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FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Corso Integrato di Medicina Legale
V Anno – I Semestre
A.A. 2007/2008
Traumatologia Forense
Prof. Pierluca Zangani
LESIONI TRAUMATICHE
 Lesioni da corpi contundenti: escoriazioni, ecchimosi,
ferite, rotture viscerali, fratture;
 Grandi traumatismi: precipitazione, incidente stradali,
incidenti ferroviari, incidenti marittimi, esplosione,
frana, crollo, ecc.
 Lesioni da strumenti speciali: armi da punta, armi da
taglio armi da punta e taglio, armi da fuoco;
 Lesioni da altre cause: da energia elettrica, da energia
termica, barotraumi, ecc.
ESCORIAZIONI
Asportazione, per effetto di violenza meccanica,
dell’epidermide (o dell’epitelio delle mucose).
Si produce per meccanismo contusivo tangenziale,
ma a volte anche di pressione (es.: unghiature).
La direzione secondo cui ha agito il mezzo lesivo si
desume dell’angolo che i “lembetti epidermici”
formano con l’area escoriata: l’angolo si apre dalla
parte dalla quale la forza contusiva è giunta.
A volte la forma indica il meccanismo produttivo:
unghie, reti, rami, azione di trascinamento, ecc.
Classificazione delle escoriazioni
 I grado: asportazione della sola epidermide, per
cui manca ogni fenomeno emorragico e si forma
crosta sierosa di colorito giallo chiaro e poi giallo
bruno;
 II grado: interessa l’epidermide e le papille
dermiche con i vasi, e si forma crosta siero-ematica
di colore rosso chiaro e poi rosso scuro;
 III grado: è interessato il derma con notevole
lacerazione vasale, per cui vi è chiara formazione di
crosta ematica.

ECCHIMOSI
Infiltrazione ematica nei tessuti per rottura di vasi,
senza lacerazione degli strati superficiali della cute.
Meccanismi di produzione: compressione, trazione,
sforzo, suzione.
A seconda della forma e dimensioni, le ecchimosi si
distinguono in: ematomi, petecchie, soffusioni, vibici,
suggellazioni.
Non sempre la sede dello stravaso ematico corrisponde
a quella dove si è esercitata la violenza contusiva
(migrazione delle ecchimosi).
Possono interessare anche i muscoli ed i visceri
(ecchimosi profonde).
Vanno distinte dalle ipostasi.
Possono derivare anche da malattie “spontanee”.
Cronologia delle ecchimosi
Sono di colorito rosso-violaceo per 3-4
giorni; dal 5°-6° giorno divengono
verdastre; dal 7-8° giorno assumono colore
giallastro. Fra il 12° ed il 15° giorno
scompaiono. Nelle ecchimosi di grandi
dimensioni le alterazioni cromatiche sono
più evidenti alla periferia.
FERITE LACERO-CONTUSE
La forza contusiva determina soluzione di
continuità della cute.
I caratteri fondamentali sono: contusione dei
margini, irregolarità dei margini, scollamento della
cute dai piani sottostanti, retrazione, presenza di
ponti e lacerti fibrosi.
Meccanismi di produzione: compressione, trazione
e scoppio (più raro).
Di solito la forma della ferita ha scarso rapporto
con quella dello strumento che la produce.
Un’eccezione è rappresentata dalle “morsicature”.
Quando avviene il semplice strappamento dei
margini, senza il pestamento (contusione), la
ferita si dice LACERA.
Un classico esempio di ferita lacera è la
soluzione di continuo della cute provocata
dall’interno verso l’esterno dai monconi di un
osso fratturato (frattura esposta).
FRATTURE
Si ricordano soltanto le fratture a stampo
(da violenza circoscritta, dovute a corpi di
esigua o modica grandezza) e le fratture a
mappamondo, costituite da linee che si
dipartono a raggiera da un punto colpito, di
solito dovute ad urti contro un area estesa.
Entrambe si verificano a carico dell’ovoide
cranico.
GRANDI TRAUMATISMI
La loro caratteristica è la contemporanea presenza di lesioni
molteplici, multiformi e multipolari.
Possono colpire un solo individuo come estendersi ad un gran
numero di persone (catastrofe).
Nella seconda eventualità subentrano rilevanti
problematiche di identificazione personale.
Fra i grandi traumatismi ricordiamo: la precipitazione, le
esplosioni, il crollo, la frana, lo scoppio, l’impalamento.
La causa più frequente di grande traumatismo è però la
traumatologia della strada. Importanti anche gli incidenti del
traffico ferroviario, marittimo, aereo, ecc.
INVESTIMENTO
E’ caratterizzato, secondo la più classica
definizione medico-legale, da cinque fasi:
- Urto;
- Proiezione (o abbattimento);
- Propulsione (o accostamento);
- Sormontamento (o arruotamento);
- Trascinamento.
E’ molto raro che si verifichino tutte e cinque
le fasi, e ciò avviene soltanto quando il
veicolo investitore procede a velocità molto
bassa.
Di solito si realizza soltanto la fase dell’urto
e quella della proiezione (fuori dal raggio
d’azione delle ruote del veicolo).
A volte dopo l’urto si può verificare il
“caricamento”.
FERITE DA TAGLIO
Soluzione di continuo dei tessuti molli prodotta da
strumento tagliente (rasoio, bisturi, cocci di vetro,
lamiera metallica, fili metallici tesi). Anche il
coltello può essere usato come arma da taglio.
Il mezzo lesivo produce recisione netta e completa
dei tessuti, su uno stesso piano, data dal duplice
meccanismo di pressione e scorrimento della lama.
I caratteri tipici sono: lunghezza maggiore della
profondità; nettezza dei margini; mancanza di ponti
o briglie nella ferita; divaricazione dei margini.
Le estremità sono dette “codette”: quella di
entrata è breve e tozza, quella di uscita lunga e
sottile.
 Scannamento (suicidiario - omicidiario);
 Ferite da difesa;
 Ferite da svenamento;
 Sfregi;
 Ferite da fendente.
Ferite da taglio particolari
FERITE DA PUNTA
Soluzione di continuo delle parti molli
prodotte da strumenti pungenti tipici (aghi,
spilli, stiletti, punteruoli, chiodi, ecc.) od
atipici (punte di bastoni, di ombrelli, ecc.).
Caratteristica principale è il prevalere della
profondità su ogni altra dimensione.
Hanno di solito forma ellittica, a occhiello,
ma l’orifizio è sempre leggermente più piccolo
della sezione dello strumento adoperato.
FERITE DA PUNTA E TAGLIO
Soluzione di continuo dei tessuti molli superficiali e
profondi prodotta da strumenti provvisti di azione
pungente e tagliente.
I mezzi più tipici sono i coltelli (di ogni genere), poi
le forbici. Meno frequenti mezzi come pugnali,
spade, ecc. Mezzi atipici sono schegge di vetro,
lamine metalliche appuntite, trincetti, ecc.
La lama, penetrando nel corpo con l’estremità
acuminata, esercita azione di cuneo, mentre con il
margine affilato provoca la recisione dei tessuti.
Le caratteristiche principali sono:
- Nettezza e regolarità dei margini;
- Prevalenza della profondità rispetto alla
lunghezza;
- Presenza di un’estremità acuta della ferita,
corrispondente al filo tagliente, e di una ottusa,
corrispondente al dorso della lama (mezzo
monotagliente);
- Presenza di due estremità acute (mezzo
bitagliente);
- Eventuale presenza di contusione dei margini
(penetrazione del mezzo fino al manico);
- Forma della ferita condizionata dagli eventuali
spostamenti della lama.
Lesività da elettricità
Distinguiamo danni causati da elettricità
atmosferica (fulmini) e danni causati da correnti
industriali (che possono essere a bassa od alta
tensione, la cui unità di misura è il “volt”).
La tensione è uno degli elementi determinanti
l’intensità della corrente (che si misura in
“ampère”), ma non il solo, poiché l’intensità
stessa è direttamente proporzionale alla
tensione ed inversamente proporzionale alla
resistenza (che si misura in “ohm”).
In caso di decesso, la lesività interna
ricorda quella delle morti asfittiche:
sangue fluido, ecchimosi puntiformi
sottosierose, schiuma alla bocca, ecc.
I caratteri esterni delle lesioni da elettricità
sono dati dei segni del passaggio della
corrente nel punto di ingresso e, talvolta,
nel punto di uscita.
La caratteristica del passaggio della
corrente (a bassa e media tensione) è
detta “marchio elettrico”.
Marchio elettrico tipo ustione: caratterizzato da
escara o flittene;
Marchio elettrico tipo callo: leggermente rilevato
sulla cure e di consistenza dura.
Nei casi dubbi occorre l’esame istologico: il reperto
è quello di piccole cavità a bolla (vacuoli) nello
stato corneo dell’epidermide, e disposizione “a
palizzata” (od a “ciuffo di pennello”) dei nuclei
delle cellule dello strato malpighiano.
Se la corrente elettrica è ad alta tensione, si
realizzano estese lesioni tipo ustioni, che a volte
hanno la forma del conduttore venuto a contatto
con la pelle (filo, utensile, ecc.).

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Traumatologia - MEDICINA LEGALE

  • 1. FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso Integrato di Medicina Legale V Anno – I Semestre A.A. 2007/2008 Traumatologia Forense Prof. Pierluca Zangani
  • 2. LESIONI TRAUMATICHE  Lesioni da corpi contundenti: escoriazioni, ecchimosi, ferite, rotture viscerali, fratture;  Grandi traumatismi: precipitazione, incidente stradali, incidenti ferroviari, incidenti marittimi, esplosione, frana, crollo, ecc.  Lesioni da strumenti speciali: armi da punta, armi da taglio armi da punta e taglio, armi da fuoco;  Lesioni da altre cause: da energia elettrica, da energia termica, barotraumi, ecc.
  • 3. ESCORIAZIONI Asportazione, per effetto di violenza meccanica, dell’epidermide (o dell’epitelio delle mucose). Si produce per meccanismo contusivo tangenziale, ma a volte anche di pressione (es.: unghiature). La direzione secondo cui ha agito il mezzo lesivo si desume dell’angolo che i “lembetti epidermici” formano con l’area escoriata: l’angolo si apre dalla parte dalla quale la forza contusiva è giunta. A volte la forma indica il meccanismo produttivo: unghie, reti, rami, azione di trascinamento, ecc.
  • 4. Classificazione delle escoriazioni  I grado: asportazione della sola epidermide, per cui manca ogni fenomeno emorragico e si forma crosta sierosa di colorito giallo chiaro e poi giallo bruno;  II grado: interessa l’epidermide e le papille dermiche con i vasi, e si forma crosta siero-ematica di colore rosso chiaro e poi rosso scuro;  III grado: è interessato il derma con notevole lacerazione vasale, per cui vi è chiara formazione di crosta ematica. 
  • 5. ECCHIMOSI Infiltrazione ematica nei tessuti per rottura di vasi, senza lacerazione degli strati superficiali della cute. Meccanismi di produzione: compressione, trazione, sforzo, suzione. A seconda della forma e dimensioni, le ecchimosi si distinguono in: ematomi, petecchie, soffusioni, vibici, suggellazioni. Non sempre la sede dello stravaso ematico corrisponde a quella dove si è esercitata la violenza contusiva (migrazione delle ecchimosi). Possono interessare anche i muscoli ed i visceri (ecchimosi profonde). Vanno distinte dalle ipostasi. Possono derivare anche da malattie “spontanee”.
  • 6. Cronologia delle ecchimosi Sono di colorito rosso-violaceo per 3-4 giorni; dal 5°-6° giorno divengono verdastre; dal 7-8° giorno assumono colore giallastro. Fra il 12° ed il 15° giorno scompaiono. Nelle ecchimosi di grandi dimensioni le alterazioni cromatiche sono più evidenti alla periferia.
  • 7. FERITE LACERO-CONTUSE La forza contusiva determina soluzione di continuità della cute. I caratteri fondamentali sono: contusione dei margini, irregolarità dei margini, scollamento della cute dai piani sottostanti, retrazione, presenza di ponti e lacerti fibrosi. Meccanismi di produzione: compressione, trazione e scoppio (più raro). Di solito la forma della ferita ha scarso rapporto con quella dello strumento che la produce. Un’eccezione è rappresentata dalle “morsicature”.
  • 8. Quando avviene il semplice strappamento dei margini, senza il pestamento (contusione), la ferita si dice LACERA. Un classico esempio di ferita lacera è la soluzione di continuo della cute provocata dall’interno verso l’esterno dai monconi di un osso fratturato (frattura esposta).
  • 9. FRATTURE Si ricordano soltanto le fratture a stampo (da violenza circoscritta, dovute a corpi di esigua o modica grandezza) e le fratture a mappamondo, costituite da linee che si dipartono a raggiera da un punto colpito, di solito dovute ad urti contro un area estesa. Entrambe si verificano a carico dell’ovoide cranico.
  • 10. GRANDI TRAUMATISMI La loro caratteristica è la contemporanea presenza di lesioni molteplici, multiformi e multipolari. Possono colpire un solo individuo come estendersi ad un gran numero di persone (catastrofe). Nella seconda eventualità subentrano rilevanti problematiche di identificazione personale. Fra i grandi traumatismi ricordiamo: la precipitazione, le esplosioni, il crollo, la frana, lo scoppio, l’impalamento. La causa più frequente di grande traumatismo è però la traumatologia della strada. Importanti anche gli incidenti del traffico ferroviario, marittimo, aereo, ecc.
  • 11. INVESTIMENTO E’ caratterizzato, secondo la più classica definizione medico-legale, da cinque fasi: - Urto; - Proiezione (o abbattimento); - Propulsione (o accostamento); - Sormontamento (o arruotamento); - Trascinamento.
  • 12. E’ molto raro che si verifichino tutte e cinque le fasi, e ciò avviene soltanto quando il veicolo investitore procede a velocità molto bassa. Di solito si realizza soltanto la fase dell’urto e quella della proiezione (fuori dal raggio d’azione delle ruote del veicolo). A volte dopo l’urto si può verificare il “caricamento”.
  • 13. FERITE DA TAGLIO Soluzione di continuo dei tessuti molli prodotta da strumento tagliente (rasoio, bisturi, cocci di vetro, lamiera metallica, fili metallici tesi). Anche il coltello può essere usato come arma da taglio. Il mezzo lesivo produce recisione netta e completa dei tessuti, su uno stesso piano, data dal duplice meccanismo di pressione e scorrimento della lama. I caratteri tipici sono: lunghezza maggiore della profondità; nettezza dei margini; mancanza di ponti o briglie nella ferita; divaricazione dei margini. Le estremità sono dette “codette”: quella di entrata è breve e tozza, quella di uscita lunga e sottile.
  • 14.  Scannamento (suicidiario - omicidiario);  Ferite da difesa;  Ferite da svenamento;  Sfregi;  Ferite da fendente. Ferite da taglio particolari
  • 15. FERITE DA PUNTA Soluzione di continuo delle parti molli prodotte da strumenti pungenti tipici (aghi, spilli, stiletti, punteruoli, chiodi, ecc.) od atipici (punte di bastoni, di ombrelli, ecc.). Caratteristica principale è il prevalere della profondità su ogni altra dimensione. Hanno di solito forma ellittica, a occhiello, ma l’orifizio è sempre leggermente più piccolo della sezione dello strumento adoperato.
  • 16. FERITE DA PUNTA E TAGLIO Soluzione di continuo dei tessuti molli superficiali e profondi prodotta da strumenti provvisti di azione pungente e tagliente. I mezzi più tipici sono i coltelli (di ogni genere), poi le forbici. Meno frequenti mezzi come pugnali, spade, ecc. Mezzi atipici sono schegge di vetro, lamine metalliche appuntite, trincetti, ecc. La lama, penetrando nel corpo con l’estremità acuminata, esercita azione di cuneo, mentre con il margine affilato provoca la recisione dei tessuti.
  • 17. Le caratteristiche principali sono: - Nettezza e regolarità dei margini; - Prevalenza della profondità rispetto alla lunghezza; - Presenza di un’estremità acuta della ferita, corrispondente al filo tagliente, e di una ottusa, corrispondente al dorso della lama (mezzo monotagliente); - Presenza di due estremità acute (mezzo bitagliente); - Eventuale presenza di contusione dei margini (penetrazione del mezzo fino al manico); - Forma della ferita condizionata dagli eventuali spostamenti della lama.
  • 18. Lesività da elettricità Distinguiamo danni causati da elettricità atmosferica (fulmini) e danni causati da correnti industriali (che possono essere a bassa od alta tensione, la cui unità di misura è il “volt”). La tensione è uno degli elementi determinanti l’intensità della corrente (che si misura in “ampère”), ma non il solo, poiché l’intensità stessa è direttamente proporzionale alla tensione ed inversamente proporzionale alla resistenza (che si misura in “ohm”).
  • 19. In caso di decesso, la lesività interna ricorda quella delle morti asfittiche: sangue fluido, ecchimosi puntiformi sottosierose, schiuma alla bocca, ecc. I caratteri esterni delle lesioni da elettricità sono dati dei segni del passaggio della corrente nel punto di ingresso e, talvolta, nel punto di uscita. La caratteristica del passaggio della corrente (a bassa e media tensione) è detta “marchio elettrico”.
  • 20. Marchio elettrico tipo ustione: caratterizzato da escara o flittene; Marchio elettrico tipo callo: leggermente rilevato sulla cure e di consistenza dura. Nei casi dubbi occorre l’esame istologico: il reperto è quello di piccole cavità a bolla (vacuoli) nello stato corneo dell’epidermide, e disposizione “a palizzata” (od a “ciuffo di pennello”) dei nuclei delle cellule dello strato malpighiano. Se la corrente elettrica è ad alta tensione, si realizzano estese lesioni tipo ustioni, che a volte hanno la forma del conduttore venuto a contatto con la pelle (filo, utensile, ecc.).