Claudia Zilli è ricercatrice post dottorato all'Università di MIlano. Ha partecipato al progetto A scuola di Diritti Umani, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo dal Festival dei Diritti Umani di MIlano.
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3. I flussi migratori internazionali si sono intensificati a partire della fine del secolo
XIX, quando milioni di persone, principalmente dall'Europa Occidentale e
Meridionale, partirono per altri paesi e altri continenti alla ricerca di nuovi mercati e
nuove opportunità di lavoro e di vita. In questo contesto, il processo di
industrializzazione ha manifestato conseguenze contraddittorie fin dall'inizio,
attirando alcune categorie di persone ma respingendone altre. L'incremento e
l'accumulo di ricchezza in determinate aree geografiche, in particolare nei paesi
pionieri nello sviluppo del sistema economico capitalista, iniziarono ad attrarre
migranti, soprattutto economici, di diversi paesi. In questo modo gli Stati Uniti e le
economie più avanzate del Nord Europa sono diventati i principali recettori di
migranti dalle più diverse provenienze.
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4. Negli ultimi decenni la classificazione dei migranti è stata ampliata in relazione alla
ragione (volontaria o imposta), dello status migratorio (regolare e irregolare), del
paese di destinazione, del paese di origine, ecc. Alcuni paesi di origine o di
destinazione sono successivamente diventati paesi di transito o di ritorno come nel
caso dei paesi dell'Europa meridionale e dell'America centrale; le leggi emanate
dai vari paesi per regolare i flussi di persone sono mutate nel tempo e sono tuttora
in fase di cambiamento. Questa crescente complessità della mobilità umana sta
alla base di una diversificazione culturale sempre più diffusa e difficile da gestire.
Successivamente alla Seconda guerra mondiale la migrazione è diventata a tutti
gli effetti un fenomeno globale, mentre la provenienza dei migranti si è spostata
dall'Europa ad altri paesi in via di sviluppo.
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5. Dal 1980 i cambiamenti economici e politici globali hanno provocato la diffusione
dei flussi migratori regionali e internazionali in Medio Oriente, Asia e Africa; le
migrazioni umane sono divenute un fenomeno sociale estremamente difficile da
concettualizzare, contabilizzare, spiegare e soprattutto gestire.
Parallelamente alla crescente mobilità umana, sia come realtà sociale sia come
risultato delle catastrofi provocate dalle guerre del secolo XX, altre due questioni
hanno destato crescente preoccupazione tra i vari paesi della comunità
internazionale: il mantenimento della pace tra i vari membri e la tutela dei diritti dei
singoli individui. A tal fine è stata proclamata la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani, adottata il 10 di dicembre del 1948, nella quale si legge nell'articolo 1 che
"tutti gli essere umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”.
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6. Nonostante l'evoluzione del diritto internazionale nell'approccio alla salvaguardia
dell'individuo, indipendentemente dalle sue origini, la sua cultura e il contesto in
cui si trova, si è osservato che durante il percorso migratorio le libertà
fondamentali e i diritti individuali vengono costantemente minacciati e violati.
Le situazioni di maggiore vulnerabilità sono state riscontrate nell'attraversamento
delle frontiere nazionali. Per tale ragione, nel 2012 l'Assemblea Generale dell'ONU
ha richiesto a tutti gli Stati membri, al sistema delle Nazioni Unite, alle
organizzazioni internazionali, alla società civile e a tutti gli organi competenti (in
particolare all'Alto Commissario delle Nazioni Uniti per i Diritti Umani e al Relatore
Speciale sui Diritti Umani dei Migranti) di garantire che durante il Dialogo di Alto
Livello su Migrazione Internazionale e Sviluppo del 2013, venga analizzato ed
enfatizzato il legame tra migrazione e sviluppo, considerando specialmente
l’importanza del rispetto dei diritti umani.
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7. Questo è stato il primo passo verso la creazione di una serie di regolamenti e
organizzazioni internazionali dedicati a salvaguardare tutte le persone
indipendentemente del gruppo di appartenenza (genere, classe sociale, etnia,
nazionalità, etc.). È importante capire le principali sfaccettature delle migrazioni
internazionali, delle categorie migratorie più vulnerabili, del forte legame tra
migrazioni internazionali e diritti umani, degli sforzi fatti per creare un sistema di
gestione dei flussi migratori dal punto di vista dei diritti umani. Lo spostamento
delle persone in cerca di una vita migliore ha spesso visto importanti violazioni al
rispetto dei diritti umani da parte dagli stati nazionali, come nel caso dei migranti
centroamericani nel Messico e il caso dei richiedenti asilo arrivati dal Mediterraneo
in Italia.
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10. […] I paesi più ricchi, l’Unione europea, devono imparare a
considerare l’immigrazione come una risorsa e un’opportunità,
economiche ma soprattutto ideali, per edificare nuovi modelli
sociali: comunità che siano coese, ma anche plurali e inclusive.
In questo lungo percorso non dobbiamo temere le
contaminazioni, la diversità. La nostra identità, ciò in cui ci
riconosciamo e che giustamente amiamo e difendiamo, non è
ferma, solida e immutabile, ma è il risultato di un confronto
continuo e fecondo fra noi stessi, il tempo e gli altri. […]
Migrazioni e diritti umani nel
Mediterraneo: una sfida per il futuro
dell’Unione europea
Lectio Magistralis
Pietro Grasso,
Presidente del Senato,
XVII Legislatura
(leggi il discorso)
11. I am not here
di Ashvin Kumar
(2015, 32’)
(guarda il documentario)
17. Claudia Zilli attualmente lavora come Ricercatrice Post-Dottorato presso l'Università di
Milano all’interno di un progetto che si focalizza sulla promozione dell'integrazione dei
migranti che lavorano nel settore delle piccole e medie imprese (PMI) e sul
miglioramento delle pratiche di gestione della diversità sul posto di lavoro. Nel 2015 ha
conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Sociologia presso l'Università di Milano dopo
aver discusso una tesi sui matrimoni misti e le famiglie interculturali in Italia. Nel 2003
ha conseguito la laurea in Relazioni Internazionali presso l'Università delle Americhe-
Puebla in Messico, da dove è originaria; e nel 2008 ha concluso un Master di Ricerca
di due anni presso l'Università di Utrecht in Olanda, specializzandosi in metodi di
ricerca sociale applicata a temi di Migrazione, Relazioni Etniche e Multiculturalismo
(M.E.R.M).
Claudia Zilli