Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Presentazione Emergenze archeologiche
1. Sito archeologico
Serre di Altilia-Vigna Baracco
Rotary Club Distretto 2100
Santa Severina, Castello fortezza
(25 gennaio 2008)
(Prof. Francesco Lopez)
6. ATTIVITÀ DI SCAVO CONDOTTA DA
PASQUALE ATTIANESE
(1977-78)
A) RELAZIONE ARCHEOLOGICA PUBBLICATA SULLA
RIVISTA “IL PUNTO” (1980-81) E SU “LA PROVINCIA
KR” (2002);
B) DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA;
C) REPERTI (LA MAGGIOR PARTE ESPOSTI QUI NEL
CASTELLO).
12. «Da ricognizioni preliminari è stato possibile riscontrare la
presenza di numerosi frammenti ceramici dispersi sull'intera
superficie del terrazzo, con particolari concentrazioni di
frammenti in alcuni punti. Tra questi si evidenziano frammenti
di laterizi e ceramica acroma le cui forme fanno supporre la
presenza di un insediamento strutturato in età classico-
ellenistica. Inoltre, alcuni frammenti di impasto che sembrano
particolarmente presenti lungo l'estremità sud-occidentale
dell'altura, spingono ad ipotizzare anche la presenza di un
insediamento di età protostorica e preellenica».
RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA
(Dott. Gregorio Aversa)
13. «Particolarmente significativa risulta inoltre la posizione della
Serra di Altilia, dalla quale è possibile dominare la sottostante
vallata fino allo sbocco del Neto sulla costa del mar Jonio e, nel
contempo, la strozzatura che chiude l'ampia pianura fluviale nel
punto di passaggio tra la bassa e l'alta valle del fiume. La
collocazione dell'insediamento doveva pertanto favorire il
controllo dell'accesso alle risorse dell'altopiano della Sila,
tramite una delle principali vie di collegamento tra la costa
jonica e l'interno. Ciò assume particolare rilievo se si considera
che il sito si trova lungo uno dei probabili assi che, tramite il
corso dei fiumi Neto, Ampollino e Savuto, doveva mettere in
connessione mar Jonio e mar Tirreno».
RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA
(Dott. Gregorio Aversa)
30. «Il primo di tali interventi, realizzato a seguito di segnalazione,
ha permesso di individuare in un primo sito (UT1) sulla parte
alta della Serra. Qui sono stati recuperati i resti di una struttura
edilizia composta da muri a secco in pietrame e ciottoli, il cui
orizzonte cronologico si colloca tra metà IV e pieno III secolo
a.C. Della struttura sono stati recuperati parte di due ambienti
di forma quadrangolare orientati in senso NW-SE per
un’estensione complessiva di circa mq 100. Dal contesto
archeologico cui la struttura è associata sono emersi reperti che
evidenziano l’assenza di facies successive.
RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA
(Dott. Gregorio Aversa)
31. L’edificio presentava in origine una copertura fittile a
doppio spiovente con embrici piani e coppi pentagonali, sul
cui culmine era una linea di kalypteres hegemones del tipo a
schiena d’asino e tripla costolatura. Fra i materiali che
componevano il crollo dell’ambiente orientale (US4) si è
rinvenuta anche una tegola-opaion. All’interno dello stesso
ambiente doveva probabilmente trovare alloggiamento un
grosso dolium di cui si sono rinvenuti diversi frammenti con
bordo ad orlo ingrossato».
46. (Dott. Gregorio Aversa)
«Analoga cronologia mostra un altro tratto di edificio
individuato a circa 500 m di distanza dal primo su un sito
adagiato al di sopra di un terrazzo pochi metri più in
basso (UT2). Sia l’orientamento sia la tecnica edilizia di
questo secondo edificio corrispondono in tutto al
precedente. Sul livello di abbandono della struttura, di
cui si è messa in luce parte di tre ambienti, è stata
recuperata una fibula in argento databile alla seconda
metà del IV secolo a.C.»
RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA
47. «Entrambi i saggi hanno inoltre restituito sporadici frammenti
d’impasto, con ogni probabilità fluitati dalla sommità della serra,
i quali si aggiungono agli indizi iniziali circa la presenza di un
possibile insediamento protostorico […]. Nel settore indagato
sembra pertanto confermarsi il passaggio diretto da una facies
protostorica ad una primo ellenistica.
Come verificato grazie ad ulteriori ricerche di superficie, in
un'altra decina di siti è stato possibile recuperare materiale
analogo a quello trovato nel corso degli scavi: esso contribuisce a
rafforzare l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad uno degli abitati
indigeni, naturalmente fortificato, di maggiore importanza per il
controllo del territorio crotonese in età tardo-classica ed
ellenistica. A giudizio unanime delle fonti, infatti, a partire dalla
metà del IV secolo a.C., l'area in esame risulta ormai stabilmente
occupata dai Brettii, popolazione di origine lucana che contese
alle poleis italiote il controllo del territorio interno della Calabria
centro-settentrionale».
53. RICOSTRUZIONE AL COMPUTER
DEL SISTEMA
DI TERRAZZAMENTO
STRUTTURA
COMPLESSA
FRAMMENTI DI SUPERFICIE
SPORADICI
TRACCE DI FREQUENTAZIONE
PROTOSTORICA (IX-VIII A.C.)
ELLENISTICA (IV-II A.C.)
ROMANA (I-II D.C.)
70. CONCLUSIONI
(WORK IN PROGRESS)
RICOGNIZIONI E SCAVI HANNO PERMESSO AD
OGGI DI ACCERTARE L’ESISTENZA IN
LOCALITÀ SERRE DI ALTILIA DI:
A) UN INSEDIAMENTO STRUTTURATO DI ETÀ
TARDO CLASSICA ED ELLENISTICA (IV-III-II
SEC. A.C.);
B) TRACCE DI UN POSSIBILE INSEDIAMENTO
PROTOSTORICO (IX-VIII SEC. A.C.).
CONTINUITÀ DI “POPOLAZIONI ITALICHE”
(ENOTRI-BRETTI) E/O DI “GRECITÀ
MARGINALE”.
73. IPOTESI DI LAVORO
A) “SIBERINE” ENOTRICA
Strutture di Serre di Altilia prossime al
luogo dove si è conservato il toponimo
Santa Severina. Territorio omogeneo.
Ritrovamenti casuali sporadici di
singoli reperti costellano a macchia di
leopardo l’intera area compresa tra
Calusia-Campodenaro e Santa Severina.
76. IPOTESI DI LAVORO
B) “MAKALLA” O “LE MAKALLE”
Città o territorio a 120 stadi da
Crotone (21-23 km) legato al mito
dell’eroe omerico Filottete.
Analogia con le vicende archeologiche
di Petelia-Le Murge (Strongoli):
insediamento italico di IV sec. a.C.
con frequentazione protostorica.
77. RILEVANZA STORICA DELLA SCOPERTA
GLI STORICI NON SONO MAI RIUSCITI A SPIEGARE
ADEGUATAMENTE PERCHÉ L’ANTICA KROTON,
CONTRARIAMENTE ALLE INDICAZIONI
DELL’ORACOLO,
A) NON SIA STATA FONDATA ALLA FOCE DEL NETO;
B) NON SI SIA SVILUPPATA NELLA VALLE DEL NETO, A
DIFFERENZA AD ESEMPIO DI SIBARI, MA PIÙ A SUD.
78. RILEVANZA STORICA DELLA SCOPERTA
LA TESI DI MAURIZIO GIANGIULIO (RICERCHE SU
CROTONE ARCAICA, PISA 1989), LA PIÙ SERIA ED
ACCREDITATA, È CHE L’AREA DEL NETO ERA
PRESIDIATA DALLA “GRECITÀ MARGINALE”
FACENTE CAPO A FILOTTETE E A MESCOLANZE CON
POPOLAZIONI ITALICHE. L’UNICO RIFERIMENTO
ARCHEOLOGICO ERA FINORA OFFERTO DA PETELIA
(STRONGOLI). OGGI SAPPIAMO CHE SULLA BASSA
VALLE DEL NETO SI ERGEVA IN POSIZIONE
DOMINANTE L’INSEDIAMENTO DELLE SERRE DI
ALTILIA- SANTA SEVERINA. UN INSEDIAMENTO DEL
IV-III SEC. A.C., MA CON FREQUENTAZIONE
PROTOSTORICA (IX-VII SEC.A.C.). MEDESIMA
SITUAZIONE ARCHEOLOGICA DI PETELIA-LE MURGE.