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Baby sitter 2017 malattie 1

  1. Dott. Alberto Ferrando Prof. a contratto in Pediatria ambulatoriale PEDIATRA Coordinatore Garanti dell’Infanzia UNICEF Pres. Ass. pediatri Extraospedalieri liguri (APEL) -www.apel-pediatri.org -www.ferrandoalberto.blogspot.it -aferrand@fastwebnet.it -3388687583
  2. 3) Cassetta dei medicinali Malattie 4) Anafilassi (trattasi di reazione allergica pericolosa) 5) Congiuntivite 6) Convulsioni Febbrili 7) Diarrea (Gastroenterite), rigurgito e vomito 8) Disidratazione 9) Dolore in generale 10) Dolore alle orecchie 11) Dolore ai denti 12) Dolore alla testa (cefalea)
  3. SE lasciate la vostra mail Vi invio: - Materiale e poster su manovre - Vi posso inserire nella mailing list di discussione di pediatri liguri ove si parla di bambini: forum@apel-pediatri.it - Vi posso inserire nella mailing list di informazione (CORSI@forum@apel- pediatri.it)
  4. SITUAZIONI DA NON SOTTOVALUTARE MAI!! • Si comporta in modo strano e appare sonnolento o meno vigile. • Non risponde alle vostre domande. • È privo di coscienza o non risponde agli stimoli. • Ha convulsioni (contrazioni ritmiche e perdita di coscienza). • Presenta difficoltà a respirare. • Colorito della pelle o delle labbra blu, porpora o grigio. • Rigidità al collo associato a febbre e a dolore marcato alle gambe o che aumenta nel tempo e/o macchie diffuse di colore rosso intenso, che non scompaiono se si preme la pelle intorno (si chiamano petecchie), su qualsiasi parte del corpo (situazione di sospetta meningite). • Perdita di coscienza, stato confusionale, mal di testa o vomito dopo un trauma cranico. • Febbre molto alta, sopra i 39-40°C, se associata a macchie rosso intenso con emorragie (come lividi o ematomi). • Tagli profondi che interessano la testa o il torace o l’addome, oppure tagli da cui esce sangue a spruzzi (taglio di arteria). • Un’ampia ustione o ustione che interessa il volto o le mani. • Fratture scomposte. • Morso di vipera.
  5. COSA FARE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA • Cercare di mantenere la calma e di ragionare. • Chiamare aiuto (in casa, un vicino, dei passanti per la strada). • Se è stato fatto un corso di rianimazione cardiopolmonare iniziare a metterlo in atto se il bambino non respira e richiedere o utilizzare, se a disposizione, un defibrillatore semiautomatico. • Se il bambino ha inalato un corpo estraneo chiedere aiuto e praticare immediatamente le manovre antisoffocamento. • Se ha ingerito sostanze o farmaci tel al Centro Antiveleni 038224444 • Far telefonare o, se non sono presenti altre persone, telefonare al 118/112. • Applicare una pressione continua nella sede del sanguinamento, se presente. • Sistemare il bambino sul pavimento in posizione laterale di sicurezza o con la testa deviata sul lato se ha una convulsione. Non mettere niente in bocca. • Non spostare il bambino traumatizzato salvo che non sia in una situazione di pericolo. • Restare con il bambino finché non arrivano i soccorsi. • Portare in ospedale qualsiasi medicinale o sostanze sospette che il bambino possa avere ingerito. • In ospedale comunicare il nome del vostro pediatra.
  6. La cassetta dei medicinali Farmaci per patologie specifiche: • antibiotico ad ampio spettro; • cortisonico per bocca (per allergie); • antistaminico per bocca; • antidiarroico (nei bambini l’unico farmaco da usare per la diarrea è il racecadotril) o prodotti che hanno una funzione “locale” sull’intestino e non farmaci per l’adulto come la loperamide; • antipiretici e antidolorifici: paracetamolo e ibuprofene disponibili in gocce (paracetamolo), sciroppo e supposte; • integratori di sali minerali per ripristinare i liquidi in caso di diarrea; • supposte o perette di glicerina • pomata antibiotico-cortisonica; • pomata cicatrizzante; • pomata al cloruro di alluminio (punture di insetti, meduse, escoriazioni).
  7. Attrezzature per le piccole emergenze • kit di pronto soccorso per l’auto; • termometro digitale; • aghi sterili; • guanti monouso sterili; • 1 pinza per zecche; • torcia tascabile; • garze e bende; • bende elastiche; • disinfettante non alcolico; • cerotti di vario tipo compresi i cerotti “Steri fix”; • borsa per ghiaccio istantaneo; • pinzettine sterili; • siringa da 10 cc (per detersione ferite); • soluzione fisiologica; • Simeticone e carbone vegetale
  8. • Infettiva • Allergica
  9. Cosa fare • Se origine batterica, il pediatra può prescrivere un antibiotico in crema o in collirio. • Se l’irritazione è provocata da una congiuntivite allergica, il medico può prescrivere uno o più tipi di collirio indicati in caso di allergie (antistaminici o cortisonici). A volte si può ricorrere a terapia con antistaminici per bocca. • In caso di congiuntivite allergica è necessario cercare di evitare, se possibile, i fattori che scatenano l’allergia. • Lavare delicatamente le palpebre con soluzione fisiologica o camomilla o acqua corrente. • Un impacco freddo può essere utile per alleviare la congiuntivite allergica.
  10. Cosa non fare Somministrare colliri antibiotici o cortisonici o associati insieme, senza il parere del medico. Toccarsi gli occhi con le mani. Condividere gli asciugamani e la biancheria.
  11. E’ necessario consultare il pediatra se la situazione non migliora, il dolore aumenta e l’occhio diventa sempre più rosso o compare la febbre. La diagnosi differenziale va fatta con la sinusite etmoidale che necessita un’immediata terapia antibiotica
  12. Cosa fate se un bambino vicino a voi fa uno strano suono e poi cade improvvisamente a terra, privo di conoscenza, si irrigidisce sulla schiena per qualche secondo e poi comincia a scuotere violentemente braccia e gambe? CONVULSIONI
  13. 1. Metti qualcosa tra i denti per evitare che si morda la lingua 2. Allontana gli oggetti che possono ferirlo e ruotalo su un fianco 3. Trattieni braccia e gambe verso terra 4. Inizia la respirazione bocca-a-bocca
  14. Cosa sapere Le convulsioni febbrili (CF) sono crisi convulsive che si manifestano quando il bambino ha la febbre o quando questa sta salendo rapidamente. Le crisi sono, in genere, tonico-cloniche e attraversano queste fasi: • Perdita di coscienza e globi oculari rivolti verso l'alto. • Irrigidimento di tronco, arti e mascelle (FASE TONICA: durata variabile da pochi secondi fino ad alcuni minuti). • Scosse muscolari ritmiche (FASE CLONICA: della durata di alcuni minuti). • Stato di sonnolenza profonda spesso con perdita di urine (FASE POST-CRITICA può durare anche qualche ora in cui il bambino appare ipotonico).
  15. A: Bambini con CF semplice • Durata inferiore ai 15 minuti; • non ripetuta nelle prime 24 ore; • età compresa tra 6 mesi e 5 anni; • senza problemi neurologici precedenti. B: Bambini con CF complessa • Durata superiore ai 15 minuti; • ripetuta nelle prime 24 ore; • o età < 6 mesi o > 6 anni; • o soggetti con precedenti problemi neurologici. Nei bambini che presentano le caratteristiche B è necessario il ricovero. Nei bambini con caratteristiche A ricovero/osservazione per 24 ore se di età inferiore ai 18 mesi. Negli altri bambini un’osservazione in Pronto Soccorso di alcune ore.
  16. Cosa fare - verificare che il bambino non sia coperto da troppi vestiti e liberarlo dagli indumenti stretti; - allontanare oggetti o cose dal bambino (per la sua incolumità e di chi è intorno a lui); - metterlo delicatamente su un fianco, per evitare che aspiri muco o materiale vomitato; - verificare la durata della crisi convulsiva; - somministrare, se disponibile, al più presto il clisterino già pronto di farmaco consigliato dall’ospedale; - ripetere il clistere se la prima dose viene espulsa o se la crisi non finisce in 2-3 minuti.
  17. IMPORTANTE: prendere il tempo e mettere il bambino in posizione laterale di sicurezza
  18. Cosa non fare - perdere la calma; - scuotere il bambino; - schiaffeggiarlo o chiamarlo per nome; - cercare di bloccarlo; - cercare di tenere ferma la lingua.
  19. Quando portare il bambino in ospedale (chiamando il 118/112): - se il bambino ha meno di un anno di età; - se la crisi non regredisce alla seconda somministrazione di peretta con farmaco; - se le crisi si susseguono una dopo l’altra.
  20. Convulsioni febbrili
  21. ConvulsIoni e cosa fare
  22. Nella maggior parte dei casi, è causata da infezioni virali, gastroenteriti, (Rotavirus, adenovirus responsabili di oltre il 50% dei casi di diarrea) o, meno frequentemente batteriche (salmonella o altri batteri come particolari tipi di Escherichia Coli, Yersinia enterocolitica, Campilobacter jeunj, shigella). Il microrganismo che causa la malattia può essere trasmesso al bambino attraverso cibi od oggetti che si porta alla bocca, contaminati dalle feci di un soggetto malato. Si associa spesso a vomito e diarrea
  23. Cosa fare • Pesare il bambino ogni giorno per valutare l’entità della perdita del peso (la diarrea si distingue in lieve, media e grave in base alla perdita, rispettivamente del 5,10 o 15% del peso). • Verificare lo stato d’idratazione del bambino valutando anche quanto urina. • La diarrea, di solito, guarisce spontaneamente in pochi giorni; la cosa importante è restituire al bambino tutta l’acqua e i sali che perde utilizzando le soluzioni reidratanti
  24. Far bere la soluzione a piccoli sorsi, con un cucchiaino, un cucchiaio o con la cannuccia; non datela troppo velocemente perché ciò potrebbe provocare il vomito. La soluzione è di sapore più gradevole se conservata in frigorifero (100 ml ogni chilogrammo di peso nelle 24 ore: ad esempio, per un bambino di 10 kg sarebbe di 1 litro al giorno). Se proprio il bambino non vuole la soluzione potete mescolarla a piccole quantità di altri liquidi come l’acqua, la camomilla e il tè che non devono essere zuccherati e neppure vi devono essere aggiunti biscotti o altro.
  25. Cosa non fare • Somministrare antibiotici poiché la causa della diarrea è un virus o un microbo non pericoloso (nel caso delle enteriti da salmonelle comuni la terapia antibiotica oltre a non essere utile può anche essere dannosa). • Somministrare farmaci antidiarroici, se non su indicazione del vostro pediatra. • Far digiunare il bambino (il digiuno è sconsigliato e prolunga la diarrea).
  26. Rigurgito: emissione passiva, non forzata, involontaria, di piccole quantità di latte che cola dalla bocca del lattante. Il rigurgito può comparire subito dopo la poppata (in questo caso è latte non digerito) o anche dopo ore. Vomito: emissione forzata del contenuto gastrico attraverso la bocca, spesso preceduto da nausea e da intensa salivazione. Il vomito rappresenta un sintomo di uno stato di malessere o di malattia di cui si devono cercare e capire le cause.
  27. Cause più comuni e frequenti di vomito: • gastroenterite acuta : precede o si accompagna a diarrea e febbre. • Infezione (otite, tonsillite, ecc.) soprattutto nel bambino nei primi anni di vita. • Intossicazione alimentare. • Ingestione di farmaci o sostanze tossiche. • Stati emotivi: ansia, paura, stress. • Trauma cranico: in questo caso è necessaria una visita pediatrica urgente. • Patologie congenite. La più frequente è la stenosi del piloro.
  28. Cosa fare: Nel caso di rigurgito • Fare piccole pause durante la poppata. • Dopo il pasto, mantenere il piccolo in posizione verticale. • Seil lattante è alimentato con latte formulato, è possibile ricorrere ad addensanti o a formule speciali che li contengono. • Consultare il pediatra se il rigurgito diventa un vero e proprio vomito con conati prolungati o espulsione “a getto” e se il piccolo manifesta segni di sofferenza (pianto lamentoso o stato di agitazione persistente).
  29. Cosa fare: Nel caso di vomito • Digiuno totale per cibi solidi e liquidi per almeno 1 ora dopo il vomito, anche se il bambino richiede di mangiare o bere. • Dopo 1 ora somministrare un poco alla volta dei liquidi (un cucchiaino ogni 2-3 minuti) anche leggermente zuccherati. Aumentare gradualmente la quantità nelle ore successive. • Se rivomita tenere il bambino a digiuno per un’ora e poi ricominciare come indicato in precedenza. Dopo 4-6 ore dall’ultimo episodio di vomito si possono dare al bambino piccole quantità di cibi leggeri dando la preferenza a carboidrati (cracker, pane, riso, patate bollite). Il bambino alimentato al seno può riprendere regolarmente le poppate, frazionandole). • Cercare, senza forzarlo, di farlo bere, anche poco ma spesso.
  30. Cosa non fare • Forzare il bambino a mangiare e a bere. • Ricorrere a farmaci per il controllo del - la metoclopramide in età pediatrica non va mai somministrata sotto l’anno di età mentre da 1 anno a 18 anni l’utilizzo è limitato a paatologie serie - altri farmaci, come il domperidone, vanno somministrati solo su indicazione del pediatra: sono stati segnalati effetti collaterali dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
  31. Segni di allarme • ha meno di 3 mesi; • ha febbre elevata e/o forte mal di testa; • non ha urinato nelle ultime 8 ore; • vomita con sangue; • ha mal di pancia continuo che non si attenua; • ha difficoltà a camminare o è confuso; • ha ingerito sostanze tossiche e/o velenose; • ha subito un trauma cranico.
  32. si manifesta quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma e, quindi, non ha abbastanza acqua e altri liquidi per svolgere le normali funzioni.
  33. CAUSE: • Vomito, diarrea • Eccessiva sudorazione, soprattutto nei climi caldi e secchi. • Prolungata esposizione al sole (colpo di sole); • Febbre; • Ustioni; • Diabete mal compensato; • Assunzione di alcol (purtroppo è una situazione non rara già in periodo pre-pubertario).
  34. INFOSSAMENTO DELLA FONTANELLA ANTERIORE
  35. Complicazioni gravi della disidratazione: • Convulsioni. • Edema cerebrale. • Colpo di calore. • Shock • Insufficienza renale: si verifica quando i reni non sono più in grado di espellere liquidi e sostanze di rifiuto. • Coma fino alla morte • Aritmie cardiache.
  36. Cosa fare Nel caso di diarrea, vomito o febbre è indispensabile, per reintegrare sia i liquidi sia gli elettroliti persi una soluzione reidratante orale contenente acqua e sali in adeguate proporzioni.
  37. Cosa non fare Somministrare bevande gassate, bevande contenenti caffeina, succhi di frutta o frullati che potrebbero contenere troppo zucchero e troppo poco sodio per reintegrare gli elettroliti persi.
  38. La medicina cura spesso, guarisce qualche volta, allevia il dolore e consola sempre. Anonimo Uno stimolo doloroso lascia traccia nella memoria. Un’adeguata terapia antidolorifica annulla gli effetti negativi, sia fisici sia psicologici del dolore.
  39. Cosa fare Il dolore va valutato: • ogni volta che il bambino presenta situazioni cliniche che possono determinare dolore. • Ogni volta che il bambino dice di avere dolore. • Ogni volta che i genitori dicono che il loro figlio ha dolore. • Prima e dopo interventi dolorosi (procedure-manovre diagnostico-terapeutiche). • Durante la somministrazione di farmaci analgesici. • Dopo la sospensione di farmaci analgesici.
  40. La riduzione dell’ansia e della paura associate al dolore e il comportamento dei genitori nella gestione dello stesso, sono importanti strumenti di cura che s’integrano con le terapie farmacologiche.
  41. Tabelle tratte dal libro “Il dolore nel bambino.” “Strumenti pratici di valutazione e terapia scaricabile dal sito http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2077_allegato.pdf
  42. 1. Il dolore ha sempre una componente emotiva e per alleviare il dolore, la terapia non farmacologica è, a volte, altrettanto importante della terapia farmacologica. 2. La riduzione dell’ansia e della paura associate al dolore e il comportamento dei genitori nella gestione dello stesso, sono importanti strumenti di cura che s’integrano con le terapie farmacologiche. 3. Nella terapia non farmacologica del dolore è molto importante il nostro comportamento: è necessario avere atteggiamento calmo e tranquillizzante, parlare a voce bassa e tranquilla e se il bambino è grande e comprende, spiegare cosa succede. 4. Importante anche l’ambiente cercando di mettere il bambino in un ambiente confortevole e tranquillo, senza troppi rumori.
  43. Terapia farmacologica a seconda dell’età: 0-2 anni: contatto fisico con il bambino: toccare, accarezzare, cullare. Ascoltare musica, giocattoli sopra la culla, leggere ad alta voce; 2-4 anni: giocare con pupazzi, raccontare storie, leggere libri, respirazione e bolle di sapone; 4-6 anni: respirazione, racconto di storie, gioco con pupazzi, parlare dei luoghi preferiti, guardare la televisione, coinvolgimento; 6-11 anni: musica, respirazione, contare, parlare dei luoghi preferiti, guardare la TV, leggere libro.
  44. • In caso di dolore recidivante o cronico è necessario somministrare il farmaco prima dell’insorgenza del dolore prevedibile. • È anche importante somministrare gli analgesici a orario fisso, in modo da evitare l’insorgenza di “buchi” di dolore. • Il dolore va sempre cercato e trattato, in tutte le situazioni in cui vi siano segni e sintomi della sua presenza e anche quando la situazione clinica depone per la presenza di dolore, anche se il bambino non esprime verbalmente il suo disagio . • Quando possibile il dolore va sempre profilassato.
  45. CAUSE: • otite media acuta • Corpo estraneo: determina infiammazione • Puntura di un insetto (vedi foto). • Foruncolo del condotto uditivo esterno. • Patologia dentaria. • Otite esterna: si manifesta spesso in estate favorita dai bagni in mare e in piscina. Il dolore può essere evocato tirando il padiglione auricolare verso l’alto o il basso, soprattutto in caso di otite esterna. • Dolore transitorio all’orecchio che può comparire per variazioni della pressione esterna (fase di ascesa e di discesa aerea o tuffi o immersioni subacquee).
  46. Cosa fare Contattare il pediatra Iniziare da subito una terapia antidolorifica (paracetamolo, ibuprofene). Durante il riposo scegliere, se è presente dolore, la posizione semiseduta. Se oltre al dolore è presente anche scolo nasale o naso “attappato” è opportuno fare frequenti lavaggi nasali con soluzione salina. In caso di persistenza dei sintomi far rivalutare la situazione dal pediatra dopo 48-72 ore.
  47. Cosa non fare • Somministrare gocce auricolari, di qualsiasi tipo, prima di una valutazione clinica. • Pulire le orecchie con cotton fioc. • Non dare terapia antidolorifica. • Dare antibiotico senza indicazione medica.
  48. Nel periodo in cui spuntano i primi dentini, in alcuni bambini, il mal di denti potrebbe rappresentare un momento di disagio e di malessere fisico (irritabilità, alterazioni dell’intestino, calo dell’appetito, talora una febbricola). Se appare una febbre alta, è molto improbabile che la causa siano i “dentini” e vanno cercate, o almeno escluse, altre cause quali infezioni delle vie aeree e delle vie urinarie.
  49. Cosa fare • Proporre al bambino oggetti gommosi piuttosto duri, refrigerati, affinché il piccolo, mordendoli, possa trovare sollievo. • Dopo i primi 6 mesi è possibile usare gel gengivali lenitivi, senza zucchero, anche se la loro efficacia è scarsa. • Somministrare paracetamolo su indicazione del pediatra in casi selezionati. • Se il bambino ha mal di denti a qualsiasi età farlo visitare dallo specialista sin dai primi sintomi, senza aspettare che il dolore diventi forte e persistente.
  50. Non è possibile visualizzare questa immagine. Cosa non fare • dare lo zucchero, il miele rosato, i biscotti e tutto ciò che contiene zucchero, in quanto cariogeni, sin dall’inizio dell’eruzione dentaria. • attribuire tutti i disturbi alla dentizione.
  51. Cefalea primitiva: affezione a decorso cronico-ricorrente e ad andamento accessuale, discontinuo o continuo, caratterizzata da dolore e, talora, associata a nausea, vomito, sudorazione, fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce), ecc. Cefalea secondaria: • cause generali: malattie febbrili ad es.; • cause locali: trauma cranico recente o pregresso, sinusite, disturbi oculari, patologie dentarie (carie o ascessi dentari) La cefalea più frequente è la “muscolo-tensiva”
  52. La situazione è tranquilla se il bambino: • Non si sveglia alla notte per il dolore. • Non piange per il dolore ma semplicemente “dice” di aver mal di testa. • Durante il mal di testa gioca e si comporta normalmente.
  53. La situazione merita una visita dal pediatra se il bambino: • ha un comportamento diverso e un rendimento scolastico scarso. • Il mal di testa è tale da bloccare le normali attività del bambino. • Il mal di testa è localizzato o insorge dopo uno forzo fisico. • Ha mal di testa con febbre e collo rigido. • Ha mal di testa con scolo nasale muco-purulento. • Il mal di testa sveglia il bambino di notte. • Il mal di testa è associato a vertigini.
  54. ATTENZIONE: Sintomi che richiedono una visita urgente • Esordio recente e dolore che peggiora in frequenza e intensità. • Risveglio di notte. • Cefalea mattutina con vomito non proceduto da nausea. • Tendenza, in breve tempo, al costante peggioramento sia come intensità sia come frequenza. • Associato a crisi convulsive, disturbi dell’equilibrio e della vista.
  55. Cosa fare • Far riposare un po’ il bambino, in un luogo tranquillo e poco luminoso. • Tranquillizzare il bambino. • Se il mal di testa è frequente compilare, o far compilare se il bambino è grandicello, il diario della cefalea • Somministrare farmaci antidolorifici, come il paracetamolo o l’ibuprofene: è sempre consigliabile però evitare l’autocura, anche quando si tratta di farmaci considerati sicuri in età pediatrica, e concordare con il pediatra dosi e modalità di somministrazione.
  56. Cosa non fare • Commentare il problema, magari minimizzando, in presenza del bambino. • Continuare a chiedere se ha ancora mal di testa (un bambino, soprattutto se piccolo, non è capace di nascondere un dolore importante).
  57. 13) Dolore osteo-artro-muscolare 14) Dolore toracico e mal di schiena 15) Dolore alle vie urinarie 16) Dolore addominale 17)Dolore ai genitali 18) Febbre 19) Infezioni delle vie respiratorie
  58. DOLORE OSTEO-ARTRO- MUSCOLARE Le cause più frequenti sono: • artrosinovite dell’anca • osteocondrosi
  59. • Più frequente nei maschi tra i 2 e i 10 anni di età (più frequente sotto ai 5-6 anni). • Si manifesta in modo acuto con dolore localizzato all’anca o, qualche volta, a tutto l’arto inferiore senza una sede ben definibile, di grado variabile, qualche volta così intenso da impedire al paziente l’appoggio del piede a terra. • Altre volte l’esordio è meno violento e il bambino riferisce dolore ma cammina lo stesso, pur zoppicando, limitando la propria attività o la funzionalità dell’arto. Artrosinovite dell’anca
  60. Cosa fare • Riposo assoluto. • Farmaci antidolorifici • Attività tranquille (leggere un libro). • Se i sintomi persistessero per più giorni, consulenza ortopedica.
  61. Cosa non fare: • Attività fisica. • Sollecitare il bambino a camminare.
  62. • Anomalie dei nuclei di ossificazione, che scompaiono a sviluppo ultimato delle ossa in via di accrescimento. • Si manifestano con dolore tale, in alcuni casi, da limitare il movimento. • Rappresentano una patologia tipica dell’età della crescita che si risolve spontaneamente al raggiungimento della maturità scheletrica. OSTEOCONDROSI
  63. Le più frequenti sono: • malattia di Osgood-Schlatter: apofisi tibiale anteriore; • malattia di Sever o tallonite.
  64. Cosa fare • Riposo; • riduzione/sospensione dell'attività sportiva ; • ghiaccio locale nella fase acuta; • antinfiammatori/ antidolorifici nella fase acuta; • ripresa graduale dell’attività sportiva incominciando con sport atraumatici;
  65. Cosa non fare • Proseguire attività fisica a tutti i costi. • Abusare di farmaci.
  66. DOLORE TORACICO E ALLA SCHIENA
  67. DOLORE TORACICO: Cosa sapere • La comparsa di un dolore toracico nei bambini è abbastanza frequente. • Quasi sempre il dolore è benigno e autolimitante. • Il dolore più comune è quello detto “idiopatico” (non si riesce a identificare la causa), seguito da quello muscolo-scheletrico. • Il dolore toracico di natura cardiaca è il più raro.
  68. Cosa fare • Cercare di avere un atteggiamento tranquillizzante e rassicurare il bambino, in assenza dei sintomi sotto descritti. • Chiamare il 118/112 o recarsi al PS se presenti una situazione a rischio(vedi).
  69. ATTENZIONE se il dolore è: • persistente, localizzato ,si protrae per minuti e il bambino appare sofferente. • Associato a febbre e/o difficoltà respiratoria. • Compare con lo sforzo e diminuisce a riposo. • Associato a vertigini o a sincope. • Associato a nausea o sudorazione a palpitazioni a cianosi. • Precordiale, opprimente che s’irradia al braccio sinistro o alla mandibola.
  70. Cosa non fare Trascurare la comparsa del mal di schiena nel bambino.
  71. INFEZIONI DELLE VIE URINARIE: Cosa sapere Nei bambini più piccoli i sintomi possono essere molto generici: irritabilità, scarsa crescita, vomito. A volte l’unico sintomo è una febbre senza altri disturbi. Nei bambini più grandi possono essere presenti vari disturbi, da soli o associati: • dolore, bruciore, sensazione pungente al momento di urinare; • crescente stimolo a urinare o una frequente minzione; • febbre (non è sempre presente); • risvegli durante la notte per andare in bagno; • enuresi nei bambini, anche se il bambino ha imparato ad andare in bagno; • dolori addominali, più raramente dolori in sede lombare; • urina che emana odore “forte”, di ammoniaca, o torbida o che contiene sangue (ematuria).
  72. Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rappresentano le infezioni più frequenti in età pediatrica dopo quelle delle vie aeree.
  73. Cosa fare • Far bere al bambino molti liquidi. • Somministrare antidolorifici per febbre e/o dolore. • Esame delle urine, possibilmente, con urinocoltura
  74. Cosa non fare • Somministrare antibiotici senza il parere del medico. • Somministrare ibuprofene, se il bambino è disidratato. • Non rispettare la durata della terapia antibiotica.
  75. Indicazioni al ricovero in ospedale: • Stato generale compromesso, • febbre che sale rapidamente e con brivi di: i batteri dell’apparato urinario infettato possono essersi diffusi nel sangue (sepsi). • Disidratazione • Vomito che impedisce di assumere liquidi per bocca.
  76. Esame chimico-fisico delle urine Consente rapidamente di confermare, o escludere, un’infezione delle vie urinarie. In presenza di una febbre senza causa evidente è sempre utile l’esecuzione dell’esame urine. Può essere eseguito agevolmente nell’ambulatorio del pediatra di famiglia con uno stick urinario. (vedere www.selfpediatrico.it). L’urinocoltura fornisce risultati solo dopo alcuni giorni, è consigliabile, in presenza di sintomi “importanti”, raccogliere le urine per eseguire l’urinocoltura e, nel frattempo, far fare l’esame delle urine che fornisce un risultato immediato e dà la possibilità di prendererpidamente decisioni sulla terapia da somministrare.
  77. DOLORE ADDOMINALE: Cosa sapere Il dolore addominale si può presentare in: • forma acuta (ad es. appendicite), • ricorrente • cronica (dolore da cause psicologiche o emotive). Può essere continuo e costante come nell’appendicite, colico (dolore che si accentua e poi si riduce fino a scomparire, in alcuni casi, per poi ricomparire) come nella invaginazione intestinale.
  78. Solo il 5 % dei dolori addominali richiede un’ospedalizzazione. Ricordare che: • I bambini soffrono di mal di pancia anche a seguito di infezioni virali o cambi di alimentazione. • Il mal di pancia dei bambini è riconducibile, nella maggior parte dei casi, a cause psicologico-emotive. • Mai trascurare comunque un mal di pancia
  79. CAUSE ETA’ di maggior frequenza
  80. Segni di preoccupazione : • risveglio notturno; • sangue nelle feci (in assenza di emorroidi o ragadi); • dolore, anche se il bambino non si muove e sta fermo; • atteggiamento molto mogio o irritabile; • vomito “biliare” ripetuto (vomito con eliminazione di muco giallo e/o verde); • mancata emissione di feci e gas (nella stipsi avvengono le flatulenze); • mal di pancia in un punto ben preciso.
  81. I bambini vanno visitati in urgenza se presentano dolore addominale nelle ore successive a un trauma addominale
  82. Cosa fare In presenza di dolore addominale anche il genitore a casa può fare alcune prove pratiche da segnalare al proprio pediatra. Queste semplici prove, se positive (il bambino non riesce a compierle o evocano dolore), indirizzano a contattare subito il pediatra in quanto è probabile un’infiammazione dell’appendice o del peritoneo.
  83. • SEGNO DEL BALZELLO: Far fare dei salti. La “prova del salto” si è rivelata essere attendibile. Il bambino con appendicite avrà dolore se saltella. • FAR TOSSIRE IL BAMBINO: accentua il dolore.
  84. COLPI SUL LETTO: Se il bimbo e' disteso sul letto dare dei piccoli colpi al materasso, in modo da scuotere il piccolo senza, però, toccarlo. “LA MANO ALLONTANATA”: appoggiare delicatamente, senza esercitare alcuna pressione, la mano sulla pancia del bambino. Se questo contatto è gradevole al bambino, oppure lo calma, senz'altro non ha l'appendicite o un'altra malattia che richiede l'intervento del chirurgo; se, invece, il bimbo allontana la mano dell'adulto, va subito fatto visitare dal medico.
  85. Nel sospetto dell’origine psicologica bisogna cercare di comprendere e considerare il bambino e non minimizzare con frasi tipo “non hai niente”. Attraverso il mal di pancia il bambino cerca attenzione da parte dell’ambiente famigliare. Il dolore deve essere interpretato come una richiesta di aiuto. MAL DI PANCIA DA CAUSE PSICOLOGICHE-EMOTIVE
  86. Cosa fare • Tranquillizzare il bambino e distrarlo. • Massaggiare il pancino: nel dolore addominale da cause psicologiche il massaggio delicato, con le mani calde, fa “piacere” al bambino (in caso di patologia organica il bambino allontana la mano). • Telefonare al pediatra per una consulenza e richiedere un appuntamento per parlare del problema senza la presenza del bambino.
  87. Cosa non fare • Dire al bambino che non ha niente. • Ignorare i sintomi lamentati. • Fare lo “psicologo” del proprio figlio. • Chiedere al bambino se ha mal di pancia e, farne oggetto di conversazione con amici, parenti e dal medico in presenza del bambino.
  88. Cosa fare • Valutare lo stato generale del bambino; • verificare se è andato di corpo nei giorni precedenti; • eseguire le manovre indicate sopra (segno del balzello, la “mano allontanata”, dolore accentuato dalla tosse o da colpi con la nostra mano sul materasso); • contattare, anche solo nel dubbio, il pediatra o il Pronto Soccorso; • coccolare e consolare il bambino.
  89. Cosa non fare • Dare farmaci senza indicazione del medico; • insistere a far mangiare e bere; • far passare molto tempo prima di contattare il pediatra. •
  90. Cosa sapere • Non sono causate da dolori addominali • Vengono definite come “crisi di pianto inconsolabile”. • Compaiono nel neonato nelle prime settimane e proseguono e aumentano fino al 3° mese di vita circa, quando iniziano piano piano ad attenuarsi.
  91. Regola del tre. 1. Compaiono nelle prime 3 settimane di vita. 2. Aumentano fino al 3° mese e poi, gradualmente, si riducono. 3. Vengono almeno 3 volte alla settimana. 4. Le crisi di pianto possono durare fino a 3 ore. A volte si calmano coccolando e dondolando il bambino, allattandolo o portandolo a fare un giro in macchina (vedi le 5 S cap. pianto……)
  92. Cosa fare • Cercare di calmare il bambino: consolarlo e coccolarlo, dargli il ciuccio, passeggiare, attaccarlo al seno. • Favorire il “contenimento”: ad alcuni bambini piace essere in una specie di nido. • Si possono usare farmaci*. Per la scelta si consiglia di rivolgersi al pediatra, anche se l’effetto non è sempre garantito. • Una delle cause di coliche potrebbe essere l’intolleranza alle proteine del latte vaccino. Perettina, sondine rettali e suppostine vanno utilizzate solo in caso di stitichezza.
  93. Se oltre alle crisi di pianto il bambino vomita ripetutamente o non elimina feci e gas (flatulenza) o evacua feci con sangue contattare rapidamente il pediatra o il Pronto Soccorso.
  94. Cosa non fare • Dare farmaci non consigliati dal pediatra. • Usare routinariamente sondini rettali o perettine o suppostine. • Somministrare sostanze dolci (se non su indicazione del pediatra). • Colpevolizzarsi perché piange (non dipende da voi). • Ascoltare le accuse da parte di parenti e amici.
  95. Cosa sapere Infiammazione dei linfonodi dell’addome provocata in genere, da infezioni virali e si manifesta con dolori addominali, soprattutto in età pediatrica. A volte il quadro del dolore addominale è tale da far pensare a un’appendicite. Adenite mesenterica Il dolore addominale è solitamente in zona periombelicale o nel lato inferiore destro dell’addome associato a febbre e malessere generale. Possono essere presenti nausea e/o diarrea o un’infezione delle vie respiratorie o un’infezione può precedere l’insorgenza del dolore addominale.
  96. Cosa fare • Valutare lo stato generale del bambino. • Coccolarlo e tranquillizzarlo. • Fare le prove descritte per l’appendicite (segno del balzello, massaggio dell’addome, ecc.) che nella adenite mesenterica, in genere sono possibili. • Somministrare antidolorifici (paracetamolo o ibuprofene) dopo aver sentito il pediatra. •
  97. Cosa non fare • Agitarsi non risolve il problema e accentua la sofferenza del bambino. • Evitare di contattare il pediatra per una consulenza. • Forzare il bambino a bere e a mangiare.
  98. Cosa sapere Consiste nella penetrazione di una porzione d’intestino in quella adiacente con conseguente occlusione intestinale. Interessa prevalentemente i bambini tra i 4 e i 12 mesi di età. INVAGINAZIONE INTESTINALE
  99. • dolori addominali, di tipo colico, molto forti seguiti da periodi di benessere; • vomito, anche verde/giallo (biliare); • abbondante aria nell’addome (meteorismo); • sangue e muco nelle feci.
  100. STIPSI (STITICHEZZA): Cosa sapere Andare di corpo a intervalli che superano le 48 ore o anche se, per periodi più brevi, averedure c he vengono emesse con sforzo. Il dolore addominale è spesso molto acuto, di tipo colico, riferito a sinistra in genere. In alcuni casi l’entità del dolore è tale da far porre la diagnosi differenziale con l’appendicite da cui si differenzia per la mancanza di febbre e per la risoluzione della stessa dopo aver liberato l’intestino tramite una perettina o un clisma evacuativo.
  101. Fattori che favoriscono la stipsi • Cambio di alimentazione (svezzamento); • episodi infettivi (portano a una perdita di liquidi); • passaggio dal pannolino al vasino; • predisposizione familiare; • fattori psicologici; • infiammazioni nella zona perianale; • alimentazione povera di fibre.
  102. Una stipsi può causare: • dolori addominali anche importanti, soprattutto nel lattante e nei primi anni di vita; • emorroidi e sanguinamento; • riduzione dell’appetito; • nervosismo, irritabilità, irrequietezza.
  103. Cosa fare • Offrire da bere. • Dare alimenti ricchi di fibre: farina integrale, frutta (soprattutto pesche, prugne, melone) e verdura. • Abituare il bambino ad andare alla toilette quando avverte lo stimolo e a non trattenere la defecazione. • In caso di persistenza o non risoluzione con la dieta si possono somministrare rammollitori fecali • In caso dolori addominali ricorrere alla stimolazione locale
  104. Norme igieniche: - abituare bambino ad andare in bagno ogni giorno alla stessa ora; - farlo sedere con l’aiuto di un riduttore e di uno sgabello
  105. Cosa non fare • Non tenerlo sul water o sul vasino troppo tempo: se dopo qualche minuto non si scarica, meglio ritentare dopo qualche ora. • Minacciarlo o punirlo se trattiene le feci. • Alimentarlo con poche fibre • Offrirgli poco da bere.
  106. DOLORE AI GENITALI • Trauma ai testicoli • Torsione del testicolo e delle appendici test. • Balanopostite • Fimosi e parafimosi • Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili
  107. • Trauma ai testicoli Cosa fare E’ necessario chiamare il medico se: • la pelle è lacerata o il sanguinamento non si ferma. • Il dolore è molto forte. • Il bambino fatica a urinare o vi è ematuria. • Il bambino ha le vertigini o sviene quando si alza in piedi. • Lo scroto è gonfio. • Per il gonfiore applicare ghiaccio, non a contatto della pelle, per 10 minuti. Rivolgersi a un Pronto Soccorso se al dolore si associa nausea o vomito, o se il dolore o il gonfiore
  108. Torsione del testicolo e delle appendici Cosa sapere La torsione testicolare: si presenta con dolore improvviso associato, spesso, a vomito e nausea. esistono due picchi d’incidenza -sotto l’anno di età - tra gli 11 e i 13 anni. La torsione delle: il quadro clinico è più attenuato della torsione testicolare ma non sempre
  109. Altre situazioni di “ingrossamento” dei testicoli Idrocele: (vedi foto) accumulo di liquido all’interno del testicolo. Varicocele: dilatazione delle vene del testicolo che diventano evidenti. Ha un’incidenza dal 2 al 15% nei bambini in età scolare e si osserva quasi esclusivamente, ma non solo, nei periodi pre-puberale e puberale, Di solito interessa il lato sinistro (fino al 93% dei casi), ma può essere anche bilaterale (2-20% dei bambini).
  110. Cosa fare La torsione del testicolo è una emergenza Rivolgersi urgentemente al Pronto Soccorso. L’intervento è tanto più efficace quanto viene eseguito precocemente. La probabilità di “recuperare” il testicolo si aggira intorno al 90% quando l’intervento avviene entro 6 ore dall'esordio dei sintomi, al 50% dopo 12 ore e al 10% dopo le 24 ore.
  111. La balanopostite acuta La balanopostite è una infezione del glande infezione (balano) e del prepuzio (poste). Glande e prepuzio appaiono tesi, caldi, arrossati, edematosi e si forma del pus. Il bambino può presentare disuria (dolore a urinare), pollachiuria (minzioni molto frequenti), talora associati anche ad aumento della temperatura corporea.
  112. Cosa fare • pulizia; • impacchi caldo umidi con amuchina sciolta in acqua; • se necessario antibiotici per via generale. Cosa non fare • Utilizzare creme cortisoniche che favoriscono le infezioni.
  113. Parafimosi: il prepuzio, non ancora aperto del tutto, viene retratto dietro al glande e non può essere riportato alla sua posizione originale.
  114. Infezioni/infiammazioni dei genitali femminili Sono più frequenti quando cominciano a frequentare l’asilo o la scuola. Fattore favorente è l’uso di detergenti non risciacquati adeguatamente. I genitali femminili sono molto vicini all’ano (facile la contaminazione da germi che si trovano nelle feci).
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