XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Le poesie di giulia e marina
1. “Profondi silenzi”
Voglio che la gente comprenda i miei silenzi,mi conosca tramite essi,senza chiedermi: perché?
Come?O mi chieda di trasformarli in parole.
Non so come si manifestano e perché mi avvolgono impossessandosi di me,bloccandomi ogni
facoltà di comunicare.
Sono io,o una parte di me irrazionale,che non potrei mai governare?
Si prendono gioco di me,apparendo e scomparendo,mostrandomi forte o fragile a loro
piacimento come fossi un giocattolo!
L'infinito,così definisco questi indefinibili silenzi.
Quanto ancora dovrà durare?
Per quanto tempo dovrò cercarvi,senza mai trovarvi?
Perché non volete che mi apra alla gente?
Cosa avete da nascondere?
Avete paura,forse?...Siete solo dei vigliacchi...
Non potete rimanere rinchiusi per sempre in me;
un giorno cesserete di esistere e quando ve ne pentirete,sarà già troppo tardi e solo all'ora
capirete di aver perso occasioni che,avrebbero reso importante la vostra esistenza...a quel
punto proverò solo pena...
Ho imparato a conoscere la profondità,che mi avete trasmesso,ma solo io mi ricorderò di
voi...e nell'eterna solitudine in cui mi farete cadere,vi trascinerò fino a farvi parlare,fino a
quando il mondo si accorgerà della voce dei silenzi e davanti a essa rimarrà
meravigliato,come fosse un miracolo...io compierò il miracolo.
Giulia Vario
2. “Canto di una libertà bruciata”
Passivo lo sguardo che guarda il tramonto
di un amore senza ritorno;
non voglio più guai,
non voglio che vai,
per sempre ormai nel mio cuore sarai.
Conto i giorni in questa cella,
e più mi rendo conto,
che la vita è quella;
basta sognare è ora di andare,
un'altra vita mi aspetta al di là di questa...
Andai all'inferno,mi guardai all'interno,
vidi una speranza ...che stava morendo.
Giulia Vario
Trama: Storia di un prigioniero condannato a morte, che con animo nostalgico vagheggia il
suo amore ormai perduto...la libertà!
3. “Fuori tempo”
Apro gli occhi: il cielo grigio;non c’è vento; strade strette e vicoli ciechi.
Domina il silenzio. Il silenzio sono io.
Alti edifici a specchi mi circondano;non vedo altro che me: taciturna e trasparente.
Mi domando dove siano finiti gli altri. Nessuna risposta.
Continuo a progettare la mia vita;scrivo,cancello,esito qualche istante,poi continuo a scrivere.
Perfetto!L’ho scritta tutta,ma mi manca la parte centrale;
non riesco a trovare l’idea,il metodo per concludere,per superare questo ostacolo e andare avanti.
Una voce dentro me,mi dice:<< Agata!Stai perdendo tempo!Non riuscirai mai a concludere la tua
vita scrivendola;la parte centrale che ti manca è il tuo presente,tempo reale e astratto,che non puoi
trovare in parole,puoi soltanto viverlo;gli altri non hanno mai fatto progetti,eppure,sono saliti fin
sopra questi alti edifici scivolosi e hanno preso il volo verso una vita a colori!>>
Ritorno sola. Il mio umore è statico e fatiscente;come una casa abbandonata,che
silenziosamente cade a pezzi;il suo colore sbiadisce,le finestre si rompono;entra chiunque;il
vento,la pioggia,si prendono gioco di lei;ed essa ormai debole perderà la sua identità e cadrà
senza lasciare alcun segno,come non fosse mai esistita;il tempo,che non si è fermato a
soccorrerla,ha contribuito alla sua distruzione e continua a scorrere imperterrito,come andasse
di fretta per giungere ad una meta.
Voglio un cambiamento,e l’avrò!
Mentre il tempo degli altri continua a scorrere…il mio finisce qui.
By Giulia Vario
4. “La gioia del mare”
Splendea la cerulea onda
accarezzando dolcemente
la ridente spiaggia.
Il cavalluccio correa
tra le onde, l’alga
oscillava tra le melodiose note
dello scoglio di mare.
Un legno passeggiava allegro
nelle cascate della soave
bellezza della natura.
Tutto è in festa
ed è solo la gioia
lo sfavillio del mare.
Marina Montalto