Welfare24, l'iniziativa editoriale di Assidai - Fondo Sanitario integrativo per dirigenti e manager, nel mese di giugno 2014 è dedicato al tema dell'Innovazione come risorsa strategica. Innovazione come parametro per comprendere lo stato di salute di un paese come l’Italia. Innovazione come perno per un piano industriale solido che guarda al futuro e all'internazionalizzazione.
In questo numero: l’analisi dei dati del World Economic Forum, un interessante approfondimento sul mondo delle startup e degli incubatori "Made in Italy" e il piano industriale di Zucchi Spa raccontato da Riccardo Carradori (A.D. di Zucchi).
Leggi Welfare24 ogni mese su Slideshare, Linekdin (assidai) e su www.assidai.it
Welfare24, l'iniziativa editoriale di Assidai - Fondo Sanitario integrativo per dirigenti e manager, nel mese di giugno 2014 è dedicato al tema dell'Innovazione come risorsa strategica. Innovazione come parametro per comprendere lo stato di salute di un paese come l’Italia. Innovazione come perno per un piano industriale solido che guarda al futuro e all'internazionalizzazione.
In questo numero: l’analisi dei dati del World Economic Forum, un interessante approfondimento sul mondo delle startup e degli incubatori "Made in Italy" e il piano industriale di Zucchi Spa raccontato da Riccardo Carradori (A.D. di Zucchi).
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Nel 2013 i titoli obbligazionari detenuti direttamente dalle famiglie ammontano al 16% delle attività finanziarie totali, un valore molto elevato se confrontato con quello di Germania (4,2%), Francia (1,4%) e Spagna (1,1%). Considerando anche le obbligazioni detenute in modo indiretto attraverso investimenti assicurativi, previdenziali e di risparmio gestito, il peso delle obbligazioni sale a circa il 39% delle attività finanziarie.
Si tratta per la quasi totalità di titoli pubblici, bancari o emessi da società di grandi dimensioni. Le Pmi si finanziano invece quasi esclusivamente attraverso il canale del credito bancario. Un canale di apertura delle Pmi alla raccolta di capitale obbligazionario è costituito dai mini bond , introdotti dal decreto Sviluppo del governo Monti, che offrono l’opportunità di ottenere finanziamenti a tasso fisso o variabile con scadenze superiori ai 36 mesi. Tra novembre 2012 e giugno 2014 sono stati emessi mini bond per un importo di 5,7 miliardi da parte di 36 imprese non finanziarie italiane.
La Fuga dei Cervelli: quando trovarli e' meglio che perderliQuattrogatti.info
Si sente sempre più spesso parlare di “Fuga dei talenti” o “Fuga dei cervelli”, soprattutto con toni allarmistici e spesso confusi. Eppure, oggi come oggi, con un mercato del lavoro cosi globalizzato e internazionalizzato, passare un periodo all’estero è ormai la normalità. Ciò che rende preoccupante la “fuga” degli italiani all'estero non è tanto il numero dei nostri connazionali che fanno le valigie, quanto piuttosto il fatto che in pochi scelgono l'Italia come meta. Questa presentazione analizza il fenomeno sulla base dei (pochi e confusi) dati che vi sono a disposizione, soffermandosi sulle politiche migliori per attrarre cervelli “in fuga” e stranieri.
Social business, accostamento di due termini che il nostro modello culturale ha sempre cercato di tenere accuratamente distanti. Due termini caricati storicamente di valenze molto differenti, la cui connessione può apparire a prima vista quasi un ossimoro mentre è in realtà semplicemente
l’espressione più adatta a definire un nuovo modello socio-economico che parte da una rivoluzione
culturale che permette l’accostamento e la connessione di qualsiasi realtà, simile o diametralmente opposta.
Italia Futura - Rapporto occupazione giovanile 2010ideaTRE60
Meno tasse sul lavoro, riprendere le liberalizzazioni, unificare la disciplina sul lavoro. Queste le proposte di Italia Futura per incentivare l'occupazione giovanile, contenute nel rapporto Giovani, al lavoro! presentato oggi 24 novembre dal leader dell'associazione, Luca Cordero di Montezemolo. Leggi tutto su ideaTRE60 http://bit.ly/fULid5
Il supplemento Sette del Corriere pubblica un articolo sulle motivazioni che portano le aziende a trasferirsi all'estero. Il quadro descritto è drammatico: urgente FERMARE il DECLINO (lo slogan di Giannino non è casuale)
E’ la ricerca Ambrosetti Club che ha individuato una serie di plus significativi che l’Europa come macro-regione presenta per un potenziale investitore. Indirizzi e contributi dall’Advisor Marco Fortis, Professore di Economia Industriale e Commercio Estero presso l’Università Cattolica di Milano, con il coinvolgimento diretto di autorevoli responsabili di impresa, membri di Ambrosetti Club. Presentata nel corso del Workshop Mercati Finanziari, l’8 marzo 2013.
l vero problema in Italia non è la fuga dei cervelli, quanto l'incapacità di "attrarre talenti internazionali", di importare cioè ragazzi talentuosi da altri paesi per "compensare" la naturale emigrazione di alcuni nostri connazionali.
La mappa internazionale del lavoro
Intrappolati nella nostra quotidianità, lastricata da innumerevoli ed estenuanti adempimenti, siamo spesso costretti a rubare preziosi momenti alle famiglie (e al più che meritato riposo domenicale), per immergerci obtorto collo nello studio delle numerose novità legislative, che oramai scandiscono la vita dei commercialisti con lo stesso ineluttabile alternarsi del giorno alla notte. Così facendo, però, dimentichiamo che abbiamo altresì il dovere di ritagliarci un minimo di tempo da dedicare a un aspetto fondamentale della nostra formazione professionale: ovverossia, l’analisi del mercato nazionale e internazionale in cui operiamo.
Gli Italiani sono degli Eroi!
Chi fa business in Italia, all'estero non lo ferma nessuno!
Qual'è il paese occidentale con 68,5% di tasse sulle imprese?
se ti interessa capire come uscire dall'Inferno Italiano: www.smart-work.it/grlobaltrust
Il punto di Massimo Caputi - MIPIM Cannes 2013 Real Estatemichelaplatini
Massimo Caputi, uno dei massimi di finanza immobiliare, da tempo denuncia la drammatica situazione del comparto real estate italiano, che sta vivendo una crisi senza precedenti, con 500.000 posti di lavoro persi e un “outlook”, per dirla con le agenzie di rating, nero fumo. Affaritaliani ha avuto modo di intervistare l’ingegnere per capire insieme a lui quale sia la situazione e, soprattutto, se il sereno possa tornare sull’intero comparto. Anche perché, al momento, l’Italia è completamente fuori dai “radar” degli investitori stranieri.
Similar to Antonio panigalli 12mesi-maggio_10 (20)
1. di ANTONIO PANIGALLI
7
OPINIONI
E
siste un modo poco visibile
per farsi del male, che non
comporta licenziamenti e/o
chiusure di aziende che de-
localizzano, né una vera e propria sop-
pressione dei posti di lavoro esistenti,
bensì la conclamata incapacità, per
“manifesta insostenibilità”, di attirare
investitori esteri.
Gli investimenti, noti come IDE (inve-
stimenti diretti esteri), da qualche tem-
po sono oggetto di studi e di ricerche.
Lo ha fatto recentemente anche Con-
findustria ed ha senso parlarne perché
gli IDE verso l’Italia sono perennemen-
teincadutalibera,mentreinbuonapar-
te degli altri Paesi europei sono stabili o
meglio in ascesa.
È chiaro che l’alto costo del lavoro
(vedi tabella allegata) da solo, oltre a far
inorridire per il gap che scatena, può
in qualche maniera giustificare gli IDE
delle imprese italiane verso l’estero.
Ma, facendo finta per un momento di
dimenticarsi che oggi (dati febbraio
2010),inItalia,dovetuttisilamentano,
si lavora molto meno che in altri paesi
con una conseguente caduta verticale
dell’efficienza e che il costo del lavoro
Italiano è pari al doppio di quello USA
o, per rimanere nel bacino del Medi-
terraneo, risulta di quattro volte supe-
riore a quello della Turchia, perché la
stragrande maggioranza delle imprese
multinazionali, a parità “facciale” del
costo del lavoro con i parametri Italiani,
preferiscono comunque altri Paesi?
La risposta inclemente è sempre la stes-
sa, la sistemica mancanza di quell’im-
portantissimo qualcosa che gli Italiani
si abituano fin da piccoli a superare con
stratagemmi fantasiosi e, a dire il vero,
nonsempreeticioleciti(ilfamosonero,
ii = IMPOSSIBLE ITALY
le frodi, l’elusione fiscale, ecc.), e che
gli stranieri e gli investitori globalizzati
non possono accettare per un paese che
si definisce civilmente all’avanguardia.
Prendendo come esempio uno degli ul-
timianni(2006),ilrapportofralostock
degli IDE accumulati in entrata e il Pil
Italiano è stato di circa il 16%, mentre
la media degli altri paesi UE è stata di
circa il 38% (come è possibile notare,
anche qui la differenza è più del dop-
pio) e le operazioni di IDE in entrata
negli ultimi cinque anni sono state
pari a 561 in Italia contro le 1.360
in Francia, 727 in Spagna e 1.033 in
Polonia.
Nella ricerca di Confindustria, la do-
manda cruciale posta ad una sessan-
tina di imprese multinazionali è stata:
“Quali sono i problemi più rilevanti
che le imprese straniere incontrano
nell’operareinItalia?”.Le60imprese
intervistate hanno risposto indicando
una dozzina di fattori critici, dei quali
almeno quattro (burocrazia, politica,
leggi, giustizia) riportano, per torna-
re al tema iniziale, ad un unico fattore
comune: la mancanza della certezza
(della legge, del diritto, della pena,
ecc.) che poi sfocia nella soggettiva
interpretabilità di ogni norma.
Una domanda-barzelletta per riassu-
mere il tutto: chi mai andrebbe ad in-
vestire in un paese dove la principale
risoluzione della legge finanziaria vie-
ne titolata “Milleproroghe”?
comparazione
costo medio orario
LOMBARDIA USA
EXTRA UE
TURCHIA
Salario medio annuo
(lordo dipendente)
27.500 22.800 19.300
COSTO ANNUO
AZIENDALE
38.683 30.306 25.200
Euro Usd TRY
Ore lavorate 1.642 1.862 2.100 TRY/hr$/hr
Costo orario medio 23,6 16,3 12,0 TRY/hr$/hr€/hr
Ore lavorate 23,6 11,6 5,7
delta percentuale
(in diminuzione)
delta percentuale
(in aumento)
1 -50,65% -75,74%
1 202,64% 412,27%
12MESI
MAGGIO 2010
3
8913845