1. I PAPPATACI
I "pappataci" sono insetti di piccola taglia (2-3 mm), somiglianti a zanzare
miniaturizzate.Questa loro attività notturna si svolge nel più completo
silenzio (da pappatacio = pappare in silenzio). Oltre alle fastidiose punture,
alcune specie sono vettori accertati del protozoo Leishmania responsabile
della leishmaniosi. A livello sistematico appartengono alla famiglia
Psychodidae. Tutte le 700 specie di flebotomi descritte fino ad oggi sono
incluse nell'ultima sottofamiglia. In particolare, i generi diffusi in Europa
sono due: Phlebotomus e Sergentomyia. In Italia sono presenti in totale sette
specie, di cui solo una (Sergentomyia minuta) è compresa nel genere
Sergentomya.
Dal punto di vista morfologico, presentano come tutti gli insetti, il corpo
diviso in tre porzioni: il capo, il torace e l'addome.
Il capo ha un apparato boccale pungitore-succhiatore che, esclusivamente
nelle femmine si è modificato per lambire la cute dell'ospite. Dei tre
segmenti toracici, il secondo, detto mesotorace, è particolarmente sviluppato
e porta un paio di ali ricoperte da una fitta peluria. Senza entrare nei dettagli,
l'addome è suddiviso in 10 segmenti di cui quelli terminali sono trasformati
nell'apparato genitale, rispettivamente tre nella femmina, e quattro nel
maschio.
L'identificazione delle sette specie che si trovano in Italia non è immediata,
in quanto richiede un'osservazione dettagliata dell'armatura faringea e
spermatica (contenitore per gli spermi) nella femmina e la struttura genitale
(l'ipogidio, situato nella terminale dell'addome) nel maschio.
Il ciclo biologico si svolge con una metamorfosi completa con uno stadio di
uovo, quattro stadi larvali, uno di pupa e, infine, quello di adulto. Le larve
sono terricole, si nutrono di materiale organico in decomposizione ed il loro
sviluppo esige una temperatura relativamente costante del suolo, un livello
di umidità vicino a quello di saturazione e la completa assenza di luce. La
durata dello sviluppo è legata strettamente a fattori climatici: in Italia,
durante l'inverno, le larve entrano in una fase di diapausa; nella stagione
calda che va da giugno a settembre possono verificarsi fino a due cicli
completi con due generazioni di adulti.
Nell'uomo la puntura della femmina è spesso indolore, ma un attacco
massiccio di flebotomi può provocare irritazioni molto dolorose. Localmente
può manifestarsi una reazione cutanea, con prurito e la comparsa di una
piccola papula persistente anche per settimane. In soggetti sensibili o non
2. abituati alle punture di pappataci, possono insorgere reazioni allergiche più o
meno generalizzate, con febbre e cefalea. L'attività degli insetti è notturna, il
picco di massima attività si concentra attorno alla mezzanotte ed un'ora
prima del sorgere del sole.
Non essendoci un vaccino contro tale grave patologia, l'unico metodo di
controllo consiste nel risanamento dell'ospite vertebrato di Leishmania, i
cani domestici, e la lotta contro le tre specie di pappataci. La protezione
dalle punture dei flebotomi può avvenire o tramite misure individuali di
protezione, come l'uso di repellenti chimici da applicare sulla cute o con
l'applicazione di insetticidi ed operazioni di bonifica ambientale contro lo
sviluppo dei focolai larvali. La protezione individuale e collettiva può essere
resa più efficace con l'uso di zanzariere a maglie molto fitte alle finestre.
Inoltre, l'impiego di insetticidi ad azione residua negli ambienti domestici ha
portato nel secondo dopoguerra una sensibile riduzione della densità di
flebotomi in alcune aree endemiche di leishmaniosi cutanea in Abruzzo.
Data la limitata conoscenza dei predatori o parassiti dei flebotomi, non c'è
ancora la possibilità di applicare i principi di lotta biologica.
I pappataci si riproducono asessualmente cioè succhiando il sangue
alle persone, vale anche per la nutrizione,durante l'aspirazione del
3. sangue entra in circolo il veleno contenuto nella sacca posteriore.
ALCUNI EFFETTI COLLATERALI