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I sistemi locali romagnoli
Aspetti strutturali e vocazioni di sviluppo
Giovanni A. Barbieri
Innovazione, infrastrutture e capitale umano per la competitività: opportunità per la Romagna
Le direttrici prioritarie per lo sviluppo della Romagna
21 ottobre 2015
Indice
 Che cosa sono sistemi locali del lavoro?
 I 6 sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena
 Gli aspetti analizzati
 Specializzazione produttiva prevalente
 Struttura e performance delle imprese
 Apertura internazionale ed esportazioni
 Occupazione e disoccupazione
 Caratteri socio-demografici e insediativi
 Consumo di suolo
 Imprenditorialità e vocazione culturale
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
2
Le attività di ogni giorno
modificano lo spazio
 L’antropizzazione del territorio agisce a diverse
scale
 Gli spostamenti quotidiani delle persone lasciano
tracce che portano testimonianza delle loro
interazioni, delle loro relazioni
 Siamo ormai abituati a pensarli in termini di big
data...
 Individuano spazi urbani definiti dalle relazioni tra
persone, piuttosto che dall’edificato
 Individuano aree funzionali, piuttosto che aree
amministrative
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
3
I sistemi locali del lavoro
 Aggregazione di due o più comuni
contigui sulla base dell’auto-contenimento
dei flussi pendolari quotidiani tra luogo di
residenza e luogo di lavoro
 La griglia copre l’intero territorio nazionale
 Auto-contenimento: massima interazione
umana tra (concentrazione di) luoghi di
produzione (lavoro) e di riproduzione
sociale (residenza)
4 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
I 6 sistemi locali della provincia
di Forlì-Cesena
 L’Istat individua nella provincia di Forlì-Cesena 6 sistemi locali, che coincidono
quasi esattamente con il territorio provinciale:
 Bagno di Romagna
 Cesena
 Cesenatico
 Forlì
 Modigliana
 Santa Sofia
 Le due eccezioni:
 Borghi, amministrativamente in provincia di Forlì-Cesena, ricade nel sistema locale di
Rimini
 Bellaria-Igea Marina, amministrativamente in provincia di Rimini, appartiene al sistema
locale di Cesenatico
 Sono sistemi locali di dimensioni relativamente limitate:
 30 comuni nel complesso
 Poco più di 400.000 abitanti
 In tre sistemi si concentra più del 90 per cento della popolazione: Forlì (oltre il 40 per
cento), Cesena (più del 30) e Cesenatico (il 20 per cento circa)
5 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
6
L’analisi per sistema locale
 L’Istat nel suo Rapporto Annuale 2015 fa un uso intensivo della griglia
territoriale dei sistemi locali, come chiave di lettura dei fenomeni
economici e sociali
 Riprendo questi temi con riferimento ai 6 sistemi locali della provincia
di Forlì-Cesena, nella convinzione che offrano una prospettiva
strutturale all’individuazione delle direttrici prioritarie per lo sviluppo
della Romagna
 Gli aspetti analizzati:
 Specializzazione produttiva prevalente
 Struttura e performance delle imprese
 Apertura internazionale ed esportazioni
 Occupazione e disoccupazione
 Caratteri socio-demografici e insediativi
 Consumo di suolo
 Imprenditorialità e vocazione culturale
7 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
Specializzazioni
produttive [1]
 La classificazione dei sistemi locali
secondo le specializzazioni
prevalenti, realizzata a partire dagli
addetti alle unità locali del
Censimento dell’industria e dei
servizi aggregati articolati in 64
branche di attività economica,
consente di delineare 17 gruppi
omogenei, a loro volta ricondotti a 4
classi e 6 sotto-classi omogenei
 Il nostro tessuto produttivo,
concentrato su particolari
specializzazioni e su dimensioni
medio-piccole delle imprese, ha
mantenuto in molti casi (272) le
medesime caratteristiche tra i due
censimenti, a distanza di dieci anni
8 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
Specializzazioni produttive
[2]
 Nei sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena prevale largamente il
modello del made in Italy, con particolare riferimento alle produzioni
legate alle filiere dell’arredamento e a quella delle pelli e cuoio
 Nel sistema locale di Cesena, più di quanto non avvenga per quello di
Forlì, emerge un pattern di attività economiche (con la compresenza
di specializzazioni in vari comparti manifatturieri e terziari) che ne
mette in luce il rango urbano e la funzione di centro dei servizi
 Nel sistema locale di Cesenatico la vocazione turistica si associa alla
presenza manifatturiera
 Forlì continua a essere, nelle classificazioni dell’Istat, un distretto
industriale specializzato nei beni per la casa
 Appartiene al gruppo che le analisi dell’Istat hanno definito distretti
territorialmente persistenti e sofferenti
 Molti distretti storici, infatti, pur mantenendo la loro connotazione settoriale e
connotazione, hanno sofferto in termina di perdite occupazionali, soprattutto
nel comparto manifatturiero e proprio nel settore di specializzazione
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
9
Struttura e performance [1]
 L’aumentata disponibilità di dati economici relativi alle
imprese italiane (Frame-Sbs 2012) e la possibilità di
riferirli ai luoghi di produzione consente di approfondire
aspetti importanti della struttura e della performance
 Il campo d’osservazione delle statistiche strutturali sulle
imprese (Sbs) copre una parte rilevante dell’economia
italiana: l’80 per cento in termini di addetti
 La scelta dei sistemi locali rafforza la capacità esplicativa
delle nuove informazioni disponibili
 L’analisi, condotta con riferimento alle unità locali, si
concentra su indicatori relativi alla caratteristiche
strutturali (addetti, unità locali, dimensione media delle
unità locali) e ai risultati economici
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
10
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
11
Valore aggiunto per addetto (produttività) Costo del lavoro per dipendente
Struttura e performance [2]
 Produttività apparente del lavoro (valore aggiunto per addetto):
 Questo indicatore colloca i due sistemi locali più importanti, quelli di Forlì e Cesena, nella
classe centrale tra le 5 individuate dall’Istat
 Tutti i sistemi locali della provincia, comunque, si collocano al di sotto della media
nazionale
 I sistemi locali di eccellenza (103 su 611) sono fortemente concentrati nelle grandi città, in
alcuni settori di attività economica e nelle ripartizioni settentrionali (Romagna esclusa!)
 Costo del lavoro per dipendente:
 Anche per questo indicatore, come per il precedente, Forlì e Cesena si collocano nella
classe centrale, e gli altri 4 sistemi in quella appena inferiore
 La variabilità territoriale del costo del lavoro è molto più bassa di quella della produttività
(circa la metà)
 In questo caso, la classificazione dei sistemi locali tende a nascondere le differenze
 La relazione econometrica tra la distribuzione territoriale della produttività del lavoro e
quella relativa al costo del lavoro è rilevante e significativa
 I risultati della stima confermano che un’alta remunerazione del fattore lavoro (che segnala
una sua qualità elevata) è un elemento chiave della tenuta e del successo di un’impresa, e
dunque della prosperità di un territorio
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
12
Apertura internazionale ed
esportazioni [1]
 L’aumentata disponibilità di dati riferiti alle singole imprese
consente di osservare il valore di esportazioni ed importazioni
sul territorio che genera questi flussi e di misurare quindi
l’apertura internazionale delle economie locali
 Il saldo normalizzato della bilancia commerciale descrive una
distribuzione territoriale più articolata: le aree in cui prevalgono
le importazioni sono più esposte a componenti esogene quali i
prezzi dei beni intermedi e finali
 Benché tutti i sistemi locali esportino, la distribuzione
territoriale della capacità di export è fortemente concentrata: il
53 per cento delle esportazioni nazionali ha origine in 20
sistemi locali
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
13
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
14
Export per addetto Dinamica 2008-12 della performance all’export
Apertura internazionale ed
esportazioni [2]
 Tutti i sistemi locali della provincia hanno un’apertura internazionale superiore al
valore mediano nazionale e, nel caso di Cesena (e Modigliana), rientrano nella
parte più elevata della graduatoria
 Il saldo normalizzato della bilancia commerciale rivela per tutti i sistemi locali una
prevalenza dell’export, in alcuni casi particolarmente forte: non emergono pertanto
particolari vulnerabilità alle componenti esogene
 Il valore delle esportazioni per addetto dà una misura della propensione all’export
della struttura produttiva dei sistemi locali: ancora una volta tutti i sistemi della
provincia si collocano al di spora del valore mediano nazionale e, nel caso di
Cesena, nella parte alta della classifica
 In termini dinamici (il periodo considerato è quello 2008-2012 e quindi non prende
in considerazione le tendenze più recenti), le esportazioni per addetto sono risultate
in crescita nel sistema di Forlì (ma anche in quelli di Bagno di Romagna e Santa
Sofia), stabili in quello di Cesena (e Modigliana), in contrazione in quello di
Cesenatico
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
15
Occupazione e
disoccupazione [1]
 Le condizioni del mercato del lavoro sono il principale
elemento di raccordo tra i fenomeni economici esplorati
a scala locale e quelli sociali
 Per questo il Rapporto annuale dell’Istat ha operato, a
partire dai dati della rilevazione sulle forze di lavoro, una
stima dei tassi di occupazione e disoccupazione
 Nel 2014, ultimo anno per cui la stima è disponibile, i
sistemi locali della provincia si collocano tutti nella
situazione più favorevole, presentando simultaneamente
alti livelli di occupazione e bassi livelli di disoccupazione
(una parziale eccezione è rappresentata dal sistema
locale di Cesenatico, dove i livelli della disoccupazione
sono leggermente più elevati che nel resto del territorio)
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
16
Occupazione e
disoccupazione [2]
 La situazione del 2014 è – va da sé – il risultato delle
dinamiche negative sperimentate durante la crisi
 Nel complesso, nel periodo 2008-2014 la riduzione
dell’occupazione ha riguardato l’85,8 per cento dei sistemi
locali italiani, dove risiede il 73,6 per cento della popolazione
totale
 Tre sistemi locali della provincia (Cesena, Forlì e Santa Sofia)
fanno parte della minoranza di sistemi locali in cui il tasso
d’occupazione è invece cresciuto (situazione, questa,
relativamente più diffusa nel Nord-est)
 Nello stesso periodo la disoccupazione è aumentata nella
quasi totalità dei sistemi
 In tutti i sistemi locali della provincia, però, il tasso di
disoccupazione è cresciuto meno che nella media nazionale
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
17
Caratteri socio-
demografici e
insediativi
 Nella geografia funzionale dei
sistemi locali si possono
distinguere 7 raggruppamenti di
sistemi, omogenei rispetto alla
struttura demografica, alla
dinamica della popolazione e alle
forme dell’insediamento
residenziale
 Essi presentano una marcata
caratterizzazione geografica che
riproduce la dicotomia Centro-
nord/Mezzogiorno e delinea
nettamente, in questi due macro-
ambiti, le aree urbane e i territori a
connotazione rurale
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
18
Caratteri socio-demografici e
insediativi: i sistemi più piccoli
 Nei sistemi locali della provincia sono rappresentati tutti e tre i
raggruppamenti caratteristici del Centro-Nord
 I 3 sistemi di minori dimensioni (Bagno di Romagna, Modigliana
Santa Sofia) appartengono al raggruppamento denominato Il cuore
verde, che ha connotazioni spiccatamente rurali e dove in tutta Italia
risiedono circa dieci milioni di persone
 A scala nazionale, le caratteristiche salienti del raggruppamento
sono:
 densità di popolazione particolarmente contenuta (meno di 90 abitanti per km2)
 ruralità (bassa incidenza delle superfici dei centri abitati, elevata estensione
media delle località extra-urbane)
 sbilanciamento verso le classi di popolazione anziana
 circa il 60 per cento della popolazione vive in comuni diversi dal centro
capoluogo e i flussi pendolari sono consistenti
 gli indicatori del mercato del lavoro mostrano valori tutti migliori di quelli
nazionali, in particolare per quanto concerne i tassi di disoccupazione
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
19
Caratteri socio-demografici e
insediativi: Cesena e Cesenatico
 I sistemi locali di Cesena e Cesenatico appartengono al raggruppamento
denominato La città diffusa, un modello di sviluppo insediativo che privilegia le
forme non compatte, rappresentato soprattutto nel Nord-est, nella pianura padana
lombardo-emiliana e lungo i litorali marchigiano-abruzzese e pontino, e dove risiede
un quinto della popolazione italiana
 Le caratteristiche salienti del raggruppamento sono:
 dimensione demografica media dei sistemi di circa 130 mila abitanti
 popolazione più distribuita sul territorio (meno di un terzo degli abitanti vive nei comuni
capoluogo)
 elevata densità delle aree extra-urbane (quasi 40 abitanti per km2)
 elevato consumo di suolo
 consistenti flussi giornalieri di pendolarismo
 minore quota di popolazione anziana
 migliori performance del mercato del lavoro
 maggiore presenza di imprenditori (4,2 per cento rispetto alla media del 3,4 per cento)
 forte presenza straniera (in media il dieci per cento della popolazione residente, l’incidenza
più elevata tra i gruppi individuati)
 gli stranieri contribuiscono alla crescita demografica complessiva (+11,1 in un decennio)
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
20
Caratteri socio-demografici e
insediativi: Forlì
 Il sistema locale di Forlì è invece una Città del Centro-nord, il raggruppamento il
gruppo che include i sistemi locali di alcune tra le principali realtà urbane e dove
risiedono 18 milioni di abitanti
 A scala nazionale, le caratteristiche salienti del raggruppamento sono:
 popolazione concentrata nel capoluogo (vi risiede in media il 53,3 per cento degli abitanti,
contro un valore nazionale del 44,1 per cento)
 popolazione mediamente più anziana (indice di vecchiaia pari a 165,6 a fronte di un valore
medio di 148,7)
 pochi bambini (meno di 19 in età inferiore ai 4 anni ogni 100 donne in età feconda contro
21,2 della media nazionale)
 nuclei familiari di dimensione ridotta (monocomponenti nel 35 per cento dei casi)
 nonostante tutto questo, variazione di popolazione registrata nell’intervallo intercensuario
lievemente superiore rispetto a quella italiana (+5,2 per cento contro +4,3), grazie a una
presenza di popolazione straniera maggiore della media
 attrattività legata alle condizioni del mercato del lavoro
 rispetto ai valori medi nazionali, tasso di occupazione (40,9 per cento) superiore di quattro
punti
 tassi di disoccupazione femminile e totale più contenuti
 lavoro precario meno diffuso (17,9 contro 21,7 per cento)
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
21
Consumo di suolo
 La geografia dei sistemi locali consente una
lettura dei livelli di consumo di suolo e delle
morfologie dell’edificato dei principali sistemi
urbani
 Utilizzando le basi territoriali dei censimenti
come base cartografica, la quantificazione dei
livelli di consumo di suolo utilizza due indicatori:
 per il territorio urbano, la quota della superficie
edificata totale del sistema locale
 per il territorio extra-urbano la densità di
popolazione residente
 I due indicatori sono stati composti in una
misura sintetica che ha consentito di classificare
in quattro classi i sistemi locali in funzione della
combinazione dei loro valori (superiori o inferiori
alla media nazionale)
 In 160 sistemi locali (a sinistra nella figura) c’è
una forte pressione sul territorio (località
edificate compatte e presenza di sprawl urbano)
 Cesena, Cesenatico e Forlì hanno tutti e tre
queste caratteristiche negative
 Quali descrittori della forma del consumo di
suolo sono stati calcolati due indicatori: la
superficie media delle aree edificate e la loro
concentrazione nel territorio (densità)
 Anche in questo caso i sistemi locali sono
stati classificati in quattro gruppi in funzione
della combinazione dei loro valori rispetto
alla media nazionale
 Molti sistemi locali, particolarmente diffusi al
Nord (99 in tutto, a destra nella figura) sono
caratterizzati da densità elevata delle località
edificate di grande superficie
 Si tratta di comportamenti insediativi di tipo
pervasivo, in un contesto caratterizzato da
elevata popolazione e ristretti spazi idonei
all’insediamento antropico
 Ancora una volta, i tre sistemi di Cesena,
Cesenatico e Forlì hanno queste
caratteristiche
22
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
23
Patrimonio, paesaggio, tradizione e
creatività
 La caratterizzazione socio-economica dei sistemi locali permette di verificare in che
misura fattori come il patrimonio artistico e naturale, la storia, la cultura e la
tradizione locale, la qualità della vita rappresentino opportunità effettive per i
territori, verificando se le risorse fisiche e le attività economiche rispecchino o meno
la “vocazione culturale e attrattiva” dei luoghi
 Definita in riferimento non solo al patrimonio storico e monumentale e a quello
paesaggistico, ma anche alle risorse agro-alimentari e all’artigianato artistico,
all’industria culturale e a quella creativa, cioè a quell’insieme di fattori che, come
evocato dal concetto di soft-power (Joseph Nye), concorrono a costruire l’immagine
e il prestigio di un territorio, al di là degli aspetti meramente economici e politici
 La vocazione culturale e attrattiva è dunque definita:
 dalla presenza sul territorio di risorse materiali o di attività che incorporano un elevato
valore intangibile, cioè una forte componente simbolica di natura estetica, artistica, storica
e identitaria (patrimonio culturale e paesaggistico)
 dall’orientamento dei contesti locali verso attività economiche correlate a questa identità,
attraverso le forme della tradizione o, all’opposto, in chiave di innovazione creativa (tessuto
produttivo/culturale)
I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri
Forlì, 21 ottobre 2015
24
Il valore culturale del territorio
 Cinque raggruppamenti di sistemi locali:
 La grande bellezza, caratterizzati da valori elevati in entrambi gli indicatori
 La potenzialità del patrimonio, caratterizzati da valori elevati per la consistenza del
patrimonio culturale e paesaggistico, ma con carenze nella componente formativa e
produttivo-imprenditoriale
 L’imprenditorialità culturale, caratterizzati all’opposto da valori alti con riferimento alle
caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non corredati da un valore equivalente
nella dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico
 Il volano del turismo, con valori sempre medio-bassi in termini sia di dotazione del
patrimonio culturale e paesaggistico, sia di tessuto produttivo/culturale, ma che alcune
aree di forte attrattività
 La perifericità culturale, in cui i sistemi locali presentano dotazione e produzione culturale
sistematicamente inferiori ai valori di riferimento
 Le modalità storiche dello sviluppo turistico romagnolo collocano prevedibilmente i
tre sistemi di maggiori dimensioni (Cesena, Cesenatico e Forlì) nel gruppo
dell’imprenditorialità culturale, ma è interessante notare che nessuno dei restanti
sistemi locali si connota come del tutto periferico: sia i sistemi di Bagno di Romagna
e di Santa Sofia (che sono classificati nel gruppo potenzialità del patrimonio), sia
quello di Modigliana (nel gruppo del volano del turismo) presentano margini di
sviluppo nella valorizzazione culturale dei propri territori
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2015.10.21 I sistemi locali di Forlì-Cesena

  • 1. I sistemi locali romagnoli Aspetti strutturali e vocazioni di sviluppo Giovanni A. Barbieri Innovazione, infrastrutture e capitale umano per la competitività: opportunità per la Romagna Le direttrici prioritarie per lo sviluppo della Romagna 21 ottobre 2015
  • 2. Indice  Che cosa sono sistemi locali del lavoro?  I 6 sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena  Gli aspetti analizzati  Specializzazione produttiva prevalente  Struttura e performance delle imprese  Apertura internazionale ed esportazioni  Occupazione e disoccupazione  Caratteri socio-demografici e insediativi  Consumo di suolo  Imprenditorialità e vocazione culturale I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 2
  • 3. Le attività di ogni giorno modificano lo spazio  L’antropizzazione del territorio agisce a diverse scale  Gli spostamenti quotidiani delle persone lasciano tracce che portano testimonianza delle loro interazioni, delle loro relazioni  Siamo ormai abituati a pensarli in termini di big data...  Individuano spazi urbani definiti dalle relazioni tra persone, piuttosto che dall’edificato  Individuano aree funzionali, piuttosto che aree amministrative I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 3
  • 4. I sistemi locali del lavoro  Aggregazione di due o più comuni contigui sulla base dell’auto-contenimento dei flussi pendolari quotidiani tra luogo di residenza e luogo di lavoro  La griglia copre l’intero territorio nazionale  Auto-contenimento: massima interazione umana tra (concentrazione di) luoghi di produzione (lavoro) e di riproduzione sociale (residenza) 4 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015
  • 5. I 6 sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena  L’Istat individua nella provincia di Forlì-Cesena 6 sistemi locali, che coincidono quasi esattamente con il territorio provinciale:  Bagno di Romagna  Cesena  Cesenatico  Forlì  Modigliana  Santa Sofia  Le due eccezioni:  Borghi, amministrativamente in provincia di Forlì-Cesena, ricade nel sistema locale di Rimini  Bellaria-Igea Marina, amministrativamente in provincia di Rimini, appartiene al sistema locale di Cesenatico  Sono sistemi locali di dimensioni relativamente limitate:  30 comuni nel complesso  Poco più di 400.000 abitanti  In tre sistemi si concentra più del 90 per cento della popolazione: Forlì (oltre il 40 per cento), Cesena (più del 30) e Cesenatico (il 20 per cento circa) 5 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015
  • 6. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 6
  • 7. L’analisi per sistema locale  L’Istat nel suo Rapporto Annuale 2015 fa un uso intensivo della griglia territoriale dei sistemi locali, come chiave di lettura dei fenomeni economici e sociali  Riprendo questi temi con riferimento ai 6 sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena, nella convinzione che offrano una prospettiva strutturale all’individuazione delle direttrici prioritarie per lo sviluppo della Romagna  Gli aspetti analizzati:  Specializzazione produttiva prevalente  Struttura e performance delle imprese  Apertura internazionale ed esportazioni  Occupazione e disoccupazione  Caratteri socio-demografici e insediativi  Consumo di suolo  Imprenditorialità e vocazione culturale 7 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015
  • 8. Specializzazioni produttive [1]  La classificazione dei sistemi locali secondo le specializzazioni prevalenti, realizzata a partire dagli addetti alle unità locali del Censimento dell’industria e dei servizi aggregati articolati in 64 branche di attività economica, consente di delineare 17 gruppi omogenei, a loro volta ricondotti a 4 classi e 6 sotto-classi omogenei  Il nostro tessuto produttivo, concentrato su particolari specializzazioni e su dimensioni medio-piccole delle imprese, ha mantenuto in molti casi (272) le medesime caratteristiche tra i due censimenti, a distanza di dieci anni 8 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015
  • 9. Specializzazioni produttive [2]  Nei sistemi locali della provincia di Forlì-Cesena prevale largamente il modello del made in Italy, con particolare riferimento alle produzioni legate alle filiere dell’arredamento e a quella delle pelli e cuoio  Nel sistema locale di Cesena, più di quanto non avvenga per quello di Forlì, emerge un pattern di attività economiche (con la compresenza di specializzazioni in vari comparti manifatturieri e terziari) che ne mette in luce il rango urbano e la funzione di centro dei servizi  Nel sistema locale di Cesenatico la vocazione turistica si associa alla presenza manifatturiera  Forlì continua a essere, nelle classificazioni dell’Istat, un distretto industriale specializzato nei beni per la casa  Appartiene al gruppo che le analisi dell’Istat hanno definito distretti territorialmente persistenti e sofferenti  Molti distretti storici, infatti, pur mantenendo la loro connotazione settoriale e connotazione, hanno sofferto in termina di perdite occupazionali, soprattutto nel comparto manifatturiero e proprio nel settore di specializzazione I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 9
  • 10. Struttura e performance [1]  L’aumentata disponibilità di dati economici relativi alle imprese italiane (Frame-Sbs 2012) e la possibilità di riferirli ai luoghi di produzione consente di approfondire aspetti importanti della struttura e della performance  Il campo d’osservazione delle statistiche strutturali sulle imprese (Sbs) copre una parte rilevante dell’economia italiana: l’80 per cento in termini di addetti  La scelta dei sistemi locali rafforza la capacità esplicativa delle nuove informazioni disponibili  L’analisi, condotta con riferimento alle unità locali, si concentra su indicatori relativi alla caratteristiche strutturali (addetti, unità locali, dimensione media delle unità locali) e ai risultati economici I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 10
  • 11. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 11 Valore aggiunto per addetto (produttività) Costo del lavoro per dipendente
  • 12. Struttura e performance [2]  Produttività apparente del lavoro (valore aggiunto per addetto):  Questo indicatore colloca i due sistemi locali più importanti, quelli di Forlì e Cesena, nella classe centrale tra le 5 individuate dall’Istat  Tutti i sistemi locali della provincia, comunque, si collocano al di sotto della media nazionale  I sistemi locali di eccellenza (103 su 611) sono fortemente concentrati nelle grandi città, in alcuni settori di attività economica e nelle ripartizioni settentrionali (Romagna esclusa!)  Costo del lavoro per dipendente:  Anche per questo indicatore, come per il precedente, Forlì e Cesena si collocano nella classe centrale, e gli altri 4 sistemi in quella appena inferiore  La variabilità territoriale del costo del lavoro è molto più bassa di quella della produttività (circa la metà)  In questo caso, la classificazione dei sistemi locali tende a nascondere le differenze  La relazione econometrica tra la distribuzione territoriale della produttività del lavoro e quella relativa al costo del lavoro è rilevante e significativa  I risultati della stima confermano che un’alta remunerazione del fattore lavoro (che segnala una sua qualità elevata) è un elemento chiave della tenuta e del successo di un’impresa, e dunque della prosperità di un territorio I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 12
  • 13. Apertura internazionale ed esportazioni [1]  L’aumentata disponibilità di dati riferiti alle singole imprese consente di osservare il valore di esportazioni ed importazioni sul territorio che genera questi flussi e di misurare quindi l’apertura internazionale delle economie locali  Il saldo normalizzato della bilancia commerciale descrive una distribuzione territoriale più articolata: le aree in cui prevalgono le importazioni sono più esposte a componenti esogene quali i prezzi dei beni intermedi e finali  Benché tutti i sistemi locali esportino, la distribuzione territoriale della capacità di export è fortemente concentrata: il 53 per cento delle esportazioni nazionali ha origine in 20 sistemi locali I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 13
  • 14. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 14 Export per addetto Dinamica 2008-12 della performance all’export
  • 15. Apertura internazionale ed esportazioni [2]  Tutti i sistemi locali della provincia hanno un’apertura internazionale superiore al valore mediano nazionale e, nel caso di Cesena (e Modigliana), rientrano nella parte più elevata della graduatoria  Il saldo normalizzato della bilancia commerciale rivela per tutti i sistemi locali una prevalenza dell’export, in alcuni casi particolarmente forte: non emergono pertanto particolari vulnerabilità alle componenti esogene  Il valore delle esportazioni per addetto dà una misura della propensione all’export della struttura produttiva dei sistemi locali: ancora una volta tutti i sistemi della provincia si collocano al di spora del valore mediano nazionale e, nel caso di Cesena, nella parte alta della classifica  In termini dinamici (il periodo considerato è quello 2008-2012 e quindi non prende in considerazione le tendenze più recenti), le esportazioni per addetto sono risultate in crescita nel sistema di Forlì (ma anche in quelli di Bagno di Romagna e Santa Sofia), stabili in quello di Cesena (e Modigliana), in contrazione in quello di Cesenatico I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 15
  • 16. Occupazione e disoccupazione [1]  Le condizioni del mercato del lavoro sono il principale elemento di raccordo tra i fenomeni economici esplorati a scala locale e quelli sociali  Per questo il Rapporto annuale dell’Istat ha operato, a partire dai dati della rilevazione sulle forze di lavoro, una stima dei tassi di occupazione e disoccupazione  Nel 2014, ultimo anno per cui la stima è disponibile, i sistemi locali della provincia si collocano tutti nella situazione più favorevole, presentando simultaneamente alti livelli di occupazione e bassi livelli di disoccupazione (una parziale eccezione è rappresentata dal sistema locale di Cesenatico, dove i livelli della disoccupazione sono leggermente più elevati che nel resto del territorio) I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 16
  • 17. Occupazione e disoccupazione [2]  La situazione del 2014 è – va da sé – il risultato delle dinamiche negative sperimentate durante la crisi  Nel complesso, nel periodo 2008-2014 la riduzione dell’occupazione ha riguardato l’85,8 per cento dei sistemi locali italiani, dove risiede il 73,6 per cento della popolazione totale  Tre sistemi locali della provincia (Cesena, Forlì e Santa Sofia) fanno parte della minoranza di sistemi locali in cui il tasso d’occupazione è invece cresciuto (situazione, questa, relativamente più diffusa nel Nord-est)  Nello stesso periodo la disoccupazione è aumentata nella quasi totalità dei sistemi  In tutti i sistemi locali della provincia, però, il tasso di disoccupazione è cresciuto meno che nella media nazionale I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 17
  • 18. Caratteri socio- demografici e insediativi  Nella geografia funzionale dei sistemi locali si possono distinguere 7 raggruppamenti di sistemi, omogenei rispetto alla struttura demografica, alla dinamica della popolazione e alle forme dell’insediamento residenziale  Essi presentano una marcata caratterizzazione geografica che riproduce la dicotomia Centro- nord/Mezzogiorno e delinea nettamente, in questi due macro- ambiti, le aree urbane e i territori a connotazione rurale I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 18
  • 19. Caratteri socio-demografici e insediativi: i sistemi più piccoli  Nei sistemi locali della provincia sono rappresentati tutti e tre i raggruppamenti caratteristici del Centro-Nord  I 3 sistemi di minori dimensioni (Bagno di Romagna, Modigliana Santa Sofia) appartengono al raggruppamento denominato Il cuore verde, che ha connotazioni spiccatamente rurali e dove in tutta Italia risiedono circa dieci milioni di persone  A scala nazionale, le caratteristiche salienti del raggruppamento sono:  densità di popolazione particolarmente contenuta (meno di 90 abitanti per km2)  ruralità (bassa incidenza delle superfici dei centri abitati, elevata estensione media delle località extra-urbane)  sbilanciamento verso le classi di popolazione anziana  circa il 60 per cento della popolazione vive in comuni diversi dal centro capoluogo e i flussi pendolari sono consistenti  gli indicatori del mercato del lavoro mostrano valori tutti migliori di quelli nazionali, in particolare per quanto concerne i tassi di disoccupazione I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 19
  • 20. Caratteri socio-demografici e insediativi: Cesena e Cesenatico  I sistemi locali di Cesena e Cesenatico appartengono al raggruppamento denominato La città diffusa, un modello di sviluppo insediativo che privilegia le forme non compatte, rappresentato soprattutto nel Nord-est, nella pianura padana lombardo-emiliana e lungo i litorali marchigiano-abruzzese e pontino, e dove risiede un quinto della popolazione italiana  Le caratteristiche salienti del raggruppamento sono:  dimensione demografica media dei sistemi di circa 130 mila abitanti  popolazione più distribuita sul territorio (meno di un terzo degli abitanti vive nei comuni capoluogo)  elevata densità delle aree extra-urbane (quasi 40 abitanti per km2)  elevato consumo di suolo  consistenti flussi giornalieri di pendolarismo  minore quota di popolazione anziana  migliori performance del mercato del lavoro  maggiore presenza di imprenditori (4,2 per cento rispetto alla media del 3,4 per cento)  forte presenza straniera (in media il dieci per cento della popolazione residente, l’incidenza più elevata tra i gruppi individuati)  gli stranieri contribuiscono alla crescita demografica complessiva (+11,1 in un decennio) I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 20
  • 21. Caratteri socio-demografici e insediativi: Forlì  Il sistema locale di Forlì è invece una Città del Centro-nord, il raggruppamento il gruppo che include i sistemi locali di alcune tra le principali realtà urbane e dove risiedono 18 milioni di abitanti  A scala nazionale, le caratteristiche salienti del raggruppamento sono:  popolazione concentrata nel capoluogo (vi risiede in media il 53,3 per cento degli abitanti, contro un valore nazionale del 44,1 per cento)  popolazione mediamente più anziana (indice di vecchiaia pari a 165,6 a fronte di un valore medio di 148,7)  pochi bambini (meno di 19 in età inferiore ai 4 anni ogni 100 donne in età feconda contro 21,2 della media nazionale)  nuclei familiari di dimensione ridotta (monocomponenti nel 35 per cento dei casi)  nonostante tutto questo, variazione di popolazione registrata nell’intervallo intercensuario lievemente superiore rispetto a quella italiana (+5,2 per cento contro +4,3), grazie a una presenza di popolazione straniera maggiore della media  attrattività legata alle condizioni del mercato del lavoro  rispetto ai valori medi nazionali, tasso di occupazione (40,9 per cento) superiore di quattro punti  tassi di disoccupazione femminile e totale più contenuti  lavoro precario meno diffuso (17,9 contro 21,7 per cento) I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 21
  • 22. Consumo di suolo  La geografia dei sistemi locali consente una lettura dei livelli di consumo di suolo e delle morfologie dell’edificato dei principali sistemi urbani  Utilizzando le basi territoriali dei censimenti come base cartografica, la quantificazione dei livelli di consumo di suolo utilizza due indicatori:  per il territorio urbano, la quota della superficie edificata totale del sistema locale  per il territorio extra-urbano la densità di popolazione residente  I due indicatori sono stati composti in una misura sintetica che ha consentito di classificare in quattro classi i sistemi locali in funzione della combinazione dei loro valori (superiori o inferiori alla media nazionale)  In 160 sistemi locali (a sinistra nella figura) c’è una forte pressione sul territorio (località edificate compatte e presenza di sprawl urbano)  Cesena, Cesenatico e Forlì hanno tutti e tre queste caratteristiche negative  Quali descrittori della forma del consumo di suolo sono stati calcolati due indicatori: la superficie media delle aree edificate e la loro concentrazione nel territorio (densità)  Anche in questo caso i sistemi locali sono stati classificati in quattro gruppi in funzione della combinazione dei loro valori rispetto alla media nazionale  Molti sistemi locali, particolarmente diffusi al Nord (99 in tutto, a destra nella figura) sono caratterizzati da densità elevata delle località edificate di grande superficie  Si tratta di comportamenti insediativi di tipo pervasivo, in un contesto caratterizzato da elevata popolazione e ristretti spazi idonei all’insediamento antropico  Ancora una volta, i tre sistemi di Cesena, Cesenatico e Forlì hanno queste caratteristiche 22 I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015
  • 23. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 23
  • 24. Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività  La caratterizzazione socio-economica dei sistemi locali permette di verificare in che misura fattori come il patrimonio artistico e naturale, la storia, la cultura e la tradizione locale, la qualità della vita rappresentino opportunità effettive per i territori, verificando se le risorse fisiche e le attività economiche rispecchino o meno la “vocazione culturale e attrattiva” dei luoghi  Definita in riferimento non solo al patrimonio storico e monumentale e a quello paesaggistico, ma anche alle risorse agro-alimentari e all’artigianato artistico, all’industria culturale e a quella creativa, cioè a quell’insieme di fattori che, come evocato dal concetto di soft-power (Joseph Nye), concorrono a costruire l’immagine e il prestigio di un territorio, al di là degli aspetti meramente economici e politici  La vocazione culturale e attrattiva è dunque definita:  dalla presenza sul territorio di risorse materiali o di attività che incorporano un elevato valore intangibile, cioè una forte componente simbolica di natura estetica, artistica, storica e identitaria (patrimonio culturale e paesaggistico)  dall’orientamento dei contesti locali verso attività economiche correlate a questa identità, attraverso le forme della tradizione o, all’opposto, in chiave di innovazione creativa (tessuto produttivo/culturale) I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 24
  • 25. Il valore culturale del territorio  Cinque raggruppamenti di sistemi locali:  La grande bellezza, caratterizzati da valori elevati in entrambi gli indicatori  La potenzialità del patrimonio, caratterizzati da valori elevati per la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico, ma con carenze nella componente formativa e produttivo-imprenditoriale  L’imprenditorialità culturale, caratterizzati all’opposto da valori alti con riferimento alle caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non corredati da un valore equivalente nella dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico  Il volano del turismo, con valori sempre medio-bassi in termini sia di dotazione del patrimonio culturale e paesaggistico, sia di tessuto produttivo/culturale, ma che alcune aree di forte attrattività  La perifericità culturale, in cui i sistemi locali presentano dotazione e produzione culturale sistematicamente inferiori ai valori di riferimento  Le modalità storiche dello sviluppo turistico romagnolo collocano prevedibilmente i tre sistemi di maggiori dimensioni (Cesena, Cesenatico e Forlì) nel gruppo dell’imprenditorialità culturale, ma è interessante notare che nessuno dei restanti sistemi locali si connota come del tutto periferico: sia i sistemi di Bagno di Romagna e di Santa Sofia (che sono classificati nel gruppo potenzialità del patrimonio), sia quello di Modigliana (nel gruppo del volano del turismo) presentano margini di sviluppo nella valorizzazione culturale dei propri territori I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 25
  • 26. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 26
  • 27. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 27
  • 28. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 28
  • 29. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 29
  • 30. I sistemi locali romagnoli – G. A. Barbieri Forlì, 21 ottobre 2015 30