3. Uno degli esempi maggiori dell'architettura bizantina in Calabria è rappresentato
dalla chiesa di S. Marco a Rossano, che per impianto è simile alla Cattolica di
Stilo. Legata al laurismo monastico, è probabile che la chiesa abbia avuto funzioni
di oratorio per gli anacoreti disseminati nelle laure della zona circostante.
L'Oratorio di S. Marco (IX-X secolo), originariamente dedicato a Sant'Anastasia, è
il monumento più antico della città di Rossano, ed è una delle chiese bizantine
meglio conservate d'Italia.
Fu costruito su iniziativa di San Nilo, nella zona che, anticamente, veniva
chiamata "Graecìa”, come luogo di ritiro ascetico per i monaci eremiti che
vivevano negli antichi insediamenti rupestri sottostanti.
Si tratta di un edificio in stile bizantino con pianta a croce greca, caratterizzato da
cinque cupole a tamburo e dall'abside, che conserva inoltre tracce di un antico
affresco della Madonna del Bambino.
Uno dei restauri ha portato alla luce due fosse. La prima destinata alla sepoltura
comune dei cadaveri, mentre la seconda era una specie di passaggio segreto che
conduceva alla cattedrale.
Questo edificio sacro, di metri 8x8 all’esterno e metri 6x6 all’interno, edificato tra il
IX e il X secolo, ha pianta a croce greca inscritta in un quadrato sormontato da
volte a botte in perfetta corrispondenza ai bracci della croce. Presenta tre absidi
sulle quali si aprono delle bifore, e cinque cupole a calotta, poggianti su sei pilastri
di muratura mista ricoperta da intonaco.
Nell'edificio sono presenti due corpi: una parte originaria con pianta a croce greca
ed il vestibolo aggiunto posteriormente, probabilmente dopo il XV secolo, che
precede l’aula divisa dai pilastri in muratura senza capitelli su cui poggiano gli
archi.
Nelle tre absidi di uguali dimensioni, si aprono altrettante bifore divise da
pilastrini in tufo, fatta eccezione per la bifora dell’abside centrale dove, durante i
lavori per la riapertura della finestrella, fu trovato un trapezophoros marmoreo
greco, di probabile provenienza turiense, funzionante da colonnina.
Le pareti, intonacate, erano un tempo affrescate. Infatti, negli anni 1926 – 1930,
durante il lavoro di scrostamento delle pareti, che erano state diverse volte trattate
con calce, venne rimesso in luce, sul muro di sinistra in fondo al presbiterio, il
frammento di un affresco raffigurante una Madonna col Bambino, e alcune
lettere greche su fondo verde, rispettivamente sopra l’aureola di Gesù e sopra la
spalla destra della Vergine assisa in trono. Questo fa supporre che tutta la parete
in origine doveva essere interamente affrescata e cosparsa di epigrafi indicative
dei personaggi rappresentati. Lo stile delle due figure ancora riconoscibili e
l’intonazione cromatica, farebbero risalire questo affresco alla fondazione stessa
della chiesa.
12. La Cattolica di Stilo ¸ in Calabria una chiesa bizantina risalente al XII secolo.
La piccola chiesa (misura m 6x6), centro spirituale del monachesimo basili ano, e
simile alla chiesa di S. Marco di Rossano.
La costruzione ha resistito nel tempo grazie ad alcune soluzioni tecniche adottate dai
costruttori quali unÕ imponente struttura quadrangolare sporgente di 4 metri rispetto al
muro di sostegno delle absidi, che va a r inforzare lo zoccolo di fondazione
dellÕ edificio.
Le strutture murarie della chiesa si adagiano per buona parte sulla roccia, mentre il
peso dellÕ altra metˆ¸ sopportato da tre contrafforti costruiti in pietra e materiale
laterizio proveniente da una costruzione tardo- antica, forse una vill a.
Questa chiesa realizzata in laterizio ha la forma di un cubo a pianta
approssimativamente quadrata e ce ntrale, e r isulta realizzata con una particolare
orditura policroma di grossi mattoni irregolari, uniti da abbondanti strati di malta.
AllÕ esterno, il corpo di fabbrica si presenta privo di articolazioni e decorazioni che
si riscontrano invece nelle cinque cupole in stile arabo sormontate da cerchi di tegole
a coppo. La copertura presenta quattro cupole simmetricamente disposte attorno alla
quinta centrale. Le cupole sono rivestite di mattonelle quadrate di cotto disposte a
losanga e di due cornici con mattoni disposti a denti di sega, che seguono lÕ andamento
delle ghiere delle finestre e dei coronamenti dei tamburi. Le due cupole del lato monte
sono rese dinamiche dallÕ apertura di due finestre, mentre quelle rivolte ad o riente
mostrano una coppia di monofore: solo la cupola mediana, leggermente pi¯ alta e con
un diametro maggiore di cm.15 ¸ intervallata sul tamburo da quattro bifore.
Il vistoso cromatismo della parte superiore contrasta ed evidenzia la linearitˆ della
facciata che appare molto semplice.
Si accede a l tempio da un ingresso collocato sul lato sud, sormontato da u na
caratteristica lunetta decorata con una cornice di mattoni a denti di sega. Sulla
facciata, oltre alla bucatura della porta, si apre a nche una piccola finestra ad arco
tondo.
LÕ interno, a croce greca, ¸ diviso, da quattro colonne, in nove spazi uguali.
Ad oriente sono poste tre piccole absidi con finestre: quella centrale (bema) era
destinata ad accogliere lÕ altarino, quella a nord, prothesis, era titolata ad accogliere il
rito preparatorio dellÕ Eucarestia, mentre quella a sud, diakonikon, era ad ibita alla
custodia degli arredi sacri e alla vestizione dei sacerdoti prima dei riti liturgici.
Le quattro volte del soffitto gravano su quattro colonne di cui tre in marmo ed una
in granito.
Sulla prima colonna di destra, che poggia insieme con le altre tre su un pavimento di
quadrelloni cretacei, ¸ incisa una croce gem mata con lettere di forma onciale.