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La comunicazione non verbale
 I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti

e le azioni, gli atteggiamenti,le distanze,
l’intonazione della voce, gli odori,
l’abbigliamento, etc.
 La comunicazione non verbale è continua, per
lo più involontaria e prodotta dalla semplice
presenza di una persona da cui “trasuda”
senza sosta: la si può chiamare “espressione”
La cinesica
 La cinesica si occupa di analizzare i gesti e il loro

significato

 La classificazione della gestualità proposta da Ekman

e Friesen è orientata ad analizzare il comportamento
motorio come frutto di un’unica espressività, trovando
i collegamenti esistenti tra i singoli gesti, la loro
condizione d’uso, la codificazione e la loro origine
Segnali non verbali
 Secondo Ekman e Friesen (1969) esistono 5






categorie di segnali non verbali:
I gesti simbolici o emblemi
I gesti illustratori
I gesti indicatori dello stato affettivo
I gesti regolatori dell’interazione:
Gesti d’adattamento
Gesti simbolici
 I gesti simbolici o emblemi: hanno la capacità

di sostituire la comunicazione verbale e possono
essere utilizzati quando la comunicazione
verbale è impedita o per rafforzare lo scambio
comunicativo.
Gesti illustratori
 I gesti illustratori: tutti i vari movimenti

che accompagnano la comunicazione
verbale, illustrando ciò che si dice.

 Servono per ampliare, sottolineare la

comunicazione; per esempio vengono
accentuati quando non si parla bene la
lingua dell’interlocutore per favorire la
comunicazione che altrimenti sarebbe
scarsa.
Gesti affettivi
 I gesti indicatori dello stato affettivo: sono

segnali che di solito manifestano gli stati di
tensione psicologica attraverso movimenti
tipici che possono essere ad esempio lo
stringere forte i pugni per sottolineare uno
stato di rabbia. Questi gesti competano
l’espressione del volto.
Gesti regolatori dell’interazione
 I gesti regolatori dell’interazione:

determinano, durante un dialogo, l’ordine dei
vari interventi di ogni parlante. Usando
questi gesti, che possono essere cenni con il
capo o inarcamento delle sopracciglia, si può
orientare il flusso della conversazione
stessa.
Gesti adattivi
 Gesti d’adattamento: sono quei gesti che

rappresentano un modello di comportamento adattivo,
che di solito viene appreso nell’infanzia e si manifesta
attraverso segnali abituali non intenzionali, che
vogliono indicare un dato messaggio.

 Per questa categoria Ekman e Friesen hanno

individuato tre diverse tipologie:
 i segnali non verbali di tipo auto-adattivo,
 i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro” (contatti
con altre persone)
 i gesti”d’adattamento orientati sugli oggetti”.
Gesti adattivi
 i segnali non verbali di tipo auto-adattivo, sono quei

segnali che riguardano tutti i movimenti del corpo che gli
individui fanno durante l’interazione comunicativa
(automanipolazione);

 i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro” sono, per

esempio i contatti con altre persone.

 i gesti ”d’adattamento orientati sugli oggetti”, prevedono

la manipolazione di oggetti esterni durante lo scambio
comunicativo
ALCUNE RICERCHE AFFERMANO CHE IL DIALOGO E’
FORMATO DA:

PAROLE

VOCE

GESTUALITA’
OGNI COMUNICAZIONE AVVIENE
CONTEMPORANEAMENTE SU
DUE PIANI, QUELLO DEL CONTENUTO E QUELLO
DELLA RELAZIONE:
MEDIANTE LE PAROLE TRASMETTIAMO DELLE
INFORMAZIONI E CON I
SEGNALI DEL CORPO DIAMO “INFORMAZIONI
ALLE INFORMAZIONI”
Watzlawick
IL PARAVERBALE, CIOE’
I SEGNALI DELLA
VOCE (VOCE ACUTA,
PARLARE VELOCEMENTE,
ECC.)

I SEGNALI AUTOMATICI,
COME L’ ARROSSIRE,
IL SOSPIRARE,
IL SUDARE,
LA DILATAZIONE
DELLA PUPILLA

IL CONTATTO
FISICO: LA PELLE
CALDA, FREDDA,
SUDATA

LA MIMICA, CIOE’
I SEGNALI DEL VISO
(SORRISO,
SOPRACCIGLIE
AGGROTTATE, ECC.)

I SEGNALI
DEL
CORPO
I SEGNALI SOCIALI,
COME
L’ ABBIGLIAMENTO,
LA COSMESI

LA POSTURA, CIOE’ I
SEGNALI DEL BUSTO,
DELLE GAMBE E DEI
PIEDI (ACCAVALLARE
LE GAMBE, BUSTO
PROTESO IN AVANTI,
ECC.)

LA GESTUALITA’,
CIOE’ I SEGNALI DELLE
BRACCIA E DELLE
MANI (GRATTARSI,
STARE A BRACCIA
CONSERTE, ECC.)

LA PROSSEMICA:
LA DISTANZA,
VICINANZA CON
L’ INTERLOCUTORE
POSTURA
PARAVERBALE
MIMICA

SEGNALI
AUTOMATICI,

I SEGNALI
DEL
CORPO

GESTUALITA’,

SEGNALI SOCIALI,
CONTATTO
FISICO

PROSSEMICA
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– MIMICA: TUTTO CIO’ CHE SI OSSERVA DAL VOLTO DI UNA PERSONA
(PUPILLE DILATATE, MOVIMENTI DEGLI OCCHI, POSIZIONE
DELLE LABBRA, DELLE SOPRACCIGLIA, ECC.)

 EMOZIONI FONDAMENTALI:

- FELICITA’

- RABBIA

- INTERESSE

- TRISTEZZA

- SORPRESA

- DISGUSTO

- PAURA

- DISPREZZO
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– POSTURA:

POSIZIONE E MOVIMENTI (COME SI SISTEMA
IL CORPO NELLO SPAZIO)

OSSERVARE COME, AL VARIARE DI UNO STATO D’ ANIMO,

PUO’ VARIARE:
 LA POSIZIONE (AD ES. BRACCIA INCROCIATE, GAMBE

ACCAVALLATE, SONO SEGNALI DI DIFESA, DI CHIUSURA);
 SE CI SI AVVICINA (SE CI SI PINGE IN AVANTI VERSO L’

INTERLOCUTORE E’ UN SEGNALE DI INTERESSE);
 ASSENTIRE CON IL CAPO RINFORZA CIO’ CHE STIAMO

DICENDO O CIO’ CHE STIAMO ASCOLTANDO.
Postura
 1. Portamento, posa, o

posizione del corpo e
della sue parti: ad es.,
una postura
rannicchiata.
 2. Una posizione del
corpo fissa e
stazionaria,
contrapposta a un
movimento fluido del
corpo.

Uso: Se sostenuto (tenuto per più
di due secondi) un movimento del
corpo come il reclinamento della
testa può essere considerato una
postura. Anche se la durata varia,
la postura solitamente esprime
atteggiamenti, emozioni e stati
d’animo più di brevi gesti e fugaci
movimenti del corpo.
Postura (2)
 Postura, ruolo e atteggiamento personale
 Dominanza – sottomissione
 Rilassamento – tensione

 Interpretazione della postura dipendente dal

contesto interattivo
 Fenomeni di “accomodamento” posturale
 Postura poco sottoposta al controllo
volontario
 Postura come censura discorsiva
La postura
 Il primo elemento da osservare per una teoria del

linguaggio del corpo è lo spostamento del peso,
sia in posizione eretta, che seduta, che durante la
camminata:
 quanto più un soggetto sta ben dritto, tanto più
retto è il suo atteggiamento interiore.
 L’inclinazione in avanti è, invece, indice di
insicurezza,
 mentre l’inclinazione indietro è indice di
supponenza
La postura: la posizione eretta
La postura: il modo di
stare seduti
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– GESTUALITA’: I GESTI ESPRIMONO EMOZIONI:
• SGUARDO/TOCCARSI I CAPELLI: TENDENZA SEDUTTIVA
(MANIFESTAZIONE DI INTERESSE)
• GIOCARE CON GLI ANELLI, CON LA PENNA, STROPICCIARSI
LE MANI : NERVOSISMO, ANSIA, ECC.
• STROFINARSI: - IL NASO (PUO’ INDICARE PROBABILE
MENZOGNA)
- LE SOPRACCIGLIA/PALPEBRE (DISAGIO)
STARE ATTENTI A CHI STA COMPLETAMENTE IMMOBILE (NON VOLER

ESPRIMERE O TRADIRE LE PROPRIE EMOZIONI, SPECIALMENTE SAPENDO DI
MENTIRE)
Gesti
 Def: azioni motorie coordinate e circoscritte volte a generare un

significato e indirizzate ad un interlocutore, al fine di raggiungere
uno scopo.
Tipologia dei gesti

insieme assai eterogeneo e differenziato idoneo a svolgere funzioni anche
molto diverse fra loro
 Gesti iconici o lessicali: gesti illustratori
 Pantomima: rappresentazione motoria e imitativa di scene o situazioni
 Emblemi: chiamati anche gesti semiotici o simbolici es ok
 Gesti deittici: gesti di indicazione
 Gesti motori: movimenti ritmici
 linguaggio dei segni: linguaggio vero e proprio
Mano dietro la
nuca




Gesto 1. Toccare, grattare, o reggere
il dorso del collo o della testa con il
palmo aperto. 2. Varianti a. sollevare
una mano per grattarsi un orecchio,
afferrare un lobo auricolare, o
stimolare un canale auricolare: e
b. toccare, grattare o strofinare la guancia o il lato del collo.
Uso: durante una conversazione, la mano dietro la nuca può
essere letta come potenziale segno di incertezza conflitto,
disaccordo, frustrazione, rabbia, o antipatia (avversione sociale).
Solitamente riflette pensieri, sentimenti, o stati d’animo
negativi. Nel counseling, nei colloqui (lavoro, ecc.) e negli esami
questo gesto è spesso un indizio di una questione non risolta
che deve essere verbalizzata ed esplorata.
Volto
 Sguardo e contatto visivo
 Espressione del volto
Sguardo
 Rappresenta un potente segnale comunicativo.
 Contatto oculare: alto valore di sopravvivenza e per l’avvio di

qualsiasi rapporto interpersonale e poi come feedback sulla
situazione relazionale in atto.

 Sguardo e conversazione: segnale efficace per la regolazione dei

turni e come segnale di appello (comunicazione all’altro della propria
disponibilità a iniziare un’interazione).

 Sguardo e gestione dell’immagine personale e per regolare i rapporti

di distanza e vicinanza

 favorisce la cooperazione facilitando la comunicazione di intenti

positivi di condivisione

 la fissazione oculare: può assumere valore di pericolo o minaccia
Sguardo e contatto visivo
 Sguardi reciproci durante l’interazione





Regolazione
Percezione di sé e degli altri
Richiesta di consenso
Potere/status

 Intensità delle emozioni
 Sguardi frequenti = emozioni positive
 Distoglimento/evitamento = emozioni negative

 Frequenza e durata dello sguardo
CLEM



Direzione dello sguardo. 1. CLEM: Acronimo per
"conjugate lateral eye movement." 2. Reazione non
verbale, spesso a una domanda verbale, in cui gli occhi
si muovono insieme lateralmente (verso destra o verso
sinistra).

Uso: Movimenti involontari degli occhi (CLEM) segnalano
elaborazione delle informazioni, riflessione e pensiero.
Poiché spesso riflettono anche un dubbio non
verbalizzato, i CLEM possono essere usati come indizi
significativi per l’analisi.
Espressioni del
volto



Segnale. L’atto di comunicare un sentimento, opinione,
emozione, atteggiamento o altro messaggio
contraendo i muscoli del volto
Uso: La forza espressiva combinata dei muscoli del
mento, delle labbra, degli occhi, delle sopracciglia è
senza pari nel regno animale. Più di ogni altra parte del
corpo la nostra faccia rivela emozioni, opinioni e stati
d’animo. Mentre possiamo imparare a manipolare
alcune espressioni (ad es. il sorriso), alcune espressioni
facciali inconsapevoli (ad es. sporgere le labbra, tendere la
bocca, mostrare la lingua) riflettono i nostri veri sentimenti.
Molte espressioni facciali sono universali, altre
dipendono da regole e usanze culturali.
Sopracciglia



L’abbassamento delle
sopracciglia è un sensibile
indicatore di disaccordo,
dubbio, o incertezza.

1. Innalzare le sopracciglia aggiunge
intensità a un’espressione facciale.
Può servire a rafforzare uno sguardo
dominante, un broncio di
sottomissione o l’energia di un
sorriso. I muscoli occipitali elevano le
sopracciglia aggiungendo intensità a
qualsiasi gesto.
2. Innalzare una o entrambe le
sopracciglia Insieme a un movimento
all’indietro della testa suggerisce
un’aria di sdegnoso disprezzo,
arroganza o superbia. E’ possibile
che alziamo le sopracciglia mentre
diamo ordini, argomentiamo passaggi
importanti o facciamo delle richieste.
Reazioni inconscie
 Scuotere le spalle
 Schiarirsi la voce
 Fare il broncio
 Sollevare le sopracciglia
Sorriso
 È uno dei segnali fondamentali della specie umana.
 A livello filogenetico ritroviamo un omologia con l’espressione

facciale delle scimmie consistente nel “mostare i denti in
silenzio”come atto di difesa o sottomissione.

 In ambito umano il sorriso non è un segnale uniforme e univoco:
 sorriso spontaneo o di Duchenne: coinvolgimento di tutto il volto
 sorriso simulato o sorriso miserabile
 Non sempre legato alle emozioni ma spesso connesso con

l’interazione sociale e come promotore dell’affinità relazionale

 Regolatore dei rapporti sociali.
Sorriso




Espressione facciale
1. Un vero sorriso di felicità o
gioia.
2. Un’espressione in cui gli angoli
delle bocca curvano verso l’alto
e si formano delle pieghe agli
angoli degli occhi.
Uso: Anche se possiamo produrre sorrisi di cortesia e
sorridere alla macchina fotografica, il sorriso zigomatico
o sincero è difficile da produrre a richiesta. Mentre il
primo può essere consapevolmente manipolato (ed è
soggetto di manipolazione) il secondo è controllato dalle
emozioni. Il sorriso zigomatico è un riflesso più accurato
dello stato d’animo.
Sorriso (2)
 Promotore e facilitatore delle relazioni
 Segnale di conferma
 Segnalatore di potere/status
 Differenze di genere
 Culturalmente codificato
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– SEGNALI SOCIALI
 ABBIGLIAMENTO:
• FORMALE
• SPORTIVO/CASUAL
• CURATO
• ECCESSIVAMENTE CURATO (DETTAGLI MANIACALI)
•TRASANDATO/SCIATTO
 COSMESI:
• CAPELLI (PULITI, CURATI, PETTINATI, TAGLIATI)
• CURA DELLA PELLE (IMPURITA’, TATUAGGI, PIERCING
DENOTANO LA CURA, IL RISPETTO, L’ AFFETTO VERSO SE STESSI)

 DICONO DI NOI, DELLA NOSTRA PERSONALITA’ AGLI ALTRI:
L’ ABITO FA ANCHE IL MONACO
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– CONTATTO FISICO: FORMA PRIMARIA DI RELAZIONE
E DI SCAMBIO ENERGETICO
(LIVELLO PELLE):
- ASCIUTTA
- SUDATA: DISAGIO
- CALDA
- FREDDA: PAURA
 FONDAMENTALE LA STRETTA DI MANO:


- VIGOROSA/ENERGICA



- BREVE



- INTENSA
LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI
– I SEGNALI AUTOMATICI:
- ARROSSIRE
- SOSPIRARE
- SUDARE
- DILATAZIONE DELLA PUPILLA, ECC.

FONDAMENTALE LA CAPACITA’ DI

OSSERVARE E DI RECEPIRLI
………ESEMPIO….
DURANTE UNA CONVERSAZIONE DA SEDUTI E’ IMPORTANTE
NOTARE L’ ACCAVALLAMENTO DELLE GAMBE E I CAMBIAMENTI
DI POSIZIONE DEL CORPO, IN RELAZIONE AGLI ARGOMENTI
CHE SI STANNO AFFRONTANDO. SE LA CONVERSAZIONE
AVVIENE STANDO IN PIEDI, OCCORRE OSSERVARE SE
L’ INTERLOCUTORE SI AVVICINA A NOI CON PICCOLI PASSI,
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Comunicazione 2

  • 1. La comunicazione non verbale  I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti e le azioni, gli atteggiamenti,le distanze, l’intonazione della voce, gli odori, l’abbigliamento, etc.  La comunicazione non verbale è continua, per lo più involontaria e prodotta dalla semplice presenza di una persona da cui “trasuda” senza sosta: la si può chiamare “espressione”
  • 2. La cinesica  La cinesica si occupa di analizzare i gesti e il loro significato  La classificazione della gestualità proposta da Ekman e Friesen è orientata ad analizzare il comportamento motorio come frutto di un’unica espressività, trovando i collegamenti esistenti tra i singoli gesti, la loro condizione d’uso, la codificazione e la loro origine
  • 3. Segnali non verbali  Secondo Ekman e Friesen (1969) esistono 5      categorie di segnali non verbali: I gesti simbolici o emblemi I gesti illustratori I gesti indicatori dello stato affettivo I gesti regolatori dell’interazione: Gesti d’adattamento
  • 4. Gesti simbolici  I gesti simbolici o emblemi: hanno la capacità di sostituire la comunicazione verbale e possono essere utilizzati quando la comunicazione verbale è impedita o per rafforzare lo scambio comunicativo.
  • 5. Gesti illustratori  I gesti illustratori: tutti i vari movimenti che accompagnano la comunicazione verbale, illustrando ciò che si dice.  Servono per ampliare, sottolineare la comunicazione; per esempio vengono accentuati quando non si parla bene la lingua dell’interlocutore per favorire la comunicazione che altrimenti sarebbe scarsa.
  • 6. Gesti affettivi  I gesti indicatori dello stato affettivo: sono segnali che di solito manifestano gli stati di tensione psicologica attraverso movimenti tipici che possono essere ad esempio lo stringere forte i pugni per sottolineare uno stato di rabbia. Questi gesti competano l’espressione del volto.
  • 7. Gesti regolatori dell’interazione  I gesti regolatori dell’interazione: determinano, durante un dialogo, l’ordine dei vari interventi di ogni parlante. Usando questi gesti, che possono essere cenni con il capo o inarcamento delle sopracciglia, si può orientare il flusso della conversazione stessa.
  • 8. Gesti adattivi  Gesti d’adattamento: sono quei gesti che rappresentano un modello di comportamento adattivo, che di solito viene appreso nell’infanzia e si manifesta attraverso segnali abituali non intenzionali, che vogliono indicare un dato messaggio.  Per questa categoria Ekman e Friesen hanno individuato tre diverse tipologie:  i segnali non verbali di tipo auto-adattivo,  i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro” (contatti con altre persone)  i gesti”d’adattamento orientati sugli oggetti”.
  • 9. Gesti adattivi  i segnali non verbali di tipo auto-adattivo, sono quei segnali che riguardano tutti i movimenti del corpo che gli individui fanno durante l’interazione comunicativa (automanipolazione);  i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro” sono, per esempio i contatti con altre persone.  i gesti ”d’adattamento orientati sugli oggetti”, prevedono la manipolazione di oggetti esterni durante lo scambio comunicativo
  • 10. ALCUNE RICERCHE AFFERMANO CHE IL DIALOGO E’ FORMATO DA: PAROLE VOCE GESTUALITA’
  • 11. OGNI COMUNICAZIONE AVVIENE CONTEMPORANEAMENTE SU DUE PIANI, QUELLO DEL CONTENUTO E QUELLO DELLA RELAZIONE: MEDIANTE LE PAROLE TRASMETTIAMO DELLE INFORMAZIONI E CON I SEGNALI DEL CORPO DIAMO “INFORMAZIONI ALLE INFORMAZIONI” Watzlawick
  • 12. IL PARAVERBALE, CIOE’ I SEGNALI DELLA VOCE (VOCE ACUTA, PARLARE VELOCEMENTE, ECC.) I SEGNALI AUTOMATICI, COME L’ ARROSSIRE, IL SOSPIRARE, IL SUDARE, LA DILATAZIONE DELLA PUPILLA IL CONTATTO FISICO: LA PELLE CALDA, FREDDA, SUDATA LA MIMICA, CIOE’ I SEGNALI DEL VISO (SORRISO, SOPRACCIGLIE AGGROTTATE, ECC.) I SEGNALI DEL CORPO I SEGNALI SOCIALI, COME L’ ABBIGLIAMENTO, LA COSMESI LA POSTURA, CIOE’ I SEGNALI DEL BUSTO, DELLE GAMBE E DEI PIEDI (ACCAVALLARE LE GAMBE, BUSTO PROTESO IN AVANTI, ECC.) LA GESTUALITA’, CIOE’ I SEGNALI DELLE BRACCIA E DELLE MANI (GRATTARSI, STARE A BRACCIA CONSERTE, ECC.) LA PROSSEMICA: LA DISTANZA, VICINANZA CON L’ INTERLOCUTORE
  • 14. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – MIMICA: TUTTO CIO’ CHE SI OSSERVA DAL VOLTO DI UNA PERSONA (PUPILLE DILATATE, MOVIMENTI DEGLI OCCHI, POSIZIONE DELLE LABBRA, DELLE SOPRACCIGLIA, ECC.)  EMOZIONI FONDAMENTALI: - FELICITA’ - RABBIA - INTERESSE - TRISTEZZA - SORPRESA - DISGUSTO - PAURA - DISPREZZO
  • 15. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – POSTURA: POSIZIONE E MOVIMENTI (COME SI SISTEMA IL CORPO NELLO SPAZIO) OSSERVARE COME, AL VARIARE DI UNO STATO D’ ANIMO, PUO’ VARIARE:  LA POSIZIONE (AD ES. BRACCIA INCROCIATE, GAMBE ACCAVALLATE, SONO SEGNALI DI DIFESA, DI CHIUSURA);  SE CI SI AVVICINA (SE CI SI PINGE IN AVANTI VERSO L’ INTERLOCUTORE E’ UN SEGNALE DI INTERESSE);  ASSENTIRE CON IL CAPO RINFORZA CIO’ CHE STIAMO DICENDO O CIO’ CHE STIAMO ASCOLTANDO.
  • 16. Postura  1. Portamento, posa, o posizione del corpo e della sue parti: ad es., una postura rannicchiata.  2. Una posizione del corpo fissa e stazionaria, contrapposta a un movimento fluido del corpo. Uso: Se sostenuto (tenuto per più di due secondi) un movimento del corpo come il reclinamento della testa può essere considerato una postura. Anche se la durata varia, la postura solitamente esprime atteggiamenti, emozioni e stati d’animo più di brevi gesti e fugaci movimenti del corpo.
  • 17. Postura (2)  Postura, ruolo e atteggiamento personale  Dominanza – sottomissione  Rilassamento – tensione  Interpretazione della postura dipendente dal contesto interattivo  Fenomeni di “accomodamento” posturale  Postura poco sottoposta al controllo volontario  Postura come censura discorsiva
  • 18. La postura  Il primo elemento da osservare per una teoria del linguaggio del corpo è lo spostamento del peso, sia in posizione eretta, che seduta, che durante la camminata:  quanto più un soggetto sta ben dritto, tanto più retto è il suo atteggiamento interiore.  L’inclinazione in avanti è, invece, indice di insicurezza,  mentre l’inclinazione indietro è indice di supponenza
  • 19. La postura: la posizione eretta
  • 20. La postura: il modo di stare seduti
  • 21. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – GESTUALITA’: I GESTI ESPRIMONO EMOZIONI: • SGUARDO/TOCCARSI I CAPELLI: TENDENZA SEDUTTIVA (MANIFESTAZIONE DI INTERESSE) • GIOCARE CON GLI ANELLI, CON LA PENNA, STROPICCIARSI LE MANI : NERVOSISMO, ANSIA, ECC. • STROFINARSI: - IL NASO (PUO’ INDICARE PROBABILE MENZOGNA) - LE SOPRACCIGLIA/PALPEBRE (DISAGIO) STARE ATTENTI A CHI STA COMPLETAMENTE IMMOBILE (NON VOLER ESPRIMERE O TRADIRE LE PROPRIE EMOZIONI, SPECIALMENTE SAPENDO DI MENTIRE)
  • 22. Gesti  Def: azioni motorie coordinate e circoscritte volte a generare un significato e indirizzate ad un interlocutore, al fine di raggiungere uno scopo. Tipologia dei gesti insieme assai eterogeneo e differenziato idoneo a svolgere funzioni anche molto diverse fra loro  Gesti iconici o lessicali: gesti illustratori  Pantomima: rappresentazione motoria e imitativa di scene o situazioni  Emblemi: chiamati anche gesti semiotici o simbolici es ok  Gesti deittici: gesti di indicazione  Gesti motori: movimenti ritmici  linguaggio dei segni: linguaggio vero e proprio
  • 23. Mano dietro la nuca   Gesto 1. Toccare, grattare, o reggere il dorso del collo o della testa con il palmo aperto. 2. Varianti a. sollevare una mano per grattarsi un orecchio, afferrare un lobo auricolare, o stimolare un canale auricolare: e b. toccare, grattare o strofinare la guancia o il lato del collo. Uso: durante una conversazione, la mano dietro la nuca può essere letta come potenziale segno di incertezza conflitto, disaccordo, frustrazione, rabbia, o antipatia (avversione sociale). Solitamente riflette pensieri, sentimenti, o stati d’animo negativi. Nel counseling, nei colloqui (lavoro, ecc.) e negli esami questo gesto è spesso un indizio di una questione non risolta che deve essere verbalizzata ed esplorata.
  • 24. Volto  Sguardo e contatto visivo  Espressione del volto
  • 25. Sguardo  Rappresenta un potente segnale comunicativo.  Contatto oculare: alto valore di sopravvivenza e per l’avvio di qualsiasi rapporto interpersonale e poi come feedback sulla situazione relazionale in atto.  Sguardo e conversazione: segnale efficace per la regolazione dei turni e come segnale di appello (comunicazione all’altro della propria disponibilità a iniziare un’interazione).  Sguardo e gestione dell’immagine personale e per regolare i rapporti di distanza e vicinanza  favorisce la cooperazione facilitando la comunicazione di intenti positivi di condivisione  la fissazione oculare: può assumere valore di pericolo o minaccia
  • 26. Sguardo e contatto visivo  Sguardi reciproci durante l’interazione     Regolazione Percezione di sé e degli altri Richiesta di consenso Potere/status  Intensità delle emozioni  Sguardi frequenti = emozioni positive  Distoglimento/evitamento = emozioni negative  Frequenza e durata dello sguardo
  • 27. CLEM  Direzione dello sguardo. 1. CLEM: Acronimo per "conjugate lateral eye movement." 2. Reazione non verbale, spesso a una domanda verbale, in cui gli occhi si muovono insieme lateralmente (verso destra o verso sinistra). Uso: Movimenti involontari degli occhi (CLEM) segnalano elaborazione delle informazioni, riflessione e pensiero. Poiché spesso riflettono anche un dubbio non verbalizzato, i CLEM possono essere usati come indizi significativi per l’analisi.
  • 28. Espressioni del volto   Segnale. L’atto di comunicare un sentimento, opinione, emozione, atteggiamento o altro messaggio contraendo i muscoli del volto Uso: La forza espressiva combinata dei muscoli del mento, delle labbra, degli occhi, delle sopracciglia è senza pari nel regno animale. Più di ogni altra parte del corpo la nostra faccia rivela emozioni, opinioni e stati d’animo. Mentre possiamo imparare a manipolare alcune espressioni (ad es. il sorriso), alcune espressioni facciali inconsapevoli (ad es. sporgere le labbra, tendere la bocca, mostrare la lingua) riflettono i nostri veri sentimenti. Molte espressioni facciali sono universali, altre dipendono da regole e usanze culturali.
  • 29.
  • 30. Sopracciglia  L’abbassamento delle sopracciglia è un sensibile indicatore di disaccordo, dubbio, o incertezza. 1. Innalzare le sopracciglia aggiunge intensità a un’espressione facciale. Può servire a rafforzare uno sguardo dominante, un broncio di sottomissione o l’energia di un sorriso. I muscoli occipitali elevano le sopracciglia aggiungendo intensità a qualsiasi gesto. 2. Innalzare una o entrambe le sopracciglia Insieme a un movimento all’indietro della testa suggerisce un’aria di sdegnoso disprezzo, arroganza o superbia. E’ possibile che alziamo le sopracciglia mentre diamo ordini, argomentiamo passaggi importanti o facciamo delle richieste.
  • 31. Reazioni inconscie  Scuotere le spalle  Schiarirsi la voce  Fare il broncio  Sollevare le sopracciglia
  • 32. Sorriso  È uno dei segnali fondamentali della specie umana.  A livello filogenetico ritroviamo un omologia con l’espressione facciale delle scimmie consistente nel “mostare i denti in silenzio”come atto di difesa o sottomissione.  In ambito umano il sorriso non è un segnale uniforme e univoco:  sorriso spontaneo o di Duchenne: coinvolgimento di tutto il volto  sorriso simulato o sorriso miserabile  Non sempre legato alle emozioni ma spesso connesso con l’interazione sociale e come promotore dell’affinità relazionale  Regolatore dei rapporti sociali.
  • 33. Sorriso   Espressione facciale 1. Un vero sorriso di felicità o gioia. 2. Un’espressione in cui gli angoli delle bocca curvano verso l’alto e si formano delle pieghe agli angoli degli occhi. Uso: Anche se possiamo produrre sorrisi di cortesia e sorridere alla macchina fotografica, il sorriso zigomatico o sincero è difficile da produrre a richiesta. Mentre il primo può essere consapevolmente manipolato (ed è soggetto di manipolazione) il secondo è controllato dalle emozioni. Il sorriso zigomatico è un riflesso più accurato dello stato d’animo.
  • 34. Sorriso (2)  Promotore e facilitatore delle relazioni  Segnale di conferma  Segnalatore di potere/status  Differenze di genere  Culturalmente codificato
  • 35. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – SEGNALI SOCIALI  ABBIGLIAMENTO: • FORMALE • SPORTIVO/CASUAL • CURATO • ECCESSIVAMENTE CURATO (DETTAGLI MANIACALI) •TRASANDATO/SCIATTO  COSMESI: • CAPELLI (PULITI, CURATI, PETTINATI, TAGLIATI) • CURA DELLA PELLE (IMPURITA’, TATUAGGI, PIERCING DENOTANO LA CURA, IL RISPETTO, L’ AFFETTO VERSO SE STESSI)  DICONO DI NOI, DELLA NOSTRA PERSONALITA’ AGLI ALTRI: L’ ABITO FA ANCHE IL MONACO
  • 36. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – CONTATTO FISICO: FORMA PRIMARIA DI RELAZIONE E DI SCAMBIO ENERGETICO (LIVELLO PELLE): - ASCIUTTA - SUDATA: DISAGIO - CALDA - FREDDA: PAURA  FONDAMENTALE LA STRETTA DI MANO:  - VIGOROSA/ENERGICA  - BREVE  - INTENSA
  • 37. LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI – I SEGNALI AUTOMATICI: - ARROSSIRE - SOSPIRARE - SUDARE - DILATAZIONE DELLA PUPILLA, ECC. FONDAMENTALE LA CAPACITA’ DI OSSERVARE E DI RECEPIRLI
  • 38. ………ESEMPIO…. DURANTE UNA CONVERSAZIONE DA SEDUTI E’ IMPORTANTE NOTARE L’ ACCAVALLAMENTO DELLE GAMBE E I CAMBIAMENTI DI POSIZIONE DEL CORPO, IN RELAZIONE AGLI ARGOMENTI CHE SI STANNO AFFRONTANDO. SE LA CONVERSAZIONE AVVIENE STANDO IN PIEDI, OCCORRE OSSERVARE SE L’ INTERLOCUTORE SI AVVICINA A NOI CON PICCOLI PASSI, PERCHE’, IN TAL CASO, DIMOSTRA, SENZA VOLERLO, DI ESSERE INTERSSATO AD ESSA, MENTRE SE SI ALLONTANA MANIFESTA MINORE INTERESSE.