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La sviluppo ciclico
dei mercati finanziari
 Le tre fasi cicliche:
accumulazione, trend e distribuzione
 Oscillatori e i pattern in grado fornire validi spunti
operativi
 Pattern di reversal e pattern di continuazione
Gianluca Defendi
gdefendi@class.it
Gianluca Defendi
gdefendi@class.it
 Report Mf Trading Guide
 Report Easy trading
 Report Market Strategy
 Inserto Analisi Tecnica Mf
 Sezione “Il Trader” MF
 Analisi sul sito
www.milanofinanza.it
 Ospite Class-Cnbc
canale 507 SKY
 Trading School Mf
 Master trader
 Itf forum/Trading Expo
 Corsi di formazione in:
Iwbank, Cmc Markets,
Saxo, Activetrades
L’analisi tecnica
L’obiettivo principale è quello di valutare:
la forza dei compratori > la pressione rialzista
e confrontarla con
la forza dei venditori > la pressione ribassista
Bisogna rispondere alla seguente domanda:
chi controlla il mercato?
L’analisi tecnica
L’Analisi tecnica consente di analizzare il comportamento
dei mercati finanziari da un punto di vista tridimensionale.
In particolare è possibile effettuare:
1) un’analisi grafica, che studia l’andamento dei prezzi
per ricercare i pattern e le configurazioni più frequenti;
2) un’analisi quantitativa, che studia il movimento dei
prezzi tramite l’utilizzo di indicatori/oscillatori matematici;
3) l’analisi volumetrica, che analizza il posizionamento
dei volumi (a livello intraday) per individuare quali sono i
livelli grafici più importanti/significativi.
Il tipico comportamento
dei prezzi
Larry Williams
L’andamento dei prezzi segue 3 regole standard:
1) “small range/large range”: a periodi di bassa
volatilità (in cui i prezzi rimangono all’interno di uno stretto
trading range) seguono improvvisi strappi rialzisti o
ribassisti. Utilizzando questa considerazione è possibile
antipicare un veloce movimento del mercato prendendo
posizione nelle sedute con un range ridotto (Narrow range);
2) “trade the momentum”: il verificarsi di un forte
strappo rialzista/ribassista (breakout) indica il trend
seguito dal mercato;
3) “up and down days”: le sedute decisamente positive
aprono sui minimi e chiudono sui massimi (l’opposto per
quelle negative) > si tratta dell’Opening Price Principle unito al
Wide Range Breakout.
Small Range-Large Range
Trade the Momentum
Up&Down Days
Le tre fasi cicliche
ACCUMULAZIONE
TREND
DISTRIBUZIONE
Occorre individuare, su ogni arco
temporale analizzato (weekly, daily, 60
min) il posizionamento delle varie asset
class (indici, bond, valute, materie prime)
in una di queste tre fasi.
Le tre fasi cicliche
A) Accumulazione
1. E’ la fase di consolidamento che precede l’inizio di
un impulso rialzista.
2. All’interno di questa fase gli investitori istituzionali
accumulano posizioni (Smart Money).
3. E’ caratterizzata dalla presenza di:
- Divergenze positive accompagnate da false
rotture al ribasso (bear trap);
- Market Swing Low (MSL);
- Figure e Pattern di inversione rialzista;
- Riduzione/compressione della volatilità.
B) La fase di Trend
La fase di trend inizia con una barra di Breakout (rialzista o
ribassista)
La tendenza va poi seguita con l’utilizzo di indicatori quantitativi
di tipo trend-following:
- il Directional Movement (DMI) formato da Adx, Pdi, Mdi;
- l’Macd e il Parabolic Sar;
- il Cci;
- Supertrend;
In particolare occorre sfruttare eventuali correzioni per entrare in
direzione del trend. Vanno utilizzati alcuni strategie operative
che sfruttano i pullback (Trend following pattern):
- l’1-2-3 Pullback;
- il 3 Day Reversal;
- il 3 Day Close Reversal.
C) Distribuzione
1. E’ la fase di consolidamento che precede l’inizio di
un impulso ribassista.
2. All’interno di questa fase gli investitori istituzionali
liquidano le loro posizioni (Smart Money).
3. E’ caratterizzata dalla presenza di;
- Divergenze negative accompagnate da false
rotture al rialzo (bull trap);
- Market Swing High (MSH);
- Figure e Pattern di inversione ribassista;
- Riduzione/compressione della volatilità
10 Situazioni ricorrenti
10 Situazioni ricorrenti
1. Il mercato si trova all’interno di un trend ribassista ma i nuovi
minimi dei prezzi non vengono confermati dagli indicatori > si
forma una divergenza positiva.
2. Inizia un movimento laterale all’interno del quale gli investitori
istituzionali accumulano posizioni. La fase accumulativa è
caratterizzata dalla presenza di bear trap e dal completamento
di alcuni pattern/configurazioni di inversione rialzista;
3. Se la fase accumulativa si estende si può verificare una
compressione di volatilità;
4. La fase di trend positivo inizia con una barra di breakout
rialzista;
5. La tendenza rialzista va seguita sfruttando le tipiche
configurazioni di continuazione e alcuni pattern di trend
following.
10 Situazioni ricorrenti
6. Il mercato si trova all’interno di un trend rialzista ma i nuovi
massimi dei prezzi non vengono confermati dagli indicatori > si
forma una divergenza negativa.
7. Inizia un movimento laterale all’interno del quale gli investitori
istituzionali luquidano le loro posizioni. La fase distributiva è
caratterizzata dalla presenza di bull trap e dal completamento
di alcuni pattern/configurazioni di inversione ribassista;
8. Se la fase distributiva si estende si può verificare una
compressione di volatilità;
9. La fase di trend negativo inizia con una barra di breakout
ribassista;
10. La tendenza ribassista va seguita sfruttando le tipiche
configurazioni di continuazione e alcuni pattern di trend
following.
La volatilità
Le caratteristiche particolari della volatilità sono tali da renderla
estremamente interessante ai fini dell'attività di trading:
1) la volatilità è ciclica - tende a percorrere dei cicli,
aumentando e diminuendo alternativamente. La volatilità è ritenuta
più prevedibile del prezzo proprio in virtù della sua ciclicità ed è per
questo che diversi trader hanno sviluppato modelli che capitalizzano
questo fenomeno.
2) la volatilità è persistente - per persistenza si intende
semplicemente l'abilità della volatilità a persistere di giorno in giorno
sui suoi valori. Se ad esempio oggi il mercato è altamente volatile,
lo sarà molto probabilmente anche domani. Per lo stesso concetto,
se la volatilità aumenta oggi tenderà ad aumentare anche domani e
viceversa. Il tutto fino alla conclusione del proprio ciclo temporale.
3) la volatilità tende a ritracciare verso la sua media - ciò
significa che la volatilità ha la tendenza a tornare sui suoi valori
medi o normali dopo aver raggiunto picchi estremamente positivi o
negativi.
La volatilità II
Analisi della volatilità
Analisi della struttura I
Analisi delle fasi di
Accumulazione e Distribuzione
Le fasi di Accumulazione/Distribuzione possono essere
individuate:
A) ricercando divergenze positive/negative tra
l’andamento dei prezzi e quello degli oscillatori (Rsi,
Cci e Elliott Oscillator);
B) individuando figure e pattern di inversione (rialzista
o ribassista): i testa e spalle, i doppi minimi/doppi
massimi, le bear/bull trap;
C) analizzando il comportamento e i segnali forniti da
due indicatori tecnici: l’Accumulation/Distribution e il
Williams Accumulation/Distribution
A) La ricerca delle
divergenze
All’interno delle fasi di accumulazione e di distribuzione è necessario
individuare le divergenze. Da un punto di vista tecnico si forma
una divergenza quando l’andamento dell’oscillatore non conferma
(diverge) il comportamento dei prezzi.
Sotto questo punto di vista è opportuno sottolineare che:
- un trend rialzista (che per definizione deve essere caratterizzato da
minimi e massimi crescenti) può essere considerato solido solo se i
vari indicatori confermano la sequenza di minimi e massimi crescenti
disegnati dai prezzi.
- un trend ribassista (caratterizzato invece da minimi e massimi
decrescenti) può essere considerato valido soltanto se i vari
indicatori confermano la sequenza di minimi e massimi decrescenti
disegnati dai prezzi.
> nelle fasi di tendenza occorre monitorare il comportamento dei vari
indicatori (ad esempio Macd, Adx, Cci) che devono confermare il
trend seguito dai prezzi!
I Trend:
Trend Ribassista e Trend Rialzista
La conferma degli indicatori
Nelle fasi di tendenza occorre monitorare il
comportamento dei vari indicatori (ad esempio
Macd, Cci, Rsi) che devono confermare il
trend seguito dai prezzi.
In particolare:
- In un trend ribassista i minimi decrescenti dei
prezzi devono essere confermati da minimi
decrescenti da parte degli oscillatori;
- In un trend rialzista i massimi crescenti da parte
dei prezzi devono essere confermati da massimi
crescenti da parte degli oscillatori.
Trend e oscillatori
La divergenza rialzista
Quando non c’è uniformità di comportamento tra il comportamento
dei prezzi e quello degli oscillatori si crea appunto una divergenza.
In particolare si ha una divergenza rialzista quando i prezzi, che
si trovano all’interno di un tendenza ribassista, disegnano minimi
decrescenti mentre l’oscillatore disegna minimi crescenti.
In questo caso, quindi, mentre i prezzi proseguono nella loro discesa
(confermando il trend negativo nel quale si trovano inseriti)
l’oscillatore non solo interrompe la sua flessione ma riesce a
rimbalzare. I prezzi scendono cioè su minimi più bassi rispetto ai
minimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala
che l’ultima ondata ribassista ha avuto un’intensità inferiore rispetto
alla flessione precedente. Questo comportamento può essere
dovuto sia a una diminuzione della pressione ribassista sia a un
rafforzamento della pressione rialzista.
Per questo motivo le divergenze rialziste si verificano molto spesso
alla fine di trend ribassista e all’inizio di fasi accumulative.
La divergenza ribassista
Si ha invece una divergenza ribassista quando i prezzi, che
si trovano all’interno di un trend rialzista, disegnano massimi
crescenti mentre l’oscillatore disegnata massimi decrescenti.
In questo caso i prezzi proseguono nella loro salita
(confermando il trend positivo nel quale si trovano inseriti)
mentre l’oscillatore accusa una flessione e interrompe quindi la
sua crescita. I prezzi registrano cioè massimi più alti rispetto ai
massimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza,
segnala che l’ultimo impulso rialzista è stato meno intenso
rispetto all’allungo precedente.
Questo comportamento può essere dovuto sia a una
diminuzione della pressione rialzista sia a un rafforzamento
della pressione ribassista.
> per questo motivo le divergenze ribassiste si verificano molto
spesso alla fine di un trend rialzista e all’inizio di fasi
distributive.
Lo sviluppo delle divergenze
Le divergenze
La divergenza costituisce quindi un importante
campanello di allarme che non va assolutamente
sottovalutato in quanto segnala che la tendenza in atto
(rialzista o ribassista) sta perdendo forza e intensità,
situazione che solitamente:
- anticipa il raggiungimento di un minimo o di un massimo
importante da parte del mercato;
- precede l’inversione, al ribasso o al rialzo, del trend.
Una volta individuata una divergenza è necessario
attendere, da un punto di vista operativo, ulteriori
conferme sia da parte degli indicatori quantitativi utilizzati
sia da parte dei prezzi.
I presupposti
Per individuare situazioni di possibili esaurimento della
tendenza in atto è necessario:
- conoscere gli oscillatori tecnici più adatti a questo tipo di
operatività;
- individuare correttamente le situazioni di eccesso
(ipercomprato/ipervenduto) registrate dai vari indicatori;
- identificare le divergenze tra l’andamento dei prezzi e
quello degli oscillatori;
- attendere segnali di conferma provenienti dall’analisi
grafica.
Gli Oscillatori
Gli oscillatori che meglio si adattano a questo
tipo di operatività (che viene chiamata di tipo
“contrarian” in quanto prova ad anticipare
un’inversione di tendenza) sono:
- l’RSI (calcolato a 5 e 15 periodi);
- il CCI (calcolato a 15 periodi);
- l’Elliott Oscillator (calcolato come differenza
tra una media a 5 e una media a 35 periodi).
B) Le conferme:
l’inversione rialzista
 Una volta individuata una divergenza è necessario attendere, da un
punto di vista operativo, ulteriori conferme sia da parte degli
indicatori quantitativi utilizzati sia da parte dei prezzi.
 Il perfezionamento di un’inversione rialzista del trend richiede infatti:
- l’oscillatore utilizzato (RSI, CCI, Elliott Oscillator) confermi
l’inversione del trend riportandosi verso la sua linea di equilibrio;
- i prezzi completino una figura grafica di inversione (ad esempio un
testa e spalle rialzista, un doppio minimo) o disegnino un pattern di
inversione (un Hammer, una Morning, uno Swing low, una o più
Reversal bar);
- i prezzi disegnino un minimo crescente (il minimo individuato dal
nr°3) rispetto al minimo precedente (il minimo individuato con il nr°
1). Questo è il minimo che interrompe la sequenza di minimi
decrescenti che caratterizzava la precedente tendenza ribassista >
è il minimo che crea le premesse per un’inversione rialzista del
trend!
Una divergenza rialzista
Inversione rialzista:
i volumi
1) Una divergenza positiva
b) Si forma un minimo crescente
Trend is near the end:
I pattern di inversione
a) Reversal bar
b) Key Reversal bar
c) Morning/Evening Star
d) Hammer/Shooting Star
e) Swing Low/Swing High
f) Bearish/Bullish Hikkake
g) 2B Buy/2B Sell
h) 1-2-3 Low/ 1-2-3 High
h) Il Ross Hook
Una delle tecniche di swing più conosciute è quella del “Ross
Hook” (l’uncino di Ross) grazie al quale è possibile individuare
il momento più opportuno (sotto il profilo del reward/risk) per
l’entrata sul mercato. L’uncino rappresenta infatti un livello di
prezzo la cui rottura (al rialzo o al ribasso) non soltanto
conferma il trend rialzista o ribassista esistente, ma
solitamente provoca un’accelerazione del movimento stesso.
Tale strategia può essere utilizzata con riferimento a ogni arco
temporale anche se trova maggiori applicazioni su base daily e
intraday.
La configurazione grafica dell’uncino si compone di due fasi
ben distinte:
a)l’1-2-3 High o Low;
b)l’Uncino (Hook) vero e proprio.
1-2-3 LOW 1-2-3 HIGH
 L’1-2-3 LOW si verifica al termine di un movimento ribassista
ed è identificato da tre punti ben precisi:
- il numero 1 che individua il minimo di breve periodo del mercato;
- il numero 2 che costituisce il massimo relativo intermedio;
- il numero 3 che è invece individuato da un nuovo minimo
crescente rispetto a quello del numero 1.
 L’1-2-3 HIGH si verifica invece al termine di un movimento
rialzista e viene anch’esso identificato da tre punti:
- il punto 1, che identifica il massimo di breve periodo del mercato;
- il punto 2 che rappresenta il minimo relativo della successiva
correzione;
- il punto 3, che è il massimo relativo successivo ed è decrescente
rispetto a quello del punto 1.
1-2-3 Low/High e Ross Hook
1-2-3 Low Volume
1-2-3 High Volume
Entrata e Stop-loss iniziale
con l’1-2-3 Low/High e Ross
Hook
Il Ross Hook (RH)
Il completamento di un 1-2-3 low (o di un 1-2-3 high) porta alla
successiva individuazione di un Ross Hook (RH).
Quest’ultimo è costituito:
a) dal massimo che viene fatto segnare successivamente al
superamento del numero 2 di un 1-2-3 low o
b) dal minimo che viene fatto segnare in seguito alla rottura del
numero 2 di un 1-2-3 high.
Per quanto riguarda l’apertura di nuove posizioni rialziste sono
previste tre diverse strategie:
1) alla rottura del massimo della barra che costituisce il numero
2 di un 1-2-3 low;
2) alla rottura del Ross Hook;
3) al superamento del massimo della prima barra, successiva ad
un Ross Hook, che disegna un massimo decrescente > si parla
di Trader’s Trick Entry (TTE).
1-2-3 Low/High e Ross Hook
Strategie di
TREND FOLLOWING
1) Breakout
2) Swing High/Swing Low
3) Media Mobile di riferimento (Mme 20 periodi)
4) Indicatori direzionali (Macd, Adx, Cci, GD Trend)
5) CCI Trading
6) GD System
7) Volatility Stop
8) Analisi ciclica: Ian Notley
Trend is your friend
2) Swing Low e Swing High
Una delle tecniche più efficaci per individuare il trend
seguito dal mercato è stato ideato dal celebre trader
americano Larry Williams. Quest’ultimo delinea la
struttura tecnica del mercato individuando quelli che lui
chiama i Massimi (Swing High) e i Minimi (Swing Low)
significativi.
In particolare:
- si ha uno Swing High (massimo significativo) quando il
massimo di una seduta è superiore sia al massimo della
barra precedente sia al massimo della barra successiva;
- si ha uno Swing Low (minimo significativo) quando il
minimo di una seduta è inferiore sia al minimo della
barra precedente sia al minimo della barra successiva.
Market Swing:
Swing High e Swing Low
Market Swing:
Swing High e Swing Low
Market Swing:
l’individuazione del Trend
Market Swing:
Trend e Trendline
Day Trading
con i Pullback
Le 3 strategie che sfruttano le correzioni
all’interno di un TREND RIALZISTA sono:
- 1-2-3 PULLBACK;
- il 3 DAY REVERSAL;
- il 3 DAY CLOSE REVERSAL.
Le 3 strategie che sfruttano i rimbalzi
all’interno di un TREND RIBASSISTA sono:
- 1-2-3 PULLBACK;
- il 3 DAY REVERSAL;
- il 3 DAY CLOSE REVERSAL.
Trend following
1) 1-2-3 Pullback
Il pattern si verifica all’interno di un trend rialzista e
richiede che:
* Il minimo sia superiore alla chiusura del giorno
precedente
* Il prezzo di chiusura sia:
- superiore al prezzo di apertura;
- superiore al massimo del giorno precedente;
- nella parte alta del range giornaliero.
* Il prezzo di chiusura è preferibile che sia superiore agli
ultimi due prezzi di chiusura
Trend following
1) 1-2-3 Pullback
Il pattern si verifica all’interno di un trend ribassista e
richiede che:
* Il massimo sia inferiore al prezzo di chiusura del giorno
prima;
* Il prezzo di chiusura sia:
- inferiore al prezzo di apertura;
- inferiore al minimo del giorno precedente;
- nella parte bassa del range giornaliero.
* Il prezzo di chiusura è preferibile che sia inferiore
agli ultimi due prezzi di chiusura.
1-2-3 Pullback
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Lo sviluppo ciclico dei mercati finanziari

  • 1. La sviluppo ciclico dei mercati finanziari  Le tre fasi cicliche: accumulazione, trend e distribuzione  Oscillatori e i pattern in grado fornire validi spunti operativi  Pattern di reversal e pattern di continuazione Gianluca Defendi gdefendi@class.it
  • 2. Gianluca Defendi gdefendi@class.it  Report Mf Trading Guide  Report Easy trading  Report Market Strategy  Inserto Analisi Tecnica Mf  Sezione “Il Trader” MF  Analisi sul sito www.milanofinanza.it  Ospite Class-Cnbc canale 507 SKY  Trading School Mf  Master trader  Itf forum/Trading Expo  Corsi di formazione in: Iwbank, Cmc Markets, Saxo, Activetrades
  • 3. L’analisi tecnica L’obiettivo principale è quello di valutare: la forza dei compratori > la pressione rialzista e confrontarla con la forza dei venditori > la pressione ribassista Bisogna rispondere alla seguente domanda: chi controlla il mercato?
  • 4. L’analisi tecnica L’Analisi tecnica consente di analizzare il comportamento dei mercati finanziari da un punto di vista tridimensionale. In particolare è possibile effettuare: 1) un’analisi grafica, che studia l’andamento dei prezzi per ricercare i pattern e le configurazioni più frequenti; 2) un’analisi quantitativa, che studia il movimento dei prezzi tramite l’utilizzo di indicatori/oscillatori matematici; 3) l’analisi volumetrica, che analizza il posizionamento dei volumi (a livello intraday) per individuare quali sono i livelli grafici più importanti/significativi.
  • 5. Il tipico comportamento dei prezzi Larry Williams L’andamento dei prezzi segue 3 regole standard: 1) “small range/large range”: a periodi di bassa volatilità (in cui i prezzi rimangono all’interno di uno stretto trading range) seguono improvvisi strappi rialzisti o ribassisti. Utilizzando questa considerazione è possibile antipicare un veloce movimento del mercato prendendo posizione nelle sedute con un range ridotto (Narrow range); 2) “trade the momentum”: il verificarsi di un forte strappo rialzista/ribassista (breakout) indica il trend seguito dal mercato; 3) “up and down days”: le sedute decisamente positive aprono sui minimi e chiudono sui massimi (l’opposto per quelle negative) > si tratta dell’Opening Price Principle unito al Wide Range Breakout.
  • 9. Le tre fasi cicliche ACCUMULAZIONE TREND DISTRIBUZIONE Occorre individuare, su ogni arco temporale analizzato (weekly, daily, 60 min) il posizionamento delle varie asset class (indici, bond, valute, materie prime) in una di queste tre fasi.
  • 10. Le tre fasi cicliche
  • 11. A) Accumulazione 1. E’ la fase di consolidamento che precede l’inizio di un impulso rialzista. 2. All’interno di questa fase gli investitori istituzionali accumulano posizioni (Smart Money). 3. E’ caratterizzata dalla presenza di: - Divergenze positive accompagnate da false rotture al ribasso (bear trap); - Market Swing Low (MSL); - Figure e Pattern di inversione rialzista; - Riduzione/compressione della volatilità.
  • 12. B) La fase di Trend La fase di trend inizia con una barra di Breakout (rialzista o ribassista) La tendenza va poi seguita con l’utilizzo di indicatori quantitativi di tipo trend-following: - il Directional Movement (DMI) formato da Adx, Pdi, Mdi; - l’Macd e il Parabolic Sar; - il Cci; - Supertrend; In particolare occorre sfruttare eventuali correzioni per entrare in direzione del trend. Vanno utilizzati alcuni strategie operative che sfruttano i pullback (Trend following pattern): - l’1-2-3 Pullback; - il 3 Day Reversal; - il 3 Day Close Reversal.
  • 13. C) Distribuzione 1. E’ la fase di consolidamento che precede l’inizio di un impulso ribassista. 2. All’interno di questa fase gli investitori istituzionali liquidano le loro posizioni (Smart Money). 3. E’ caratterizzata dalla presenza di; - Divergenze negative accompagnate da false rotture al rialzo (bull trap); - Market Swing High (MSH); - Figure e Pattern di inversione ribassista; - Riduzione/compressione della volatilità
  • 15. 10 Situazioni ricorrenti 1. Il mercato si trova all’interno di un trend ribassista ma i nuovi minimi dei prezzi non vengono confermati dagli indicatori > si forma una divergenza positiva. 2. Inizia un movimento laterale all’interno del quale gli investitori istituzionali accumulano posizioni. La fase accumulativa è caratterizzata dalla presenza di bear trap e dal completamento di alcuni pattern/configurazioni di inversione rialzista; 3. Se la fase accumulativa si estende si può verificare una compressione di volatilità; 4. La fase di trend positivo inizia con una barra di breakout rialzista; 5. La tendenza rialzista va seguita sfruttando le tipiche configurazioni di continuazione e alcuni pattern di trend following.
  • 16. 10 Situazioni ricorrenti 6. Il mercato si trova all’interno di un trend rialzista ma i nuovi massimi dei prezzi non vengono confermati dagli indicatori > si forma una divergenza negativa. 7. Inizia un movimento laterale all’interno del quale gli investitori istituzionali luquidano le loro posizioni. La fase distributiva è caratterizzata dalla presenza di bull trap e dal completamento di alcuni pattern/configurazioni di inversione ribassista; 8. Se la fase distributiva si estende si può verificare una compressione di volatilità; 9. La fase di trend negativo inizia con una barra di breakout ribassista; 10. La tendenza ribassista va seguita sfruttando le tipiche configurazioni di continuazione e alcuni pattern di trend following.
  • 17. La volatilità Le caratteristiche particolari della volatilità sono tali da renderla estremamente interessante ai fini dell'attività di trading: 1) la volatilità è ciclica - tende a percorrere dei cicli, aumentando e diminuendo alternativamente. La volatilità è ritenuta più prevedibile del prezzo proprio in virtù della sua ciclicità ed è per questo che diversi trader hanno sviluppato modelli che capitalizzano questo fenomeno. 2) la volatilità è persistente - per persistenza si intende semplicemente l'abilità della volatilità a persistere di giorno in giorno sui suoi valori. Se ad esempio oggi il mercato è altamente volatile, lo sarà molto probabilmente anche domani. Per lo stesso concetto, se la volatilità aumenta oggi tenderà ad aumentare anche domani e viceversa. Il tutto fino alla conclusione del proprio ciclo temporale. 3) la volatilità tende a ritracciare verso la sua media - ciò significa che la volatilità ha la tendenza a tornare sui suoi valori medi o normali dopo aver raggiunto picchi estremamente positivi o negativi.
  • 21. Analisi delle fasi di Accumulazione e Distribuzione Le fasi di Accumulazione/Distribuzione possono essere individuate: A) ricercando divergenze positive/negative tra l’andamento dei prezzi e quello degli oscillatori (Rsi, Cci e Elliott Oscillator); B) individuando figure e pattern di inversione (rialzista o ribassista): i testa e spalle, i doppi minimi/doppi massimi, le bear/bull trap; C) analizzando il comportamento e i segnali forniti da due indicatori tecnici: l’Accumulation/Distribution e il Williams Accumulation/Distribution
  • 22. A) La ricerca delle divergenze All’interno delle fasi di accumulazione e di distribuzione è necessario individuare le divergenze. Da un punto di vista tecnico si forma una divergenza quando l’andamento dell’oscillatore non conferma (diverge) il comportamento dei prezzi. Sotto questo punto di vista è opportuno sottolineare che: - un trend rialzista (che per definizione deve essere caratterizzato da minimi e massimi crescenti) può essere considerato solido solo se i vari indicatori confermano la sequenza di minimi e massimi crescenti disegnati dai prezzi. - un trend ribassista (caratterizzato invece da minimi e massimi decrescenti) può essere considerato valido soltanto se i vari indicatori confermano la sequenza di minimi e massimi decrescenti disegnati dai prezzi. > nelle fasi di tendenza occorre monitorare il comportamento dei vari indicatori (ad esempio Macd, Adx, Cci) che devono confermare il trend seguito dai prezzi!
  • 23. I Trend: Trend Ribassista e Trend Rialzista
  • 24. La conferma degli indicatori Nelle fasi di tendenza occorre monitorare il comportamento dei vari indicatori (ad esempio Macd, Cci, Rsi) che devono confermare il trend seguito dai prezzi. In particolare: - In un trend ribassista i minimi decrescenti dei prezzi devono essere confermati da minimi decrescenti da parte degli oscillatori; - In un trend rialzista i massimi crescenti da parte dei prezzi devono essere confermati da massimi crescenti da parte degli oscillatori.
  • 26. La divergenza rialzista Quando non c’è uniformità di comportamento tra il comportamento dei prezzi e quello degli oscillatori si crea appunto una divergenza. In particolare si ha una divergenza rialzista quando i prezzi, che si trovano all’interno di un tendenza ribassista, disegnano minimi decrescenti mentre l’oscillatore disegna minimi crescenti. In questo caso, quindi, mentre i prezzi proseguono nella loro discesa (confermando il trend negativo nel quale si trovano inseriti) l’oscillatore non solo interrompe la sua flessione ma riesce a rimbalzare. I prezzi scendono cioè su minimi più bassi rispetto ai minimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala che l’ultima ondata ribassista ha avuto un’intensità inferiore rispetto alla flessione precedente. Questo comportamento può essere dovuto sia a una diminuzione della pressione ribassista sia a un rafforzamento della pressione rialzista. Per questo motivo le divergenze rialziste si verificano molto spesso alla fine di trend ribassista e all’inizio di fasi accumulative.
  • 27. La divergenza ribassista Si ha invece una divergenza ribassista quando i prezzi, che si trovano all’interno di un trend rialzista, disegnano massimi crescenti mentre l’oscillatore disegnata massimi decrescenti. In questo caso i prezzi proseguono nella loro salita (confermando il trend positivo nel quale si trovano inseriti) mentre l’oscillatore accusa una flessione e interrompe quindi la sua crescita. I prezzi registrano cioè massimi più alti rispetto ai massimi precedenti ma l’oscillatore, andando in divergenza, segnala che l’ultimo impulso rialzista è stato meno intenso rispetto all’allungo precedente. Questo comportamento può essere dovuto sia a una diminuzione della pressione rialzista sia a un rafforzamento della pressione ribassista. > per questo motivo le divergenze ribassiste si verificano molto spesso alla fine di un trend rialzista e all’inizio di fasi distributive.
  • 28. Lo sviluppo delle divergenze
  • 29. Le divergenze La divergenza costituisce quindi un importante campanello di allarme che non va assolutamente sottovalutato in quanto segnala che la tendenza in atto (rialzista o ribassista) sta perdendo forza e intensità, situazione che solitamente: - anticipa il raggiungimento di un minimo o di un massimo importante da parte del mercato; - precede l’inversione, al ribasso o al rialzo, del trend. Una volta individuata una divergenza è necessario attendere, da un punto di vista operativo, ulteriori conferme sia da parte degli indicatori quantitativi utilizzati sia da parte dei prezzi.
  • 30. I presupposti Per individuare situazioni di possibili esaurimento della tendenza in atto è necessario: - conoscere gli oscillatori tecnici più adatti a questo tipo di operatività; - individuare correttamente le situazioni di eccesso (ipercomprato/ipervenduto) registrate dai vari indicatori; - identificare le divergenze tra l’andamento dei prezzi e quello degli oscillatori; - attendere segnali di conferma provenienti dall’analisi grafica.
  • 31. Gli Oscillatori Gli oscillatori che meglio si adattano a questo tipo di operatività (che viene chiamata di tipo “contrarian” in quanto prova ad anticipare un’inversione di tendenza) sono: - l’RSI (calcolato a 5 e 15 periodi); - il CCI (calcolato a 15 periodi); - l’Elliott Oscillator (calcolato come differenza tra una media a 5 e una media a 35 periodi).
  • 32. B) Le conferme: l’inversione rialzista  Una volta individuata una divergenza è necessario attendere, da un punto di vista operativo, ulteriori conferme sia da parte degli indicatori quantitativi utilizzati sia da parte dei prezzi.  Il perfezionamento di un’inversione rialzista del trend richiede infatti: - l’oscillatore utilizzato (RSI, CCI, Elliott Oscillator) confermi l’inversione del trend riportandosi verso la sua linea di equilibrio; - i prezzi completino una figura grafica di inversione (ad esempio un testa e spalle rialzista, un doppio minimo) o disegnino un pattern di inversione (un Hammer, una Morning, uno Swing low, una o più Reversal bar); - i prezzi disegnino un minimo crescente (il minimo individuato dal nr°3) rispetto al minimo precedente (il minimo individuato con il nr° 1). Questo è il minimo che interrompe la sequenza di minimi decrescenti che caratterizzava la precedente tendenza ribassista > è il minimo che crea le premesse per un’inversione rialzista del trend!
  • 35. 1) Una divergenza positiva
  • 36. b) Si forma un minimo crescente
  • 37. Trend is near the end: I pattern di inversione a) Reversal bar b) Key Reversal bar c) Morning/Evening Star d) Hammer/Shooting Star e) Swing Low/Swing High f) Bearish/Bullish Hikkake g) 2B Buy/2B Sell h) 1-2-3 Low/ 1-2-3 High
  • 38. h) Il Ross Hook Una delle tecniche di swing più conosciute è quella del “Ross Hook” (l’uncino di Ross) grazie al quale è possibile individuare il momento più opportuno (sotto il profilo del reward/risk) per l’entrata sul mercato. L’uncino rappresenta infatti un livello di prezzo la cui rottura (al rialzo o al ribasso) non soltanto conferma il trend rialzista o ribassista esistente, ma solitamente provoca un’accelerazione del movimento stesso. Tale strategia può essere utilizzata con riferimento a ogni arco temporale anche se trova maggiori applicazioni su base daily e intraday. La configurazione grafica dell’uncino si compone di due fasi ben distinte: a)l’1-2-3 High o Low; b)l’Uncino (Hook) vero e proprio.
  • 39. 1-2-3 LOW 1-2-3 HIGH  L’1-2-3 LOW si verifica al termine di un movimento ribassista ed è identificato da tre punti ben precisi: - il numero 1 che individua il minimo di breve periodo del mercato; - il numero 2 che costituisce il massimo relativo intermedio; - il numero 3 che è invece individuato da un nuovo minimo crescente rispetto a quello del numero 1.  L’1-2-3 HIGH si verifica invece al termine di un movimento rialzista e viene anch’esso identificato da tre punti: - il punto 1, che identifica il massimo di breve periodo del mercato; - il punto 2 che rappresenta il minimo relativo della successiva correzione; - il punto 3, che è il massimo relativo successivo ed è decrescente rispetto a quello del punto 1.
  • 40. 1-2-3 Low/High e Ross Hook
  • 43. Entrata e Stop-loss iniziale con l’1-2-3 Low/High e Ross Hook
  • 44. Il Ross Hook (RH) Il completamento di un 1-2-3 low (o di un 1-2-3 high) porta alla successiva individuazione di un Ross Hook (RH). Quest’ultimo è costituito: a) dal massimo che viene fatto segnare successivamente al superamento del numero 2 di un 1-2-3 low o b) dal minimo che viene fatto segnare in seguito alla rottura del numero 2 di un 1-2-3 high. Per quanto riguarda l’apertura di nuove posizioni rialziste sono previste tre diverse strategie: 1) alla rottura del massimo della barra che costituisce il numero 2 di un 1-2-3 low; 2) alla rottura del Ross Hook; 3) al superamento del massimo della prima barra, successiva ad un Ross Hook, che disegna un massimo decrescente > si parla di Trader’s Trick Entry (TTE).
  • 45. 1-2-3 Low/High e Ross Hook
  • 46. Strategie di TREND FOLLOWING 1) Breakout 2) Swing High/Swing Low 3) Media Mobile di riferimento (Mme 20 periodi) 4) Indicatori direzionali (Macd, Adx, Cci, GD Trend) 5) CCI Trading 6) GD System 7) Volatility Stop 8) Analisi ciclica: Ian Notley
  • 47. Trend is your friend
  • 48. 2) Swing Low e Swing High Una delle tecniche più efficaci per individuare il trend seguito dal mercato è stato ideato dal celebre trader americano Larry Williams. Quest’ultimo delinea la struttura tecnica del mercato individuando quelli che lui chiama i Massimi (Swing High) e i Minimi (Swing Low) significativi. In particolare: - si ha uno Swing High (massimo significativo) quando il massimo di una seduta è superiore sia al massimo della barra precedente sia al massimo della barra successiva; - si ha uno Swing Low (minimo significativo) quando il minimo di una seduta è inferiore sia al minimo della barra precedente sia al minimo della barra successiva.
  • 53. Day Trading con i Pullback Le 3 strategie che sfruttano le correzioni all’interno di un TREND RIALZISTA sono: - 1-2-3 PULLBACK; - il 3 DAY REVERSAL; - il 3 DAY CLOSE REVERSAL. Le 3 strategie che sfruttano i rimbalzi all’interno di un TREND RIBASSISTA sono: - 1-2-3 PULLBACK; - il 3 DAY REVERSAL; - il 3 DAY CLOSE REVERSAL.
  • 54. Trend following 1) 1-2-3 Pullback Il pattern si verifica all’interno di un trend rialzista e richiede che: * Il minimo sia superiore alla chiusura del giorno precedente * Il prezzo di chiusura sia: - superiore al prezzo di apertura; - superiore al massimo del giorno precedente; - nella parte alta del range giornaliero. * Il prezzo di chiusura è preferibile che sia superiore agli ultimi due prezzi di chiusura
  • 55. Trend following 1) 1-2-3 Pullback Il pattern si verifica all’interno di un trend ribassista e richiede che: * Il massimo sia inferiore al prezzo di chiusura del giorno prima; * Il prezzo di chiusura sia: - inferiore al prezzo di apertura; - inferiore al minimo del giorno precedente; - nella parte bassa del range giornaliero. * Il prezzo di chiusura è preferibile che sia inferiore agli ultimi due prezzi di chiusura.