2. Verso un lavoro di rete per la Salute Mentale di comunità in
Sicilia,
sviluppare politiche di partecipazione e processi di ripresa
3. Premesse e priorita
Le seguenti tre sfide prioritarie prevedono, per i prossimi
anni, l’elaborazione, la realizzazione e la valutazione di una
serie integrata e programmata di azioni capaci di offrire, nel
settore della salute mentale, servizi in grado di migliorare il
benessere dell’intera popolazione.
I. La partecipazione e la rete sociale
II. La Formazione e la Ricerca
III. Il Sistema Informativo e la Programmazione Economica
4. Costruire una rete contro
l’esclusione sociale
1. Transizioni verso un lavoro di rete per la salute mentale di comunità
I. Da servizi aziendali frammentati ed in competizione con le altre agenzie sociali, ad un DSM
integrato e comunitario, in rete con tutti gli altri servizi territoriali.
II. Dal pagamento della retta per posto letto, al finanziamento del progetto terapeutico
individualizzato attraverso il budget di salute ed il mix di gestione.
2. Lotta allo stigma ed all’esclusione sociale
I. La salute mentale è un settore di lavoro ed un’area culturale centrale per lo sviluppo della
comunità e come tale ha una mission di collaborazione diretta con le Istituzioni e le
varie Agenzie della società locale.
II. Compito prioritario di tutti gli operatori coinvolti nel settore della salute mentale è quello di lottare
contro lo stigma e la discriminazione dei gruppi sociali vulnerabili e della
categorie sociali a
rischio disagio psico-sociale.
3. Partecipazione, Formazione e Progettazione
I. La governance clinica della Progettazione Terapeutica Personalizzata e della relativa
documentazione del PTI, rappresenta la pratica clinica di base che ogni paziente ha diritto a
ricevere ed a cui si impegna a partecipare
II. La concertazione comunitaria, la ricerca scientifica, la partecipazione consapevole al Sistema
Informativo Sanitario (NSIS), la Formazione Continua, costituiscono le attività di base che la
gestione economica ed organizzativa delle aziende sanitarie deve garantire
5. Il Piano d’Azione Locale
L’Azienda Sanitaria Provinciale si doterà di un proprio Piano di Azione Locale
per la Salute Mentale di Comunità (PAL), elaborato attraverso pratiche di
concertazione con tutte le Agenzie del proprio territorio (Distretti, Enti Locali,
Imprese sociali e imprenditoriali, Associazioni dei familiari e degli utenti,
organizzazioni del mondo del lavoro e sindacali, volontariato e organizzazioni
culturali, ricreative e del mondo della formazione e dell’istruzione).
Nell‘individuare gli obiettivi dovrà indicare anche le priorità a medio e breve
termine compatibili ed adeguate con le dotazioni finanziarie disponibili.
Nell‘ambito del PAL sarà assicurata grande attenzione agli interventi diretti alla
salute mentale della adolescenza e delle popolazioni migranti, definendo ed
adottando protocolli condivisi tra i Servizi di Salute Mentale, di
Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza, i Ser.T., i Servizi di Psicologia e
Servizio Sociale e gli altri Servizi sanitari e sociali presenti nell’azienda e nel
territorio, al fine di migliorarne l‘integrazione e la collaborazione.
Il PAL troverà specifica attuazione a livello distrettuale integrandosi in maniera
coerente con i PdZ.
6. Obiettivi e Indicatori per la
valutazione
1. L’integrazione pubblico-privato
per la presa in carico comunitaria
5. La doppia diagnosi e le aree di
confine
I. PTI e Mix Gestionale
II. Sostegno Abitativo: Domiciliarità e Residenzialità
I. Presa in carico dei pazienti con Doppia Diagnosi
II. Presa in carico dei pazienti con problematiche alcologiche
III. Servizi Nuove Dipendenze
2. Aspetti giuridici e sociali della
presa in carico istituzionale
I. Integrazione con la Sanità Penitenziaria
II. Amministrazione di Sostegno
III. Psichiatria di Collegamento e Consultazione e Psicologia di
Base
3. Servizi per l’Adolescenza nelle
fasi del ciclo di vita
I. La patologia mentale in età evolutiva
II. L’Area Integrata per l’Adolescenza
6. La salute mentale della
popolazione migrante
7. Qualità della Governance Clinica
8. Servizi di Inclusione SocioLavorativa
9. Formazione per i sistemi di cura
4. Lavorare con le emergenze e con i 10. La Ricerca ed il Sistema
disagi quotidiani
Informativo
I. Gestione delle Urgenze/Emergenze
II. La Prevenzione del Suicidio
III. Il Coinvolgimento della famiglia
IV. La Terapia delle patologie comuni
I. Istituzione del Sistema Informativo Dipartimentale
II. Convenzione e Accordi Quadro di Ricerca Scientifica
7. Lavoro nella comunità locale
Partecipazione alla comunità locale attraverso il lavoro
terapeutico
Il DSM Comunitario come luogo che favorisce
l’inclusione sociale
La comunità locale come rete vitale di
interconnessione e valorizzazione delle risorse
personali e sociali
Lavoro clinico attraverso le narrazioni delle storie degli
utenti e degli operatori
Lettura e pratica antropologica e gruppoanalitica nel
contesto locale
8. Il lavoro terapeutico con i paziente
Co-costruzione del progetto terapeutico personalizzato
attraverso metodologie gruppali-comunitarie (Gruppo
Analitico Vitale e Opertivo)
Cura delle parti sofferenti e riconoscimentovalorizzazione-sviluppo delle parti sane del paziente e
emersione della virtualità sana dalla sua personalità in
sincronia con la modificazione dell’organizzazione
familiare (Gruppi di Psicoanalisi MultiFamiliare)
Riconoscimento e legittimazione della responsabilità del
paziente sulla propria vita (malattia, guarigione, stili e
qualit{ di vita, scelte …) – Gruppi Allargati e Intermedi
Empowerment dei pazienti e dei familiari (sviluppare il
Capitale Sociale)
9. Il lavoro terapeutico con i paziente
Co-costruzione del progetto terapeutico personalizzato
attraverso metodologie gruppali-comunitarie (Gruppo
Analitico Vitale e Opertivo)
Cura delle parti sofferenti e riconoscimentovalorizzazione-sviluppo delle parti sane del paziente e
emersione della virtualità sana dalla sua personalità in
sincronia con la modificazione dell’organizzazione
familiare (Gruppi di Psicoanalisi MultiFamiliare)
Riconoscimento e legittimazione della responsabilità del
paziente sulla propria vita (malattia, guarigione, stili e
qualit{ di vita, scelte …) – Gruppi Allargati e Intermedi
Empowerment dei pazienti e dei familiari (sviluppare il
Capitale Sociale)
10. Il lavoro intermedio degli operatori
Sostegno allo spazio relazionale intermedio tra i legami
istituzionali e i legami sociali
Lavoro di cura come attivazione di processo trasformativo
del pensiero sui legami forti (famiglie e istituzioni
sanitarie)
Il lavoro con le famiglie nelle comunità locale come
processo di de-istituzionalizzazione e de-familiarizzazione
delle istituzioni
Il lavoro nella comunità locale come processo di attivazione
e sviluppo di legami deboli (iniezioni di cellule staminali
nelle reti di relazioni sociali dei pazienti)
11. La Carta di Rete
Il processo di cura come lavoro sulla rete delle relazioni da
valutare attraverso la somministrazione delle carte di rete
personale, lavorativa e territoriale
Carta di Rete Personale come mentalizzazione dei legami
del paziente (Familiari, transferali, sociali)
Carta di Rete Lavorativa come elaborazione dei legami
istituzionali degli operatori (con i colleghi, i pazienti,
familiari, committenza, agenzie locali …)
Il Disegno Simbolico dello Spazio di Vita Territoriale come
visualizzazione dei processi sociali di partecipazione alle
dinamiche psico-socio-economiche delle comunità locali.
12. Il DSM Comunitario come s/nodo
della comunità locale
Sviluppo della cultura locale (stigma, inclusione,
prevenzione e promozione della salute mentale di
comunità)
Attivazione di una cultura del lavoro di rete al servizio
dello sviluppo delle agenzie della comunità locale e dei
processi di convivenza civile della popolazione (di cui
il paziente e gli operatori fanno parte)
Sviluppare il Capitale Sociale della comunità locale
promuovendo gruppalità e progettualità sociale al
servizio delle innovazioni terapeutiche e culturali.
13. Relazioni Individuo-Contesto
I fattori terapeutici aspecifici come fattori fondamentale
della terapeuticità del DSM Comunitario
Un DSM è terapeutico nella misura in cui:
promuove e sviluppa le competenze-risorse-possibilità
(capabilities) del paziente e dell’operatore
partecipa attivamente e progettualmente ai processi e alle
dinamiche psico-socio-economiche locali
Sviluppa la capacità dei contesti di sostenere i processi di
guarigione dei pazienti
sviluppa empatia, fiducia, speranza, ascolto … capacit{
relazionali e crede nella possibilità e/o opportuntà di percorsi
di guarigione
14. Recovery in psichiatria
La recovery/guarigione riguarda la costruzione di
una vita soddisfacente e dotata di senso così come
definita dalla persone stesse, nonostante la
presenza o meno di sintomi o problemi ricorrenti
La recovery rappresenta un progressivo
distanziamento dalla patologia e dalla malattia
verso la salute e lo stare bene
15. Rinnovare la speranza e l’impegno
Mi concentro sui punti di forza e mi complimento
con i pazienti per i loro successi
Credo nella potenziale crescita e nel
miglioramento; il recovery è un’opportunit{ per
chiunque!
Utilizzo un linguaggio di speranza e di possibilità e
sono fiducioso anche quando i pazienti non lo
sono
Capisco che il recovery è un processo di
individiuazione
16. Essere sostenuto dagli altri
Le aiuto a sviluppare delle relazioni durature con la
comunità e con le persone che possono dare un aiuto a
titolo non professionale
Sono disposto a includere aiuti informali nel processo di
pianificazione del recovery
Sono disposto ad aiutare le persone trovare nella comunità
le risposte ai loro bisogni, credo in loro e condivido questa
fiducia con gli altri
Oltre a erogare le prestazioni, promuovo i loro interessi e
diretti
Valuto e analizzo la spiritualit{ come un’iportante fonte
potenziale di sostegno
17. Trovare il proprio posto nella comunità
Sostengo la partecipazione e i ruoli sociali di valore,
evidenziando l’occupazione come una via che conduce alla
recovery
Promuovo attività di svago e hobby basati sugli interessi di
ogni individuo
Sono in grado di effettuare una valutazione che si
concentra sui punti forza della persona nel relazionarsi con
l’istruzione, il lavoro e il tempo libero e sono ben informato
dell’intera gamma dei servizi comunitari e per la
riabilitazione
Affronto i problemi di tipo medico o fisico che potrebbero
impedire alle persone di seguire i loro interessi sociali e i
loro hobby
18. Ridefinire se stessi
Aiuto le persone a coinvolgersi in ruoli sociali di
valore e cerco di rispondere meglio ai loro interessi
culturali e ai loro valori
Vedo le persone come esseri completi, non le
considero solo in base alla loro malattia
Uso un linguaggio che mette la persona al primo
posto
Sono in grado di permettere alle persone di
condividere le loro esperienze personali e il modo
in cui esse influiscono sulla loro visione del mondo
Lavoro “con e non “per” le persone e le aiuto a
pianificare la loro vita, al di là dei servizi
19. Gestire i sintomi
Fornisco l’accesso o le informazioni necessarie a una variet{ di metodi
diversi
Fornisco un’assistenza che riflette la comprensione del contesto
culturale in cui avviene la recovery
Capisco cha terapia è solo uno degli aspetti del recovery e che non tutti
hanno bisogno di una terapia per affrontare questo percorso
Lavoro con le persone per sviluppare strategie che prevengano la
ricaduta, ad esempio definiscono assieme a loro quali indicazioni
desiderano vengano seguite in caso di crisi
Insegno alle persone ad autogestirsi la malattia
Capisco che i sintomi non devono necessariamente essere eliminati
prima che le persona possa portare avanti il suo percorso di recovery
Permetto alle persone di esprimere i loro sentimenti, incluse la rabbia e
l’insoddisfazione e incoraggio l’utilizzo del sostegno tra pari e dei
modelli recovery-based
20. Assumere il controllo
Fornisco opportunità di scelta e offro delle opzioni
tra le quali scegliere
Concedo alle persone il diritto di commettere degli
errori considerando che per loro si tratta di
un’opportunit{ di apprendimento
Evito un atteggiamento di controllo
Sono in grado di fornire una pianificazione
centrata sulla persona
Evito l’atteggiamento dell’operatore che sa tutto e
mi relaziono alla pari
21. Combattere lo stigma
Evito di utilizzare un linguaggio stigmatizzante e
etichettante, cercando di trasformare la comunità in
un ambiente più accogliente
Sono in grado di affrontare i pregiudizi personali e
insegno alle persone come gestire lo stigma
difendendo se stessi e gli altri
Non indosso il tesserino quando lavoro con qualcuno
al di fuori delle mura del servizio
22. Maturare empowerment
Coinvolgo le persone in recovery in ogni aspetto
della pianificazione, dello sviluppo e del
miglioramento del servizio
Conosco le leggi per la disabilità e la salute
mentale e insegno alle persone come possono
utilizzarle per proteggersi
Incoraggio le persone ad essere dei cittadini
responsabili
Valuto i comportamenti assertivi e l’autonomia
come elementi di crescita e, come conseguenza di
questo miglioramento, riduco gli aiuti
23. Nuovi orizzonti di cura per la grave
patologia mentale
Domiciliarità, gruppi appartamento, abitazioni sostenuti,
associazionismo degli utenti, inclusione sociale e
lavorativa, promozione e formazione di facilitatori sociali
Allocazione delle risorse nel Badget di salute
individualizzato attraverso l’individuazione dei bisogni di
salute e il PTI
Attuazione dei Piani di Azione locale per la salute mentale
con la partecipazione delle associazioni degli utenti e delle
associazioni delle famiglie con individuazione degli sprechi
e di pratiche illecite
La valutazione dei servizi da parte degli utenti
Sviluppo di pratiche di psicoterapia di comunità
24. Un contesto di vita/cura può essere definito dispositivo
terapeu-tico comunitario in presenza di:
una teoria di riferimento e un linguaggio condiviso tra clinici,
ope-ra-tori sociali, pazienti, familiari e committenti;
un’organizzazione del lavoro che dia spazio alla narrazione
collet-ti-va della storia clinico-sociale del paziente e alla
riflessione sulle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti;
una metodologia improntata alla condivisione democratica del
po-tere decisionale sul trattamento nel suo complesso, sui
progetti specifici e sulle attività quotidiane;
un progetto inter-culturale, pluri-istituzionale e multimodale,
in grado di incidere contemporaneamente sul nucleo familiare
e sul contesto comunitario di riferimento del paziente;
l’intenzione clinica di costruire un campo mentale comunitario
che funzioni come campo gruppale, per agire in senso
terapeutico piuttosto che antiterapeutico.
25. Bibliografia e Sito internet
Barone R., Bellia V., Bruschetta S. (2010), Psicoterapia di
Comunità. FrancoAngeli, Milano.
Barone R., Bruschetta S., Giunta S. (2010), Gruppoanalisi e
Comunità Terapeutica. FrancoAngeli, Milano.
Barone R., Bruschetta S. D’Alema M. (2013)
L’inclusione sociale e lavorativa in salute mentale. FrancoAngeli,
Milano.
Barone R. Bruschetta S, Frasca A.
Gruppoanalisi e sostegno all’abitare. Domiciliarità e
residenzialità nella cura comunitaria della grave patologia
mentale FrancoAngeli ( in press)
SITO : raffaelebarone.it