli elementi
shell su di essi convergenti. Per poter realizzare il nodo di cerniera alle due
estremità della trave è necessario inserire alle parti estreme dei rilasci
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
60
Figura 6.78: Assi locali e sistemi di riferimento elementi frame nel programma di calcolo
agli elementi finiti.
Figura 6.9: Elementi frame del piano tipo
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
61
ovvero dei meccanismi , che per come servivano a noi, non reagiscano a
momento cioè una vera e propria cerniera, sono stati inibiti tutti i momenti
flettenti e il momento torcente. Dato che non volevamo la presenza di
momenti all’estremità non abbiamo messo nessun fattore di rigidezza,
infatti come si vede nella figura successiva (fig.6.10) le rigidezze, sia
iniziali che finali, sono nulle.
Figura 6.9: Finestra dei rilasci
Figura 6.10: Nodi elementi frame e shell
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
62
6.4. Modellazione delle masse
Le modellazione delle masse strutturali e non, presenti sulla struttura, è
stato di tipo selettivo.
Le masse strutturali sono state considerate tenendo in conto le proprietà
del materiale associato al singolo elemento di piano considerato. Per le
masse non strutturali esse sono state originate dai carichi presi in
considerazione e distribuite in unità di superficie o di lunghezza proprio
come i carichi.
Le strutture verticali dell’edificio in esame, possono essere classificate in
funzione dei rapporti tra i lati costituenti la sezione , ma essendo la struttura
realizzata in acciaio, le colonne sono state modellate con elementi frame
monodimensionali.
6.5. Modellazione delle colonne
Le colonne, come detto sopra, sono state rappresentate attraverso
elementi frame aventi sezioni di area opportuna. Per queste colonne sono
stati utilizzate sezioni di tipo HI-STAR rastremate ogni otto piani .
Piani Sezione
Terra-8° HE 1000x584 HI
9°-16° HE 1000x494 HI
17°-24° HE 1000x438 HI
25°-32° HE 1000x415 HI
33°-
Copertura
HE 1000x393 HI
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
63
Figura 6.11: Elemento frame per colonna tipo.
6.6. Modellazione dei controventi
I controventi sono modellati come elementi monodimensionali frame e
divisi per tipologia in controventi interni esterni e di piano o out rigger
aventi sezioni diverse secondo la tipologia mostrata nella tabella seguente:
Controventi Sezione
Esterni 2L 250x250x35
Interni 2L 250x250x 27
Out rigger 2L 250x250x23
I controventi esterni sono stati posizionati ogni due piani come pure gli
out rigger mentre i controventi interni sono collocati ad ogni interpiano.
In particolare gli out rigger sono inseriti nei piani 8-10 e 28-30 per dare
una rigidezza maggiore alla struttura, verranno trattati in particolar modo
nei capitoli relativi alle analisi.
monodimensionali.
6.7. Modellazione delle fondazioni
La struttura di fondazione dell’ edificio è rappresentata da una platea di
3,5 m e di spessore e 50 m di lato la quale è stata modellata sia con elementi
monodimensionali che con elementi bidimensionali e tridimensionali,
ovvero frame, shell, solid. Gli elementi solid sono elementi tridimensionali
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
64
caratterizzati dal tipo di materiale associato. La modellazione in solid
rappresenta nel modo migliore la platea viste le dimensioni della stessa.
Visto però che lo scopo che si vuole raggiungere è la stima della
rigidezza, si può modellare la fondazione con elementi shell, i quali
approssimano questo obiettivo, o con elementi monodimensionali
costruendo un graticcio equivalente in rigidezza.
6.7.1. Modellazione con shell
Per modellare la platea di fondazione con le shell è stato necessario
assegnare alcune proprietà tra le quali il materiale e l’altezza.
Il materiale che è stato assegnato ha le caratteristiche del calcestruzzo di
classe C30/35 che è stato ampiamente descritto nel capitolo relativo ai
materiali.
Per quanto riguarda l’altezza non è stato necessario assegnare una altezza
equivalente in quanto la platea è di materiale omogeneo e quindi l’altezza
modellata è quella reale ovvero 3,5 m. Per collegare la platea hai pali di
fondazione è stato necessario adottare un braccetto rigido caratterizzato
fondamentalmente dal materiale che lo costituisce. Il materiale è
contraddistinto dal fatto che ha un modulo di elasticità molto elevato (E =
2·1014
), non ha peso e non ha massa. La sezione è contrassegnata dal fatto
che ha peso e mazza nulli in quanto questi due entità sono già state
conteggiate, non è necessario descrivere una sezione ben precisa in quanto
il braccetto non ha nessuna strutturale, il fine del suo utilizzo è quello di
collegare i nodi della platea con i nodi del palo poiché la shell “comunica”
con gli altri elementi attraverso i nodi (vedi figura 6.12).
Figura 6.12: Modellazione della platea con elementi shell
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
65
6.7.2. Modellazione con solid
La platea modellata in solid è quella più realistica viste le sue
dimensioni, per far questo basta creare un elemento tridimensionale dove
gli viene assegnato un materiale avente le caratteristiche del calcestruzzo
reale. Per fare in modo che questa modellazione funzioni bene è
indispensabile che i nodi colleghino gli elementi solid tra di loro ed
eventualmente gli elementi frame rappresentativi le colonne, perché come
per gli elementi shell anche gli elementi solid “comunicano” con tutti gli
altri elementi attraverso i nodi. Per poter leggere bene lo stato di
sollecitazione di questi costituenti si dovrebbe avere una mesh regolare
dove i rapporti tra i lati dei parallelepipedi sia di 1:1 o al massimo 1:2,
purtroppo nel nostro caso non è stato sempre possibile rispettare questa
regola poiché la posizione delle colonne non c’ hanno permesso di
realizzare una mesh regolare, non potevamo nemmeno infittirla più di tanto
poiché gli oneri computazionali sarebbero aumentati esponenzialmente.
6.7.3. Modellazione in grid-work
La modellazione in grid work , o graticcio è una modellazione della
platea di fondazione che consente di poter definire facilmente, una volta
ottenuti i risultati dell’analisi, l’armatura necessaria alla fondazione per
resistere alle sollecitazioni di carico. Ciò è possibile in quanto lavorando
con elementi frame è di immediata visione lo sforzo di taglio sollecitante
l’elemento stesso. Analoga cosa invece non si può certo dire utilizzando
elementi tridimensionali come i solid o elementi shell. La modellazione con
la struttura a graticcio, figura 6.13, comprende ben 12 tipi di maglie
differenti, e quindi molti più elementi frame (si veda per la teoria del
graticcio il Capitolo7).
Figura 6.13: Modellazione della platea con elementi graticcio
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
66
Tipo Colore x y
2 21
2,3 22
3,7 23
3,7 2,34
3,7 2,75
2 2,76
2,3 2,37
2,3 2,78
3,7 3,79
2 3,710
2,3 3,711
2 2,312
Figura 6.14: Disposizione maglie in pianta e relative grandezze
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
67
Di seguito di riportano i valori calcolati secondo le equazioni di
trasformazione di un elemento bidimensionale ad elemento
monodimensionale.
s 3,5
TIPO x y alfa beta
1 2,00 2,00 1,00 1,00
2 2,30 2,00 0,87 1,15
3 3,70 2,00 0,54 1,85
4 3,70 2,30 0,62 1,61
5 3,70 2,70 0,73 1,37
6 2,00 2,70 1,35 0,74
7 2,30 2,30 1,00 1,00
8 2,30 2,70 1,17 0,85
9 3,70 3,70 1,00 1,00
10 2,00 3,70 1,85 0,54
11 2,30 3,70 1,61 0,62
12 2,00 2,30 1,15 0,87
PARAMETRI FLESSIONALI
PARAMETRI
TORSIONALI Tipo
Jx Jy J' JXP JYP
2,98 2,98 0,74 3,57 3,57 1
3,16 3,15 0,75 4,11 3,57 2
3,50 2,17 0,89 6,61 3,57 3
3,95 3,32 0,83 6,61 4,11 4
4,49 4,30 0,78 6,61 4,82 5
3,19 3,31 0,78 3,57 4,82 6
3,42 3,42 0,74 4,11 4,11 7
3,64 3,66 0,75 4,11 4,82 8
5,51 5,51 0,74 6,61 6,61 9
2,17 3,50 0,89 3,57 6,61 10
3,32 3,95 0,83 4,11 6,61 11
3,15 3,16 0,75 3,57 4,11 12
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
68
JX JXP JY JYP
T1-X 2,98 3,57 - -
T1-Y - - 2,98 3,57
T1-T1-X 5,95 7,15 - -
T1-T1-Y - - 5,95 7,15
T1-T2-Y - - 6,13 7,15
T1-T12-X 6,13 7,15 - -
T2-T2-X 6,32 8,22 - -
T2-T3-Y - - 5,32 7,15
T2-T7-X 6,58 8,22 - -
T2-X 3,16 4,11 - -
T3-T3-X 7,01 13,22 - -
T3-T3-Y - - 4,34 7,15
T3-T4-X 7,45 13,22 - -
T3-X 3,50 6,61 - -
T4-T4-Y - - 6,64 8,22
T4-T5-X 8,44 13,22 - -
T5-T5-Y - - 8,60 9,65
T5-T9-X 10,00 13,22 - -
T6-T6-Y - - 6,63 9,65
T6.T8-Y - - 6,97 9,65
T6.-T10-X 5,37 7,15 - -
T6-Y - - 3,31 4,82
T7-T4-Y - - 6,75 8,22
T7-T8-X 7,06 8,22 - -
T8-T5-Y - - 7,96 9,65
T8-T11-X 6,96 8,22 - -
T9-T9-Y - - 11,02 13,22
T10-T10-Y - - 7,01 13,22
T10-T11-Y - - 7,45 13,22
T10-Y - - 3,50 6,61
T11-T9-Y - - 9,46 13,22
T12-T6-X 6,34 7,15 - -
T12-T7- Y - - 6,58 8,22
T12-T12-Y - - 6,32 8,22
T12-Y - - 3,16 4,11
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
69
A livello di modellazione agli elementi finiti ogni singolo graticcio è
stato modellato come un frame generico, al quale sono stati dati i valori
riportati nelle tabelle di cui sopra.
Per vederne un esempio si mostrano alcune finestre di SAP 2000,
rispettivamente per la modellazione di un frame orizzontale, di un frame
verticale e di uno obliquo.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
70
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
71
Le masse nella modellazione degli elementi frame del graticcio sono
state applicate ai nodi, la stessa cosa è stata fatta per il peso, in quanto
gli elementi monodimensionali non possono rappresentare in maniera
adeguata strutture tridimensionali.
Università degli studi di Roma “La Sapienza”
Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008
Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio
CAPITOLO 6: Modellazione
72
6.7.4. Modellazione dei pali
I pali di fondazione sono stati modellati attraverso elementi frame posti
in verticale collegati attraverso i nodi sia alla platea sia al terreno come
rappresentato in figura 6.14 a) e b). Anche ad essi è stato assegnato un
materiale avente le caratteristiche del calcestruzzo in quanto in realtà i pali
sono fatti di questo materiale.
a)
b)
Figura 6.15: Modellazione platea e pali di fondazione
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli
Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli

More Related Content

What's hot

Etabs steel-design
Etabs steel-designEtabs steel-design
Etabs steel-design
Muhammad Iqbal
 
Eurocodes design of members
Eurocodes design of membersEurocodes design of members
Eurocodes design of members
yuri30
 
Standard Penetration Test for soils
Standard Penetration Test for soilsStandard Penetration Test for soils
Standard Penetration Test for soils
Amardeep Singh
 
Varios diseño y construccion de pisos industriales
Varios   diseño y construccion de pisos industrialesVarios   diseño y construccion de pisos industriales
Varios diseño y construccion de pisos industriales
Erik Ernesto Mamani Pacho
 
Structural steel design : beam-columns
Structural steel design : beam-columnsStructural steel design : beam-columns
Structural steel design : beam-columns
Timóteo Rocha
 
W 1 single-storey steel-frames_structures
W 1  single-storey steel-frames_structuresW 1  single-storey steel-frames_structures
W 1 single-storey steel-frames_structures
Mihai Pancu
 
Comparison of Bricks
Comparison of BricksComparison of Bricks
Comparison of Bricks
Neha Patil
 
Bamboo presentation
Bamboo presentationBamboo presentation
Bamboo presentation
Ranjan Kumar Lal
 
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
Rahul Leslie
 
Bubble deck slab
Bubble deck slabBubble deck slab
Bubble deck slab
PRASUNMANI
 
Column base plates_prof_thomas_murray
Column base plates_prof_thomas_murrayColumn base plates_prof_thomas_murray
Column base plates_prof_thomas_murray
Alberto Rosado
 
Jb n ch 170
Jb   n ch 170Jb   n ch 170
DESIGN OF STEEL STRUCTURE
DESIGN OF STEEL STRUCTUREDESIGN OF STEEL STRUCTURE
DESIGN OF STEEL STRUCTURE
AHMED NADIM JILANI
 
Design of masonry structures 2004
Design of masonry structures 2004Design of masonry structures 2004
Design of masonry structures 2004
Kheena Elaine Macaraig
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
stefaniaarangio
 
Ductile detailing
Ductile detailingDuctile detailing
Ductile detailing
HARITHASIVAGURU
 
Civil Design of Structures -WSM & LSM
Civil Design of Structures -WSM & LSMCivil Design of Structures -WSM & LSM
Civil Design of Structures -WSM & LSM
SHAZEBALIKHAN1
 
Madera ppt
Madera pptMadera ppt
Madera ppt
JannabelGutierrez
 
Design of industrial roof truss
Design of industrial roof truss Design of industrial roof truss
Design of industrial roof truss
Sudhir Gayake
 
SSL, FFL, SFL Abbreviations
SSL, FFL, SFL AbbreviationsSSL, FFL, SFL Abbreviations
SSL, FFL, SFL Abbreviations
Ehlelt Mancha
 

What's hot (20)

Etabs steel-design
Etabs steel-designEtabs steel-design
Etabs steel-design
 
Eurocodes design of members
Eurocodes design of membersEurocodes design of members
Eurocodes design of members
 
Standard Penetration Test for soils
Standard Penetration Test for soilsStandard Penetration Test for soils
Standard Penetration Test for soils
 
Varios diseño y construccion de pisos industriales
Varios   diseño y construccion de pisos industrialesVarios   diseño y construccion de pisos industriales
Varios diseño y construccion de pisos industriales
 
Structural steel design : beam-columns
Structural steel design : beam-columnsStructural steel design : beam-columns
Structural steel design : beam-columns
 
W 1 single-storey steel-frames_structures
W 1  single-storey steel-frames_structuresW 1  single-storey steel-frames_structures
W 1 single-storey steel-frames_structures
 
Comparison of Bricks
Comparison of BricksComparison of Bricks
Comparison of Bricks
 
Bamboo presentation
Bamboo presentationBamboo presentation
Bamboo presentation
 
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
Part-I: Seismic Analysis/Design of Multi-storied RC Buildings using STAAD.Pro...
 
Bubble deck slab
Bubble deck slabBubble deck slab
Bubble deck slab
 
Column base plates_prof_thomas_murray
Column base plates_prof_thomas_murrayColumn base plates_prof_thomas_murray
Column base plates_prof_thomas_murray
 
Jb n ch 170
Jb   n ch 170Jb   n ch 170
Jb n ch 170
 
DESIGN OF STEEL STRUCTURE
DESIGN OF STEEL STRUCTUREDESIGN OF STEEL STRUCTURE
DESIGN OF STEEL STRUCTURE
 
Design of masonry structures 2004
Design of masonry structures 2004Design of masonry structures 2004
Design of masonry structures 2004
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
 
Ductile detailing
Ductile detailingDuctile detailing
Ductile detailing
 
Civil Design of Structures -WSM & LSM
Civil Design of Structures -WSM & LSMCivil Design of Structures -WSM & LSM
Civil Design of Structures -WSM & LSM
 
Madera ppt
Madera pptMadera ppt
Madera ppt
 
Design of industrial roof truss
Design of industrial roof truss Design of industrial roof truss
Design of industrial roof truss
 
SSL, FFL, SFL Abbreviations
SSL, FFL, SFL AbbreviationsSSL, FFL, SFL Abbreviations
SSL, FFL, SFL Abbreviations
 

Viewers also liked

Tesi Specialistica - Andrea Demin
Tesi Specialistica - Andrea DeminTesi Specialistica - Andrea Demin
Tesi Specialistica - Andrea Demin
Franco Bontempi Org Didattica
 
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCOCM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
Franco Bontempi Org Didattica
 
Lezione metalliche sismica parte_iii
Lezione metalliche sismica parte_iiiLezione metalliche sismica parte_iii
Lezione metalliche sismica parte_iii
Franco Bontempi Org Didattica
 
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALILA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
Franco Bontempi Org Didattica
 
MADE EXPO 2012 arangio bontempi
MADE EXPO 2012 arangio bontempiMADE EXPO 2012 arangio bontempi
MADE EXPO 2012 arangio bontempiFranco Bontempi
 
CM - elaborato RADDI
CM - elaborato RADDICM - elaborato RADDI
CM - elaborato RADDI
Franco Bontempi Org Didattica
 
PSA - Azzurra Orlando
PSA - Azzurra OrlandoPSA - Azzurra Orlando
PSA - Azzurra Orlando
Franco Bontempi Org Didattica
 
PSA - Luigi Trinchieri
PSA - Luigi TrinchieriPSA - Luigi Trinchieri
PSA - Luigi Trinchieri
Franco Bontempi Org Didattica
 
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
Franco Bontempi Org Didattica
 
PSA - Structural Aspects 2016
PSA - Structural Aspects 2016PSA - Structural Aspects 2016
PSA - Structural Aspects 2016
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo ViolaCostruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani SchwartzCostruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
Franco Bontempi Org Didattica
 
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated BridgesPerformance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare SbaragliaCostruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Franco Bontempi Org Didattica
 
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 BontempiTecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzioni metalliche - Di Re
Costruzioni metalliche - Di ReCostruzioni metalliche - Di Re
Costruzioni metalliche - Di Re
Franco Bontempi Org Didattica
 
Lorenzo Sperduto - Tesi Presentazione
Lorenzo Sperduto - Tesi PresentazioneLorenzo Sperduto - Tesi Presentazione
Lorenzo Sperduto - Tesi PresentazioneLorenzo Sperduto
 
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza StrutturaleCTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
Franco Bontempi
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Franco Bontempi
 
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionaleL'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
Franco Bontempi
 

Viewers also liked (20)

Tesi Specialistica - Andrea Demin
Tesi Specialistica - Andrea DeminTesi Specialistica - Andrea Demin
Tesi Specialistica - Andrea Demin
 
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCOCM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
CM - elaborato BELTRAMI DI MARCO
 
Lezione metalliche sismica parte_iii
Lezione metalliche sismica parte_iiiLezione metalliche sismica parte_iii
Lezione metalliche sismica parte_iii
 
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALILA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
LA ROBUSTEZZA STRUTTURALE NEI CONFRONTI DELLE AZIONI ACCIDENTALI
 
MADE EXPO 2012 arangio bontempi
MADE EXPO 2012 arangio bontempiMADE EXPO 2012 arangio bontempi
MADE EXPO 2012 arangio bontempi
 
CM - elaborato RADDI
CM - elaborato RADDICM - elaborato RADDI
CM - elaborato RADDI
 
PSA - Azzurra Orlando
PSA - Azzurra OrlandoPSA - Azzurra Orlando
PSA - Azzurra Orlando
 
PSA - Luigi Trinchieri
PSA - Luigi TrinchieriPSA - Luigi Trinchieri
PSA - Luigi Trinchieri
 
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
Appunti Corso PSA A.A. 2016/17
 
PSA - Structural Aspects 2016
PSA - Structural Aspects 2016PSA - Structural Aspects 2016
PSA - Structural Aspects 2016
 
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo ViolaCostruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
Costruzioni Metalliche - Bartolomeo Viola
 
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani SchwartzCostruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
Costruzioni Metalliche - Necci Valleriani Schwartz
 
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated BridgesPerformance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
Performance-Based Seismic Assessment for Loss Estimation of Isolated Bridges
 
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare SbaragliaCostruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
Costruzioni Metalliche - De Cesare Sbaraglia
 
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 BontempiTecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
 
Costruzioni metalliche - Di Re
Costruzioni metalliche - Di ReCostruzioni metalliche - Di Re
Costruzioni metalliche - Di Re
 
Lorenzo Sperduto - Tesi Presentazione
Lorenzo Sperduto - Tesi PresentazioneLorenzo Sperduto - Tesi Presentazione
Lorenzo Sperduto - Tesi Presentazione
 
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza StrutturaleCTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
CTA 2013 Torino - Sessione speciale sulla Robustezza Strutturale
 
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioIl ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendio
 
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionaleL'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
L'analisi strutturale a supporto della progettazione prestazionale
 

Similar to Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli

Validazione di sistemi di continuità per strutture prefabbricate
Validazione di sistemi di continuità per strutture  prefabbricateValidazione di sistemi di continuità per strutture  prefabbricate
Validazione di sistemi di continuità per strutture prefabbricate
Franco Bontempi
 
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio Franco Bontempi Org Didattica
 
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla baseProgettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
Michele D'angelo
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
stefaniaarangio
 
Brochure hybrid system smal
Brochure hybrid system smalBrochure hybrid system smal
Brochure hybrid system smal
MarcoPedri
 
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativiTravi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
Tecnostrutture s.r.l. - NPS® SYSTEM
 
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
Tecnostrutture s.r.l. - NPS® SYSTEM
 
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting materialRESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
Franco Bontempi Org Didattica
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Franco Bontempi Org Didattica
 
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...Virgilio Santonicola
 
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienzaStrutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
StroNGER2012
 
Progetto Tecnologia Meccanica
Progetto Tecnologia MeccanicaProgetto Tecnologia Meccanica
Progetto Tecnologia Meccanica
PieroEro
 
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
netengineering
 
Tesi master Nicola Pretto
Tesi master Nicola PrettoTesi master Nicola Pretto
Tesi master Nicola Pretto
thinfilmsworkshop
 
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
Servizi a rete
 

Similar to Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli (20)

Tesi Walter Mauri
Tesi Walter MauriTesi Walter Mauri
Tesi Walter Mauri
 
Validazione di sistemi di continuità per strutture prefabbricate
Validazione di sistemi di continuità per strutture  prefabbricateValidazione di sistemi di continuità per strutture  prefabbricate
Validazione di sistemi di continuità per strutture prefabbricate
 
Articolo_Prog-Sism
Articolo_Prog-SismArticolo_Prog-Sism
Articolo_Prog-Sism
 
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio
Guida ARCELOR-MITTAL progettazione antisismica edifici in acciaio
 
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla baseProgettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
Progettazione di una palazzina con struttura in c.a. isolata alla base
 
Lg reti a doppia torsione
Lg reti a doppia torsioneLg reti a doppia torsione
Lg reti a doppia torsione
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
 
Brochure hybrid system smal
Brochure hybrid system smalBrochure hybrid system smal
Brochure hybrid system smal
 
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativiTravi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
Travi e Pilastri REP®: l'approccio alla progettazione ed esempi applicativi
 
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
Il caso Megastore Benetton a Verona: la soluzione strutturale NPS® negli inte...
 
Tesi
TesiTesi
Tesi
 
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting materialRESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
RESTORING ARCHITECTURE: understanding structure - fitting material
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
 
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...
Valutazione dello stato di integrità di componenti dell'industria petrolifera...
 
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienzaStrutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
Strutture temporanee arangio ottobre 2014 sapienza
 
Progetto Tecnologia Meccanica
Progetto Tecnologia MeccanicaProgetto Tecnologia Meccanica
Progetto Tecnologia Meccanica
 
Portfolio giancarli
Portfolio giancarliPortfolio giancarli
Portfolio giancarli
 
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
 
Tesi master Nicola Pretto
Tesi master Nicola PrettoTesi master Nicola Pretto
Tesi master Nicola Pretto
 
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
Tubazioni per fogna in Polipropilene ad alto modulo elastico: struttura, cara...
 

More from Franco Bontempi Org Didattica

50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf
Franco Bontempi Org Didattica
 
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
Franco Bontempi Org Didattica
 
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Franco Bontempi Org Didattica
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
Franco Bontempi Org Didattica
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
Franco Bontempi Org Didattica
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Franco Bontempi Org Didattica
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Franco Bontempi Org Didattica
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Franco Bontempi Org Didattica
 
Elenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandiElenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandi
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaioCostruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaio
Franco Bontempi Org Didattica
 
Costruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - CeradiniCostruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - Ceradini
Franco Bontempi Org Didattica
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
Franco Bontempi Org Didattica
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Franco Bontempi Org Didattica
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Franco Bontempi Org Didattica
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Franco Bontempi Org Didattica
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
Franco Bontempi Org Didattica
 
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Franco Bontempi Org Didattica
 
Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26
Franco Bontempi Org Didattica
 
Risultati
RisultatiRisultati

More from Franco Bontempi Org Didattica (20)

50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf
 
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
 
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
 
Elenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandiElenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandi
 
Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.
 
Costruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaioCostruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaio
 
Costruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - CeradiniCostruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - Ceradini
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
 
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
 
Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26
 
Risultati
RisultatiRisultati
Risultati
 

Costruzioni Metalliche - Chiani Iacovelli

  • 1.
  • 2. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio INDICE I INDICE Capitolo 1: DESCRIZIONE GENERALE DELL’OPERA 1.1.Introduzione 1.2.Caratteristiche essenziali dell’edificio 1.2.1.Solai 1.2.2.Travi e colonne 1.2.3.Controventi 1.2.4.Vetro pag. 1 Capitolo 2: NORMATIVE DI RIFERIMENTO E METODI DI CALCOLO pag. 14 Capitolo 3: MATERIALI 3.1. Introduzione 3.2. Acciaio 3.3. Conglomerato cementizio pag. 15 Capitolo 4: LE AZIONI 4.1. Carichi permanenti e sovraccarichi variabili 4.2. Azioni ambientali e naturali 4.2.1. Calcolo dell’azione del vento 4.2.2. Calcolo dell’azione della neve 4.2.3. Calcolo dell’azione sismica pag. 23 Capitolo 5: AZIONI DI CALCOLO 5.1. Introduzione 5.2. Metodo semiprobabilistico agli stati limite 5.2.1. Stati limite ultimi 5.2.2. Stati limite d’esercizio 5.2.3. Combinazione dell’azione sismica con le altre azioni 5.3. Resistenza di calcolo 5.4. Metodi di analisi generale pag. 41 Capitolo 6: MODELLAZIONE 6.1. Introduzione 6.2. Modellazione delle strutture piane 6.2.1. Modellazione del solaio 6.3. Travi 6.4. Modellazione delle masse 6.5. Modellazione delle colonne 6.6. Modellazione dei controventi pag. 52
  • 3. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio INDICE II 6.7. Modellazione delle fondazioni 6.7.1. Modellazione con shell 6.7.2. Modellazione con solid 6.7.3. Modellazione in grid-work 6.7.4. Modellazione dei pali 6.7.5. Modellazione del terreno Capitolo 7: VERIFICHE 7.1. Introduzione 7.2. Solaio 7.3. Travi 7.4. Colonne 7.5. Controventi 7.6. Fondazioni e terreno 7.6.1. Fondazioni a graticcio 7.7. Unioni 7.7.1. Collegamento trave inclinata interna e colonna 7.7.2. Collegamento trave inclinata di bordo e colonna 7.7.3. Collegamento controventi e colonna 7.7.4. collegamento fondazione pag.75 Capitolo 8: RISULTATI DELL’ANALISI 8.1. Introduzione 8.2. Controllo dell’analisi modale 8.3. Controllo degli spostamenti all’ultimo piano 8.4. Controllo del carico sui pali 8.5. Controllo della modellazione di un nodo strutturale 8.6. Conclusioni pag.124 Capitolo 9: NON LINEARITA’ GEOMETRICA E ANALISI DI PUSH-OVER 9.1. Introduzione 9.2. Non linearità geometrica 9.3. Casi di analisi non lineari 9.4. Solo effetto P-Delta 9.5. Analisi P-Delta iniziale 9.6. Analisi building 9.7. Analisi statica non lineare 9.7.1. Non linearità 9.7.2. Carichi 9.7.3. Controllo applicazione del carico 9.7.4. Controllo carichi 9.7.5. Controllo dello spostamento 9.8. Curva di push-over 9.8.1. cerniere di scaricamento pag.141
  • 4. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio INDICE III 9.9. Applicazioni Appendice A: ANALISI DI BUCKLING E ANALISI PLASTICA pag.163
  • 5. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 1 CAPITOLO 1 DESCRIZIONE GENERALE DELL’OPERA 1.1. Introduzione Nel seguente capitolo si vuole dare una visione d’insieme della costruzione studiata, in modo da fornire le informazioni utili e i dati necessari alla migliore comprensione della relazione che segue. Nel grafico riportato sotto si è voluto dare un’idea di quello che è stato il processo logico seguito nella progettazione dell’edificio, mettendo in evidenza le scelte prese in esame.
  • 6. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 2 Figura 1.1: Visione d’insieme “realistica” della costruzione ultimata
  • 7. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 3 1.2. Caratteristiche essenziali dell’edificio L’opera esaminata risulta simmetrica rispetto ad ambedue gli assi baricentrici, sia per quel che riguarda la pura geometria, sia per ciò che concerne i profilati scelti per gli elementi strutturali. La pianta è quadrata (36 m di lato) con gli angoli smussati ed una piccola incisione nel centro dei lati laterali (fig. 1.2), di 2,7mx3,3m. Figura 1.2: Pianta piano tipo
  • 8. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 4 Edificio multipiano uso uffici non aperti al pubblico Altezza 160 m Piani 40 Pianta 36x36 m Materiale costruttivo Acciaio Fe430 Fondazione 50x50x3,5m n pali 100 Materiale fondazione Cls Rck35 La zona centrale dell’edificio è stata destinata ad accogliere i vani scale e i vani ascensore che servono il piano. Si è scelto di avere grandi luci libere di solaio utilizzando profilati speciali accoppiati per le colonne portanti, così da utilizzarne in minore quantità. In questo modo, nelle zone a ridosso dell’area interna di uso comune, che sono quelle con meno luce, si è pensato di utilizzarle per le zone destinate ai servizi igienici di ogni appartamento. Così si sfrutta la luce naturale che filtra dalle pareti di vetro per gran parte delle ore di lavoro, con un risparmio energetico non indifferente. Per descrivere le caratteristiche dell’edificio conviene concentrarsi singolarmente sui singoli elementi per discuterne la scelta piuttosto che un’altra. 1.2.1. Solai Come si può vedere in pianta (fig.1.2) il solaio copre luci molto grandi anche di oltre 10 m. Si è scelto di adoperare un solaio predalle, che si può considerare come un solaio unidirezionale in termini di rigidezze. Per le verifiche del solaio e per i particolari costruttivi si rimanda al Capitolo 7 ed alle tavole allegate; in questo paragrafo si vuole evidenziare solo la disposizione del solaio sulle travi in modo da sfruttare l’altezza rimanente delle travi stesse, che sono alte all’incirca 70 cm, in confronto all’altezza del solaio comprensivo del getto che arriva al massimo a 44 cm. Questa differenza può essere sfruttata, come mostrato in figura 1.3, per porre il controsoffitto. Questo elemento è molto importante, specie negli uffici, per poter far passare tutte le condotte degli impianti, che non risultano a vista. A titolo di esempio si riporta un controsoffitto prodotto dalla ditta ATENA spa, modello Enigma Open, che ha la caratteristica di possedere una apertura basculante "a botola" . L'impiego di questa tipologia facilita quindi
  • 9. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 5 in maniera particolarmente evidente (fig. 1.4 e 1.5), l'ispezionabilità all'intercapedine e la manutenzione agli impianti sovrastanti, senza dover intervenire in senso estremo nell'assemblaggio del controsoffitto. Figura 1.3: disposizioni di profili a L saldati in stabilimento per appoggiare il solaio Figura 1.4: Particolare controsoffitto ed effetto a prodotto montato
  • 10. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 6 Figura 1.5: Particolare apertura basculante SOLUZIONI TECNOLOGICHE Grazie alla modularità della sua gamma, i controsoffitti Metal Modular garantiscono la massima flessibilità nell’integrazione di elementi di servizio, pareti mobili e corpi illuminanti. RILEVATORI DI FUMO PARETI MOBILI SPRINKLERS PLAFONIERE CANALINE LUMINOSE FARETTI ED ADATTATORI Figura 1.6:Caratteristiche tecniche ditta produttrice Atena s.p.a
  • 11. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 7 SISTEMI DI AERAZIONE Bocchette d’immissione e recupero dell’aria, del tipo lineare, quadrato o circolare, permettono il più razionale posizionamento in corrispondenza con le specifiche esigenze dell’impianto. CARATTERISTICHE • Vasta gamma di perforazioni • Versione ad orditura nascosta (clip’in) • Angolo smussato a 45° • Accessibilità all'intercapedine grazie all'apertura a botola • Acciaio postverniciato • Vasta gamma di soluzioni perimetrali • Orditura incrociata e parallela • Facilità di posa (sistema a scatto) Figura 1.7: Caratteristiche fornite dalla ditta Atena s.p.a 1.2.2. Travi e colonne Per la scelta dei profilati da utilizzare per le travi e le colonne ci si è affidati al catalogo della ditta ArcelorMittal. Questa azienda lussemburghese ha offerto la possibilità di ottenere prodotti speciali già da catalogo, come le colonne accoppiate disposte a croce greca che sono state utilizzate per tutti gli ordini di elementi verticali presenti nell’edificio. Indicati dalla ditta con il nome di HISTAR (HI), hanno permesso, come già detto in precedenza di utilizzare un numero minore di colonne di quelle a profilo ordinario che sarebbero state necessarie a sorreggere i carichi verticali. Piani Sezione Terra-8° HE 1000x584 HI 9°-16° HE 1000x494 HI 17°-24° HE 1000x438 HI 25°-32° HE 1000x415 HI 33°- Copertura HE 1000x393 HI
  • 12. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 8 Figura 1.8: Sezione colonna tipo 1.2.3. Controventi Per la scelta dei controventi è stato utilizzato sempre lo stesso catalogo, e si solo scelti profilati a L a lati uguali, accoppiati tra loro in maniera asimmetrica, come mostrato in figura 1.9, disposti a croce di Sant’Andrea. Profilato HE 1000 X 584 HI Piastra di irrigidimento Profilato HE 700 B Profilato L 250X250X35 Profilato L 250X250X35 Profilato L 250X250X35 Profilato L 250X250X35 Profili L accoppiati 500 250 Bulloni M24 classe 8.8 fori Ø25,5 n.8 Profilato HE 700 B 215 500 75 60 64 35 360 1415 Piastra di irrigidimento 95 8060 Figura 1.9: Particolare controventi esterni
  • 13. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 9 Per rendere la struttura più rigida, e quindi meno deformabile, oltre che limitare gli spostamenti di piano dovuti a sollecitazioni di tipo orizzontale si è reso necessario porre elementi di controvento anche nelle zone interne, come si può vedere dalla figura 1.10, dove sono evidenziati in rosso i controventi esterni ed in blu quelli interni Nord 6,36,35 36 4 28 4 Ascensore Ascensore Scala Scala 8 12 8 1 2 6 2,76,336,33 4284 36 Sud 35 3 4 5 7 8 16 19 26 27 34 37 45 46 47 9 10 11 12 13 14 15 20 21 22 23 24 25 28 17 18 29 30 31 32 33 36 38 39 40 41 42 43 44 48 49 50 51 52 5,66 Figura 1.10: Disposizione in pianta elementi verticali di controvento: interni (blu) ed esterni (rosso).
  • 14. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 10 Controventi Sezione Esterni 2L 250x250x35 Interni 2L 250x250x 27 Out rigger 2L 250x250x23 Come si può notare i controventi verticali della zona interna sono abbastanza fitti. Ciò non crea in realtà problemi architettonici, per quanto esposto in precedenza sulla ripartizione delle zone ad uso comune e quelle ad uffici. Difatti con una suddivisione di questo tipo le parti più vincolate sarebbero comunque quelle di confine tra la zona di pertinenza del piano e le zone servizi, che devono essere necessariamente provviste di tamponatura perimetrale. Inoltre poiché i controventi corrono per due piani non si crea neanche il problema di aprire passaggi di qualsiasi tipo. Per la posizione dei controventi esterni, che sono quelli di facciata, quindi a vista, si è pensato di adottare una soluzione per l’attraversamento del piano medio dei profilati. Solo a titolo di esempio si riporta in figura 1.12 una possibile soluzione, mettendo in evidenza che i controventi mostrati in figura sono a sezione tonda, mentre quelli da noi utilizzati sono a L, e che il nostro ingombro massimo è di 56 cm (si veda la Tavola n. 5). Profilato HE 1000 X 584 HI - Fuori scala - Profilato HE 1000 X 584 HI Profilato HE 700 B Profilato HE 700 B Profilato HE 700 B Figura 1.11: Prospetto frontale dei controventi esterni
  • 15. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 11 Figura 1.12: Soluzione possibile del passaggio di piano dei controventi verticali. A livello architettonico risultano di grande impatto visivo anche i due ordini di outrigger inseriti nella fascia perimetrale dell’edificio. Questi controventi di fatto “chiudono” parte della facciata libera per quattro piani complessivi. Strutturalmente però danno un contributo in termini di spostamenti complessivi ai piani alti notevole. È dimostrata, e tabellata la riduzione della deformazione dell’edificio: nel nostro caso specifico, per la posizione scelta, che è stata quella ottenuta dopo una serie di prove sul modello agli elementi finiti, ottenuto con il programma di calcolo SAP2000 versione11, l’influenza dei piani rigidi è stata di oltre il 50%. Un’idea di utilizzo di questi piani potrebbe essere per luoghi di ristorazione alla moda, o semplicemente zone archivio, sempre necessari in un edificio di tale grandezza. Nella nostra analisi questa diferenza di destinazione d’uso non è stata presa in considerazione e si è attribuito ad ogni piano il medesimo carico per cui era stato progettato, ovvero per uffici non aperti al pubblico.
  • 16. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 12 8°piano 28°piano 40 9°piano 120 29°piano 8°piano 9°piano 28°piano 29°piano PIANO TERRA 160 PROFILO SUD PROFILO EST POSIZIONE DEGLI OUTRIGGER Figura 1.13: disposizione dei controventi sulle facciate e degli outrigger
  • 17. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 1: Descrizione generale dell’opera 13 1.2.4. Vetro La struttura è stata pensata a vista, quindi con la facciata interamente in vetro, a meno di una ricopertura in alluminio dove sono poste le colonne, in rilievo, così da creare un leggero movimento di superfici e lievi ombre sulla facciata. Figura 1.14: Particolare facciata
  • 18. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 2: Normative di riferimento 14 CAPITOLO 2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Per la progettazione sono state utilizzate più fonti normative, sia italiane che europee, che sono catalogate di seguito per categoria di studio effettuata: Ipotesi di carico D.M. 14/09/2005: Testo Unico: Norme tecniche per le costruzioni. Ordinanza n.3274 20/03/03: Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici. D.M. 16/01/1996: Norme tecniche relative ai “Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”. Circ. n. 156 AA.G.G./STC del 04/07/1996: Istruzioni relative ai carichi, ai sovraccarichi ed ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni. Eurocodice 1 Basi di calcolo e progettazione delle strutture. CNR 10016/2000 Eurocodice 3 parte 1.3 Eurocodice 4 Elementi in acciaio D.M. 14/09/2005 Testo Unico: Norme tecniche per le costruzioni CNR-UNI 10022: 1984 Profilati di acciaio formati a freddo, istruzioni per l'impiego nelle costruzioni CNR-UNI10011: 1988 Costruzioni di acciaio, istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione. D.M. 09/01/1996 Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche. CNR-UNI10011: 1997 Costruzioni di acciaio, istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione. Eurocodice 3 Progettazione delle strutture in acciaio
  • 19. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 15 CAPITOLO 3 MATERIALI 3.1. Introduzione In questo capitolo ci si propone di elencare le caratteristiche generali dell’acciaio e del calcestruzzo ed in particolare di evidenziarne quelle dei materiali utilizzati nella progettazione della nostra costruzione. Si ricorda inoltre che la qualità dei prodotti strutturali è di rilevante importanza ai fini di un risultato che rispecchi il prototipo matematico scelto e calcolato per l’opera da realizzare. La Normativa impone che i materiali e prodotti per uso strutturale debbano essere: identificati mediante la descrizione a cura del fabbricante, del materiale stesso e dei suoi componenti elementari; certificati mediante la documentazione di attestazione che preveda prove sperimentali per misurarne le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche, effettuate da un ente terzo indipendente ovvero, ove previsto, autocertificate dal produttore secondo procedure stabilite dalle specifiche tecniche europee richiamate nel presente documento. accettati dal Direttore dei lavori mediante controllo delle certificazioni di cui al punto precedente e mediante le prove sperimentali di accettazione previste nelle presenti norme per misurarne le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche. Le proprietà meccaniche o fisiche dei materiali che concorrono alla resistenza strutturale debbono essere misurate mediante prove sperimentali, definite su insiemi statistici significativi. I produttori di materiali, prodotti o componenti disciplinati nella presente norma devono dotarsi di adeguate procedure di controllo di produzione in fabbrica. Per controllo di produzione nella fabbrica si intende il controllo permanente della produzione, effettuato dal fabbricante. Tutte le procedure e le disposizioni adottate dal fabbricante devono essere documentate sistematicamente ed essere a disposizione di qualsiasi soggetto od ente di controllo. 3.2. Acciaio L’acciaio è una lega ferro-carbonio. La quantità di carbonio condiziona la resistenza e la duttilità (la prima cresce e la seconda diminuisce all’aumentare del contenuto in carbonio).
  • 20. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 16 I più comuni acciai per carpenteria metallica hanno un contenuto in carbonio molto basso (da 0.17% a 0.22%) e sono quindi estremamente duttili. Una caratteristica importante è anche la tenacità dell’acciaio, cioè la sua capacità di evitare rottura fragile alle basse temperature. La normativa italiana e quella europea impongono limiti alle caratteristiche meccaniche (tensione di rottura e di snervamento) ed all’allungamento a rottura dei diversi tipi di acciaio, nonché limiti alla resilienza (legati alla temperatura ed al grado di saldabilità), necessari per garantire la tenacità (si veda anche il punto 2.3.2). Le prove di laboratorio che più frequentemente si effettuano sugli acciai da carpenteria metallica sono: prova di trazione; prova di resilienza; prova di piegamento. Vengono talvolta effettuate anche prove a compressione globale, di durezza e di fatica. La prova di trazione, che è molto significativa, poiché stabilisce il legame tra i valori di deformazione e sforzo, fornisce i valori della forza di trazione e della variazione di distanza di due punti di riferimento dividendo la forza di trazione per l’area nominale A0 del provino utilizzato; nelle fasi finali della prova, quando si ha una forte riduzione della sezione (strizione) la tensione nominale si riduce anche se la reale tensione va sempre crescendo. La deformazione viene valutata dividendo la variazione di distanza tra i punti di riferimento per la distanza iniziale L0. Dalla prova di trazione si ricava la tensione di snervamento fy e la corrispondente deformazione εy; la deformazione in cui inizia l’incrudimento εh (che è circa 12-15 volte εy); la tensione di rottura a trazione fu (il massimo raggiunto nella prova) la deformazione εu; la deformazione a rottura. εt. Nella figura 3.1 è mostrato il diagramma σ-ε del generico provino di acciaio sottoposto alla prova di trazione.
  • 21. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 17 Figura 3.1: Diagramma sforzi deformazioni per l’acciaio A seguito di tutte le incertezze che possono essere introdotte nell’analisi di calcolo strutturale, le normative impongono di adottare dei valori di resistenza cautelativi, ovvero di utilizzare valori più bassi di quelli reali. Tali valori vengono ricavati attraverso fattori correttivi ottenuti da una valutazione in termini semiprobabilistici di tutte le possibili incertezze e degli errori delle variabili di progetto. Tali diagrammi si ottengono a partire dai diagrammi caratteristici utilizzando i valori: ukud εεεεεεεε 9,0==== s yk yd f f γγγγ ==== essendo fyk = tensione caratteristica di snervamento; k= rapporto tra la tensione caratteristica di picco e la tensione caratteristica di snervamento; Es modulo elastico dell’acciaio; εuk deformazione in corrispondenza del picco di tensione. La profilatura a caldo può essere fatta solo per: barre di acciaio aventi sezioni particolari a contorno aperto o cavo; lamiere: manufatti di spessore non superiore a 50 mm e di larghezza pari alla massima dimensione del laminatoio; piatti larghi: manufatti di spessore non superiore a 40 mm e larghezza compresa tra 200 e1000 mm; barre.
  • 22. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 18 Figura 3.2: Diagramma tensione-deformazione per acciaio a snervamento definito (linea continua) e relativo diagramma caratteristico (linea tratteggiata) Figura 3.3: Diagramma tensione-deformazione per acciaio (linea continua) e relativo diagramma caratteristico (linea tratteggiata)
  • 23. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 19 In sede di progettazione si possono assumere convenzionalmente i seguenti valori nominali delle proprietà del materiale: modulo elastico E = 210.000 N/mm2 modulo di elasticità trasversale G = E/2(1+ν) N/mm2 coefficiente di Poisson ν = 0,3 coefficiente di espansione termica lineare α = 12 x 10-6 per °C (per temperature fino a 100 °C) densità ρ = 7850 kg/m3 Di seguito si riportano le caratteristiche dell’acciaio impiegato e poiché gli elementi tipo travi o pilastri rientrano nella categoria sezioni cave o a contorno aperto l’acciaio della nostra struttura sarà profilato a caldo e del tipo Fe 430. CARATTERISTICHE MECCANICHE ACCIAIO Fe430 - formato a caldo - Tensione di rottura a trazione ftk 410 N/mm2 Tensione di snervamento fyk 275 N/mm2 Coefficiente parziale di sicurezza γ 1,6 Tensione di progetto fyd 239 N/mm2 Modulo di resistenza longitudinale Ea 210.000 N/mm2 Coefficiente di contrazione trasversale ν 0,3 Tutti i profili utilizzati per la nostra opera sono del tipo a doppia T. I profili a doppio T sono utilizzati soprattutto come travi e colonne di strutture a telaio. Ne esistono due distinte tipologie: IPE ed HE. I profili IPE hanno una larghezza b dell’ala pari alla metà dell’altezza h. I profili HE hanno invece b=h; per essere più precisi, esiste una serie normale, HEB, nella quale è effettivamente b=h fino ad una altezza di 300 mm (per altezze maggiori b rimane costantemente pari a 300 mm), una serie leggera, HEA, ed una serie pesante, HEM, che hanno spessori maggiori e piccole differenze nell’altezza rispetto alla serie normale. A parità di area della sezione (e quindi di peso e costo) i profili IPE hanno momento d’inerzia e modulo di resistenza nettamente maggiore rispetto agli HE e sono quindi più convenienti in caso di aste soggette a flessione semplice; il momento d’inerzia è però molto basso e ciò li rende inadatti a sopportare momento flettente in due piani diversi ed anche molto sensibile all’instabilità in un piano. I momenti d’inerzia dei profili HE nelle
  • 24. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 20 due direzioni hanno una minore differenza e ciò rende questi profili più adatti ad essere usati come colonne (perché le colonne sono soggette a sforzo normale oltre che a momento flettente e questo inoltre agisce spesso in due direzioni). I profili a C e gli angolari sono usati soprattutto come aste di travature reticolari o aste di controventatura; vengono spesso accoppiati a due a due sia perché ciò conferisce simmetria alla sezione composta sia per comodità di realizzazione dei collegamenti. Nonostante il modulo elastico dell’acciaio sia quasi il triplo rispetto a quello del calcestruzzo, la dimensione delle sezioni in acciaio è tanto più piccola rispetto a quella delle sezioni in cemento armato da rendere molto rilevanti i problemi di esercizio connessi alla deformabilità. In numerosi casi la scelta della sezione è condizionata più dai limiti di deformabilità che dai limiti di resistenza. 3.3. Conglomerato cementizio Il conglomerato cementizio all’atto del progetto deve essere identificato mediante la resistenza convenzionale a compressione uniassiale caratteristica misurata su cubi e indicata come Rck. La resistenza caratteristica è definita come la resistenza al di sotto della quale si ha il 5% di probabilità di trovare valori inferiori, prodotta da prove su cubi confezionati e stagionati a 28 giorni di maturazione. La resistenza cilindrica fck, intesa come il medesimo valore frattile ma riferita a cilindri di diametro 150 mm e altezza 300 mm; in sede di progetto, è possibile passare dalla resistenza cubica (rapporto base-altezza = 1) a quella cilindrica (rapporto diametro-altezza = 2) mediante l’espressione: ckck Rf 83,0==== La resistenza a trazione del calcestruzzo può essere determinata a mezzo di diretta sperimentazione; in sede di progettazione si può assumere come resistenza media a trazione semplice (assiale) del conglomerato cementizio il valore convenzionale: ckctm Rf 48,0==== Il valore medio della resistenza a trazione per flessione è assunto, in mancanza di sperimentazione diretta, pari a: cfm ctm f = 1,2 f Per il coefficiente di Poisson può adottarsi, a seconda dello stato di sollecitazione, un valore compreso tra 0 (conglomerato cementizio fessurato) e 0,2 (non fessurato). Per il conglomerato cementizio la resistenza di calcolo a compressione, fcd, vale:
  • 25. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 21 mc ck cd R f γγγγ ==== ove il coefficiente a denominatore è pari ad 1,9. La resistenza di calcolo a trazione, fctd, vale: mc ck ctd f f γγγγ ==== dove il coefficiente γm,c assume il valore 1,6. È possibile adottare il diagramma parabola-rettangolo, rappresentato in fig. 3.4, definito da un arco di parabola di secondo grado passante per l'origine, avente asse parallelo a quello delle tensioni, e da un segmento di retta parallelo all'asse delle deformazioni tangente alla parabola nel punto di sommità. Il vertice della parabola e l'estremità del segmento hanno ascissa εc2 ed εu2 . L'ordinata massima del diagramma è pari a fcd. Si può altresì assumere una equivalente distribuzione rettangolare delle tensioni. Altre relazioni sforzo-deformazione potranno essere utilizzate, se più adeguatamente rappresentative del comportamento del conglomerato considerato. Figura 3.4: Diagramma di calcolo tensione-deformazione parabola-rettangolo per conglomerato cementizio ad alta resistenza.
  • 26. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 3: Materiali 22 Figura 3.5: Diagramma di calcolo tensione-deformazione parabola-rettangolo per conglomerato cementizio a molto bassa, bassa e media resistenza. CARATTERISTICHE MECCANICHE CALCESTRUZZO Resistenza cubica caratteristica Rck 35 N/mm2 Resistenza a compressione di progetto fcd 18,2 N/mm2 Resistenza a trazione media fctm 2,89 N/mm2 Resistenza a trazione caratteristica – Frattile del 5% Fctk,0.05 2,02 N/mm2 Resistenza a trazione per flessione fcfm 3,47N/mm2 Modulo elastico Ec 34179,6 N/mm2
  • 27. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 23 CAPITOLO 4 LE AZIONI 4.1. Carichi permanenti e sovraccarichi variabili Sono considerati carichi permanenti i carichi non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione, quali quelli relativi a tamponature esterne, divisorie interne, massetti, isolamenti, pavimenti e rivestimenti del piano di calpestio, intonaci, controsoffitti, impianti ed altro, ancorché in qualche caso sia necessario considerare situazioni transitorie in cui essi non siano presenti. Essi vanno valutati sulla base delle dimensioni effettive delle opere e dei pesi per unità di volume dei materiali costituenti. In linea di massima, in presenza di orizzontamenti anche con orditura unidirezionale ma con capacità di ripartizione trasversale, i carichi ed i sovraccarichi potranno assumersi per la verifica d’insieme come uniformemente ripartiti. In caso contrario, occorrerà valutarne le effettive distribuzioni. I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici residenziali possono assumersi, in genere, come carichi equivalenti distribuiti, quando i solai hanno adeguata capacità di ripartizione trasversale. I sovraccarichi variabili comprendono la classe dei carichi legati alla destinazione d’uso dell’opera; i modelli di tali azioni possono essere costituiti da carichi uniformemente distribuiti , carichi lineari e carichi concentrati. Di seguito sono riportati i carichi permanenti portati e i sovraccarichi che interessano i vari tipi di solaio e le zone di pertinenza comune all’edificio. Non sono specificati i pesi propri degli elementi strutturali, poiché sono stati direttamente calcolati dal programma agli elementi finiti una volta definito il materiale e la geometria degli stessi.
  • 28. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 24 Tabella 4.1: Valori dei sovraccarichi d’esercizio per le diverse categorie di edifici.(Tabella 6.1.II) 1) SOLAIO UFFICI NON APERTI AL PUBBLICO - Carichi verticali (kN/m2 ) Carico Permanente Portato Controsoffitto 0,3 kN/mq Pavimento galleggiante 0,5 kN/mq Impianti 0,2 kN/mq Tamponature uniformemente distribuite 1 kN/mq Totale 2 kN/mq Accidentale Ufficio non aperto al pubblico 2 kN/mq 2) SOLAIO COPERTURA – Carichi verticali (kN/m2 ) Carico Permanente Portato Controsoffitto 0,3 kN/mq Pavimento 0,4 kN/mq Impianti 0,2 kN/mq Massetto 0,75 kN/mq 1,65 kN/mq
  • 29. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 25 Accidentali Copertura non praticabile 1 kN/mq Neve 0,92 kN/mq 1,92 kN/mq 3) SOLAIO CORRIDOI COMUNI PIANO UFFICI - Carichi verticali (kN/m2 ) Carico Permanente Portato Controsoffitto 0,3 kN/mq Pavimento galleggiante 0,5 kN/mq Impianti 0,2 kN/mq Tamponature uniformemente distribuite 1 kN/mq Totale 2 kN/mq Accidentale Corridoi comuni 4 kN/mq 4) SCALE - Carichi verticali (kN/m2 ) Carico Permanente Portato Gradini marmo + intelaiatura 0,6 kN/mq Accidentale Scale 4 kN/mq 4.2. Azioni ambientali e naturali La costruzione risulta inserita in un ambiente caratterizzato da aspetti in parte naturali ed in parte antropici, questi ultimi legati alle attività umane. È compito del Progettista caratterizzare qualitativamente e quantitativamente tale ambiente, individuando e documentando chiaramente l’ambiente di progetto, che costituirà il quadro di riferimento generale per la definizione delle differenti situazioni di progetto: queste, con un termine più ampio, sono organizzate per scenari di contingenza. In ogni caso, tenendo conto delle specificità delle singole azioni, si deve adottare una progettazione strutturale orientata all’intero sistema resistente, e non solo al dimensionamento ed alle verifiche dei singoli componenti. In termini generali, la struttura sviluppa fenomeni dinamici di interazione con l’ambiente che saranno studiati attraverso i procedimenti di analisi strutturale, assicurando la capacità prestazionale dell’opera sia in termini di sicurezza e di funzionalità, sia in termini di robustezza.
  • 30. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 26 La contemporaneità e la distribuzione spaziale delle azioni dovranno essere analizzate e variate in modo idoneo ad esplorare e a giudicare compiutamente la capacità prestazionale della struttura, la sensibilità dei risultati delle analisi alla disposizione ed all’intensità dei carichi. Le azioni accidentali servono per valutare la robustezza della struttura, ovvero la capacità della struttura a rispondere in maniera proporzionale a situazioni eccezionali, che non possono essere escluse dall’avvenire, ma che non possono neanche essere descritte compiutamente. In generale, le azioni ambientali e naturali sono tra loro correlate. Ciascun modello si compone di informazioni, le quali possono essere ordinate logicamente secondo lo schema seguente: a) localizzazione del manufatto a livello regionale (macrozonazione); b) localizzazione del manufatto a livello territoriale (microzonazione); c) variabilità temporale sul lungo periodo, e, in particolare, frequenza di accadimento o periodo di ritorno degli eventi, rispetto al periodo di vita di progetto dell’opera; d) variabilità temporale su intervalli di tempo comparabili con le caratteristiche dinamiche del manufatto; e) capacità di interagire con il manufatto nel suo complesso; f) capacità di interagire con parti critiche del manufatto. 4.2.1. Calcolo dell’azione del vento L’azione del vento per particolari configurazioni strutturali può comportare interazioni non indifferenti tra la risposta strutturale e l’azione aerodinamica esplicata dal vento stesso. Per strutture tipologiche ordinarie o di moderata altezza l’analisi richiesta si svolge considerando di regola la direzione del vento orizzontale (formulazione quasi statica equivalente), mentre per le tipologie non ordinarie oppure di grande altezza o lunghezza, o di notevole flessibilità e ridotte capacità dissipative, è richiesta l’applicazione di specifici e comprovati procedimenti analitici, numerici e/o sperimentali che tengano conto esplicitamente della natura dinamica dell’azione del vento e della risposta strutturale, oltre al loro accoppiamento1 . È comunque previsto per un primo predimensionamento l’utilizzo della formulazione quasi-statica equivalente, anche per strutture aventi estensione in altezza o in lunghezza maggiore di 200m. Di seguito si riporta il calcolo svolto per la determinazione dell’azione aerodinamica sull’edificio in esame, calcolo che è stato svolto in conformità allo schema sottostante proposto dalla Norma (Grafico 4.1) in base alle conoscenze seguenti: 1 Il testo in corsivo è tratto dal D.M. 14 Settembre 2005.
  • 31. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 27 Dati del problema: - periodo di ritorno di 500 anni (Tr = 500 anni) - zona urbana pianeggiante di classe B - si trova a 200 m sul livello del mare e a più di 30Km da esso - la superficie della copertura è liscia - Determinazione della zona (macrozonazione): Il valore della velocità di riferimento (Vref), che rappresenta il max valore della velocità media su un intervallo di 10 minuti del vento, misurata a 10m dal suolo su un sito di II categoria per Tr = 50 anni, è pari a Vref = Vref,0 = 27 m/s Grafico 4.1: Valutazione dell’azione del vento
  • 32. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 28 secondo la Tabella 3.3.I (Tabella 4.2) poichè per la zona 3 (quella che comprende il Lazio) a0 è 500 m, per cui il valore dell’altitudine sul livello del mare as = 20 m s.l.m.< a0. Tabella 4.2: Parametri di macrozonazione per il vento - Definizione del periodo di ritorno In assenza di specifiche ed adeguate indagini statistiche, la velocità di riferimento del vento (vref) riferita ad un generico periodo di ritorno TR, è data dall’espressione: .)()( refRRRref vTTv ⋅⋅⋅⋅==== αααα Al nostro periodo di ritorno è associato un coefficiente [[[[ ]]]] 122,1 98,0ln2,01 1 1lnln2,01 5,0 ====               −−−−⋅⋅⋅⋅−−−−                       −−−−−−−−⋅⋅⋅⋅−−−− ==== lm TR Rαααα - Coefficienti di esposizione e di topografia (microzonazione) e velocità di picco: Per altezze dal suolo non superiori a 200 m, si definiscono le seguenti velocità significative: - Velocità media: )()()( RRtrM Tvzckzv ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== αααα =
  • 33. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 29 )(ln 0 RRtr Tv z z ck ⋅⋅⋅⋅            ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== - Velocità di picco: ====⋅⋅⋅⋅==== )()()( RRevP Tvzczv [[[[ ]]]] )()(7)( RRttr Tvzczck ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅++++⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== αααααααα . Si ricavano dalla tabelle 3.3.III e 3.3.IV (Tab. 4.3 e 4.4) e dalla figura 3.3.4 (Graf. 4.2) i coefficienti utili a calcolare le velocità sopraesposte, mentre il coefficiente di topografia ct è di regola posto pari a uno sia per le zone pianeggianti sia per le zone ondulate, collinose e montane. Tabella 4.3: Tab.3.3.III Tabella 4.4: La categoria di appartenenza della struttura è di classe A, rispetto alla distanza dal mare e alla quota sul livello del mare, risulta essere la IV. L’azione del vento intermini di velocità di picco è riportata nel Grafico 4.3: il massimo valore si ottiene, come è ovvio, in sommità ed è pari a 60,88 m/sec.
  • 34. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 30 Grafico 4.2: Categorie di esposizione VELOCITA' DI PICCO in funzione dell'altezza 60,88 m/sec 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 0 20 40 60 80 v [m/sec] z[m] Grafico4.3: Velocità di picco sull’edificio
  • 35. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 31 - Pressione di picco Alla velocità di picco ( )zVP , introdotta al punto è associata la pressione cinetica di picco q: ( ) ( )zVzq P* 2 1 ρ= Nella quale ρ è la densità dell’aria, che può essere assunta pari a 1,25 kg/m3 . Come fatto in precedenza si grafica il valore della pressione di picco in funzione dell’altezza (Graf. 4.4), con il valore massimo pari a 231,62 kg/m2 . PRESSIONE CINETICA DI PICCO in funzione dell'altezza 231,62 kg/mq 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 0 50 100 150 200 250 q(z) [kg/mq] z[m] Grafico 4.4: Pressione cinetica di picco sull’edificio - Azioni statiche equivalenti Considerando di regola, come direzione del vento, quella corrispondente ad uno degli assi principali della pianta della costruzione alla volta, l’azione di insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante delle azioni sui singoli elementi.
  • 36. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 32 Il calcolo delle azioni statiche equivalenti si basa sulle determinazione dei parametri sotto elencati oltre che in funzione della tipologia strutturale; nello specifico sono richiesti per edifici a base rettangolare, come nel nostro caso i coefficienti di pressione interna ed esterna . Le azioni statiche del vento si traducono in pressioni (positive) e depressioni (negative) agenti normalmente alle superfici sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione. Indicando con dc è il coefficiente dinamico pec è il coefficiente di pressione esterna pic è il coefficiente di pressione interna le pressioni esterne ed interne sono definite rispettivamente come: qccw dpee ==== qccw dpii ==== ove q è la pressione cinetica di picco valutata nei seguenti modi: Per le pareti sopravento ( ) ( )zVzq P* 2 1 ρ= Per le pareti sottovento ( ) ( )** 2 1 * hVhq Pρ= con h* pari alla quota altimetrica del baricentro della copertura della costruzione. Su un generico edificio prismatico con base rettangolare, il vento genera azioni di pressione sulla parete verticale sopravento e depressioni sulle restanti facce. La variazione delle pressioni sulle pareti sopravento ha natura logaritmica, mentre sulle altre facce il profilo delle depressioni è uniforme. La configurazione delle pressioni sulle facce verticali all’edificio è rappresentata a titolo esemplificativo nella Figura 4.1. In generale i coefficienti di pressione dipendono dal rapporto L/B tra le dimensioni planimetriche dell’edificio. Per edifici a pianta rettangolare il cui rapporto tra le dimensioni è compreso tra 1/3 e 3 si possono assumere i seguenti coefficienti di pressione esterna: Per elementi sopravento con inclinazione sull’orizzontale maggiore di 60° pec =+0,8 Per elementi sopravento con inclinazione sull’orizzontale 0°<a<20° e per gli elementi sottovento e paralleli al vento pec =-0,4
  • 37. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 33 Figura 4.1: Distribuzione delle pressioni sull’edificio in pianta ed andamento con la quota su una delle pareti verticali dell’edificio Figura 4.2: Valori del coefficiente dinamico degli edifici a struttura in acciaio Il coefficiente dinamico tiene in conto gli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e gli effetti dovuti alle vibrazioni strutturali. Per le strutture in c.a. i valori del coefficiente dinamico sono ricavabili dal grafico riportato in Figura 4.2, in funzione del lato di base e dell’altezza dell’edificio. Seguendo le disposizioni citate si riporta nel Grafico 4.5 il valore della pressione esterna sia per la zona sopravvento che per quella sottovento; l’andamento della curva dei valori in funzione dell’altezza rispecchia quanto già osservato precedentemente.
  • 38. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 34 Grafico 4.5: pressione del vento sopravento e sottovento 4.2.2. Calcolo dell’azione della neve L’azione della neve sulla copertura, ottenuto dal T.U. si ottiene dalla seguente espressione: SKiS qmq ==== qs = è il carico neve sulla copertura mi = è il coefficiente di forma della copertura qsk = è il valore di riferimento del carico neve al suolo. Poiché l’edificio è sito nella provincia di Roma che rientra nella Zona II a quota inferiore a 200 m s.l.m., e la copertura è ad una falda con inclinazione rispetto all’orizzontale minore o uguale a 15°, ne consegue: 2 /15,1 mkNqSK ==== 8,01 ======== mmi quindi 2 /92,0 mkNqS ==== PRESSIONE SOPRAVENTO in funzione dell'altezza 181,59 kg/mq 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 0 50 100 150 200 W [kg/mq] z[m] PRESSIONE SOTTOVENTO in funzione dell'altezza -90,80 kg/mq 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 -100 -75 -50 W [kg/mq] z[m]
  • 39. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 35 4.3.3. Calcolo dell’azione sismica L’azione sismica sulle costruzioni è generata dal modo non uniforme del terreno di sedime per effetto della propagazione delle onde sismiche. Il moto sismico eccita la struttura provocandone la risposta dinamica, che và verificata e controllata negli aspetti di sicurezza e di prestazioni attese. Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, deve essere valutata l’influenza delle condizioni litologiche e morfologiche locali sulle caratteristiche del moto del suolo in superficie mediante studi specifici della risposta sismica locale. In mancanza di tali studi si può utilizzare la classificazione dei terreni descritta di seguito. La classificazione può essere basata su una stima dei valori della velocità media delle onde sismiche di taglio Vs ovvero sul numero medio di colpi NSPT ottenuti in una prova penetrometrica dinamica ovvero sulla coesione non drenata Cu. In base alle grandezze riportate dalle prove geotecniche eseguite sul terreno mediante un penetrometro standard si può affermare che il terreno sul quale si fonda la struttura è di tipo B, ovvero “Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da una graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec ( ovvero resistenza penetrometrica media NSPT >50, o coesione non drenata media Cu > 250 kPa)” La velocità media di propagazione Vs30 entro 30 m di profondità delle onde di taglio viene calcolata come segue: ∑= = Ni i i S V h V ,1 30 30 dove hi e Vi indicano lo spessore in metri e la velocità delle onde di taglio dello strato i-esimo, per un totale di N strati compresi nei trenta metri superiori. Secondo la divisione del territorio nazionale in zone sismiche si suppone che la zona in provincia di Roma in cui si trova il nostro edificio è catalogata II, ovvero si ha un valore del parametro ag che rappresenta l’accelerazione orizzontale massima convenzionale su suolo pari a 0,25g. Il valore convenzionale di ag, espresso come frazione dell’accelerazione di gravità g, è riferito a strutture di classe 2 con una probabilità di superamento del 10% in 50 anni. L’azione può essere descritta mediante accelerogrammi o mediante spettri di risposta. In questo caso si utilizzano sia lo spettro elastico che quelli agli stati limite ultimo e di danno.
  • 40. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 36 PGA 0,25g Categoria suolo: B S=1,25 TB=0,15 TC=0,5 TD=2 - Spettro di risposta elastico. Lo spettro di risposta elastico è costituito da una forma spettrale (spettro normalizzato) considerata indipendente dal livello di sismicità, moltiplicata per il valore della accelerazione massima convenzionale del terreno fondale che caratterizza il sito. Definiti: S = fattore che tiene conto del profilo stratigrafico; η = fattore che tiene conto dello smorzamento viscoso; TB, TC, TD = periodi che separono i diversi rami dello spettro; Lo spettro di risposta elastico della componente orizzontale è definito dalle espressioni espresse nella seguente tabella: Formule dei Periodi Fondamentali per SE BTT ≤≤≤≤≤≤≤≤0 (((( )))) (((( ))))      −−−−      ++++==== 15,21 ηηηηηηηη B ge T T SaTS CB TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤ (((( )))) 5,2ηηηηSaTS ge ==== DC TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤ (((( ))))       ==== T T SaTS C ge 5,2ηηηη TTD ≤≤≤≤ (((( ))))       ==== 2 5,2 T TT SaTS DC ge ηηηη
  • 41. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 37 SPETTRO ELASTICO componente orizzontale 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 T [sec] Sd Grafico 4.6: Spettro elastico - Spettro di risposta allo SLU. Sotto l’effetto dell’azione sismica allo stato limite ultimo, le strutture degli edifici, pur subendo danni di rilevante entità negli elementi strutturali, devono mantenere una residua resistenza e rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali e dei carichi verticali. Il fattore di struttura q, che tiene conto della capacità dissipative dell’energia sismica, è un fattore riduttivo delle forze elastiche, e dipende dalla tipologia strutturale, dai criteri di dimensionamento, dalla duttilità locale delle membrature e dal grado di regolarità della configurazione strutturale. Il fattore di struttura per ciascuna direzione dell’azione sismica è dato dalla seguente espressione: RD KKqq ⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅==== 0 essendo q0 legato alla tipologia strutturale ed ai criteri di dimensionamento (classe di duttilità), KD un fattore di struttura che tiene conto delle risorse di duttilità locale delle zone dissipative, e KR un fattore che dipende dalle caratteristiche di regolarità dell’edificio. Sono stati scelti, coerentemente alla progettazione strutturale, i seguenti parametri:
  • 42. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 38 Parametri strutturali per il calcolo dello spettro Strutture intelaiate controventate – Classe duttilità alta - 1 0 4 αααα ααααuq ==== Edifici a telaio con più piani e più campate 3,1 1 ==== αααα ααααu Edifici regolari in altezza 1====RK Zone dissipative duttili 1====DK Definite le caratteristiche dell’edificio lo spettro di risposta agli SLU si ricava secondo i periodi fondamentali esposti nella tabella seguente. Come si nota i valori sono più piccoli di quelli calcolati per lo spettro elastico, ovvero sono ridotti del fattore di struttura q. Formule dei Periodi Fondamentali per SLU BTT ≤≤≤≤≤≤≤≤0 (((( ))))             −−−−      ++++==== 1 5,2 1 qT T SaTS B ge CB TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤ (((( )))) q SaTS ge 5,2 ==== DC TTT ≤≤≤≤≤≤≤≤ (((( ))))       ==== T T q SaTS C ge 5,2 TTD ≤≤≤≤ (((( ))))       ==== 2 5,2 T TT q SaTS DC ge - Spettro di risposta allo SLD. Sotto l’effetto dell’azione sismica allo stato limite di danno, le costruzioni nel loro complesso, includendo gli elementi strutturali e quelli non strutturali, non devono subire danni ed interruzioni d’uso in conseguenza di eventi sismici che abbiano probabilità di occorrenza maggiore dell’azione sismica allo stato limite ultimo, e quindi una significativa probabilità di verificarsi più volte nel corso della durata utile dell’opera. Se non si esegue una puntuale valutazione dell’azione sismica, lo spettro di progetto da adottare per la limitazione dei danni può essere ottenuto riducendo lo spettro elastico secondo un fattore di scala pari a 2,5.
  • 43. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 39 SPETTRO DI PROGETTO SLU componente orizzontale 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 0 1 2 3 4 5 T [sec] Sd Grafico 4.7:Spettro di progetto agli Stati Limite Ultimi SPETTRO DI PROGETTO SLD componente orizzontale 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 0 1 2 3 4 5 T [sec] Sd Grafico 4.8: Spettro per gli Stati Limite di Danno
  • 44. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 4: Le azioni 40 SPETTRI componente orizzontale 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 T [sec] Sd Spettro Elastico Spettro SLD Spettro SLU Grafico 4.9: Confronto tra i vari spettri di risposta
  • 45. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 41 CAPITOLO 5 AZIONI DI CALCOLO 5.1. Introduzione La sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa vanno valutate in relazione all’insieme degli stati limite verosimili che si possono verificare durante la vita utile di progetto. Stato limite è la condizione superata la quale la struttura non soddisfa più le esigenze per le quali è stata progettata. La Normativa riporta brevemente le accortezze da realizzare in fase di progettazione strutturale, per ottenere un corretto risultato d’analisi: “ Il procedimento che conduce alla valutazione dei valori delle grandezze determinanti per la sicurezza della costruzione, vale a dire dei valori di progetto degli effetti Ed indotti dalle azioni di progetto, deve articolarsi attraverso le seguenti fasi che vanno attentamente esaminate e giustificate: modellazione, vale a dire la definizione di un modello strutturale che riproduca con la necessaria precisione il comportamento fisico e meccanico della struttura, tenendo conto delle caratteristiche geometriche,dei materiali e di vincolo, con particolare riguardo all’effettivo funzionamento dei giunti e del meccanismo interattivo con le fondazioni. Se necessario, quindi, i modelli di analisi possono variare in funzione della situazione di progetto in esame (persistente, transitoria, eccezionale), dello stato limite considerato e delle particolari combinazioni adottate per le azioni. Nelle strutture in acciaio per i giunti fra elementi strutturali, per le zone in cui si introducono carichi concentrati e per quelle in cui si verificano importanti variazioni della geometria strutturale, per le strutture di diaframma, deve considerarsi la possibilità di una modellazione specifica e di una analisi separata da quella globale della struttura; definizione delle azioni e delle loro combinazioni, da farsi con riferimento alle fasi di costruzione, servizio e riparazione, che portano la struttura ed ogni singolo componente della stessa in condizioni di raggiungimento di uno stato limite; calcolo degli effetti prodotti dalle azioni sulla struttura, attraverso un metodo di analisi appropriato in relazione alle caratteristiche ed all’importanza della costruzione. Le ipotesi formulate nell’analisi globale della struttura devono essere congruenti con il tipo di comportamento previsto per le sezioni e per i collegamenti. Le ipotesi assunte nel progetto delle membrature devono essere conformi con i (o conservative rispetto ai) metodi impiegati per l’analisi globale e
  • 46. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 42 con il comportamento previsto per i collegamenti.” In particolare, secondo quanto stabilito nelle norme specifiche per le varie tipologie strutturali, strutture ed elementi strutturali devono soddisfare i seguenti requisiti: sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): crolli, perdite di equilibrio e dissesti gravi, totali o parziali, che possano compromettere l’incolumità delle persone ovvero comportare la perdita di beni, ovvero provocare gravi danni ambientali e sociali, ovvero mettere fuori servizio l’opera; sicurezza nei confronti di stati limite dei esercizio(SLE): tutti i requisiti atti a garantire le prestazioni previste per le condizioni di esercizio; robustezza nei confronti di azioni accidentali: capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all’entità delle cause innescanti quali incendio, esplosioni, urti o conseguenze di errori umani. Il superamento di uno stato limite ultimo ha carattere irreversibile e si definisce “collasso strutturale”. Il superamento di uno stato limite di esercizio può avere carattere reversibile irreversibile. La sicurezza strutturale può, in via semplificativa, essere introdotta rappresentando la resistenza e le azioni non attraverso la loro densità di probabilità congiunta ma mediante i valori caratteristici delle resistenze e delle azioni, definiti rispettivamente come i frattili inferiori delle resistenze e quelli tra i frattili (superiori o inferiori) delle azioni che minimizzano la sicurezza. Normalmente i frattili superiori hanno probabilità del 5% di essere superati, i frattili inferiori probabilità del 5% di non essere superati . La misura della sicurezza si ottiene allora, con il “metodo dei coefficienti parziali”. Ogni struttura o elemento strutturale richiede la definizione delle variabili di progetto x che caratterizzano le azioni, le proprietà di materiali e terreni, parametri geometrici. Per ogni stato limite si introduce un modello meccanico che descrive il comportamento della struttura e modelli di natura fisica e/o chimica che descrivono gli effetti dell’ambiente sulle proprietà del materiale. Anche i parametri di questa seconda classe di modelli rientrano nelle variabili di progetto complessive e con essi le costrizioni che caratterizzano gli stati limite di servizio. Ogni stato limite è descritto da una funzione scalare g(x) delle variabili di progetto, ed è raggiunto quando: g(x) = 0 è detta “equazione dello stato limite” considerato. Azioni ambientali, antropiche e proprietà strutturali possono variare nel tempo, pertanto la funzione g(x) dipende dal tempo. Queste variazioni permettono di classificare le azioni secondo la loro intensità nel tempo:
  • 47. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 43 permanenti (G): azioni che agiscono durante tutta la vita della costruzione e la loro variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle considerare con sufficiente approssimazione costanti nel tempo (peso proprio della struttura, peso di ciascuna sovrastruttura, forze indotte dalla pressione del terreno, forze risultanti dalla pressione dell’acqua, spostamenti e deformazioni imposti previsti dal progetto e realizzati all’atto della costruzione, pretensione e precompressione;, ritiro e viscosità, salvo un’eventuale fase transitoria iniziale) variabili (Q): azioni che agiscono sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono risultare sensibilmente diversi fra loro (pesi propri di elementi non strutturali, pesi di cose ed oggetti disposti sulla struttura, carichi di esercizio di lunga e breve durata, azione del vento, azione della neve, azione sismica, azioni dovute alle variazioni termiche ambientali azione dei fluidi, del moto ondoso di mare e laghi. accidentali (A): sono azioni che si verificano molto raramente nel corso della vita utile di progetto della struttura, in occasione di quegli eventi di origine antropica che si definiscono incidenti. Individuata una azione variabile nel tempo Q(t), ed a un periodo di riferimento Tu, legato alla vita utile di progetto dell’opera in esame. Sono calcolabili i seguenti valori di riferimento dell’azione: Qk , valore caratteristico dell’azione; è il valore frattile caratterizzato da una definita probabilità di essere superato in Tu. Nel caso la caratterizzazione stocastica non sia individuabile, può essere assunto dal Progettista un valore nominale; alternativamente, può essere definito dal Committente un valore adeguato e coerente all’ambiente di progetto della costruzione; ψ1·Qk , valore frequente dell’azione; è ottenuto dal valore caratteristico (o nominale), attraverso un fattore positivo ψ1 ≤ 1. Esso è scelto in modo da essere superato per una frazione η1 significativa del tempo di riferimento (usualmente il 10%). Questo determina la dipendenza di ψ1 dalla natura del carico, in quanto di breve o di lunga durata. ψ2·Qk , valore quasi-permanente dell’azione; è ottenuto dal valore caratteristico (o nominale), attraverso un fattore positivo ψ2 ≤ 1, che riduce il valore caratteristico ad un valore tale da essere superato per una frazione η2 =50% nel periodo di tempo di riferimento. Con l’espressione scenario di contingenza s’intende, nella maniera più generale, una circostanza plausibile e coerente in cui può realisticamente trovarsi un’opera strutturale, sia durante la sua vita utile, sia nelle fasi di costruzione e dismissione. Tale scenario sarà dunque caratterizzato dalla concomitanza di:
  • 48. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 44 una determinata configurazione strutturale, usuale o transitoria: in quest’ultimo caso, oltre a considerare le fasi di realizzazione e dismissione dell’opera, devono essere identificate situazioni di danno accidentale realisticamente attendibili per l’opera stessa, ponendo la dovuta attenzione anche ai fenomeni di degrado strutturale connessi a processi chimico-fisici, ed ai riflessi in termini di organizzazione strutturale; un definito scenario di carico, ovvero un insieme organizzato e realistico di azioni, presenti contemporaneamente sull’opera, la cui configurazione strutturale è stata precedentemente identificata. È compito del Progettista individuare tale insieme di carichi, definendone le rispettive intensità, anche in base alle correlazioni statistiche. 5.2. Metodo semiprobabilistico agli stati limite La norma (S.O. n.159 G.U. 23/09/2005 n.222) definisce le azioni di calcolo Fd per costruzioni civili e industriali, che non abbiano particolari regolamentazioni specifiche, secondo due tipi di indagine: i. Analisi agli Stati Limite Ultimi (SLU); ii. Analisi agli Stati Limite di Esercizio (SLE). 5.2.1. Stati limite ultimi Rientrano nella categoria degli stati limite ultimi i seguenti superamenti delle caratteristiche fissate come limite: stato limite di equilibrio (equilibrio globale della struttura e delle sue parti durante tutta la vita utile e in particolare nelle fasi di costruzione e di riparazione); stato limite di collasso ( raggiungimento della deformazione unitaria di rottura del materiale con l’effetto di rottura o eccessiva deformazione di una sezione, di una membratura o di un collegamento (escludendo fenomeni di fatica), o alla formazione di un meccanismo di collasso o all’instaurarsi di fenomeni di instabilità dell’equilibrio negli elementi componenti o nella struttura nel suo insieme indotti da effetti del secondo ordine, prescindendo dai fenomeni locali d’instabilità dei quali si possa tener conto con riduzione delle aree delle sezioni resistenti e/o che la struttura possa superare attivando diversi meccanismi resistenti; stato limite di fatica, controllando la ammissibilità delle variazioni tensionali indotte dai sovraccarichi in relazione alle caratteristiche dei dettagli strutturali interessati. Le verifiche di sicurezza per gli stati limite ultimi devono essere condotte con riferimento alle seguenti situazioni di progetto:
  • 49. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 45 1. situazione persistente (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi nella maggiorparte della sua vita utile) – devono essere condotte per ogni costruzione; 2. situazione transitoria (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi in una parte limitata della sua vita utile, ad esempio durante le fasi di costruzione, qualora tale situazione sia significativa)- vanno condotte quando necessarie per importanza, per destinazione d’uso o per caratteristiche particolari; 3. situazione accidentale (situazione in cui la struttura verrà a trovarsi in seguito ad eventi eccezionali in genere caratterizzati da bassa probabilità di occorrenza ma da significativi effetti sulla struttura, ad esempio incendio, urti, scoppi, ecc.) - vanno condotte quando necessarie per importanza, per destinazione d’uso o per caratteristiche particolari. Riassumendo quindi lo stato limite ultimo è definito come lo stato al superamento del quale si ha il collasso strutturale, crolli, perdita di equilibrio, dissesti gravi, ovvero fenomeni che mettono fuori servizio in modo irreversibile la struttura. Il grado di sicurezza nei confronti degli stati limite ultimi dovrà essere, tanto più elevato, quanto più gravi sono le conseguenze dell’evento sfavorevole rappresentato dal raggiungimento di uno stato limite ultimo. In base alla teoria degli SLU la relazione delle azioni di calcolo risulta: ( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = == +Ψ++= n i l h khEPhPhkiQiikEQQ m j hjEGGjd PQQGF 2 1 0111 1 γγγγγγγ ove: kiG = valore caratteristico della i-esima azione permanente, 1kQ = valore caratteristico della azione variabile di base di ogni combinazione, kiQ = valore caratteristico della i-esima azione variabile, khP = valore caratteristico della h-esima deformazione impressa, PQG γγγ ,, = coefficienti parziali, Eγ = coefficiente di modello delle azioni, i0Ψ = coefficiente di combinazione ottenuto statisticamente. I coefficienti di ampliamento per i differenti tipi di carico, desunti dalla tabella 5.1.I della normativa, nel caso di situazione sfavorevole sono    ==== ==== 5,1 4,1 varγγγγ γγγγ perm . I valori dei γ definiscono il limite inferiore ammesso per le resistenze e per le azioni che risultano a vantaggio di sicurezza ed il limite superiore ammesso per le altre azioni.
  • 50. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 46 Figura 5.1: SLU :Tab. 5.1.I e Tab.5.1.II Figura 5.2.; SLU: Tab. 5.1.III 5.2.2. Stati limite d’esercizio Gli stati limite di servizio da verificare sono: stati limite di deformazione e/o spostamento, al fine di evitare deformazioni e spostamenti che possano compromettere l’uso efficiente della costruzione e dei suoi contenuti,nonché il suo aspetto estetico;
  • 51. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 47 stato limite di vibrazione, al fine di assicurare che le sensazioni percepite dagli utenti garantiscano accettabili livelli di confort ed il cui superamento potrebbe essere indice di scarsa robustezza e/o indicatore di possibili danni negli elementi secondari; stato limite di plasticizzazioni locali, al fine di scongiurare deformazioni plastiche localizzate che generino deformazioni irreversibili ed inaccettabili o che, per accumulazione, producano rottura per fatica a basso numero di cicli; stato limite di scorrimento dei collegamenti con bulloni ad alta resistenza, nel caso che il collegamento sia stato dimensionato a collasso nell’ipotesi che si sia prodotto lo scorrimento e che il funzionamento a collasso del collegamento avvenga quindi ataglio e rifollamento attraverso il contatto fra fori e bulloni. Riassumendo allora lo stato limite di esercizio è definito come lo stato al superamento del quale corrisponde la perdita di una particolare funzionalità che condiziona o limita la prestazione dell’opera. Per gli SLE, le relazioni di calcolo si dividono in base alla coincidenza e contemporaneità delle sollecitazioni, secondo che lo scenario d’azione agente sulla costruzione sia raro, frequente o quasi permanente (Tab. 5.1). Per gli stati limite di esercizio, in cui le azioni vengono considerate con combinazioni, funzioni della possibilità di accadimento contemporanea di queste, la normativa prevede tre casi: Combinazione rara Combinazione frequente Combinazione quasi permanente a. Combinazione frequente ( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = == +++= n i l h i m j d khEPhPhkiEQiQikEQQkjEGGj PQΨQGF 2 1 211 1 111 γγγγγγγγγ b. Combinazione quasi permanenti ( ) ( ) ( )∑ ∑∑ = == ++Ψ+= n i l h i m j d khEPhPhkiEQiQikEQQkjEGGj PQΨQGF 2 1 221 1 111 γγγγγγγγ Definite le azioni sull’edificio queste devono essere assemblate secondo opportune combinazioni di carico -a discrezione del progettista- in modo da determinare le condizioni più sfavorevoli per la struttura, tenendo conto della ridotta probabilità di intervento simultaneo di tutte le azioni.
  • 52. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 48 Figura 5.3.: SLE :Tab. 5.1.V e Tab.5.1.VI Figura 5.4: SLE :Tab. 5.1.VII Nel trattato seguente sono stati analizzati gli stati limite di esercizio in termini di deformazione e spostamento. 5.2.3. Combinazione dell’azione sismica con le altre azioni Nel caso di edifici la verifica allo stato limite ultimo (SLU) o di danno (SLD) deve essere effettuata per la combinazione della azione sismica con le altre azioni: (((( ))))∑∑∑∑==== ++++++++++++ n i Jikk ki QΨPGE 1 1 γγγγ essendo E l’azione sismica per lo stato limite e per la classe di importanza in esame; GK carichi permanenti al loro valore caratteristico; PK valore caratteristico dell’azione di precompressione, a cadute di tensione avvenute; ψ2i coefficiente di combinazione che delle azioni variabili Qi;
  • 53. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 49 γE, γG, γP, γQ sono coefficienti parziali pari a 1; QKi valore caratteristico della azione variabile Qi. Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi gravitazionali: (((( ))))∑∑∑∑==== ++++++++ n i Jikk ki QΨPG 1 I valori dei coefficienti 2i ψ sono riportati nella successiva tabella. Figura 5.5: Coefficienti riduttivi delle azioni con la combinazione dell’azione sismica 5.3. Resistenza di calcolo Per le analisi le verifiche degli elementi le resistenze di calcolo utilizzate sono quelle di progetto già viste nel Capitolo 3 della presente relazione di calcolo. Si farà quindi riferimento ad una valutazione in termini probabilistici, come detto fin ora, utilizzando per gli stati limite ultimi un valore di resistenza, ad esempio per l’acciaio pari a fd = fy / γm dove: fy = tensione di snervamento γm =coefficiente riduttivo della resistenza del materiale Per le verifiche agli stati limite di esercizio si fa riferimento normalmente al caso di deformazione eccessiva imponendo la limitazione delle frecce ai seguenti valori (rapporto tra luce L e deformazione y), come per le travi principali pari a: y/L ≤ 1/500. . 5.4. Metodi di analisi generale L’analisi globale della struttura può essere condotta con: Metodo elastico (E), determinando gli effetti delle azioni nell’ipotesi di comportamento strutturale indefinitamente elastico, Il metodo è applicabile a tutti i tipi di sezioni. La resistenza delle sezioni deve valutarsi con il metodo elastico, plastico o elasto-plastico per le
  • 54. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 50 sezioni compatte (classe 1 e 2), con il metodo elastico o elasto- plastico per le sezioni moderatamente snelle o snelle (classe 3 e 4); Metodo plastico (P),valutando gli effetti delle azioni nell’ipotesi di comportamento strutturale rigidoplastico, trascurando le deformazioni elastiche delle membrature e concentrando le deformazioni plastiche nelle sezioni di formazione delle cerniere plastiche. Il metodo è applicabile solo a strutture interamente composte da sezioni compatte di classe 1 e che la formazione delle cerniere plastiche non sia preceduta da instabilità delle membrature componenti e dal collasso dei collegamenti . La resistenza delle sezioni deve determinarsi con il metodo plastico. Il metodo plastico può essere usato nell’analisi globale della struttura o dei suoi elementi a condizione che l’acciaio soddisfi i seguenti ulteriori requisiti: il rapporto fra la resistenza minima a rottura per trazione e la resistenza minima di snervamento sia maggiore o uguale a 1,2; l’allungamento a rottura nel caso di lunghezza fra i riferimenti di 5,65 ⋅ A0^(1/2) (dove A0 è l’area della sezione trasversale originaria) non sia minore del 15%; il diagramma tensioni-deformazioni mostri che la deformazione a rottura corrispondente alla resistenza a rottura per trazione sia almeno 20 volte la deformazione a snervamento corrispondente alla resistenza di snervamento. Metodo elasto-plastico(EP), utilizzando i diagrammi elasto-plastici momento-curvatura delle sezioni nella modellazione strutturale. In definitiva i percorsi possibili per l’analisi strutturale possono riassumersi come indicato Figura 5.6: tipi di analisi globali a seconda delle sezioni
  • 55. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 5: Azioni di calcolo 51 La capacità resistente flessionale della sezione può determinarsi calcolando il momento resistente: Metodo elastico (E); partendo da una distribuzione lineare di deformazioni unitarie, con valore di queste pari a quella di snervamento per le fibre estreme, e ammettendo eventuali plasticizzazioni delle fibre in trazione, con deformazioni non superiori a quelle ultime. Il metodo può applicarsi a tutte le classi di sezioni, con l’avvertenza di riferirsi alle sezioni efficaci nel caso di sezioni di classe 4; Metodo plastico (P) assumendo la completa plasticizzazioni della sezione e quindi una distribuzione costante di tensioni ed una curvatura teoricamente infinita a rottura. Il metodo può applicarsi a sezioni di tipo compatto, cioè di classe 1 e 2; Metodo elasto-plastico (EP) deducendolo dal diagramma momento- curvatura della sezione determinato sempre nell’ipotesi di conservazione piana della sezione e tenendo conto per ogni piano di deformazioni della progressiva riduzione della sezione di calcolo con l’aumentare della sua snellezza. Il legame costitutivo tensioni- deformazioni per l’acciaio si adotterà di tipo bilineare o più complesso. Il metodo può applicarsi quindi a qualsiasi tipo di sezione. La capacità di resistenza delle sezioni deve essere valutata anche nei confronti di sforzi normali di trazione o compressione, taglio e momento torcente, determinando anche gli effetti indotti sulla resistenza dalla presenza combinata di più sollecitazioni.
  • 56. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 52 CAPITOLO 6 MODELLAZIONE 6.1. Introduzione In questo capitolo rivolto alla modellazione strutturale adottata per l’edificio oggetto di studio descritto nel capitolo precedente, si vogliono riassumere le scelte implementate nel codice di calcolo SAP 2000 v.11. Vista la tipologia di struttura, è noto come sia necessaria una modellazione accurata dei parametri che caratterizzano la risposta strutturale, quale ad esempio la rigidezza e la massa. Questo comunque comporta un incremento dell’onere computazionale in input e successivamente in output che non risulta trascurabile ai fini della redazione del lavoro svolto. Di seguito verranno descritte le modellazioni adottate per i vari elementi strutturali costituenti la struttura, come il solaio le travi, gli elementi verticali e le fondazioni. 6.2. Modellazione delle strutture piane La modellazione delle strutture di piano è stata sviluppata a seguito della scelta di inserire nella struttura, oltre che in termini di massa anche in termini di rigidezza, i solai. Questa scelta è stata fatta per vedere qual è influenza della rigidezza flessionale nella risposta dinamica della struttura. 6.2.1. Modellazione del solaio Figura 6.1: Solaio Predalle
  • 57. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 53 Figura 6.2: Modellazione dei vari solai con elementi shell attraverso il programma di calcolo SAP2000 Si riconosce in essa, come la mesh sia costituita per la gran parte da elementi regolari di forma quadrata o rettangolare. In alcuni casi sono stati inseriti degli elementi trapezoidali necessari per realizzare il collegamento tra i vari elementi finiti. La natura del solaio presente nella struttura è stata descritta nel Capitolo 7 , in cui si mostrava il tipo di solaio scelto e le caratteristiche meccaniche di interresse fornite dal produttore. Il modello shell è quindi un modello equivalente che deve andare a cogliere, attraverso alcuni fattori, sia il peso per unità di superficie della struttura sia le rigidezze di piano e flessionali. Ciò è stato realizzato scegliendo per la singola tipologia di solaio, uno spessore dell’elemento finito, in modo tale che l’area per unità di lunghezza del solaio sia la stessa che nel caso reale, come mostrato in figura 6.3 , cosi facendo si sono quindi eguagliati i pesi.
  • 58. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 54 Figura 6.3: Modello shell equivalente Si deve tener conto anche del fatto che la piattabanda inferiore di spessore 4 cm non è realmente collegata in direzione 2, visto che la parte prefabbricata del solaio è costituita per l’appunto da elementi bidimensionali larghi 120 cm, che vengono in sede di montaggio solo accostati tra loro e poi gettati. Le rigidezze dell’elemento shell associate allo spessore “h” considerato, non eguagliano quelle effettivamente presenti nel solaio a travetti in entrambe le direzioni considerate, pertanto si sono inseriti in SAP, nella casella “Stiffness Modifier” presente nella finestra di definizione della sezione dell’elemento shell, dei coefficienti correttivi, pari al rapporto tra le rigidezze di piano e flessionali dei due sistemi, tali da eguagliare quelle presenti nel solaio reale. Figura 6.4: Finestra definizione elemento
  • 59. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 55 Figura 6.5: Finestra definizione caratteristiche elemento I coefficienti correttivi il momento m12 vengono imposti pari a 0. L’ipotesi fatta è che il solaio ha comportamento prevalentemente unidirezionale vista l’ortotropia. I tipi di solaio presenti nella struttura sono 5, di seguito si riportano le tabelle contenenti i coefficienti correttivi le rigidezze dell’elemento shell associato. Si deve riconoscere inoltre, che tutti gli elementi shell inseriti per costruire il modello del solaio hanno il sistema di riferimento locale orientato come mostrato in figura 6.7, dove l’asse 1 è quello avente colore rosso e parallelo all’asse x, l’asse 2 avente colore bianco parallelo all’asse y, e l’asse 3 ortogonale al piano individuato dai precedenti ed ortogonale all’asse z. Pertanto, questo deve andare a relazionarsi, con la presenza di una tessitura dei solai che non è unidirezionale per l’intera superficie del piano, ma cambia dipendentemente dal tipo di solaio considerato, ciò vuol dire che la modifica delle rigidezze degli elementi shell deve tener conto sia del tipo di solaio considerato, sia dell’orditura ad esso associata. Come preannunciato nelle tabelle seguenti si riportano i coefficienti correttivi le rigidezze dell’elemento shell, che permettono di eguagliarle al solaio presente nella struttura.
  • 60. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 56 Figura 6.6: Shell generica e assi locali Questi coefficienti sono stati ottenuti come spiegato di seguito: Coefficienti delle rigidezze flessionali m11, m22, m12 ottenuti come rapporto tra l’inerzia per unità di lunghezza del solaio reale e l’inerzia dell’elemento shell nella direzione considerata Coefficienti delle rigidezze di piano f11, f22, f12 ottenuti come rapporto tra le aree per unità di lunghezza del solaio reale e l’area dell’elemento shell, nella direzione considerata Coefficienti di taglio V13, V23 ottenuti come i precedenti, dipendentemente dalla direzione considerata. - Solaio H=40+4 – Tessuto secondo la direzione 1 Area sezione 0,1772 m2 /m Larghezza di riferimento 1 m Rck 30 N/mm2 E 34179558 kN/m2 ν 0,2 kN/m2
  • 61. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 57 Direzione 1 Spessore equivalente shell 0,1772 m Rigidezza equivalente shell 16508,40504 kN*m Inerzia sezione reale 0,005333333 m4 Spessore ideale 0,4 m Rigidezza di piastra reale 189886,4333 kN*m Coefficiente correttivo m11 11,5024094 - Direzione 2 Spessore equivalente shell 0,1772 m Rigidezza equivalente shell 16508,41 kN*m Inerzia sezione reale 5,33E-06 m4 Spessore ideale 0,04 m Rigidezza di piastra reale 189,8864 kN*m Coefficiente correttivo m22 0,011502 - Coefficiente correttivo m12 0 Coefficiente correttivo f11 1 Coefficiente correttivo f22 0 Coefficiente correttivo f12 0,225733634 Coefficiente correttivo V23 0,225733634 Coefficiente correttivo V13 1 - Solaio H=32+4 – Tessuto secondo la direzione 2 Area sezione 0,1556 m2 /m Larghezza di riferimento 1 m Rck 30 N/mm2 E 34179558 kN/m2 ν 0,2 kN/m2 Direzione 2 Spessore equivalente shell 0,1556 m Rigidezza equivalente shell 11177,45014 kN*m Inerzia sezione reale 0,00287184 m4
  • 62. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 58 Spessore ideale 0,325422189 m Rigidezza di piastra reale 102248,1478 kN*m Coefficiente correttivo m22 9,147716743 - Direzione 1 Spessore equivalente shell 0,1556 m Rigidezza equivalente shell 11177,45 kN*m Inerzia sezione reale 5,33E-06 m4 Spessore ideale 0,04 m Rigidezza di piastra reale 189,8864 kN*m Coefficiente correttivo m11 0,016988 - Coefficiente correttivo m22 9,147716743 Coefficiente correttivo m12 0 Coefficiente correttivo f11 0,257069409 Coefficiente correttivo f12 0,257069409 Coefficiente correttivo f22 1 Coefficiente correttivo V13 0,257069409 Coefficiente correttivo V23 1 6.3. Travi L’elemento usato per modellare il comportamento di travi pilastri e bielle nelle strutture piane e tridimensionali è l’elemento Frame. Esso è rappresentato da una linea retta che congiunge due punti, i e j (nodi), ognuno dei quali ha sei gradi di libertà (3 traslazioni e 3 rotazioni). Ciascun elemento ha il proprio sistema di coordinate locale per la definizione delle proprietà della sezione e dei carichi e per l’interpretazione dei risultati. Gli assi di questo sistema locale sono indicati con i numeri 1, 2 e 3; il primo asse è diretto lungo l’elemento, gli altri due giacciono nel piano perpendicolare all’elemento con orientamento specificato dall’utente (per gli esempi svolti in questo lavoro si è usato l’orientamento di default e l’angolo delle coordinate dell’elemento Frame). Una sezione Frame è un insieme di proprietà geometriche e del materiale che descrivono la sezione trasversale di uno o più elementi. Si è definito, indipendentemente dagli elementi Frame, le sezioni e successivamente
  • 63. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 59 assegnate agli elementi stessi. Le proprietà del materiale usate dalla sezione sono: Il modulo di elasticità, per la rigidezza assiale e la rigidezza flessionale Il modulo di taglio, per la rigidezza torsionale e la rigidezza a taglio trasversale (questo è calcolato dal modulo di elasticità e dal coefficiente di Poisson) La densità di massa (per unità di volume), per calcolare la massa dell’elemento La densità di peso (peso specifico), per calcolare il carico dovuto al peso proprio insieme a queste proprietà del materiale, sono usate, per generare le rigidezze della sezione, sei proprietà geometriche di base: L’area della sezione trasversale Il momento d’inerzia intorno all’asse 3 per flessioni nel piano 1-2 Il momento d’inerzia intorno all’asse 2 per flessioni nel piano 1-3 La costante torsionale L’area di taglio per il taglio nel piano1-2 L’area di taglio per il taglio nel piano 1-3. Queste sei proprietà geometriche di sezione vengono calcolate automaticamente dalle dimensioni specificate per i semplici profili messi a disposizione dal programma stesso ( sezione rettangolare, sezione a T, sezione ad L…). I nodi (joints) rivestono un ruolo fondamentale nell’analisi di una struttura. Essi sono i punti di congiunzione fra gli elementi e costituiscono le posizioni geometriche primarie nella struttura, di cui si conoscono o si devono determinare gli spostamenti. La deformazione del modello strutturale è governata dagli spostamenti dei nodi. Se lo spostamento di un nodo lungo uno dei suoi gradi di libertà ha un valore noto, sia esso zero o diverso da zero, a quel grado di libertà deve essere applicato un vincolo esterno (Restraint). L’analisi statica della struttura comprende la soluzione del sistema di equazioni lineari rappresentato da: K · u = r dove K è la matrice di rigidezza, r è il vettore dei carichi applicati e u è il vettore degli spostamenti risultanti. Per ciascuna condizione di carico definita dall’utente, il programma crea automaticamente il vettore dei carichi r e risolve per il vettore degli spostamenti statici u. Le travi presenti nel generico piano considerato sono state modellate con elementi finiti frame, monodimensionali, che in figura 6.9 sono riportati in verde arancione ed in giallo per distinguere i diversi profilati che sono stati utilizzati. La discretizzazione di tali elementi è dettata da quella degli elementi shell su di essi convergenti. Per poter realizzare il nodo di cerniera alle due estremità della trave è necessario inserire alle parti estreme dei rilasci
  • 64. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 60 Figura 6.78: Assi locali e sistemi di riferimento elementi frame nel programma di calcolo agli elementi finiti. Figura 6.9: Elementi frame del piano tipo
  • 65. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 61 ovvero dei meccanismi , che per come servivano a noi, non reagiscano a momento cioè una vera e propria cerniera, sono stati inibiti tutti i momenti flettenti e il momento torcente. Dato che non volevamo la presenza di momenti all’estremità non abbiamo messo nessun fattore di rigidezza, infatti come si vede nella figura successiva (fig.6.10) le rigidezze, sia iniziali che finali, sono nulle. Figura 6.9: Finestra dei rilasci Figura 6.10: Nodi elementi frame e shell
  • 66. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 62 6.4. Modellazione delle masse Le modellazione delle masse strutturali e non, presenti sulla struttura, è stato di tipo selettivo. Le masse strutturali sono state considerate tenendo in conto le proprietà del materiale associato al singolo elemento di piano considerato. Per le masse non strutturali esse sono state originate dai carichi presi in considerazione e distribuite in unità di superficie o di lunghezza proprio come i carichi. Le strutture verticali dell’edificio in esame, possono essere classificate in funzione dei rapporti tra i lati costituenti la sezione , ma essendo la struttura realizzata in acciaio, le colonne sono state modellate con elementi frame monodimensionali. 6.5. Modellazione delle colonne Le colonne, come detto sopra, sono state rappresentate attraverso elementi frame aventi sezioni di area opportuna. Per queste colonne sono stati utilizzate sezioni di tipo HI-STAR rastremate ogni otto piani . Piani Sezione Terra-8° HE 1000x584 HI 9°-16° HE 1000x494 HI 17°-24° HE 1000x438 HI 25°-32° HE 1000x415 HI 33°- Copertura HE 1000x393 HI
  • 67. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 63 Figura 6.11: Elemento frame per colonna tipo. 6.6. Modellazione dei controventi I controventi sono modellati come elementi monodimensionali frame e divisi per tipologia in controventi interni esterni e di piano o out rigger aventi sezioni diverse secondo la tipologia mostrata nella tabella seguente: Controventi Sezione Esterni 2L 250x250x35 Interni 2L 250x250x 27 Out rigger 2L 250x250x23 I controventi esterni sono stati posizionati ogni due piani come pure gli out rigger mentre i controventi interni sono collocati ad ogni interpiano. In particolare gli out rigger sono inseriti nei piani 8-10 e 28-30 per dare una rigidezza maggiore alla struttura, verranno trattati in particolar modo nei capitoli relativi alle analisi. monodimensionali. 6.7. Modellazione delle fondazioni La struttura di fondazione dell’ edificio è rappresentata da una platea di 3,5 m e di spessore e 50 m di lato la quale è stata modellata sia con elementi monodimensionali che con elementi bidimensionali e tridimensionali, ovvero frame, shell, solid. Gli elementi solid sono elementi tridimensionali
  • 68. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 64 caratterizzati dal tipo di materiale associato. La modellazione in solid rappresenta nel modo migliore la platea viste le dimensioni della stessa. Visto però che lo scopo che si vuole raggiungere è la stima della rigidezza, si può modellare la fondazione con elementi shell, i quali approssimano questo obiettivo, o con elementi monodimensionali costruendo un graticcio equivalente in rigidezza. 6.7.1. Modellazione con shell Per modellare la platea di fondazione con le shell è stato necessario assegnare alcune proprietà tra le quali il materiale e l’altezza. Il materiale che è stato assegnato ha le caratteristiche del calcestruzzo di classe C30/35 che è stato ampiamente descritto nel capitolo relativo ai materiali. Per quanto riguarda l’altezza non è stato necessario assegnare una altezza equivalente in quanto la platea è di materiale omogeneo e quindi l’altezza modellata è quella reale ovvero 3,5 m. Per collegare la platea hai pali di fondazione è stato necessario adottare un braccetto rigido caratterizzato fondamentalmente dal materiale che lo costituisce. Il materiale è contraddistinto dal fatto che ha un modulo di elasticità molto elevato (E = 2·1014 ), non ha peso e non ha massa. La sezione è contrassegnata dal fatto che ha peso e mazza nulli in quanto questi due entità sono già state conteggiate, non è necessario descrivere una sezione ben precisa in quanto il braccetto non ha nessuna strutturale, il fine del suo utilizzo è quello di collegare i nodi della platea con i nodi del palo poiché la shell “comunica” con gli altri elementi attraverso i nodi (vedi figura 6.12). Figura 6.12: Modellazione della platea con elementi shell
  • 69. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 65 6.7.2. Modellazione con solid La platea modellata in solid è quella più realistica viste le sue dimensioni, per far questo basta creare un elemento tridimensionale dove gli viene assegnato un materiale avente le caratteristiche del calcestruzzo reale. Per fare in modo che questa modellazione funzioni bene è indispensabile che i nodi colleghino gli elementi solid tra di loro ed eventualmente gli elementi frame rappresentativi le colonne, perché come per gli elementi shell anche gli elementi solid “comunicano” con tutti gli altri elementi attraverso i nodi. Per poter leggere bene lo stato di sollecitazione di questi costituenti si dovrebbe avere una mesh regolare dove i rapporti tra i lati dei parallelepipedi sia di 1:1 o al massimo 1:2, purtroppo nel nostro caso non è stato sempre possibile rispettare questa regola poiché la posizione delle colonne non c’ hanno permesso di realizzare una mesh regolare, non potevamo nemmeno infittirla più di tanto poiché gli oneri computazionali sarebbero aumentati esponenzialmente. 6.7.3. Modellazione in grid-work La modellazione in grid work , o graticcio è una modellazione della platea di fondazione che consente di poter definire facilmente, una volta ottenuti i risultati dell’analisi, l’armatura necessaria alla fondazione per resistere alle sollecitazioni di carico. Ciò è possibile in quanto lavorando con elementi frame è di immediata visione lo sforzo di taglio sollecitante l’elemento stesso. Analoga cosa invece non si può certo dire utilizzando elementi tridimensionali come i solid o elementi shell. La modellazione con la struttura a graticcio, figura 6.13, comprende ben 12 tipi di maglie differenti, e quindi molti più elementi frame (si veda per la teoria del graticcio il Capitolo7). Figura 6.13: Modellazione della platea con elementi graticcio
  • 70. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 66 Tipo Colore x y 2 21 2,3 22 3,7 23 3,7 2,34 3,7 2,75 2 2,76 2,3 2,37 2,3 2,78 3,7 3,79 2 3,710 2,3 3,711 2 2,312 Figura 6.14: Disposizione maglie in pianta e relative grandezze
  • 71. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 67 Di seguito di riportano i valori calcolati secondo le equazioni di trasformazione di un elemento bidimensionale ad elemento monodimensionale. s 3,5 TIPO x y alfa beta 1 2,00 2,00 1,00 1,00 2 2,30 2,00 0,87 1,15 3 3,70 2,00 0,54 1,85 4 3,70 2,30 0,62 1,61 5 3,70 2,70 0,73 1,37 6 2,00 2,70 1,35 0,74 7 2,30 2,30 1,00 1,00 8 2,30 2,70 1,17 0,85 9 3,70 3,70 1,00 1,00 10 2,00 3,70 1,85 0,54 11 2,30 3,70 1,61 0,62 12 2,00 2,30 1,15 0,87 PARAMETRI FLESSIONALI PARAMETRI TORSIONALI Tipo Jx Jy J' JXP JYP 2,98 2,98 0,74 3,57 3,57 1 3,16 3,15 0,75 4,11 3,57 2 3,50 2,17 0,89 6,61 3,57 3 3,95 3,32 0,83 6,61 4,11 4 4,49 4,30 0,78 6,61 4,82 5 3,19 3,31 0,78 3,57 4,82 6 3,42 3,42 0,74 4,11 4,11 7 3,64 3,66 0,75 4,11 4,82 8 5,51 5,51 0,74 6,61 6,61 9 2,17 3,50 0,89 3,57 6,61 10 3,32 3,95 0,83 4,11 6,61 11 3,15 3,16 0,75 3,57 4,11 12
  • 72. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 68 JX JXP JY JYP T1-X 2,98 3,57 - - T1-Y - - 2,98 3,57 T1-T1-X 5,95 7,15 - - T1-T1-Y - - 5,95 7,15 T1-T2-Y - - 6,13 7,15 T1-T12-X 6,13 7,15 - - T2-T2-X 6,32 8,22 - - T2-T3-Y - - 5,32 7,15 T2-T7-X 6,58 8,22 - - T2-X 3,16 4,11 - - T3-T3-X 7,01 13,22 - - T3-T3-Y - - 4,34 7,15 T3-T4-X 7,45 13,22 - - T3-X 3,50 6,61 - - T4-T4-Y - - 6,64 8,22 T4-T5-X 8,44 13,22 - - T5-T5-Y - - 8,60 9,65 T5-T9-X 10,00 13,22 - - T6-T6-Y - - 6,63 9,65 T6.T8-Y - - 6,97 9,65 T6.-T10-X 5,37 7,15 - - T6-Y - - 3,31 4,82 T7-T4-Y - - 6,75 8,22 T7-T8-X 7,06 8,22 - - T8-T5-Y - - 7,96 9,65 T8-T11-X 6,96 8,22 - - T9-T9-Y - - 11,02 13,22 T10-T10-Y - - 7,01 13,22 T10-T11-Y - - 7,45 13,22 T10-Y - - 3,50 6,61 T11-T9-Y - - 9,46 13,22 T12-T6-X 6,34 7,15 - - T12-T7- Y - - 6,58 8,22 T12-T12-Y - - 6,32 8,22 T12-Y - - 3,16 4,11
  • 73. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 69 A livello di modellazione agli elementi finiti ogni singolo graticcio è stato modellato come un frame generico, al quale sono stati dati i valori riportati nelle tabelle di cui sopra. Per vederne un esempio si mostrano alcune finestre di SAP 2000, rispettivamente per la modellazione di un frame orizzontale, di un frame verticale e di uno obliquo.
  • 74. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 70
  • 75. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 71 Le masse nella modellazione degli elementi frame del graticcio sono state applicate ai nodi, la stessa cosa è stata fatta per il peso, in quanto gli elementi monodimensionali non possono rappresentare in maniera adeguata strutture tridimensionali.
  • 76. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Costruzioni Metalliche - a.a. 2007- 2008 Relazione di calcolo edificio multipiano in acciaio CAPITOLO 6: Modellazione 72 6.7.4. Modellazione dei pali I pali di fondazione sono stati modellati attraverso elementi frame posti in verticale collegati attraverso i nodi sia alla platea sia al terreno come rappresentato in figura 6.14 a) e b). Anche ad essi è stato assegnato un materiale avente le caratteristiche del calcestruzzo in quanto in realtà i pali sono fatti di questo materiale. a) b) Figura 6.15: Modellazione platea e pali di fondazione