1. Tristan Tzara
Tristan Tzara, pseudonimo di Samuel Rosenstock è
stato un poeta e saggista di origine ebraica, nato nel
1896 a Moinești, in Romania, e conosciuto soprattutto
per essere uno dei fondatori del Dadaismo.
A Bucarest, nei primi anni dieci, fonda una rivista di
poesie e la passione per i poeti francesi segna la sua
formazione, portandolo a occuparsi di letteratura e a
cimentarsi nella scrittura di versi e poemi in prosa.
Allo scoppio della prima guerra mondiale si trasferisce
a Zurigo per studiare filosofia. Nel febbraio del 1916 è tra i fondatori del "Cabaret
Voltaire" e da lui il dadaismo riceve il maggior impulso. Pubblica riviste, scrive
poesie e poemi nei quali porta avanti il suo progetto di destabilizzazione linguistica e
di azzeramento artistico.
Alla fine del 1919, dopo aver dato vita alla rivista "Dada", si sposta sta a Parigi, dove
visse per la maggior parte della sua vita; là è atteso da un gruppo di giovani poeti
francesi capeggiati da Breton e Soupault che, con lui, pubblicano una nuova rivista
d'avanguardia, "Litterature", immediatamente condizionata dalla trascinante
personalità di Tzara.
Intraprendente organizzatore, muove i fili della scena dadaista per diverso tempo
tenendo contatti e promuovendo incontri e manifestazioni fino alla crisi del 1922, in
seguito si dedica allo studio e alle ricerche filologiche; morirà nel 1963 a Parigi.
Fra le sue opere, oltre ai manifesti dadaisti, alcune delle più significative:
"La prima avventura celeste del signor Anti pyrine" (1916), "25 poesie" (1918),
"L’Homme approximatif" (1931) e "La carta incollata o il proverbio dipinto" (1930).
Proseguì la produzione letteraria anche nel secondo dopoguerra con opere che rivelano
i suoi nuovi orientamenti ideologici e il suo impegno morale e civile, come ad
esempio "La fuga" del 1947.