Le considerazioni del cardinale Tarcisio Bertone, raccolte nel libro “La fede e il bene comune. Offerta cristiana alla società contemporanea”, sul ruolo delle università cattoliche, sull’identità cattolica e il dialogo con le culture.
Brano tratto dal volume “La fede e il bene comune”, di Tarcisio Bertone
L’attenzione che la Chiesa riserva all’Università cattolica è testimoniata dal fatto che essa ha promosso lungo i secoli diverse Università, tra le quali vanno annoverate alcune fra le più celebri e le più antiche. Ulteriore segno di questa sua cura è la nascita, nell’ambito della Curia Romana, della Congregazione per l’Educazione Cattolica, le cui lontane origini risalgono alle speciali Commissioni istituite dallo Stato Pontificio per vigilare sulle Università di Roma già nel 1431 con Papa Eugenio IV.
Fu però solo a partire dal 1870 che tale Dicastero romano iniziò ad esercitare la sua autorità anche sulle Università e gli Istituti cattolici fuori dell’Urbe; e fu nel 1915 che assunse la responsabilità di vigilare sui Seminari. Le successive riforme della Curia Romana, -la prima risalente a Paolo VI nel 1968 e la seconda voluta da Giovanni Paolo II venti anni dopo, con la pubblicazione della Costituzione Apostolica Pastor Bonus,- hanno confermato e meglio definito le competenze della Congregazione per l’Educazione Cattolica sui Seminari, sulle Università e Facoltà e sulle scuole cattoliche.
Nei secoli gli ebrei sono stati spesso vittime di antisemitismo. Dato che questo è attestato già nel mondo romano-ellenistico, il cristianesimo non può essere in toto accusato di esserne la causa. È vero che la morte di Gesù è riconducibile ai notabili ebraici del suo tempo, ma estendere l’automaledizione di Mt 27,25 a tutti gli ebrei successivi è una generalizzazione impropria di stampo letteralista e fondamentalista. Similmente è vero che l’usura, spesso praticata da alcuni ebrei dato che era esplicitamente vietata ai cristiani, è stata all’origine di rovine economiche per molti cristiani, ma attribuire questa colpa a tutti gli ebrei in maniera collettiva e indiscriminata è un nonsenso sociale.
Dal punto di vista della dottrina pastorale e sociale cattolica, i più chiari e lucidi esempi di conformità ai valori evangelici si trovano nel più importante padre della cristianità occidentale, sant’Agostino, che invitava a rapportarsi agli ebrei con amore e misericordia e a testimoniare il cristianesimo esultando e non insultando, e in papa san Gregorio Magno, che ha impostato una linea di convivenza interamente improntata alla libertà religiosa e al rispetto reciproco.
Le considerazioni del cardinale Tarcisio Bertone, raccolte nel libro “La fede e il bene comune. Offerta cristiana alla società contemporanea”, sul ruolo delle università cattoliche, sull’identità cattolica e il dialogo con le culture.
Brano tratto dal volume “La fede e il bene comune”, di Tarcisio Bertone
L’attenzione che la Chiesa riserva all’Università cattolica è testimoniata dal fatto che essa ha promosso lungo i secoli diverse Università, tra le quali vanno annoverate alcune fra le più celebri e le più antiche. Ulteriore segno di questa sua cura è la nascita, nell’ambito della Curia Romana, della Congregazione per l’Educazione Cattolica, le cui lontane origini risalgono alle speciali Commissioni istituite dallo Stato Pontificio per vigilare sulle Università di Roma già nel 1431 con Papa Eugenio IV.
Fu però solo a partire dal 1870 che tale Dicastero romano iniziò ad esercitare la sua autorità anche sulle Università e gli Istituti cattolici fuori dell’Urbe; e fu nel 1915 che assunse la responsabilità di vigilare sui Seminari. Le successive riforme della Curia Romana, -la prima risalente a Paolo VI nel 1968 e la seconda voluta da Giovanni Paolo II venti anni dopo, con la pubblicazione della Costituzione Apostolica Pastor Bonus,- hanno confermato e meglio definito le competenze della Congregazione per l’Educazione Cattolica sui Seminari, sulle Università e Facoltà e sulle scuole cattoliche.
Nei secoli gli ebrei sono stati spesso vittime di antisemitismo. Dato che questo è attestato già nel mondo romano-ellenistico, il cristianesimo non può essere in toto accusato di esserne la causa. È vero che la morte di Gesù è riconducibile ai notabili ebraici del suo tempo, ma estendere l’automaledizione di Mt 27,25 a tutti gli ebrei successivi è una generalizzazione impropria di stampo letteralista e fondamentalista. Similmente è vero che l’usura, spesso praticata da alcuni ebrei dato che era esplicitamente vietata ai cristiani, è stata all’origine di rovine economiche per molti cristiani, ma attribuire questa colpa a tutti gli ebrei in maniera collettiva e indiscriminata è un nonsenso sociale.
Dal punto di vista della dottrina pastorale e sociale cattolica, i più chiari e lucidi esempi di conformità ai valori evangelici si trovano nel più importante padre della cristianità occidentale, sant’Agostino, che invitava a rapportarsi agli ebrei con amore e misericordia e a testimoniare il cristianesimo esultando e non insultando, e in papa san Gregorio Magno, che ha impostato una linea di convivenza interamente improntata alla libertà religiosa e al rispetto reciproco.
Siamo PRESENTE! - La scuola che educa alla partecipazione - MSAC
11- 13 marzo 2016, Montesilvano (Pe), Italia
Laboratorio: "Europa dei popoli e della cultura"
La presentazione di Ilenia Ruggiu durante l'incontro sul tema LAICITA' E DIRITTI della seconda edizione del Laboratorio di Partecipazione Politica #Lab2013 #daCagliari
CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA (degli Istituti di Studi)
« MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ »
PER UNA VIA DI DIALOGO SULLA QUESTIONE DEL GENDER NELL’EDUCAZIONE
R. Villano - Magistero ecclesiastico ai f.sti da Pio XII a Benedetto XVIRaimondo Villano
58. R. Villano “Magistero ecclesiastico ai farmacisti da Pio XII a Benedetto XVI”. La Chiesa, partendo da un’attenta considerazione sulle Scritture e tenendo presente le situazioni concrete vissute dagli uomini, aiuta la comunità credente a vivere con sapienza e spirito di fede. Nella seconda metà del XX secolo e agli inizi del XXI la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha continuato ad offrire numerosi contributi di rilevante portata al Mondo e a dare notevole impulso alla Pastorale della Salute, tanto nei documenti quanto nella prassi, ed ha riservato un’attenzione oggettivamente molto significativa anche alla professione del farmacista. (Chiron, ISBN 978-88-97303-31-2, CDD 614 VIL mag 2019 it, LCC RA418-418.5, pp. 132, gennaio 2019).
1. di ANTONIO PANIGALLI
9
OPINIONI
N
el 2005 l’allora cardina-
le Joseph Ratzinger la-
mentava la crisi religiosa
e morale che da tempo
attanaglia il continente europeo, dove
“si è sviluppata una cultura che costi-
tuisce la contraddizione in assoluto più
radicale non solo del cristianesimo, ma
delle tradizioni religiose e morali del-
l’umanità”.
E difatti, nella proposta in itinere della
Costituzione europea, manca ogni rife-
rimento alle radici cristiane della sua ci-
viltà, vero è che nel corso della storia le
situazioni politiche, le contingenze so-
ciali e le solite debolezze umane hanno
talvolta influenzato non positivamente
l’operato della Chiesa e la conseguen-
te valutazione che il contesto civile e
politico ne ha tratto, ma è indispensa-
bile non dimenticare che la struttura
profonda di una società è innanzitutto
basata su “valori” (spirituale e cultura-
le prima di tutto) ed in seconda battuta
LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA
su logiche e credo di natura politica ed
economica.
È assolutamente importante salvaguar-
dare ogni personalità umana, di qualsia-
si razza e/o religione, ma è altrettanto
indispensabile salvaguardare l’identità
culturale che si è costituita in millenni
di civiltà.
La Commissione delle Nazioni Unite
per i Diritti Umani riconosce l’abban-
dono della propria religione come un
diritto umano legalmente protetto dal
Patto internazione sui diritti civili e
politici, poiché la libertà di avere o di
adottare una religione o credo necessa-
riamente implica la libertà di scegliere e
il diritto di modificare il proprio credo o
religione corrente con un altro o con un
pensiero ateo.
In particolare, l’articolo 18 della “Di-
chiarazione universale dei diritti del-
l’uomo” recita: “Ogni individuo ha il
diritto alla libertà di pensiero, coscien-
za e di religione; tale diritto include la
libertà di cambiare religione o credo, e
la libertà di manifestare, isolatamente o
in comune, sia in pubblico che in priva-
to, la propria religione o il proprio cre-
do nell’insegnamento, nelle pratiche,
nel culto e nell’osservanza dei riti”.
Queste buone pratiche non possono
però sfigurare l’identità europea e quel-
la delle nazioni che la compongono.
Siccome l’accento sulle radici cristiane
dell’Europa “non” è un’offesa ai non
cristiani, così come ampiamente dichia-
rato da tutti i referenti delle altre reli-
gioni oggi massicciamente presenti nel
vecchio continente, ne deriva che il pre-
supposto che soltanto la cultura razio-
nalistica radicale può costituire l’iden-
tità europea è decisamente errato.
9
La dimostrazione deriva peraltro dalla
tragica storia dell’Europa del secolo
scorso che ha dimostrato come la libertà
umana, sganciata dai valori primari (spi-
rituali e culturali), conduce a un dog-
matismoche, in ultimo termine, umilia
l’uomo, sopprimendone la libertà.
Le ideologie atee, totalitarie e comuni-
ste, ottime nelle dichiarazioni ideali e
pessime nella trasposizione dei fatti, non
hanno prodotto paradisi terrestri, ma
solo tragici regimi di terrore, che hanno
negato dignità e libertà all’essere umano,
alle vittime e agli stessi carnefici.
I valori religiosi sono indubbiamente
stati la matrice sulla quale è stata co-
struita, difesa, e diffusa nel mondo la
civiltà europea, dal tempo delle antiche
civis (romana e greca) ai giorni nostri.
Nelvolume“ComelaChiesacattolicaha
costruito la civiltà occidentale”, Thomas
E. Woods jr. elenca il molteplice contri-
buto che la Chiesa cattolica ha apportato
alla civiltà europea, con i monasteri, le
università, la ricerca scientifica, l’arte,
il diritto internazionale, l’economia, la
carità, l’etica, e soprattutto con la diffu-
sione dei diritti di libertà.
Di conseguenza, l’Europa del futuro
non può essere solo il prodotto di una
unificazione politica ed economica,
ma anche la sintesi dei valori ereditati
da una massiva tradizione che ha le sue
origini nella notte dei tempi, è anche e
soprattutto per questo che siamo og-
getto di importanti flussi migratori, non
solo perché abbiamo economie evolute
ed ammiccanti capacità produttive, ma,
perché anche grazie ai valori della nostra
religione siamo riusciti a valorizzare la
libertà e la dignità dell’uomo sopra ogni
cosa. Almeno fino ad oggi...
12MESI
DICEMBRE 2009