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COGITO ERGOCOGITO ERGO
SUM…SUM…
Questa è la
base del
pensiero
occidentale
L’uomo viene percepito come…
Puro pensiero
Tutto è nell’intelletto
Tutto è concetto
Questa eredità ha messo in
secondo piano
il corpo come fattore identitario:
Il mio corpo sono IO e attraverso
il mio corpo posso dire chi sono.
In molte culture non occidentali
sul corpo si iscrivevano i
significati sociali
MODIFICARE IL CORPOMODIFICARE IL CORPO
Le tecniche di ornamento e modificazione del
corpo sono innumerevoli: dal marchio di Caino,
citato nel Vecchio Testamento, ai tatuaggi sul
viso dei Maori, guardando alla varietà di questi
interventi sul corpo appare evidente che le
differenti pratiche mostrano poche somiglianze
le une con le altre. Per classificarle, gli
antropologi usano un metodo che si basa su
due fattori: l’oggettività della permanenzaoggettività della permanenza (la
durata di una decorazione nel tempo) e la
variazione strutturalevariazione strutturale (se, cioè, la parte del
corpo che viene abbellita appartiene ai tessuti
molli oppure ossei).
Dall’incrocio di questi fattori nasce uno schema
che racchiude le tante tecniche, antiche e
moderne, in quattro differenti tipologie:
- non invasive
- invasive
- temporanee
- permanenti
Perchè permanenti?Perchè permanenti?
Le popolazioni tribali sparse in tutto il mondo sono
ricorse più specificatamente alle decorazioni
corporee per:
- Indicare la propria appartenenza a un clan, una
tribù o a un gruppo totemico
- Segnalare la fascia d’età, il rango sociale o lo status
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mondo
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- Essere più attraenti per gli altri e per se stessi;
- Aumentare lo stimolo sessuale in se stessi e nel
partner.
INVASIVE e PERMANENTIINVASIVE e PERMANENTI
Questa categoria include le tecniche
che mirano a modificare una
qualsiasi parte del corpo
permanentemente attraverso
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scarificazionescarificazione
Trucco permanente,Trucco permanente,
piercing,piercing,
tatuaggiotatuaggio
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…circoncisione, clitoridectomia, infibulazione,
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Il ruoloIl ruolo
Le seguenti caratteristiche sono suddivise in
quattro gruppi. Per la realizzazione di un
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Centri d’attenzione: interno ○ , esterno ○➙
Tensione muscolare: 0% 100%➟
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mentalimentali:: la fisiognomicala fisiognomica
Perché la fisiognomica oggi?
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Partiamo dalla teoria della percezione: l’occhio non
registra tutti i dati visivi, ma ne seleziona alcuni
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evidenza
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Gli studiosi, da sempre, hanno cercato quei
caratteri fisici che potessero aiutare a classificare
gli esseri umani.
La fisiognomica è quell'attività che ha studiato
l'uomo attraverso le espressioni che si fissano sul
suo volto. Perciò l'attenzione è tutta rivolta ai
lineamenti del viso, ai dettagli del movimento,
anche alle più lievi contratture, espressioni che
rivelano una parte di noi non filtrata dalla ragione.
Quadro largo e profondo:
ovvero il controllo
Quadro stretto e poco profondo:
ovvero la relazione
Quadro con profilo prominente:
ovvero il dinamismo e l’innovazione
Quadro con profilo verticale: ovvero
la pianificazione e la struttura
il giocoil gioco
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profilerprofiler
Un po’ di esercizio…
MANIFESTAZIONE eMANIFESTAZIONE e
COMUNICAZIONE delle EMOZIONICOMUNICAZIONE delle EMOZIONI
ESPRESSIONI FACCIALIESPRESSIONI FACCIALI
 Prospettiva emotiva delle espressioni facciali:
• Le espressioni facciali hanno un valore prevalentemente
emotivo in quanto emergenza immediata, spontanea e
involontaria delle emozioni provate
• Esistono EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE:
• EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE: gioia, collera,
paura, sopresa, tristezza, disgusto
•Le emozioni sono governate da programmi neuromotori
specifici e definiti
•Isomorfismo fra emozione ed espressione facciale: a ogni
emozione corrisponde una determinata espressione
facciale.
COLLERA PAURA
COROLLARI:
invariabilità culturale delle espressioni facciali
universalità della loro produzione e riconoscimento senza
aver bisogno del contesto
LA PROSPETTIVA SITUAZIONISTA
(Fernandez-Dols, 1999)
Nella prospettiva comunicativa:
Importanza fondamentale del contesto
Le espressioni fuori contesto, considerate in modo isolato,
sono assai difficili da interpretare e si prestano a numerosi
equivoci (esempi)
Per la prospettiva situazionista (Fernandez-Dols)
un’espressione facciale non è pianificata né eseguita
secondo un insieme astratto e universale di regole, ma
secondo le condizioni del contesto di riferimento.
La produzione di un’espressione facciale dipende dalla
capacità di gestione locale sia delle emozioni sia delle
condizioni contestuali.
La stessa emozione (es. gioia) può suscitare espressioni
facciali diverse.
VOCEVOCE
Capacità del destinatario di riconoscere e di inferire lo stato
affettivo ed emotivo del parlante prestando attenzione
soltanto alle sue caratteristiche vocali
Accuratezza media di riconoscimento pari al 60%
Sono più facilmente identificabili le espressioni vocali delle
emozioni negative rispetto a quelle delle emozioni positive: le
prime sono più strettamente connesse con le condizioni della
sopravvivenza degli individui
Ogni emozione è caratterizzata da un preciso
e distintivo profilo vocale
•La collera: incremento della media, della variabilità e della
gamma della Fº; aumento dell’intensità della voce, presenza
di pause molto brevi o loro assenza; ritmo elevato; il profilo di
intonazione assume variazioni frequenti a forma angolare
•La paura: forte aumento della media, della variabilità e della
gamma della Fº (incremento rilevante delle perturbazioni;
profilo delle armoniche assai irregolare che indica la presenza
di tremori); elevata velocità del ritmo di articolazione,
intensità della voce molto forte; voce sottile, oltremodo tesa e
stretta, segnala la condizione di impotenza di fronte a una
minaccia
•La tristezza: tono mediamente basso per il decremento della
media e della gamma della Fº; volume modesto; presenza di
lunghe pause; ritmo di articolazione rallentato; voce rilassata
e stretta
•La gioia: aumento della media, della variabilità e della
gamma della Fº; tonalità molto acuta e profilo d’intonazione
progressivo; aumento dell’intensità; a volte, accelerazione del
ritmo di articolazione
•Il disprezzo: articolazione molto lenta delle sillabe e durata
prolungata della frase; tono di voce profondo; intensità piena
•La tenerezza: ritmo regolare, tonalità grave e profilo di
intonazione lineare; volume tendenzialmente basso; voce
ampia e distesa
GESTIGESTI
PER UNA TIPOLOGIA DEI GESTI
NON esiste ancora categorizzazione condivisa…
a) Gesticolazione (o gesti iconici o lessicali): “illustratori” o
“gesti ideativi”; accompagnano l’azione del parlare,
variano per forma, estensione spaziale e durata, e sono in
stretta relazione con quanto si dice con le parole; sono
scarsamente convenzionalizzati (sono idiosincratici); a
livello semiotico sono caratterizzati dalla globalità e dalla
sinteticità;comprende i gesti regolatori (mantengono la
sincronizzazione degli scambi comunicativi)
b) Pantomima: costituiscono la rappresentazione motoria e
l’imitazione di azioni, di scene o di situazioni; possono
essere semplici o complessi, di durata variabile, senza un
riferimento a un codice preciso; di norma, non
accompagnano il discorso, non sono convenzionalizzati e,
a livello semiotico, sono caratterizzati dalla globalità e
dall’analiticità
c) Emblemi (o gesti simbolici): “gesti semiotici”; sono
notevolmente convenzionalizzati e codificati; di solito,
sono compiuti a distanza, in assenza di linguaggio, in
grado di esprimere concetti che possono essere detti
anche con parole; sul piano semiotico, costituiscono unità
segmentate
d) Gesti deittici: movimenti, di norma compiuti con l’indice, per
indicare un certo oggetto, una direzione o un evento a
distanza; notevolmente convenzionalizzati, segmentati e
caratterizzati da sinteticità a livello semiotico
e) Gesti motori (o percussioni): movimenti semplici, ripetuti in
successione e ritmici; includono anche i gesti di
autocontatto; possono accompagnare il discorso o essere
prodotti da soli; scarsamente convenzionalizzati, ma
abbastanza comuni e condivisi; sono caratterizzati da
globalità e analiticità
f) Linguaggio dei segni: sistema dei segni impiegato dai
sordomuti; ha le proprietà di un linguaggio vero e proprio in
termini di arbitrarietà nella relazione fra segno e referente;
pienamente convenzionalizzati all’interno della comunità
dei partecipanti; caratterizzati dalla segmentazione e
dall’analiticità sul piano semiotico; presentano una specifica
rappresentazione corticale nell’emisfero si
N.B. non esistono linee precise e nette di demarcazione fra
una categoria e un’altra, poiché i gesti costituiscono un
sistema eterogeneo e continuo
PROSSEMICA E APTICAPROSSEMICA E APTICA
Il sistema prossemico e aptico nella
manifestazione delle emozioni
Sistemi di contatto
prossemica
Percezione,
organizzazione e uso
dello spazio, della
distanza e del territorio
nei confronti degli altri
aptica
Insieme di azioni di
contatto corporeo con un
altro
L’uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio
instabile fra processi affiliativi (di avvicinamento) ed esigenze
di riservatezza (di distanziamento)
Gestione della propria territorialità
•Territorio: area geografica che assume risvolti e significati
psicologici nel corso degli scambi di comunicazione
Territorio pubblico
Territorio dove gli individui
hanno libertà d’accesso, ma è
regolato da norme e vincoli
ufficiali e convenzionali; una
certa porzione di spazio è
marcata a livello di CNV come
propria attraverso segnali e
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rivendicata come
appartenente a sé in quella
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Territorio domestico
Territorio in cui l’individuo sente di
avere libertà di movimento in
maniera regolare e abituale; in
esso prova un senso di agio e ne
possiede il controllo; è distinto da
quello pubblico da precisi confini
sia fisici che psicologici
Territorio
Regolazione della distanza spaziale = buon indicatore della
distanza comunicativa fra le persone. Diversi tipi di distanza
•Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): distanza delle relazioni
intime
•Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): area invisibile che
circonda in maniera costante il nostro corpo
•Zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m): distanza per le interazioni
meno personali
•Zona pubblica (oltre i 4 m): distanza tenuta in situazioni
pubbliche ufficiali
Differenze culturali nella prossemica
Cultura della distanza
La distanza interpersonale è
grande, angolazione obliqua e
ogni riduzione spaziale è
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L’APTICA E IL CONTATTO CORPOREO
 
Azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri
•es. grooming animali
•Nel corso del periodo neonatale e dell’infanzia, il tatto è
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piccoli manifestano un bisogno innato di contatto corporeo
per ragioni sia fisiologiche che psicologiche. Su questa
base si crea il legame di attaccamento
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compiute in modo reciproco
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• Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di
affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale; in
pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame
che individua la coppia medesima in quanto coppia e che
segnala il desiderio di essere lasciata sola
• Il contatto corporeo può comunicare una relazione di
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• In numerose circostanze il contatto fisico è regolato
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Corpo e identità

  • 1. COGITO ERGOCOGITO ERGO SUM…SUM… Questa è la base del pensiero occidentale
  • 2. L’uomo viene percepito come… Puro pensiero Tutto è nell’intelletto Tutto è concetto
  • 3. Questa eredità ha messo in secondo piano il corpo come fattore identitario: Il mio corpo sono IO e attraverso il mio corpo posso dire chi sono. In molte culture non occidentali sul corpo si iscrivevano i significati sociali
  • 4. MODIFICARE IL CORPOMODIFICARE IL CORPO Le tecniche di ornamento e modificazione del corpo sono innumerevoli: dal marchio di Caino, citato nel Vecchio Testamento, ai tatuaggi sul viso dei Maori, guardando alla varietà di questi interventi sul corpo appare evidente che le differenti pratiche mostrano poche somiglianze le une con le altre. Per classificarle, gli antropologi usano un metodo che si basa su due fattori: l’oggettività della permanenzaoggettività della permanenza (la durata di una decorazione nel tempo) e la variazione strutturalevariazione strutturale (se, cioè, la parte del corpo che viene abbellita appartiene ai tessuti molli oppure ossei). Dall’incrocio di questi fattori nasce uno schema che racchiude le tante tecniche, antiche e moderne, in quattro differenti tipologie: - non invasive - invasive - temporanee - permanenti
  • 5. Perchè permanenti?Perchè permanenti? Le popolazioni tribali sparse in tutto il mondo sono ricorse più specificatamente alle decorazioni corporee per: - Indicare la propria appartenenza a un clan, una tribù o a un gruppo totemico - Segnalare la fascia d’età, il rango sociale o lo status - Marchiare schiavi e criminali - Significare il lutto - Tenere lontani il male e le malattie; - Ottenere l’ingresso, in punto di morte, in un altro mondo - Acquisire poteri magici - Apparire feroce e terribile ai nemici - Essere più attraenti per gli altri e per se stessi; - Aumentare lo stimolo sessuale in se stessi e nel partner.
  • 6. INVASIVE e PERMANENTIINVASIVE e PERMANENTI Questa categoria include le tecniche che mirano a modificare una qualsiasi parte del corpo permanentemente attraverso l’allungamento, la perforazione, il taglio o l’asportazione, l’introduzione di sostanze estranee o la modificazione della struttura ossea
  • 9. allungamento del collo e del cranioallungamento del collo e del cranio
  • 10. amputazione rituale, sacrificio delle ditaamputazione rituale, sacrificio delle dita
  • 11. …circoncisione, clitoridectomia, infibulazione, inserzione di dischi nei lobi delle orecchie, inserzione di placche nelle labbra, vari tipi di piercing con allungamento dei fori, fasciatura dei piedi, estrazione e limatura dei denti.
  • 12. Tutto ciò cambiaTutto ciò cambia quello che noi siamoquello che noi siamo Come agiamo con gli altriCome agiamo con gli altri Come gli altri ci percepisconoCome gli altri ci percepiscono Come ci giudicanoCome ci giudicano Come ci considerano socialmenteCome ci considerano socialmente
  • 18. Il ruoloIl ruolo Le seguenti caratteristiche sono suddivise in quattro gruppi. Per la realizzazione di un personaggio, trovate la caratteristica adeguata. Archetipo: dall’alto , alla pari , dal basso➘ ➙ ➚ Centri d’attenzione: interno ○ , esterno ○➙ Tensione muscolare: 0% 100%➟ Ritmo, peso corporeo: leggero, attivo, pigro, pesante
  • 20. Mettere alMettere al centro lecentro le personepersone
  • 21. L’impatto visivo e gli schemiL’impatto visivo e gli schemi mentalimentali:: la fisiognomicala fisiognomica
  • 22. Perché la fisiognomica oggi? 1. Strumento potente di lettura dell’altro che utilizziamo, anche inconsapevolmente, per stabilire (o meno) una relazione 2. Occasione per riconoscere i propri schemi mentali che influenzano la relazione con gli altri
  • 23. Una premessa… Partiamo dalla teoria della percezione: l’occhio non registra tutti i dati visivi, ma ne seleziona alcuni sulla base di uno schema mentale che riconosce: • gli elementi più marcati, che risaltano con evidenza • gli elementi stabili, che persistono nel tempo economia percettiva
  • 24. Cosa è la fisiognomica? Gli studiosi, da sempre, hanno cercato quei caratteri fisici che potessero aiutare a classificare gli esseri umani. La fisiognomica è quell'attività che ha studiato l'uomo attraverso le espressioni che si fissano sul suo volto. Perciò l'attenzione è tutta rivolta ai lineamenti del viso, ai dettagli del movimento, anche alle più lievi contratture, espressioni che rivelano una parte di noi non filtrata dalla ragione.
  • 25. Quadro largo e profondo: ovvero il controllo
  • 26. Quadro stretto e poco profondo: ovvero la relazione
  • 27. Quadro con profilo prominente: ovvero il dinamismo e l’innovazione
  • 28. Quadro con profilo verticale: ovvero la pianificazione e la struttura
  • 30. Un po’ di esercizio…
  • 31.
  • 32.
  • 33.
  • 34.
  • 35. MANIFESTAZIONE eMANIFESTAZIONE e COMUNICAZIONE delle EMOZIONICOMUNICAZIONE delle EMOZIONI
  • 37.  Prospettiva emotiva delle espressioni facciali: • Le espressioni facciali hanno un valore prevalentemente emotivo in quanto emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni provate • Esistono EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE:
  • 38. • EMOZIONI PRIMARIE o DI BASE: gioia, collera, paura, sopresa, tristezza, disgusto •Le emozioni sono governate da programmi neuromotori specifici e definiti •Isomorfismo fra emozione ed espressione facciale: a ogni emozione corrisponde una determinata espressione facciale. COLLERA PAURA
  • 39. COROLLARI: invariabilità culturale delle espressioni facciali universalità della loro produzione e riconoscimento senza aver bisogno del contesto
  • 40. LA PROSPETTIVA SITUAZIONISTA (Fernandez-Dols, 1999) Nella prospettiva comunicativa: Importanza fondamentale del contesto Le espressioni fuori contesto, considerate in modo isolato, sono assai difficili da interpretare e si prestano a numerosi equivoci (esempi)
  • 41. Per la prospettiva situazionista (Fernandez-Dols) un’espressione facciale non è pianificata né eseguita secondo un insieme astratto e universale di regole, ma secondo le condizioni del contesto di riferimento. La produzione di un’espressione facciale dipende dalla capacità di gestione locale sia delle emozioni sia delle condizioni contestuali. La stessa emozione (es. gioia) può suscitare espressioni facciali diverse.
  • 43. Capacità del destinatario di riconoscere e di inferire lo stato affettivo ed emotivo del parlante prestando attenzione soltanto alle sue caratteristiche vocali Accuratezza media di riconoscimento pari al 60% Sono più facilmente identificabili le espressioni vocali delle emozioni negative rispetto a quelle delle emozioni positive: le prime sono più strettamente connesse con le condizioni della sopravvivenza degli individui Ogni emozione è caratterizzata da un preciso e distintivo profilo vocale
  • 44. •La collera: incremento della media, della variabilità e della gamma della Fº; aumento dell’intensità della voce, presenza di pause molto brevi o loro assenza; ritmo elevato; il profilo di intonazione assume variazioni frequenti a forma angolare •La paura: forte aumento della media, della variabilità e della gamma della Fº (incremento rilevante delle perturbazioni; profilo delle armoniche assai irregolare che indica la presenza di tremori); elevata velocità del ritmo di articolazione, intensità della voce molto forte; voce sottile, oltremodo tesa e stretta, segnala la condizione di impotenza di fronte a una minaccia •La tristezza: tono mediamente basso per il decremento della media e della gamma della Fº; volume modesto; presenza di lunghe pause; ritmo di articolazione rallentato; voce rilassata e stretta
  • 45. •La gioia: aumento della media, della variabilità e della gamma della Fº; tonalità molto acuta e profilo d’intonazione progressivo; aumento dell’intensità; a volte, accelerazione del ritmo di articolazione •Il disprezzo: articolazione molto lenta delle sillabe e durata prolungata della frase; tono di voce profondo; intensità piena •La tenerezza: ritmo regolare, tonalità grave e profilo di intonazione lineare; volume tendenzialmente basso; voce ampia e distesa
  • 47. PER UNA TIPOLOGIA DEI GESTI NON esiste ancora categorizzazione condivisa… a) Gesticolazione (o gesti iconici o lessicali): “illustratori” o “gesti ideativi”; accompagnano l’azione del parlare, variano per forma, estensione spaziale e durata, e sono in stretta relazione con quanto si dice con le parole; sono scarsamente convenzionalizzati (sono idiosincratici); a livello semiotico sono caratterizzati dalla globalità e dalla sinteticità;comprende i gesti regolatori (mantengono la sincronizzazione degli scambi comunicativi)
  • 48. b) Pantomima: costituiscono la rappresentazione motoria e l’imitazione di azioni, di scene o di situazioni; possono essere semplici o complessi, di durata variabile, senza un riferimento a un codice preciso; di norma, non accompagnano il discorso, non sono convenzionalizzati e, a livello semiotico, sono caratterizzati dalla globalità e dall’analiticità c) Emblemi (o gesti simbolici): “gesti semiotici”; sono notevolmente convenzionalizzati e codificati; di solito, sono compiuti a distanza, in assenza di linguaggio, in grado di esprimere concetti che possono essere detti anche con parole; sul piano semiotico, costituiscono unità segmentate
  • 49. d) Gesti deittici: movimenti, di norma compiuti con l’indice, per indicare un certo oggetto, una direzione o un evento a distanza; notevolmente convenzionalizzati, segmentati e caratterizzati da sinteticità a livello semiotico e) Gesti motori (o percussioni): movimenti semplici, ripetuti in successione e ritmici; includono anche i gesti di autocontatto; possono accompagnare il discorso o essere prodotti da soli; scarsamente convenzionalizzati, ma abbastanza comuni e condivisi; sono caratterizzati da globalità e analiticità
  • 50. f) Linguaggio dei segni: sistema dei segni impiegato dai sordomuti; ha le proprietà di un linguaggio vero e proprio in termini di arbitrarietà nella relazione fra segno e referente; pienamente convenzionalizzati all’interno della comunità dei partecipanti; caratterizzati dalla segmentazione e dall’analiticità sul piano semiotico; presentano una specifica rappresentazione corticale nell’emisfero si N.B. non esistono linee precise e nette di demarcazione fra una categoria e un’altra, poiché i gesti costituiscono un sistema eterogeneo e continuo
  • 52. Il sistema prossemico e aptico nella manifestazione delle emozioni Sistemi di contatto prossemica Percezione, organizzazione e uso dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri aptica Insieme di azioni di contatto corporeo con un altro
  • 53. L’uso dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile fra processi affiliativi (di avvicinamento) ed esigenze di riservatezza (di distanziamento) Gestione della propria territorialità •Territorio: area geografica che assume risvolti e significati psicologici nel corso degli scambi di comunicazione
  • 54. Territorio pubblico Territorio dove gli individui hanno libertà d’accesso, ma è regolato da norme e vincoli ufficiali e convenzionali; una certa porzione di spazio è marcata a livello di CNV come propria attraverso segnali e indicatori, e può essere rivendicata come appartenente a sé in quella circostanza Territorio domestico Territorio in cui l’individuo sente di avere libertà di movimento in maniera regolare e abituale; in esso prova un senso di agio e ne possiede il controllo; è distinto da quello pubblico da precisi confini sia fisici che psicologici Territorio
  • 55. Regolazione della distanza spaziale = buon indicatore della distanza comunicativa fra le persone. Diversi tipi di distanza •Zona intima (fra 0 e 0,5 m circa): distanza delle relazioni intime •Zona personale (fra 0,5 e 1 m circa): area invisibile che circonda in maniera costante il nostro corpo •Zona sociale (fra 1 e 3,5/4 m): distanza per le interazioni meno personali •Zona pubblica (oltre i 4 m): distanza tenuta in situazioni pubbliche ufficiali
  • 56. Differenze culturali nella prossemica Cultura della distanza La distanza interpersonale è grande, angolazione obliqua e ogni riduzione spaziale è percepita come invasione Cultura della vicinanza La distanza interpersonale è ridotta, angolazione diretta e la distanza è valutata come freddezza e ostilità
  • 57. L’APTICA E IL CONTATTO CORPOREO   Azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri •es. grooming animali •Nel corso del periodo neonatale e dell’infanzia, il tatto è uno dei canali più importanti di comunicazione; i bambini piccoli manifestano un bisogno innato di contatto corporeo per ragioni sia fisiologiche che psicologiche. Su questa base si crea il legame di attaccamento
  • 58. Sequenze di contatto reciproco Due o più azioni di contatto compiute in modo reciproco nel corso della medesima interazione Contatto individuale Unidirezionale e rivolto da un soggetto a un altro APTICA
  • 59. • Nei rapporti amorosi, il contatto corporeo invia messaggi di affetto, di coinvolgimento e di attrazione sessuale; in pubblico, assume il valore comunicativo di segno di legame che individua la coppia medesima in quanto coppia e che segnala il desiderio di essere lasciata sola • Il contatto corporeo può comunicare una relazione di dominanza e di potere: di norma, le persone che occupano una posizione sociale dominante hanno la libertà di toccare coloro che sono in posizione di minor potere • In numerose circostanze il contatto fisico è regolato attraverso rituali che vi attribuiscono uno specifico significato legato al contesto d’uso