Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
L
1. La figura femminile è sempre stata oggetto di
rappresentazione delle arti figurative con un specifico
significato simbolico. Il modo di rappresentare la donna, e il
suo ruolo simbolico, hanno subito numerose evoluzioni nel
corso dei secoli, di pari passo con: le tecniche stilistiche, il
variare del gusto estetico e il diverso modo di concepire il
ruolo della donna nella società. Presso molte antiche
civiltà, la donna, era la protagonista della storia umana
identificata come il perno della società (grazie alla sua
rappresentazione di principio della vita e, quindi, fecondità).
2. La statuetta, raffigurante una
dea madre presso alcune
civiltà anatoliche (e risalente
al primo calcolitico, ossia il
periodo di passaggio tra
Neolitico ed Età del Bronzo),
ne è un chiaro esempio. La
tecnica esecutiva non è giunta
a perfezione: la figura si
presenta molto tozza e quasi
abbozzata, ma è evidente la
simbologia che riveste. Questa
sorta di Magna Mater ante
litteram, “morbidamente”
seduta, èpersonificazione di
fecondità, abbondanza,
fertilità.
3. Altro esempio è la “Venere
di Willendorf” che, se pur
scolpita in un diverso
periodo rispetto alla
statuetta precedente, porta
lo stesso significato.
Proprio perché le donne
sono portatrici di fecondità
(rappresentavano un
elevato status sociale,
sicurezza e successo)
vennero identificate come
“Veneri”.
4. La mitologia greca concepiva alla donna/dea (dea
perché spesso era affiancata alle divinità) una
dimensione irraggiungibile, a differenza della
mitologia romana che in realtà la riteneva solo ed
esclusivamente umana (anche se comunque tendevano
ad esaltarla ).
5. Dall’epoca romana al medioevo,
cambia il modo di rappresentare la
donna. L’arte medievale infatti,
presenta quasi sempre soggetti
sacri, tra i più importanti ci sono
le madonne, rappresentate in
modo dolce ed elegante (come nel
caso di Simone Martini).
6. Successivamente, nel periodo del
Neoclassicismo, divenne molto
importante l’opera di Delacroix “La
libertà che guida il popolo”, il
quale dipinto, raffigura una donna
giovane e forte che sta a
rappresentare una figura
idealizzata (la libertà incarnata
nella giovane donna).
7. Nell’impressionismo le donne raffigurate spesso
esprimono vitalità, gioia e giovinezza, rappresentate
realisticamente nelle loro condizioni lavorative e nel
tempo libero.
Con Manet, la donna viene vista come una madre,
un'amica, una confidente e come una figura
rassicurante. La donna è il suo pensiero fisso, la sua
ancora di salvezza che riporta la sua fantasia alla
realtà in modo da renderlo attratto non dal punto di
vista fisico ma psichico.
8. Egli, infatti, fu spesso contestato
poiché, in alcuni dei suoi dipinti,
raffigurò delle vere e proprie
prostitute nude (suscitò scandalo
poiché ad esempio con il dipinto
“Olympia” si allontanò dall’idea
della mitologia dove solo le divinità
potevano essere raffigurate con
scene di nudo senza far
scandalizzare i critici e osservatori).
(“Olympia” 1863, Manet)
9. La donna viene anche rappresentata
come una “strega” tra la fine
dell’Ottocento e gli inizi del Novecento,
durante l’Espressionismo, quando molti
artisti esprimono la loro inquietudine e
il loro disagio nei confronti della donna
che viene vista come femme fatale, colei
che divora e sottomette l’uomo e, come
tale, la rappresentano sulla tela. Ecco
come Munch, nel 1894-95, raffigurava
in modo del tutto nuovo e personale la
“Madonna”, comunicando la propria
sofferenza e il proprio terrore.
(“Madonna” 1895, Munch)