FAST Plan pt 9: Results (Costs and Ridership)FASTPlan
The FAST Plan was developed by a collaboration of community groups an an alternative to the official regional transit plan in order to apply cutting-edge principles to developing a more effective, world-class transit system for the San Diego metropolitan region.
Part IX shares the results of our detailed analysis of the costs of building and operating the FAST Plan and of potential ridership. Overall, the data suggest that the FAST Plan could close to double ridership per dollar invested, savings the region billions of dollars between now and 2050 and better accomplishing many regional goals.
Il turismo ha sempre avuto e continuerà ad avere nel futuro un grandissimo potenziale dal punto di vista culturale, politico ed economico. In Italia, malgrado la numerosa letteratura specialistica e la ricchezza delle proprie risorse naturali e culturali, il turismo resta rilegato a un ruolo di secondo ordine tra le priorità dei policy maker e non riesce ad esercitare quella funzione di sviluppo che gli spetterebbe sia rispetto alla questione dei grandi poli turistici e culturali di attrazione sia e soprattutto rispetto al patrimonio diffuso nei territori c.d. minori. L’articolo intende suggerire i principali tratti di un percorso di sviluppo sostenibile attraverso l’analisi dei territori c.d. minori e/o lenti. Allontanandoci da una visione esclusivamente economicistica si possono, infatti, individuare nuove traiettorie di sviluppo sostenibile in cui le identità territoriali, la storia locale, il capitale sociale, il patrimonio culturale e umano, diventano fattori strategici ed innovativi di qualsiasi politica di sviluppo sostenibile. Tali fattori possono essere quindi le pre-condizioni in grado di generare innovazione e sviluppo in un territorio. In definitiva l’articolo propone l’ipotesi di un sentiero di sviluppo sostenibile da parte dei c.d. territori minori o lenti attraverso l’adesione ad un modello di sviluppo fondato sullo stretto legame tra heritage e turismo, tra valore della cultura e del territorio e rigenerazione socio-economica, tra tradizione ed innovazione in un approccio distrettuale in cui il territorio, con la sua storia, tradizioni, identità costituisce un valore competitivo difficilmente riproducibile
Le materie contenute sotto il titolo di “Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia” del Trattato di Lisbona non hanno paragone con le altre politiche europee, sono probabilmente tra le più dinamiche, sensibili e caldamente contestate. Le politiche dell’immigrazione, dell’asilo e dei visti rientrano tuttora tra le competenze concorrenti dell’Unione, formano ancora parte essenziale del tradizionale concetto di sovranità nazionale e sono cariche di paure nazionali, ideologie rivali e sensibilità politiche contrastanti. Nel caso specifico la politica dei visti rappresenta un esempio illuminante di come gli Stati membri e l’Unione abbiano tuttora notevoli difficoltà nel portare avanti una politica comune in questo delicato settore del processo d’integrazione.
L’analisi proposta definisce il concetto di mobilità ed i limiti legali che ne caratterizzano l’operatività nello spazio comune europeo rispetto ai paesi terzi, ricostruendo i principali aspetti teorici e pratici dell’annosa questione della gestione rafforzata delle frontiere esterne dell’UE e del Sistema d’Informazione Schengen. L’enfasi posta sulla sicurezza e la fiducia nella razionalità e nell’affidabilità delle banche dati elettroniche si scontra però, nelle considerazioni svolte, da un lato, con la non completa affidabilità del sistema, dall’altro, con l’estrema complessità del sistema europeo dei visti, che, nonostante gli sviluppi degli ultimi anni, risulta ancora piuttosto confuso e farraginoso. Il visto è sicuramente uno strumento tecnico ma con significative implicazioni politiche e giuridiche. L’introduzione nel 2009 e l’applicazione dal 2010 del Codice europeo dei visti hanno cercato di risolvere queste antinomie riuscendoci solo in parte, laddove l’unitarietà del quadro normativo definito dal legislatore europeo continua ad essere limitata da elementi interni ed esterni all’Unione.
I tassi di rifiuto di rilascio dei visti dimostrano che, nonostante le regole comuni e i criteri comuni per il rilascio dei visti, definiti dal legislatore europeo, l’applicazione di essi da parte degli Stati membri risulta alquanto differenziata nei diversi contesti regionali e nazionali dei paesi terzi interessati. La natura politica della questione non può essere trascurata. La conclusione cui si addiviene è duplice: da un lato, le prospettive per il futuro possono privilegiare un ritorno alla gestione della politica dei visti su scala nazionale, anche se tale prospettive pare improbabile; dall’altro, si può immaginare che i rapporti di forza tra gli attori che partecipano alla cooperazione rafforzata di Schengen in materia di visti continueranno ad evolversi ed infine si stabilizzeranno in favore della Commissione
Il federalismo è una forma di Stato attraverso il quale il potere è esercitato in modo decentralizzato. La prima esperienza di federalismo si è sviluppata negli Stati Uniti d'America sul finire del diciottesimo secolo, dopo il fallimento dell'introduzione del tradizionale modello confederativo, che presto ha dimostrato i suoi limiti e le sue carenze. Perché uno Stato sia considerato federale, deve presentare almeno qualcuna delle seguenti caratteristiche: costituzione scritta e rigida; due ordinamenti giuridici: centrale e parziali, con questi ultimi dotati di autonomia; l'indissolubilità del vincolo federativo; le volontà parziali rappresentate nell'elaborazione della volontà generale attraverso il Senato federale; l'esistenza di un Tribunale Costituzionale e la possibilità di intervento federale
Mentre a livello europeo non manca una rete di salvaguardia dei diritti sociali in via giurisdizionale, è pressocchè assente uno strumentario di realizzazione positiva dei diritti sociali, in virtù della stessa natura sussidiaria dell’azione comunitaria e del principio delle materie attribuite. La realizzazione dei diritti sociali resta di esclusiva competenza degli Stati, per i quali i principi ed i valori in senso sociale e solidale sono un vincolo costituzionale prioritario all’azione di governo. Il Trattato sull’Unione pone invece sullo stesso piano i vari aspetti dell’Europa unita: libero mercato e finalità sociali e solidali. Ciò ha consentito all’Europa, soprattutto negli ultimi anni di forte crisi economica, di scegliere tra i suoi obiettivi “costituzionali” uno in particolare che ha valorizzato a danno degli altri: il libero mercato, la stabilità economica e monetaria a discapito della coesione economica sociale e della solidarietà territoriale, mettendo in serio dubbio la natura personalista della “costituzione europea”. L’Euro sembra avere assunto a livello comunitario quella posizione centrale che nelle Costituzioni degli Stati è assegnata alla persona. La vocazione rigorista è testimoniata d’altronde, dall’adozione del Fiscal compact. Tutto ciò ha finito per condizionare la capacità di manovra degli Stati in ordine alle politiche di spesa, sia in termini di messa in campo di ammortizzatori sociali, come anche in termini di politiche pubbliche di spinta verso la crescita economica. Se è vero che nel breve termine il peso degli oneri economici implicati dalla garanzia di un quadro di diritti sociali si risolve in gap di competitività, è anche vero che tale sistema di coesione sociale, se adeguatamente valorizzato nell’Unione, potrebbe assicurare una più solida tenuta della società europea rispetto a quelle realtà, pure produttive, ma prive di un quadro ordinamentale di tutela dei diritti sociali. Dal punto di vista costituzionale, ciò implica che si passi a livello europeo da una “Costituzione materiale” Eurocentrica ad un indirizzo politico costituzionale dell’Unione di piena valorizzazione della vocazione sociale propria del Trattato di Lisbona
Il dibattito circa l’opportunità dell’adesione dell’UE alla CEDU risale a parecchi decenni addietro ed ha impegnato i più eminenti studiosi europeisti. Istituzionalmente proposta, per la prima volta, più di trent’anni fa dalla Commissione delle Comunità europee in un memorandum del 4 aprile 1979, tale questione fu rilanciata in occasione del quarantesimo anniversario della CEDU attraverso una comunicazione presentata dalla Commissione il 19 novembre 1990 nel quale la Commissione stessa chiedeva al Consiglio dei ministri di ricevere il mandato di negoziare le modalità d’adesione. L’art. 6 del Trattato di Lisbona non solo crea una base giuridica che ne autorizza l’adesione, come richiesto nel noto parere “C.J.C.E., avis 2/94. Adhésion de la Communautéeuropéenne à la Convention européenne de sauvegardedesdroits de l’homme et deslibertésfondamentales, Rec.”, ma utilizza un linguaggio che sembra imporre che tale competenza sia esercitata. Sull’altra sponda, quella del Consiglio d’Europa, l’entrata in vigore del Protocollo della CEDU n.14 ha statuito, ex par.2, che l’UE potesse aderire alla Convenzione. Come risulta chiaro dall’analisi congiunta dei dispositivi presi in esame, tutte le questioni giuridiche e tecniche conseguenti a tale riforma vengono consapevolmente lasciate in sospeso e rimandate ai lavori delle Commissioni giuridiche delle due organizzazioni
La crescente importanza che lo sport ha assunto sia a livello nazionale sia a livello mondiale, ha di fatto reso necessario integrarne la regolamentazione. Gli interessi sociali, politici ed economici che ne sono a fondamento, hanno reso lo sport uno degli strumenti più forti e altamente strategici per la cooperazione tra gli Stati.
In via preliminare, la dottrina si è occupata della tutela dell’uomo in quanto portatore di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. In un secondo momento, vista l’enorme rilevanza assunta nel tempo dal fenomeno in esame, ci si è occupati di dare voce anche a quei diritti che, per molti studiosi, sono il mezzo per perseguire la pace universale, ovvero i diritti allo sviluppo, alla solidarietà, all’ambiente sano e alla comunicazione e, fra questi, vi è incluso anche il diritto allo sport.
La codificazione iniziata alla fine del XIX secolo, ha subito innumerevoli mutamenti, tesi alla salvaguardia delle nuove esigenze della società contemporanea. A ciò si aggiunga il determinante contributo dell’Unione Europea all’orientamento strategico sul ruolo dello sport, un impegno che ha rafforzato in modo deciso quanto in passato era già stato compiuto.
Il valore e il ruolo sociale dello Sport, sviluppatisi nel tempo, hanno reso necessaria una più puntuale regolamentazione, al fine di evitare il diffondersi del fenomeno del commercio di sostanze dopanti e promuovere i valori fondamentali di rispetto e di giustizia nei confronti di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
L’articolo si propone inquadrare la situazione in termini prevalentemente giuridici, non trascurando considerazioni che, a nostro parere, sono necessarie per meglio rafforzare il quadro giuridico entro cui il fenomeno indagato va collocato
: Il contributo analizza il concetto di cittadinanza alla luce della sua progressiva emancipazione dallo Stato nazionale: la categoria giuridica della cittadinanza si compone attualmente di una dimensione formale, ancorata allo Stato, e di una dimensione sostanziale, appaltata a nuovi centri decisionali a livello sovranazionale e infranazionale.
Esso esamina la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e della Corte costituzionale. La prima, nonostante alcune aperture nei confronti dei cittadini economicamente inattivi, continua ad alimentare il convincimento che la cittadinanza europea corrisponda ad uno status privilegiato piuttosto che ad una vera e propria forma di cittadinanza. La seconda, invece, riconosce alle Regioni, nell’ambito delle proprie competenze concorrenti e residuali e nei rispettivi limiti della Costituzione, ampia autonomia per la previsione di interventi socio–assistenziali anche a favore degli stranieri al di là del nucleo irriducibile dei diritti fondamentali, facendo salva la previsione di talune differenziazioni tra cittadini nazionali e stranieri basate sul criterio della ragionevolezza. Pertanto, la cittadinanza, a qualunque livello normativo, rimane «selettiva», accogliendo ancora, contraddittoriamente, coloro che sono forniti di sostanze economiche piuttosto che i soggetti più deboli e bisognosi
الأحاديث القدسيه الصحيحه وشرحها
الحديث القدسى :
هو ما كان لفظه من الرسول ومعناه من عند الله عز وجل وذلك عن طريق الإلهام أو من خلال الرؤيا الصادقه التى يراها الرسول
لأحلام مستغمانى
" ما الإحتباس الحرارى إلا إحتجاج الكره الأرضيه على عدم وجود رجال يغارون على أنوثتها , لقد سلمونا كما سلموها للعلوج , فعاثوا فيها وفينا خرابا وفسادا "
هذا الكتاب الذى يحتوى على عدد من الأسئلة تهم الأمة الإسلامية قد طرحت على فضيلة الشيخ محمد متولى الشعراوى ويجيبنا عنها فضيلته بأسلوب علمى محقق ، فدائماً ما تقترن إجابات الشيخ دائماً بالحكمة فلا يكتفى بأن هذا جائز أو غير جائز ، حلال أو حرام ، وإنما يعقب على الحكم بحكمته ويسهب في بيان أبعاده الإسلامية بما يقنع المسلم بدينه ، ويحببه فيما يفعل ويبغضه فيما لا يفعل وتلك سمة جديدة تخرج بنا عن نطاق التخويف والترهيب إلى مجال الحب والتعصب لله فيما أمر ونهى ، فهي تعليم بطريقة سهلة ومحببة ليست من باب الأمر والنهي ولا صلاح للناس إلا فى رحاب دينهم ، ولا أمل لهم فى العودة إلى المجد إلا من خلال شرع الله .
على أبواب الملحمه لوصف الأحداث المبشره فى القرأن بحدوثهاMoustafa Mahmoud
من المعلومات المهمه في الكتاب - الروايه - المقتطفات التالية :
- ان المهدي المنتظر يولد في المدينه و فيها يقضي بداية شبابه ثم يدرس في امريكا -بيت فرعون- ثم قدم لنا وصفاً لشبيه فرعون ذالك الرئيس الأمريكي. ص137.
- يخرج من خرسان (افغانستان و الشيشان و داغستان) يخرج منها جيش من الرايات السود او جماعة علمهم الرايات السود ( ارى انا والله اعلم انها طالبان) فخروج هذه الفرقه هو من صالح المهدي. .ص 146
- المسيح الدجال شيخرج من اصبهان بإيران ومعه 70 الف يهودي ولكن انتشار خبره يكون من العراق وحدودها مع سوريا. ص160
- الوقت الذي سيمكثه المسيح الدجال 439 يوم. ص174
- في نهر الاردن او نهر الأرض يموت جيش المسيح الدجال وسيخضب بدمائهم. ص183
- ستدوم معاناة يأجوج ومأجوج 7 سنين! ص185
- بداية الملحمة تدخل غربي في العراق ص 53
- الملحمة الكبرى ستكون مابين 6 - 26 سنة !!! ص103
- حصار العراق هو بداية الملحمة ص74
من العلامات الكونية زلزال في كاليفورنيا و في الشرق و زلزال قوي في بريطانيا ص71
- اكثر اتباع الدجال في بداياته من العرب وسوف يتبعه اناس من كبار الدعاة المسلمين !!!! ص55
- حديث عن نقطة الصفر ( نقطة المساحة الكمة) ص198 الله اعلم بصحته
- إن الزمن مسأله مفهوم في العقل فحسب .. لا يوجد زمن، هو مفهوم نطلقة على مضي مشاعر نشعرها تجاه مواقف. ص223
- الزمن شعور يمكن التحكم فيه !!!! ص231
- كل نفس تذوق الموت لكنها لا تموت، النفس لا تموت تبقى مخلدة فهي طاقة ابديه وكل طاقه لاتذهب.ص232
_ هذا الكتاب به الكثير والكثير لمخططات قوى الانقلابيون وكيف يكون التخطيط المخابراتى بالسيناريوهات والسيناريوهات البديلة و خلاصة القول إن المواجهة مستمرة بين الارادة الشعبية الحرة والرغبة فى تمرير الخطة الجهنمية الانقلابية , والله بما يعملون محيط .
ستجد فى هذا الكتاب للأسف ما يحدث فى العالم العربى أجمع وما هو يرتب له كما يحدث فى مصر الأن بعد الإنقلاب العسكرى .
الكتاب هو مترجم من العبريه إلى العربيه ومن أكثر الكتب قرأه
نبذه عن معركه اليرموك
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_ بعد معركة اليرموك أرسل خالد بن الوليد إنذارًا حربيًّا شديد اللهجة إلى #كسرى عظيم الفرس .
وقال له :
" أَسلِم تَسلَم ، وإلا فقد جئتك بقوم #يحرصون على الموت كما تَحرِصون أنتم على الحياة "
_ فلما وقع الإنذار في يد كسرى ارتعدت أعصابه ، وأرسل إلى إمبراطور الصين يطلب منه المددَ والنجدة .
فردَّ عليه قائلاً : يا كسرى ، لا #قِبَل لي بقوم لو أرادوا #خلْع الجبال لخلعوها ، رجال خافوا الله فخوَّف الله منهم كل شيء :) .
_ أين نحن المسلمون الأن من #رهبتنا للعدو !!
أفضل 11 موقع لعمل اختبارات إلكترونية (Slide Decks).pdfqorrectdm
مع تطور التكنولوجيا، أصبحت أنظمة وأدوات الامتحانات الإلكترونية جزءاً أساسياً من التعليم الحديث. في هذا العرض، سنستعرض أفضل الأنظمة والأدوات التي تساعد المؤسسات التعليمية على تحسين عمليات الامتحان وتقديم تجربة تعليمية متميزة.