Gianluca DEFENDI, analista tecnico per MilanoFinanza ed ospite fisso a Class CNBC, spiega come utlizzare i principali indicatori e oscillatori: RSI, MACD, MOMENTUM, ROC. Guarda la registrazione del webinar sul canale youtube di Swissquote: https://youtu.be/X9wuUiPBK8g
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Gli oscillatori di momentum - Gianluca DEFENDI
1. Trading con gli
oscillatori di Momentum
Gli oscillatori di base: il Momentum, l’Rsi, l’Macd
Le tipiche indicazioni operative:
le divergenze; ipercomprato/ipervenduto;
individuare il trend primario;
segnalare inversioni di tendenza
- Le 4 fasi cicliche degli oscillatori:
down, terminating, up, advancing
Analisi tecnica dei mercati finanziari
3. L’analisi tecnica
L’Analisi tecnica consente di analizzare il comportamento
dei mercati finanziari da un punto di vista tridimensionale.
In particolare è possibile effettuare:
1) un’analisi grafica, che studia l’andamento dei prezzi
per ricercare i pattern e le configurazioni più frequenti;
2) un’analisi quantitativa, che studia il movimento dei
prezzi tramite l’utilizzo di indicatori/oscillatori matematici;
3) l’analisi volumetrica, che analizza il posizionamento
dei volumi (a livello intraday) per individuare quali sono i
livelli grafici più importanti/significativi.
4. L’analisi tecnica
L’obiettivo principale è quello di valutare:
la forza dei compratori > la pressione rialzista
e confrontarla con
la forza dei venditori > la pressione ribassista
Bisogna rispondere alla seguente domanda:
chi controlla il mercato?
8. Gli oscillatori tecnici
Trader e analisti, oltre a studiare il mercato da un punto di
vista grafico, analizzano il comportamento dei prezzi con
opportuni indicatori/oscillatori tecnici.
Questi indicatori consentono, con semplici formule
matematiche, di:
- individuare situazioni di ipercomprato e di ipervenduto;
- segnalare divergenze di comportamento tra i prezzi e
degli indicatori stessi;
- misurare la pressione rialzista (la forza dei compratori) e
la pressione ribassista (la forza dei venditori);
- ottenere segnali operativi di entrata e di uscita dal
mercato.
9. Oscillatori e indicatori
E’ necessario sottolineare che il termine
indicatore può essere sostituito con il
termine oscillatore.
L’unica differenza è che gli oscillatori
hanno o una banda di oscillazione
prestabilita (0-100 punti) mentre i primi,
teoricamente, potrebbero salire o scendere
all’infinito.
10. Ipercomprato/Ipervenduto
Gli oscillatori tecnici godono delle seguenti caratteristiche.
1) Consentono di individuare aree di ipercomprato e di
ipervenduto. L’oscillatore si porta all’interno di queste
zone quando il mercato viene da un veloce movimento
direzionale che da un lato ha instaurato una tendenza
principale ma dall’altro ha creato anche degli eccessi.
In particolare:
a) si può verificare una situazione di ipercomprato quando
i prezzi hanno compiuto, in un breve arco di tempo, un
veloce balzo in avanti con i compratori che hanno preso il
controllo del mercato;
b) si può verificare una situazione di ipervenduto quando i
prezzi hanno subito, in un breve arco di tempo, una
brusca flessione con i venditori che hanno preso il
controllo del mercato.
12. Divergenze
Possono evidenziare divergenze di comportamento tra l’andamento
dei prezzi e gli indicatori stessi. La divergenza costituisce un segnale
di allerta che segnala una certa difficoltà, da parte del mercato, nel
proseguire il suo movimento direzionale (al ribasso o al rialzo) e il
possibile raggiungimento di un minimo o di un massimo significativo.
Le divergenze possono essere di due tipi:
- si ha una divergenza positiva/rialzista quando l’oscillatore non
conferma la tendenza ribassista nella quale i prezzi sono inseriti. Si
verifica quando i prezzi disegnano minimi decrescenti mentre
l’oscillatore disegna minimi crescenti;
- si ha una divergenza negativa/ribassista quando l’oscillatore non
conferma la tendenza positiva nella quale i prezzi sono inseriti. Si
verifica quando i prezzi disegnano massimi crescenti con l’oscillatore
che disegna massimi decrescenti.
13. La divergenza rialzista
Quando non c’è uniformità di comportamento tra il comportamento
dei prezzi e quello degli oscillatori si crea appunto una divergenza.
In particolare si ha una divergenza rialzista quando i prezzi, che
si trovano all’interno di un tendenza ribassista, disegnano minimi
decrescenti mentre l’oscillatore disegna minimi crescenti.
In questo caso, quindi, mentre i prezzi proseguono nella loro discesa
(confermando il trend negativo nel quale si trovano inseriti)
l’oscillatore non solo interrompe la sua flessione ma riesce a
rimbalzare. I prezzi scendono cioè su minimi più bassi rispetto ai
minimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala
che l’ultima ondata ribassista ha avuto un’intensità inferiore rispetto
alla flessione precedente. Questo comportamento può essere
dovuto sia a una diminuzione della pressione ribassista sia a un
rafforzamento della pressione rialzista.
Per questo motivo le divergenze rialziste si verificano molto spesso
alla fine di trend ribassista e all’inizio di fasi accumulative.
14. La divergenza ribassista
Si ha invece una divergenza ribassista quando i prezzi, che
si trovano all’interno di un trend rialzista, disegnano massimi
crescenti mentre l’oscillatore disegnata massimi decrescenti.
In questo caso i prezzi proseguono nella loro salita
(confermando il trend positivo nel quale si trovano inseriti)
mentre l’oscillatore accusa una flessione e interrompe quindi la
sua crescita. I prezzi registrano cioè massimi più alti rispetto ai
massimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza,
segnala che l’ultimo impulso rialzista è stato meno intenso
rispetto all’allungo precedente.
Questo comportamento può essere dovuto sia a una
diminuzione della pressione rialzista sia a un rafforzamento
della pressione ribassista.
> per questo motivo le divergenze ribassiste si verificano molto
spesso alla fine di un trend rialzista e all’inizio di fasi
distributive.
19. Segnali e trend
Forniscono segnali di entrata e di uscita dal
mercato. E’ opportuno segnalare che gli
indicatori possono fornire indicazioni
operative in modo differente: alcuni
oscillatori inviano un’indicazione
rialzista/ribassista quando escono da
un’area di ipervenduto o di ipercomprato,
altri quando attraversano la linea di
equilibrio zero, altri ancora tramite
l’incrocio delle due linee che li
costituiscono.
21. Il Momentum
Il Momentum è uno degli indicatori tecnici più facili da calcolare. Quest’ultimo
non è altro che la differenza tra il prezzo di chiusura corrente ed il prezzo di
chiusura di un periodo precedente.
Questa differenza può essere calcolata in punti o in percentuale: nel primo
caso l’oscillatore viene chiamato Momentum o Price Change, nel secondo
caso Percent Change.
Per il calcolo del Momentum si possono quindi utilizzare due formule:
1) la prima registra la differenza tra il prezzo corrente e quello di un certo
periodo precedente: Mt = Pt - Pt-n
2) la seconda esprime questa differenza in forma percentuale ossia:
Mt = ( Pt / Pt-n ) * 100
dove M=momentum, Pt=prezzo corrente, Pt-n=prezzo di n periodi fa.
L'unica differenza tra le due modalità di calcolo è l'effetto grafico che ne
deriva: nel primo caso la linea di equilibrio del Momentum è la linea dello
zero, nel secondo è la linea del 100.
23. Il Momentum
Da un punto di vista operativo il Momentum consente di individuare
la tendenza primaria seguita dal mercato e la sua forza. In
particolare:
- se i prezzi stanno crescendo e il Momentum si trova al di sopra
della sua linea di equilibrio ed è in fase crescente, l’indicatore
segnala la presenza di un solido trend rialzista;
- quando il Momentum incomincia ad appiattirsi segnala che il trend
positivo sta perdendo forza: con il passaggio al di sotto della linea di
equilibrio viene segnalata un’inversione ribassista di tendenza;
- se i prezzi stanno scendendo e il Momentum si trova al di sotto
della sua linea di equilibrio ed è in fase decrescente, l’indicatore
segnala la presenza di un solido trend ribassista;
- quando il Momentum incomincia ad appiattirsi segnala che il trend
negativo sta perdendo forza: con il passaggio al di sopra della linea
di equilibrio viene segnalata un’inversione rialzista di tendenza.
25. Il ciclo del momentum
Il Momentum è un tipico indicatore di trend following ossia un
indicatore in grado di seguire con estrema diligenza lo sviluppo
delle fasi direzionali, sia positive che negative.
In particolare quando l’indicatore sale e si porta al di sopra
della sua linea di equilibrio segnala un rafforzamento della
pressione rialzista, con i compratori quindi hanno preso il
controllo del mercato e con i prezzi che potrebbero salire con
una certa consistenza.
Dopo una prolungata fase positiva la forza dei compratori,
inevitabilmente, tenderà a ridursi mentre la pressione ribassista
ad aumentare (sia per prese di profitto sia per apertura di
posizioni short). In questa fase è possibile individuare possibili
divergenze negative tra l’andamento dei prezzi e quello
dell’indicatore, situazione che spesso anticipa il raggiungimento
di un top di breve termine da parte del mercato.
26. Il ciclo del momentum
Questa divergenza segnala che i prezzi stanno
incontrando qualche difficoltà nel proseguire la loro salita
e potrebbe pertanto iniziare una fase di distribuzione, con
i venditori che prendono progressivamente il controllo del
mercato ed il Momentum inizia a indebolirsi. Questa fase
si conclude molto spesso con un breakout ribassista,
segnalando l’inizio di una tendenza negativa.
Il Momentum inizia a scendere, segnalando che i
venditori hanno preso il controllo del mercato e i prezzi
potrebbero subire una flessione di una certa consistenza.
29. L’RSI
L’RSI (Relative Strength Index), ideato da Welles Wilder
nel 1978, è uno degli oscillatori tecnici più diffusi. La
formula per calcolarlo è la seguente:
RSI = 100 – (100 / ( 1 + RS))
dove RS è la media delle chiusure al rialzo degli ultimi x
giorni/media delle chiusure al ribasso degli ultimi x giorni.
L’RSI viene solitamente calcolato a 14 periodi anche se la
sua lunghezza può essere accorciata o allungata al fine di
adeguarla al tipo di operatività che si intende utilizzare.
E’ opportuno evidenziare che riducendo l’arco temporale
di riferimento l’oscillatore diventa molto reattivo ma può
fornire false indicazioni operative mentre allungando
l’orizzonte temporale i segnali sono più affidabili ma
vengono forniti con un certo ritardo
30. L’RSI
L’oscillatore, che si muove all’interno del range 0-100 punti,
presenta, oltre alla sua linea di equilibrio (che corrisponde ai
50 punti), due zone critiche:
1) l’area di ipercomprato, compresa tra 70 e 100 punti, il cui
raggiungimento indica che i prezzi hanno compiuto un veloce
spunto rialzista e si è creato uno squilibro eccessivo tra la
forza dei compratori e quella dei venditori, con i primi che
potrebbero ridurre momentaneamente la loro pressione e
innescare una fisiologica correzione;
2) l’area di ipervenduto, compresa tra 30 e 0 punti, il cui
raggiungimento segnala che i prezzi hanno subito una brusca
flessione e si è creato uno squilibro eccessivo tra la forza dei
venditori e quella dei compratori, con i primi che potrebbero
ridurre momentaneamente la loro pressione e innescare un
fisiologico rimbalzo tecnico.
32. Il ciclo dell’RSI
L’RSI, misurando costantemente sia la pressione rialzista sia quella
ribassista presente sul mercato, fornisce interessanti spunti di
riflessione. Analizzando il comportamento dell’Rsi si possono infatti
individuare alcune situazioni ricorrenti.
In particolare:
a) quando i prezzi si trovano all’’interno di una solida tendenza
positiva è frequente che l’Rsi si porti all’interno delle sua area di
ipercomprato, segnalando che i compratori hanno assunto il controllo
del mercato. Questo comportamento evidenzia sia un chiaro
rafforzamento della pressione rialzista sia il fatto che i prezzi sono
saliti in modo troppo rapido. E’ una situazione che non può durare a
lungo: in un secondo momento, infatti, la forza dei compratori si
riduce e si registra un contemporaneo rafforzamento della pressione
ribassista (in parte per la chiusura di posizioni long in parte per
l’apertura di posizioni short). E’ la fase in cui si possono verificare
delle divergenze ribassiste che creano le premesse per una
fisiologica correzione.
33. Il ciclo dell’RSI
b) quando i prezzi si trovano all’’interno di una solida
tendenza negativa è frequente che l’Rsi si porti all’interno
delle sua area di ipervenduto, segnalando che i venditori
hanno assunto il controllo del mercato. Questo
comportamento evidenzia sia un chiaro rafforzamento
della pressione ribassista sia il fatto che i prezzi sono
scesi in modo troppo rapido. E’ una situazione che non
può durare a lungo: in un secondo momento, infatti, la
forza dei venditori si riduce e si registra un
contemporaneo rafforzamento della pressione rialzista (in
parte per la chiusura di posizioni short in parte per
l’apertura di posizioni long). E’ la fase in cui si possono
verificare delle divergenze rialzista che creano e
premesse per un fisiologico rimbalzo tecnico.
35. L’MACD
Il MACD (Moving Average Convergence-Divergence) è
un indicatore che viene ottenuto calcolando il rapporto fra
due medie mobili esponenziali aventi differente ampiezza
temporale. La formula del MACD calcola la differenza tra
una media mobile esponenziale a 26 giorni ed una media
esponenziale a 12 giorni. Questa differenza di valori viene
chiamata Signal line e viene solitamente visualizzata da
una linea continua.
Sui valori della Signal Line viene poi calcolata una media
mobile esponenziale a 9 giorni (che viene chiamata
Trigger Line e viene solitamente visualizzata da una linea
tratteggiata). L’incrocio delle due medie fornisce i tipici
segnali di entrata e di uscita dal mercato.
37. I segnali dell’MACD
Da un punto i vista operativo infatti:
- quando la media più veloce, la Signal Line, incrocia dal
basso verso l’alto quella più lenta, la Trigger Line, l’MACD
fornisce un segnale rialzista;
- quando la Signal Line incrocia, dall’alto verso il basso, la
Trigger Line, l’MACD fornisce un segnale ribassista.
Ulteriori indicazioni operative giungono quando l’MACD
attraversa la sua linea di equilibrio (la linea della 0):
l’indicatore fornisce infatti un segnale positivo quando
torna al di sopra al di sopra dello 0 e un segnale negativo
quando scende al di sotto dello 0.
39. L’Macd e le
divergenze
2) individuare possibili divergenze tra il comportamento dei prezzi e
l'andamento dell'oscillatore. Si possono infatti verificare:
- delle divergenze positive quando, nel corso di una tendenza ribassista,
l'oscillatore non conferma i nuovi minimi decrescenti disegnati dei prezzi;
- delle divergenze negative quando, nel corso di una tendenza rialzista,
l'oscillatore non conferma i nuovi massimi crescenti disegnati dei prezzi.
Per individuare queste divergenze si può plottare l’Macd a forma di
istogramma, con quest’ultimo che esprime la distanza tra la Differential e la
Signal line.
Quando l’istogramma è negativo (ossia si trova sotto la linea dello 0) significa
che la Differential Line si trova sotto la Signal line. In un trend ribassista
l’istogramma, per confermare la salita dei prezzi, deve avere valori
decrescenti. Si avrà una divergenza positiva quando i prezzi disegnano
minimi decrescenti associati a valori crescenti dell’istogramma;
Quando l’istogramma è positivo (ossia si trova sopra la linea dello 0) significa
che la Differential Line si trova sopra la Signal line. In un trend rialzista
l’istogramma, per confermare la salita dei prezzi, dovrà avere valori crescenti.
Si avrà una divergenza negativa quando i prezzi disegnano massimi
crescenti associati a valori decrescenti dell’istogramma.
44. Le divergenze e i segnali
dell’Macd
Da un punto di vista operativo si verifica frequentemente che:
a) un’inversione rialzista di tendenza viene “anticipata” dall’Macd a
forma di istogramma, che disegna una divergenza positiva rispetto al
un andamento ancora negativo dei prezzi. In un secondo momento
l’Macd si gira long (ossia la Differential Line incrocia, dal basso verso
l’alto la Signal Line) e conferma la tendenza positiva che si instaurata
sul mercato (con i prezzi che disegnano pertanto una sequenza di
minimi e massimi crescenti);
b) l’inversione ribassista del trend viene “anticipata” dall’Macd a forma
di istogramma, che disegna una divergenza negativa rispetto ad un
andamento ancora positivo dei prezzi. In un secondo momento
l’Macd si gira short (ossia la Differential Line incrocia, dall’alto verso il
basso la Signal Line) e conferma la tendenza negativa che si
instaurata sul mercato (con i prezzi che disegnano pertanto una
sequenza di minimi e massimi decrescenti).
46. I cicli di Ian Notley
Un celebre analista tecnico, Ian Notley, ha ideato una
metodologia di analisi che si basa sulla corretta
individuazione del posizionamento ciclico di ogni attività
finanziaria all’interno di uno schema generale di
riferimento.
Notley sostiene che i prezzi, sui diversi archi temporali, si
possano sostanzialmente trovare in 4 diverse situazioni:
una fase Up, una fase Advancing, una fase Down e
fase Terminating.
Ognuna di queste fasi ha delle caratteristiche proprie e va
studiata con molta attenzione sia per comprendere la
struttura tecnica/ciclica del mercato sia per costruire
opportuni segnali operativi.
47. Fase Up e fase Advancing
* FASE UP. Nella fase UP il mercato, dopo aver raggiunto un
Minimo significativo (associato a divergenze positive tra l’andamento
dei prezzi e quello degli indicatori tecnici), crea le premesse per
l’inizio di un movimento positivo (ad esempio disegnando un 1-2-3
low, poi perfezionato da una barra di Breakout rialzista).
* FASE ADVANCING. Nella fase ADVANCING il mercato instaura
una tendenza rialzista che deve essere confermata sia da un’analisi
grafica (i prezzi disegnano una sequenza di minimi e massimi
crescenti di Swing) sia da indicatori direzionali (ad esempio l’Macd e
il Parabolic Sar si devono trovare in posizione long). Alla fine di
questa salita tuttavia la forza dei compratori (ossia la pressione
rialzista) si riduce mentre aumenta quella dei venditori (la pressione
ribassista): inizia quindi quella fase distributiva che crea le premesse
per la formazione di un Top/Massimo significativo e anticipa la
successiva inversione ribassista di tendenza.
48. Fase Down e fase Terminating
* FASE DOWN. Nella fase DOWN il mercato, dopo aver raggiunto
un massimo significativo (di solito associato alla presenza di
divergenze negative tra l’andamento dei prezzi e quello degli
indicatori tecnici) fornisce un segnale d’inversione ribassista (ad
esempio un 1-2-3 high, poi perfezionato da una barra di Breakout
ribassista) iniziando in questo modo un trend negativo.
* FASE TERMINATING. Nella fase TERMINATING il mercato
istaura, sia da un punto di vista grafico (disegnando minimi e
massimi decrescenti di Swing) sia da un punto di vista quantitativo
(con gli indicatori direzionali che si trovano in posizione short), una
tendenza ribassista. Nella parte finale di questa discesa, tuttavia,
l’intensità dei venditori (la pressione ribassista) diminuisce mentre
aumenta quella dei compratori (la pressione rialzista): inizia quindi
una fase accumulativa che crea le premesse per un Bottom/Minimo
significativo di breve termine. Terminata questa fase i prezzi
rientreranno nella fase UP.
49. I cicli di Ian Notley
Ian Notley ha identificato 4
fasi cicliche (per ogni time
frame analizzato).
Vengono individuate tramite
un oscillatore di momentum.
Sotto zero-crescente: UP
Sopra zero-crescente:
ADVANCING
Sopra zero-decrescente:
DOWN
Sotto zero-decrescente:
TERMINATING
50. Il Notley Oscillator
Per collocare le varie attività finanziarie (titoli azionari, indici, valute,
materie prime, obbligazioni) all’interno di questo ciclo ripetitivo ho
costruito un indicatore di momentum, il Notley Oscillator.
L’assunto teorico di questo indicatore è che l’andamento ciclico del
mercato si fonda, sostanzialmente, sull'alternanza tra le fasi di
accumulazione/distribuzione (bottom/top), caratterizzate da una
riduzione della volatilità, e le fasi direzionali (trend rialzista/trend
ribassista), caratterizzate invece da un aumento della volatilità.
Nella formula di calcolo è infatti presente:
- una misura della volatilità (deviazione standard) registrata dal
mercato;
- una misura della direzionalità (rialzista/ribassista) seguita dai
prezzi;
- una misura del momentum, ossia una stima della forza dei
movimenti (accelerazione/decelerazione) di mercato.
51. Il Notley Oscillator
Il Notley Oscillator segnala che
un’attività finanziaria si trova
all’interno:
di una fase UP quando
l’oscillatore è crescente ma si
trova sotto la sua linea di
equilibrio;
di una fase ADVANCING quando
l’oscillatore è crescente e si trova
sopra la sua linea di equilibrio;
di una fase DOWN quando
l’oscillatore è decrescente e si
trova sopra la sua linea di
equilibrio;
di una fase TERMINATING
quando l’oscillatore è decrescente
e si trova sotto la sua linea di
equilibrio.
54. Utilizzo del Notley Oscillator
Con un semplice screening operativo, che calcola sia il
valore del Notley Oscillator sia il suo recente
comportamento, è possibile conoscere il posizionamento
ciclico di ogni asset class (ad esempio dei 40 titoli del
FtseMib piuttosto che dei vari indici azionari, dei cambi,
delle materie prime) sui vari time-frame (in particolare
quello giornaliero).
Questo indicatore, inserito all’interno di un modello
operativo che utilizza sia pattern grafici sia indicatori
tecnici (ad esempio il SuperTrend, impiegato come filtro
per individuare il trend primario seguito dai prezzi)
consente di individuare interessanti opportunità operative
sui vari mercati finanziari (sia in un’ottica di trading sia di
investimento).
55. Utilizzo del Notley Oscillator
Quando il Notley Oscillator si trova in fase
TERMINATING/UP si deve andare alla ricerca di
indicazioni operative che confermino la presenza di una
fase Accumulativa. L’obiettivo è quello di costruire
strategie operative che anticipino un’inversione rialzista di
tendenza.
Quando il Notley Oscillator si trova in fase
UP/ADVANCING si devono ricercare indicazioni operative
che confermino la presenza di solida Tendenza Rialzista.
L’obiettivo è quello di costruire strategie operative di tipo
Trend Following.
56. Utilizzo del Notley Oscillator
Quando il Notley Oscillator si trova in fase
ADVANCING/DOWN si deve andare alla ricerca di
indicazioni operative che confermino la presenza di una
fase Distributiva. L’obiettivo è quello di costruire strategie
operative che anticipino un’inversione ribassista di
tendenza.
Quando il Notley Oscillator si trova in fase
DOWN/TERMINATING si devono ricercare indicazioni
operative che confermino la presenza di solida Tendenza
Ribassista. L’obiettivo è quello di costruire strategie
operative di tipo Trend Following.
62. Lo spessore del mercato azionario
Calcolando la posizione del Notley Oscillator dei titoli più
importanti (ad esempio dei 40 titoli del FtseMib) è
possibile calcolare lo “spessore” del mercato.
In questo modo quando la maggiore parte dei titoli:
- si trova in fase UP/ADVANCING il mercato è in fase
ciclica positiva > trend rialzista;
- si trova in fase ADVANCING/DOWN il mercato ha
raggiunto un top ciclico > fase distributiva;
- si trova in fase DOWN/TERMINATIG il mercato è in fase
ciclica negativa > trend ribassista;
- si trova in fase TERMINATING/UP il mercato ha
raggiunto un bottom ciclico > fase accumulativa.