2. LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
La Libia occupa la parte centrale del nord
africa, affacciandosi sul Mar Mediterraneo
intorno al Golfo della Sirte. Confina a nord-
ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a
sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan,
a est con l'Egitto. La Libia è composta da tre
regioni:
• la Cirenaica, che occupa il confine con
l'Egitto e il mar Mediterraneo, dal confine
con il Sudan ed il Ciad;
• la Tripolitania, lungo il mediterraneo,
dalla Tunisia, fino al Golfo della Sirte;
• il Fezzan, che occupa la parte dal confine
con l'Algeria fino al Niger e al Ciad.
3. TABELLA DELLA STORIA LIBICA
Conquista
fenicia e
greca
Conquista
romana e
barbara
Conquista
araba
Conquista
ottomana
Conquista
italiana
Indipendenz
a e dittatura
Dal XI al VI
secolo a.C.
Dal III a.C. fino
al VI secolo
d.C
Dal VI al XVI
secolo d.C.
Dal 1500 fino
ai primi del
1900
Dal 1912 al
1943
Dal 1947 al
2011
Conquista
greca e
fenicia come
colonia,
conquista di
Alessandro
Magno
Dopo la
conquista di
Cartagine, il
territorio
divenne
romano poi
anche
vandalo e
bizantino
Dopo la
caduta dei
bizantini la
Libia divenne
araba,
unificata
sotto un solo
califfato
Dopo gli
arabi i turchi
presero la
Libia
annettendola
all’ Impero
Ottomano
L’ annessione
al Regno d’
Italia
avvenne per
meriti di
Giovanni
Giolitti a
partire da
1911
Dopo l’
istituzione
della
monarchia ci
fu la dittatura
di Gheddafi
4. LA LIBIA GRECA E FENICIA
Tra l'XI e il VII secolo a.C. le coste del
Mediterraneo vennero colonizzate dai
mercanti di Tiro che fondarono le città
di Leptis, Oea e Sabratha. Anche i Greci
iniziarono a fondare colonie come
Cirene, Berenice e Apollonia. Le colonie
andarono sotto Cartagine, anch'essa
antica colonia fenicia. Nel corso del IV
secolo a.C. crebbe nella Cirenaica
l'influenza di Alessandro Magno
conquistando prima l'Egitto, poi
sottomettendo anche le città greche
5. LA LIBIA ROMANA E VANDALA
Dopo la distruzione di Cartagine, da
parte dei romani, la Tripolitana e la
Cirenaica divennero parte dell'impero
sotto il capoluogo di Leptis Magna. Ma
nel V secolo, la Tripolitania venne
conquistata dai Vandali, barbari, che,
provenienti dalla penisola iberica,
avevano sottratto l'Africa all'Impero
romano d'Occidente. Nel 533,
l'imperatore bizantino Giustiniano,
deciso ad attuare la sua vasta politica
di riconquista dell'Occidente, mosse
guerra in Africa, sino a che, dopo un
anno di lotte, l'ultimo re vandalo,
Gelimero, si arrese nel 534 al generale
bizantino Belisario.
6. Intorno alla metà del VII secolo gli Arabi,
unificati sotto il nascente Califfato
islamico, travolsero rapidamente l'Egitto,
diviso dalle controversie religiose
conquistando dapprima Alessandria nel
641 e giungendo nel 643 in Cirenaica e
stabilendo nel 644 il governatorato della
regione nella città di Barca. Ad occidente,
invece, ci fu un'ostinata resistenza,
sostenuta dalle popolazioni autoctone che
rimasero autonome sino al 698 con l'
annessione al califfato Omayyade.
LA LIBIA ARABA
7. Nel 1510 gli spagnoli invasero la Libia
nel tentativo di porre un freno alla
pirateria. Nel 1517, però, la Cirenaica
venne conquistata dall'Impero
Ottomano. Da qui gli Ottomani mossero
alla conquista della Tripolitania
conclusa nel 1551 con la caduta di
Tripoli. Nel 1711 però un ufficiale,
Ahmed Karamanli, staccò la Libia
dall'Impero ottomano, divenendone
sovrano. Nel corso del suo regno
conquistò Fezzan e la Cirenaica sempre
però riconoscendo l'autorità
dell'Impero Ottomano.
LA LIBIA OTTOMANA
8. La colonizzazione italiana della Libia si
deve soprattutto a Giovanni Giolitti,
allora primo ministro italiano, che
promosse la guerra italo-turca che
ebbe inizio nel 1911 e il 18 ottobre
1912 la Turchia dovette accettare la
pace di Losanna e la Libia divenne
colonia italiana. Con l'influenza fascista
nel 1934 l'unione della Tripolitania e
della Cirenaica divenne completa e
venne proclamato il Governatorato
Generale della Libia e successivamente
i cittadini africani potettero godere
dello status di "cittadini italiani libici"
con tutti i diritti che ne conseguirono.
LA LIBIA ITALIANA
9. L' INDIPENDENZA DELLA LIBIA
Nel Trattato di Pace del 1947 l'Italia
dovette lasciare le sue colonie. Vi fu
comunque nel 1946 un vano tentativo
di mantenere la Tripolitania come
colonia italiana assegnando la
Cirenaica alla Gran Bretagna ed il
Fezzan alla Francia, fino al 24 dicembre
1951 quando Libia dichiarò
l'indipendenza come Regno Unito di
Libia, sotto re Idris I, già Califfo di
Cirenaica e Tripolitania, capo dei
mussulmani Senussi, e rappresentante
della Libia ai negoziati delle Nazioni
Unite.
10. DITTATURA E MORTE DI GHEDDAFI
Il 1º settembre 1969 ha successo un colpo
di stato incruento contro re Idris e i
rivoluzionari arrestarono il capo di stato
maggiore proclamando al governo
Mu'ammar Gheddafi ma nel 2011 si è
aperto un conflitto tra le forze del dittatore
e le forze ribelli. La ribellione, capeggiata è
appoggiata dall'ONU portò al uccisione di
Gheddafi, dittatore della Libia per 42 anni,
la mattina di giovedì 20 ottobre 2011 nei
dintorni di Sirte dai guerriglieri della
rivoluzione. Il cadavere di Gheddafi è stato
portato a Misurata, dove è stato sepolto in
un luogo sconosciuto.
11. LA LIBIA OGGI
Dopo la caduta di Gheddafi la Libia è
divenuta ostaggio degli scontri fra le
numerose milizie tribali che formavano
la coalizione dei ribelli. I diversi
governi che si sono succeduti hanno
tentato di imporre l'autorità del potere
centrale su questi gruppi, cercando di
disarmarli o di integrarli nell'esercito
nazionale, ma hanno sostanzialmente
fallito, in quanto le amministrazioni
centrali si sono sempre dimostrate
troppo deboli e il parlamento troppo
diviso. Il 18 maggio 2014 la situazione
è precipitata dopo il colpo di stato del
generale Khalifa Belqasim Haftar.
12. ECONOMIA DELLA LIBIA
L' economia non ha un vasto sviluppo
per quanto riguarda l'agricoltura, sia
per la limitatissima superficie
coltivabile, sia per la scarsità di acqua. I
principali prodotti agricoli sono:
cereali, grano e orzo, ma anche vino e
olio. Dato il clima arido, è molto
praticato l'allevamento caprino e ovino.
La base dello sviluppo economico della
Libia è rappresentato dal petrolio, di
cui la Libia è il secondo produttore del
continente africano dopo la Nigeria, e
rappresenta la quasi totalità delle
esportazioni.
13. IL TURISMO DELLA LIBIA
Per tutti gli anni settanta e ottanta il
governo libico ha scoraggiato l'afflusso
turistico, una posizione che solo nei
primi anni novanta si è andata
modificando. Poli di attrazione sono
l'antico nodo carovaniero di Gadames,
lo spiccato carattere di Tripoli con le
sue ricche moschee e importanti resti
archeologici, dai celebri resti della
fenicia e poi romana città di Sabratha, a
quelli romani di Leptis Magna a quelli
ellenici e romani di Cirene.
14. LINGUE E RELIGIONI
I musulmani ,per lo più sunniti, sono
circa il 97%, i cristiani sono circa il 3%,
e di questi la maggior parte sono
cattolici. La maggioranza della
popolazione araba e arabo-berbera è
sunnita, mentre la maggioranza dei
berberi è ibadita. L'arabo è la lingua
ufficiale del paese. La lingua berbera è
parlata, ma senza alcun riconoscimento
ufficiale. La lingua italiana e quella
inglese sono utilizzate a livello
economico per gli scambi commerciali
con i due paesi.
15. ELEMENTI NATURALI
La Libia è dotata di una pianura
costiera abbastanza estesa, che si rialza
man mano che ci si inoltra verso
Fezzan. Al contrario, in Cirenaica è
presente un altopiano già in vicinanza
del mare. L'interno è basso con
l'eccezione del massiccio del Tibesti,
caratterizzato da deserto roccioso e
sabbioso. Gli unici fiumi perenni sono
in Tripolitania, in Cirenaica. Il territorio
è dotato di una rete di acque
sotterranee che riaffiorano in sorgenti
carsiche.
16. IL CLIMA DELLA LIBIA
La costa ha temperature medie dai 27
ai 14 °C e precipitazioni concentrate
nel semestre invernale. Verso l'interno
l'escursione diurna e annua aumenta e
la piovosità diminuisce. Seguono
aspetti desertici , con temperature
sempre più elevate, forti squilibri
giornalieri e piogge sempre più scarse.
Violento spira il vento caldo e secco del
sud che esercita un effetto deleterio
sulla vegetazione sempre costante e
giornaliera.
Editor's Notes
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