The paper deals with the assessment during time of r.c. structures under damage due to diffusion of external agents inside the structure. The diffusion process is modelled by a cellular automata based approach, taking the interaction with the mechanical state of the structures, i.e. the cracking state of the structures, into account. A so-called staggered process then solves the coupled problem. An application shows the effectiveness of the proposed analysis strategy, together some design considerations about the structural robustness.
Atti Congresso CTE, Pisa 2000
Corso di Dottorato in Ottimizzazione Strutturale, gennaio 2023 - parte II
https://phd.uniroma1.it/web/corso---ottimizzazione-strutturale_nS4040IT_IT.aspx?fbclid=IwAR0L69ISShHkq3VGvHG_iTYtcYsV4XdLMxW5pXOyy8Kwd52h790Hb9YcMeI
repertorio di ponti in cemento armato.
solo per Allievi dei corsi di Teoria e Progetto di Ponti - Gestione di Ponti e Grandi Strutture, Prof. Ing. Franco Bontempi, Sapienza Università di Roma.
repertorio di ponti in cemento armato.
solo per Allievi dei corsi di Teoria e Progetto di Ponti - Gestione di Ponti e Grandi Strutture, Prof. Ing. Franco Bontempi, Sapienza Università di Roma.
Comparison of time domain techniques for the evaluation of the response and t...Franco Bontempi
Plenary Lecture at Fourth M.I.T. Conference on Computational Fluid and Solid Mechanics – Focus: Fluid-Structure Interactions, Boston, June 13-15, 2007.
During the last decades, several studies on suspension bridges under wind actions have been developed in civil engineering and many techniques have been used to approach this structural problem both in time and frequency domain. In this paper, four types of time domain techniques to evaluate the response and the stability of a long span suspension bridge are implemented: nonaeroelastic, steady, quasi steady, modified quasi steady. These techniques are compared considering both nonturbulent and turbulent flow wind modelling. The results show consistent differences both in the amplitude of the response and in the value of critical wind velocity.
Appunti sulle modellazioni discrete per ponti e viadotti.
Corso di GESTIONE DI PONTI E GRANDI STRUTTURE, prof. ing. Franco Bontempi, Sapienza Universita' di Roma
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdfFranco Bontempi
SITUAZIONI
Scavalco di un ostacolo
Mantenimento traiettoria tracciato
Ambito urbano (vista da sotto, scala, intersezioni)
Struttura / Infrastruttura
MECCANISMI ELEMENTARI
Strutture resistenti per forma
Strutture resistenti per azione vettoriale
Strutture resistenti per superficie
Sistema strutturale
Descrizione della struttura
Concezione strutturale
Integrazione e specializzazione
Evoluzione ed innovazione
Aspetti estetici
Dentro il contesto
Fuori il contesto
Corso di Dottorato in Ottimizzazione Strutturale, gennaio 2023 - parte II
https://phd.uniroma1.it/web/corso---ottimizzazione-strutturale_nS4040IT_IT.aspx?fbclid=IwAR0L69ISShHkq3VGvHG_iTYtcYsV4XdLMxW5pXOyy8Kwd52h790Hb9YcMeI
repertorio di ponti in cemento armato.
solo per Allievi dei corsi di Teoria e Progetto di Ponti - Gestione di Ponti e Grandi Strutture, Prof. Ing. Franco Bontempi, Sapienza Università di Roma.
repertorio di ponti in cemento armato.
solo per Allievi dei corsi di Teoria e Progetto di Ponti - Gestione di Ponti e Grandi Strutture, Prof. Ing. Franco Bontempi, Sapienza Università di Roma.
Comparison of time domain techniques for the evaluation of the response and t...Franco Bontempi
Plenary Lecture at Fourth M.I.T. Conference on Computational Fluid and Solid Mechanics – Focus: Fluid-Structure Interactions, Boston, June 13-15, 2007.
During the last decades, several studies on suspension bridges under wind actions have been developed in civil engineering and many techniques have been used to approach this structural problem both in time and frequency domain. In this paper, four types of time domain techniques to evaluate the response and the stability of a long span suspension bridge are implemented: nonaeroelastic, steady, quasi steady, modified quasi steady. These techniques are compared considering both nonturbulent and turbulent flow wind modelling. The results show consistent differences both in the amplitude of the response and in the value of critical wind velocity.
Appunti sulle modellazioni discrete per ponti e viadotti.
Corso di GESTIONE DI PONTI E GRANDI STRUTTURE, prof. ing. Franco Bontempi, Sapienza Universita' di Roma
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdfFranco Bontempi
SITUAZIONI
Scavalco di un ostacolo
Mantenimento traiettoria tracciato
Ambito urbano (vista da sotto, scala, intersezioni)
Struttura / Infrastruttura
MECCANISMI ELEMENTARI
Strutture resistenti per forma
Strutture resistenti per azione vettoriale
Strutture resistenti per superficie
Sistema strutturale
Descrizione della struttura
Concezione strutturale
Integrazione e specializzazione
Evoluzione ed innovazione
Aspetti estetici
Dentro il contesto
Fuori il contesto
Appunti del corso di Tecnica delle Costruzioni - Bontempi, SapienzaFranco Bontempi
Appunti del corso di Tecnica delle Costruzioni Prof. Ing. Franco Bontempi, Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale, Sapienza Universita' di Roma, raccolti dalla Allieva Alessia Perini.
Ordine degli Ingegneri della privincia di Roma, 19 novembre 2022
“Le prove sui materiali per la sicurezza e la durabilità delle costruzioni - I LABORATORI”
19 ottobre 2022
Presso l’Hotel Mercure Roma West
viale Eroi di Cefalonia 301- Roma
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.Franco Bontempi
Giornate AICAP 2002
La pila da ponte a doppia lama è formata da due parti con caratteristiche geometriche e meccaniche molto diverse tra
loro. La prima parte è costituita da un cassone chiuso, molto rigido; la seconda, superiore, è composta da due lame
flessibili collegate rigidamente in sommità. Analizzando la struttura nella sua tridimensionalità, si vuole porre in rilievo
alcuni comportamenti che un’analisi più semplice non è in grado di cogliere.
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfFranco Bontempi
Appunti su piastre per impalcati di ponti e viadotti.
Corso di GESTIONE DI PONTI E GRANDO STRUTTRE, prof. ing. Franco Bontempi, Sapienza Universita' di Roma
Corso di Tecnica delle Costruzioni per Ingegneri Civili presso la Facolta' di Ingegneria della Sapienza di Roma, Prof. Ing. Franco Bontempi (appunti del I semestre del raccolti da Alessandra Aguinagalde)
Programma del corso di Teoria e Progetto di Ponti
A.A. 2021/22 - Prof. Ing. Franco Bontempi
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Università degli Studi di Roma La Sapienza
1. ¿Qué contienen las plantillas ISO 19650 y por qué?
2. ISO 19650 Licitación + Respuesta desmitificada
3. Herramientas ISO 19650
Evaluación y necesidad | Licitación | Respuesta a la licitación
¿Qué contienen las plantillas ISO 19650?
Cómo iniciar su proyecto BIM con ISO 19650
Calcolo della precompressione:
DOMINI e STRAUS7
Corso di Gestione di Ponti e Grandi Strutture A.A. 2021/22
Prof. Ing. Franco Bontempi
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Sapienza Università di Roma
Disegni strutturali e particolari costruttivi di ponti in acciaio raccolti dall'Ing. Cosimo Bianchi.
Ad uso esclusivo degli Allievi del Corso di Teoria e Progetto di Ponti della Facoltà di Ingegneria della Sapienza - Prof. Ing. Franco Bontempi
INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSIFranco Bontempi
Relazione generale per IF CRASC'15
Sapienza Universita' di Roma,
Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale,
Via Eudossiana 18,
14-16 maggio 2015
Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni.
Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’introduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evidenziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatizzando
la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare, giudicarne la gravità e indagarne i motivi.
Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono cimentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabilità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio. Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto: evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle conoscenze
(competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se mancanti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali.
Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una struttura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ragioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il
modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason.
L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
Appunti del corso di Tecnica delle Costruzioni - Bontempi, SapienzaFranco Bontempi
Appunti del corso di Tecnica delle Costruzioni Prof. Ing. Franco Bontempi, Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale, Sapienza Universita' di Roma, raccolti dalla Allieva Alessia Perini.
Ordine degli Ingegneri della privincia di Roma, 19 novembre 2022
“Le prove sui materiali per la sicurezza e la durabilità delle costruzioni - I LABORATORI”
19 ottobre 2022
Presso l’Hotel Mercure Roma West
viale Eroi di Cefalonia 301- Roma
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.Franco Bontempi
Giornate AICAP 2002
La pila da ponte a doppia lama è formata da due parti con caratteristiche geometriche e meccaniche molto diverse tra
loro. La prima parte è costituita da un cassone chiuso, molto rigido; la seconda, superiore, è composta da due lame
flessibili collegate rigidamente in sommità. Analizzando la struttura nella sua tridimensionalità, si vuole porre in rilievo
alcuni comportamenti che un’analisi più semplice non è in grado di cogliere.
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfFranco Bontempi
Appunti su piastre per impalcati di ponti e viadotti.
Corso di GESTIONE DI PONTI E GRANDO STRUTTRE, prof. ing. Franco Bontempi, Sapienza Universita' di Roma
Corso di Tecnica delle Costruzioni per Ingegneri Civili presso la Facolta' di Ingegneria della Sapienza di Roma, Prof. Ing. Franco Bontempi (appunti del I semestre del raccolti da Alessandra Aguinagalde)
Programma del corso di Teoria e Progetto di Ponti
A.A. 2021/22 - Prof. Ing. Franco Bontempi
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Università degli Studi di Roma La Sapienza
1. ¿Qué contienen las plantillas ISO 19650 y por qué?
2. ISO 19650 Licitación + Respuesta desmitificada
3. Herramientas ISO 19650
Evaluación y necesidad | Licitación | Respuesta a la licitación
¿Qué contienen las plantillas ISO 19650?
Cómo iniciar su proyecto BIM con ISO 19650
Calcolo della precompressione:
DOMINI e STRAUS7
Corso di Gestione di Ponti e Grandi Strutture A.A. 2021/22
Prof. Ing. Franco Bontempi
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
Sapienza Università di Roma
Disegni strutturali e particolari costruttivi di ponti in acciaio raccolti dall'Ing. Cosimo Bianchi.
Ad uso esclusivo degli Allievi del Corso di Teoria e Progetto di Ponti della Facoltà di Ingegneria della Sapienza - Prof. Ing. Franco Bontempi
INGEGNERIA FORENSE STRUTTURALE: BASI DEL PROGETTO E RICOSTRUZIONE DEI COLLASSIFranco Bontempi
Relazione generale per IF CRASC'15
Sapienza Universita' di Roma,
Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale,
Via Eudossiana 18,
14-16 maggio 2015
Il presente contributo è basato sull’idea che la ricostruzione di una crisi strutturale (semplice rottura o collasso vero e proprio) sia basata su una chiara, corretta, e profonda conoscenza e comprensione delle basi di progetto che portano alla concezione di una costruzione e del processo di analisi che ne verifica la sicurezza e le prestazioni.
Partendo da questa idea, l’articolo cerca di presentare in modo sintetico, ma ordinato, nell’introduzione l’orizzonte temporale e la traiettoria di vita che una costruzione può esperire, evidenziando nel successivo paragrafo il carattere sistemico di una struttura, ovvero enfatizzando
la organizzazione gerarchica degli elementi strutturali che la formano: da questa ultima descrizione, si possono coerentemente valutare i livelli di crisi che si possono manifestare, giudicarne la gravità e indagarne i motivi.
Successivamente, una riflessione necessaria riguarda la natura delle azioni che possono cimentare una costruzione, con le loro origini e caratteristiche in termini di intensità, probabilità di accadimento e gravità di conseguenze. Questo è un aspetto delicato, che dà il giusto rilievo agli accadimenti e agli approcci di analisi e di indagine necessari: questo punto è analogo all’idea che in una costruzione non tutti gli elementi hanno le stesse caratteristiche e la stessa importanza. Queste considerazioni generali non appaiono adeguatamente rimarcate dal quadro normativo corrente, spesso più attivo nelle descrizioni di dettaglio. Nel quarto paragrafo, si esamina la complessità di un problema strutturale (adattando uno schema noto in letteratura dai lavori di Perrow) e i differenti tipi di situazioni di progetto: evolutivo o innovativo. Questa distinzione è importante al fine di rendersi conto delle conoscenze
(competenze) che si devono avere nell’affrontare il progetto: competenze che se mancanti o deficitarie possono essere origine di crisi strutturali.
Esaminati seppur brevemente questi punti (orizzonte temporale e prestazionale di una struttura, sua organizzazione sistemica, natura delle azioni che possono cimentarla, possibili ragioni della complessità del problema strutturale associato), nel quinto paragrafo, si riporta il
modello generale della genesi e dello sviluppo di un fallimento strutturale secondo Reason.
L’ultimo paragrafo fornisce, infine, indicazioni sulla ricostruzione dell’evento e la risalita alle responsabilità dal punto di vista ingegneristico.
In questo contributo si sono riportati ordinatamente i concetti generali che, in base
all’esperienza degli autori, contribuiscono a comprendere le cause di un collasso strutturale
o di un disastro, spiegandone l’evoluzione temporale.
Preliminare a ogni indagine è la comprensione delle caratteristiche di complessità che possono
presentarsi affrontando il problema in esame; l’analisi di sensibilità a specifici fattori e
la presenza o assenza di robustezza strutturale sono punti che rendono la risoluzione del
problema più o meno facile. Altrettanto fondamentale è la consapevolezza che un incidente
ha spesso ragioni differenti e concomitanti, come illustrato dal modello di Reason.
Gli strumenti che favoriscono la soluzione delle indagini sono la scomposizione gerarchica/
funzionale e la costruzione della catena temporale delle vicende con individuazione di
uno snodo causale: fatto questo, in cascata si possono ricostruire i passi che completano la
storia. Associato allo sviluppo temporale delle vicende è il profilo delle responsabilità che
riesce a connettere attori e azioni anche distanti dal momento contingente del crollo.
Fermo restando la tragicità che può aversi alla presenza di collassi strutturali, questi rappresentano
eventi che mostrano il comportamento intimo delle strutture e la loro concezione:
sono quindi situazioni che possono far riflettere sul modo di operare dei tecnici e che possono
introdurre o affermare nuovi concetti come la cosiddetta fidatezza (dependability),
mutuata dall’ambito dell’Informatica. È un concetto volto a definire la qualità globale di un
sistema, attraverso la descrizione dei vari aspetti ritenuti fondamentali e dei fattori che li
influenzano (Arangio et al., 2010).
Il Fattore Esposizione in una Demolizione Controllata_Ing. Marco LucidiMarco Lucidi
Pubblicazione sugli Atti del Convegno IF CRASC'15 - III Convegno di Ingegneria Forense e VI Convegno su CRolli, Affidabilità Strutturale, Consolidamento, da parte dell'Ing. Marco Lucidi
IL FATTORE ESPOSIZIONE IN UNA DEMOLIZIONE CONTROLLATAFranco Bontempi
Contributo di Marco Lucici a IF CRASC'15,
Universita' degli Studi di Roma La Sapienza
Facolta' di Ingegneria Civile e Industriale
14-16 maggio 2015.
Lo studio analizza l’andamento nel tempo del rischio, a partire dalla necessità di demolizione di una struttura per motivi di interesse o di sicurezza pubblica, passando per le configurazioni via via più deboli che porteranno fino al suo crollo, con la possibilità in itinere di crolli improvvisi totali o parziali. Nel caso dell’impiego di esplosivi, in aggiunta viene preso in considerazione un collasso parziale instabile a seguito di un’esplosione probabilmente non avvenuta completamente, con la rapidità di indagine che ne consegue almeno nel determinare se la motivazione è proprio legata ad un colpo mancato, ovvero ad una carica
esplosiva non scoppiata, o ad un errore di progettazione della linea di tiro. Il fattore tempo che caratterizza l’esposizione di persone e di beni non interessati alla demolizione, è determinante fin dalla decisione che la struttura esistente va abbattuta. Tutte le configurazioni strutturali, a partire da quel tempo zero, sono maggiormente a rischio per i tempi di ritorno legati ad eventi naturali rari. Il rischio è legato ad una variazione studiata dei percorsi di carico, che in ogni momento devono rientrare in una combinazione dei carichi verificata ai vari stati limite, in funzione della durata di tale configurazione provvisoria, e almeno fino a quando sono presenti degli operatori che potrebbero essere investiti dal crollo.
I CONCETTI ELEMENTARI ALLA BASE DELLA ROBUSTEZZA STRUTTURALE DI PONTI E VIADO...Franco Bontempi
EDI-CEM Srl – Rivista “Strade & Autostrade”
www.stradeeautostrade.it
prima parte
LA ROBUSTEZZA È LA QUALITÀ STRUTTURALE FONDAMENTALE CHE PERMETTE A UN PONTE O A UN VIADOTTO DI SOPRAVVIVERE AGLI EVENTI NEGATIVI, ANCHE ESTREMI, CHE SI POSSONO PRESENTARE LUNGO LA VITA DI QUESTE OPERE D’ARTE E RAPPRESENTA LA POSSIBILITÀ DI ELUDERE CROLLI DISASTROSI
Validazione di sistemi di continuità per strutture prefabbricateFranco Bontempi
Il presente lavoro raccoglie parte degli studi sperimentali e numerici atti a validare il sistema di connessione sismo-resistente (“Connessione di Continuità RS”) brevettato da B.S. Italia. Tale sistema di connessione è stato progettato per il trasferimento diretto delle forze tra barre di armatura,
realizzando una perfetta emulazione di una struttura gettata in opera. La validazione ha coinvolto un’estesa campagna sperimentale sia per investigare il comportamento locale del sistema di connessione,
sia per riprodurre il comportamento globale dei manufatti collegati. Si è poi previsto che ogni analisi sperimentale abbia la sua interpretazione numerica, in modo da validare e anche di generalizzare il comportamento meccanico a casi non testati sperimentalmente. In questo lavoro, dopo una panoramica sul sistema costruttivo di B.S. Italia saranno evidenziate le analisi eseguite su di una colonna di
dimensioni 50 x 50 cm alta 5 m e su di un nodo di collegamento trave colonna.
Verifica e progettazione sismica prestazionale di strutture ospedaliere – Par...Franco Bontempi
Gli ospedali sono edifici caratterizzati da una notevole complessità intrinseca a causa della quale risultano particolarmente vulnerabili al sisma sia dal punto di vista strutturale che da quello non-strutturale, impiantistico e funzionale. In questo lavoro si pone quindi l’attenzione
sull’identificazione del sistema complesso ospedaliero, sui diversi livelli prestazionali richiesti dalle norme (italiane e non) per tali edifici strategici, ponendo particolare attenzione alle diverse verifiche in termini di drift di interpiano e accelerazioni sugli elementi strutturali e non previste dalle differenti normative.
Il ruolo delle strutture nella protezione passiva contro l'incendioStroNGER2012
Rivista ANTINCENDIO, agosto 2008
Per definire una strategia di lotta passiva all’incendio occorre un’oculata definizione
del comportamento meccanico degli elementi del sistema considerato e della loro robustezza attraverso analisi non lineari complete sulla capacità portante della struttura.
Tutorial sul calcolo strutturale di edifici in legno, con l'utilizzo del software IperSpace Max 3.
Per maggiori info:
Ing. Francesco Ambrosio
email salesdirector@soft.lab.it
tel. +39-3318559813
Progetto SISMI - WP3 - Miglioramento sismico e ricostruzione antisismica di edifici storici.
Obiettivo:
Fornire, attraverso i metodi e gli strumenti dell’Ingegneria Strutturale e dell’Ingegneria Sismica, - con termini qualitativi e quantitativi – la base scientifica e tecnica ai processi decisionali dell’Amministrazione Pubblica relativamente agli edifici e ai centri storici che sono stati sottoposti a eventi sismici o che comunque esposti al rischio sismico.
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015StroNGER2012
Il corso vuole introdurre in maniera semplice i concetti, i metodi, gli strumenti necessari all’ottimizzazione di una struttura in termini di capacità prestazionali e sicurezza. L’attenzione è focalizzata sulle idee e sulle applicazioni, nella convinzione che gran parte dei dettagli algoritmici, seppure fondamentali nelle applicazioni più sofisticate, possano essere rimandati a successivi approfondimenti: questo anche alla luce degli strumenti computazionali moderni che permettono di concentrarsi sulla progettazione concettuale dei sistemi strutturali nelle forme più attuali. Gli studenti potranno quindi essere capaci di impostare e comprendere i processi ideativi alla base delle moderne forme strutturali che si presentano per le coperture, i ponti e gli edifici alti.
Il corso vuole introdurre in maniera semplice i concetti, i metodi, gli strumenti necessari all’ottimizzazione di una struttura in termini di capacità prestazionali e sicurezza. L’attenzione è focalizzata sulle idee e sulle applicazioni, nella convinzione che gran parte dei dettagli algoritmici, seppure fondamentali nelle applicazioni più sofisticate, possano essere rimandati a successivi approfondimenti: questo anche alla luce degli strumenti computazionali moderni che permettono di concentrarsi sulla progettazione concettuale dei sistemi strutturali nelle forme più attuali. Gli studenti potranno quindi essere capaci di impostare e comprendere i processi ideativi alla base delle moderne forme strutturali che si presentano per le coperture, i ponti e gli edifici alti.
Similar to UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C.A.P. (20)
Scopo dell'evento è
• illustrare l'identità culturale, e tecnica – di cui il progetto è parte fondante – del SSD Tecnica delle Costruzioni nella didattica,
• evidenziando contemporaneamente le opportunità di collaborazione trasversale con altre discipline,
• con particolare riferimento ai corsi della lauree magistrali o
equivalenti, e livelli di formazione successivi (master e dottorati).
L’incontro ha l’obiettivo di delineare l'identità culturale, scientifica e tecnica della disciplina della Tecnica delle Costruzioni nella didattica, evidenziando contemporaneamente le opportunità di collaborazione trasversale con altre discipline, con particolare riferimento ai corsi della lauree magistrali o equivalenti, e livelli di formazione successivi (master e dottorati).
In recent years, there has been an increasing interest in permanent observation of the dynamic behaviour of bridges for longterm
monitoring purpose. This is due not only to the ageing of a lot of structures, but also for dealing with the increasing
complexity of new bridges. The long-term monitoring of bridges produces a huge quantity of data that need to be effectively
processed. For this purpose, there has been a growing interest on the application of soft computing methods. In particular,
this work deals with the applicability of Bayesian neural networks for the identification of damage of a cable-stayed bridge.
The selected structure is a real bridge proposed as benchmark problem by the Asian-Pacific Network of Centers for Research
in Smart Structure Technology (ANCRiSST). They shared data coming from the long-term monitoring of the bridge with the
structural health monitoring community in order to assess the current progress on damage detection and identification
methods with a full-scale example. The data set includes vibration data before and after the bridge was damaged, so they are
useful for testing new approaches for damage detection. In the first part of the paper, the Bayesian neural network model is
discussed; then in the second part, a Bayesian neural network procedure for damage detection has been tested. The proposed
method is able to detect anomalies on the behaviour of the structure, which can be related to the presence of damage. In order
to obtain a confirmation of the obtained results, in the last part of the paper, they are compared with those obtained by using a
traditional approach for vibration-based structural identification.
In recent years, structural integrity monitoring has become increasingly important in structural engineering and construction management. It represents an important tool for the assessment of the dependability of existing complex structural systems as it integrates, in a unified perspective, advanced engineering analyses and experimental data processing. In the first part of this work
the concepts of dependability and structural integrity are
discussed and it is shown that an effective integrity assessment
needs advanced computational methods. For this purpose, soft computing methods have shown to be very useful. In particular, in this work the neural networks model is chosen and successfully improved by applying the Bayesian inference at four hierarchical levels: for training, optimization of the regularization terms, databased model selection, and evaluation of the relative importance of different inputs. In the second part of the article,
Bayesian neural networks are used to formulate a
multilevel strategy for the monitoring of the integrity of long span bridges subjected to environmental actions: in a first level the occurrence of damage is detected; in a following level the specific damaged element is recognized and the intensity of damage is quantified.
This paper deals with the general framework for the development and the maintenance of complex structural systems. In the first part, starting with a semantic analysis of the term ‘structure’, the traditional approach to structural problem solving has been reconsidered. Consequently, a systemic approach for the formulation of the different kinds of direct and inverse problems has been framed, particularly with regards to structural design and
maintenance. The overall design phase is defined with the aid of the performance-based design (PBD) philosophy, emphasizing the concepts of dependability and enlightening the role of structural identification. The second part of the present work analyses structural health monitoring (SHM) in the systemic way previously introduced. Finally, the techniques related to the implementation of the monitoring process are introduced and a synoptic overview of methods and instruments for structural health monitoring is
presented, with particular attention to the ones necessary for structural damage identification.
Disegni strutturali e particolari costruttivi di ponti in cemento armato raccolti dall'Ing. Cosimo Bianchi.
Ad uso esclusivo degli Allievi del Corso di Teoria e Progetto di Ponti della Facoltà di Ingegneria della Sapienza - Prof. Ing. Franco Bontempi
Libro che raccoglie le lezioni del Prof. Giulio Ceradini a cura del Prof. Carlo Gavarini.
Ad uso esclusivo degli Allievi del Corso di Teoria e Progetto di Ponti della Facoltà di Ingegneria della Sapienza - Prof. Ing. Franco Bontempi
A numerical approach to the reliability analysis of reinforced and prestressed concrete structures is presented. The problem is formulated in terms of the probabilistic safety factor and the structural reliability is evaluated by Monte
Carlo simulation. The cumulative distribution of the safety factor associated with each limit state is derived and a reliability index is evaluated. The proposed procedure is applied to reliability analysis of an existing prestressed concrete arch bridge.
This paper presents a general approach to the probabilistic prediction of the structural service life and to the maintenance
planning of deteriorating concrete structures. The proposed formulation is based on a novel methodology for the assessment of the time-variant structural performance under the diffusive attack of external aggressive agents. Based on this methodology, Monte Carlo
simulation is used to account for the randomness of the main structural parameters, including material properties, geometrical parameters, area and location of the reinforcement, material diffusivity and damage rates. The time-variant reliability is then computed with respect to proper measures of structural performance. The results of the lifetime durability analysis are finally used to select, among different maintenance scenarios, the most economical rehabilitation strategy leading to a prescribed target value of the structural service life. Two numerical applications, a box-girder bridge deck and a pier of an existing bridge, show the effectiveness of the proposed methodology.
This paper presents a novel approach to the problem of durability analysis and lifetime assessment of concrete structures under
the diffusive attack from external aggressive agents. The proposed formulation mainly refers to beams and frames, but it can be easily
extended also to other types of structures. The diffusion process is modeled by using cellular automata. The mechanical damage coupled to diffusion is evaluated by introducing suitable material degradation laws. Since the rate of mass diffusion usually depends on the stress state, the interaction between the diffusion process and the mechanical behavior of the damaged structure is also taken into account by a proper modeling of the stochastic effects in the mass transfer. To this aim, the nonlinear structural analyses during time are performed
within the framework of the finite element method by means of a deteriorating reinforced concrete beam element. The effectiveness of the
proposed methodology in handling complex geometrical and mechanical boundary conditions is demonstrated through some applications.
Firstly, a reinforced concrete box girder cross section is considered and the damaging process is described by the corresponding evolution of both bending moment–curvature diagrams and axial force-bending moment resistance domains. Secondly, the durability analysis of a
reinforced concrete continuous T-beam is developed. Finally, the proposed approach is applied to the analysis of an existing arch bridge and to the identification of its critical members.
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C.A.P.
1. UNA FORMULAZIONE DEL
DEGRADO DELLA RISPOSTA DI
STRUTTURE INTELAIATE IN
C.A./C.A.P.
FRANCO BONTEMPI, Università di Roma
“La Sapienza”
PIER GIORGIO MALERBA, Università di Udine
FABIO BIONDINI, Politecnico di Milano
SUMMARY
The paper deals with the assessment during
time of r.c. structures under damage due to
diffusion of external agents inside the structure.
The diffusion process is modelled by a cellular
automata based approach, taking the interaction
with the mechanical state of the structures, i.e.
the cracking state of the structures, into account.
A so-called staggered process then solves the
coupled problem. An application shows the
effectiveness of the proposed analysis strategy,
together some design considerations about the
structural robustness.
1. INTRODUZIONE
Uno degli aspetti rilevanti dell’innovazione in
atto nell’industria delle costruzioni è l’attenzione
riservata al requisito della durabilità. Al suo
miglioramento sono stati dedicati ampi studi e
precise disposizioni normative, nelle quali è
evidenziato come la durabilità possa essere
ottenuta curando non solo le forme ed i dettagli
costruttivi, ma anche le procedure da seguire in
fase di realizzazione.
In strutture progettate e realizzate per essere
durevoli gli effetti degradanti dell’aggressività
dovuta all’ambiente o alle condizioni di esercizio,
si faranno sentire in misura minore o risulteranno
protratti a tempi che, per molti tipi di opere,
possono superare la vita utile prevista.
Negli altri casi, e, in particolare, per le
strutture esistenti, ci si deve attendere nella vita
della costruzione una fase critica, nella quale la
misura della sicurezza deve necessariamente
tener conto del danneggiamento subito.
Per danneggiamento si intendono
principalmente le perdite di continuità localizzate
o diffuse che riguardano la matrice di
calcestruzzo e la riduzione delle sezioni resistenti
delle barre di armatura in acciaio. Lo sviluppo del
danneggiamento va ad interessare,
progressivamente, tutto l’elemento strutturale,
nella pienezza del suo volume. Questo significa,
di solito, che quando il danno è percepito tramite
gli effetti visibili sulla superficie dell’elemento, la
sua effettiva penetrazione è già progredita molto
più di quanto si sia portati e pensare. Pertanto,
se negli interventi di ripristino non si procede ad
accurati esami preventivi sia sullo stato del
calcestruzzo, sia sullo stato delle armature e,
successivamente, ad un’accurata bonifica delle
zone ammalorate, si rischia di impegnare risorse
rilevanti in operazioni a carattere puramente
cosmetico, il cui esito finale risulta quello di
incapsulare cause ammaloranti destinate a
riattivarsi partendo, questa volta, dall’interno.
L’inquadramento del problema in termini di
formulazione ingegneristica deve tener conto
delle notevoli incertezze insite nella definizione
dei parametri significativi. In questo lavoro si
ritiene conveniente ricorrere ad un approccio
risolutivo che operi l’aggregazione dei diversi
fattori a livello macroscopico, in modo da trattare
il fenomeno nei suoi aspetti essenziali,
rinunciando ad una descrizione locale accurata,
ma forse anche illusoria, in assenza dati
sperimentali affidabili e diffusi.
In una prima parte del lavoro si introduce una
strategia di soluzione, sintetica ma realistica, che
mette in evidenza gli aspetti salienti del
problema, consistenti in: (a) determinazione
dell’evoluzione del danno, partendo da definite
cause ammaloranti e sua mappatura nel volume
del sistema meccanico; (b) definizione della
conseguente evoluzione del comportamento
meccanico; (c) interazione tra fenomeno diffusivo
e comportamento meccanico. Lo studio di una
struttura in c.a. in ambiente aggressivo consente
di seguire sia lo sviluppo del danno, sia
l’evoluzione delle capacità prestazionali nel
tempo.
2. IMPOSTAZIONE DEL PROBLEMA
La funzionalita’ delle strutture e’ un problema
di notevole rilevanza economica e sociale e che
presenta molteplici aspetti. Questa funzionalita’
puo’ essere intaccata dal venire meno della
capacita’ prestazionale di un’opera strutturale:
con questo termine si intende in modo del tutto
generale, la capacita’ di una struttura di
soddisfare una richiesta funzionale, definita
domanda prestazionale.
Si consideri idealmente in Fig.1 l’evolvere nel
tempo della capacita’ prestazionale di
un’ipotetica struttura. Alla base del procedimento
per la valutazione della capacita’ residua di una
struttura esistente, si sottolineano i seguenti
2. aspetti concettuali:
1. obsolescenza interna (Fig.1.a): si considera
costante la domanda prestazionale, ma,
degradandosi nel tempo la struttura a causa
di effetti ambientali o legati ai carichi
accidentali, tale domanda puo’ rischiare di
risultare non soddisfatta (caso a): il punto in
cui la capacita’ e’ appena uguale alla
domanda prestazionale segna teoricamente
la fine della vita di servizio tecnico (technical
service life). Tendenza delle moderne
concezioni progettuali e’ quella di porre
esplicitamente l’attenzione sull’andamento
temporale della capacita’ strutturale
(progettazione per la durabilita’), prevedendo
operazioni di controllo e monitoraggio ed,
eventualmente, adeguamento (caso b). Con
il termine durabilita’ si intende la capacita’ di
mantenere adeguato lo stato di servizio di un
prodotto, di un componente, di un assieme o
dell’intera costruzione per un tempo
assegnato. Altresi’ va presa in
considerazione la strategia di prevedere un
progetto esuberante (caso c), le cui qualita’
economiche sono pero’ da verificare caso per
caso.
2. obsolescenza esterna (Fig.1.b): la domanda
prestazionale cambia nel corso della vita
della struttura: se la domanda viene innalzata
(per la necessita’, ad esempio, di sopportare
categorie di carico piu’ gravose), cio’ puo’
portare ad un accorciamento della vita di
servizio tecnico; se viceversa la variazione
comporta un declassamento della struttura
ad una categoria di carico minore,
espediente frequentemente realizzato nella
pratica, la vita stessa puo’ risultarne
allungata.
3. aleatorieta’ del processo: le considerazioni
precedentemente svolte devono tenere conto
di aspetti stocastici immanenti nella realta’.
Ad esempio, nella Fig.1.c e’ illustrata la
situazione, ideale ma frequente nelle
applicazioni, in cui solo la domanda
prestazionale e’ ritenuta determinata. Il livello
piu’ alto di impostazione del problema e’
quello che porta alla determinazione della
evoluzione temporale della probabilita’ di
rovina (Fig.1.d).
(a) (b)
(c) (d)
Fig.1: Aspetti concettuali dell’andamento della capacita’ prestazionale di una struttura nel tempo.
R
R
t t
t t
R
R
3. Nelle Fig.1.c,d, e’ evidenziato il problema della
valutazione della capacita’ resistente di una
struttura in esercizio (remaining structural
capacity o structural assessment): in una breve
finestra temporale, nell’intorno di un istante della
vita strutturale, si tratta di quantificare la capacita’
prestazionale dell’opera, e stabilire se essa e’
dunque capace di rispondere alla domanda.
La determinazione con certezza assoluta di
tale capacita’, richiederebbe il collaudo della
struttura sottoposta ai relativi carichi: tale strada
non e’ pero’ sempre praticabile, e anche
consigliabile, sia dal punto di vista
dell’economicita’ che della sicurezza nel caso di
pericolo di collasso.
Ci si deve affidare dunque ad un approccio di
valutazione teorico, possibilmente (nel caso di
opere importanti, inderogabilmente) supportato
da attivita’ sperimentale. E’ chiaro il ruolo
primario che assume l’analisi strutturale: si ritiene
in particolare che la modellazione dovrebbe
essere:
•coerente nel rappresentare il sistema
strutturale, in particolare nelle sue condizioni al
contorno;
•realistica nel presentare le situazioni di degrado:
e’ piu’ importante la ragionevolezza dello
scenario in cui la capacita’ prestazionale evolve,
che il valore effettivo assunto dal degrado,
essendo lo stesso nella realta’ il frutto di
situazioni varie e complesse, sicuramente non
note ne determinabili dall’analista;
•efficiente per permettere piu’ valutazioni, da
inserire in un quadro complessivo.
3. LA SIMULAZIONE DEI PROCESSI
DIFFUSIVI MEDIANTE AUTOMI
CELLULARI
Lo studio di un sistema e dei fenomeni che lo
interessano attraverso automi cellulari, richiede
un numero di fasi successive che sono di seguito
illustrate.
La digitalizzazione del sistema.
Per la descrizione dell’evoluzione temporale
del fenomeno oggetto di studio, sia individuato il
passo temporale t: tale incremento e’ dunque
significativo per la scala dei tempi intrinseca ai
fenomeni in oggetto.
Sia poi la generica sezione inscrivibile in un
rettangolo di base ed altezza definite
rispettivamente dagli estremi xmin - xmax e ymin -
ymax . Tale area puo’ essere suddivisa, attraverso
una griglia di rette individuate dai passix e y, in
un numero di aree elementari y
x N
N
N
= , con
( ) x
x
x
Nx
−
= /
min
max ,
( ) y
y
y
N y
−
= /
min
max .
Ciascuna area elementare, che puo’ essere
individuata univocamente da due indici
y
x N
j
N
i ,...
1
;
,...
1 =
= , in generale, apparterra’ o
meno alla sezione. In particolare, si potra’
introdurre una matrice rettangolare, contenente
numeri interi, indicata con 0
S, in cui il generico
termine 0
S(i,j) e’ per convenzione posto uguale a
–2 o a zero, a seconda che la corrispondente
area elementare non appartenga o appartenga
alla sezione. La sezione risulta cosi’, in altri
termini, digitalizzata, e la matrice 0
S puo’ essere
considerata rappresentativa dello stato di
ciascuna area elementare: inizialmente, al tempo
t=t0 , ciascuna area puo’ soltanto presentare due
stati differenti, appartenendo o no alla sezione.
Va sottolineato che i passi x - y sono legati
alla velocita’ con cui avvengono i fenomeni nel
singolo passo temporale t: questo vuol dire che,
nel singolo passo t, una perturbazione dello
stato del sistema originatasi in un punto
qualunque del sistema stesso, puo’ essere
sentita in una zona limitrofa di lati 2x e 2y.
Allo stesso modo, si potra’ considerare la
presenza di sostanze aggressive comunque
disposte attorno alla sezione all’istante t=t0,
imponendo ai corrispondenti termini 0
S(i,j) il
codice convenzionale uguale a –1.
L’evoluzione del sistema.
Sia considerato il generico istante t=tI e sia lo
stato del sistema individuato dalla matrice I
S: il
problema e’ di individuare l’operatore di
transizione T, che porta al nuovo stato I+1
S del
sistema all’istante t=tI+1:
I+1
S = T(I
S) (1)
Come gia’ considerato nell’introduzione, tale
operatore risulta essenzialmente un operatore di
mappatura tra uno stato ed il successivo:
l’equazione (1) costituisce, assieme
all’introduzione costruttiva e all’implementazione
algoritmica, la definizione di un automa cellulare.
Nel caso in esame dunque, diffusione di agenti
aggressivi all’interno di una sezione in c.a./c.a.p.,
l’evoluzione dell’automa cellulare coincide con
l’evoluzione nel tempo della diffusione di questi
agenti nella sezione e lo stato dell’automa ad un
istante caratterizza lo stato della sezione proprio
in quel momento.
Ora, in generale, esistono operatori di
avanzamento deterministici e operatori di
4. avanzamento stocastici, risultando in genere
questi ultimi piu’ realistici. In quest’ultimo caso, in
particolare,
1. si verifica la possibilita’ della transizione di
stato;
2. secondo regole stocastiche, si effettua
eventualmente la transizione.
Nel caso specifico, l’algoritmo che fa evolvere
lo stato della generica area elementare (i,j) puo’
essere individuato nel modo seguente:
• se I
S(i,j)< 0, l’area elementare corrispondente
non appartiene alla sezione: lo stato non
cambia: I+1
S(i,j)=I
S(i,j);
• se I
S(i,j)= 0, l’area elementare corrispondente
appartiene alla sezione, e lo stato puo’
cambiare: in particolare la diffusione puo’
evolvere:
❑ si considerano, a turno, le quattro aree
elementari adiacenti in uno schema di
croce di Sant’Andrea: I
S(i-1,j-1), I
S(i+1,j-
1), I
S(i+1,j+1), I
S(i-1,j+1);
❑ per ciascuna area caratterizzata da uno
stato >0, si estrae un numero casuale C
uniformemente distribuito fra zero e 1;
❑ si controlla che tale numero sia maggiore
di una certa soglia Clim: se si’, al termine
I+1
S(i,j) è assegnato il valore 1, ovvero e’
avvenuta la diffusione della sostanza
aggressiva nell’area elementare
individuata dalle coordinate intere (i,j);
• se I
S(i,j)> 0, nell’area elementare
corrispondente appartenente alla sezione si
era gia’ diffusa la sostanza aggressiva: per
evidenziare da quanti passi temporali cio’ e’
avvenuto, si pone I+1
S(i,j)=I
S(i,j)+1. In tal
modo, si puo’ valutare il tempo trascorso
dall’avvenuta diffusione in quell’area
elementare.
E’ istruttivo vedere come tale operatore di
evoluzione si traduca in un linguaggio di
programmazione. Nello schema riportato in Fig.1
ad esempio, sono riportate le istruzioni che
implementano l’automa cellulare in un linguaggio
elementare come il BASIC. In tale schema, non
vanno, per il momento, considerate le istruzioni in
corsivo.
È importante notare che l’operatore cosi’
costruito, dipende soltanto da:
• il valore di soglia Clim: nel codice riportato tale
valore e’ pari a 0.95; esso regola la velocita’
di diffusione, nel senso che valori piu’ bassi,
forniscono maggiori probabilita’ che la
diffusione avvenga nel passo temporale
considerato nella area elementare in esame;
• il numero e la disposizione delle aree
adiacenti da cui la diffusione puo’ avvenire.
Entrambi questi fattori possono essere
correlati al coefficiente di diffusione che appare
nelle equazioni che governano classicamente il
fenomeno. Ed e’ chiaro, che tale operatore puo’
in ogni caso essere reso piu’ aderente alla
realta’, senza peraltro complicare
eccessivamente la formulazione, e restando la
definizione dei parametri dell’automa cellulare
abbastanza semplice: tali parametri possono
essere infatti identificati dal comportamento
macroscopico della diffusione in sezioni di
interesse.
‘…………………………….automa cellulare
EPSCR=0.0002
FATCR=3
CLIM=0.95
FOR IX=1 TO NX-1
X= XMIN+IX*DISTX-DISTX / 2
FOR IY=1 TO NY-1
Y=YMIN+IY*DISTY-DISTY / 2
PP=ISTATO(IX, IY)
'* il punto appartiene alla sezione
ISTATONEW(IX, IY)=ISTATO(IX, IY)
IF (PP>0) THEN ISTATONEW(IX, IY)=ISTATO(IX, IY)+1
IF (PP=-1) THEN
'* croce di Sant’Andrea
P1=ISTATO(IX-1, IY-1)
C=RND
IF ((EPS-CHI*Y)>EPSCR) THEN C=C*FATCR
IF ((P1>=0) AND (C>CLIM)) THEN ISTATONEW(IX, IY)=1
P2=ISTATO(IX+1, IY+1)
C=RND
IF ((EPS-CHI*Y)>EPSCR) THEN C=C*FATCR
IF ((P2>=0) AND (C>CLIM)) THEN ISTATONEW(IX, IY)=1
P3=ISTATO(IX+1, IY-1)
C=RND
IF ((EPS-CHI*Y)>EPSCR) THEN C=C*FATCR
IF ((P3>=0) AND (C>CLIM)) THEN ISTATONEW(IX, IY)=1
P4=ISTATO(IX-1, IY+1)
C=RND
IF ((EPS-CHI*Y)>EPSCR) THEN C=C*FATCR
IF ((P4>=0) AND (C>CLIM)) THEN ISTATONEW(IX, IY)=1
‘
END IF
NEXT IY
NEXT IX
Figura 1. Implementazione in BASIC dell’automa
cellulare.
Va inoltre sottolineato che, finora, l’automa
cellulare cosi’ individuato modella il processo
diffusivo solo in base a caratteristiche spaziali,
quali la vicinanza alla sorgente diffusiva, il fatto
che ci siano aree della sezione gia’ contaminate,
ecc.: manca cioe’ qualsiasi riferimento agli aspetti
meccanici del problema.
Si consideri ora, comunque, a titolo
d’esempio, la sezione riportata in Figura2.a, di
forma tri-cellulare, geometricamente non
regolare, alta complessivamente 220cm e larga
700cm, con un area pari a 70537cm2
. Nella
Figura2.b, e’ mostrata la suddivisione della
sezione, adottando x=y=3.5cm, in un totale di
14528
64
227 =
=
= y
x N
N
N aree
elementari. E’ inoltre indicata sullo sfondo la
regione da dove si ritiene provenga la diffusione.
Nelle figure che seguono, e’ mostrata
l’evoluzione della diffusione dopo 1, 2, 3, 4, e 5,
anni inizialmente, e da 10 a 50 anni, con intervalli
di 5 anni, dopo.
5. .a
b
c d
e f
g h
Figura 2. a) Caratteristiche geometriche della sezione cellulare in esame; b) digitalizzazione iniziale, con
evidenziato sullo sfondo l’area da cui parte la diffusione; c), d), e), f), g) evoluzione della diffusione,
rispettivamente, dopo 1, 2, 3, 4, 5 anni; h) sezione dopo 10 anni.
6. i l
m n
o p
q r
Figura 2. (continua) i), l), m), n), o), p), q), r) evoluzione della diffusione, rispettivamente, dopo 15, 20, 25,
30, 35, 40, 45, 50 anni.
La conseguente evoluzione del comportamento
meccanico del sistema.
Alla descrizione puramente geometrica del
processo di diffusione vista precedentemente, si
puo’ legare l’evoluzione del comportamento
meccanico della struttura. A tal fine, nell’ottica
tipica della meccanica del danneggiamento, si
ipotizzano le due seguenti analoghe leggi di
degrado per l’acciaio e il conglomerato:
• per l’acciaio: ( ) ( ) ( )
D
f
f
f t
t
t
A
t
A ,
0
= ;
• per il conglomerato:
7. ( ) ( ) ( )
D
c
c
c t
t
t
A
t
A ,
0
= .
Attraverso queste leggi, in un determinato
punto della sezione di coordinate (x,y), le aree
iniziali dei due materiali ivi presenti, acciaio o
conglomerato, sono ridotte progressivamente, a
partire dall’istante di tempo tD al quale e’
avvenuta la diffusione degli agenti aggressivi in
quel punto.
In particolare, nelle applicazioni del presente
lavoro, si e’ considerato, per semplicità, l’unica
funzione ( ) ( ) ( )
D
D
c
D
f t
t
t
t
t
t ,
,
,
=
= , e’
rappresentata in Fig.3.
( )
D
t
t,
1
0 10 t-tD
Figura 3. Andamento nel tempo della funzione
che descrive il degrado del materiale.
Essa traduce, analiticamente, l’idea che
• fino all’arrivo della diffusione nel punto della
sezione in esame, il materiale e’ integro;
• dopo la diffusione, per un periodo qui
assunto di 10 anni, si ha un incremento
lineare del degrado nel tempo;
• dopo 10 anni, il materiale e’ completamente
degradato.
Si considerino a questo punto le
caratteristiche meccaniche della sezione in
esame. Il conglomerato e’ discretizzato per
mezzo di 68 nodi e 24 elementi isoparametrici
quadrilateri. L’armatura e’ rappresentata da 224
coppie di barre 20 mm (
2
1 mm
628
=
s
A ),
distribuite in due strati nelle ali superiore ed inferiore
della sezione. Le caratteristiche nominali (ovvero
medie) dei materiali che definiscono i legami
adottati sono:
• conglomerato: MPa
7
.
44
nom
, −
=
c
f ,
‰
4
.
3
−
=
cu
, 1
2 ct
ctu
= ;
• acciaio: MPa
544
nom
, =
sy
f ,
GPa
205
=
s
E , %
1
=
su
.
con un peso specifico del materiale composito
pari a 3
kN/m
25
=
.
In questo modo, nelle Figg.4.a e .b, sono
rappresentati come variano nel tempo, in
funzione del degrado del materiale conseguente
ai fenomeni diffusivi rappresentato nella Fig.2, a)
diagramma momento flettente - curvatura; b)
dominio di rottura momento flettente - azione
assiale. In particolare, avendo assunte positive le
azioni assiali di trazione e le azioni flettenti che
sollecitano a trazione le fibre superiori della
sezione, si vede come l’attacco di degrado dal
basso della sezione, faccia decrescere la
capacita’ resistente a momenti negativi (momenti
che tendono le fibre inferiori).
Sempre osservando il diagramma
momento flettente – curvatura, appare evidente
che la duttilita’ della sezione in termini di
curvatura ultima, non e’ influenzata dal processo
di degrado. Ora questo, non e’ in generale vero:
per simulare tale fenomeno, ovvero la riduzione
della duttilita’, occorrerebbe eventualmente
intervenire modificando i legami costitutivi.
Figura 4. Andamento nel tempo in funzione del
degrado del materiale conseguente ai fenomeni
diffusivi di: a) diagramma momento flettente -
curvatura; b) dominio di rottura momento flettente
- azione assiale.
L’interazione fra comportamento meccanico e
fenomeno diffusivo.
Rispetto all’ultima osservazione fatta, appare
invece piu’ evidente il fatto che il fenomeno di
degrado non e’ collegato al comportamento
meccanico della sezione. E’ evidente
sperimentalmente che sezioni fessurate
promuovono fenomeni diffusivi piu’ veloci, anche
di ordini di grandezza.
8. 1
2-
3
4
Figura 5. Evoluzione del fenomeno diffusivo (1,..4
anni), in funzione dello stato deformativo
sezionale: sezione con asse neutro passante per
il baricentro, compressa superiormente e tesa
inferiormente.
Nell’ambito della schematizzazione attraverso
automi cellulari dei processi diffusivi, questa
importante considerazione porta alla modifica
dell’algoritmo di Fig.1, con l’introduzione delle
gia’ notate istruzioni in corsivo. In questo modo,
nel generico punto di coordinate (x,y) della
sezione, se qui e’ presente una deformazione di
trazione superiore ad un limite convenzionale, ad
esempio la deformazione in cui si verifica la
fessurazione del conglomerato, il numero C
estratto in maniera uniformemente distribuita tra
0 e 1, e’ moltiplicato per un fattore maggiore di 1,
fattore rappresentante la maggiore velocita’ di
diffusione di agenti in mezzi fratturati. In modo
analogo, si potrebbe ad esempio tenere conto del
fatto che eccessive compressioni comportano
fessurazioni trasversali che possono anche loro
accelerare i processi diffusivi.
Per comprendere come tale correzione vari
l’evoluzione del processo diffusivo, si consideri la
Fig.5. In essa e’ rappresentata l’evoluzione della
diffusione nella sezione in esame, supponendo
che l’asse neutro passi per il baricentro, posto a
meta’ altezza, essendo le fibre sopra l’asse
neutro compresse, quelle sotto tese: appaiono
evidenti le due differenti velocita’ di diffusione.
4. L’INTERAZIONE FENOMENI
DIFFUSIVI - COMPORTAMENTO
STRUTTURALE E LA VERIFICA DI
SICUREZZA
Quanto esposto finora fa riferimento alla
singola sezione. Per essa,
• si e’ impostato l’automa cellulare che fa
progredire il fenomeno diffusivo;
• si sono considerate semplici leggi che
tengono conto di come il materiale acciaio o
conglomerato si degrada nel tempo a causa
dei fenomeni associati alla diffusione;
• si e’ illustrato l’effetto accelerante del
degrado dovuto alla diffusione in materiale
fratturato.
E’ chiaro ora che tutto questo deve essere
inserito nel quadro piu’ generale di una struttura
soggetta a certi carichi, permanenti o semi-
permanenti e accidentali, le cui caratteristiche
evolvono nel tempo, e di cui occorre valutare la
sicurezza: tutto questo in campo non lineare, che
e’ l’unico a fornire un quadro di riferimento
coerente. In particolare, la sezione che si e’
considerata finora, sara’ la generica sezione di
Gauss della struttura intelaiata complessiva.
9. I
v
a
lu
ta
z
io
n
e
d
e
lla
ris
p
o
s
ta
s
tru
ttu
ra
le
I+
1
fe
n
o
m
e
n
o
d
iffu
s
iv
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o
rta
-
m
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n
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lla
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p
o
s
ta
s
tru
ttu
ra
le
I+
1
fe
n
o
m
e
n
o
d
iffu
s
iv
o
c
o
m
p
o
rta
-
m
e
n
to
m
e
c
c
a
n
ic
o
Impostazione del problema di interazione fra
comportamento meccanico e fenomeno diffusivo.
Per sviluppare un algoritmo risolutivo che
tratti il problema dell’interazione fra
comportamento meccanico e fenomeni diffusivi,
si considerino gli schemi riportati in Fig.6. Nel
diagramma di flusso a), e’ richiamata la
formulazione completa del problema meccanico-
diffusivo: nel passaggio dall’istante tI all’istante
tI+1, entrambi gli aspetti sono risolti
contemporaneamente, influenzandosi cosi’
reciprocamente in maniera immediata. Nel
diagramma b) invece, i due sotto-problemi
meccanico e diffusivo, sono risolti in cascata e
quindi possono influenzarsi solo con un ritardo
temporale.
E’ chiaro il vantaggio computazionale che lo
schema approssimato b) comporta sulla
formulazione esatta a). In particolare, esso puo’
essere adattato ulteriormente considerando:
• la soluzione del problema meccanico al
tempo tI;
• l’evoluzione del problema diffusivo dal tempo
tI al tempo tI+I;
• aggiornamento I = I + I.
In tal modo, nota ad un certo tempo la situazione
diffusiva, è risolto il problema meccanico; poi si fa
evolvere la situazione diffusiva, influenzata dalla
soluzione meccanica precedente, per un certo
numero di anni, riprendendo quindi ciclicamente
da capo (staggered interaction approach).
Va notato che, pur restando chiara la natura
approssimata della formulazione scelta, essa
appare l’unica in grado di supportare
computazionalmente analisi di tipo parametrico,
probabilistico o fuzzy, in cui si devono ottenere
comunque insiemi di simulazioni di vite strutturali.
Scenario per la verifica della sicurezza
strutturale.
L’impostazione della verifica strutturale
richiede l’esplicitazione dello scenario in cui e’
posta la struttura oggetto della verifica. Con il
termine scenario, si intende quell’insieme
organizzato e coerente si situazioni plausibili e
significative, poste alla base del processo di
analisi.
Con riguardo al problema che si sta
considerando, quello del possibile degrado della
capacita’ prestazionale a causa di fenomeni
diffusivi, il piu’ semplice scenario che si puo’
considerare e’ il seguente:
• per la struttura in esame, si considera una
situazione di carico permanente o semi-
permanente, individuata dal vettore di carichi
equivalenti g, ed una situazione di carico
accidentale, indicata con q, rispetto alla
quale occorre verificare la sicurezza;
• il quadro meccanico che interagisce con il
processo diffusivo e’ fornito dalla soluzione
a) b)
Fig.6. Problema di interazione al generico istante tI fra comportamento meccanico e fenomeno
diffusivo: a) formulazione completa, con soluzione sincrona dei due aspetti, meccanico e diffusivo; b)
formulazione asincrona, con soluzione dei due sotto-problemi meccanico e diffusivo in cascata.
10. del problema strutturale con vettore dei
carichi g: per questo livello di carico, è risolto
il problema strutturale non lineare, e da tale
soluzione, si ricavano i parametri deformativi
(posizione dell’asse neutro, fibre tese e
compresse) che influenzano il processo
diffusivo;
• la verifica strutturale e’ invece condotta,
fissata ad un certo tempo la situazione
diffusiva e di degrado, facendo riferimento al
vettore dei carichi f = g + q, in cui il
vettore dei carichi accidentali e’ amplificato
dal moltiplicatore .
Analisi strutturale non lineare.
Per quanto riguarda l’analisi non lineare, si fa
riferimento ad un elemento di trave in C.A./C.A.P.
la cui formulazione, basata sull’ipotesi di
Bernoulli-Navier, tiene conto delle non linearità
meccaniche associate ai legami costitutivi dei
materiali e delle non linearità geometriche
associate agli effetti del secondo ordine
(Bontempi, Malerba & Romano 1995, Malerba
1998).
In particolare, i contributi meccanico M
K e
geometrico G
K alla matrice di rigidezza K
dell’elemento e il vettore delle forze nodali f,
equivalente ai carichi applicati 0
f ed alla
precompressione p
f , sono dedotti applicando il
Principio dei Lavori Virtuali e valutati mediante
integrazione numerica sulla lunghezza l
dell’elemento di trave:
=
l
T
M dx
0
HB
B
K
=
l
T
G dx
N
0
G
G
K
G
M K
K
K
+
=
+
=
l
p
T
dx
0
0 )
( f
f
N
f
=
b
a
N
0
0
N
N
=
2
2
x
x
b
a
N
0
0
N
B
=
x
b
N
0
G
in cui N è la forza assiale e N è la matrice delle
funzioni di forma assiali a
N e flessionali b
N .
Vengono in particolare adottate le funzioni di
forma di un elemento di trave avente rigidezza
sezionale H uniforme lungo l’asse e caricato
soltanto ai nodi. A causa della non linearità
meccanica e dei fenomeni di degrado che
interagiscono con il regime tensionale, la
rigidezza sezionale è comunque non uniforme
anche per elementi prismatici con armatura
uniforme. Per questo motivo, anche la matrice H
e il vettore p
f vengono valutati mediante
integrazione numerica sezionale sulla base dei
legami costitutivi dei materiali.
Assemblando la matrice di rigidezza K ed il
vettore dei carichi nodali f rispetto ad un sistema
di riferimento globale, l’equilibrio della struttura
può essere formalmente espresso come segue:
f
Ks=
in cui i vettori s e f devono essere interpretati
come quantità globali o incrementali a seconda
della natura della matrice K=K(s), ovvero a
seconda se viene utilizzato un approccio
rispettivamente secante o tangente.
Per quanto riguarda i legami costitutivi, per il
calcestruzzo in compressione si adotta la legge
di Saenz, mentre in trazione si assume un
modello elastico perfettamente plastico. Per
l’acciaio normale si fa riferimento ad un modello
elastico perfettamente plastico, mentre per
l’acciaio da precompressione si adotta un legame
elasto-plastico incrudente in cui il ramo plastico è
descritto da una curva di quinto grado.
q
g
20m 32m
Figura 7. Travata a due campate.
5. APPLICAZIONE
Si considera la travata continua in c.a. il cui
schema e’ mostrato in Fig.7. La prima campata e’
di 20m, mentre la seconda e’ lunga di 32m:
entrambe sono state discretizzate con 4
elementi. Oltre ad essere appoggiata sul nodo fra
le campate, la struttura e’ vincolata con un
incastro all’estremo di sinistra e con una cerniera
all’estremo di destra. Accanto ad una travata con
la sezione considerata precedentemente, se ne
considera una identica ma con la sezione
modificata di Fig.8: tale sezione presenta le
stesse caratteristiche complessive, ma lo stesso
quantitativo di armatura e’ stato distribuito anche
sulle anime, oltre che in strati sulle ali.
Oltre al peso proprio, pari a 430kN/m, la
campata sinistra della trave si considera soggetta
all'azione di un carico accidentale distribuito di
intensità nominale pari qnom=1000 kN/m: questi
due carichi distribuiti contribuiscono a formare il
vettore g: tale livello di carico, e’ evidenziato nei
diagrammi motiplicatore - spostamento mezzeria
1^campata di Fig.9. In tale figura, e’ riassunto
11. l’andamento della risposta strutturale e l’evolvere
del degrado lungo la trave, dopo 5, 10,.50 anni,
per i casi:
a) travata con sezione originaria;
b) come sopra, ma escludendo l’interazione fra
processo diffusivo e comportamento
meccanico: non si ha quindi accelerazione
della diffusione nelle zone fessurate della
struttura;
c) travata con sezione alternativa: si considera
di nuovo l’interazione, ma la risposta, anche
se inizialmente minore di quella con sezione
originaria, presenta degrado relativo minore.
Infine, nella Fig.10., si puo’ valutare il complesso
della risposta strutturale, sotto il carico
permanente e sotto il carico di collasso, che
mostra come questo sia guidato dalla crisi della
campata dimostra come questo sia guidato dalla
crisi della campata di destra.
Fig.8. Sezione alternativa con uguale armatura,
ma diffusa anche sulle anime.
a
1
4
7
10
13
16
19
22
50 anni
15 anni
0
20
40
60
80
100
% di area
degradata
n. sezione di Gauss
degrado strutturale nel tempo
50 anni
45 anni
40 anni
35 anni
30 anni
25 anni
20 anni
15 anni
10 anni
5 anni
b
1
4
7
10
13
16
19
22
50 anni
15 anni
0
20
40
60
80
100
% di area
degradata
n. sezione di Gauss
degrado strutturale nel tempo
50 anni
45 anni
40 anni
35 anni
30 anni
25 anni
20 anni
15 anni
10 anni
5 anni
c
1
4
7
10
13
16
19
22
50 anni
15 anni
0
20
40
60
80
100
% di area
degradata
n. sezione di Gauss
degrado strutturale nel tempo
50 anni
45 anni
40 anni
35 anni
30 anni
25 anni
20 anni
15 anni
10 anni
5 anni
Fig.9. Curve moltiplicatore carichi accidentali – spostamento mezzeria prima campata (colonna sx) e rappresentazione convenzionale del degrado
lungo la trave (colonna dx) dopo 5, 10,.50 anni, per: a) travata con sezione originale ed interazione fra diffusione e comportamento strutturale; b) come
prima, ma trascurando l’interazione; c) travata con sezione alternativa.
12. Fig.10. Comportamento strutturale della travata con sezione originale (deformata, diagramma dei momenti
flettenti, parzializzazione e diagramma dei tagli), sotto carico permanente (a sinistra) e a collasso (a
destra), a 50 anni.
6. CONCLUSIONI
Il lavoro ha riguardato l’impostazione della
valutazione del declino nel tempo della capacità
prestazionale di strutture in c.a./c.a.p. a causa di
diffusione di agenti aggressivi al loro interno e
conseguente fenomeni di degrado dei materiali. Il
fenomeno diffusivo e’ stato modellato,
differentemente da quanto si fa classicamente
attraverso la risoluzione nel tempo di equazioni
differenziali a derivate parziali, attraverso i
procedimenti algoritmici che vanno sotto il nome
di automi cellulari. Chiaramente, si e’ dovuta
tenere in conto l’interazione con i fenomeni
meccanici, ed in particolare si e’ considerata
l’influenza che possono avere i fenomeni di
fratturazione nella velocita’ di diffusione degli
agenti estranei. Attraverso una applicazione, si e’
messa in luce come l’organizzazione sezionale (e
quindi strutturale), possa essere piu’ o meno
robusta nei confronti del degrado nel tempo.
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