6. L’arte spagnola nell’età dei totalitarismi Juan Mirò Nel gennaio del 1940, sulla costa della Normandia, dove si trasferì nell'estate del 1938, iniziò la serie di 23 dipinti denominata Costellazioni , tra cui La poetessa . Ormai libero dall’esperienza cubista, il pittore utilizza il surrealismo non più per esprimere libertà espressiva, ma per esemplificare l’implosione interiore data dalla guerra civile spagnola e, più in generale, dalla situazione in Europa.
7. L’arte tedesca nell’età dei totalitarismi George Grosz 1893-1959 – L’opera, sebbene poco nota, risulta particolarmente rappresentativa per la via intrapresa dall’artista dopo il 1940. L’uomo al centro è una citazione del Laocoonte, nel suo volto però non c’è un’angoscia contenuta, ma un chiaro intento aggressivo. I due poeti paiono aggrapparsi ai suoi piedi,ma sono impotenti poiché la figura va avanti, immersa in uno sfondo bluastro che ne evidenzia la follia. A Mighty One On a Little Outing Surprised by Two Poets , 1942
8. L’arte spagnola nell’età dei totalitarismi Natura morta con vecchia scarpa 1937 Miro I colori s’incupiscono a contrasto con i bagliori dorati che animano le figure di movimenti spasmodici. Se prima dell’avvento di Franco Parigi era una scelta, meglio essere un fallito a Parigi piuttosto che galleggiare sulle acque putride di Barcellona , ora diviene una necessità. Svanisce la leggerezza, svanisce la fantasia dei frammenti di realtà liberamente inventati. Svanisce tutto nella violenta forchetta che infilza il pane vicino alla vecchia scarpa.