Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di TorinoGianguido Passoni
Relazione di accompagnamento al bilancio di previsione 2014 della Città di Torino. Documento approvato dall'aula il 30 settembre.
Il bilancio di previsione 2014 della Città di Torino pareggia a 1 miliardo 356 milioni di euro, 27 in meno rispetto al previsionale assestato del 2013. In particolare le entrate tributarie ammontano a 899 milioni di euro, in leggero aumento rispetto al 2013, ampiamente compensate da una riduzione di quelle extratributarie (canoni, concessioni, interessi e fitti attivi, mense e contravvenzioni) che ammontano a 263 milioni di euro.
La spesa per personale continua a ridursi. Nel 2014 rispetto al 2013 questa scende di oltre 5,5 milioni di euro, incidendo sul totale della spesa corrente per il 33,99%. Negli ultimi sei anni, i dipendenti sono diminuiti di 1.419 unità pari a circa il 12%, mentre i dirigenti sono scesi a 123 unità con una riduzione di oltre il 25% e quelli a contratto sono passati dalle 27 unità del 2008 alle 6 attualmente in servizio.
Confermate anche per il 2014 misure destinate ad alleggerire il peso delle imposte sui redditi delle famiglie torinesi. Nel dettaglio, per il pagamento della Tasi sono state previste detrazioni di 110 euro per immobili con rendita catastale fino a 700 euro e di 30 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni. Sempre per la tassa sui servizi indivisibili è stato istituito di un fondo di sostegno di un milione e 300mila euro per pensionati e lavoratori dipendenti proprietari esclusivamente di prima casa, che dichiarano un reddito Isee inferiore a 17mila euro. Di una analoga misura nel 2013 hanno beneficiato quasi 10.000 nuclei. Per il pagamento della Tari le agevolazioni prevedono una riduzione del 50% per i redditi sino a 13mila euro, del 35% per quelli da 13mila a 17mila e per i redditi da 17mila a 24mila euro l’importo sarà ridotto del 25%.
Anche nel 2014 - così come già fatto nel 2013 – la Città di Torino ha aderito al decreto sbloccacrediti con l’obiettivo di diminuire il debito verso i fornitori e ridare così ossigeno ad un sistema che sconta una ormai endemica mancanza di liquidità. Risultati apprezzabili anche sul fronte del debito complessivo che diminuisce di altri 112 milioni.
Mentre prosegue l’attività di risanamento, Torino deve tornare a crescere: aumentano, dopo anni di contrazione, le risorse destinate al Piano degli investimenti che passano dai 177 milioni del 2013 ai 201 di quest’anno.
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
Relazione al bilancio di previsione 2014 - Città di TorinoGianguido Passoni
Relazione di accompagnamento al bilancio di previsione 2014 della Città di Torino. Documento approvato dall'aula il 30 settembre.
Il bilancio di previsione 2014 della Città di Torino pareggia a 1 miliardo 356 milioni di euro, 27 in meno rispetto al previsionale assestato del 2013. In particolare le entrate tributarie ammontano a 899 milioni di euro, in leggero aumento rispetto al 2013, ampiamente compensate da una riduzione di quelle extratributarie (canoni, concessioni, interessi e fitti attivi, mense e contravvenzioni) che ammontano a 263 milioni di euro.
La spesa per personale continua a ridursi. Nel 2014 rispetto al 2013 questa scende di oltre 5,5 milioni di euro, incidendo sul totale della spesa corrente per il 33,99%. Negli ultimi sei anni, i dipendenti sono diminuiti di 1.419 unità pari a circa il 12%, mentre i dirigenti sono scesi a 123 unità con una riduzione di oltre il 25% e quelli a contratto sono passati dalle 27 unità del 2008 alle 6 attualmente in servizio.
Confermate anche per il 2014 misure destinate ad alleggerire il peso delle imposte sui redditi delle famiglie torinesi. Nel dettaglio, per il pagamento della Tasi sono state previste detrazioni di 110 euro per immobili con rendita catastale fino a 700 euro e di 30 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni. Sempre per la tassa sui servizi indivisibili è stato istituito di un fondo di sostegno di un milione e 300mila euro per pensionati e lavoratori dipendenti proprietari esclusivamente di prima casa, che dichiarano un reddito Isee inferiore a 17mila euro. Di una analoga misura nel 2013 hanno beneficiato quasi 10.000 nuclei. Per il pagamento della Tari le agevolazioni prevedono una riduzione del 50% per i redditi sino a 13mila euro, del 35% per quelli da 13mila a 17mila e per i redditi da 17mila a 24mila euro l’importo sarà ridotto del 25%.
Anche nel 2014 - così come già fatto nel 2013 – la Città di Torino ha aderito al decreto sbloccacrediti con l’obiettivo di diminuire il debito verso i fornitori e ridare così ossigeno ad un sistema che sconta una ormai endemica mancanza di liquidità. Risultati apprezzabili anche sul fronte del debito complessivo che diminuisce di altri 112 milioni.
Mentre prosegue l’attività di risanamento, Torino deve tornare a crescere: aumentano, dopo anni di contrazione, le risorse destinate al Piano degli investimenti che passano dai 177 milioni del 2013 ai 201 di quest’anno.
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
Business Atlas è la Guida agli affari in 54 paesi del mondo. Le schede paese del Business Atlas forniscono un quadro sintetico e funzionale delle principali caratteristiche dei diversi mercati esteri, dati sull’interscambio e flusso degli investimenti, elementi normativi e legislativi, schede anagrafiche delle Camere di Commercio Italiane all’Estero e altre informazioni utili.
Tutte le schede sono presenti al link http://www.assocamerestero.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=informazioni&action=read&index=1&idcategoria=25206&idinformazione=101301
Economia Italiana: Un confronto per le elezioniricciolina85
Questo lavoro è fatto da un gruppo di ragazzi in master di economia all'università di Londra.
Consiste in un'analisi dell'economia italiana e di come gli ultimi governi abbiano operato sotto questo aspetto.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
Business Atlas è la Guida agli affari in 54 paesi del mondo. Le schede paese del Business Atlas forniscono un quadro sintetico e funzionale delle principali caratteristiche dei diversi mercati esteri, dati sull’interscambio e flusso degli investimenti, elementi normativi e legislativi, schede anagrafiche delle Camere di Commercio Italiane all’Estero e altre informazioni utili.
Tutte le schede sono presenti al link http://www.assocamerestero.it/default.asp?idtema=1&idtemacat=1&page=informazioni&action=read&index=1&idcategoria=25206&idinformazione=101301
Economia Italiana: Un confronto per le elezioniricciolina85
Questo lavoro è fatto da un gruppo di ragazzi in master di economia all'università di Londra.
Consiste in un'analisi dell'economia italiana e di come gli ultimi governi abbiano operato sotto questo aspetto.
Informatica educativa 3 por: Joan Zapata y William Mejía.bibliotecario7
Usted se encuentra en plena reunión de trabajo, pero la cabeza se le va a la reunión de padres y profesores que tiene esta tarde en el colegio de su hijo..., a que tiene que pasar por el mecánico a recoger el coche... y que no debería haberse saltado el almuerzo porque el vacío que siente en el estómago le está empezando a sacar de quicio. Oye vagamente a su jefe preguntarle algo y, durante uno segundo, se le acelera el corazón y juguetea nerviosamente con el bolígrafo mientras intenta concentrarse. De repente, ha vuelto al aquí y ahora, y contesta con seguridad, deseando que nadie se haya enterado de su breve “desconexión”.
Con las vidas tan caóticas que llevamos hoy en día, es lógico que a veces nos parezca que nuestro cerebro está siempre activo. Y lo está. El cerebro no solo controla lo que usted piensa y siente, cómo aprende cosas y luego las recuerda y la forma en que se mueve y habla, sino también muchas cosas de las que usted es mucho menos consciente -como el latido de su corazón, la digestión de los alimentos que come e, incluso, la cantidad de estrés que experimenta. Como usted, su cerebro es una especie de malabarista.
Il Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha illustrato al Consiglio dei Ministri la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, prevista dall’articolo 7 della legge n.196 del 2009, che ha riformato la contabilità pubblica. La Nota, strumento di programmazione finanziaria che aggiorna gli obiettivi programmatici, verrà presentata al Parlamento e ha l’obiettivo di aggiornare le indicazioni programmatiche e il quadro dei conti pubblici. In aggiunta ai contenuti usuali, fornisce le sei raccomandazioni del Consiglio europeo all'Italia con l'indicazione, per ciascuna di queste, dello stato di attuazione delle azioni di riforma intraprese. Alle riforme avviate e programmate dall'Italia per migliorare la competitività e rafforzare la crescita economica del Paese più in generale è dedicato un intero capitolo.
Il Prodotto Interno Lordo per l’anno 2013 è stimato in riduzione dell’1,7 per cento rispetto al 2012 (-1,3 per cento la stima precedente); tenuto conto delle riforme adottate in passato e delle recenti iniziative tese a supportare la ripresa, per il 2014 e il 2015 viene prefigurata una crescita pari all’1,0 e all’1,7 per cento, rispettivamente. Il Governo si impegna ad assumere interventi tempestivi per mantenere il deficit entro la soglia del 3% del PIL nel 2013. Il raggiungimento di tale obiettivo è considerato essenziale per garantire all’Italia autonomia nella gestione delle proprie politiche economiche e fiscali, conservando la necessaria credibilità a livello internazionale per contenere la spesa per interessi sul debito pubblico, stimata per il 2013 in 84 miliardi di euro. L’indebitamento netto programmatico è previsto ridursi gradualmente nei prossimi anni, passando dal 2,5 per cento nel 2014 allo 0,1 nel 2017.
In principio, la manovra e' sufficiente per ottenere pareggio di bilancio, ma ha 3 punti di debolezza: consiste principalmente di aumenti di tasse, che fanno male alla crescita; per la maggior parte, queste tasse colpiscono le famiglie a reddito medio-basso; e buona parte della manovra non e' ancora stata definita nei dettagli e la fragile maggioranza di Governo non garantisce che questa verra' definita. L'intervento manca quindi di credibilita’.
Intervento di Fabrizio Guelpa, Servizio Industry & Banking, Intesa Sanpaolo al Meeting ACEF 2015 - 23/10/2015
VEDI TUTTI GLI INTERVENTI SU http://www.economiaefinanza.org/atti
2 febbraio 2016: due anni esatti di Governo Renzi.
Il Presidente del Consiglio ha presentato #ventiquattro, ovvero delle slide con i principali risultati raggiunti durante la sua Presidenza. Noi proviamoa capire, in #dodici slide, cosa effettivamente sia stato fatto e quali siano i reali meriti del Governo: dalle riforme politico-istituzionali a quelle del lavoro e della scuola; dalle novità in tema di tasse, imposte e tributi, alla difesa dell'ambiente e del territorio, fino ai rapporti tra Italia e Unione Europea.
Slide Manzocchi rapporto di previsione Centro Studi ConfindustriaConfindustria
31 marzo 2020
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/tutti/dettaglio/rapporto-previsione-economia-italiana-scenari-geoeconomici-primavera-2020
Domenica 4 dicembre vota NO alla riforma costituzionale di Renzi, una riforma confusa, che non supera il bicameralismo, non taglia i costi, riduce la democrazie e produce inefficienza.
1. 2013: ANNUS HORRIBILIS
Confronti
10 gennaio 2014
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Forza Italia – Berlusconi Presidente – Il Popolo della Libertà
2. EXECUTIVE SUMMARY
2
La tanto attesa inversione di tendenza dell’economia
italiana più volte annunciata dal ministro dell’Economia e
delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, continua a farsi
attendere;
Forse è il caso di ricordare al presidente del Consiglio Letta e
a tutti i membri del governo, che per far ripartire il nostro
Paese è necessario far prosperare le imprese, incentivare
l’investimento di capitali, far ripartire il mercato del lavoro,
tutte cose che non si ottengono a suon di tasse e marchette;
Ecco il bilancio del 2013…
3. INDICE
3
Prodotto interno lordo ancora con segno meno
Un debito pubblico da record
Un paese che non lavora più
La non ripresa dei consumi privati
La lenta ripresa del settore industriale
La fiducia dei consumatori
La fiducia delle imprese
4. PRODOTTO INTERNO LORDO ANCORA CON
SEGNO MENO
4
PIL: ISTAT CONFERMA, PIL 2013: -1,8%
Fonte: Istat, dati destagionalizzati
5. PRODOTTO INTERNO LORDO ANCORA CON
SEGNO MENO
5
Nel terzo trimestre del 2013 il PIL è rimasto invariato
rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell’1,8% nei
confronti del terzo trimestre del 2012;
Tutti i principali aggregati della domanda interna sono
diminuiti:
-0,2% i consumi finali nazionali;
-0,6% gli investimenti fissi lordi.
6. UN DEBITO PUBBLICO DA RECORD
6
Debito/PIL: +7,7% rispetto al 2012; +3% rispetto al primo
trimestre 2013
Fonte: Eurostat
7. UN DEBITO PUBBLICO DA RECORD
7
Uno degli obiettivi del governo Letta era quello di ridurre in
maniera strutturale il debito pubblico, i risultati sono poco
confortanti…
I dati Eurostat (aggiornati al II trimestre 2013) registrano un
incremento del rapporto debito/PIL del:
+7,7% rispetto al II trimestre 2012;
+3% rispetto al I trimestre 2013.
Inoltre, il debito pubblico certificato a novembre 2013 dalla
Banca d’Italia, riferito al mese di settembre, è di 2.068
miliardi di euro, contro i 1.905 miliardi di novembre 2011(+
163 miliardi di euro)
8. UN PAESE CHE NON LAVORA PIÙ
8
OLTRE 350 MILA POSTI DI LAVORO PERSI IN UN ANNO
Fonte: Istat, dati destagionalizzati
9. UN PAESE CHE NON LAVORA PIÙ
9
TASSO DI DISOCCUPAZIONE SOPRA LA MEDIA EUROPEA
Fonte: Eurostat
10. UN PAESE CHE NON LAVORA PIÙ
10
Nel 2013 il tasso di disoccupazione è aumentato di 1,4
punti percentuali rispetto all’anno precedente, sono oltre
350.000 le persone espulse dal mercato del lavoro;
I numero di disoccupati a novembre 2013 è di 3.254.000
(pari a 12,7%). In un solo mese 57.000 persone hanno perso il
lavoro;
Sempre più critica la situazione della fascia giovanile (1524 anni): il numero di giovani disoccupati è di 659.000
(pari al 41,6%).
11. LA NON RIPRESA DEI CONSUMI PRIVATI
11
CONSUMI PRIVATI ANCORA IN DIMINUZIONE
Fonte: Istat, Consumi - (Valori concatenati in milioni di euro - anno di riferimento 2005)
12. LA NON RIPRESA DEI CONSUMI PRIVATI
12
IL DISTACCO DALLA MEDIA EUROPEA
Fonte: Eurostat
13. LA NON RIPRESA DEI CONSUMI PRIVATI
13
Nel III trimestre 2013 i consumi sono diminuiti del -1,9%
rispetto al III trimestre 2012;
Ecco il risultato reale della politica fiscale del governo Letta. I
consumi privati, che nel 2010 erano addirittura superiori
alla media europea, continuano ad essere di segno
negativo.
14. LA LENTA RIPRESA DEL SETTORE INDUSTRIALE
14
LA PRODUZIONE INDUSTRIALE ANCORA IN FASE RECESSIVA
Fonte: Istat, dati destagionalizzati (base 2010=100)
15. LA LENTA RIPRESA DEL SETTORE INDUSTRIALE
15
Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è
scesa del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente.
Ad ottobre, rispetto al mese precedente, si registra una
variazione negativa nel comparto dell’energia (-0,9%), ed un
leggero miglioramento dei beni di consumo (+0,8%), dei beni
intermedi (+0,6%) e dei beni strumentali (+0,5%).
16. LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
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LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI ANCORA LONTANA DAI
LIVELLI DEL GOVERNO BERLUSCONI
Fonte: Istat, dati destagionalizzati (base 2010=100)
17. LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
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Il cieco rigore della politica economica del governo Monti
ha depresso inesorabilmente il clima di fiducia e le
prospettive per il futuro dei consumatori. Anche con il
governo Letta il trend resta al di sotto dei livelli del 2011
(governo Berlusconi).
18. LA FIDUCIA DELLE IMPRESE
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LA FIDUCIA DELLE IMPRESE ANCORA TRABALLANTE
Fonte: Istat, dati destagionalizzati (base 2010=100)
19. LA FIDUCIA DELLE IMPRESE
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Dai dati relativi a dicembre 2013 dell’indice del clima di
fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment
indicator) emerge come le imprese non abbiano mai creduto
alla reale efficacia delle politiche economiche perseguite dal
Governo Monti, così come dimostrano di non credere fino in
fondo nemmeno a quelle perseguite dal Governo Letta.