1. COLERA
Malattia infettiva contagiosa Vibrio cholerae
gram-neg.
Ag. flagellari e somatici :
permettono
l’identificazione di tre sierotipi
Inaba
Ogawa
Hikojima
Variante “El Tor” uguale potere patogeno ma
differente
profilo antigenico
2. resistenza variabile in ambiente
acquatico
1-2 giorni nell’acqua di fiume, 2 settimane
nell’acqua
potabile
distrutti in pochi secondi dalla bollitura
ed in poche ore dall’essiccamento e dalla
luce solare.
Malattia endemica con episodi epidemici.
La zona endemica di origine è l’India, da dove si è diffusa
con i pellegrinaggi in Medio Oriente (Mecca).
Oggi è presente in Africa e, dall’inizio del secolo scorso,
periodicamente in Europa.
3. Le epidemie assumono andamento pandemico. Dal 1923 ad
oggi
7 PANDEMIE
L’ultima pandemia è partita dal 1961, è tuttora in corso,
ha coinvolto più di 100 paesi ( Italia nel 1973 con 227
casi e 24 decessi in Campania ).
Malattia ubiquitaria della specie umana
vibrioni nelle feci di
portatori, malati e
convalescenti anche
per 1,2 settimane.
VEICOLI ACQUA il più imp.
alimenti contaminati con questa
( frutta, verdura, frutti di mare… )
*Contagio interumano e tramite le mosche : notevole
importanza epidemiologica.
4. *Condizioni predisponenti all’infezione sono:
-livelli socio-economici
modesti
-condizioni igieniche
scadenti
-zone paludose con
clima
caldo umido
*Condizioni predisponenti individuali (decisive durante le
epidemie):
-squilibri dietetici
-stress
-sforzi eccessivi
-perfrigerazioni
-trascuratezza nelle norme igieniche
5. VIBRIONE penetra per via orale
intestino tenue dove si sviluppa
enterotossina resp. della grave
deplezione idroelettrolitica
*incubazione: da poche ore ad alcuni giorni (1-5)
*sintomatologia: inizio brusco con diarrea intensa (50-
100 scariche al giorno) ad acqua di riso; vomito
DISIDRATAZIONE
Obbligo di NOTIFICA INTERNAZIONALE di un caso,
anche solo sospetto (classe I )
Isolamento obbligatorio severo anche per i sospetti.
6. Convalescenti dimessi solo dopo l’esito neg. di tre
coproculture a distanza di 24 h.
L’inchiesta epidemiologica deve essere avviata
rapidamente.
Disinfezione continua su feci, vomito, urine, biancheria
del malato.
Disinfezione terminale dell’ambiente.
Importante la lotta alle mosche.
DIAGNOSI esame batteriologico delle feci e
successiva agglutinazione con antisieri
specifici.
TERAPIA reidratazione del paziente con
idonee soluzioni saline, opportuno
trattamento antibiotico e
sintomatico.
7. PRIMO VACCINO ANTICOLERICO NEL 1892.
Quello attuale è costituito da vibrioni interi, uccisi al
calore e/o al fenolo/formolo; somministrazione
parenterale con tre dosi.
L’ immunita’ (ab.anti-vibrione ed anti-tossina) non supera i
sei mesi.
Molto importanti ai fini preventivi la lotta alle mosche, il
controllo delle acque e l’igiene degli alimenti.