3. Ore settimanali di educazione fisica nella
scuola europea
Scuola
infanzia
Primaria Sec.
inferiore
Sec.
superior
e
Ore a
fine
curricolo
ITALIA // // 2 2 512
FRANCIA 5 5 5 5 1680/
2600
GERMANIA 3 3 5 // 1404/
1466
GRECIA 3 2 5 3 1440
BELGIO 5 2 2/3 2/3 980/
1120
DANIMARCA 1 2 2 3/2 1040
OLANDA 5 2 3 1 1000
SPAGNA // 3 3 3 960
4. La doppia funzione della
psicomotricità funzionale
A. Lo sviluppo funzionale, nel
rispetto delle
differenze individuali
B. Il versante mentale: affettività,
emotività, cognitività
5. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
Nasce nei servizi di neuropsichiatria infantile all’inizio del
secolo scorso
Dupré con i suoi allievi tra il 1909 ed il 1913 studia quella che
definisce “debilité motrice” nella quale si raggruppano stati di
squilibrio motorio imputabili a sincinesie, paratonie, risposte
maldestre, in soggetti giovani
Man mano si prende coscienza che la “debilité motrice” di
Dupré è molto raramente isolata. Viene quindi adottato il
termine di “debilité psychomotrice”.
6. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
si fa strada dopo gli anni ’30 una fervida ricerca sulle origini di
questi disturbi psicomotori, sul modo di identificarli e rieducarli.
si creano tests di performances, tests che tendono a
determinare un’età motoria (per es. Ozeretski ), tests per
determinare l’evoluzione dello schema corporeo (per es.
Bergès-Lezine), prove per stabilire un profilo psicomotorio, ecc.
la concezione resta ancorata alla rieducazione psicomotoria,
mira pertanto a “correggere”, con ideazione di tecniche, i
disturbi messi in evidenza dai tests.
7. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
Ma ben presto la psicanalisi viene a temperare questa
concezione strumentale, mettendo in evidenza l’importanza del
problema affettivo dei bambini che hanno disturbi psicomotori:
si osserva infatti che una gran parte di essi presentano
immaturità affettiva e mediocre integrazione sociale
Pertanto nella seconda metà del secolo la rieducazione
psicomotoria si orienta maggiormente verso una “terapia
psicomotoria” privilegiando la dimensione relazionale e
abbandonando progressivamente gli obiettivi veramente
educativi o rieducativi.
8. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
La pratica sintomatica delle origini non trova nel frattempo
un giusto equilibrio fra l’affettivo ed il funzionale, mentre la
nuova forma di psicomotricità centrata sui problemi
affettivi parte dall’ipotesi che con il superamento di questi
problemi spariranno pure i problemi funzionali
C’è dunque un errore fondamentale di analisi: se è vero che
i sintomi osservati a posteriori possono essere riferiti a
problemi affettivi della prima infanzia, è pur vero che
quando compaiono disturbi funzionali che si accumulano,
questi evolvono secondo un proprio determinismo,
aggravando il clima affettivo-relazionale in cui vive il
soggetto.
11. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
Educazione psico motoria
formazione di base indispensabile a tutti i
bambini sia normali che in situazione di
handicap; essa risponde ad una doppia
necessità in quanto assicura lo sviluppo
funzionale tenendo conto delle possibilità del
bambino e aiuta la sua affettività a
manifestarsi e ad “equilibrarsi”
12. PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE
(cenni storici)
Terapia psico motoria
riguarda in particolare tutti i casi-problema nei quali
la dimensione affettiva o relazionale
sembrerebbe dominante nell’instaurarsi del
disturbo; può essere associata alla educazione
psicomotoria o prolungarsi con essa (nei casi gravi
la seconda ipotesi appare preferibile nella misura in
cui il primo tempo dell’azione terapeutica debba
avvenire senza preoccuparsi di uno sviluppo
funzionale metodico);
14. Fattori di differenza individuale che
possono contribuire alle differenze nel
movimento
Capacità
Attitudini
Tipo somatico
Retroterra
culturale
Stato emotivo
Livello fitness
destrezza manuale, forza tronco, ecc
aperto, chiuso, indifferente verso
nuove esperienze, ecc.
tarchiato, alto, magro, muscoloso, ecc.
etnia, religione, stato socio-economico,
ecc.
noia, ansia, paura, gioia, eccitazione, ecc.
basso, moderato, elevato
15. Liv. maturazione
Liv. motivazione
Esperienze
sociali pregresse
Esperienze
motorie
pregresse
Stile
apprendimento
uno a uno, piccolo gruppo, gruppo
allargato, ecc
visivo, verbale, cinestesico
immaturo, intermedio, maturo
basso, moderato, alto
ricreative, educative, competitive
Fattori di differenza individuale che
possono contribuire alle differenze nel
movimento
16. Pensa ad una situazione didattica vissuta in cui hai
avuto a che fare con individui portatori di differenze
individuali che ti hanno messo in difficoltà.
Come hai risolto la situazione?
Cosa avresti potuto fare?
ESERCITAZION
E