Startup community - Quattro principi e tre obiettivi per favorire la nascita ...Nicola Mattina
Questo documento contiene il mio contributo alla discussione su come incentivare la nascita di comunità di startup digitali in Italia. È articolato in tre capitoli: il primo sintetizza le caratteristiche di una startup community facendo riferimento alla letteratura emersa negli ultimi anni e alle tante conversazioni avute con esperti del settore in Italia e all’estero; il secondo evidenzia due pericolose vulnerabilità dell’attuale ecosistema di tech startup italiano; il terzo, infine, contiene delle linee guida con azioni che dovrebbero essere intraprese da chi intende lavorare attivamente per sviluppare una startup community.
L'EU SME Centre - Opportunità del mercato cinese (Yang Jun Jie - consulente O...Sardegna Ricerche
L'intervento di Yang Jun Jie, consulente di Orcom C&A Advisors, in occasione dell'evento "La Cina e le opportunità per le produzioni tradizionali: tutela e ingresso nel mercato cinese" che si è tenuto a Cagliari il 30 gennaio 2020.
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016 - MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La distribuzione dei contratti di rete sul territorio italiano non è omogenea. Perchè? Sia la spiegazione culturalista (diversa dotazione di capitale sociale e diversa propensione alla cooperazione), sia la spiegazione che fa riferimento alla diversità nella struttura economico-produttiva dei territori non sono soddisfacenti. Il ruolo giocato dalle politiche regionali e dai finanziamenti si dimostra invece cruciale. Veneto ed Emilia-Romagna sono regioni simili per struttura produttiva e dotazione di capitale sociale, ma si registrano interessanti differenze. In Emilia-Romagna i contratti di rete sono stati utilizzati all’interno di un sistema integrato per l’innovazione e l’alta tecnologia per finanziare l’incremento di capitale umano e sociale. Tale sistema ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori locali del territorio, con un esito soddisfacente per tutti. In Veneto, i contratti di rete sono il frutto principalmente degli attori privati, manca una forte guida dell’attore pubblico e i finanziamenti sono più modesti, nonostante la molteplicità di iniziative. Il sistema resta maggiormente frammentato rispetto a quello emiliano-romagnolo. L’esito di questi due modelli non è scontato. In entrambe le regioni, gli attori locali rilevano una maggiore disponibilità e capacità degli imprenditori di mettersi in rete, e condividere un progetto, anche a prescindere dai finanziamenti. Paradossalmente però ciò sembra più vero in Veneto che in Emilia-Romagna. Infatti, l’assenza di finanziamenti dedicati ai contratti di rete in Veneto ha reso la motivazione strumentale importante ma non prevalente. Al contrario, in Emilia-Romagna le imprese hanno siglato il contratto di rete perché fortemente incentivate dai finanziamenti e oggi diversi contratti benché formalmente attivi, e quindi calcolati nelle statistiche, di fatto non sono più in essere.
“A me piace quello che c’è nel lavoro:
la possibilità di trovare se stessi”
Joseph Conrad
PRESENTAZIONE
In occasione della sottoscrizione del Protocollo fra Comune di Napoli ed Italia Lavoro SpA, il primo in Italia per tipologia e contenuti, intendiamo offrire una veloce panoramica delle principali azioni messe in campo nell’ultima fase a sostegno dell’attuale sviluppo, dell’innovazione, dell’occupazione, in particolare giovanile e femminile, del lavoro in generale.
Non abbiamo messo tutto nelle pagine che seguono.
In diversi casi ci sono percorsi abbozzati, progetti, primi avvii su diversi temi.
Avremo modo di resocontarli alla città quando essi cominceranno a concretizzarsi realmente, nella direzione di rendicontare socialmente l’azione amministrativa.
Ci piace dire che ciò che abbiamo realizzato in questi mesi è sempre stato frutto di un confronto con le rappresentanza del mondo imprenditoriale e del mondo
del lavoro.
Un confronto che non ha mai prospettato soluzioni definite e chiuse ma che si è sempre avviato a partire dall’indicazione dei problemi. Nessuna organizzazione
incontrata si è mai sottratta dal dare il meglio della propria elaborazione.
Così come il coinvolgimento delle Municipalità, dei componenti il Consiglio comunale, l’interlocuzione con la relativa Commissione consigliare hanno arricchito di contributi e valutazioni il percorso individuato.
E’ noto che le competenze istituzionali di un Comune sono poca cosa rispetto ai temi del lavoro.
Ciò non ha mai significato per noi recedere dal mettere in campo il massimo impegno.
Oltre a ciò che leggerete nelle pagine che seguono, noi ci auguriamo che la prossima (speriamo) partenza delle città metropolitane, con il conseguente riordino di alcune competenze fino ad ora assegnate alle Province, consenta di dare una ben altra potestà al soggetto istituzionale – il Comune - più vicino ai cittadini sui temi del lavoro e risorse conseguenti.
Ribadiamo, infine, l’esigenza di stringere un “Patto per Napoli” che veda il Governo e la città protagonisti.
I dati che abbiamo di fronte sul versante della crisi, qui più feroce che altrove, e della disoccupazione, richiedono risposte anche immediate su un tema che mal si presta all’immediatezza ma che non ci permette, sul versante sociale e del futuro del Paese, di rassegnarci ai tempi lunghi ed inafferrabili nell’esperienza di centinaia di migliaia di persone.
Ma perché ciò sia è necessario convenire che partire da Napoli significa aiutare tutto il sud, e sia chiaro che senza Napoli e senza il Sud questo nostro amato Paese non esce dalla crisi.
Enrico Panini
Assessore al Lavoro, Ricerca ed Attività Produttive
X arq futura_economiaxnuovaarquata_feb2018Gabriele Olini
Le giuste scelte economiche sono fondamentali per sottrarre Arquata del Tronto allo spopolamento e alle distruzioni del Terremoto. Sviluppo sostenibile e Partecipazione le parole chiavi.
La co-produzione: principi per la progettazione e la gestionecittametro
Slide presentate da Denita Cepiku durante il webinar "La co-produzione e l'erogazione di servizi pubblici" realizzato il 18 novembre 2015 nell'ambito del progetto "Verso la costituzione delle Aree Metropolitane e la riorganizzazione delle Province" del Formez PA.
Startup community - Quattro principi e tre obiettivi per favorire la nascita ...Nicola Mattina
Questo documento contiene il mio contributo alla discussione su come incentivare la nascita di comunità di startup digitali in Italia. È articolato in tre capitoli: il primo sintetizza le caratteristiche di una startup community facendo riferimento alla letteratura emersa negli ultimi anni e alle tante conversazioni avute con esperti del settore in Italia e all’estero; il secondo evidenzia due pericolose vulnerabilità dell’attuale ecosistema di tech startup italiano; il terzo, infine, contiene delle linee guida con azioni che dovrebbero essere intraprese da chi intende lavorare attivamente per sviluppare una startup community.
L'EU SME Centre - Opportunità del mercato cinese (Yang Jun Jie - consulente O...Sardegna Ricerche
L'intervento di Yang Jun Jie, consulente di Orcom C&A Advisors, in occasione dell'evento "La Cina e le opportunità per le produzioni tradizionali: tutela e ingresso nel mercato cinese" che si è tenuto a Cagliari il 30 gennaio 2020.
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016 - MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La distribuzione dei contratti di rete sul territorio italiano non è omogenea. Perchè? Sia la spiegazione culturalista (diversa dotazione di capitale sociale e diversa propensione alla cooperazione), sia la spiegazione che fa riferimento alla diversità nella struttura economico-produttiva dei territori non sono soddisfacenti. Il ruolo giocato dalle politiche regionali e dai finanziamenti si dimostra invece cruciale. Veneto ed Emilia-Romagna sono regioni simili per struttura produttiva e dotazione di capitale sociale, ma si registrano interessanti differenze. In Emilia-Romagna i contratti di rete sono stati utilizzati all’interno di un sistema integrato per l’innovazione e l’alta tecnologia per finanziare l’incremento di capitale umano e sociale. Tale sistema ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori locali del territorio, con un esito soddisfacente per tutti. In Veneto, i contratti di rete sono il frutto principalmente degli attori privati, manca una forte guida dell’attore pubblico e i finanziamenti sono più modesti, nonostante la molteplicità di iniziative. Il sistema resta maggiormente frammentato rispetto a quello emiliano-romagnolo. L’esito di questi due modelli non è scontato. In entrambe le regioni, gli attori locali rilevano una maggiore disponibilità e capacità degli imprenditori di mettersi in rete, e condividere un progetto, anche a prescindere dai finanziamenti. Paradossalmente però ciò sembra più vero in Veneto che in Emilia-Romagna. Infatti, l’assenza di finanziamenti dedicati ai contratti di rete in Veneto ha reso la motivazione strumentale importante ma non prevalente. Al contrario, in Emilia-Romagna le imprese hanno siglato il contratto di rete perché fortemente incentivate dai finanziamenti e oggi diversi contratti benché formalmente attivi, e quindi calcolati nelle statistiche, di fatto non sono più in essere.
“A me piace quello che c’è nel lavoro:
la possibilità di trovare se stessi”
Joseph Conrad
PRESENTAZIONE
In occasione della sottoscrizione del Protocollo fra Comune di Napoli ed Italia Lavoro SpA, il primo in Italia per tipologia e contenuti, intendiamo offrire una veloce panoramica delle principali azioni messe in campo nell’ultima fase a sostegno dell’attuale sviluppo, dell’innovazione, dell’occupazione, in particolare giovanile e femminile, del lavoro in generale.
Non abbiamo messo tutto nelle pagine che seguono.
In diversi casi ci sono percorsi abbozzati, progetti, primi avvii su diversi temi.
Avremo modo di resocontarli alla città quando essi cominceranno a concretizzarsi realmente, nella direzione di rendicontare socialmente l’azione amministrativa.
Ci piace dire che ciò che abbiamo realizzato in questi mesi è sempre stato frutto di un confronto con le rappresentanza del mondo imprenditoriale e del mondo
del lavoro.
Un confronto che non ha mai prospettato soluzioni definite e chiuse ma che si è sempre avviato a partire dall’indicazione dei problemi. Nessuna organizzazione
incontrata si è mai sottratta dal dare il meglio della propria elaborazione.
Così come il coinvolgimento delle Municipalità, dei componenti il Consiglio comunale, l’interlocuzione con la relativa Commissione consigliare hanno arricchito di contributi e valutazioni il percorso individuato.
E’ noto che le competenze istituzionali di un Comune sono poca cosa rispetto ai temi del lavoro.
Ciò non ha mai significato per noi recedere dal mettere in campo il massimo impegno.
Oltre a ciò che leggerete nelle pagine che seguono, noi ci auguriamo che la prossima (speriamo) partenza delle città metropolitane, con il conseguente riordino di alcune competenze fino ad ora assegnate alle Province, consenta di dare una ben altra potestà al soggetto istituzionale – il Comune - più vicino ai cittadini sui temi del lavoro e risorse conseguenti.
Ribadiamo, infine, l’esigenza di stringere un “Patto per Napoli” che veda il Governo e la città protagonisti.
I dati che abbiamo di fronte sul versante della crisi, qui più feroce che altrove, e della disoccupazione, richiedono risposte anche immediate su un tema che mal si presta all’immediatezza ma che non ci permette, sul versante sociale e del futuro del Paese, di rassegnarci ai tempi lunghi ed inafferrabili nell’esperienza di centinaia di migliaia di persone.
Ma perché ciò sia è necessario convenire che partire da Napoli significa aiutare tutto il sud, e sia chiaro che senza Napoli e senza il Sud questo nostro amato Paese non esce dalla crisi.
Enrico Panini
Assessore al Lavoro, Ricerca ed Attività Produttive
X arq futura_economiaxnuovaarquata_feb2018Gabriele Olini
Le giuste scelte economiche sono fondamentali per sottrarre Arquata del Tronto allo spopolamento e alle distruzioni del Terremoto. Sviluppo sostenibile e Partecipazione le parole chiavi.
La co-produzione: principi per la progettazione e la gestionecittametro
Slide presentate da Denita Cepiku durante il webinar "La co-produzione e l'erogazione di servizi pubblici" realizzato il 18 novembre 2015 nell'ambito del progetto "Verso la costituzione delle Aree Metropolitane e la riorganizzazione delle Province" del Formez PA.
1. Cosa può fare la politica locale
per il lavoro
Luca Foresti, 1 Maggio 2012,
Cernusco sul Naviglio
2. Politica nazionale Vs Politiche locali
Fattori che condizionano il lavoro in mano alla politica
nazionale:
1. Statuto dei lavoratori (In Particolare art.18)
2. Legge Biagi
3. CCNL
4. Ammortizzatori sociali
5. Budget pubblico e suo uso
6. Tassazione
7. Relazioni con i mercati di esportazione
8. Politiche su istruzione e formazione
9. Attrattività del paese per le risorse: investimenti,
imprenditori, lavoratori
10.Qualità della giustizia civile
11.Burocrazia
3. Lavoro
• Quanto
• Quale
• Remunerazione
• Possibilità di crescita per il lavoratore
• Quanto dinamico è il mercato locale
• Ammortizzatori sociali
• Quale partecipazione femminile
• Quali supporti al reinserimento nel mercato sono presenti
4. Categorie di strutture che danno lavoro
• Grandi aziende
• PMI
• Istituzioni pubbliche
• Attività libero professionali
• Istituzioni non-profit
• Cooperative
Ogni categoria ha caratteristiche di carriera, remunerazione e
crescita professionale differenti e che vanno tenute in
considerazione
5. Fattori che condizionano l'offerta di
lavoro su un territorio
• Imprenditorialità dei cittadini
• Valore complessivo degli investimenti nel capitale delle istituzioni che
operano in quel territorio
• Accesso al credito
• FDI (Foreign Direct Investment): capitali non locali che vengono investiti in
attività locali
• Investimenti pubblici
• Posti di lavoro pubblici presenti su quel territorio
• Burocrazia necessaria per aprire e gestire delle istituzioni che offrono lavoro
• Tassazione locale alle imprese e ai cittadini
• Presenza di filiere integrate di produzione di beni e servizi
• Accesso ai mezzi di trasporto e comunicazione per le aziende
• Andamento dei mercati sulle attività produttive più forti localmente
• Presenza di servizi locali soddisfacenti per investitori, management e
lavoratori
• Disponibilità di forza lavoro ad alta produttività per i settori operanti in quel
territorio
6. Cosa deve fare la politica per sviluppare il
mercato del lavoro locale (1/2)
1. Sviluppare le infrastrutture necessarie alle aziende
2. Migliorare la qualità della vita di investitori, manager e lavoratori per attrarli: creare un
posto cool, scuole, costo delle case basso, buoni servizi, qualità dell'aria, cultura,
burocrazia contenuta, etc. etc.
3. Un uso dei soldi pubblici maniacalmente efficace ed efficiente: è molto difficile
chiedere ai cittadini di pagare le tasse se i soldi non vengono usati bene. Questo
porta al bisogno di trasparenza completa rispetto al costo di ogni servizio erogato:
quanto ti è costato a te cittadino questo pezzo di carta, questo pass, questo
matrimonio, etc. etc.
4. Amministrazioni "company-friendly" che abbattono la burocrazia e si fanno "amiche"
degli imprenditori. Non nel senso che fanno fare loro cose illegali, ma nel senso che
aiutano questi a superare le difficoltà ineliminabili della burocrazia
5. Amministrazioni che cooperano con le aziende per quanto riguarda tutte le questioni
di qualità della vita dei lavoratori (asili aziendali, trasporti pubblici per i lavoratori,
ammortizzatori sociali in caso di bisogno, etc. etc.)
6. Possibilità di avere aree dedicate attrezzate per le iniziative imprenditoriali (una volta
erano le aree industriali, oggi sempre più aree dedicate ai servizi)
7. Un supporto alla creazione di un mercato di capitali di rischio a sostegno dello
sviluppo dimensionale delle aziende (Private equity, Seed-capital, Venture-capital,
business angels)
7. Cosa deve fare la politica per sviluppare il mercato
del lavoro locale (2/2)
– Una comunicazione pubblica che mette le imprese del territorio al centro dello
sviluppo della città e che crea "spirito di gruppo" tra cittadini e imprenditori di quel
territorio vendendo al mondo intero quello come un territorio business-friendly
– Un coordinamento tra eventi pubblici rilevanti e aziende, non solo tramite sponsorship
in cui le aziende mettono soldi, ma attraverso l'organizzazione di tali eventi in cui
anche le aziende sono protagoniste
– Attraverso accordi in cui le risorse pubbliche (terreni, urbanizzazioni, etc. etc.)
vengono messe sul piatto da parte delle amministrazioni e dall'altra parte vengono
presi impegni formali per progetti industriali su più anni: vincolanti e con penali
(Modello accordo USA-Fiat su Chrysler)
– Rendendo i tempi di ascolto e risposta agli imprenditori in caso di problemi fulminei:
un numero di telefono, una persona di riferimento, un impegno a prendersi carico del
problema e a risolverlo nel più breve tempo possibile
– Una classe politica che visita continuamente le aziende del territorio e cerca di capire
le "vocazioni" economiche aiutandole essendo la prima che fa sistema. Ovvero la
politica deve capire che sta succedendo e favorire quelle aree imprenditoriali a più
alta potenzialità di lungo periodo.
– Trasudare onesta, competenza, pragmatismo, ancoraggio ad una etica pubblica
solida e orientamento alla risoluzione dei problemi da tutti i pori
8. Cosa NON deve fare la politica per sviluppare il
mercato del lavoro locale
1. Salvare con soldi pubblici aziende ormai decotte
2. Mantenere servizi pubblici costosi per paura di toccare i lavoratori ad esse
connesse
3. Fare politica industriale attiva
4. Pretendere dalle aziende di non delocalizzare attività a basso valore aggiunto
5. Sostenere richieste sindacali che fanno scappare le aziende altrove
6. Privilegiare aziende amiche negli appalti pubblici (la metodologia più usata è
scrivere il bando in modo da restringere il campo di chi può partecipare solo a
quelle aziende)
7. Difendere i posti di lavoro invece che i lavoratori
8. Fare dichiarazioni minacciose quando ci sono problemi con una azienda
9. Fare progetti che non vengono portati in fondo minando la credibilità verso le
amministrazioni pubbliche
10.Fare il contrario delle due slide precedenti
9. Conclusioni
Creare lavoro in un territorio richiede un approccio sistematico
e spesso indiretto: ovvero non si crea lavoro in maniera diretta
ma si creano le condizioni perché le aziende creino lavoro
Le politiche fatte in Italia, sia a livello nazionale che a livello
locale sono state un fallimento, negli ultimi 10 anni
I politici locali non possono operare sui temi più caldi delle
politiche del lavoro (dualità del mercato, ammortizzatori sociali
rilevanti, velocità della giustizia civile ed effetto sull'economia,
etc. etc.) ma hanno altre leve, qui presentate
L'ideologia su questo tema ci fa sbattere contro un muro:
dobbiamo solo creare aziende competitive a livello globale e il
lavoro di qualità arriva inevitabilmente