1. TERZADOMENICA 1. DICEMBRE 2013
Le sue musiche hanno affascinato tan-
tissimi spettatori, tanto da ottenere un
premio Oscar per “Il postino”, film-te-
stamento di Massimo Troisi. Luis Baca-
lov è un musicista notissimo, soprat-
tutto per il suo legame con la musica
del Sudamerica. Dedicato al tango è
stato il concerto che si è tenuto venerdì
sera al “Bonci” di Cesena, primo atto
della manifestazione dedicata a Pablo
Neruda, nel quarantennale della mor-
te. Un percorso ampio e suggestivo,
che ha spaziato dagli autori del XIX se-
colo, come Ignacio Cervantes o Isaac
Albeniz, fino al XX secolo di Juan José
Castro. Non potevano mancare le mu-
siche di Bacalov, in primo luogo il bra-
no dalla colonna sonora del “Postino”
(eseguito in collaborazione con il violi-
nista Antonio Cipriani, che ha accom-
pagnato Bacalov in altri due brani).
Particolarmente suggestivo il fatto che
lo stesso Bacalov abbia presentato i
brani, raccontandone le origini e spie-
gando a un pubblico europeo le carat-
teristiche della musica sudamericana:
non solo tango ma numerose sugge-
stioni provenienti da svariate culture.
Peccato che a un concerto così raffina-
to abbia assistito un pubblico piuttosto
esiguo, che però ha tributato sentitissi-
mi applausi al compositore argentino.
L’omaggio cesenate a Pablo Neruda si
conclude oggi pomeriggio: alle ore 15,
al centro culturale “San Biagio”, è previ-
sto l’ascolto registrato dell’“Homenatge
a Pablo Neruda”, una testimonianza
della fine degli anni ‘70, con letture di
Rafael Alberti, musiche del gruppo A-
parcoa e degli Inti-Illimani, immagini
tratte dal documentario “Salvador Al-
lende” di Patricio Guzman e la voce di
Pablo Neruda. Alle ore 16, al Teatro
“Bonci”, si terrà un recital di giovani at-
tori che interpreteranno i testi di Neru-
da raccolti sotto il titolo di “Canto ge-
nerale”. Pubblicato nel 1950, è conside-
rato il capolavoro del poeta cileno e,
per intensità epica, “il poema dell’A-
merica Latina”. Composto da 15 sezio-
ni, 231 poesie e 15.000 versi, il protago-
nista non è soltanto il Cile, ma tutti i
popoli che hanno vissuto e che vivono
in quello sterminato territorio. Sul pal-
coscenico, in questo caso nei palchi di
proscenio del Teatro, sette giovani atto-
ri e un chitarrista. Sei attori sono italia-
ni, provengono dal territorio romagno-
lo: Denis Campitelli, Maria Costantini,
Maria Faggiano, Emanuele Marchesini,
Roberto Mercadini e GiuseppeValza-
nia. Una è spagnola, Mariña Fernàndez
Fernàndez: leggerà nella sua lingua
madre. Le letture sono accompagnate
dalla chitarra di Dimitri Mazza che ese-
guirà un repertorio di musiche suda-
mericane e spagnole. Ingresso gratuito.
Info 0547-355911.
Paolo Turroni
on è un caso che
il teatro dell’as-
surdo sia figlio del
Novecento, il secolo
dello straniamento,
dell’identità in fran-
tumi: drammaturghi
come Pirandello, Ge-
net e Ionesco non a-
vrebbero mai rivolu-
zionato il concetto di scena se fossero
nati cent’anni prima, in quell’Ottocento
che ad ogni interrogativo sapeva offrire
una risposta scientifica e razionale. Due
guerre mondiali, i totalitarismi e l’av-
vento della società di massa modifica-
rono il mondo, la stessa idea di arte, e
Samuel Beckett riuscì a rappresentare
meglio di chiunque altro questo cam-
biamento. In un certo senso, l’uomo
moderno è nato “aspettando Godot”.
Martedì 3 e mercoledì 4 dicembre, al
Teatro Bonci di Cesena va in scena uno
dei capolavori di Beckett, Giorni Felici.
Lo spettacolo, alla regia di Andrea Renzi,
è portato in scena da Nicoletta Braschi
(foto di Gianni Fiorito) che riveste il ruo-
lo dela protagonista Winnie, donna
mezza sommersa in un tumulo di sab-
bia che sprofonda lentamente sotto ter-
ra.
Nello spettacolo interpreta il ruolo di
Winnie, cosa l’ha colpita del personag-
gio a livello umano e drammaturgico?
«Mi sono accostata a Winnie e all’opera
di Beckett con la dovuta umiltà di chi sta
di fronte a un capolavoro dell’arte. Per
dedicarmi a questo personaggio ho uti-
lizzato l’approccio di sempre. Ho osser-
vato profondamente questa straordina-
ria creatura cercando di restituirne l’au-
tenticità. Il personaggio di Winnie non
è accecato da un illusorio ottimismo,
ma è una donna che lotta contro il tem-
po, contro il tumulo che la inghiottisce,
e per non sprofondare si appiglia alla
parola. Il suo è un umanissimo deside-
rio di durare, resiste al vuoto e lo sonda.
E trova sempre un nuovo senso alla vita.
Riparte, Winnie. Sempre».
Il testo è ricco di metafore: la luce vio-
lenta che cade dall’alto, la sabbia in cui
i personaggi sprofondano. Che lettura
ne ha dato?
«Abbiamo cercato di restituire alla let-
tera le metafore come le ha scritte
Beckett, per consentire al pubblico di
indagare gli eventuali significati simbo-
lici senza intromissioni da parte degli
interpreti e della regia. Abbiamo tenta-
to… Questo è il nostro obiettivo. Le pa-
role sono le grandi amiche di Winnie e
l’aiutano a fermare il trascorrere ineso-
rabile dell’esistenza. Il vuoto è una con-
dizione universale».
Sul palco assistiamo all’impotenza di
Winnie e Willie di vivere una relazione
completa. Può esistere comunicazione
nella coppia moderna?
«Beckett porta in scena in Giorni felici
anche l’incomunicabilità più estrema in
un rapporto fra moglie e marito. Winnie
parla e non riceve quasi mai una rispo-
sta da Willie. E quando la riceve, quello
diventa per lei un giorno felice. L’ironia
sottile di Beckett vela la tragicità della
situazione».
È stato difficile il confronto con
Beckett?
«Più che difficile direi che è stato un pri-
vilegio poter frequentare per tanti mesi
un autore così straordinario. Con il re-
gista Andrea Renzi e Roberto De Fran-
cesco, che recita nella parte di Willie, ce
l’abbiamo messa tutta per proporre
questo testo svelandone una semplicità
che dovrebbe consentire a tutti di ri-
specchiarsi in quei vuoti che Winnie e-
splora».
Lo spettacolo va in scena a Cesena, che
è la sua città. Le fa piacere tornare?
«Torno appena posso, sempre per vede-
re mia mamma (ride). Che appunta-
mento! Recitare al Bonci è «la grande e-
mozione primaria»: è qui che il mio
cuore ha preso fuoco per il teatro, e quel
fuoco non si è spento mai più».
Alberto Biondi
Nuovo appuntamento per l’edizione 2013 de I Con-
certi della Domenica della 64° Sagra Musicale Mala-
testiana in programma dal 10 novembre all’8 dicem-
bre: oggi il Teatro degli Atti ospita alle ore 17 il con-
certo del Sitkovetsky Piano Trio. In programma musi-
che di Haydn, Mendelssohn e Schubert.
L’ESERCIZIO DELL’ASSURDO
L’abitudine rende
accettabili anche
le cose più assurde
Erasmo da Rotterdam
MURATA
VIVANicolettaBraschitornanellasuaCesena
perportareinscenaGiornifelici,dramma
diBeckettnelqualeunadonnaconfitta
inunaroccialottaconilvuotouniversale
ancorandosiagliscarniappiglidellaparola
RICORDI BACALOV HA DISPIEGATO CON MAESTRIA GLI INCANTI MUSICALI DEL SUDAMERICA TRA TANGO
E POESIA. L’OMAGGIO AL GENIALE PABLO NERUDA CONTINUA OGGI CON UN RECITAL E UN DOCUMENTARIO
IlpiùgrandepoetacilenorivivealBonci
Giovani talenti alla Sagra
Musicale Malatestiana
«RecitarealBonci-rivelalacelebreattrice
romagnola-èlagrandeemozioneprimaria:
èquicheilmiocuorehapresofuoco
perilteatro,equelfuocononsièspentopiù»