L’architettura Romanica si diffuse tra l’XI e il XII secolo in Italia, Francia, Spagna e in molte aree dell’Europa Occidentale. La sua grande diffusione avviene grazie ai pellegrinaggi verso luoghi che conservavano reliquie di Santi. Le principali vie di pellegrinaggio erano quelle che portavano al Santo Sepolcro di Gerusalemme
Quelle per Roma alle tombe di S. Pietro e S. Paolo e quelle per Santiago de Compostela , nella Spagna nord-occidentale. ( Nel 1994 la via Francigena è stata dichiarata dal Consiglio d’Europa “Itinerario culturale europeo “, nel tratto italiano attraversa 140 comuni ) Gli edifici ecclesiastici oltre alla naturale destinazione religiosa assumono anche quella di luogo laico di riunione, diventando centri propulsori della vita economica delle città. Tutto questo rende più che mai necessario la costruzione di chiese nuove sempre più capienti. L’architettura Romanica si manifesta con diverse espressioni in Europa e in Italia.
L’architettura Romanica si diffuse tra l’XI e il XII secolo in Italia, Francia, Spagna e in molte aree dell’Europa Occidentale. La sua grande diffusione avviene grazie ai pellegrinaggi verso luoghi che conservavano reliquie di Santi. Le principali vie di pellegrinaggio erano quelle che portavano al Santo Sepolcro di Gerusalemme
Quelle per Roma alle tombe di S. Pietro e S. Paolo e quelle per Santiago de Compostela , nella Spagna nord-occidentale. ( Nel 1994 la via Francigena è stata dichiarata dal Consiglio d’Europa “Itinerario culturale europeo “, nel tratto italiano attraversa 140 comuni ) Gli edifici ecclesiastici oltre alla naturale destinazione religiosa assumono anche quella di luogo laico di riunione, diventando centri propulsori della vita economica delle città. Tutto questo rende più che mai necessario la costruzione di chiese nuove sempre più capienti. L’architettura Romanica si manifesta con diverse espressioni in Europa e in Italia.
presentazione della filosofia di Feuerbach, concetti, biografia, mappe concettuali. Argomenti: L’inversione soggetto/predicato L’essenza di dio e della religione La creazione di dio ad opera dell’uomo struttura dell’alienazione religiosa L’ateismo Critica alla filosofia di Hegel La filosofia dell’avvenire Importanza di Feuerbach
presentazione della filosofia di Nietzsche in 20 slides non realizzata da me ma da un autore di cui non conosco il nome e che mi ha linkato questa presentazione nel forum scolastico da me utilizzato con imiei studenti
presentazione della filosofia di Feuerbach, concetti, biografia, mappe concettuali. Argomenti: L’inversione soggetto/predicato L’essenza di dio e della religione La creazione di dio ad opera dell’uomo struttura dell’alienazione religiosa L’ateismo Critica alla filosofia di Hegel La filosofia dell’avvenire Importanza di Feuerbach
presentazione della filosofia di Nietzsche in 20 slides non realizzata da me ma da un autore di cui non conosco il nome e che mi ha linkato questa presentazione nel forum scolastico da me utilizzato con imiei studenti
Michael Leafer outlines a few simple strategies you can employ to correctly stage your home and attract the best buyers possible! Michael is an expert when it comes to re-fabbing homes! Check out his other videos!
ebook del progetto Carbon Footprint, attraverso le arti digitali finanziato dal Miur e realizzato dalla Fondazione Mondo Digitale in collaborazione lo Sapienza Università di Roma in occasione del Media Art Festival 2017
La scuola diventa galleria - Opere di Sara MontaniSara Montani
Il progetto nasce da un'idea di Sara Montani, secondo la quale un'aula delle scuole coinvolte diventa spazio espositivo temporaneo, aperto anche alla cittadinanza.
Al Liceo"Primo Levi" viene allestita una mostra dell’artista, alla Scuola Media "De Gasperi" quella degli alunni.
Un'esperienza simile, ma per altri aspetti diversa, è stata recentemente concretizzata presso la Direzione Didattica Cesare Battisti, Plesso Palmieri di Milano, in cui è stata inaugurata la Galleria delle Lavagne, spazio di arte contemporanea, nel quale vi lavorano artisti affermati e sensibili alla formazione, con l'intenzione di portare all'interno della scuola la loro esperienza di vita, le loro conoscenze del “mestiere” e quel particolare “sentire sensibile” che li accomuna, da condividere con gli studenti.
Articolazione del progetto
Il progetto è articolato in due fasi.
La prima fase è finalizzata alla realizzazione di stampe d'arte da parte degli alunni del Liceo e della Scuola Media.
La seconda fase consiste in un laboratorio museografico che ha come obiettivo l'allestimento di una mostra temporanea con l'artista, nonché l'organizzazione dell'evento conclusivo del progetto, con l'esposizione e la valorizzazione delle opere realizzate dagli alunni partecipanti.
Entrambi i laboratori sono articolati in sette incontri, condotti in orario extracurricolare e distribuiti nel corso dell’a.s. da dicembre a maggio.
Lo svolgimento delle attività laboratoriali è preceduto da due incontri introduttivi teorici, comuni alle classi, al fine della conoscenza della tecnica calcografica e dei principi museografici moderni.
Durante il laboratorio di incisione calcografica gli alunni, divisi in gruppi, realizzanno stampe d'arte, partendo dal testo della Carta Universale dei Diritti Umani.
Il laboratorio museografico consiste nell'allestimento della mostra di Sara Montani all'interno di uno spazio del Liceo, aperto alla cittadinanza con un servizio guide fornito dai nostri alunni, per due sabati consecutivi e in orario pomeridiano.
A conclusione del progetto è allestita dagli stessi alunni un'esposizione, presso la Scuola Media, delle opere realizzate durante il corso di incisione, che alla fine dell'a.s. troveranno una collocazione permanente presso i corridoi del Liceo.
e subito riprende il viaggio… Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendiovorrei
Il Museo MA*GA di Gallarate è una delle più rilevanti istituzioni
italiane dedicate alla ricerca, all’educazione e alla promozione
dell’arte contemporanea. Questa istituzione nasce nel 1950 con la
prima edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate,
premio ancora oggi esistente, che ha portato alla nascita della
collezione del museo.
A causa dell’incendio che il 14 Febbraio 2013 ha colpito l’edificio
museale, le attività del MA*GA, programmate per l’anno in corso,
si sono trasformate in una serie di progetti diffusi sul territorio
cittadino, provinciale e regionale. All’interno di questa cornice
nasce il progetto espositivo E subito riprende il viaggio... una
mostra itinerante dedicata alle opere della collezione del MA*GA.
La prima parte di questo progetto si è svolta presso la Triennale di
Milano dal 10 Maggio al 25 agosto di quest’anno, con un percorso
che dagli anni cinquanta è giunto fino alla stretta contemporaneità.
La seconda configurazione di questo progetto è la mostra presso
la Reggia di Monza in cui il percorso espositivo si sofferma sul
nucleo più storico della collezione e su alcuni affondi di carattere
ambientale, come quelli dedicati a Giuliano Mauri e Franco
Mazzucchelli. Completano questo percorso alcune preziose opere
della Collezione Walter Fontana concesse in comodato al MA*GA,
che arricchiscono lo sguardo sulla storia dell’arte italiana dagli
anni trenta agli anni sessanta e in cui spiccano tra gli altri, i nomi
di Felice Casorati, Pietro Consagra, Giacomo Manzù e Mario Tozzi.
Report di "crossmode concorso creativo per nuovi italiani". Un concorso di creatività riservato ad immigrati di prima e seconda generazione. Era il 2007-08
Curriculum ed elenco pubblicazioni completo di emidio d. de albentiisemidealbe
Si tratta dell'elenco, preceduto da un mio curriculum delle mie pubblicazioni archeologiche, storico-artistiche e di critica letteraria. L'ho inserito, più che per sciocca vanità, perché possa essere utile a chiunque si trovasse ad occu
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UNCOL era un linguaggio di programmazione universale degli anni '50 del secolo scorso nato in seno all'associazione di utenti IBM SHARE, ancora oggi attiva negli USA. Questa traduzione riproduce anche i diagrammi di flusso di esempio proposti dal comitato ad hoc di SHARE. Il documento può avere un certo interesse per studenti e appassionati di informatica vintage
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CADZINE n° 3, giugno luglio e agosto 2016, ANNO IIICADZINE
Ultima puntata sulla Sbrogliatura di un circuito elettronico nella rubrica “Arduino, ECAD ed elettronica applicata”. La Legge sull’elasticità di Robert Hooke è il tema della rubrica "Basi per il disegno e la progettazione". La "Designer’s Story" di questo mese presenta Dante Giacosa, uno dei padri dell’automotive contemporaneo. La rubrica "Elementi di progettazione edile", condotta da A. Martini, ha per oggetto “I progetti esecutivi” per l’edilizia residenziale. Nella rubrica “Geomatica” la storia del Laboratorio LCGSA di Harvard e degli straordinari software antesignani del GIS. La Redazione di IngegneriaBiomedica.org ha intervistato il prof. Netti su di un nuovo C.d.L., pieno di novità, della Federico II di Napoli nella rubrica “Ingegneria Biomedica Open Access”. Incontriamo Matteo Massetti, un simpaticissimo geometra toscano, che si racconta nell’Intervista di questo mese. N. Amalfitano parla delle differenze tra Banda musicale e Orchestra di fiati nella rubrica “Musica”. Per “New hardware for CAD” impareremo a distinguere i vari tipi di velivoli. Raccomandazioni finali per l’ultima puntata del “Corso di orientamento alla BIM”. Nel “Corso di base per SketchUp” M. Massetti ci presenta tre suoi video tutorials sulla realizzazione di tetti alla Toscana. Chiudono questo numero la terza parte del tutorial di A. Buccella sulla renderizzazione di un modello 3D per Google Earth e la seconda puntata del “Corso di Umap” di P. Bubici.
La Sbrogliatura di un circuito elettronico è il tema della rubrica “Arduino, ECAD ed elettronica applicata”.
La storia e i lavori di Robert Hooke sono il tema della rubrica "Basi per il disegno e la progettazione".
La "Designer’s Story" la seconda ed ultima parte della biografia di Bruno Munari alla ricerca delle sue varie poetiche compositive.
La rubrica "Elementi di progettazione edile", condotta da Antonio Martini, ha per oggetto “L’atto autorizzativo” per l’edilizia residenziale.
Francesca Albano spiega la preziosa realizzazione di un modello computazionale del cuore umano nella rubrica “Ingegneria Biomedica Open Access”.
Simone Paganelli, giovane e poliedrico architetto romano, si racconta in una piacevole chiacchierata nell’Intervista di questo mese.
Nicola Amalfitano descrive un momento epico della recente storia della musica italiana parlandoci de “Gli Urlatori”.nella rubrica “Musica”.
Si conclude la panoramica storica sugli UAV nella rubrica “New hardware for CAD”.
“Le fasi della pianificazione esecutiva BIM per professionisti ed imprese” è il tema del “Corso di orientamento alla BIM”.
Nel “Corso di base per SketchUp” si parla de “Il menù Strumenti, il Sistema CSG & gli Strumenti solidi”.
La seconda parte del tutorial di Antonello Buccella sulla renderizzazione di un modello 3D per Google Earth.
Prima puntata del “Corso di Umap” di Paolo Bubici
La Sbrogliatura di un circuito elettronico è il tema della rubrica “Arduino, ECAD ed elettronica applicata”.
Jocelyn Groizard descrive le fasi di modellazione 3D per realizzare un’auto con SketchUp nella rubrica "AutomotiveI".
Il Catalogo ICS ISO è il tema della rubrica "Basi per il disegno e la progettazione".
La "Designer’s Story" di questo mese parla di un personaggio molto speciale: Bruno Munari, un vero Leonardo della seconda metà del Novecento, a cui abbiamo dedicato un inserto speciale allegato a questo numero.
“Progettare una casa” è il tema della nuova rubrica "Elementi di progettazione edile" condotta dal geometra Antonio Martini.
Gaetano Moceri racconta la storia di due piccoli geni tedeschi che sono stati capaci di realizzare un sistema di guida per carrozzelle da disabili controllato con la vista, partendo dai LEGO Mindstorm nella rubrica “Ingegneria Biomedica Open Access”.
Il designer brasiliano Everton Martins si presenta nell'Intervista di questo mese, parlandoci della sua grande passione e professione .
Nicola Amalfitano parla de “La Tammurriata” e dei "calienti" ed ancestrali ritmi partenopei legati ad essa.nella rubrica “Musica”.
Il dispositivo per l'assetto di volo INS è il tema della rubrica “New hardware for CAD” un nuovo passo nel ciclo di puntate dedicate alla storia e al funzionamento dei droni.
"Primi passi per rendere esecutiva la procedura di pianificazione BIM” è il tema del “Corso di orientamento alla BIM”.
Nel “Corso di base per SketchUp” si parla de “Il menù e la barra Disegno”.
Come di consueto, dulcis in fundo, chiude questo numero la prima parte del tutorial di Antonello Buccella sulla renderizzazione di un modello 3D per Google Earth.
Per agevolare la consultazione del magazine è stata elaborata questa Raccolta con i sommari del I anno di pubblicazione di CADZINE.
In un primo momento il fascicolo era stato concepito per essere utilizzato dai membri della Redazione durante la fase di restyling della rivista; successivamente ci si è resi conto che poteva tornare utile ai lettori per velocizzare la ricerca di argomenti e articoli specifici e così è stato messo in “bella copia” in questa edizione assieme alle cover dei vari numeri della rivista.
L’opuscolo è organizzato con una serie di tabelle (sistemate per PAGINA, RUBRICA, AUTORE, TITOLO e N° DI PUNTATA) che rappresentano i dati di pubblicazione dei contenuti della rivista.
Principi di funzionamento delle stampanti 3D, ottobre 2015CADZINE
Questo lavoro, dedicato alle stampanti 3D, nasce con la raccolta di articoli pubblicati nella I annata di CADZINE e qui riorganizzati in modo tale da offrire al lettore una panoramica abbastanza completa, anche se non esaustiva, del principio di funzionamento di questi dispositivi.
Come riferimento hardware è stata scelta la stampante RepRap Mendel poiché il suo progetto è Open ed è costantemente seguito ed aggiornato dalla Community orbitante intorno a RepRap.
La pagina SCHEMA è il tema della V puntata della rubrica su Arduino. Si parla di Norme Tecniche nella V puntata della rubrica Basi per il disegno e la progettazione. Terminator Genisys è la recensione di Nunzia Nullo per la rubrica Cinema & Animazione. Il mago degli effetti speciali, Carlo Rambaldi, è la Designer’s story di questo mese. Antonio Martini ci parla dello Stile Storytelling in un servizio su Fare Blogging. Filippo Giradi, l’immaginifico scultore digitale di G+, è ospite della rubrica Intervista di questo numero. Nicola Amalfitano ci parla della La Jota Spagnola… aggiungendo che “quella Triestina è ben altro”. Cosa mette in relazione Marylin Monroe con Ronald Reagan durante la II guerra mondiale? Questo è il curioso argomento della III puntata dedicata agli UAV nella rubrica New hardware for CAD. Le Tipologie contrattuali BIM son l’oggetto della nuova lezione del Corso di orientamento alla BIM di questo mese. Per il Corso di base di SketchUp ci occuperemo del menù TELECAMERA. Antonello Buccella chiude il suo tutorial in due parti sulla modellazione di terreni con SketchUp con gli ultimi e preziosi consigli sull'uso della SABBIERA.
La rubrica di Arduino propone un esercizio pratico per imparare ad impiegare la breadboard virtuale. Continua la storia sui vari Enti Normativi nella rubrica dedicata alle Basi per il disegno e la progettazione. Per la rubrica Cinema & Animazione Nunzia Nullo ci presenta la recensione di Tale of tales una straordinaria fiaba filmata. Rodolfo Bonetto è la Designer’s story di questo numero. Ospite della rubrica dedicata all’Intervista è un artista a tutto tondo di G+: Adam Sondel. Mario Monfrecola ci strappa un sorriso ed una riflessione dalla sua rubrica Matematica e dintorni parlandoci della statistica dei capelli bianchi. Un prezioso servizio su Voce e vocalità di Nicola Amalfitano nella rubrica dedicata alla Musica. Sulla scia dei precedenti articoli a partire da questo numero New hardware for CAD si occupa di UAV, i simpatici robottini volanti che portano, attraverso varie strumentazioni ad essi sospese, i nostri occhi virtuali per carpire ogni aspetto di un manufatto edile. Il numero di maggio si chiude con le due rubriche fisse dedicate al Corso di orientamento alla BIM, con un articolo sui processi pianificazione BIM e con il Corso di base per SketchUp tutti i segreti del menù MODIFICA.
Continua la serie di puntate dedicate a Fritzing, il simpatico ECAD dedicato ad Arduino e alle sperimentazioni elettroniche. Per la rubrica Basi per il disegno e la progettazione continua la sintesi storica sui principali Enti Normativi. Nunzia Nullo per la rubrica Cinema & Animazione presenta la recensione di Jurassic World. Achille Castiglioni è la Designer’s story di questo mese. Paco Arcoleo, il talentuoso grafico multimediale di G+, è il nostro graditissimo ospite per la rubrica Intervista. Mario Monfrecola è alle prese con un’equazione impossibile nella sua rubrica Matematica & dintorni. Il Belcanto è il tema della rubrica Musica curata da Nicola Amalfitano. Un appassionate disputa sulla paternità di un’apparecchiatura più che preziosa per la navigazione di veicoli aerei, nautici e terrestri, la girobussola, è l’argomento della rubrica New hardware for CAD. L’argomento della rubrica Corso di orientamento alla BIM è la pianificazione preliminare. Per il Corso di base per SketchUp si parlerà del menù VISUALIZZA e dei piani di sezione. Antonello Buccella ci insegna in un Tutorial in due parti l’utilizzo dello strumento SABBIERA di SketchUp.
Per la rubrica Arduino ci occuperemo della pagina Breadboard scoprendo anche la provenienza del termine stesso di questo supporto per fare esperimenti. Jocelyn Groizard ci presenta la sua Avantis eXa Cross Tourer 2015 per la rubrica Automotive. Prosegue il viaggio nella storia delle Normative nella rubrica Basi per il disegno e la progettazione. Nunzia Nullo ci presenta Humandroid per la rubrica Cinema & Animazione. Ettore Sottsass è la Designer's story di questo mese. Gradito ospite della rubrica Intervista è Juan Gonzalez Gomez. Mario Monfrecola si presenta ai lettori con la sua rubrica Matematica & dintorni proponendoci di calcolare l’area di una nuvola. Nicola Amalfitano ci parla di Pietro Metastasio e del melodramma settecentesco nella sua rubrica dedicata alla Musica. Il rivoluzionario sistema di rilevamento SfM è oggetto della rubrica New hardware for CAD. I consigli per delineare un’infrastruttura ottimale per la BIM li troverete nel Corso di orientamento alla BIM. Per il Corso di base per SketchUp si parla del menù FILE mentre Fabrizio Pieri conclude il suo mini-corso sulle Basi di QGIS. Antonello Buccella termina il suo tutorial in 2 parti sulla produzione di filmati di presentazione di modelli 3D con SketchUp.
In un’appendice delle NEWS un articolo di Antonello Buccella sull'Abruzzo e i rischi idro-geologici che minacciano il suo territorio. La rubrica su ARDUINO, a partire da questo numero, si occuperà di un EDA realizzato esclusivamente per Arduino: Fritzing. La recente storia delle normative tecniche sarà il nuovo argomento della rubrica Basi per il disegno e la progettazione. Nunzia Nullo ci presenta per la rubrica Cinema & Animazione il film “The Divergent Series: Insurgent”. La Designer's story di questo mese riguarda un personaggio straordinario: Ettore Bugatti, il papà dell’automotive. La rubrica Intervista ha due ospiti questo mese: Robson Jacobsen e Matteo Rubboli. L’angolo dedicato ai LIBRI ospita un testo francese sulla stampa 3D. Nicola Amalfitano parla del Laudario di Cortona nella rubrica Musica. I distanziometri ad onde saranno il tema della rubrica New hardware for CAD. Il Corso di orientamento alla BIM si occupa delle procedute sullo scambio di dati. Il Corso di base per SketchUp analizza il comando OFFSET. Fabrizio Pieri nella rubrica dedicata a LE BASI DI QGIS parla della rappresentazione della Terra ed i relativi Sistemi di Riferimento. Chiude l’edizione un tutorial di Antonello Buccella sulla realizzazione di filmati di presentazione per modelli 3D realizzati con SketchUp.
Un’edizione particolarmente ricca di contenuti che vede “Le saldature per i PCB” per la rubrica dedicata ad Arduino. La rubrica Automotive presenta tre nuove realizzazioni del gruppo ANT. Il profilo dei gambi filettatati sarà il tema della puntata di Basi per il disegno e la progettazione. Nunzia Nullo presenta “The Avengers: Age of Ultron” nella rubrica Cinema. Carlo Cocchia è la Designer’s story di questo mese. Daniele Pinna ci parla di Backup e vulnerabilità dei Router nella rubrica Hardware & Sicurezza. Yuri Tedesco, laureando in ingegneria biomedica, propone un articolo sui “Rilevatori ottici di cancro” nella rubrica Ingegneria Biomedica Open Access. Alberto Vallortigara è l’ospite della rubrica Intervista. Nicola Amalfitano ci parla di Danzòn e Son nella rubrica Musica. Nella rubrica New Hardware for CAD si parla de I LASER scanner. Il corso di orientamento BIM tratta la stesura delle mappe d’impiego. SEGUIMI è il comando analizzato nel corso di base di SketchUp. Antonello Buccella presenta un tutorial sulla renderizzazione interna di SketchUp. Fabrizio Pieri propone la II puntata del suo corso su QGIS mentre Simone Piccioni descrive le procedure ottimali per stampare in 3D con SketchUp.
Nell'editoriale di questo mese la presentazione del restyling di CADZONE+, il vecchio sito della nostra Community CAD oggi sostituito da CADZINE.it. Per la rubrica Cinema e Animazione Nunzia Nullo presenta “Il ragazzo invisibile” di G. Salvatores. Continua l’analisi degli elementi filettati in Basi per il disegno e la progettazione. La Designer’s story di questo mese riguarda Mario Botta il famoso architetto svizzero. Daniele Pinna presenta due suoi articoli sugli straordinari SSD e sull'ultima minaccia virale del web: Cryptolocker. Nella rubrica Intervista una gradevole chiacchierata con Sylvie Zennir, la talentuosa modellista 3D della Comm. Nella rubrica Musica, Nicola Amalfitano ricorda Pino Daniele recentemente scomparso. Nutrita la sezione dedicata ai Corsi ed ai Tutorials: le mappe di anteprima BIM saranno l’argomento della nuova puntata del Corso di orientamento alla BIM; il Corso di base di SketchUp ha come tema il comando SPOSTA; si conclude il Corso di modellazione geolocalizzata con i suggerimenti di Antonello Buccella per arricchire la scena; S. Piccioni presenta un tutorial sulla mappatura dei materiali e Gabriele Asero uno sul blend material in VRAY. Conclude l’edizione Fabrizio Pieri con la prima puntata sul Corso di QGIS.
Raccolta sommari delle pubblicazioni 2014 anno iCADZINE
la Raccolta dei sommari delle pubblicazioni del 2014 che aiuterà i nuovi lettori a rintracciare specifici argomenti disseminati in varie puntate della rivista. In un primo momento il fascicolo era stato concepito per essere utilizzato dai membri della Redazione durante la fase di restyling della rivista; successivamente ci si è resi conto che poteva tornare utile ai lettori e così è stato messo in “bella copia” in questa edizione assieme alle cover dei vari numeri della rivista. L’opuscolo è organizzato con una serie di tabelle (sistemate per PAGINA, RUBRICA, AUTORE, TITOLO e N° DI PUNTATA) che rappresentano i dati di pubblicazione dei contenuti della rivista.
La realizzazione di questo numero di fine d'anno è stata motivo di grande emozione dal momento che ha rievocato tutti i momenti salienti della Community CAD nel 2014; in primis la fondazione del magazine e il graduale consolidamento del team della Redazione. Non ultima la grande soddisfazione di aver festeggiato i 2000 iscritti, quota raggiunta agli inizi del mese di novembre. Un numero piccolo per il web ma abbastanza grande considerando gli argomenti trattati. Altra piccola novità è il nostro nuovo editore: Calamèo con i server qui in Europa che non ci costringe più ad upload con attese snervanti e che offre anche la possibilità di controllare il numero reale di visualizzazioni ricevute dalla rivista... Al pari delle migliori riviste, infine, ci siamo concessi anche il lusso di realizzare un Calendario CADZINE per il 2015 un po' osé... pieno di pin up ammiccanti che vi terranno compagnia nel prossimo anno. Di maggiore utilità risulta sicuramente la Raccolta dei sommari delle pubblicazioni del 2014 che aiuterà i nuovi lettori a rintracciare specifici argomenti disseminati in varie puntate della rivista. In un primo momento il fascicolo era stato concepito per essere utilizzato dai membri della Redazione durante la fase di restyling della rivista; successivamente ci si è resi conto che poteva tornare utile ai lettori e così è stato messo in “bella copia” in questa edizione assieme alle cover dei vari numeri della rivista. L’opuscolo è organizzato con una serie di tabelle (sistemate per PAGINA, RUBRICA, AUTORE, TITOLO e N° DI PUNTATA) che rappresentano i dati di pubblicazione dei contenuti della rivista.
Il bromografo inserto speciale allegato al numero di novembre 2014 di cadzineCADZINE
Il bromògrafo è un apparecchio concepito originariamente per eseguire lavorazioni fotografiche come la copia rapida per contatto dei negativi di un’immagine su diversi tipi di supporto quali la carta, le pellicole, ecc. Da qualche decennio il bromografo è stato adottato anche in ambito elettronico per sviluppare le piste dei PCB. Somiglia molto ad uno scanner poiché è composto da una cassetta rettangolare che riporta, nel piano superiore, un’ampia finestra trasparente, protetta da uno sportello e provvista di opportune guide per sostenere i negativi, durante la copia, ben aderenti ad essa. Al suo interno è collocato un opportuno sistema d’illuminazione a bassa inerzia elettrica, regolabile in posizione e in intensità, per determinare l’esposizione. Per la copia si poggiano sul piano di vetro il negativo del circuito e, sopra di esso, la basetta vergine con il lato emulsionato a contatto con quest’ultimo. Il portello abbassato eviterà, con la sua pressione, eventuali sfocature facendo aderire basetta e negativo al vetro. La basetta è impressionata accendendo le luci interne del bromògrafo per una certa quantità di tempo.
Il bromografo inserto speciale allegato al numero di novembre 2014 di cadzine
Chi è Bruno Munari? inserto speciale allegato a CADZINE n° 1 marzo 2016 ANNO III
1. 11
INSERTO SPECIALE allegato al numero 1, MARZO 2016, ANNO III
Il magazineIl magazine open access gratuitoopen access gratuito di divulgazione sul CAD e su tutto ciò che fa tecnologia, progettazione, grafica & designdi divulgazione sul CAD e su tutto ciò che fa tecnologia, progettazione, grafica & design
/07
Collaboratrice affezionata di
Munari, Pia Antonini ha
lavorato col maestro a partire
dal 1988 col progetto “Museo
dei bambini” al Parco Trotter...
Pia Antonini /09
La sintesi biografica del
maestro redatta dalla Prof. Pia
Antonini sulla falsa riga di un
curriculum vitae di Munari per
una mostra del 1996...
Chi è B. MUNARI /11 La TAG di Munari
A quanto pare, non sono i
writers gli inventori delle TAG,
quelle strane scritte
coloratissime che troviamo in
giro per le nostre città...
3. 33
“Se volete poi sapere qualcosa
di più sulla bellezza, che cos'è
, consultate una
storia dell'arte e vedrete
che ogni epoca ha le sue veneri
e che queste veneri (o apolli)
messi assieme e confrontati,
fuori dalle loro epoche, sono
una famiglia di
.
Non è bello quello
che è bello, disse il
rospo alla rospa, ma è
bello quello che
piace.”
Bruno Munari
5. 55
Perché Munari?Perché Munari?
Caporedattore e grafico:
S. Giglio
Redazione:
N. Amalfitano, A. Buccella, N. Nullo, A. Mar-
tini, G. Rogo
Segretaria di redazione:
N. Nullo
Curatori editoriali:
N. Amalfitano, N. Nullo
indiceindice
PAG. 07 Pia Antonini quella di...
PAG. 09 di Pia Antonini “Chi è Bruno
MUNARI”
PAG. 10 di A. M. Gianella “Fra le arti
d'eccezione – Il pittore dei «coni“
PAG. 12 “Pittura Futurista”, “Macchina
aerea del 1930”
PAG. 17 “Alla ricerca delle poetiche di
Munari”
PAG. 20 “Tra umorismo e didattica:
Macchina per suonare il piffero
anche quando non si è in casa”
PAG. 23 “Si, va bene! Ma dove trovo
altre info su MUNARI?”
“Come si fa a non amare
Bruno Munari?“, ecco cosa
mi chiedo mentre impagino
questo umilissimo omaggio
al maestro. Perché Munari?
Perché se ne parla sempre
troppo poco!
Perché Munari era un
“Disegnatore meccanico e
innamorato della sua
tecnica” proprio come me!
Perché se ne parlo io con un
giornalino on line…
figuriamoci se non ci riesce
qualche papavero della
comunicazione.
Perché il metodo Munari
dovrebbe essere integrato ed
insegnato nel nostro
preistorico sistema
scolastico!
Perché Munari è sempre una
fonte di grande ispirazione a
prescindere dal modo con
cui facciamo grafica: alla
fine sempre di disegni si
tratta!
Perché sarebbe bellissimo se
qualche Munari in erba si
scoprisse tale attraverso lo
studio dell’opera di
quest’uomo gentile,
instancabile, simpaticissimo
e di straordinario gusto ed
intelletto!
Perché, al di la delle menate
dei politici, l’Italia resta
sempre una fucina di geni di
ogni genere!
Perché l’unico modo di
colorare questo squallore
quotidiano resta l’ironia e la
giocosità del nulla!
Il testo di “Chi è Bruno MUNARI” è la copia integrale del documento redatto dalla
prof. Antonini e liberamente rilasciato in rete dal server del Liceo Artistico Statale
Bruno Munari di Vittorio Veneto
7. 77
Professore di ruolo di storia dell’arte, operatore didattico museale, formatore e ricercatore sul metodo Bruno
Munari®, formatore in Epistemologia Operativa® vive a Milano dove è nata. Coniugata con Umberto Avanzi, è
madre di due figli.
Dopo aver conseguito a pieni voti la Laurea in Lettere moderne, indirizzo storico-artistico nel 1981, accanto allo
stabile impegno come insegnante di storia dell'arte, che dal 1987 svolge come docente di ruolo presso l'Istituto
Tecnico per il Turismo Artemisia Gentileschi, progetta e realizza sia percorsi di didattica riferita al visivo e alla storia
dell'arte nell'ambito museale ed espositivo con particolare attenzione per il pubblico dei bambini e dei ragazzi,
sia progetti di Laboratori creativi secondo il metodo Bruno Munari® rivolti a tutti coloro, persone e istituzioni
scolastiche e museali, che si occupano di percorsi di crescita personale.
Dal 1981, collabora con la sezione didattica della Pinacoteca di Brera di Milano; dal 1994 è attiva per il progetto
rivolto alle Scuole Elementari "Alla scoperta di Brera", coordinato dalle funzionarie di Soprintendenza E. Daffra e P.
Strada, pubblicato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 1998.(P.Antonini, La pinacoteca: gli spazi e gli
oggetti- Itinerario propedeutico, in AA.VV., Alla scoperta di Brera, 1998). Dal 2001, collabora con i Servizi educativi
del Museo e del Territorio della Soprintendenza. E’ co-autrice del libro-gioco Brera - Caccia al tesoro - Alla scoperta
dei gioielli nella Pinacoteca di Brera, Milano 2002.
Dal 1981 al 1991, è stata Socio Promotore della Cooperativa "Chedire - Informazione mezzi e itinera" che ha
organizzato, dal progetto alla realizzazione, per l'Assessorato alla cultura di Milano; attività didattiche in numerose
Mostre promosse dal Comune.
Dal 1988, avendo conseguito, a pieni voti, il Diploma di Perfezionamento in Storia dell'Arte Medioevale e Moderna
presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore con la tesi "I laboratori per bambini ideati da Bruno Munari e i loro
sviluppi", approfondisce i rapporti con l'artista-designer e i suoi collaboratori. Studiosa dell’opera dell’artista,
ricercatrice e archivista della documentazione dei laboratori, diventa una diretta collaboratrice di Bruno Munari per
il progetto il “Museo dei bambini” al Parco Trotter (1990).
Nel 1988, Bruno Munari le chiede di condurre la tavola rotonda su "Giocare con l'Arte", organizzata dal Museo d'Arte
Contemporanea Luigi Pecci di Prato; cura la ricerca e la redazione del catalogo della Mostra itinerante "Giocare con
l'arte - Dossier"; (Antonini P., Giocare con l'arte-dossier, Museo d'Arte Contemporanea L.Pecci, Prato 1988), scrive
numerosi articoli sull'argomento; cura la ricerca e la stesura dei pannelli della mostra "I bambini conquistano Brera",
Pinacoteca di Brera 1997; è relatore in numerosi convegni dedicati a Bruno Munari (Lisbona 1998, Faenza 1999,
Trieste 1999); fondatrice con il Prof. Alberto Munari, Beba Restelli, Silvana Sperati del gruppo di fatto denominato
MU-NARI che progetta il convegno: "Bruno Munari o l'arte di vivere tra scienza e arte" presso la Triennale di Milano,
in collaborazione con la Regione Lombardia e l'Associazione Amici di Brera il 22 e il 23 ottobre 1999; è socio
fondatore, dal maggio 2001, dell'Associazione Bruno Munari (ABM) attiva nella rifondazione e diffusione del metodo.
Dal 1991, ha ideato con Beba Restelli, fondatrice dell'unico Laboratorio privato condotto con il metodo Munari a
Milano, il progetto "Il Gioco dell'Arte". La proposta è frutto dell’incontro fra la metodologia di Bruno Munari e
l’approccio didattico ai beni culturali avviato nei musei italiani. Nel Gioco dell’Arte l’esperienza del fare precede
l’incontro con l’oggetto artistico e la sua storia. Richiesto dall'Associazione "Amici di Brera" nel 1997, è riproposto
negli anni 1998/1999/2000/2001/2002 con grande successo di pubblico.
Dal 1992 al 1996, cura un corso di aggiornamento per le Educatrici di Nido di zona 8 del Comune di Milano, su
commissione della Dott.ssa Mimma Noziglia. Cura la pubblicazione dell'esperienza “Scoprire e conoscere la
natura”, Bergamo, Edizioni Junior 1999. Dal gennaio 2001 al 2002, svolge, su commissione di Daniela Prina una corso
di formazione rivolto alle Educatrici dell'Asilo Nido di Cusano Milanino sul tema della natura in relazione alla
metodologia progettuale di Bruno Munari.
Nel 2003, istituisce e conduce con l’Associazione Bruno Munari (ABM) il Master in metodologia Bruno Munari®
concluso nel 2006 con l’attribuzione di 15 diplomi.
Nel 2004, ha conseguito il Master in Epistemologia Operativa organizzato dal Centro Internazionale di Psicologia
Culturale di Ginevra e diretto da Donata Fabbri e Alberto Munari. Dal 2005 conduce LEO, laboratori in
Epistemologia Operativa.
Nel 2006, ha ideato con Michela Dezzani per ABM il progetto “Fare dal nulla”, presso la galleria del Design e
dell’Arredamento di Cantù (CLAC), progetto destinato a creare la sezione didattica del museo secondo il metodo
Bruno Munari e a dialogare e coinvolgere le scuole e il pubblico del territorio.
Nel 2006, costruisce con Michela Dezzani e Marco Gorieri il sito MUNLAB, sito dedicato ai laboratori Bruno Munari
nelle scuole. Il sito, che mette in movimento intuizioni e giochi di Bruno Munari, sperimenta per la prima volta, con il
linguaggio digitale, i principi del metodo.
Dal 2006 insegna alla scuola BES di Milano.
9. 99
… Mio padre aveva contatti con le
più alte personalità della città,
essendo stato cameriere al
Gambrinus. Mia madre si dava
delle arie ricamando ventagli.”
C
omincia così una
piccola biografia di
Bruno Munari da lui
stesso scritta.
Munari nasce a Milano nel 1907 e
percorre, lontano da quel
narcisismo e protagonismo che
distingue chi ha successo, quasi
un secolo di lavoro nel campo
delle arti visive in un’incessante e
costante ricerca sperimentale che
influenza almeno cinque
generazioni fra grafici, pittori,
architetti, progettisti, insegnanti e
pedagogisti.
Passando da un campo all’altro,
da un tema all’altro, egli inventa
continuamente senza mai rifare.
L’indagine, che lo caratterizza
come anticipatore di molti
fenomeni delle arti visive e lo
rende oggi contemporaneo,
consiste nell’attraversamento di
tutti i mezzi di comunicazione.
Egli non si immerge
completamente in uno, si sposta
da un mezzo all’altro,
considerando che un mezzo non è
più vero di un altro. (Vettese).
Il suo agire simultaneamente e
trasversalmente come pittore,
designer, operatore visuale, libero
pensatore, inventore di oggetti
d’uso, scrittore, grafico, teorico,
ideatore di laboratori per bambini
ha impedito, tuttavia, e impedisce
ancora, non solo di inserirlo in
una categoria unica della storia
dell’arte, ma anche di trovare
specialisti in grado di riconoscere
e valutare appieno la portata
inventiva del suo lavoro. Ha
ideato così tanto e per pubblici
tanto differenti da non poter
essere definito (Vettese).
Anche se non approfondissimo la
molteplice personalità e la sua
notorietà che spazia dagli USA al
Giappone, Murari rimane
l’inventore di un modo di vivere e
di lavorare: un modo di concepire
la vita come lavoro e il lavoro
come gioco, ma anche il gioco
come la vera base d’ogni attività
creativa, anche la più seria. Gioco
significa comprendere l’aspetto
metaforico delle cose e degli
eventi, l’aspetto ironico presente
anche nelle più severe e
puntigliose progettazioni
(Dorfles).
Nell’operare di Bruno Munari è
presente la piena consapevolezza
che l’arte, attività creativa molto
seria, si materializza solo quando
tecnica e gioco sono in equilibrio
di Pia Antonini
“
Chi è Bruno MUNARI
A
ll’improvviso, senza
che nessuno mi
avesse avvertito, mi
trovai completamente
NUD O in piena città di Milano la
mattina del 24 ottobre 1907...
11. 1111
Snapshot dell’articolo di A. M. Gianella, “Fra le arti d'eccezione – Il pittore dei «coni»” in “La Domenica del Corriere”, ottobre
1927, Milano, pag. 12 numero 42, anno XXIX, 16 tratto dal documento: “BRUNO MUNARI, FUTURISMO E OLTRE .... AVVENI-
MENTI e SCRITTI 1926-1940”.
La TAG? Niente di nuovo sotto al sole!
Sembra una prerogativa dei writers, o graffitari,
dei nostri giorni quella di firmarsi con una tag
(etichetta, dall’inglese)...
A tal proposito apprendo da Wikipedia che la
tag “nella cultura hip hop è utilizzata al posto
del nome e definisce non solo una data persona,
ma anche il suo modo di fare o un lato caratteri-
stico. La tag di un writer è essenziale ed identifi-
ca l'artista in maniera inequivocabile e lo distin-
gue dagli altri.”.
In ogni caso il maestro, grande precursore dei
tempi, aveva deciso di realizzare la sua tag per-
sonale con l’acronimo Bum con un puntino sulla
u che, come spiega Gianella nel suo articolo, “le
tre lettere onomatopeiche non sono ... un colpo
di artiglieria ma la firma di un nuovo artista che
si definisce «pittore futurista»”.
12. 1212
Munari con la macchina aerea del 1930 apre il ciclo delle
macchine sensibili, strutture geometriche libere nell'aria a
cui faranno seguito le macchine inutili.
La macchina aerea del 1930, di cui vediamo il progetto (1)
una foto dell’epoca (2) e un dettaglio (3) è distrutta durante
un trasloco. Solo nel 1971 il maestro decide di riproporla (4)
con dieci esemplari realizzati dalla Danese di Milano.
La struttura era in legno e metallo, aveva un’altezza di 1,8 m
e una larghezza approssimativa di circa 60 x 30 cm. Il movi-
mento dell’installazione, una volta sospeso al soffitto tramite
un cordino, era determinato dalle correnti d’aria del locale.
Macchina aerea 1930
Pittura futurista
Costruire (1928) L'ospedale delle macchine (1929) Nudo (1932)
1 2 3
4
13. 1313
fra loro. Nel cercare la genesi delle
parole, egli notava che la parola
arte nell’antica Grecia è Tèkne,
vale a dire il «come fare», anzi il
come fare «bene» e in Giappone è
Asobi che significa gioco
disinteressato per il piacere del
fare.
Ricerca tecnica e gioco sono state
le due condizioni affinché la sua
arte si manifestasse in una
quantità prodigiosa di progetti e
realizzazioni. Un ironico e
insuperabile profilo autobiografico
che incuriosisce, seduce, affascina
attirandoci con la forza di una
calamita fu da lui preparato in
occasione della mostra antologica
tenuta a Palazzo Reale di Milano
nel 1986. Ispirato ad una famosa
poesia di Prèvert insegna come,
sintetizzando in poche righe, si
può scrivere, con leggerezza, un
curriculum vitae costellato da una
sterminata produzione.
Il criterio cronologico s’intreccia a
quello basato sulla massima
varietà, il modo di comunicare, che
inizia con la frase «Quello di …», è
flessibile e allungabile. Al bisogno,
possono essere citate alcune opere
al posto di altre.
Con l’augurio che un serio studio
basato su fonti e confronti, svolto
all’interno di una condivisione di
diverse competenze faccia
emergere la complessità di
quest’importante artista del
Novecento, riportiamo per la
biografia di Bruno Munari
l’autopresentazione del 1986,
trascritta a lettere maiuscole
affiancata da notizie storico
artistiche sulla sua opera. Tale
apporto, che è da considerarsi in
progress, quindi modificabile,
suggerisce un primo processo di
contestualizzazione, alla luce delle
informazioni più note, delle tappe
principali del suo lavoro.
BRUNO MUNARI
QUEL NATO A MILANO NEL 1907
QUEL DELLE MACCHINE INUTILI DEL
1930
Bruno Murari si stabilisce a Milano nel
1926, dopo aver trascorso gli anni
della giovinezza a Badia Polesine nella
campagna veneta vicino all’Adige.
Entra in contatto con il mondo
dell’arte, frequenta il gruppo dei
Futuristi, conosce Marinetti,
Prampolini e in modo particolare
l’ambito dell’Aeropittura.
Gli sono congeniali le ricerche di Balla
e quanto già espresso nel Manifesto
della Ricostruzione futurista
dell’universo (1915) da Balla e
Depero, per la trasgressione dei generi
artistici tradizionali, per l’appello ad
impiegare più livelli sensoriali, per
l’impiego di materiali poveri, effimeri
anche trasparenti, per l’affinità con la
sperimentazione del polimaterico al
fine di adottare un linguaggio non più
naturalistico e imitativo, ma analogico
e astratto, per l’interesse al cinetismo
e allo sviluppo creativo dei bambini
mediante l’utilizzo di nuovi giocattoli.
Dal 1927 alla metà degli anni ’30,
partecipa con i suoi dipinti alle più
importanti mostre dei Futuristi della
«seconda generazione».
Egli classifica le sue opere in quattro
principali categorie:
pittura, polimaterici, plastica,
polimaterici pubblicitari.
Espone alla Galleria Pesaro di Milano
(1929,1931), alle Biennali di Venezia
(1930-1934) alle Triennali di Milano
(1933-1939) alla I e II Quadriennale di
Roma (1931, 1935) e a Parigi alla
Galleria 35 (1929,1930) e alla mostra
Prampolini et les aeropeintres
futuristes italiens (1932).
Nel 1927, assieme al giovane Aligi
Sassu, stila il manifesto Dinamismo e
pittura muscolare; nel 1930 firma la
Dichiarazione della poetica del gruppo
futurista milanese (con Andreoni,
Duse, Gambini, Bot) e nel 1934 il
Manifesto tecnico dell’aeroplastica
futurista (con Manzoni, Furlan,Ricas,
Regina).
E’ del 1930 l’antesignana delle
famosissime Macchine inutili, che
esporrà nella prima mostra personale
presso la Galleria delle Tre Arti a
Milano, una Macchina aerea , oggi
ricostruita su fotografie dell’originale
perduto. L’opera è formata da una
struttura costituita da barre bianche
alle cui estremità erano collocate sfere
rosse. Appesa ad un filo, la macchina si
muoveva con l’aria nel vuoto e
proiettava ombre continuamente
diverse, provocando un piacere
estetico sempre nuovo. L’ambiente
artistico che frequenta Munari è
spiazzato a tal punto che nessuna
galleria d’arte la vuole esporre perché
non è classificabile, non è pittura e non
è scultura.
E’ del 1931 la Tavola tattile (cm: 100 X
cm. 8), da leggere come omaggio al
Manifesto redatto da F.T. Marinetti «Il
Tattilismo» nel 1921 e da mettere in
relazione con le ricerche poetiche di
Prampolini sulla materia degli stessi
anni.
Accanto alla vivace attività artistica,
Munari lavora come grafico
pubblicitario e, dal 1930 al 1937, si
associa con Riccardo Ricas, formando
lo studio R+M , collabora a numerose
riviste d’epoca, lavora come
illustratore presso importanti studi di
pubblicità (Carlo Cosio, Boggeri),
progetta lavori pubblicitari per la
Campari, illustra libri futuristi tra cui,
nel 1937, Il poema del vestito di latte di
F.T. Marinetti; collabora nella rivista di
estetica e tecnica grafica Campo
Grafico (1933-1935).
Alla fine degli Anni Trenta, si avvicina
agli artisti che gravitano attorno alla
galleria del Milione di Milano (via
Brera, direttore Edoardo Persico),
propugnatrice dell’arte astratta:
Munari non riesce, però, a condividere
il loro dogmatismo.
QUELLO DEI NUOVI LIBRI PER
BAMBINI DEL 1945, RISTAMPATI
ANCORA OGGI IN VARIE LINGUE
Dal 1939 al 1945, lavora come grafico
per Mondadori ed è art director del
quotidiano Il Tempo.
Nel 1942, mentre è al servizio di una
batteria antiaerea nei pressi di Milano,
da Einuadi esce il fortunato libro Le
macchine di Munari e nel 1944, da
Domus, Munari pubblica le
Fotocronache.
Appena finita la guerra, una serie di
libri innovativi per bambini trovano
ispirazione nella nascita del figlio
Alberto avuto dalla moglie Dilma nel
1940. Pubblicati da Mondadori
verranno ristampati in varie lingue tra
cui il persiano. Sono storie che si
dipanano in modo circolare e non
diacronico, i personaggi sono
caratterizzati cromaticamente e non
psicologicamente per permettere al
bambino di interagire, divertendosi…
QUELLO DELL’ORA X (QUELLO DEI
MULTIPLI) 1945
Dal 1945, Munari si mette in proprio.
14. 1414
In alto, l’abecedario di Munari “ABC con fantasia” edito da Corraini; in basso, studio per negativo positivo, 1950
15. 1515
Realizza la prima opera cinetica Ora X
(prodotta in multipli nel 1963) in cui
le tre lancette di una sveglia, costituite
da semidischi di grandezza diversa e
realizzati con materiale trasparente
nei tre colori primari, ruotano, si
sovrappongono e creano così forme e
colori diversi. Tra il 1947e il ‘48
realizza la serie Concavo-Convesso,
oggetti tridimensionali in rete
metallica che presentano analogie con
gli studi di Max Bill sulle forme
geometriche non euclidee, sospesi e
sensibili agli spostamenti d’aria sono
illuminati da una luce puntiforme fissa
che proietta sulla parete ombre
sempre nuove.
QUELLO DELLE SCRITTURE
ILLEGGIBILI DI POPOLI SCONOSCIUTI
1947
Nel 1948, insieme con Gillo Dorfles,
Gianni Monnet e Atanasio Soldati fonda
il Movimento Arte Concreta, MAC. Ne
assume la presidenza nel 1953.
La visione interdisciplinare delle arti,
la ricerca di un nuovo
internazionalismo estetico basato
sulla purezza della forma, la
rivendicazione dell’arte «progettuale»
ed essenziale, non «per tutti», ma «di
tutti», l’approccio matematico all’arte
caratterizzano il movimento. Munari
cura la grafica dei Bollettini del MAC
scegliendo la forma quadrata.
Interamente suoi sono i Bollettini 5 e
10 e realizza progetti legati all’idea
trasgressiva di oggetto-libro.
QUELLO DEI LIBRI ILLEGGIBILI DEL
1949
Nascono i Libri illeggibili, libri senza
parole e con le pagine fatte di
materiali diversi in modo da
comunicare con il tatto.
QUELLO DELLE PITTURE NEGATIVO-
POSITIVO DEL 1950
Sulla scia del diffondersi delle teorie
gestaltiche, indaga sui problemi della
percezione dinamica di forme, che
vivono in un particolare equilibrio tali
da non prevaricare le une sulle altre,
con opere come Positivi Negativi nelle
quali lo spettatore partecipa
attivamente alla costruzione
dell’opera giocando sull’ambiguità fra
pieno e vuoto, tra figura e sfondo.
Non dipinge più con continuità. Riceve
dall’industria le prime richieste per
produrre oggetti in serie (1951-1957):
Portacenere cubico; secchiello
portaghiaccio; occhiali paraluce in
cartoncino (1954).
La sua ricerca è accompagnata dalla
coerenza sia al principio della
massima semplicità, sia al principio
della sperimentazione dei materiali e
dei codici. Egli mira a costruire altri
codici accanto a quelli già esistenti,
indicando ulteriori e impensate
possibilità. I suoi oggetti sono
nitidissimi, basati sull’opposizione
verticale/orizzontale, costruiti con la
materia più adatta, in modo che il
prodotto alla fine appaia un oggetto
naturale.
Nel 1949 crea per Pigomma, divisione
della Pirelli, il gatto Romeo e, nel 1953,
la Scimmietta Zizì, due piccoli
giocattoli di gommapiuma, armati di
filo di rame ripiegato, cui il bambino
poteva cambiare posizione,
antesignani dei giocattoli interattivi.
Il suo impegno nel design diventa
l'attività che svolge con maggiore
continuità e, dal 1957, inizia la sua
collaborazione con Danese.
QUELLO DELLE ARITMIE
MECCANICHE DEL 1951
Riprende lavori degli anni Trenta sul
funzionamento ritmico e aritmico
delle macchine realizzando la serie
delle Aritmie meccaniche.
QUELLO DELLE PROIEZIONI A LUCE
POLARIZZATA DEL 1952
Conduce ricerche su nuove tecniche di
comunicazione visiva sia sulla luce
polarizzata, per la quale occorre un
pezzo di cellophane tra due vetrini
polarizzati che fanno da filtro e un
proiettore, sia sulla luce diretta con
l’introduzione di materiali all’interno
di diapositiva, sia sulla scomposizione
della luce.
Con questi mezzi realizza nel 1963
film di ricerca fra i quali I colori della
luce, della durata di cinque minuti,
regia di Bruno Munari e Marcello
Piccardo. Si tratta di una
sperimentazione incentrata sui colori
puri che si ottengono dalla luce
scomponendola mediante il prisma e i
filtri Polaroid; in questo modo
allestisce la sua sala personale alla
Biennale di Venezia nel 1966.
QUELLO DELLE FONTANE E DEI
GIOCHI D’ACQUA DEL 1954
QUELLO DELLE RICOSTRUZIONI
TEORICHE DI OGGETTI IMMAGINARI
IN BASE A FRAMMENTI DI RESIDUI DI
ORIGINE INCERTE E DI USO IGNOTO
DEL 1958
Riprendendo la lezione di Arp e «la
regola del caso», Munari descrive
come, dopo aver fatto cadere dei
pezzetti di carta di un foglio, li si possa
spostare e collegare osservandone la
struttura interna. Le ricostruzioni
mettono in evidenza l’aleatorietà
dell’interpretazione, costruita su una
norma inventata ma rigorosa.
QUELLO DELLE SCULTURE DA
VIAGGIO DEL 1958
QUELLO DEL DESIGN
QUELLO DEI FOSSILI DEL DUEMILA
DEL 1959
QUELLO DELLE STRUTTURE
CONTINUE DEL 1961
Nel 1962, Munari organizza una
celebre mostra tra Milano e New York
nel negozio Olivetti di Milano dal titolo
Arte Programmata, denominazione
inventata, a detta di Dorfles, dallo
stesso Munari.
Il pieghevole della mostra reca un
testo di Umberto Eco che vede nella
nuova corrente artistica un’ottima
incarnazione di quell’«opera aperta»
alle interpretazioni del pubblico.
L’opera non ha un significato già dato
e conchiuso ma consente una forte
interazione con il pubblico.
In questo ambito Munari sostiene che
chiunque può produrre qualche cosa
che abbia un valore estetico e
afferma, anticipando l’esperienza dei
laboratori didattici del 1977, che un
individuo creativo è un individuo più
libero, perché l’estetica vince la
miseria. L’arte, dunque, è stimolatrice
del pensiero e della convivenza
collettiva. (Vettese)
QUELLO DELLE XEROGRAFIE
ORIGINALI DEL 1964
Ottenute spostando un’immagine da
fotocopiare mentre avviene
l’impressione, le immagini risultano
uniche, a basso costo e alla portata di
tutti. Sono realizzate per avvicinare il
grande pubblico all’arte e possono
essere realizzate da tutti.
Scrive testi quali Arte come mestiere
(1966), Design e comunicazione visiva
(1968) realizzato in seguito al corso
tenuto all’Università di Harward nel
1967, Artista e designer (1971)
fornendo un apporto teorico alla
chiarificazione della figura del
designer.
16. 1616
QUELLO DEGLI ANTENATI DEL 1966
QUELLO DELLA FLEXY DEL 1968
QUELLO DELLA GRAFICA EDITORIALE
EINAUDI
Cura l’immagine coordinata della casa
editrice Einaudi e con il team di lavoro
costituito da Bollati, Calvino,
Cerati, Einaudi, Fossati e Molina
nascono le collane Piccola Biblioteca
Einaudi (1965), Centopagine(1971) e
Nuovo Politecnico (1965). La più
famosa e quella del quadrato rosso in
campo bianco: collana Nuovo
Politecnico.
QUELLO DELL’ABITACOLO DEL 1971
QUELLO DEI GIOCHI DIDATTICI DELLA
DANESE
QUELLO DEI MESSAGGI TATTILI PER
NON VEDENTI DEL 1976
QUELLO DEI BONSAI
QUELLO DEI LABORATORI PER
BAMBINI AL MUSEO DEL 1977 E DI
TUTTI GLI ALTRI LABORATORI
IN ALTRI PAESI
QUELLO DELLE ROSE NELL’INSALATA
QUELLO DELLA LAMPADA DI MAGLIA
QUELLO DELL’OLIO SU TELA DEL 1980
QUELLO DEL CORSO DI DESIGN ALLA
HARWARD UNIVERSITY USA DEL 1967
QUELLO PREMIATO COL COMPASSO
D’ORO CON UNA MENZIONE
ONOREVOLE DELL’ACCADEMIA DELLE
SCIENZE DI NEW YORK
QUELLO PREMIATO DALLA JAPAN
DESIGN FOUNDATION PER L’INTENSO
VALORE UMANO DEL SUO DESIGN
QUELLO DEL PREMIO ANDERSEN PER
IL MIGLIOR AUTORE PER L’INFANZIA
Nel 1990, realizza le sculture
denominate Alta tensione costituite da
rami di alberi che stanno insieme
senza toccarsi appoggiandosi ai fili
sotto tensione: i fili sono bianchi,
niente interventi di colore. Esposti nel
1991 alla galleria Sincron di Brescia e
alla galleria Vismara di Milano.
Nel 1991, progetta per la Robots, ditta
che ha in produzione l’Abitacolo e la
Divanetta, Shinfù Kusè, un
divisore a forma di paravento a tre
antine snodabili che serve come
attaccapanni e «deposito di ricordi».
Nel 1993 esplora l’ideogramma
millenario giapponese «albero» e
nascono così gli Ideogrammi materici.
Nel 1997, realizza per la Swatch uno
dei suoi ultimi progetti, l’orologio
Tempo Libero.
Bruno Munari muore il 30 settembre
1998.
In alto da sinistra suggeritore nudo (1929); Tipografia, articolo illustrato e scritto da Munari per la rivista La Lettura n.5
maggio 1937; bozzetto L’ufficio moderno, la pubblicità, 1930; le copertine di Munari per le collane di Einaudi
17. 1717
C
redo che un approccio
corretto all’analisi di un
personaggio tanto
complesso e multimediale
deve necessariamente prescindere
dalla ricerca di una poetica
compositiva fondamentale,
unitaria: sarebbe un errore
macroscopico cercare questa
portante in Munari, dal momento
che la sua formatività è stata
generosamente riversata in
discipline molto diverse fra di
loro e che il suo percorso
professionale è stato
costantemente condizionato dalla
curiosità per tutto ciò che era
innovazione tecnologica e
tormentato da una sete d’arte che
è finita solo con la sua
scomparsa.
Sicuramente il punto di partenza
di questo percorso è stato il
futurismo, ma il futurismo di
Munari era sentitamente e
rigorosamente tale? L’adesione di
Munari al Movimento Futurista
non è piuttosto ludica che
sentitamente ideologica! Il
futurismo “munariano” infatti
sembra essere più una via di
mezzo tra una palestra e un
laboratorio, quasi un luogo
dell’anima in cui le cognizioni di
disegno meccanico, apprese per
lavoro, si fondono con quelle del
disegno artistico e della pittura,
appresi per puro diletto, e in cui
giocare con geometrie, caratteri,
colori alla ricerca di uno stile
nuovo, unico e personale. C’è poi
da chiedersi con quale Munari si
stia avendo a che fare mentre si
osserva la sua “Macchina Aerea”,
del 1930, o le Macchine Inutili
realizzate successivamente con
lo stesso sentire... Le parole sono
importanti: quando un artista
utilizza un aggettivo come
“Inutili”, riferendolo alla parola
“Macchine”, si può ancora
definire “Futurista”? Sicuramente
è un momento di rottura col
futurismo e potrebbe apparire
addirittura un gesto dadaistico (la
giocosità del NULLA) se non fosse
sorretto da un forte messaggio
costruttivo:
«Ma più che altro io penso che
quello da considerare sia il
passaggio di una forma, che ha
delle dimensioni, attraverso una
metamorfosi, come fluida, per
diventare un’altra, allora non si ha
più una forma definita ma un
momento di passaggio da una
forma ad un’altra, e questo è
soltanto riconoscibile attraverso
il movimento». (*)
Una dichiarazione questa che
potrebbe apparire per un
momento quasi come la poetica
stessa di Munari, sempre a patto
che egli fosse stato un artista
“normale”. Tracce di questa sua
visione di arte in movimento sono
riscontrabili, in un modo o in un
Alla ricerca delle poetiche di Munari
Un artista “normale” ha una sua poetica specifica, al massimo due… In Bruno Munari no! È inutile cercare in
Munari un denominatore comune capace di risolvervi la vostra ricerca di storia dell’arte in dieci minuti, magari da
Wikipedia! Se siete alle prese col maestro vi tocca rimboccarvi le maniche e sudare le famose 7 camicie: avrete
a che fare con una galassia di materiale, perché questa è la produzione di Munari. La sua anima ha narrato in
forme molto diverse fatti, materie, tempi e uomini e questo impiegando LINGUAGGI sicuramente NON
CONVENZIONALI...
18. 1818
altro, nella quasi totalità della sua
produzione anche se ogni suo
lavoro è realmente un capitolo a sé
stante.
Una sicura invariante
compositiva, che accomuna tutti i
lavori di Munari, è l’attenta e
minuziosa analisi morfologica e
temporale di ciascun oggetto
rappresentato: gli elementi delle
sue composizioni vengono
inquadrati nel momento della loro
transizione, da una forma all’altra,
conservando in qualche modo nel
movimento la loro fisicità.
Nel giovane Munari la sua ricerca
artistica, anche se appena
cominciata, è già pregna della
modernità del suo tempo. Munari
comincia a raccontare il suo
tempo con ironia e leggerezza
attraverso opere che si rivelano
una sintesi raffinatissima di arte e
conoscenza tecnologica, come
l’installazione Concavo-convesso
del 1947.
Su questa direzione, nel 1948,
fonda il Movimento Arte Concreta
insieme ad altre tre anime belle di
quel periodo: Gillo Dorfles, Gianni
Monnet e Atanasio Soldati. Il MAC
rappresenta il trionfo del concetto
di multimedialità per Munari: il
Movimento rispondeva alle
istanze dell’astrattismo italiano
proponendo nuovi strumenti di
comunicazione da affiancare alla
pittura tradizionale ed era in grado
di dimostrare al mondo dell’arte, e
a quello dell’imprenditoria, che
una fusione tra arte e tecnica era
realmente praticabile.
Negli anni ‘50 nel nostro Paese si
attua una vera, profonda, radicale
rivoluzione: si trasforma
l’economia, cambia la società e, di
conseguenza, i comportamenti e i
modelli di vita degli italiani;
Milano è il lŏcus ove tutto ciò si
realizza prima che altrove e,
proprio qui, Munari incarna la
figura dell’Art Director, che
diventa sempre di più supporto
vitale per il commercio e
l’industria. Sempre a Milano, nel
1950, inventa la pittura proiettata
impiegando composizioni astratte
custodite tra i vetrini da
diapositiva mentre nel 1952
scompone la luce avvalendosi di
un filtro Polaroid e realizza così la
pittura polarizzata. Sempre nello
stesso anno, Munari scrive il
Manifesto del macchinismo, un
testo pieno d’ironia in cui l’uomo
si prende cura delle macchine,
quasi fossero animali domestici,
fino a diventarne del tutto schiavo.
In questa suggestiva visione
Munari vede gli artisti come i
salvatori del genere umano che,
dopo aver rinunziato al loro ruolo
da protagonisti e abbandonati tela,
colori e scalpello, cominciano a
lavorare collettivamente
realizzando opere d’arte attraverso
progetti ben definiti, “distraendo”
le macchine dal loro lavoro
razionale e facendole diventare
così "inutili". Da queste idee nasce
un movimento artistico che trova
la sua ufficializzazione in
un’esposizione, tenutasi nel 1962
presso la sede Olivetti di Milano,
in cui viene proposta la rassegna
"Arte programmata". È proprio per
quest’occasione che Bruno
Munari, insieme a Giorgio Soavi,
conia il termine che darà il nome
al movimento. L’Arte
programmata trova fondamento in
quella corrente artistica nata negli
anni ’20 del Novecento, chiamata
Arte cinetica, che teorizzava
l’introduzione di particolari di
un’installazione artistica dotati di
movimento o che riuscissero ad
esprimerlo, pur nella loro assoluta
staticità, attraverso effetti visivi e/
o deformazioni plastiche.
Contaminazioni di arte cinematica
le troviamo anche nel Futurismo:
penso inevitabilmente ad Umberto
Boccioni e alla sua scultura
“Forme uniche della continuità
nello spazio”, una vera icona del
movimento futurista esposta al
MoMA di New York. Ecco perché
resto convinto che, se da un verso,
Munari abbia in parte
scherzosamente contestato il
futurismo proprio perché era una
corrente artistica troppo legata al
mondo delle macchine, dall’altro
abbia mutuato da esso la
concezione della tecnica e del
dinamismo. Il lettore non
dimentichi che la propagazione di
quest’ultimo concetto,
celebrazione artistica inconscia
del Relativismo di Einstein, si
tramutò in una serie di felici
realizzazioni artistiche. Condusse
Munari all’Arte programmata.
Favorì lo sviluppo dell’Optical Art,
approfondendo l'esame
dell'illusione ottica
bidimensionale, con i primi
esperimenti cinetici realizzati
dagli artisti Richard Anuszkiewicz,
Bridget Riley, Julio Le Parc e
Victor Vasarely, nei cui lavori
l'artificio ottico è sagacemente
studiato in ogni minimo dettaglio.
Guidò Jean Tinguely alle sculture
cinetiche, Alexander Calder alle
installazioni mobili, Gianni
Colombo alle prospettive mobili
Getulio Alviani alle "superfici a
testura vibratile" e l’elenco
potrebbe continuare.
Denominatore comune di tutte
queste manifestazioni artistiche è
il rapporto attivo che si innesca fra
spettatore e opera d’arte: essa
diventa in qualche modo “viva”,
cangiante, capace di modificarsi
autonomamente o al variare del
punto di vista di chi la osserva.
Munari e la scrittura
Se la smaterializzazione
dell’oggetto artistico è stato il
tema dominate della produzione
visuale del maestro, molto
concreta invece sembra essere la
sua scrittura. Nella scrittura di
Munari convivono talvolta
simultaneamente almeno tre
anime: quella dello scrittore, quella
dell’illustratore e quella del grafico
editoriale; la coscienza derivante
dalla fusione di questi distinti
19. 1919
punti di vista suggerisce, per
pratica intellettuale e
professionale, la definizione
stessa di libro:
«è un oggetto che delimita un
blocco di spazio. Per attraversare
questo spazio occorre sfogliare le
pagine dalla prima, che sta dietro
la copertina, fino all'ultima. Ci si
mette un certo tempo ed è come
una passeggiata nella neve. Per
entrare in questo spazio bisogna
aprire la copertina, che è come
una porta che permette
l'attraversamento del libro.». (*)
Se il libro è un blocco di spazio
significante, al contenuto
significato ci pensa Munari
seguendo, di volta in volta, un
filone poetico specifico: quello dei
libri per ragazzi, quello dei libri
illeggibili, quello della saggistica
artistica, quello della
manualistica dedicata alla prima
infanzia, quello della grafica
editoriale, ecc. Munari ha scritto
130 libri: 130 piccole deliziose
opere d’arte di cui ha curato
dettagliatamente scrittura e
contenuto visuale estendendo il
concetto di multimedialità ad un
oggetto universalizzato e
storicizzato qual è il libro. Più
segnatamente l’idea di Munari
per questo eccezionale ed
insostituibile contenitore di
messaggi è che esso deve poter
comunicare:
«per forme e colori, per sequenze,
per materie (alcune pagine
semitrasparenti possono dare
l'idea della nebbia, oppure pagine
lisce e pagine ruvide, oppure
molli e rigide...). È un libro di
comunicazione plurisensoriale,
oltre che visiva.». (*)
1, disegno di macchina inutile, 1937 pubblicata su Arte come mestiere, Laterza. 2, disegno per macchina inutile realizzata in le-
gno dipinto, 1939 pubblicato sul volume di A. Tanchis Bruno Munari, Idea Books, p.37. 3, macchina inutile 1945–
1995, particolare. 4, schema progettuale con misure della macchina inutile del 1937 pubblicato sul libro Arte come mestiere,
Laterza. 5, macchina inutile, 1934 collezione Galleria d'arte moderna, Roma. 6, macchina inutile 1934 ottenuta da una zucca
20. 2020
Tra umorismo e didattica: Macchina per suo
Nello specchio opportunamente inclinato (1), la gatta ne-
ra (tinta) (2) vede il topolino azzurro Mattia che abita nel-
la gabbia (3). Ora, siccome nessuno ha mai spiegato ai
gatti che cosa sono gli specchi, è naturale che la nostra
gatta rinculi un po' per paura del topo, un po' perché dati
i momenti, con quello che costa oggi la frutta fresca.... Il
Mattia viene quindi ad avere a portata di naso la fune (4)
astutamente inzuppata di sugo di parmigiano stravec-
chio: il «nostro» non si lascia sfuggire l'occasione e, male-
detto!, rosicchia rosicchia. La fune si rompe e lascia cade-
re il ferro da stiro a carbonella (5) profumato alla violetta
e incartato nella cellofan. Il peso del ferro tira l'altra funi-
cella che apre la valvola (6). Dalla bombola (7) esce, attra-
verso il tubo (8), un getto di aria non più compressa, pe-
netra nel piffero (9) e si trasforma in suono. Sul pifferetto
c'è un giovane anatroccolo provinciale (10) con le ali lega-
te da un nastro di seta naturale, e siccome l'aria che esce
dal piffero è caldissima, il giovane anatroccolo è costretto
a saltellare da un buco all'altro improvvisando una piace-
vole melodia.
Note
a) Dopo le parole “frutta fresca” avrete certamente notato quattro puntini. Bene, devo darvi una spiega-
zione: i primi tre sono puntini di sospensione, il quarto è un punto fermo, Si, caro.
b) La nostra ditta ha provato, per accontentare Alcuni Suoi Rispettabilissimi Clienti, che desideravano
ridurre il prezzo di Costo della nostra Macchina, a legare le ali dell’anatroccolo con nastri di seta arti-
ficiale; ma, siccome si sono poi avute delle Lagnanze da parte dei Primi Compratori di questa nostra
macchina, ha deciso alla presenza di un vecchissimo notaio ( dedito alle noccioline americane) di
usare materiali di prima scelta e ciò per il buon funzionamento dei nostri apparecchi.
c) Il ferro da stiro può anche non essere profumato alla violetta.
d) l topolini azzurri derivano da un incrocio di topi con pappagalli.
Per strapparvi ancora un sorriso, vi proponiamo questa splendida e divertente macchina inutile tratta da “Le
macchine di Munari”, un libro per l’infanzia di Bruno Munari pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1942 e
successivamente da Corraini Edizioni, che lo rende tuttora disponibile sul mercato per i sempre tantissimi “fan”
del maestro.
Corraini ricorda che “in questo libro Munari descrive, con grande serietà e dovizia di particolari, macchine... utili o
inutili, sicuramente inconsuete: macchina per addomesticare i cani, misuratore automatico del tempo di cottura
per uova sode, agitatore di code per cani pigri…”
22. 2222
Ancora due immagini da “Le macchine di Munari” nell’edizione di Corraini Edizioni tratte dal sito dell’editore
23. 2323
Sul Pianeta Munari il web offre oltre 575.000 pagine e un numero
sterminato di immagini. Se siete alla ricerca di informazioni vali-
de sul maestro vi consigliamo di dare un’occhiata ai links che se-
guono e che rappresentano i riferimenti ufficiali da cui far partire
il vostro percorso di approfondimento:
Associazione Bruno Munari
Bruno Munari / Mostre - Museo dell'Ara Pacis
Collezione Bruno Munari - Cantù
MunArt