Il Teatro Binario 7 presenta La Lezione di Ionesco, uno dei testi più significativi del Teatro dell’Assurdo, prodotto dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, con la regia di Valerio Binasco.
A seguire, mercoledì 20 gennaio alle ore 20.30, la storica e critica d’arte Simona Bartolena terrà la seconda lezione – approfondimento ad ingresso libero, Il surrealismo sono io: Salvador Dalí e il suo tempo, inserita all’interno della nuova rassegna Teatro+Tempo Arte, che indagherà temi quali l’assurdo, il paradosso, il sogno, l’immaginazione e la visione.
Qualità della vita per chi vive l’indimenticabile "6 Ruote di Speranza" di Monza
La lezione di Ionesco riletta da Valerio Binasco
1. Lo spettacolo è andato in scena sabato 9 gennaio e domenica 10
gennaio
Il Teatro Binario 7 presenta La Lezione di Ionesco, uno dei testi più significativi del
Teatro dell’Assurdo, prodotto dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, con la
regia di Valerio Binasco.
A seguire, mercoledì 20 gennaio alle ore 20.30, la storica e critica d’arte Simona
Bartolena terrà la seconda lezione – approfondimento ad ingresso libero, Il
surrealismo sono io: Salvador Dalí e il suo tempo, inserita all’interno della nuova
rassegna Teatro+Tempo Arte, che indagherà temi quali l’assurdo, il paradosso, il
sogno, l’immaginazione e la visione.
In questa messa in scena l’accento, a differenza di quanto in genere accade con i
lavori di Ionesco, è posto sui toni più realistici e naturali della vicenda e a cambiare
sono anche i caratteri dei personaggi rispetto al testo originale.
Il testo racconta di un professore e della sua lezione privata a una nuova alunna,
scandita da un crescendo parossistico di umorismo surreale.
La storia si svolge in un fatiscente appartamento francese dove un anziano professore,
che vive con il suo maggiordomo,
è in attesa di una nuova allieva per
impartirle lezioni di cultura generale.
Fin da subito il professore si diverte a
spiare e mettere alla prova la giovane
ragazza che, dall’entusiasmo iniziale,
passa velocemente all’imbarazzo e
poi al disagio per la situazione.
Mentre la lezione procede,
nell’anziano professore aumenta
il senso di rabbia e nichilismo che
si riversa nei confronti della nuova
alunna fino al tragico finale.
Il vecchio professore, affidato a
Enrico Campanati, incarna la fine
della civiltà, una figura pessimistica
che punta alla distruzione e
all’annientamento della speranza,
che custodisce in una scatola i
simboli maligni del nostro secolo: svastiche, dittatori e altre atrocità.
A questa figura fa da contraltare l’allieva, interpretata da Elena Gigliotti, che
rispetto all’opera originale di Ionesco dove veniva cesellata in una rappresentazione
stereotipata di donna superficiale e banale, in questa versione, diretta da Valerio
Binasco, ha un carattere più vitale e simboleggia la speranza.
Franco Ravera invece è Marius, il Maggiordomo del professore che nel testo originale
LA LEZIONE DI IONESCO
RILETTA DA VALERIO BINASCO
Teatro Binario 7 presenta
La Lezione di Ionesco
2. era una donna. Questo cambiamento di sesso attualizza la storia al giorno d’oggi.
Rinunciando alla figura della Governante, archetipo ottimistico e consolatorio che
negli anni ha rappresentato la madre capace di rassicurare e infine perdonare, qui
è invece un personaggio che al tempo
stesso è testimone, carnefice, complice
e vittima della deriva violenta che ha
preso la storia umana nel corso dei
secoli.
Su questi tre personaggi simbolici si
giocano i meccanismi de La Lezione, che
restano buffi, divertenti, spesso comici
ma con sullo sfondo un’angoscia e un
senso di disperazione incombenti.
La scena firmata da Emanuele Conte
rappresentailsoggiornofatiscentediuna
vecchia casa con mobili antichi, quadri
staccati dalle pareti, bicchieri sporchi,
scatole antiche e l’umidità che incrosta
la vecchia tappezzeria anni ’50. Una
scena che tiene conto di tutti gli elementi
di questo spettacolo in equilibrio tra il
massimo della finzione e il massimo della realtà. Così come la recitazione, che si
incanala sui toni credibili rinunciando agli eccessi della teatralizzazione.
La regia di Binasco sposta l’attenzione sulla “realtà” del teatro dell’assurdo di Ionesco,
e la recitazione va in quella direzione: evidenziando temi di vita reale contaminata
di assurdo.
Note di regia | Valerio Binasco
Il teatro di Ionesco è una specie di
mondo rovesciato. Tutto quel che ci
entra dentro si capovolge, come il salto
di un pagliaccio. Dato che l’Assurdo
(alla cui ‘scoperta’ nel campo della
letteratura Ionesco deve la sua fortuna)
è il tema filosofico di tutte le sue pièce,
anche la filosofia si trasforma in materia
per buffoni. È un giullare, Ionesco, che
prende in giro il suo Re. Il suo Re è il
teatro. Nelle sue commedie si sente
che lo odia e lo ama. Anche sul volto
stesso di Ionesco si vede il tormento
dell’ambivalenza: una smorfia di cupo
disprezzo, sormontata da due occhioni
di bambino, un bambino dagli occhi
incantati che hanno appena smesso
di piangere (o di ridere.). Negli anni da
poco passati, quando il teatro esisteva
ancora, registi ed attori si sono compiaciuti di enfatizzare soprattutto l’odio di quel
bambino, puntando tutto sull’effetto devastante delle sue assurdità. Credo che la
definizione Teatro dell’Assurdo sia stata inventata apposta per lui. Forse per attenuare
ipocritamente il peso dell’assurdità di vivere, etichettandola come fosse uno stile...
Perché è un peso ben difficile da portare se lo si prende sul serio. Qualcuno (credo
fosse Camus) ha detto: l’assurdo ha senso solo se gli si nega consenso. Dando troppo
consenso al gusto giullaresco dell’assurdo per l’assurdo, i teatranti dell’epoca passata
hanno sfogato tutto quel che c’era dentro l’odio di Ionesco per il caro vecchio teatro.
Un odio vestito da pagliaccio. Bene. Dato però che quell’approccio mi pare molto
arido, per una volta dovrò dire che sono contento di appartenere invece a questa
epoca, almeno per quel che riguarda il mio rapporto con Ionesco. In un epoca come la
nostra, infatti, che assiste alla progressiva scomparsa del teatro -e di conseguenza,
se si vuol dare ragione a Shelley, anche della società civile - l’assurdo di Ionesco
apre per me inattesi varchi di poesia e sembra vibrare di una qualche nostalgia per
l’umanità. E allora prendiamo coraggio e diciamo che è arrivato il tempo di portare
in scena anche l’altro lato del suo sentimento verso il teatro: l’amore. Non credo
che ci porterà fuori strada: a ben vedere l’amore è un sentimento ben più assurdo
dell’odio. Come si fa? In questo momento […] posso solo dire che per prima cosa vorrei
cercare di negare consenso alla sua risaputa Teatralità dell’Assurdo e restituirlo a
qualcosa che - del tutto ingenuamente – io vorrei chiamare vita. Vorrei che i suoi
3. personaggi sembrassero persone strette nella morsa di relazioni assurde, piuttosto
che assurde marionette strette nella morsa della plausibilità. Voglio che sia prima di
tutto una storia umana. Piena di stranezze affascinanti, di suspense e di comicità.
Voglio crederci, a tutto quell’assurdo. Voglio dire che è anche il mio e che è anche
il tuo. Certo, credo che se ci riusciremo ci sarà molto da ridere e forse (dico forse)
anche un po’ da piangere. Ed ecco, allora, che sto rivelando il mio segreto intento di
regista: fare di questo testo un dramma del caro vecchio, e ormai quasi scomparso,
Teatro. C’è qualcosa di più assurdo che si possa chiedere a un testo di Ionesco?
No. Mi avventuro in questa ricerca sapendo che c’è molta verità e molta allegria
genuina che traspaiono continuamente ne La Lezione e, a dispetto della sfacciata
stravaganza dell’autore, perfino una poesia ’arresa’ nei confronti dell’umanità. Se noi
riusciremo a renderla visibile avremo la possibilità di fare una grande esperienza di
teatro di Attori. Che è il più bello che ci sia. Non è una speranza da poco.
Dedico questo nostro viaggio nel mondo rovesciato de La Lezione alla vera assurdità
della nostra epoca: alla speranza.
TEATRO BINARIO 7 – informazioni varie
LA LEZIONE
di Eugène Ionesco
regia Valerio Binasco
con Enrico Campanati, Elena Gigliotti, Franco Ravera
scene Emanuele Conte
costumi Bruno Cereseto, Daniela De Blasio
luci Matteo Selis
assistente alla regia Elisa D’Andrea
produzione Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse
Valerio Binasco Premio Hystrio 2014 alla regia
VIVI IL DIETRO LE QUINTE DELLA STAGIONE TEATRO+TEMPO PRESENTE:
Presso la Biblioteca Civica di Monza (via Padre Reginaldo Giuliani, 1/a) sarà allestito uno scaffale
tematico dedicato a Eugène Ionesco, autore del testo in scena al Teatro Binario 7.
Per info e prenotazioni:
Teatro Binario 7
Via Filippo Turati, 8 | Monza
Tel. 039 2027002 | biglietteria@teatrobinario7.it
Agnese Cremaschi