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il CROTONESE SABATO 4 SETTEMBRE 2010 N. 103 23
Il monastero della Calabromaria
diventi un monumento nazionale
EspertiestudiosiraccontanoinunconvegnoleoriginidellamanifestazionediRoccabernarda
Mulerà,unafierariccadistoria
Venneistituitanel1300
daAlfonsod’Aragona
A sinistra, alcuni dei
commercianti che hanno
partecipato alla fiera di
Mulerà edizione 2010
In basso, una fase del
convegno durante il quale
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Etimologia greca
per la presenza
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con il culto mariano
Cosco suggerisce
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degli aragonesi
ROCCABERNARDA - Una manife-
stazione storica di cui pochi,
forse, conoscono le origini e
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comunale di Roccabernarda
ha promosso un interessante
conferenzasultema“Lafiera
di Mulerà nella storia”.
Perché questa fiera ha origini
antiche di secoli ed ha una sto-
ria piena di fascino. Una storia
che hanno provato a spiegare
Francesco Lopez, Antonio De
Rito e Francesco Cosco.
Dopo i saluti del sindaco, Vin-
cenzoPugliese,laparolaèpas-
sataalpresidentedelconsiglio,
FrancoRosa,chehacoordina-
to l’organizzazione della fiera
conl'aiutodeiconsiglieriTom-
masoBonofiglioeAntonioGa-
rofalo.
Rosa ha ribadito l’importanza
economica della Fiera di Mu-
lerà ed ha anche raccontato
anche un piccolo episodio per
sottolineare come questa ma-
nifestazione fosse conosciuta
rivelando che, nel 1963, ad un
cittadino rocchisano, Salvato-
rePulerà,inserviziodilevaun
capitanoregalòunlibrodovesi
parlava proprio della Fiera di
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Rosa, prima di concludere ha
ringraziatolaCnadiCrotonee
ha ringraziato Antonio Rosa e
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presidente del Centro Studi
Pelusio, iniziare le relazioni
storiche. Egli nel suo interven-
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oggi studi approfonditi, ad
esclusione di qualche articolo
pubblicato in anni recenti da
Andrea Pesavento, si è soffer-
mato sulla probabile etimolo-
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ròs (mugnaio) o polaròs (man-
driano). Di certo l'area di Mu-
lerà Vecchio in territorio di
Roccabernarda si colloca nel
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Tacina sono più vicini. Luoghi
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no”.
Lopezhaaggiuntoche“antica-
mentelafieradiMuleràculmi-
navaconlacelebrazionel'8set-
tembredellaNativitàdiMaria.
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prendeva in tal senso il model-
lo greco-romano ben attestato
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nia.Ariguardonotevolisonole
attestazioni di presenze ar-
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Roccabernarda,dalledueasce
votive in bronzo del X-IX sec.
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classica, fino alla villa romana
conannessanecropolidelV-VI
sec. d.C”.
AntonioDeRitohaevidenziato
che a dare importanza alla fie-
radiMuleràpotrebberoessere
stati in età medievale gli arabi.
Lostudiosohaquindiripercor-
so le tappe più importanti che
hanno segnato la nascita di
Roccabernarda sin dai tempi
della Pagania.
Più a lungo ha parlato France-
sco Cosco secondo il quale
“questa antica fiera è annove-
rata tra le più importanti della
Calabria sin dal 1300 e si svol-
geogniannoaiprimidisettem-
brenellapianadiMulerà,loca-
lità dove si trovava una chiesa
titolataaSantaMariadellana-
tività detta anche di Mulerà”.
“L'arcivescovo di Santa Seve-
rina Francesco Malabella - ha
raccontatoCosco-nel1660de-
scrive la chiesa situata ad un
miglio e mezzo dal paese. Una
antica fiera vi fu organizzata
per il commercio essenziale di
prodotti utili all'impianto od
allaproduzionediattivitàlavo-
rative.Bestiame,cuoiolavora-
to e tutto quanto serviva a bar-
dare un mulo, utensili metalli-
ci, sementi tele. Solo successi-
vamente si commerciarono
prodotti misti, unendoli ai pri-
mi i prodotti della terra, della
pastorizia e della sericoltura,
mentre solo da poco tempo è
diventata fiera per il commer-
cio di prodotti”.
Il professore Cosco ha sottoli-
neato che nonostante le muta-
zioni commerciali avvenute
nel tempo, la fiera di Mulerà
“non ha perduto però l'impor-
tanzastoricadiunavoltasìche
la sua indizione richiama gen-
tedatuttalaCalabriadivenen-
do, per il concorso di popolo e
per la frequentazione e i con-
tattiumani,momentodiincon-
tro di squisito valore antropo-
logico per tutto il vasto territo-
rio del petilino ed oltre”.
Idocumentipiùantichireperi-
ti da Cosco che parlano della
fiera risalgono al 1407 (perio-
doaragonese)cioèadoltre600
anni fa, quando il re di Napoli
concessel'appaltodellafieradi
Mulerà a Guglielmo Rogliano.
“Le fiere erano una esigenza
dellepopolazioni-hadettoCo-
sco-eallafieradiMuleràsifa-
cevanogrossiaffaridicompra-
vendita. Gli obbiettivi erano
quelli di acquisirvi i mezzi e gli
strumenti per lavorare, per in-
traprendereunanuovaattività
o per consolidare quella già
esercitata e non prettamente
quella di compravendita dei
prodotti del lavoro. Erano so-
prattuttovendutiovini,caprini
e bovini per l'attività della pa-
storizia, o gli animali d'ingras-
sodacrescere;vieranounain-
numerevole quantità di attrez-
zi di lavoro sia per il mondo
contadino che artigiano, quin-
di utensili in cuoio, bardature
per animali da soma, aratri,
carri per il trasporto e vi si tro-
vavano persino telai per le tes-
sitrici”.
“A Mulerà - ha continuato Co-
sco - gli animali avevano un
ruolopreminenteinquantonei
paesi pedemontani intorno a
Roccabernarda la pastorizia
eraattivitàpèrincipalerispetto
ad una agricoltura non molto
remunerativa”.
Francesco Cosco ha concluso
lasuarelazionesuggerendoin-
fine di dare alla fiera quell'ori-
ginario tocco storico esibendo
tra le bandiere comunali, na-
zionali ed europee anche il
gonfalone di Alfonso primo
d'Aragona “perchè si sappia
che la fiera di Mulerà ha tradi-
zionistorichecheaffondanosi-
no al 1300".
Il sindaco Migale ha fatto un
plausoalsindacodiRoccaber-
narda sostenendo: “Si deve ri-
prendere l'agricoltura, si deve
ricostruire l'Europa dal basso.
NoiaCutrostiamocercandodi
recuperare la coltura del gra-
no”.
Al termine delle relazioni,
l’Amministrazione comunale,
come previsto nell’ambito del-
le iniziative organizzate per il
recuperoelapromozionedella
fiera di Mulerà, ha proceduto
alla consegna del premi per
quanti rispecchiano la tradi-
zione.
Hanno ricevuto il riconosci-
mento Giuseppe Rosa e Giu-
seppe Macrì in quanto sono ri-
masti gli unici proprietari di
asini nel comune di Roccaber-
narda e per questo rappresen-
tano la tradizione contadina.
Premiata anche l’imprenditri-
ceagricolaMariaConcioperil
ruolo delle donne nell’agricol-
tura.
Infine, il sindaco ha consegna-
toilpremioFieradiMuleràal-
l'orafo crotonese Michele Affi-
dato che è stato elogiato per le
suerealizzazioniorafeediarte
sacra nelle quali sfondono la
modernitàconletradizioniar-
tistiche della nostra terra.
FELICE CERRA
CENTROMARCHESATO
I primi a dargli
importanza
furono gli arabi
nel medioevo
ALTILIA - Dichiarare il Mo-
nastero della Calabroma-
riamonumentonazionale
togliendolo al degrado ed
alla noncuranza. È quello
che chiede Francesco Lo-
pez (nella foto), presiden-
tedelCentrostudi‘Corne-
lio pelusio Parisio’ di Al-
tilia in una lettera inviata
ai rappresentanti delle
Istituzioni civili e religio-
se, alle associazioni di vo-
lontariato, agli uomini e
alle donne di cultura, a
quanti hanno a cuore la
storiael’identitàdellaCa-
labria.
Nella sua lettera Lopez so-
stiene che “La scoperta – al
termine di circa 15 anni di
studio e di ricerche, prima
storico-archivistiche e suc-
cessivamente archeologi-
co-strutturali – del Mona-
stero della Madonna della
Calabria o Calabromaria
suggerisce oggi alcune ri-
flessioni importanti e dove-
rose”.
“Un tempo - prosegue Lo-
pez - gli intellettuali aveva-
no, all’interno delle comu-
nità di appartenenza, un
ruolo di guida, evidente
non solo nel mettere al ser-
viziodelbenepubblicoillo-
ro pensiero, ma soprattutto
nell’accoglimento di que-
st’ultimo come fecondo e
significativo da parte della
società civi-
le e delle au-
torità costi-
tuite. A noi
piace pensa-
re che un
barlume di
tutto ciò sia
rimasto an-
cora in Ita-
lia. Ed è in
virtù di que-
sta speranza
che formu-
liamo l’invi-
to a valorizzare il patrimo-
niodiconoscenzecheèsta-
to possibile acquisire: far sì
chelagentediCalabriator-
ni ad ammirare, sul piano
culturale, il Monastero del-
la Madonna della Calabria,
recuperando in tal modo
all’interesse pubblico e per
le generazioni future una
parteassairilevantedelsuo
illustre passato”.
Perquestomotivo,secondo
Francesco Lopez, “non ap-
pare difficile immaginare –
è un dovere di fronte alla
Storia – che il Monastero
Calabroma-
ria, ‘simbo-
lo’ del culto
mariano per
l’intera re-
gione dal
XII al XVIII
secolo, pos-
sa diventa-
re, sottratto
al degrado
ed alla non-
curanza,
monumento
nazionale,
allo stesso modo dei ruderi
dell’altrettantogloriosaab-
bazia di Corazzo presso
Carlopoli. E tornare così a
risplendere di fama e bel-
lezza, come sotto Re Rug-
gero II normanno e Fede-
rico II di Svevia, il sovrano,
‘stupormundi’,chedelmo-
nastero Calabromaria era
il patronum principalem”.
Nell’ambito di questa ‘bat-
taglia culturale’, oltre alla
lettera, il centro studi Pari-
siohaanchepubblicato,in-
sieme all’associazione cul-
turale“NuoviOrizzonti”un
interessante opuscolo dal
titolo “Antiche presenze
monastichetraNetoeLese:
uno sguardo di insieme”.
Nel volume sono raccolte
tutte le scoperte storiche
sul Monastero della Cala-
bromaria di Altilia (l’attua-
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badia di Santa Maria di Ca-
bria ed Abate Marco. Molto
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è contenuto anche un dvd
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  • 1. il CROTONESE SABATO 4 SETTEMBRE 2010 N. 103 23 Il monastero della Calabromaria diventi un monumento nazionale EspertiestudiosiraccontanoinunconvegnoleoriginidellamanifestazionediRoccabernarda Mulerà,unafierariccadistoria Venneistituitanel1300 daAlfonsod’Aragona A sinistra, alcuni dei commercianti che hanno partecipato alla fiera di Mulerà edizione 2010 In basso, una fase del convegno durante il quale sono state spiegate le antiche origini della fiera Etimologia greca per la presenza di mulini e legami con il culto mariano Cosco suggerisce l’esposizione del gonfalone degli aragonesi ROCCABERNARDA - Una manife- stazione storica di cui pochi, forse, conoscono le origini e la lunga tradizione. Per que- sto scopo l’Amministrazione comunale di Roccabernarda ha promosso un interessante conferenzasultema“Lafiera di Mulerà nella storia”. Perché questa fiera ha origini antiche di secoli ed ha una sto- ria piena di fascino. Una storia che hanno provato a spiegare Francesco Lopez, Antonio De Rito e Francesco Cosco. Dopo i saluti del sindaco, Vin- cenzoPugliese,laparolaèpas- sataalpresidentedelconsiglio, FrancoRosa,chehacoordina- to l’organizzazione della fiera conl'aiutodeiconsiglieriTom- masoBonofiglioeAntonioGa- rofalo. Rosa ha ribadito l’importanza economica della Fiera di Mu- lerà ed ha anche raccontato anche un piccolo episodio per sottolineare come questa ma- nifestazione fosse conosciuta rivelando che, nel 1963, ad un cittadino rocchisano, Salvato- rePulerà,inserviziodilevaun capitanoregalòunlibrodovesi parlava proprio della Fiera di Mulerà. Rosa, prima di concludere ha ringraziatolaCnadiCrotonee ha ringraziato Antonio Rosa e Francesco Garofalo (proprie- tari di cavalli). È toccato a Francesco Lopez, presidente del Centro Studi Pelusio, iniziare le relazioni storiche. Egli nel suo interven- to, sottolineando come sulla fieradiMulerànonesistanoad oggi studi approfonditi, ad esclusione di qualche articolo pubblicato in anni recenti da Andrea Pesavento, si è soffer- mato sulla probabile etimolo- gia del nome: “dal greco myla- ròs (mugnaio) o polaròs (man- driano). Di certo l'area di Mu- lerà Vecchio in territorio di Roccabernarda si colloca nel puntoincui,aridossodellaSi- la,lavalledelNetoelaValledel Tacina sono più vicini. Luoghi questi ultimi di transumanza e dimulini.Daricordare,infine, il legame con il culto maria- no”. Lopezhaaggiuntoche“antica- mentelafieradiMuleràculmi- navaconlacelebrazionel'8set- tembredellaNativitàdiMaria. L'associazione fiera-culto ri- prendeva in tal senso il model- lo greco-romano ben attestato per il santuario di Hera Laci- nia.Ariguardonotevolisonole attestazioni di presenze ar- cheologiche in territorio di Roccabernarda,dalledueasce votive in bronzo del X-IX sec. a.C., al busto di Dioniso di età classica, fino alla villa romana conannessanecropolidelV-VI sec. d.C”. AntonioDeRitohaevidenziato che a dare importanza alla fie- radiMuleràpotrebberoessere stati in età medievale gli arabi. Lostudiosohaquindiripercor- so le tappe più importanti che hanno segnato la nascita di Roccabernarda sin dai tempi della Pagania. Più a lungo ha parlato France- sco Cosco secondo il quale “questa antica fiera è annove- rata tra le più importanti della Calabria sin dal 1300 e si svol- geogniannoaiprimidisettem- brenellapianadiMulerà,loca- lità dove si trovava una chiesa titolataaSantaMariadellana- tività detta anche di Mulerà”. “L'arcivescovo di Santa Seve- rina Francesco Malabella - ha raccontatoCosco-nel1660de- scrive la chiesa situata ad un miglio e mezzo dal paese. Una antica fiera vi fu organizzata per il commercio essenziale di prodotti utili all'impianto od allaproduzionediattivitàlavo- rative.Bestiame,cuoiolavora- to e tutto quanto serviva a bar- dare un mulo, utensili metalli- ci, sementi tele. Solo successi- vamente si commerciarono prodotti misti, unendoli ai pri- mi i prodotti della terra, della pastorizia e della sericoltura, mentre solo da poco tempo è diventata fiera per il commer- cio di prodotti”. Il professore Cosco ha sottoli- neato che nonostante le muta- zioni commerciali avvenute nel tempo, la fiera di Mulerà “non ha perduto però l'impor- tanzastoricadiunavoltasìche la sua indizione richiama gen- tedatuttalaCalabriadivenen- do, per il concorso di popolo e per la frequentazione e i con- tattiumani,momentodiincon- tro di squisito valore antropo- logico per tutto il vasto territo- rio del petilino ed oltre”. Idocumentipiùantichireperi- ti da Cosco che parlano della fiera risalgono al 1407 (perio- doaragonese)cioèadoltre600 anni fa, quando il re di Napoli concessel'appaltodellafieradi Mulerà a Guglielmo Rogliano. “Le fiere erano una esigenza dellepopolazioni-hadettoCo- sco-eallafieradiMuleràsifa- cevanogrossiaffaridicompra- vendita. Gli obbiettivi erano quelli di acquisirvi i mezzi e gli strumenti per lavorare, per in- traprendereunanuovaattività o per consolidare quella già esercitata e non prettamente quella di compravendita dei prodotti del lavoro. Erano so- prattuttovendutiovini,caprini e bovini per l'attività della pa- storizia, o gli animali d'ingras- sodacrescere;vieranounain- numerevole quantità di attrez- zi di lavoro sia per il mondo contadino che artigiano, quin- di utensili in cuoio, bardature per animali da soma, aratri, carri per il trasporto e vi si tro- vavano persino telai per le tes- sitrici”. “A Mulerà - ha continuato Co- sco - gli animali avevano un ruolopreminenteinquantonei paesi pedemontani intorno a Roccabernarda la pastorizia eraattivitàpèrincipalerispetto ad una agricoltura non molto remunerativa”. Francesco Cosco ha concluso lasuarelazionesuggerendoin- fine di dare alla fiera quell'ori- ginario tocco storico esibendo tra le bandiere comunali, na- zionali ed europee anche il gonfalone di Alfonso primo d'Aragona “perchè si sappia che la fiera di Mulerà ha tradi- zionistorichecheaffondanosi- no al 1300". Il sindaco Migale ha fatto un plausoalsindacodiRoccaber- narda sostenendo: “Si deve ri- prendere l'agricoltura, si deve ricostruire l'Europa dal basso. NoiaCutrostiamocercandodi recuperare la coltura del gra- no”. Al termine delle relazioni, l’Amministrazione comunale, come previsto nell’ambito del- le iniziative organizzate per il recuperoelapromozionedella fiera di Mulerà, ha proceduto alla consegna del premi per quanti rispecchiano la tradi- zione. Hanno ricevuto il riconosci- mento Giuseppe Rosa e Giu- seppe Macrì in quanto sono ri- masti gli unici proprietari di asini nel comune di Roccaber- narda e per questo rappresen- tano la tradizione contadina. Premiata anche l’imprenditri- ceagricolaMariaConcioperil ruolo delle donne nell’agricol- tura. Infine, il sindaco ha consegna- toilpremioFieradiMuleràal- l'orafo crotonese Michele Affi- dato che è stato elogiato per le suerealizzazioniorafeediarte sacra nelle quali sfondono la modernitàconletradizioniar- tistiche della nostra terra. FELICE CERRA CENTROMARCHESATO I primi a dargli importanza furono gli arabi nel medioevo ALTILIA - Dichiarare il Mo- nastero della Calabroma- riamonumentonazionale togliendolo al degrado ed alla noncuranza. È quello che chiede Francesco Lo- pez (nella foto), presiden- tedelCentrostudi‘Corne- lio pelusio Parisio’ di Al- tilia in una lettera inviata ai rappresentanti delle Istituzioni civili e religio- se, alle associazioni di vo- lontariato, agli uomini e alle donne di cultura, a quanti hanno a cuore la storiael’identitàdellaCa- labria. Nella sua lettera Lopez so- stiene che “La scoperta – al termine di circa 15 anni di studio e di ricerche, prima storico-archivistiche e suc- cessivamente archeologi- co-strutturali – del Mona- stero della Madonna della Calabria o Calabromaria suggerisce oggi alcune ri- flessioni importanti e dove- rose”. “Un tempo - prosegue Lo- pez - gli intellettuali aveva- no, all’interno delle comu- nità di appartenenza, un ruolo di guida, evidente non solo nel mettere al ser- viziodelbenepubblicoillo- ro pensiero, ma soprattutto nell’accoglimento di que- st’ultimo come fecondo e significativo da parte della società civi- le e delle au- torità costi- tuite. A noi piace pensa- re che un barlume di tutto ciò sia rimasto an- cora in Ita- lia. Ed è in virtù di que- sta speranza che formu- liamo l’invi- to a valorizzare il patrimo- niodiconoscenzecheèsta- to possibile acquisire: far sì chelagentediCalabriator- ni ad ammirare, sul piano culturale, il Monastero del- la Madonna della Calabria, recuperando in tal modo all’interesse pubblico e per le generazioni future una parteassairilevantedelsuo illustre passato”. Perquestomotivo,secondo Francesco Lopez, “non ap- pare difficile immaginare – è un dovere di fronte alla Storia – che il Monastero Calabroma- ria, ‘simbo- lo’ del culto mariano per l’intera re- gione dal XII al XVIII secolo, pos- sa diventa- re, sottratto al degrado ed alla non- curanza, monumento nazionale, allo stesso modo dei ruderi dell’altrettantogloriosaab- bazia di Corazzo presso Carlopoli. E tornare così a risplendere di fama e bel- lezza, come sotto Re Rug- gero II normanno e Fede- rico II di Svevia, il sovrano, ‘stupormundi’,chedelmo- nastero Calabromaria era il patronum principalem”. Nell’ambito di questa ‘bat- taglia culturale’, oltre alla lettera, il centro studi Pari- siohaanchepubblicato,in- sieme all’associazione cul- turale“NuoviOrizzonti”un interessante opuscolo dal titolo “Antiche presenze monastichetraNetoeLese: uno sguardo di insieme”. Nel volume sono raccolte tutte le scoperte storiche sul Monastero della Cala- bromaria di Altilia (l’attua- le Palazzo Barracco che è anche usato come sede dell’Ufficio postale), sulla badia di Santa Maria di Ca- bria ed Abate Marco. Molto ricca anche la parte icono- grafica che dimostra come il culto per la Madonna fos- se radicato nella valle tra il Neto ed il Lese. Nel volume è contenuto anche un dvd che riporta l’incontro-di- battitosullarilevanzastori- ca del patrimonio di Alti- lia. Riconoscimenti ai cultori della tradizione Premiato Affidato