2. Macchie sul corpo
1. Sudamina
2. Dermatite seborroica
3. Dermatite atopica
4. Dermatite da pannolino
5. Esantemi da farmaci
6. Fitodermatiti
7. Allergie alimentari
8. Punture di insetto
9. Impetigine
10.Orticaria
11. Pitiriasi rosea di Gibert
12.Malattia di Lyme
13.Malattia di Schonlein – Henoch
14.Malattia di Kawasaki
15.SEGUONO….
3. Sudamina
Nel periodo estivo una delle
patologie cutanee più diffuse è la
sudamina (o miliaria): eruzione
cutanea infiammatoria e
pruriginosa:
• in alcune zone del corpo
compaiono più puntini rossi;
• il bimbo tende a grattarsi;
• l’area interessata si arrossa
diffusamente.
4. Cosa fare
• bagnetto rinfrescante anche più volte al
giorno crema idratante;
• vestirlo nel modo più leggero possibile
(cotone o lino)
• se possibile utilizzare un condizionatore o
un deumidificatore
5. La dermatite seborroica colpisce
più spesso i bambini, in genere
entro i 3 mesi di vita.
La dermatite seborroica del
lattante, meglio nota come
crosta lattea, inizia a
manifestarsi con squame di
color giallastro che si formano
nella zona dei capelli, dietro le
orecchie, sulla fronte, sulle
sopracciglia, sotto le ascelle e
nella zona del pannolino.
6. DERMATITE ATOPICA: COSA SAPERE
• Interessa dal 10 al 30% dei bambini.
• lesioni cutanee eczematose ad andamento.
cronico-recidivante, pruriginose.
• nel lattante a livello del volto con
risparmio della zona periorale (intorno alla
bocca).
• nei bambini più grandi alle pieghe flessorie
del corpo (ma anche su altre parti del
corpo).
8. Cosa fare
• corretta detersione.
• detergenti oleosi, privi di profumazione.
• creme emollienti per ridurre la secchezza.
• Indossare tessuti delicati come il cotone e
lino.
• Utilizzare senza timore, ma su indicazione
del medico, pomate cortisoniche con
effetto antinfiammatorio e, in alcuni casi,
antistaminici per bocca per ridurre il
prurito.
9. Cosa non fare
• Bagni lunghi che seccano la pelle.
• Detergenti a pH troppo basso oppure molto
schiumosi, (attaccano il film idrolipidico)
Mettere a contatto della pelle del bambino
lana o tessuti sintetici perché hanno un
effetto irritante.
• Cortisonofobia
10. DERMATITI DA PANNOLINO: COSA SAPERE
Frequente e quasi costante la sovrapposizione
di infezioni da germi e da funghi (candida
albicans).
Tra le più frequenti dermatiti riscontriamo:
la semplice dermatite irritativa dovuta al
contatto con feci e urina;
• la dermatite seborroica (crosta lattea);
• le infezioni da candida
• la psoriasi;
• la dermatite da contatto
12. ESANTEMA DA FARMACI: Cosa sapere
- Lesioni maculari e/o papulose, di dimensioni
variabili.
- Possono essere accompagnate da prurito.
- Frequentemente esantemi maculo-papulosi
aspetto talora polimorfo.
- Alcune eruzioni appaiono più gravi per
l'intensità dei sintomi soggettivi (bruciore o
prurito), l'estensione delle lesioni cutanee, l'edema
associato (spesso al volto) la presenza di
scollamenti dell'epidermide o di erosioni, la
compromissione delle condizioni generali.
13. - Compaiono entro 2 settimane dalla
somministrazione del farmaco;
- Nel caso di una precedente somministrazione,
l'esantema può comparire precocemente (entro 2-
3 giorni dall’inizio del trattamento).
- Evoluzione in genere favorevole, la durata spesso
inferiore o pari ad una settimana.
- I farmaci più frequentemente coinvolti sono gli
antibiotici (aminopenicilline, cefalosporine,
antitubercolari), gli antinfiammatori non steroidei.
Altri sono poco usati in età pediatrica quali: sulfamidici, gli
antiepilettici, l'allopurinolo, i sali d'oro, i mezzi di
contrasto iodati, il captopril.
16. Cosa fare
• La somministrazione di tutti i medicinali
sospetti deve essere interrotta.
• Se il prurito è intenso, possono giovare
antistaminici ed emollienti.
17. Cosa sapere
• la pelle, venuta a
contatto con
alcune erbe e
piante, viene
esposta ai raggi
solari.
• L’interazione tra
piante e sole dà
luogo a una
dermatite.
FITODERMATITE
18. IMPETIGINE: Cosa sapere
Infezione della pelle favorita dal caldo.
70% dei casi si presenta in forma “non bollosa”.
30% dei casi in forma bollosa: bolle con liquido sieroso a
livello della pelle, associate a eritema e a vescicole che si
diffondono sul volto (in primis naso e mento) e su tutte le zone
del corpo: le bolle scoppiano ed evolvono in vere e proprie
abrasioni e croste gialle simili alle ustioni da sigarette.
Altamente contagiosa per gli altri e anche per lo
stesso bambino.
Pruriginose e il bambino tende a grattarsi
peggiorando la situazione preesistente:
21. Cosa fare
• Infezione in uno stadio iniziale e
superficiale pomate antibiotiche e/o
anche impacchi con antisettici.
• Se lesioni diffuse su tutto il corpo e in
sedi distanti tra loro, su indicazione del
pediatra, è necessario ricorrere alla
terapia antibiotica per bocca.
• Per il prurito antistaminico per bocca su
indicazione del pediatra.
23. ORTICARIA: Cosa sapere
- prurito diffuso
- ponfi (lesioni della pelle arrossate, rilevate, di
colore rosso vivo, a volte con al centro un macchia
bianca) circoscritti, di varie dimensioni (la
grandezza può andare da 1 a 2 mm, sino a qualche
centimetro.
- A volte interessa grandi parti del corpo e viene
chiamata “orticaria gigante”.
- variabilità delle lesioni cutanee che cambiano di
dimensioni e scompaiono da una parte per
ricomparire su altre parti del corpo.
- A volte possono comparire e scomparire in breve
tempo.
24. In oltre il 90% non si riesce ad identificare la causa
CAUSE POSSIBILI:
- Alimenti (pesce, uovo, nocciole e noccioline,
arance, pesche, latte o altro),
- Farmaci
- Infezioni virali
Altre cause irritanti sono il freddo, lo sforzo
fisico, oppure punture d’insetti, contatti con
sostanze irritanti.
ORTICARIA: Cosa sapere
25. In caso di orticaria, anche se non causata da
allergie alimentari, bisogna fare molta attenzione ai
cibi ricchi di istamina:
fragole, pomodori, spinaci, formaggi fermentati e
stagionati, cacao e cioccolato, pesce conservato,
anche congelato, frutti esotici e frutta secca,
salumi,.
Bisogna fare attenzione anche al latte vaccino, alle
uova, alla soia, a pesci e crostacei, a frutta come
arancia, pesca e kiwi, oltre che a coloranti e
conservanti.
26. Cosa fare
• Se si tratta di manifestazioni isolate, si può curare con
antistaminici o, nei casi più gravi, con cortisonici sempre su
indicazione medica.
• Se la causa è secondaria ad un farmaco o ad un
alimento, va assolutamente vietata l’assunzione della sostanza.
• Se si tratta di casi più importanti, sarà il medico ad
indicare il comportamento migliore da tenere per allontanarla.
Cosa non fare
Esami di laboratorio (nel 90% dei casi non si riesce a
identificare la causa del disturbo che si autolimita in breve
periodo).
27. • Pitiriasi Rosea di Gibert.
• Malattia di Lyme.
• Malattia di Scholein-Henoch.
• Malattia di Kawasaki
28. PITIRIASI ROSEA DI GIBERT
- Malattia della pelle, innocua, autorisolventesi
- macchie di colore rosso, con desquamazione, di dimensioni
variabili che si sviluppa, gradualmente, solitamente su
tutto il corpo.
- Scompare in qualche settimana anche se sono descritte
forme di durata maggiore.
- inizia come un’unica grande macchia chiamata “chiazza
madre”.
- Prima della comparsa della chiazza madre alcuni soggetti
possono avvertire stanchezza e sintomi simili a quelli
dell’influenza. Tra i più comuni sono cefalea (mal di testa),
nausea, mal di gola e perdita di appetito.
- Malattia benigna che non richiede né esami né ricovero.
33. MALATTIA DI LYME
- trasmessa da un vettore (zecca).
- causata da un battere “Borrelia” (Burgdoferi),
- interessa prevalentemente la pelle, le articolazioni,
il sistema nervoso e gli organi interni.
- I principali serbatoi dell’infezione sono
rappresentati da animali selvatici.
- inizia tipicamente con una macchia rossa (eritema
migrante) che si espande lentamente a distanza da
3 a 30 giorni dalla puntura della zecca. Entro
qualche settimana (che in qualche caso possono
diventare mesi), si possono sviluppare disturbi
neurologici precoci caratterizzati da artralgie
migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, miocardite.
35. Malattia di Schönlein-Henoch:
- Non si conosce la causa.
- Si manifesta con un tipico rash o esantema localizzato agli
arti inferiori (in particolare glutei, polpacci e le zone
periarticolari), ma che può estendersi anche in altre regioni
cutanee
- Le lesioni cutanee sono associate a prurito e dolore.
- Nel 70 % dei casi è presente dolore addominale, nausea,
vomito, diarrea o stipsi ad insorgenza acuta.
- Nel 50% dei casi si ha un interessamento renale
- Frequente dolori articolari fino all’artrite.
Richiede esami del sangue e, se presenti alterazioni degli esami
della funzionalità renale, ricovero.
37. MALATTIA DI KAWASAKI
- La causa è sconosciuta,
- lattanti (sotto ai 12 mesi) e bambini nella prima
infanzia.
È caratterizzata da :
febbre da più di 5 giorni associata a ≥ 4 dei
seguenti segni o criteri clinici:
- Anomalie alle estremità: arrossamento del palmo
delle mani e delle piante dei piedi, edema;
- iperemia congiuntivale bilaterale;
- esantema polimorfo;
- eritema delle labbra e della mucosa orale;
- linfoadenopatia cervicale.
Richiede sempre ricovero per terapia specialistica.
40. Un tempo le malattie esantematiche
erano chiamate con un numero:
1) scarlattina (prima malattia),
2) morbillo (seconda malattia),
3) rosolia (terza malattia),
4) quarta malattia o scarlattinetta (forma
lieve di scarlattina),
5) megaloeritema infettivo o quinta malattia,
6) sesta malattia o exanthema subitum o
febbre dei tre giorni.
41. • Tutte le malattie infettive sono contagiose:
alcune molto (ad es. varicella e morbillo),
altre poco (ad. es. mononucleosi).
• Il contatto con una persona affetta da
varicella, ad es., nella maggior parte dei
contatti suscettibili, determina la malattia
in coloro che non hanno fatto la malattia o
il vaccino. Non altrettanto avviene per la
mononucleosi.
43. • Infezione virale molto contagiosa
• Inizia con un’infiammazione delle alte vie
respiratorie (tosse secca, naso che cola,
congiuntivite) con una febbre di entità variabile
che aumenta nell’arco dei giorni.
• Spesso la febbre scompare, per poi ricomparire
associata a puntini bianchi all’interno della bocca
(dette macchie di Koplik)
• segue dopo alcuni giorni l’eruzione cutanea
caratteristica (esantema), con una disposizione,
nell’arco dei giorni, “cranio caudale” (dall’alto al
basso).
• Le complicazioni sono relativamente rare, anche se
il morbillo è la malattia infettiva che causa il
maggior numero di complicazioni.
46. Cosa fare
- antipiretici e rimedi per la tosse.
- Vaccinazione nei contatti suscettibili entro 72
ore dal contagio.
- Idratazione abbondante.
- Vaccino a bambini dal 13° mese di vita e agli
adulti suscettibili.
Cosa non fare
- Somministrare antibiotico se non su indicazione del
medico.
47. Scarlattina
- causata batteri (streptococcus pyogenes)
- mal di gola o infezione cutanea
- rara sotto i 2-3 anni di vita e dopo i 14 anni
- febbre variabile da poche linee a
temperature sui 39-40 °C. o recidivare.
48. SCARLATTINA
- Periodo di incubazione: 2-5 giorni
- Isolamento per 48 ore dall’inizio di
adeguata terapia antibiotica.
- Esantema: Collo, radice arti, tronco e volto
lasciando libero il naso e la zona circumorale
- Lingua con patina biancastra e poi “a
fragola”.
- Macchie: piccoli elementi rossi, confluenti
rilevati. La pelle al tatto appare ruvida (tipo
pollo spennato).
- Può essere contratta più di una volta
49. Se non riconosciuta e trattata
con antibiotico c’è la possibilità
dell’insorgenza del reumatismo
articolare acuto o febbre
reumatica
57. Cosa non fare
• Tenere il bambino a casa in
quarantena come avveniva nell’era
pre-antibiotica.
• Non dare antibiotico o
somministrarlo per un periodo
adeguato.
60. Rosolia
- causata da un virus
- La malattia è di solito benigna per i bambini.
- Durante la gravidanza può causare danni
soprattutto se la madre la contrae nel primo
trimestre della gravidanza
- Le manifestazioni più comuni e gravi della
rosolia congenita sono i difetti della vista, la
sordità, le malformazioni cardiache e il
ritardo mentale.
64. La signorina Marple si voltò verso
di lui. ….....Heather Badcock aveva
detto a Marina Gregg, che quando
si era alzata dal letto per andare
a vedere l'attrice, aveva... la rosolia.»
«La rosolia? Che cosa diavolo c'entra
questo?»
65. La signorina Marple spiegò: «In realtà è una
malattia esantematica molto lieve. Non dà quasi
nessun malessere e soltanto poche linee di febbre.
Produce un'eruzione cutanea molto leggera che si
può facilmente coprire con un po' di trucco. …......,
perché questo morbo è molto contagioso. E c'è un
altro particolare importantissimo. Se una donna lo
contrae durante i primi quattro mesi di gravidanza, le
conseguenze possono essere gravissime. Può capitare che il
bambino nasca cieco o deficiente».
Lei si voltò verso Jason Rudd. «So che vostra moglie ebbe un
bambino che nacque deficiente e lei non si riebbe mai dal
dolore. …....»
«È vero» ammise Jason Rudd. «Marina era stata colpita dalla
rosolia durante i primi mesi di gravidanza …..
67. Periodo di incubazione: 13-24 giorni
Contagiosità: Da 2 a 13 giorni prima
dell’eruzione fino a 2 e piùgiorni dopo la
scomparsa
Distribuzione: Volto e collo si diffonde a
tronco e arti. Piccole macchie
puntiformi non rilevate della durata di
circa 3 giorni.
• Nel 25-40% dei bambini non
compaiono macchie.
• Spesso presenti linfonodi retronucali,
68. Cosa fare
- Paracetamolo se febbre.
- Vaccinazione nei contatti suscettibili
entro 72 ore dal contagio.
In un numero elevato di casi i sintomi
della rosolia possono passare
inosservati.
Fondamentale la vaccinazione
preventiva.
69. Quinta malattia (eritema infettivo o
megaloeritema)
- causato dal parvovirus B19 (PV-B19).
- Colpisce prevalentemente i bambini in età
scolare tra i 5 e i 10 anni, ma può
manifestarsi anche nei bambini più piccoli e
in età adulta.
70. • Periodo di incubazione:
4-28 giorni
• Contagiosità:
da 7 giorni prima dei sintomi fino alla
comparsa delle macchie
• Distribuzione: guance, arti, glutei,
tronco: aree rosse e piatte con aspetto “a
ghirlanda”.
• Durata di circa 10 giorni.
Possibile riacutizzazione in caso di attività
fisica, caldo e stress
74. Riammissione a scuola
- mancanza di pericolosità nei bambini
sani
- il contagio è massimo prima che la
malattia si manifesta,
non è necessaria la sospensione della
frequenza scolastica quando la compare
l’esantema.
75. Quinta malattia e gravidanza
- Può comportare un rischio di aborto che
va dal 3 al 9% nelle prime 20 settimane di
gestazione e scende allo 0,5% dopo la 22a
settimana. C’è da dire però che il 60% delle donne in età
fertile sviluppa degli anticorpi contro la quinta malattia e può
succedere anche che molte l’abbiano avuta senza accorgersene
perché può decorrere senza che si manifesti alcun sintomo.
- Nel secondo trimestre rischio di idrope
fetale.
76. Cosa fare
• Idratazione abbondante.
• Paracetamolo qualora la febbre dovesse
elevarsi o comparisse dolore alle
articolazioni.
Cosa non fare
• Esporre il bambino al sole.
• Tenere isolato il bambino.
77. - Bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 2 anni.
- Il contagio avviene soprattutto, attraverso un
adulto portatore asintomatico del virus.
- La diagnosi si fa solo… quando è passata.
- È provocata dall’herpes virus 6 e dall’herpes virus 7.
- Si manifesta con una febbre che dura da 2 a 4
giorni (3 in media da qui il nome “febbre dei tre
giorni”). La febbre può essere elevata sui 39-41°C e si abbassa molto
poco con l’antipiretico. Il bambino, a volte, non appare particolarmente
abbattuto o mogio.
- Talora sono presenti raffreddore, arrossamento
della faringe con mal di gola o infiammazione delle
congiuntive o qualche scarica di diarrea o vomito.
SESTA MALATTIA (o febbre dei 3 giorni)
78. SESTA MALATTIA (o febbre dei 3 giorni)
Periodo di incubazione: 5-15 giorni
Contagiosità: Nel periodo di incubazione e fino
alla comparsa dell’eruzione cutanea (dopo lo
sfebbramento)
Distribuzione: Tronco, viso ed estremità.
Compare, in genere, dopo 3 giorni di febbre in
concomitanza dello sfebbramento (la durata
della febbre, però, può variare da 2 a 5 giorni)
Piccole macchie di 2-3 mm, rosa, senza
prurito della durata da 1 a 3 giorni. In alcuni
casi sono visibili per poche ore
80. Cosa fare
• Terapia antipiretica.
• Idratare abbondantemente.
• Non coprire troppo il bambino.
Cosa non fare
• Forzare il bambino a mangiare.
• Terapia antibiotica.
In ogni caso consultare sempre il pediatra e
considerare, come diagnosi differenziale, un’infezione
delle vie urinarie o una infezione delle alte vie
respiratorie.
81. Varicella
- estremamente contagiosa (contagiosità di oltre 90%)
- febbre (variabile)
- lesioni cutanee, a gittate subentranti:
a) macchiette i piane che si trasformano
b) vescichette, di dimensioni variabili ripiene di
liquido inizialmente chiare che diventa poi
giallastro, infine
c) si rompono e si formano delle croste.
Il numero delle vescicole varia da individuo ad
individuo, da pochi elementi fino a da avere
una estensione su tutto il corpo, i.
Le lesioni si manifestano su tutto il corpo,
82. Periodo di incubazione: 11-20 giorni
Contagiosità: da 24-48 ore prima dei sintomi
fino a quando divengono croste (fino a 7 giorni dalla
comparsa dell’esantema)
Distribuzione: Cuoio capelluto, volto, tronco
e poi su tutto il corpo compreso la mucosa della
bocca e i genitali
Evoluzione da macchie rosse, rotonde a
papule a vescicole con liquido chiaro all’interno
e, talora, bordi arrossati, a croste.
Aspetto “a cielo stellato”, cioè le lesioni sono in
diverse fasi di evoluzione
83. COMPLICAZIONI:
- sovrapposizioni cutanee batteriche
- respiratorie tra cui la polmonite, che si verifica
in circa il 20% delle infezioni dell’adulto, mentre è poco
frequente in età pediatrica.
L’eruzione è usualmente più intensa negli
adolescenti e negli adulti ove ha un andamento
più severo e le complicanze sono molto più
frequenti. Da qui la raccomandazione di
vaccinare tutti i bambini che a 11 anni non
hanno avuto la malattia. E GLI ADULTI
SUSCETTIBILI
86. Cosa fare
• Isolamento sino a quando le lesioni sono in
fase crostosa.
• Terapia antipiretica, se febbre, con
paracetamolo (non consigliato ibuprofene).
• Per il prurito fare bagni tiepidi con amido
e, su indicazione del pediatra,
antistaminico per bocca.
87. Cosa non fare
• Farmaci antivirali (si usano in situazioni particolari
solo su indicazione del pediatra).
• Isolare il bambino per periodi prolungati.
• Grattare o togliere le croste (pericolo
d’infezioni sovrapposte).
• Farmaci antibiotici: si usano solo se
sovrapposizioni infettive batteriche su
indicazione del pediatra.
88. Uso di farmaci antivirali (aciclovir)
- situazioni particolari (età, Immunodefic.).
- per via orale riduce di poco la durata e
l’intensità della malattia se la somministrazione del
farmaco viene iniziata nelle prime 24 ore dall’inizio
dell’eruzione, e ha un effetto quasi nullo se viene iniziato
più tardivamente.
- non è raccomandata nei bambini con varicella
altrimenti sani.
- Nei pazienti immunodepressi è raccomandata
la terapia antivirale per via venosa.
L’aciclovir trova una indicazione nei soggetti a rischio
(neonato e primo anno di vita, soggetti
immunocompromessi, sogg. di età superiore ai 13 anni).
89. VACCINAZIONE:
Il vaccino è estremamente sicuro; il più
comune effetto collaterale è rappresentato
da rossore o dolore in sede d’iniezione.
Il vaccino è stato utilizzato per la
prevenzione post-esposizione della varicella.
La sua efficacia è stata dimostrata purché il
vaccino venga somministrato nei primi 3 giorni
dal contagio.
È raccomandata la vaccinazione alle donne
in età fertile che non hanno contratto la
malattia.
90. Malattia MANI BOCCA PIEDI, MALATTIA
(hand foot and mouth disease)
- afte nel cavo orale
- lesioni intorno alla bocca e sulle mani e piedi:
vescichette rotondeggianti o ellittiche.
- lesioni cutanee anche in altre sedi: glutei,
tronco e arti.
- decorso benigno.
- febbre variabile
- talora dolori addominali.
In alcuni casi le lesioni in bocca causano un dolore tale da
limitare l’alimentazione. La guarigione avviene spontaneamente
in una settimana o poco più, raramente si osserva febbre alta,
malessere, diarrea.
91. Periodo di incubazione: 3-6 giorni
Contagiosità: prima settimana di malattia e
per molte settimane dopo l’infezione con le feci
Distribuzione: bocca, mani, piedi, glutei, arti.
Lesioni di 3-7 mm di diametro rotonde o
ellittiche di 3-7 mm. Afte in bocca
94. - non è particolarmente contagiosa, anche se
in particolari condizioni come gli asili può
essere facilmente trasmessa ed essere
causa di piccole epidemie;
- i bimbi al di sotto dei 10 anni risultano i più
colpiti.
Importante il lavaggio accurato delle mani sia
dei bambini sia del personale degli asili, scuole
e dei familiari.
Il virus può, seppur raramente, causare
problemi al feto se la malattia è contratta
in gravidanza.
95. Cosa fare
• Terapia antipiretica se febbre
• Offrire liquidi freddi
• Distrarre e coccolare il bambino.
• Lavaggio accurato delle mani.
• Disinfezione dei bagni in considerazione
della prolungata eliminazione e persistenza
del virus per molte settimane dopo
l’infezione.
96. Cosa non fare
• Forzare il bambino a mangiare.
• Isolare il bambino a casa.
• Bevande e cibi caldi o “aciduli” (agrumi,
pomodori ecc. )possono accentuare il dolore
in bocca.
97. MENINGITE
- può essere virale, batterica o causata da
funghi.
- La forma batterica, più rara di quella virale,
è più seria e può avere conseguenze fatali.
- Il periodo di incubazione della malattia può
variare a seconda del microorganismo
causale. Nel caso della meningite virale va dai 3 ai
6 giorni, per la forma batterica dai 2 ai 10 giorni.
La malattia è contagiosa solo durante la fase acuta
dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti
l’esordio.
98. - anche quando la diagnosi e la terapia viene
fatta tempestivamente resta la possibilità di
esiti
- Particolarmente importante appare pertanto
la vaccinazione che è possibile per vari tipi di
meningite. (Hemophilus influenzae,
pneumococco, meningococco C, B, A, W-
135,Y, Z).
Tanto più precoce è il trattamento, tanto
maggiori sono le probabilità che il
trattamento abbia successo e che la
malattia guarisca senza esiti.
99. I sintomi i più frequenti sono:
- febbre alta;
- dolore al collo o rigidità del collo;
- forte mal di testa;
- vomito;
- sonnolenza;
- convulsioni;
- fontanella ant. rigonfia e tesa nei lattanti.
Nei lattanti e nei bambini piccoli, la meningite
può manifestarsi, soprattutto nelle fasi iniziali,
con sintomi più sfumati come inappetenza,
irritabilità e febbricola.
100. In alcune meningiti molto invasive compare
un’eruzione cutanea, con macchie rosse tipo
capillari rotti (petecchie).
Nelle altre forme di eruzioni se si preme un
bicchiere contro la cute, il rossore schiarisce,
se questo non avviene occorre chiamare il
118/112 per richiedere soccorso.
104. MENINGITE: COSA SAPERE
Purtroppo le meningiti sono malattie molto gravi e anche
quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia
antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la
possibilità di guarire senza esiti è inferiore al 50% dei casi.
Particolarmente importante appare pertanto la vaccinazione
che è possibile per vari tipi di meningite.
(Hemophilus influenzae, pneumococco, meningococco C, B, A,
W-135,Y, Z).
105. L'importanza del vaccino
La vaccinazione rappresenta l'unico modo al momento
disponibile per prevenire le meningiti batteriche.
- Haemophilus Influentiae di tipo B il vaccino è incluso nel
vaccino esavalente la cui prima dose viene somministrata già a
partire dal 61° giorno di vita (terzo mese).
- Pneumococco è disponibile un vaccino che protegge, allo
stato attuale, da 13 differenti ceppi di Pneumococco (anche
questo praticabile dai primi mesi di vita).
- Meningococco esistono diversi vaccini. Un vaccino contro il
Meningococco C, uno contro il Meningococco B e un vaccino
in grado di proteggere da 4 diversi ceppi (A, C, Y, W 135).
ancora oggi, l'80% delle meningiti è dovuta a germi per i
quali sono disponibili vaccini; questo significa che 800 dei
1.000 casi di meningite presenti in Italia potrebbero
essere evitati.
107. In alcune meningiti molto invasive compare
un’eruzione cutanea, con macchie rosse tipo capillari
rotti (petecchie). Nelle altre forme di eruzioni se si
preme un bicchiere contro la cute, il rossore
schiarisce, se questo non avviene occorre chiamare
il 118/112 per richiedere soccorso.
108. MENINGITE: Cosa fare
Un bambino con sintomi sospetti di meningite deve
essere visitato al più presto.
L’inizio precoce di terapia antibiotica migliora la prognosi
In caso di contatto stretto e prolungato con un soggetto
affetto da alcuni tipi di meningite batterica, deve essere
praticata una terapia antibiotica su prescrizione medica
specifica per il tipo di germe responsabile.
Sarà il servizio di igiene a segnalare la necessità o meno di
praticare la terapia solo ai contatti stretti.
109. MONONUCLEOSI INFETTIVA: Cosa sapere
• Causata da un virus chiamato di Epstein Barr.
• E' scarsamente infettiva
• Non è previsto l’isolamento e nella maggior parte
delle persone non causa sintomi.
• Non esiste vaccino
110. MONONUCLEOSI: sintomi:
• da “nessun sintomo” a febbri di lunga durata o molto alte;
• mal di gola con ipertrofia tonsillare e placche sulle tonsille;
• aumento dei linfonodi del collo;
• grande stanchezza;
• macchie sul corpo nel 5-15% dei casi;
• aumento del fegato e della milza.
Il virus rimane latente nell'ospite anche dopo la guarigione.
Nei soggetti infettati l'eliminazione del virus con la saliva
continua per circa un anno; tuttavia, passato questo periodo,
l'eliminazione del virus continua in maniera saltuaria per tutta
la vita.
112. MONONUCLEOSI - PREVENZIONE:
Unica misura di prevenzione: igiene e lavaggio delle
mani.
Quando la malattia si manifesta, il soggetto era
contagioso da settimane
113. MONONUCLEOSI - Cosa fare:
• Riposo e dieta equilibrata.
• Antipiretici.
• Idratazione.
• Sospensione da attività sportiva (variabile
da soggetto a soggetto in base alla gravità
della malattia).
114. MONONUCLEOSI - Cosa non fare
• Somministrare antibiotici senza il parere del
medico.
• Somministrare cortisone senza il parere del
medico.
115. PERTOSSE: Cosa sapere
• La pertosse è una malattia infettiva, batterica, molto
contagiosa.
• E’ molto grave se contratta da bambini nei primi mesi di
vita/primo anno.
• Può colpire anche i neonati di madre immune
Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni
La pertosse è altamente contagiosa, soprattutto nel periodo
iniziale.
Dopo tre settimane dall’inizio della fase parossistica, nei
pazienti non trattati, il contagio si considera trascurabile.
Invece nei pazienti trattati con antibiotici il periodo di
infettività è ridotto a circa 5 giorni dall’inizio della terapia.
116. SINTOMATOLOGIA
- si manifesta all’inizio con una tosse lieve,
accompagnata da qualche linea di febbre e
copiose secrezioni nasali: è la fase
catarrale, che dura da 1 a 2 settimane.
- Progressivamente la tosse diventa
parossistica e si associa a difficoltà
respiratorie: è la fase convulsiva o
parossistica, che può durare più di 2 mesi
in assenza di trattamento. In seguito a
parossismi, si possono verificare anche
casi di apnea, cianosi e vomito.
117. La vaccinazione viene raccomandata nei bambini a
partire dal 61 ° giorno di vita (insieme a tetano,
difterite, poliomelite, epatite B, hemophilus
influenzae nel vaccino “esavalente”). A causa della
perdita di immunità nel tempo, sono necessari richiami
118. Cosa fare
Un adeguato trattamento antibiotico del gruppo dei
“macrolidi” (eritromicina, claritromicina, azitromicina)
Cosa non fare
• Tenere il bambino in casa.
• Esporre il bambino a sostanze irritanti delle vie
respiratorie (fumo di sigaretta).
• Far frequentare al bambino ambienti con
persone a rischio (bambini sotto l’anno di età).
121. PAROTITE EPIDEMICA: Cosa sapere
I bambini s’infettano sia inalando goccioline di
saliva emesse tramite colpi di tosse da una
persona infetta sia con il contatto diretto con
agenti contaminati.
L’infezione si può manifestare a qualsiasi età, è
più frequente nei bambini dai 5 ai 15 anni di
età.
122. I sintomi iniziano 14-24 giorni dopo il contagio:
• brividi;
• cefalea;
• nausea;
• scarso appetito;
• malessere generale;
• febbre bassa o moderata.
Di solito, dopo tre-quattro giorni, una delle ghiandole parotidi
inizia a gonfiarsi e, nel giro di 1-2 giorni lo stesso avviene
nell'altra ghiandola.
Il gonfiore aumenta gradualmente fino a raggiungere l'apice il
secondo o il terzo giorno, quindi comincia lentamente ad
attenuarsi fino a scomparire in circa una settimana.
PAROTITE EPIDEMICA: Cosa sapere
123. PAROTITE EPIDEMICA: Cosa sapere
Complicazioni rare
- meningite asettica, una meningite benigna che si presenta
con intenso mal di testa, irrigidimento del collo e febbre
alta e che guarisce da sola,
- pancreatite, una dolorosa infiammazione del pancreas che
provoca forte mal di pancia e vomito.
- Negli adolescenti (e negli adulti) maschi possono
presentarsi casi di orchite, un'infiammazione del testicolo
che può portare anche a sterilità.
124. Cosa fare
• Somministrare antipiretici/antidolorifici.
• Alimentare il bambino con cibi liquidi o semiliquidi.
• Riposo.
• Fare impacchi freddi sulla zona gonfia.
Cosa non fare
Dare al bambino cibi aspri e agrumi che possono
infiammare ulteriormente la parotide o alimenti che
richiedono molta masticazione.
126. INFLUENZA: COSA SAPERE
- Contagio esclusivamente dal malato al sano
- Freddo o colpi d'aria non hanno un ruolo determinante
(possono costituire una causa favorente).
- Il malato è contagioso 24 prima dell'inizio dei sintomi e lo
rimane per circa una settimana.
- Il periodo di incubazione è di 1-3 giorni.
La fase acuta dura 4-5 giorni e normalmente i sintomi
scompaiono completamente nel giro di una o due settimane.
127. INFLUENZA: COSA SAPERE
Si manifesta con
- raffreddore e tosse all’inizio secca e persistente che può
determinare anche vomito
- malessere generale con uno stato di spossatezza,
- dolori muscolari
- mal di testa,
- dolore alla deglutizione per mal di gola
- congiuntivite, raffreddore con naso chiuso
- qualche volta anche diarrea.
128. Cosa fare
- Riposo.
- Terapia sintomatica:pParacetamolo o ibuprofene per
abbassare la febbre.
- Dare molti liquidi.
- Se diarrea, proseguire con molti liquidi e sali minerali e
tenere un’alimentazione leggera per qualche giorno.
- Se vomito mettere a riposo lo stomaco con qualche ora di
digiuno, seguita poi da un’idratazione prudente (acqua o tè
zuccherati in piccole quantità e di frequente (un cucchiaino
ogni 5 minuti).
129. Cosa non fare
- Somministrare antibiotici se non sorgono
complicazioni quali broncopolmoniti, otiti e
le sinusiti.
Fra le possibili complicazioni legate alla terapia, si segnala
la rara sindrome di Reye, causata da un’interferenza fra il
virus e l'aspirina, che per questo non viene più utilizzata.
130. Il Pediatra va consultato se il bambino ha:
- febbre e mal di gola, senza tosse (possibile faringite o una
tonsillite);
- secrezione nasale giallo-verdastra da parecchi giorni;
- mal d’orecchio, (possibile presenza di una otite);
- tosse secca e persistente, soprattutto se è presente
affanno;
- febbre persistente oltre 3-4 giorni oppure se, dopo un
intervallo di qualche giorno senza febbre, la temperatura
risale;
- tosse prolungata o che si è modificata (secca, stizzosa e
continua);
- comportamento poco vigile o reattivo e non risponde ai
farmaci antifebbrili, se continua a vomitare o se "ha una
brutta cera" non giustificabile dal resto dei sintomi.