5. COME L’INCANTEVOLE ROSSO DELLA SERA
La bramosia di un compositore senza talento
incontra il genio inesperto di due giovani musiciste.
GRAFFIANTEAMMALIANTEIRRIVERENTEARROGANTEDOLCEAMAROCLAUSTROFOBICOSOTTERRANEOIRRESISTIBILEANTIPERBENISTAAULICO
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C I N E M A F I C T I O N
FETISHOPPING
Le sensazioni tattili, i colori e i profumi di un grande centro
commerciale quale mezzo di evasione, declinato al femminile.
COLLEZIONE PRIVATA
Un provocante, immorale e seducente gioco ordito
ai danni di un astuto ma imprudente uomo d’affari.
LA FORMA ARTIFICIALE
Il bistouri di un cinico e mefistofelico chirurgo plastico
quale deus ex machina non solo dei corpi, ma anche
delle esistenze, di alcune vulnerabili pazienti.
GLI SFRONTATI
L’irriverente abbandono ad un puro, spensierato e instancabile
godimento ludico, come ragione di vita e irrinunciabile evasione
di una goliardica combriccola di affiatati cinquantenni.
IL GHIACCIO SOTTILE
La superficiale indolenza di un gruppo di giovani, spinti al
limite delle proprie vuote esistenze, sbatte violentemente
contro una toccante realtà fatta di umanità e dedizione.
TAGLIA 42
Una caleidoscopica galleria di ritratti umani accomunati
dalla maniacale ossessione per la cura del corpo.
LA SCOMMESSA
Una cena tra colti letterati e giuristi induce ad una
riflessione filosofica intorno al senso della vita, al
valore della giustizia e alla rinuncia alla libertà.
FRAMMENTI TEMPORALI
Quando rifiuti apparentemente anonimi e insignificanti si rivelano
uno spietato e minaccioso specchio di inconsapevoli esistenze.
IL MIO CANTO LIBERO
Una disincantata e brillante partitura, ricamata attorno al
più cinico e competitivo ambiente discografico.
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Soggetti e Sceneggiature in questo portfolio
6. LA STANZA DELLE FIABE
Il doppio volto dell’ambiguo mondo che circonda le
linee erotiche; apparentemente luccicante e consolato-
rio per molte solitudini, ma dal deludente squallore dei
retroscena per chi realmente lo conosce. Tra le misera-
mente rassicuranti voci dietro la cornetta: una giovane e
ambiziosa praticante notaio che vi si concede per dena-
ro, una benestante moglie annoiata che vi si abbandona
per ludica curiosità, un uomo effeminato che vi intravede
l’unica possibilità di interpretare un ruolo che non gli ap-
partiene e, infine, alcune ‘professioniste’ navigate che vi
si trascinano stancamente per routine.
LA TARTARUGA DAL CUORE DI BRONZO
Uno sguardo inconsueto sulla vita di Gabriele D’Annun-
zio, l’eccelso Vate del Decadentismo italiano, portato
alla luce – in modo assai originale e talvolta alquanto
impietoso – attraverso il fitto carteggio che l’egocentrico
poeta tenne, tra il 1920 e il 1938, con l’intimo amico e
scultore parmense Renato Brozzi.
IL FATICOSO VOLO
La consolidata relazione sentimentale tra un affermato
capitano d’aviazione e una aspirante pilota civile vie-
ne improvvisamente minata dalle impetuose ambizioni
professionali della donna. Il legame inconciliabile tra il
piano professionale e quello privato innesca un meccani-
smo autodistruttivo, mostrando quanto la competizione
professionale interferisca talvolta inevitabilmente con la
sfera privata.
VENERE DI VETRO
Una donna fortemente individualista e incapace di ac-
cettare la minaccia degli anni che avanzano, consuma la
propria esistenza alla sterile ricerca di una perfezione ar-
tificiale. Ricoprendo in maniera folle e inconsapevole il
delicato ruolo di madre, plasma fatalmente l’intima evo-
luzione della personalità della figlia adolescente, spin-
gendola fino a compiere illusorie ma irrevocabili scelte,
come quella di sottoporsi a un intervento di chirurgia
estetica. La sua inettitudine maschera, dietro il malcelato
alibi del sentimento materno, la reale urgenza di proiet-
tare nella ragazza tutto ciò che lei non è mai stata.
UN GESTO D’AMORE
Da un doloroso episodio della giovinezza del cardiochi-
rurgo Christiaan Barnard scaturisce una scoperta epoca-
le che segnerà in modo indelebile la storia dell’umanità.
ANNA O.
L’appassionante ritratto di Sigmund Freud, attraverso la trava-
gliata vicenda umana di Bertha Von Pappenheim. Dei sinto-
mi di isteria della giovane austriaca si occupa dapprima Jo-
sef Breuer, neuropsichiatra viennese cui subentra, in seguito,
l’illustre padre della Psicanalisi. Proprio al caso di Anna O.
– nome con cui è maggiormente nota la paziente – gran parte
del mondo scientifico imputa lo scoccare della scintilla che,
attraverso tecniche quali la “talking cure” e l’utilizzo del letti-
no, diede vita ad una delle più rivoluzionarie, e al contempo
discusse, teorie in ambito psichiatrico.
LA CURA
L’ingente patrimonio di un’anziana signora ispira le torbide
manovrazioni del cinico e impudente avvocato di famiglia.
L’uomo ne coinvolge abilmente la badante, inducendola ad
essere sua complice nel simulare la scomparsa dell’unico le-
gittimo erede. Una volta ottenuta la preziosa collaborazio-
ne, non esita quindi a far cadere ogni sospetto sulla giovane
donna, facendo leva sulla propria credibilità di professionista
affermato.
TRE COLPI DI PISTOLA
Una disincantata retrospettiva del legame a doppio filo tra Ni-
lde Iotti e Palmiro Togliatti, che vide intrecciarsi vita privata
e carriera politica e che sfociò nello scandalo all’indomani
dell’attentato del ‘48.
IL PROFUMO DEI GELSOMINI
L’uomo e lo statista, in un imponente ritratto che, muovendo
dai turbolenti anni dell’adolescenza, si snoda lungo le princi-
pali tappe della carriera politica di Bettino Craxi, per giungere
al drammatico e amaro epilogo nella lontana Hammamet.
LEONARD
La coinvolgente ed istrionica figura di Leonard Bernstein.
Padre del Musical diede vita a capolavori quali ‘West Side
Story’, rappresentando una figura di primo piano nella storia
del teatro e della produzione musicale di tutto il ‘900.
REWIND
E se improvvisamente un giorno scoprissi che il nastro della
tua vita sta inesorabilmente riavvolgendosi? Mentre il pianeta
ha all’improvviso iniziato a regredire alla sua origine, i più
brillanti cervelli del nostro tempo hanno tra le mani le sorti
dell’umanità, avvantaggiati - ma anche limitati - dalla dram-
matica consapevolezza circa ogni più piccolo tassello della
linea della storia.
Soggetti e Sceneggiature in archivio disponibili su richiesta
C I N E M A F I C T I O N
8. F O R M A T T VESCLUSIVO
L’ERBAVOGLIO
Un curioso e insolito sguardo alla scoperta di
passioni e stravaganze di un personaggio famoso.
N.D.R.
Il dietro le quinte dell’attualità. Informazione a 360°
intorno a notizie non approfondite o incomplete.
VIP THERAPY
Un caleidoscopico viaggio nell’inconscio di una
celebrità attraverso i 5 sensi.
CROCE & DELIZIA
Quando fobie e inettitudini divengono la chiave
di accesso ad un sogno.
UN AMERICANO A PARIGI
Come si vive, si lavora e ci si diverte ad altre
latitudini.
SPOSERÒ SIMON LE BON
Una vera e propria macchina del tempo che ci
condurrà, in modo del tutto nuovo e accattivante,
in un viaggio attraverso uno dei periodi più amati
e rimpianti dalle ultime generazioni: gli anni ‘80.
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MESMERIZZANTE
LA SINDROME DI STENDHAL
Una vibrante sfida nel cuore di un composito e
affascinante museo multimediale.
DINAMICOECCESSIVOONIRICOACUTOGLAM
Linee - guida per format tv in questo portfolio
9. TALENT - SCOUT
Quale delle 2 squadre in gara riuscirà a in-
dividuare e scritturare ipotetici sosia di per-
sonaggi famosi, passeggiando per le strade
della città? Scopo dei talent-scouts sarà di
dare in pasto alla folla il proprio pupillo, al
fine di aggiudicarsi un lauto bottino.
CRIME SCENE
Sulla scena del delitto, quale concorren-
te sarà in grado di individuare il colpevole
tra un gruppo di indiziati? A disposizione:
ambigue tracce, sfuggenti testimoni e le più
avanzate tecniche di indagine scientifica.
NASHVILLE
Un variopinto racconto in musica scandisce
le tappe di un travolgente viaggio attraverso
i locali che hanno dato vita ai più importanti
generi e stili musicali.
BLOW - UP
Le immagini più irriverenti e i più scomodi
scoop carpiti da inesperti concorrenti, im-
provvisatisi impavidi paparazzi per un gior-
no.
BLACK TIE
Sapresti destreggiarti all’interno dei palaz-
zi del potere? Saresti in grado di affrontare
un impegno ufficiale o una serata di gala?
Queste, e non solo, tra le numerose compe-
tenze richieste da un reality giocato in abito
scuro.
IL TERZO INCOMODO
Quando una semplice parola funziona da
“input” nell’animare un’originale sfida tra 2
concorrenti che - eclissato il consueto ruo-
lo del presentatore - conquistano la scena
escogitando, in prima persona, le recipro-
che domande.
FAST LOVE
“Veneri” e “Adoni” coinvolti in un avvicen-
darsi di fugaci e private conversazioni alla
ricerca della coppia perfetta, sotto l’occhio
indiscretamente invasivo del pubblico in
studio.
REFORM CLUB
Immersi nel mondo di un personaggio stori-
co-letterario, per ripercorrerne gli affascinanti
itinerari attraverso i mezzi dell’epoca e rias-
saporarne le vivide emozioni con gli occhi di
oggi.
TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE
Un’agguerrita redazione di giornalisti in erba
impegnati nel confezionare un prodotto edi-
toriale, commissionato di giorno in giorno da
un esigente capo-redattore e rigorosamente
costruito su fatti reali.
FUORI DAI DENTI
Un graffiante confronto tra rappresentanti del
mondo politico, infuocato dalle domande a
bruciapelo dei telespettatori e costantemen-
te pungolato dal fluttuare dei protagonisti in
studio che salgono e scendono fisicamente sui
propri sgabelli secondo l’indice di gradimen-
to.
LA PIETRA DEL PARAGONE
Sfiziose ed acute pillole che, muovendo da un
episodio della più scomoda attualità, ispirano
un calzante parallelo letterario di volta in volta
proposto dai volti più autorevoli della cultura
italiana.
TASSÌ
Un inconsueto diario di viaggio redatto esclu-
sivamente a bordo dei più bizzarri taxi e a
fianco delle più improbabili guide di tutto il
mondo.
THAT’S ALL FOLKS!
Ambiguità e curiosi retroscena di fumetti e
cartoni animati sono l’oggetto di una vivace
e irriverente tavola rotonda, animata da chi è
stato bambino negli anni ‘70 e ‘80.
NOIO VOLEVAN SAVUAR
Un forbito salotto letterario fà da cornice alle
esuberanti dissertazioni di emeriti critici circa
le più appassionanti questioni della lingua,
dell’etimologia e in generale di tutto ciò che
ha dato vita e impreziosito il nostro meravi-
glioso idioma.
F O R M A T T V
Linee-guida per format tv in archivio disponibili su richiesta
10. LA FORMA ARTIFICIALE
“... Alla luce che stava per spegnersi,
vidi aprirsi i foschi occhi gialli della
creatura; respirò a fatica, e un moto
convulso le agitò le membra...”
“Frankenstein” di Mary Shelley
LINEE-GUIDA PER SOGGETTO ORIGINALE
(soggetto completo e sceneggiatura disponibili su richiesta)
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
11. Firenze, 2007.
LEONARDO DOMENICI è un affermato chirur-
go plastico. A quasi cinquant’anni si trova a do-
ver affrontare una destabilizzante solitudine, prin-
cipale conseguenza di un matrimonio fallito e del
successivo allontanamento dei due figli adolescenti.
Ulteriore causa di disagio è rappresentata dal perenne
conflitto che Leonardo vive con gli anziani genitori.
Questi, infatti, gli imputano la responsabilità di un
rapporto coniugale mai decollato, nonché l’aver causa-
to indelebili sofferenze ai due nipoti. Sul piano rela-
zionale il chirurgo non riesce a costruire e mantenere
rapporti stabili con le donne che frequenta, così come
a creare salde amicizie, riducendosi – suo malgrado – a
godere della circostanziale, reciproca compagnia di
persone conosciute alle serate cui partecipa per mero
dovere professionale.
Unica preziosa eccezione a questa sfilata di in-
gannevoli sentimenti, lo storico amico ed ex compa-
gno di studi ALFREDO NENCINI, noto psicanalista del
capoluogo toscano. Affascinante e brillante scapolo
cinquantenne, quest’ultimo mostra un sempre pacato au-
tocontrollo in ogni situazione e una risoluta sicurez-
za che – unita ai suoi strumenti professionali – sem-
brano spesso costituire la chiave d’accesso ai più
intimi dedali della mente di coloro che frequenta.
Alfredo vive solo in un antico casale della campagna
toscana ed esercita in un elegante studio del centro
storico. Ad una ferma dedizione professionale, alterna
un’intraprendente e dinamica vita sociale, scandita tra
gli spesso inevitabili eventi cui è chiamato a presen-
ziare e le proprie autentiche passioni che difficilmente
trascura, come la buona cucina, l’antiquariato e la vela.
Il rapporto quasi fraterno che lega Alfredo a Leonardo
si è fortificato nel tempo grazie alla frequentazione
degli stessi ambienti, nonché alle poche ma profon-
de affinità caratteriali. La loro amicizia si nutre di
assidui incontri, sia privati che mondani, cui spesso
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
12. prendono parte le “compagne del momento” e con cui i
due medici alimentano una ludica ed evanescente com-
plicità.
Con una nutrita agenda di clienti della “Firen-
ze bene”, Leonardo dovrebbe ritenersi appagato del-
la proficua attività che esercita con successo in una
clinica privata appena fuori città e che gli con-
sente di vivere assai agiatamente. Essenziale prero-
gativa della sua professione è quella di poter mo-
dificare irrevocabilmente la superficie delle persone
– e di riflesso il loro più radicato ed autentico
“io” – influenzandone le scelte e governandone con-
seguentemente, in qualche modo, anche l’esistenza.
Intimamente non del tutto appagato, però, del proprio
ruolo, che spesso – per la maggior parte dei pazien-
ti, per lo più donne – si esaurisce nel tempo di un
solo intervento estetico, Leonardo vorrebbe rendersi
maggiormente indispensabile alla loro felicità, ali-
mentando al contempo il proprio ego. Questo infatti
lo gratificherebbe profondamente, non solo dal punto di
vista professionale, bensì soprattutto nutrendone la
debole personalità, ormai demotivata e priva di validi
stimoli.
Un giorno, in seguito alle inattese, ulteriori
richieste di nuovi interventi estetici da parte di al-
cune pazienti, in un folle vortice di autocompiacimen-
to, Leonardo sviluppa la progressiva consapevolezza di
quanto il suo bistouri sia lo strumento capace di con-
cretizzare i loro sogni. Mai prima di allora aveva rea-
lizzato – in maniera così chiara e allettante – quanto
mefistofelico potere racchiudesse nelle sue mani. Inter-
vento dopo intervento, infiltrazione dopo infiltrazione,
si appropria meschinamente delle personalità di alcune
sue clienti, eclissandone in parte le plagiate volontà,
evidenziando i difetti ancora presenti sui loro corpi
e convincendole di poter raggiungere una tanto bramata
perfezione artificiale.
Oggetto delle sue morbose attenzioni sono,
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
13. in particolare: Alessandra, Elisabetta e Wilma.
Già accomunate da un senso di profonda inadeguatezza,
le tre donne sono illusoriamente convinte che l’abi-
le mano di Leonardo possa risolvere i loro più intimi
conflitti. Non riusciranno, malgrado ciò, a raggiungere
l’immagine di sé tanto vagheggiata, da un lato perché
raramente soddisfatte di quanto ottenuto – non era ciò
che realmente volevano, non ne sono più convinte o ad-
dirittura non si riconoscono più nello specchio – e so-
prattutto perché costantemente pervase dalla nevrotica
e ossessionante insoddisfazione che Leonardo insinua
in loro. La ricerca della perfezione “ai loro occhi”
innesca un meccanismo perverso che si autoalimenta fino
a identificare nel chirurgo un irrinunciabile deus ex
machina.
Arrendevoli e bendisposte, le tre pazienti cedono
ai suoi seducenti plagi lasciandosi dapprima persuade-
re, per poi progressivamente iniziare a contraddire la
volontà dell’uomo. Abbandonatesi in un primo momento
all’ingannevole trappola che loro stesse hanno con-
tribuito a costruire, e ritrovandosi più frustrate di
prima, iniziano gradualmente ad opporsi al volere di
Leonardo. Ciò che egli aveva creato sta ormai perico-
losamente vacillando e presto crollerà, privandolo di
quel forte e imprescindibile appagamento che queste sue
tre creature erano state in grado di dargli.
ALESSANDRA CAMPACCI è una ballerina classica già
piuttosto affermata ma ancora giovane e attraente. Da
sempre deve convivere con il limite fisico di un seno
eccessivamente prosperoso. Dopo un lungo rimuginare,
si convince finalmente ad affrontare l’assillante pro-
blema recandosi nella clinica in cui opera Leonardo. Il
chirurgo le pratica una mastoplastica riduttiva, spin-
gendola poi a intervenire ulteriormente per migliorare
altre parti del suo corpo. Per giungere a scardinare
la sua ferma reticenza, la persuade della necessità
di perfezionare il suo aspetto a fini pubblicitari e
fotografici, nonché per esigenze professionali con cui
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14. anche una ballerina classica deve ormai fare i conti.
Le suggerisce inoltre come sfruttare il suo momento
di visibilità mediatica riuscendo a sottoporla ad una
rinoplastica e ad altri piccoli interventi estetici e
vestendo, oltre ai panni del chirurgo, quelli di una
sorta di confidente, amico e manager.
ELISABETTA LUCIOLI, figlia di un generale del-
l’esercito, è una giovane militare che sta facendo car-
riera. Nonostante il suo look mascolino, possiede un
corpo troppo avvenente e un aspetto da bambolina tenera
e delicata, a causa del quale sente di non avere il
giusto piglio sui suoi inferiori e scarsa credibilità
nei confronti dei colleghi. Decide quindi di recarsi
da Leonardo con l’intento di conferire al proprio vol-
to un’aria più severa e rigorosa. Elisabetta subisce
quindi un intervento su zigomi e zona perioculare. Non
contento, il chirurgo la rende ignara spettatrice dello
stesso copione recitato con Alessandra, insistendo su
ulteriori lacune fisiche e convincendola quindi a spin-
gersi oltre.
WILMA MANNUCCI è segretaria in un’agenzia di model-
le, dove si occupa principalmente dei casting. Sempre a
contatto col patinato ambiente della moda, è costante-
mente e involontariamente indotta – suo malgrado – ad un
avvilente confronto con donne molto giovani e attraenti.
Ormai matura e con un matrimonio appena naufragato,
ma che si trascinava stanco da diversi anni, si pre-
senta nello studio di Leonardo con l’intento di av-
vicinarsi, quanto più possibile, allo stereotipo di
bellezza che ha quotidianamente sotto gli occhi.
Inoltre, Wilma, già dalle prime sedute, avverte una
forte attrazione per Leonardo. Questo trasporto fi-
sico si tramuta gradualmente in un sentimento più
vero e intimo, cui Leonardo si abbandona su un pia-
no meramente fisico, non ricambiandola quindi con la
stessa intensità. Nonostante ciò l’iniziale inte-
sa tra i due si tramuta ben presto in un apparen-
temente comune rapporto di coppia; il medico e la
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
15. paziente frequentano, infatti, quelli che in breve tem-
po divengono comuni amici e conoscenti. Con Wilma, Leo-
nardo intreccia una storia nella quale la donna ritrova
lo slancio di una nuova giovinezza oltre all’appagamen-
to di una ritrovata autostima. Il chirurgo, dal canto
suo, si lascia coinvolgere nella relazione per un’in-
tima e inconfessata ricerca di calore umano, ma con la
leggerezza e il distacco di una persona non innamorata.
Wilma rappresenta comunque una valida alternativa alle
fredde e vuote conversazioni con colleghi e conoscen-
ti, e soprattutto alle sempre più sporadiche e avvi-
lenti visite dei due figli, affidati definitivamente alla
madre trasferitasi all’estero per motivi di lavoro.
Nel corso di quelle che sono abituali conversazioni
tra uomini, Leonardo accenna all’amico Alfredo la di-
staccata leggerezza con cui sta vivendo la relazione
con Wilma. Lo psicologo, dal canto suo, conoscendone da
anni le abitudini private, considera il comportamento
di Leonardo più che normale, nonché coerente con il suo
consueto stile di vita.
Lo stesso Alfredo, dopo averla conosciuta nello
studio del chirurgo, ha intrecciato una relazione, dap-
prima prettamente fisica, poi sempre più coinvolgente,
con Alessandra. La storia, iniziata quasi per caso e
con un imperturbabile distacco, sta acquisendo nel tem-
po i presupposti per evolversi in qualcosa di più sta-
bile, soprattutto in virtù dei già profondi sentimenti
della ragazza.
Trascorsi alcuni mesi, come risvegliatasi dal-
l’incantesimo di cui Leonardo è stato il fautore, Wil-
ma prende coscienza dell’illusoria ed evanescente aura
di cui l’uomo l’aveva circondata e, risoluta, decide
inaspettatamente di rifiutarsi nell’assecondarlo ol-
tre. A Leonardo la situazione sta sfuggendo di mano,
contestualmente allo svanire dell’attrazione verso la
donna, in gran parte basata su questo meccanismo di
opprimente dominazione. Il delicato momento è acuito
dall’inaspettata complicanza post-operatoria occorsa
a Wilma, la quale, in seguito ad una serie di infil-
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16. trazioni, si ritrova all’improvviso il volto parzial-
mente sfigurato. Presa dal panico, la donna si reca a
casa di Leonardo e inferocita lo aggredisce cogliendolo
completamente di sorpresa. La prolungata insofferenza
di lui alla già manifesta riluttanza della paziente,
acuita d’un tratto dall’agghiacciante prospettiva di
subire una rovinosa denuncia, lo porta ad abbandonar-
si ad un incontrollabile raptus di follia. Affrancato
dai pudori e dalle inibizioni sino ad ora represse,
Leonardo, lasciandosi travolgere dai suoi istinti più
feroci, si avventa sulla donna, la uccide barbaramen-
te e ne occulta il cadavere abbandonandolo in una zona
malfamata della città. Il corpo viene presto ritrova-
to, la polizia inizia le proprie indagini e i media ne
danno immediata notizia. L’accaduto, tuttavia, sembra
essersi verificato entro un contesto in cui morte e de-
linquenza, nel corso degli ultimi anni, hanno stroncato
altre più o meno giovani vite, non destando, quindi,
in un primo momento, la sconcertata attenzione di casi
isolati o ancor più brutali.
Appresa la notizia, Alfredo e Alessandra, turbati
e affranti si recano da Leonardo per portare il proprio
conforto e chiedere notizie, del tutto ignari di ciò
che si nasconde dietro la morte di Wilma. Nella resi-
denza del chirurgo, la polizia ha già fatto il proprio
ingresso, per interrogare il padrone di casa e valutar-
ne la posizione giudiziaria in merito all’accaduto. Le
ricerche, infatti, hanno legato in poco tempo il nome
di Wilma alla figura di Leonardo, oltre ad aver rivela-
to i danni fisici, riscontrati sul corpo della donna, e
causati da un intervento estetico subito di recente.
L’uomo, considerato tra i possibili indiziati, viene
per il momento protetto dal più che valido alibi incon-
sapevolmente fornito dall’amico Alfredo, neppure lon-
tanamente capace di immaginarlo colpevole.
Dapprima sconvolto e stordito, col passare dei
giorni, Leonardo viene però progressivamente catturato
da un eccitante delirio di onnipotenza, alimentato dalla
persistente presenza del suo folle e atroce gesto, nonché
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17. del suo volto, sui mezzi di comunicazione. La sua
strana e involontaria popolarità si traduce in un
costante e redditizio presenzialismo mediatico. La
professione di chirurgo non viene affatto scalfita
dalla sua scomoda posizione, tutelata comunque dal-
la testimonianza dell’amico Alfredo. A rafforzare
ulteriormente il ruolo di Leonardo, la comparsa di al-
cuni dei vecchi amori di Wilma, privi di un alibi e
quindi in grado di dare adito ai sospetti degli inqui-
renti.
Elisabetta, che è stata trascinata da Leonardo a
rifarsi completamente il volto, si trova ora a non ri-
conoscersi più allo specchio, in preda ad una profonda
crisi di identità. La donna inizia a odiare se stessa
e si risveglia dal torpore in cui era caduta, vittima
dei disonesti raggiri del chirurgo. Leonardo aveva già
pianificato di ucciderla per alimentare ulteriormente
un’adrenalinica visibilità di cui sta divenendo sempre
più dipendente. Cogliendo a pretesto un prefissato in-
contro con la paziente, il chirurgo si lascia sopraf-
fare dai suoi morbosi istinti e finisce per toglierle
la vita. Accecato da un eccesso di boriosa presunzione
dissimula il corpo all’interno di uno degli obitori
della città - cui ha accesso in quanto medico - e come
pianificato lo occulta producendo un falso certificato di
morte. Animato da una sorta di delirio di onnipotenza,
Leonardo fomenta quella che, nella sua mente perversa,
è ormai una sadica e sfacciata sfida col mondo.
Galvanizzato da ciò che sta accadendo attorno a
lui, durante una seduta con Alessandra, Leonardo si
mostra particolarmente insistente circa un’operazione
che la paziente, e fidanzata del suo migliore amico, non
riterrebbe invece necessaria. Questo lo irrita in modo
talmente violento da renderlo vittima di un irrefrenabi-
le, e assai rivelatore, scatto d’ira nei confronti della
ragazza. Confidatasi con Alfredo, in un secondo momento,
Alessandra ricompone i pezzi di un puzzle fino ad allora
a lei sconosciuto, mettendo a fuoco alcuni aspetti e
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
18. atteggiamenti del carattere di Leonardo cui non aveva
mai dato importanza, avvalorati tra l’altro dalle az-
zardate confessioni di una paziente incontrata in sala
d’aspetto. Di rimando anche Alfredo inizia a vedere le
cose per quello che sono realmente e a rendersi conto
di essere stato cieco di fronte a quanto di più tragico
ed evidente aveva sotto gli occhi quotidianamente. I
sospetti della coppia vengono confutati ulteriormen-
te nell’apprendere che Elisabetta, un’altra paziente
della clinica, è stata assassinata. Le coincidenze si
fanno, a questo punto, tanto più inaccettabili quanto
schiaccianti.
Tornata nello studio di Leonardo alcuni giorni
più tardi, con l’intenzione di un dialogo chiarifica-
tore, Alessandra si trova di fronte un uomo completa-
mente farneticante che, dinnanzi alla sua richiesta di
spiegazioni, perde il controllo e l’aggredisce violen-
temente. La donna si divincola e, una volta fuggita
dall’edificio pressoché deserto, si precipita a casa di
Alfredo. Leonardo si mette sulle sue tracce, prendendo
la propria auto e andandola a cercare dove è convinto
che si sia rifugiata; per l’appunto a casa dell’amico
di sempre. Giunto al casale in cui Alessandra e Alfredo
sembrano attenderlo, Leonardo si trova di fronte due
persone profondamente combattute tra sentimenti di ti-
more, diffidenza e ira. È arrivato il momento di gioca-
re a carte scoperte, eppure il chirurgo, pervaso da un
irrefrenabile istinto di autoconservazione, tenta di
mettere in conflitto la coppia, ponendo in cattiva luce
l’onestà di Alessandra e cercando di avere una salvifica
conferma della fiducia dell’amico.
Alfredo, a questo punto, conscio del pericolo
in cui lui e Alessandra si trovano, gioca la car-
ta che mai aveva usato con Leonardo, e facendo af-
fidamento sulla navigata professionalità di psicana-
lista, si mostra ingannevolmente collaborativo e per
nulla conflittuale. Leonardo finalmente si abbandona
ad una fredda confessione. Convinto dalle diploma-
tiche proposte e dal fidato atteggiamento di Alfre-
do, i tre escono quindi dalla casa. Lo psicanalista
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Francesca Roncaglia - francesca.roncaglia@libero.it
19. prende la propria auto, accompagnato da Alessandra,
per portare a termine il compito della cui giustizia e
necessità anche Leonardo sembra essersi convinto: re-
carsi alla polizia, confessare l’uccisione delle due
donne e rimettersi alle volontà di un tribunale.
Ma proprio in questi interminabili istanti, tra
gli ormai sbiaditi e irriconoscibili fotogrammi di una
più che trentennale amicizia, emerge il violentemente
impietoso giudizio che Alfredo rivolge su se stesso,
sia sul piano umano che professionale. Tormentato da
una sorta di cocente e intollerabile fallimento perso-
nale, per non aver dato le dovute attenzioni al fragile
equilibrio dell’amico, inizia a vacillare sotto il peso
di insistenti immagini del proprio passato.
Chilometro dopo chilometro, ad Alfredo crolla ad-
dosso una vita in cui si è sempre, scrupolosamente de-
dicato ai problemi degli altri, somatizzando le proprie
nevrosi senza poterle mai sfogare. Leonardo diviene,
improvvisamente e inaspettatamente, l’oggetto attra-
verso cui procurarsi un perverso riscatto. Perfino nella
lucida e pacata mente di Alfredo si scatena uno slancio
di malvagità repressa. Dentro di sé, accarezza l’idea
di non denunciare l’amico alla polizia, ma continuare
a coprirlo, sino a definitiva soluzione e soprattutto
sottoporlo alle proprie benevole ed attente cure, in
modo da riparare all’intollerabile errore commesso.
Convintosi della soluzione fino ad allora solo va-
gheggiata, Alfredo tenta di sondare quale sia il giudizio
di Alessandra in merito. Molto sottilmente e astutamen-
te, tenta di affrontare la questione senza mai rivelare
completamente i folli propositi che lo animano da quando
hanno lasciato la sua casa nelle campagne attorno a Fi-
renze. Compresa la più totale avversione di Alessandra
ad appoggiare uno squilibrato assassino e reo confesso,
Alfredo realizza come da alleata, la donna abbia re-
pentinamente mutato in un temibile oppositore, cui non
intende affatto soccombere. Lo psicanalista è più che
mai avvolto in una spirale di pura irragionevolezza,
al cui centro si trovano Leonardo, ormai completamente
rassegnato, e il suo destino. Anche Alessandra, forte-
L A F O R M A A R T I F I C I A L E 19
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20. mente turbata ma in fondo rassicurata dalla fermezza
mostrata da Alfredo, si abbandona al mesto epilogo de-
gli sventurati e atroci eventi.
Risoluto come non mai, Alfredo arresta l’auto in
aperta campagna e scende, convincendoli di voler con-
dividere con loro un’ultima simbolica sigaretta, presa
da quel pacchetto che nascose nel baule il giorno in
cui smise di fumare. In una nostalgica rievocazione dei
tempi che furono, anche Leonardo e Alessandra scendono
dall’auto attendendo Alfredo che, con la testa semi-
nascosta nel baule, sta prendendo il pacchetto. Que-
st’ultimo, allontanatosi dall’auto, colpisce violente-
mente e inaspettatamente alla testa la ragazza che gli
stava dando le spalle. Con arida e calcolata freddezza
Alfredo si accerta del decesso di Alessandra, davanti
allo sguardo scioccato e al contempo grettamente sol-
levato di Leonardo. Gli offre quindi la sigaretta che
avrebbero dovuto condividere con la fidanzata e, nel-
l’invitarlo a salire in auto, lo rassicura premuroso,
come si farebbe con un bambino indifeso e bisognoso di
attenzioni. Lo conduce quindi nel suo studio di psica-
nalista con l’intento di prendersi cura di lui sino a
quando si sia completamente ristabilito.
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21. COLLEZIONE PRIVATA
“... con avida e calcolata freddezza,
inizia a rovistare tra i faldoni
dell’archivio, alla ricerca di...”
SOGGETTO ORIGINALE
(sceneggiatura disponibile su richiesta)
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22. Venezia, Autunno 2006.
GIORGIO FERRI è lo stimato direttore dell’impor-
tante casa d’aste veneziana Faliero; dai modi estre-
mamente ricercati, di gran classe e impeccabilmente
elegante, ricopre da anni, con successo, il delicato
ruolo di responsabilità che gli è stato affidato.
Grazie alla riconosciuta professionalità e ad
una scrupolosa preparazione, ha saputo progressivamen-
te guadagnarsi una profonda stima nell’ambiente. Uomo
di mezza età, dalla corporatura massiccia, lo sguardo
severo e il volto ieratico, manifesta un carattere ri-
goroso ed integerrimo. Intransigente in ambito profes-
sionale - soprattutto nei confronti delle donne - pre-
dilige la presenza maschile nei ruoli decisionali e di
potere.
Al rientro dalla pausa estiva - in seguito alle
perentorie disposizioni del Consiglio di Amministra-
zione circa la lieve flessione del fatturato della so-
cietà - Ferri si trova improvvisamente a dover agi-
re con fermezza, per contrastare l’aggressività della
concorrenza e soddisfare una clientela sempre più esi-
gente.
Stretto nella morsa di un’inquieta tensione, si
confida subito con un amico e collega, il quale gli for-
nisce validi consigli a livello strategico; Ferri li
accoglie di buon grado - pur continuando a riflettere
instancabilmente – persuaso però di giungere in manie-
ra autonoma a più immediate soluzioni alternative.
Giusto a pochi giorni dalle preoccupanti valu-
tazioni della proprietà, l’invito a pranzo da parte
dell’ex moglie VIRNA CONTARINI – intrigante cinquan-
tenne dalla bellezza teutonica, brillante e sofisti-
cata, e con la quale mantiene un rapporto di gran-
de complicità e ironia - gli fornisce lo spunto per
dar vita a una stravagante e insolita strategia.
In risposta alle confidenze professionali di lui,
infatti, Virna - con intento quasi scherzoso e un com-
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23. piaciuto tono di rivalsa - decide di mettersi in gio-
co in prima persona in una ludica sfida con sé stessa,
lanciando l’idea di avvicinarsi a uomini facoltosi,
amanti dell’arte e del collezionismo, al fine di indur-
li, loro malgrado, ad investire negli oggetti in asta.
La donna, sfoderando le proprie doti di seduttrice e
un’eloquente nonché brillante cultura di settore, in-
tende così contribuire ad accrescere il prestigio del-
la casa d’aste e a consolidarne l’autorevole e stimata
immagine.
Ferri accoglie con malizioso e scaltro opportu-
nismo la proposta, quindi – congedatosi dalla moglie e
rientrato in ufficio - con avida e calcolata freddezza,
inizia a rovistare tra i faldoni dell’archivio alla ri-
cerca di assidue frequentatrici della casa d’aste, in-
solventi e particolarmente appetibili. Il suo intento
è infatti quello di affiancarle a Virna, offrendo loro,
in cambio, la cancellazione dall’elenco dei credito-
ri.
Una delle prime telefonate è indirizzata a MARTA
FOSCHI - una viziosa habituée sulla sessantina, sempre
immancabilmente tempestata di chiassosi e ingombran-
ti gioielli - la quale, a causa di una bulimica pas-
sione per suppellettili antiche e pietre preziose, ha
finito per indebitarsi fortemente con la casa d’aste.
La prolungata conversazione oltrepassa la porta del-
lo studio di Ferri e spezza l’ovattato silenzio degli
uffici ormai chiusi, attirando l’attenzione di PAMELA
CONTI, una delle addette alle pulizie. Sulla soglia dei
trentacinque anni - esile, ma al contempo acerbamente
procace e con un appariscente caschetto biondo, civet-
tuola e apparentemente svampita - lavora da anni alle
dipendenze della Faliero. La ragazza è segretamente
attratta da Ferri, con il quale però non ha mai avuto
l’occasione di spingersi oltre ordinari e sporadici
scampoli di conversazione. Galvanizzata dal contenu-
to della telefonata – origliata dal corridoio deserto
- bussa alla porta, dapprima timorosa, ma via via più
consapevole e forte del proprio sfacciato arrivismo. Di
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24. fronte ad un inconsuetamente sorpreso Ferri, Pamela si
propone dunque di aiutarlo mettendo a sua disposizione
il proprio fascino e le competenze dovute a preceden-
ti studi artistici, incantandolo con una parlantina
quasi ipnotica e soffocante. Il direttore, sulle pri-
me scarsamente fiducioso nelle capacità della ragazza
- ma comunque messo alle strette dalla sua irriverente
esuberanza, nonché timoroso di pesanti ripercussioni
- finisce per accettare, convinto inoltre dalle superfi-
ciali pretese della dipendente e soprattutto ignaro di
esserne il bersaglio proibito.
Ferri e le sue complici iniziano perciò a mette-
re in atto il diabolico piano, dove però nessuna delle
donne sa dell’esistenza delle altre, tranne Pamela che
- avendo origliato la telefonata del capo - è al cor-
rente della presenza di una seconda persona, senza però
conoscerne l’identità.
Nel corso dei mesi successivi, non tardano a
mostrarsi i positivi effetti dell’operato delle tre
protagoniste. Ma proprio dalla consuetudine dell’uomo
di comunicare con esse attraverso periodiche e-mails
- nelle quali segnala le aste cui partecipare e gli
oggetti più profittevoli da seguire – nasce l’equivoco
che permette loro di conoscersi e dare una svolta alla
vicenda.
Subito dopo Natale, davanti ad una sala deserta
della sede milanese della Faliero, Virna, Marta e Pa-
mela si incontrano casualmente. Con grande sorpresa e
un certo risentimento, si accorgono di aver ricevuto
la stessa errata segnalazione relativa al programma
della giornata, di cui tutte tengono una copia stampa-
ta tra le mani. Capiscono presto che la missiva con-
teneva un errore, e l’asta cui avrebbero dovuto par-
tecipare si sarebbe invece svolta il giorno seguente.
Virna - da subito indispettita e altezzosamente
risentita, nonché toccata nel vivo dall’aver realiz-
zato fino a dove si fosse spinto il bieco opportunismo
dell’ex marito - affronta a viso aperto le due donne.
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25. Lo smarrito stupore di Marta si mescola alla malcela-
ta incredulità di Pamela, mentre ognuna di esse pren-
de coscienza dell’abile e subdolo ruolo giocato dal
direttore fino a quel momento, benché legittimato da
laidi e maliziosi propositi in parte condivisi o ac-
cettati dalle tre donne.
A questo punto, Virna - spinta da un irrefrena-
bile desiderio di rivalsa, nonché dall’aver scoperto,
ancora una volta, di non essere l’unica scelta dell’ex
marito - coinvolge le altre due in un perfido piano di
vendetta, allettandole con l’astuta promessa di facili
e cospicui guadagni.
Raggiunto un accordo, mentre seguitano a portare
risultati alla casa d’aste secondo il volere di Ferri
e in modo che questi continui a fidarsi ciecamente di
loro, iniziano parallelamente a sfruttare con astuzia
le informazioni provenienti dal cuore del mercato. La
loro strategia consiste dunque nel dar vita a calco-
late speculazioni - accaparrandosi i pezzi migliori
e più ambiti - per poi piazzarli nei diversi canali,
rivolgendosi soprattutto a collezionisti privati.
Col passare del tempo accumulano - con scaltra
freddezza e controllata discrezione - sempre più con-
sistenti cifre, giungendo finalmente a possedere un
capitale sufficiente a rilevare la quota di un anziano
azionista della Faliero e chiudendo così il cerchio
del sagace e spregiudicato disegno di Virna.
Giorgio Ferri, che si è sempre preferibilmente
circondato di uomini nella gestione della società - e
ha poi subdolamente coinvolto in prima persona figure
femminili al solo fine di risollevarne le sorti - si
ritrova ora, per un beffardo scherzo del destino, a
dover sedere al tavolo degli amministratori fianco a
fianco dell’astuta e intraprendente ex moglie.
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26. GLI SFRONTATI
“... Nella stanza adiacente, su un
grande letto a barchettone, un ranto-
lante ed anziano pastore bergamasco
dall’appiccicoso pelo si sta animata-
mente pulendo le zampe ...”
LINEE-GUIDA PER SOGGETTO ORIGINALE
ED ESTRATTI DI SCENEGGIATURA/TRATTAMENTO
(soggetto e sceneggiatura completi disponibili su richiesta)
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27. SOGGETTO
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28. Ferrara, 2007.
ALDO e RAIMONDO GHERARDI sono due benestanti fra-
telli sui cinquant’anni, appartenenti ad un’importante
famiglia della città. Già adolescenti, hanno ereditato
da due zie zitelle un’attività antiquaria annessa ad un
negozio di camicie da uomo, nonché diversi appartamen-
ti e alcune proprietà. Cresciuti senza troppe rinunce
e con molti privilegi, il loro senso del dovere, così
come la dedizione verso le più comuni responsabilità, è
quindi piuttosto limitato. Vivono infatti in un perenne
stato di regressione infantile alla continua ricerca di
ingenue evasioni e di un fresco e ludico divertimen-
to.
Mentre Aldo gestisce con molle dinamismo l’atti-
vità di famiglia, Raimondo è dirigente di una grande
azienda di sanitari in cui si occupa della selezione
del personale.
SILVANO DEVOTI, PIETRO DONI e LEANDRO MASCAGNI
sono gli storici amici dei due fratelli, con i quali
sono soliti incontrarsi nel negozio di Aldo, eletto a
covo della brillante e debosciata compagnia. Come Aldo,
anche questi lavorano nell’azienda; i primi impiegati
dell’ufficio vendite e il terzo responsabile della lo-
gistica.
L’ormai consolidata dedizione alla burla conduce
il gruppo di cinquantenni ad inventare sempre nuove si-
tuazioni volte a nutrire un ingenuo divertimento, che
ben si addice al loro vivacemente svogliato stile di
vita. Alcuni legati ad una famiglia tradizionale e be-
nestante come i Gherardi, altri scapoli d’oro o spian-
tati single che devono barcamenarsi per mantenere le
capricciose ex mogli, trascorrono gran parte del loro
tempo nel “covo” di Aldo. Molte delle vicende, di cui è
protagonista e fautore il gruppo, si svolge nell’azien-
da di sanitari dove alcuni di loro lavorano; luogo che
animano, in maniera spesso irriverente, dando vita a
esilaranti scherzi e a situazioni talvolta paradossali.
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29. ESTRATTI DI SCENEGGIATURA / TRATTAMENTO
Gli episodi che seguono rappresentano solo uno
scarno esempio dell’ampio ed esilarante materia-
le presente nella sceneggiatura completa in nostro
possesso.
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30. IL COLLOQUIO
In azienda, ogni qualvolta si presenta un nuovo candidato,
Aldo - con la complicità di Silvano e Leandro - non perde
l’occasione di mettere in atto uno dei suoi ludici intenti.
(descrizione dei personaggi: Raimondo, Ragionier Donnini,
Silvano, Leandro, Samantha la segretaria di Raimondo, un
impiegato [...]).
Primi di luglio.
1. INT. - UFFICIO OPEN-SPACE DELL’AZIENDA - MATTINO
Un grande ufficio open-space, in cui le diverse postazioni di
lavoro sono delimitate da divisori bassi, che quindi rendono
visibile chiunque sia seduto alle scrivanie. Queste ultime
sono quasi tutte occupate dagli impiegati al lavoro. Sul
fondo si intravede il corridoio di accesso, ai lati del qua-
le si trova la porta dell’ufficio del responsabile del per-
sonale e un paio di scrivanie vuote in corrispondenza delle
bocchette di aerazione.
SILVANO si avvicina al termostato regolatore della tempe-
ratura di quell’ambiente, presente in un angolo della sala
vicino al corridoio di accesso, e ruota la manopola verso
l’icona rossa, ponendola sui 36°C.
Dalla porta in fondo al corridoio, vestito di tutto punto e
con un elegante soprabito, entra il Ragionier ETTORE DON-
NINI. Timido e impacciato, ha l’aria disorientata. Avanza
spaesato verso la zona delle scrivanie.
Appena Silvano lo vede entrare, si scosta rapido dal termo-
stato e finge con disinvoltura di consultare uno schedario,
ridacchiando sotto i baffi e lanciando un’occhiata complice a
Leandro, che è seduto nella scrivania di fronte a lui.
Un IMPIEGATO esce trafelato dalla porta dell’ufficio del
direttore del personale, visibile attraverso una vetrata,
sulla quale si legge
UFFICIO DEL PERSONALE
è manifestamente turbato, e si rivolge ai presenti.
UN IMPIEGATO
(a bassa voce e sbuffando)
Ragazzi, oggi il capo è molto irascibile!
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31. Dall’ufficio del direttore del personale si sente sbattere
un pugno sul tavolo e un mazzo di matite vola attraverso la
porta. Il Ragionier Donnini si ferma. Avanza poi timidamen-
te lungo il corridoio a piccoli passetti. LEANDRO indirizza
lo sguardo verso il Ragionier Donnini e gli si rivolge, col
tono confidenziale e la disinvoltura che riserverebbe ad un
collega.
SILVANO
(con finta complicità)
Oggi è un po’ incazzato!
In sottofondo un brusio agitato di voci. Silvano guarda me-
glio il Ragionier Donnini e lo mette a fuoco sgranando gli
occhi, poi quasi con un ghigno beffardo, aggiunge:
E’ il primo giorno per lei?
RAGIONIER DONNINI
Sì. Veramente sì.
E, sul cenno incerto dell’uomo, aggiunge ancora:
SILVANO
(dubbioso)
Mmh..., speriamo bene...
Silvano si volta verso un collega che fà un cenno di assen-
so.
Nei pressi della porta dell’ufficio del personale si appre-
sta SAMANTHA, la segretaria che tiene nella mano destra un
paio d’occhiali da vista e nella sinistra una cartella di
documenti. Avanza verso il Ragionier Donnini, inforca gli
occhiali e gli porge la mano per stringergliela.
SAMANTHA
Buongiorno, lei dev’essere il Ragionier Donnini.
RAGIONIER DONNINI
(con voce tremolante)
Sì... Sono il Ragionier Ettore Donnini.
La segretaria sfoglia la cartelletta, poi segue con il dito
una lunga lista di nomi.
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32. SAMANTHA
Bene, oggi è il candidato numero 3.
La annuncio subito al Dottor Gherardi. Prego,
si accomodi qui.
La segretaria indica la sedia vuota di una scrivania vicina
alla finestra, proprio accanto alla bocchetta di aerazione
dell’impianto di riscaldamento.
2. INT. - UFFICIO DEL PERSONALE - MATTINO
L’ufficio del personale da una vetrata domina l’open-space
esterno.
Raimondo alza il telefono e si sente il
SUONO DELLA LINEA LIBERA
Ma porta la cornetta all’orecchio come per simulare una te-
lefonata in corso.
RAIMONDO
Ha ragione il Dottor Brandi, ma è
pur sempre una sua opinione,
nel CdA non ha alcun potere,
visto che hanno deliberato...
Raimondo viene interrotto.
BUSSANO ALLA PORTA
RAIMONDO
Scusami un attimo Giampiero.
Raimondo alza gli occhi verso la porta.
Avanti!
La porta si apre e la segretaria, restando sulla soglia, gli
si rivolge.
SAMANTHA
Mi scusi Dottore, la volevo
avvertire che è arrivato il terzo
candidato. So che ci teneva ad
essere avvisato.
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33. RAIMONDO
Certo, Samantha, ha fatto bene.
Lo faccia pure accomodare qui nel
mio ufficio.
La segretaria si ritrae dalla porta e si rivolge all’ester-
no.
SAMANTHA
Prego, Ragionier Donnini, si accomodi.
Il Dottor Gherardi è pronto a riceverla.
Donnini esitante si affaccia alla porta ed entra. La segre-
taria rientra, appoggia una cartelletta sulla scrivania di
Raimondo ed esce. Raimondo ha sempre la cornetta all’orec-
chio e continua a parlare al telefono.
RAIMONDO
Sì, sì, caro mio, qui dobbiamo
dare una bella lezione agli azionisti!
Raimondo, distrattamente ma con fermezza, fa cenno a Donnini
di accomodarsi e continua la telefonata. Donnini si avvicina
alla scrivania e si siede.
RAIMONDO
(con tono irritato)
Be’, ma chi si credono di essere!
Raimondo si alza dalla scrivania e in piedi volge le spalle
a Donnini con incedere fiero e aria eroica. Guarda dalla fi-
nestra e si stira la schiena.
RAIMONDO
Gli faccio vedere io quanto potere
ha un responsabile del personale!
Non credano di essere solo loro a
decidere!
Dalla vetrata si intravedono Silvano e Leandro che sogghi-
gnano.
RAIMONDO
Bene carissimo, ora mi scuserai
ma devo proprio lasciarti perché ho
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34. una persona da colloquiare. Ci sentiamo
presto, ciao.
Raimondo riattacca il telefono e si siede.
(in maniera asciutta)
Buongiorno. Lei è?
DONNINI
Sono il Ragionier Donnini.
Raimondo, con aria severa e stizzita inforca gli occhiali da
vista e inizia a sfogliare la documentazione che ha sulla
scrivania, guardando alternativamente, con occhi torvi, il
foglio e Donnini.
RAIMONDO
Ah, allora lei è il Ragionier Donnini?
Donnini fa un timido cenno del capo.
DONNINI
(sempre più intimidito)
Sì.
RAIMONDO
Bene, bene. Mmh, le sue referenze
sembrano essere buone.
Raimondo asserisce con il capo mentre legge attentamente.
Donnini si mostra leggermente sollevato, vorrebbe quasi ac-
cennare ad un sorriso di autocompiacimento, ma è troppo in
soggezione. Improvvisamente Raimondo irrompe con voce ferma
e si toglie gli occhiali tenendoli però aperti nella mano
destra e guardandolo dritto negli occhi.
RAIMONDO
Sa, qui si presentano numerosi
candidati. È un posto molto appetibile
questo, in fondo ha una buona retribuzione,
più gli extra. E poi, se uno dimostra di
essere dedito all’azienda, ha grandi
possibilità di fare carriera!
Donnini sorride compiaciuto. Raimondo lo fissa con sguardo
accigliato e soddisfatto dà un debole pugno sul tavolo.
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35. RAIMONDO
Bene! Qui vi voglio! Lucidi e scattanti!
Donnini quasi impaurito e sorpreso scuote il capo. Raimondo
si alza, prende in mano una matita e cammina giocherellan-
dovi nervosamente come fosse una bacchetta.
Ma per decidere se affidarle l’incarico,
devo sottoporla ad un test attitudinale. Lei
conoscerà certamente il grande psicologo
tedesco fondatore della storica Scuola
di Friburgo?!
Donnini asserisce pur non sapendo di cosa Raimondo stia
parlando.
RAIMONDO
Il Professor Hofmannsthal! Ne avrà sentito certa-
mente parlare. Vero? Un grande luminare di questa
disciplina! Ebbene, egli mise a punto un metodo
rivoluzionario per la valutazione delle capacità
manageriali e per monitorare i dipendenti di una
società.
Raimondo, con lo sguardo, cerca una reazione in Donnini che
fa cenno di assenso.
Raimondo si alza, accompagna Donnini verso la porta e gli
porge un foglio quadrettato unitamente ad una matita ben
affilata. Ne tocca quindi la punta col dito indice, assicu-
randosi che sia ben temperata.
Ecco, tenga questo e si accomodi.
3. INT. – CORRIDOIO OPEN-SPACE DELL’AZIENDA - MATTINO
Raimondo e Donnini escono dalla porta dell’ufficio del per-
sonale. Il direttore lo invita ad accomodarsi alla scriva-
nia dello spazio attiguo al suo ufficio, proprio nei pressi
della bocchetta dell’impianto d’aerazione. Donnini si siede
e Raimondo gli si rivolge austero.
RAIMONDO
Caro Ragioniere. Come le dicevo, il test consiste
nel riempire questo foglio marcando con la matita
un puntino esattamente al centro di ogni quadret-
to, ma esattamente al centro! Vede?
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36. Raimondo indica il foglio.
Questo servirà a valutare le sue capacità manage-
riali e soprattutto le sue doti di problem sol-
ving! Mi raccomando, un solo puntino decentrato
vanificherà l’intera prova!
Donnini con aria sottomessa e apprensiva si appresta im-
mediatamente ad eseguire quanto richiesto. Nel frattempo,
Silvano e Leandro osservano la scena dalle loro scrivanie
ridendo sotto i baffi. Raimondo controlla il cronometro del-
l’orologio.
RAIMONDO
Bene Ragioniere, buon lavoro.
Tornerò da lei tra esattamente...
undici minuti da adesso. Via!
Raimondo batte una volta le mani come a sottolineare l’ini-
zio del test.
Raimondo torna nel suo ufficio. Il colorito di Donnini è ora
molto acceso e, ingessato nel vestito e con la cravatta per-
fettamente annodata, inizia a farsi aria con un fazzoletto
ben stirato che estrae dalla giacca. La sua fronte si im-
perla di sudore.
Nel frattempo dall’interno dell’ufficio di Raimondo, si sente
il rumore di un ceffone. Donnini fa un lieve sobbalzo, ma
continua imperterrito a riempire il foglio di puntini, con
grande perizia.
Nei pressi del tavolino in cui è seduto Donnini, si incro-
ciano Silvano e Leandro, che passano in direzione opposta,
il primo con in mano un bicchiere traboccante di Coca Cola,
da cui proviene il tintinnio del ghiaccio e l’altro con una
bottiglietta d’acqua. I due si scambiano rapide occhiate.
Silvano fà un cenno col capo a indicare l’ufficio del perso-
nale.
SILVANO
Com’è oggi?
LEANDRO
Mmh, niente di buono!
Donnini origliando involontariamente fà un’espressione di
timore ma, chino sulla scrivania, continua - con grande
impegno e la massima attenzione - a riempire il foglio di
puntini.
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37. Dopo pochi minuti Raimondo esce dall’ufficio ed energico si
dirige verso la scrivania di Donnini. Quest’ultimo alza il
capo di scatto e fa cenno di ritrarsi.
RAIMONDO
Donnini, mi faccia vedere, come andiamo qui?!
Raimondo prende il foglio con forza ed osserva.
(con tono prima raddolcito poi soddisfatto)
Mmh, bene, bene....bene, molto bene
Nel frattempo Donnini, accenna ad un sorriso, sollevando in-
certo gli angoli della bocca, ma subito Raimondo si blocca
con un’espressione dura e scuote il capo in segno di dis-
senso.
RAIMONDO
Mmh, eh, no, no, no!... Questo
puntino...
Raimondo indica con l’indice minaccioso il foglio.
è in mezzo secondo lei?
Dietro un divisorio dell’open-space gli altri ghignano. Don-
nini intimorito non apre bocca, ma fa solo un cenno arrende-
vole scuotendo leggermente la testa come ad assecondare la
sua osservazione, ed aggiunge un timido.
DONNINI
Ma, veramente...
Raimondo con aria seccata straccia il foglio ed aggiunge.
RAIMONDO
Riprenda da capo!
Raimondo poi si rivolge alla segretaria.
RAIMONDO
Samantha, porti un nuovo foglio
al Ragioniere!
Raimondo si gira e torna nell’ufficio, con aria scocciata. Ma
appena gira l’angolo ghigna.
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38.
39. IL BARCHETTONE
I due locali attigui del negozio di antiquariato di
Aldo sono collegati da un’ampia apertura ad arco. Solo uno
è visibile dall’esterno attraverso la vetrina espositiva.
Entrambi sono ricolmi di un caotico e circostanziale affa-
stellamento di stili ed epoche diversi, tutto rigorosamente
prezzato e in vendita. Al centro del secondo ambiente, posto
sul retro, campeggia un grosso fratino su cui Aldo, Raimon-
do, Pietro e Leandro stanno giocando a carte. Il posacenere
sul tavolo trabocca di mozziconi di sigaretta. Alcuni dei
presenti hanno un sigaro in bocca e uno solleva con noncu-
ranza un bicchiere dal tavolo lasciando un alone di umidità.
Nella stanza adiacente, su un grande letto a barchettone,
un rantolante ed anziano pastore bergamasco dall’appicci-
coso pelo si sta animatamente pulendo le zampe dai residui
di terra. Al suo fianco, un consunto e sbiadito giocattolo a
forma di riccio in gomma con trillo.
Pietro dà una densa boccata di sigaro e si rivolge ad
Aldo: “porti ancora quel cane lì a passeggiare sull’argine?
Ma ormai sarà stanco anche lui! C’ha sempre un odore!”.
Aldo risponde: “Ma va, almeno non parla come mia moglie e
tiene compagnia!”. La conversazione continua attorno al gio-
co in corso.
Si apre la porta d’ingresso ed entra un cliente. Aldo
sbuffa svogliatamente ma imperterrito continua la mano. Il
cliente si sofferma sulla soglia, ingurgitato dal denso
fumo. Sentendo l’animata conversazione proveniente dalla
stanza attigua, alternata a vigorosi pugni sul tavolo oltre
che a colorite imprecazioni, quasi intimidito attende pa-
ziente. A questo punto viene attirato dall’improvviso suono
emesso dal giocattolo che il cane sta mordicchiando, nonché
dalla copiosa bava che cola dal labbro dell’animale, depo-
sitandosi sull’imbottitura del barchettone.
Il cliente si avvicina al cane con lo sguardo tra
l’incredulo e l’adirato, e con un gesto tenta di farlo scen-
dere. Ma nell’appressarsi l’animale lo anticipa saltando in
terra scodinzolante e portandogli il giocattolo. Dal tavolo
da gioco Aldo sente il cliente che cerca di ammansire il
cane ed è quindi costretto a interrompere la mano. A que-
sto punto Aldo si alza e raggiunge il cliente che, celando
un’irritata disapprovazione, chiede gentilmente: “Ero venu-
to a vedere il barchettone che mi doveva restaurare, ma non
credo che sia pronto...”
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40. Aldo risponde: “Come no! Glielo posso consegnare anche
subito”.
Il cliente, sempre più dubbioso e accigliato, fa rife-
rimento al cane. Nel frattempo, uno dei tre amici che aveva-
no già origliato l’intera conversazione, irrompe, fingendosi
un acquirente, per distogliere l’attenzione dal problema:
“Senta, allora, per la doratura di quella specchiera in fo-
glia d’oro...”.
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41. LA CONTRATTAZIONE
Aldo, Raimondo, Pietro e Leandro sono in auto. Squilla
il cellulare di Aldo. L’antiquario risponde: “Si, pronto?”.
Dall’altra parte si sente la pacata voce di una donna che
dice: “Buongiorno, sono GIULIETTA REDI CASTRACANI, chiamavo
per l’appartamento”.
Aldo coglie al volo il malinteso della signora che ha pale-
semente sbagliato numero e da subito regge il gioco.
Aldo: “Si, si, mi dica”.
Signora Giulietta: “Ne ho parlato con mio marito e abbiamo
convenuto che saremmo disposti all’acquisto per la cifra
pattuita”.
Il linguaggio che Aldo usa è volutamente rispettoso e con-
sono al dialogo che deve sostenere.
Aldo: “Ah bene, allora ha deciso, mi perdoni un istante che
metto il viva-voce”.
Dapprima perplessi, gli amici colgono le intenzioni di
Aldo.
Signora Giulietta: “Però vorremmo comunque rivederlo, se
fosse possibile”.
Aldo: “Signora, io posso tranquillamente farvelo rivedere,
ma non so più se la cifra concordata è ancora valida”.
Sorpresa e risentita.
Signora Giulietta: “Ma come, avevamo detto 180.000 Euro, e
adesso lei si tira indietro...”
Aldo: “Ho capito, signora, ma io per 180.000 proprio non
posso”.
Signora Giulietta: con tono concitato “Ma me l’aveva promes-
so. E poi consideri che bagno e cucina sono da rifare!”.
Aldo: “Si ma nel frattempo ho ricevuto altre offerte e devo
valutare... Avrebbe dovuto richiamarmi prima...”.
Signora Giulietta: “Ma come?”.
Aldo: “180.000 sono troppo pochi”.
Signora Giulietta: “Ma eravamo d’accordo”.
Aldo: “Be, signora, se il prezzo lo vuole fare lei!”.
E salutandola riattacca tra le risa trattenute degli amici.
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42. LA PAPERELLA
Porto Cervo, estate.
Lo yacht dei due fratelli. Il gruppo attende di at-
traccare, attorniato dall’elegante cornice della Costa Sme-
ralda. Silvano, che non sa nuotare, gonfia un salvagente a
paperella e se lo infila sotto lo sguardo incuriosito degli
astanti. Si fa legare con una cima in vita e si cala in acqua
lungo la scaletta. Sotto gli occhi dei presenti percorre il
periplo della barca dimenandosi a cagnolino, sostenuto da
Raimondo, che dallo yacht tiene la cima e, come si farebbe
con un bambino che entra in acqua per la prima volta, gli
dice “dai, dai, sbatti i piedi” [...]
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43. IL GHIACCIO SOTTILE
“... Quando la rottura della sottile lastra
di ghiaccio su cui si trascinano sbiadite
esistenze, sprofonda nello scioccante gelo
dell’ignoto...”
LINEE-GUIDA PER SOGGETTO ORIGINALE
(soggetto completo e sceneggiatura disponibili su richiesta)
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44. Montréal, 2006.
Un gruppo di annoiati studenti trentenni, vuoti e
abituati a dare per scontato tutto ciò che possiedono,
trascorre le giornate escogitando sempre nuove – tal-
volta sfrontate - scommesse. Quasi quotidianamente, i
sei giovani si sfidano tra loro per poter determinare la
superiorità psicologica di uno sugli altri. Mai intri-
se di cruda malvagità o cattiveria gratuita, le loro
scommesse sono semplicemente dettate da una vita pro-
fondamente inappagata e soprattutto priva di obiettivi
pregnanti.
Si trascinano in questa ludica routine finché un
giorno, nel mettere alla prova uno di loro, danno invo-
lontariamente vita ad un ineluttabile processo di rina-
scita che coinvolgerà in maniera totalizzante proprio
il prescelto di turno.
Il gruppo stabilisce che, in una stazione della
metropolitana di Montréal, una volta salito su uno dei
treni in partenza, egli seduca la prima persona di ses-
so femminile che incontra, seduta con le gambe accaval-
late. Solo un altro componente del gruppo, in qualità
di garante, lo segue a distanza per controllarne le
mosse, solo fino all’avvenuta scelta della “vittima”.
Per rendere valida la scommessa, il protagonista
deve riuscire a portare a cena la donna in un risto-
rante della città, entro la sera stessa. Una volta nel
locale con la persona slealmente sedotta, dovrà avver-
tire gli amici, in modo discreto, per far vivere loro
la scena in diretta mostrando così di aver vinto la
sfida.
Salito sul treno, accade però l’inaspettato. La
donna in cui s’imbatte, e che possiede le caratte-
ristiche stabilite dal gruppo, è una giovane madre
dallo sguardo spento e dall’aria molto provata. No-
nostante questa apparenza desolata, mostra una tenera
e premurosa complicità nei confronti del proprio bam-
bino. Il piccolo è affetto da gravi problemi motori e
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45. siede quindi su una carrozzina. Lo studente, seppur
titubante, le si accomoda accanto. Nel mentre la donna
riceve una telefonata dalla quale emerge essere coin-
volta in una delicata questione legale. Si scoprirà
infatti che, per un assurdo errore di persona, è so-
spettata di lucro sull’accompagnamento del bambino.
Il ragazzo la osserva sempre più intensamente
restandone in qualche modo incantato. Pur rivelando
chiaramente il proprio lato problematico, la madre si
mostra amorevole e affettuosa verso il figlio, nonché
ben disposta verso chi le rivolge la parola.
Inizialmente disorientato, il giovane decide co-
munque di perseguire fermamente i propri fini e portare
a termine la scommessa. In fondo, non può permettersi
di indebolire la sua immagine agli occhi del gruppo,
soprattutto in ragione della presenza di uno degli
amici che sta osservando ogni sua mossa. Dapprima solo
attraverso complici sguardi, poi tentando un timido ap-
proccio col bambino, riesce finalmente ad avvicinarla.
Progressivamente ne conquista la fiducia esibendo una
disinteressata – e ad ora fittizia - disponibilità. Nel
corso del tragitto in treno, al ragazzo sono sufficienti
poche ma azzeccate parole per convincerla ad accettare
un invito a cena la sera stessa. Per coinvolgere anche
il piccolo e non apparire eccessivamente inopportuno,
sceglie un fast food come luogo d’incontro.
Una volta nel ristorante, inquadrata meglio la
donna e approfonditane in parte la conoscenza, riconsi-
dera via via le proprie intenzioni. Si scopre affasci-
nato e intenerito da un mondo finora a lui sconosciuto,
in equilibrio tra il dover convivere con una quoti-
dianità non facile e il coraggio di affrontarla con
spirito positivo. Contrariamente a quanto convenuto,
il ragazzo decide di non chiamare gli amici, lasciando
così intendere di non aver portato a termine la sfida.
Pur pressato dalle insistenti domande del grup-
po circa la fallita impresa, il protagonista non svela
quanto realmente accaduto, ma in segreto continua a
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46. frequentare la donna. Allo stesso tempo si mostra sem-
pre meno partecipe alle quasi rituali, e spesso discu-
tibili, abitudini della compagnia. Col tempo e in virtù
dell’ormai stabile rapporto con la ragazza - completato
dal profondo e sincero affetto verso il bambino - lo
studente intraprende con lei una relazione inconsueta-
mente totalizzante.
Ormai incapace però di conciliare l’inerte e svo-
gliata esistenza di sempre, con una nuova e più matura
consapevolezza di sé, si abbandona ad una confidenza con
il membro del gruppo cui è da sempre più legato. Que-
st’ultimo, amaramente deluso, lo consiglia comunque di
confessare apertamente la relazione agli altri ragaz-
zi, ponendo fine a quello che è già un tradimento - per
quanto nobile - ordito alle loro spalle. La violenta
reazione degli amici scema via via in un sentimento di
aperta derisione. Il risentimento del gruppo, misto ad
una malcelata invidia, muta però col tempo nell’inevi-
tabile presa di coscienza della dignità e della pienez-
za di questa scelta. Una scelta che ha di fatto smem-
brato un’apparentemente incrollabile legame, governato
dalle più classiche leggi del branco, obbligando alcuni
dei componenti ad un serio esame di coscienza a fronte
di altri mostratisi fermamente irriducibili.
Impegnato nel rapporto di coppia, con lo spiri-
to di un adulto consapevole, il protagonista si lascia
alle spalle l’incoscienza del passato e impara a con-
dividere le sofferenze di una persona che - pur tra
situazioni problematiche e a volte tragiche - non ha
mai perso la propria integrità, i propri obiettivi, la
misura reale delle cose e la voglia di vivere nel senso
più pieno del termine.
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47. TAGLIA 42
“... aveva espresso il folle desiderio di poter
restare giovane lasciando che il ritratto
invecchiasse al posto suo...”
“Il ritratto di Dorian Gray”
Oscar Wilde
SOGGETTO MASTER ED EPISODIO PILOTA per fiction a puntate
(sceneggiatura completa disponibile su richiesta)
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48. SOGGETTO MASTER
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49. Milano, Inverno 2006.
“Taglia 42” è un noto centro fitness milanese di
tendenza, comprendente una palestra e un salone este-
tico, raffinato palcoscenico su cui si alternano le vi-
cende umane e professionali di una composita galleria
di personaggi.
AMBIENTAZIONE
Spazio minimale e avveniristico, in cui predomi-
nano le fredde pareti blu e le superfici in acciaio, al-
ternate all’elegante parquet. A fianco dell’accogliente
reception, si trova un’area degustazione nella quale si
possono assaporare tisane di ogni tipo, bevande diete-
tiche e spuntini macrobiotici. La zona buffet è circon-
data da spazi dedicati al relax e alla conversazione,
nei quali è possibile trovare sia riviste e quotidiani,
che una scelta di libri e DVD da noleggiare. L’attrez-
zistica è di ricercato design contemporaneo. Nel loca-
le viene costantemente diffusa musica, prevalentemen-
te chillout e trip-hop, e contestualmente proiettati
video su grandi schermi al plasma. L’ampio soppalco è
invece interamente occupato dal centro estetico, rigo-
rosamente pervaso da musica ambient e new-age e dalla
calda fragranza di profumi orientali.
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50. PERSONAGGI
PROTAGONISTI:
TOMMASO MINARDI: gestore e istruttore del centro fitness
“Taglia 42”, ex marito di Flavia, padre di Margot e
Sophie e amico di Alessandro, Fernando e Guido.
ALESSANDRO RIGHI: assistente universitario, cliente del
centro fitness e amico di Tommaso, Fernando e Guido.
FERNANDO NEGRI: farmacista e amico di Tommaso, Alessan-
dro e Guido, fidanzato di Imelde.
GUIDO FERRETTI: architetto, marito di Elda, cliente del
centro fitness e amico di Tommaso, Alessandro e Fernan-
do.
CO-PROTAGONISTI:
REMIGIO GASPERINI: professore universitario, cliente
del centro fitness e della farmacia.
STEFANO: interior-designer, marito di Ornella, amante
di Amanda, cliente del centro fitness e amico di Guido
ed Elda.
MARILENA: impiegata contabile, cliente del centro fit-
ness e della farmacia, amica di Alessia.
ULDERICO: azionista e dirigente di una piccola azien-
da di trasporti, marito di Livia e cliente del centro
fitness.
FLAVIA: segretaria part-time, socia del centro fitness
e insegnante di aikido, ex moglie di Tommaso e madre
di Margot e Sophie.
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51. ELDA: architetto, moglie di Guido e cliente del centro
fitness.
LIVIA: dentista e politica, moglie di Ulderico.
AMANDA: commessa in una panetteria, cliente del centro
fitness e amante di Stefano.
ALTRI PERSONAGGI:
MARGOT: studentessa, figlia di Tommaso e Flavia, sorella
di Sophie.
SOPHIE: studentessa, figlia di Tommaso e Flavia, sorella
di Margot.
IGOR: personal-trainer del centro fitness e stuntman
cinematografico.
SILVANA: estetista e massaggiatrice del centro fitness.
ALESSIA: receptionist del centro fitness.
ORNELLA: casalinga, moglie di Stefano.
CESARE: perito meccanico e marito di Amanda.
MERCEDES: pensionata, madre di Remigio.
IMELDE: decoratrice di ceramiche, fidanzata di Fernan-
do, soprannominata dagli amici di lui “dama bianca”.
ISABELLA: studentessa universitaria, figlia di Silvana.
GABRIELLA: gestore del lounge bar “Hover”.
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52. DESCRIZIONE PERSONAGGI
TOMMASO MINARDI, quarantaquattrenne di bel-
l’aspetto, dagli avvenenti tratti mediterranei e dal
fisico asciutto - che rivela un passato da atleta - ge-
stisce da alcuni anni il centro fitness “Taglia 42”, in
cui lavora anche come istruttore di arti marziali. Dai
lineamenti finemente pronunciati, ma dal volto armoni-
co nel suo complesso, illuminato inoltre da un candido
sorriso irresistibilmente magnetico, ha fama di grande
seduttore. Ogni sua relazione interpersonale è venata
da un opportunismo spontaneo ed inconsapevole - che
esterna con un’ingenua naturalezza - oltre che da un
approccio a tratti infantile. In particolare, con l’al-
tro sesso si atteggia come il più involontariamente
navigato – ma al contempo irresistibilmente provocante
- dei Peter Pan. Mosso da una smisurata passione per le
auto sportive, sfoggia sempre nuove e chiassose fuori-
serie, interesse che condivide con Alessandro, amico e
giovane cliente della palestra.
Separato da poco tempo e padre di due figlie di
quindici e diciassette anni, si trova a contrastare
le assidue e feroci incursioni dell’ex moglie Flavia
che, pur frequentando di diritto la palestra - un po’
per rivalsa un pò per malcelata gelosia – non manca
di rendergli spesso complicato ogni rapporto con la
clientela. Mostra un funambolico fare da playboy e un
atteggiamento molto distratto nei confronti di Margot
e Sophie, malgrado solo raramente lasci emergere il
proprio lato di genitore tenero e affettuoso.
Oltre alle avventure occasionali cui si concede
spesso e volentieri, porta avanti una relazione segre-
ta e prevalentemente fisica con Alessia, receptionist
e segretaria del centro. Forte della sua posizione
dominante, Tommaso se ne approfitta spesso, flirtando e
frequentando apertamente altre donne. La dipendente,
dal canto suo - seppur non legittimata, ma al contem-
po consapevole dell’atteggiamento di lui - non lesina
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53. celate critiche e rimproveri, punzecchiandolo sottil-
mente.
Ventenne muscolosa e androgina, quest’ultima,
trascura non di rado la propria occupazione per abban-
donarsi a lunghe divagazioni e piccanti pettegolezzi,
sia al telefono, che in chat o con qualche arrendevole
cliente tra cui, in particolare, Marilena. Nonostante
la posizione di forza di Tommaso, e approfittando di un
prestabilito reciproco silenzio, ALESSIA si concede
frequenti e solitarie fughe dal lavoro e dalla città,
alla ricerca di sensuali ed esotiche evasioni.
Personalità estremamente semplice e trasparente, si
caratterizza per una plateale superficialità, condita
dai contenuti quasi esclusivamente banali delle con-
versazioni che intrattiene con chiunque. Allergica a
biblioteche, teatri e gallerie d’arte, coltiva una mor-
bosa cura per le proprie unghie, sfoggiando sempre nuo-
vi modelli e tinte.
FLAVIA, avvenente e dinamica ex moglie di Tom-
maso, è un’aitante ma longilinea segretaria part-time
di trentott’anni, dai profondi occhi scuri, leggermen-
te ravvicinati, e dai lunghi e setosi capelli castano
chiaro ravvivati da mèches biondo miele. In contra-
sto con la sua prorompente corporeità, tradisce una
destabilizzante insicurezza che spesso sfocia in una
malcelata gelosia, manifestata attraverso infantili e
talvolta patetiche ripicche nei confronti dell’incor-
reggibile ex marito. Ancora intimamente e irrimedia-
bilmente innamorata, la donna è dunque consapevole, suo
malgrado, di aver sposato un inguaribile donnaiolo, per
colpa del quale il matrimonio è quindi naufragato.
Frequenta regolarmente la palestra – aperta anni
prima in società con l’allora marito Tommaso e del-
la quale detiene tuttora una partecipazione – tenen-
do regolari lezioni di aikido. Vive con le due figlie,
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54. verso le quali si mostra apprensiva e iperprotettiva, e
divide la giornata tra la loro educazione, la sua occu-
pazione part-time, lo sport, e un frenetico e maniaca-
le shopping, dedicato in particolar modo a prodotti e
accessori per capelli. Il tutto minuziosamente calco-
lato, in ragione di una sua vecchia e indomabile paura
di guidare, che la costringe ad affidarsi esclusivamente
ai mezzi pubblici.
ALESSANDRO RIGHI, trentaduenne assistente uni-
versitario presso la facoltà di medicina della città,
dal fisico statuario e dal volto apollineo, sempre im-
peccabilmente avvolto in abiti casual-chic, viene per
questo costantemente assediato dalle clienti della pa-
lestra, che lo considerano ormai quasi un trofeo del
luogo. Moro, porta capelli naturalmente spettinati e
vanta penetranti occhi color smeraldo, che sottolinea
abitualmente grazie a un sobrio paio di occhiali dalla
spessa montatura color blu scuro.
Dal carattere concreto e deciso, a differenza di
Tommaso, non è portato ad atteggiarsi a seduttore ma,
al contrario, - grazie alla sua prorompente bellezza
– costituisce una vera e propria calamita per le donne.
Alla costante ricerca dell’ideale di partner fisicamente
perfetta, ipercritico e dotato di scarsa obiettività,
difficilmente si concede, passando in maniera sincopata
da una donna all’altra, senza mai trovare quella giusta
per lui.
La maniacale ossessione di MARILENA è la forma
fisica. Per ottenerla, la ventitreenne bionda e magris-
sima - dalla figura alta e spigolosa, e dai capelli
sfacciatamente ossigenati - spende gran parte dello
stipendio di impiegata contabile. Si dedica perciò,
quasi esclusivamente, a trattamenti estetici e a fre-
quenti lampade abbronzanti.
In conseguenza di un rapporto conflittuale con il
cibo, alterna lunghi e debilitanti digiuni al consumo di
prodotti ipocalorici e macrobiotici, il che l’ha portata
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55. alle soglie dell’anoressia. Incurante dei consigli e
delle dritte di amici e conoscenti, è rigorosamente
ligia, però, ai dettami pronunciati da una sorta di
maestro di vita e autostima del quale segue conferenze,
incontri e legge varie pubblicazioni.
Single e segretamente invaghita di Alessandro,
intrattiene un rapporto di interessata complicità con
Alessia, nonché un morboso attaccamento a Fernando,
farmacista nella cui figura identifica un confidente ap-
parentemente leale e discreto. Solo con le persone con
cui ha maggiore confidenza, è solita millantare fanto-
matici e assillanti corteggiatori, esclusivamente per
mostrarsi forte ai loro occhi.
FERNANDO NEGRI, sessantenne allampanato, dalla
folta chioma bianca e dalla carnagione pallida, è ri-
masto vedovo da ormai vent’anni e gestisce una farmacia
nei pressi del centro fitness. Vive solo in un ampio
appartamento nel medesimo stabile in cui lavora, ma
frequenta da lungo tempo Imelde, una fine ed elegan-
te signora di mezza età con la quale condivide col-
te e ricercate passioni come il teatro, la scultura o
le degustazioni di vini. Fernando però, non l’ha mai
presentata ad amici e conoscenti, motivo per cui, la
raffinata donna, si è guadagnata il soprannome di “dama
bianca”. Tra gli altri interessi di Fernando si anno-
vera una nutrita raccolta di locandine cinematografiche
d’epoca, nonché un grande amore per il blues e il jazz,
passione, quest’ultima, che lo unisce allo storico ami-
co Guido.
Paziente e flemmatico, l’indiscreto farmacista,
finisce per assumere, col tempo, il ruolo di confidente
dei numerosi clienti che si trova ad avere in comune
con la palestra. Viene posto infatti continuamente - e
in modo morbosamente assillante - di fronte ai più cu-
riosi e assurdi quesiti di clienti ipersalutisti, non-
ché alle stravaganti richieste di inguaribili quanto
patetici ipocondriaci, finendo per raccoglierne dubbi e
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56. confidenze e alimentando, dentro di sé, una sdegnosa
derisione.
GUIDO FERRETTI, attraente cinquantacinquenne -
brillante architetto e uomo di grande charme - fre-
quenta la palestra in compagnia della moglie Elda, con
la quale divide un rinomato studio in zona San Babila,
nonché un ampio e luminoso attico in un antico palazzo
del centro storico. Determinato e sicuro di sé, Guido,
si mostra accondiscendente e comprensivo con le persone
a lui care, ma talvolta ruvido e scontroso verso chi
cerca di sopraffarlo o palesi scarsa onestà.
Porta capelli non cortissimi, mori ma lievemente
brizzolati, dalla vaporosa morbidezza che ben si sposa
con un singolare pizzetto millimetricamente disegna-
to. Si contraddistingue per un abbigliamento ricercato
ed eccentrico ma al contempo elegante, di gusto goti-
co-vintage caratterizzato da egocentriche giacche da
ussaro con polsino alto e doppiopetto con bottoni in
metallo.
Nel tempo libero si dedica alla pittura, passione
per la quale si è ritagliato un proprio spazio all’in-
terno dell’appartamento, al momento stracolmo di qua-
dri che non si è ancora deciso ad esporre, nonostante
le numerose proposte ricevute. Amico di lunga data di
Fernando, condivide con lui la passione per il blues e
il jazz. Insieme alla moglie Elda, frequenta assidua-
mente Stefano e Ornella.
ELDA, poco più che cinquantenne, architetto be-
nestante, dall’aspetto seducente e di elevata cultura,
appare pienamente appagata della propria vita e del ma-
trimonio con Guido. Longilinea ma dal florido décolleté,
porta lunghi capelli castani che cadono morbidamente
sulle spalle e labbra naturalmente carnose. Vive nel
palazzo di famiglia con il marito e un esuberante cuc-
ciolo di Golden Retriever color miele.
Sul grande terrazzo dell’appartamento, Elda
coltiva rose delle più varie e pregiate quali-
tà, interesse cui affianca una smodata passione per
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57. copricapo a larghe tese e foulards di seta. In virtù
del proprio affascinante aspetto giovanile, oltre che
curato, Elda viene non di rado corteggiata dai frequen-
tatori della palestra.
Appena trasferitosi in città dalla nativa Torino,
REMIGIO GASPERINI, è uno stimato professore univer-
sitario di letteratura russa. Sui cinquant’anni, dal
volto leggermente asimmetrico e dalle folte sopracci-
glia incorniciate da una chioma castano brizzolata, è
caratterizzato da un fare goffo e disarmonico. Per la
sua indole timida e insicura, vive una continua sfida
con sé stesso, che sfoga rifugiandosi in nevrotiche,
assidue ed inconfessate partite alla Playstation.
Single suo malgrado, vive da sempre un rapporto
difficile e scostante con le donne. Profondamente solo e
piuttosto introverso, presenta notevoli difficoltà nel-
l’intessere relazioni e per questo si aggrappa a chiun-
que gli mostri una certa disponibilità e discrezione,
abbandonandosi talvolta a impensate confessioni inti-
me. Questa sua chiusura è mitigata dalla sola presenza
dell’anziana madre Mercedes che, residente a Torino,
viene spesso a trovarlo non mancando di chiamarlo quan-
do non può essere presente. Unica figura di riferimento
da sempre, quest’ultima – dai rigidi e severi principi
– si mostra eccessivamente protettiva nei suoi confron-
ti, nonché principale e imperdonabile causa delle sue
tante ansie e fissazioni.
Remigio, ipocondriaco, iperigienista e con una
forte avversione per gli animali – che considera esclu-
sivamente come una temibile fonte di germi - è assiduo
frequentatore del centro estetico, nel quale fruisce
avidamente di yoga e massaggi. Abituale cliente della
farmacia gestita da Fernando, individua ben presto nel-
l’anziano professionista, un prezioso ed insostituibi-
le confidente cui raccontare episodi alquanto bizzarri
e discutibili della propria vita privata.
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58. ULDERICO, pingue e pacioso quarantenne, dal flac-
cido fisico e da un viso pieno, incorniciato da riccioli
biondastri, nonché caratterizzato da una adiposa pelle
traslucida, ricorda quasi l’immagine di un putto. Di-
rige la propria ditta di trasporti con altri due soci
e vive un continuo conflitto con la moglie Livia.
Quest’ultima, soffocante ed opprimente, lo assil-
la in continuazione per indurlo, forzatamente, a perde-
re peso affinché giunga ad assomigliare il più possibile
al modello di uomo che lei ha da sempre vagheggiato.
Ulderico soffre di improvvisi e frequenti attacchi di
fame incontrollata, acuiti dall’atteggiamento ripren-
sivamente autoritario dell’ossessionante moglie.
LIVIA, sempre stretta in canforosi e pesanti
tailleurs dal taglio démodé, salta all’orecchio per
un’insopportabile voce stridula, ma roca al contempo.
Più vecchia del marito di circa sette anni, dalla sec-
ca figura e dal viso arido e sciupato, si concede quale
unico vezzo una tinta biondo cenere che ne spegne ul-
teriormente la già pallida carnagione.
Di professione dentista, occupazione che alterna
al fiero attivismo politico, possiede un forte piglio
da comandante la cui principale vittima è il corpulen-
to coniuge. A differenza degli altri personaggi, Livia
non frequenta la palestra ma vi si reca spesso per con-
trollare il marito Ulderico. Le uniche attenzioni che
dedica al proprio corpo se le concede periodicamente
sottoponendosi a cure termali nelle più classiche lo-
calità in cui si reca senza il marito.
STEFANO, poco più di quarant’anni, dalla corpo-
ratura prestante e dalla corta chioma castano chia-
ro, ha lineamenti dolci ma ben definiti, che lo fanno
assomigliare a un generale appena uscito da un li-
bro di Tolstoj. Sposato con Ornella, è in attesa del
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59. primo figlio - evento concretizzatosi per mezzo dell’in-
seminazione artificiale omologa - dopo anni di inutili
tentativi. Proprio in conseguenza del peso delle re-
sponsabilità che dovrà assumersi come padre, del mutato
rapporto con la moglie, e ancor più dell’incognita do-
vuta all’ingerenza di una componente artificiale, Ste-
fano prende una sbandata per Amanda.
Di pochi anni più giovane e anch’essa sposata,
rappresenta il suo primo tradimento. Interior-desi-
gner, Stefano, vive con la moglie in un appartamento da
lui stesso arredato in stile minimale. Grande appas-
sionato di immersioni, non perde inoltre occasione per
praticare diving nei luoghi più incantevoli, e suona il
basso elettrico sin da quando era ragazzino. Frequenta
da anni, con la moglie Ornella, la coppia composta da
Guido ed Elda.
Molto sicuro di sé e talvolta eccessivamente im-
postato, pur tenendo al proprio matrimonio - ma sen-
tendosi come soffocato dalle rinunce cui sarà chiamato
- si rifugia nell’effimera relazione con Amanda, con la
quale può giocare un ruolo dominante e che vede come
unica valvola di sfogo.
AMANDA, mora e attraente, dall’appariscente e
riccia chioma, esibisce un florido seno visibilmente
rifatto e labbra ritoccate. Adora i film horror tenden-
ti al trash e ascolta prevalentemente musica techno da
discoteca. Ha un forte temperamento che esprime spesso
con un linguaggio colorito, ma non volgare, ed è fon-
damentalmente tollerante e disponibile con tutti. Si
abbandona lascivamente alla relazione extra-coniugale
con Stefano, spinta, non per ultimo, dalla professione
che porta il burbero marito Cesare, perito meccanico,
ad assentarsi da casa per lunghi periodi.
IGOR, sui trent’anni, massiccio ed erculeo cul-
turista, alterna al lavoro di stuntman sui set ci-
nematografici quello di personal-trainer, all’interno
della palestra. In contrasto con la sua esteriorità ha
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60. un carattere docile e generoso. Condivide il proprio
appartamento con un pitone e ama collezionare fumet-
ti.
SILVANA, quarantenne estetista e massaggiatrice
del centro, è una ragazza madre la cui figlia ventunenne
Isabella frequenta la facoltà di lettere di Milano. In
virtù della propria gentilezza e disponibilità, divie-
ne una delle migliori amiche e confidenti di Remigio,
professore, tra l’altro, della giovane figlia.
GABRIELLA, appariscente e talvolta provocante
bionda sulla cinquantina, è l’attraente responsabile
del lounge bar “Hover”, esclusivo e rilassante ritrovo
situato nelle vicinanze del centro fitness, dove molti
dei clienti sono soliti incontrarsi. Sposata e con due
figli ormai grandi, intrattiene spesso vivaci e stuzzi-
canti conversazioni con gli habitués del locale, tra-
scorrendovi gran parte della giornata.
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61. INTRECCIO PRINCIPALE ED EVOLUZIONE PERSONAGGI
Tommaso, Alessandro, Fernando e Guido sono i pro-
tagonisti del blocco narrativo portante, attorno alle
cui vicende si sviluppano le esistenze degli altri per-
sonaggi. I principali luoghi di incontro e conviviali-
tà dei quattro sono il centro fitness “Taglia 42” e il
lounge bar “Hover”.
A causa della sua passione per le donne e del suo
approccio infantile verso la vita, Tommaso è portato
ad avere un atteggiamento scarsamente responsabile e
spesso scorretto nei confronti delle figlie e della ex
moglie, per il bene delle quali non è disposto a rinun-
ciare a nulla. Nell’evolversi della vicenda, una serie
di gravi episodi di negligenza nei confronti della fa-
miglia, saranno gli elementi scatenanti che porteranno
la moglie Flavia ad irrigidirsi fino a vietargli - tra-
mite vie legali - di vedere le figlie. Saranno quindi i
tre amici, nel criticarlo schiettamente, a indurlo a
rivedere la propria scala di valori e a ricredersi sul
proprio comportamento, giungendo a recuperare il rap-
porto con Margot e Sophie, migliorando inoltre un po’
anche sé stesso. Dal canto suo Alessia, non comprende
e non accetta il suo atteggiamento e a questo punto,
sbattendo la porta, se ne va troncando con lui e abban-
donando il lavoro.
Ipercritico e incontentabile idealista, Alessan-
dro, conduce la sua vita come rinchiuso in una gab-
bia dorata dove - per una sua ossessiva ricerca della
perfezione – si è ridotto ad una sorta di autoindotta
apatia sentimentale. Sarà solo grazie al casuale ap-
profondimento del rapporto con Marilena, cha cambierà
il proprio punto di vista sul mondo diventando più per-
meabile ed esternando alcuni - sino ad allora repressi
- lati del suo carattere.
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62. Marilena vive esclusivamente ai fini della sola
proiezione che di sé può dare agli altri, sia dal punto
di vista dell’immagine che della personalità. Portata
all’estremo, questa ossessione, sfocia in un compor-
tamento patologico, caratterizzato da gravi scompensi
psichici, nonché da un rapporto conflittuale con il cibo
e con il proprio corpo. Sarà quindi l’accidentale in-
contro e il conseguente progressivo avvicinamento ad
Alessandro – che le salverà la vita – oltre alla pro-
tettiva presenza di Elda, a renderla consapevole del
proprio effettivo potenziale nonché ad ammorbidire le
categoriche posizioni del ragazzo.
Malgrado un ruolo che lo richiede, Fernando non è
così ligio alla propria deontologia professionale, ed è
solito lasciarsi andare a private confessioni con i tre
amici - circa i clienti della farmacia - trascinandosi
talvolta sino alla derisione dei comportamenti e delle
debolezze di essi. Dopo anni in cui si è comodamente
adagiato nella propria libertà e indipendenza, piace-
volmente assecondato dalla fragilità di Imelde – donna
con cui ha una relazione scevra da vincoli ufficiali
– Fernando comprende di non aver mai dato forma – in
seguito alla scomparsa della moglie - ad un autentico
progetto di vita. Essendosi concentrato sempre su sé
stesso - e ormai non più così giovane – vedendo che
anche gli amici con le esistenze più complicate sono
riusciti comunque a dare un senso compiuto alla propria
vita, decide di convolare a nozze con Imelde presentan-
dola quindi a Guido, Tommaso e Alessandro.
Personalità indecifrabile e complessa, Remigio,
vive sprofondato in una desolata solitudine, condi-
zionata dalla soffocante presenza della madre e da
un problematico approccio verso ogni persona o si-
tuazione che deve affrontare. Finirà per aprirsi
progressivamente con Silvana, estetista del centro
fitness, con la quale condivide un grande senso di
inadeguatezza. Solo alla fine della vicenda, il gruppo
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63. costituito da Guido, Tommaso, Alessandro e Fernando
- che in un primo momento lo aveva deriso - si aprirà
coinvolgendolo in modo sincero e disinteressato.
Pur con un consolidato e nel complesso buon rap-
porto con la moglie, Stefano si trova a vivere un’in-
consueta parentesi extra-coniugale, spinto soprattutto
dalla scelta di ricorrere all’inseminazione artificia-
le, e dall’irrazionale paura del ruolo che dovrà rico-
prire. A causa del tradimento - che Stefano confessa
ben presto a Guido - gli ormai consolidati rapporti tra
le due famiglie si irrigidiscono per l’iniziale raf-
freddamento di Guido ed Elda. Col tempo Stefano, indot-
to sia dalla coppia di amici che dall’aver realizzato
intimamente quali siano stati i propri errori, oltre
a rendersi conto di essersi stupidamente perso in una
storia in cui non era fondamentalmente coinvolto, si
ricrede e chiude definitivamente con Amanda.
Guido ed Elda dimostrano il proprio altruismo e
la propria integrità, dapprima alzando un muro di etica
fermezza ma poi sostenendo sul piano personale l’amico
Stefano; quanto a Ulderico aiutandolo, pur indiretta-
mente, a risolvere i suoi problemi economici. Inoltre,
Elda, in particolare, coglie il disagio di Marilena e
decide di approssimarsi progressivamente alla ragazza
in maniera garbatamente discreta, cercando di entrare
– con fare quasi materno - nei misteri della sua psi-
che.
Assillato dalle continue pressioni della moglie e
vittima di uno smisurato appetito – questioni con cui
convive da sempre – Ulderico si trova improvvisamen-
te a dover affrontare i seri problemi finanziari della
piccola azienda di cui è a capo. Ad insaputa di Livia,
verrà aiutato da Guido, che sta casualmente ristruttu-
rando l’abitazione di uno dei dirigenti di un importan-
te gruppo del settore e che, col consenso di Ulderico,
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64. assorbirà la sua società permettendogli comunque – una
volta risanata - di continuare a lavorarvi. Sciolti i
problemi finanziari, resta tuttavia il difficile e con-
trastato rapporto con l’incontentabile moglie.
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65. CONTENUTO EPISODIO PILOTA
(Collocato cronologicamente nella
prima parte dell’intreccio)
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66. E’ pomeriggio. Come d’accordo, Flavia lascia le
due figlie a casa di Tommaso con l’intento di tornarle
a prendere il giorno seguente. La sera stessa, durante
la cena con le due ragazzine, Tommaso riceve continui
SMS da parte di Alessia e, distratto dalle sue provo-
canti proposte, trascorre il pasto rispondendole, fino
a che non squilla il telefono. E’ Alessia che insiste
perché lui esca. In un primo momento, Tommaso oppone
resistenza spiegando la situazione, ma poi – quasi co-
stretto dai sensuali ricatti di lei – finge un impegno
improvviso ed esce lasciandole sole.
Margot e Sophie, approfittando dell’appartamento
vuoto e consapevoli delle mondane abitudini del padre,
invitano due amici dai quali, euforiche e prese dal-
l’entusiasmo per la situazione creatasi, si lasciano
trascinare a fumare marijuana.
Nel mentre, in casa propria, Flavia, trovando la
scatola del liquido per lenti a contatto di Sophie,
coglie il pretesto per capitare dall’ex marito a tarda
sera. Elegante ma procace, la donna si presenta a casa
di Tommaso dove invece ne scopre l’imprevista e irre-
sponsabile assenza. Sorprendendo le figlie coi due ami-
ci, s’infuria atrocemente e in preda all’ira telefona
all’ex marito che, spaventato, rientra immediatamente
facendo scoppiare un’accesa lite generale. Nell’impeto
della discussione, Flavia caccia i due ragazzi e tra-
scina via le figlie, minacciando Tommaso – non nuovo a
certi comportamenti - di prendere seri provvedimenti
nel caso si dovesse ripetere un altro episodio del ge-
nere. L’uomo - pur fortemente infastidito dall’astiosa
e imprevista ingerenza dell’ex moglie - ha una minima
presa di coscienza, consapevole però delle vane minacce
di Flavia così come della propria inevitabile irrespon-
sabilità.
Terminato il quotidiano e intenso allenamento in
palestra, Marilena si sta incamminando verso la vici-
na stazione della metropolitana. Alessandro, in scoo-
ter, diretto al centro fitness, la scorge e vede che
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67. improvvisamente si accascia al suolo. Istintivamen-
te la soccorre e chiama un’ambulanza, dopodiché - una
volta arrivato il mezzo - entra in palestra e racconta
l’accaduto ai presenti. Alessia, indiscreta, gli rive-
la subito che Marilena soffre di anoressia. Poco dopo
Guido, che lo sta aspettando, gli confida che la moglie
Elda, nel bagno degli spogliatoi, ha visto Marilena
rimettere più volte. Nonostante il gesto altruistico,
Alessandro si mostra però piuttosto freddo e distacca-
to, benché Guido incalzi confidandogli di averne parlato
con Elda, la quale sta maturando l’intenzione di aiu-
tare - seppur discretamente - la ragazza.
Durante una degustazione di vini presso una canti-
na in Franciacorta, Fernando e Imelde si intrattengono
con una coppia di turisti americani. I quattro scherza-
no e parlano delle bellezze architettoniche lombarde,
avendo appena visitato la Villa Reale di Monza. Presa
maggiore confidenza, i due americani si rivolgono loro
credendoli marito e moglie. Trascinati dalla leggera
ebbrezza del vino e dalle brillanti conversazioni, Fer-
nando e Imelde stanno al gioco. Sulla via del ritorno
in città, però, lei coglie l’occasione per affrontare
l’argomento più seriamente, ricevendone solo una laco-
nica ed evasiva risposta.
E’ sera. Elda viene a prendere Guido in pale-
stra e ne approfitta per mostrare il cucciolo di Golden
agli amici del centro fitness. Mentre il cane attira
le dolci attenzioni di molti dei presenti, inteneriti
dal suo giocoso zampettare, Remigio - che sta scenden-
do dall’area massaggi - alla vista dell’animale s’im-
pietrisce come terrorizzato. Senza salutare esce tra
l’ilarità di alcuni clienti che lo notano. Remigio,
approfittando tatticamente dell’ormai prossimo orario
di chiusura, si reca in farmacia per chiedere un an-
siolitico per il quale non ha però la ricetta. Fer-
nando, pur avendolo servito altre volte, è costretto a
negargli il farmaco. Si rende comunque disponibile ad
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68. approfondire il problema e a trovare possibili alterna-
tive. A questo punto Remigio, supponente per il rifiuto,
reagisce di petto ma il farmacista, cercando di cal-
marlo e mostrandosi comprensivo, ne ottiene una prima
- pur risicata - confessione. Messo alle strette, il
professore, risponde elusivo alludendo a fantomatici
problemi di insonnia, di cui però Fernando coglie la
reale natura.
Livia e Ulderico stanno pranzando nella propria
casa; la moglie gli serve pasta scondita con verdure
bollite, oltre a una tisana drenante. In risposta al-
l’espressione scocciata ma pur celata di lui, la donna
esplode in una ridondante invettiva non risparmiando-
gli pesanti offese. Lo straripante monologo viene in-
terrotto dalla telefonata di uno dei soci di Ulderico.
Questi coglie l’occasione per uscire di casa - pur non
dovendo recarsi in ufficio – e fare sosta nella prima
rosticceria.
Stefano e Amanda, accompagnati in auto dai ri-
spettivi coniugi, entrano negli spogliatoi della pa-
lestra per non destare sospetti e, dopo aver atteso
qualche minuto, escono separatamente dall’edificio per
recarsi nell’ufficio di lui. Alessia e Marilena, osser-
vando la scena, non perdono l’occasione per commentare,
ma vengono ad un tratto interrotte dal forte odore di
fritto proveniente dagli spogliatoi. Alessia si rivol-
ge a Tommaso chiedendogli di controllare lo spogliatoio
degli uomini. Quest’ultimo si avvia, già allarmato dal-
l’intenso profumo di cibo, che si sta diffondendo in
tutto l’ambiente, miscelandosi tra l’altro alle aroma-
tiche essenze orientali. Entra nello spogliatoio dove
trova Ulderico che si strafoga con pollo e patatine.
Tommaso, non visto, esce sorridendo e copre l’accaduto
con Alessia e i clienti del centro.
Flavia osserva di nascosto Alessia che, durante
l’orario di lavoro, si lima le unghie e usa il telefono
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69. del centro per lunghe conversazioni personali. Stizzita
per il fatto di stipendiare una dipendente inaffidabile
e meschina, oltre che gelosa della relazione di questa
con l’ex marito, chiede a Tommaso di potergli parlare.
A fronte della richiesta di licenziare Alessia, Tomma-
so cerca di mediare difendendo la ragazza e adducendo
ragioni falsamente altruistiche, consapevole del fatto
che questa sia per lui una bomba a orologeria.
Tommaso, Guido, Alessandro e Fernando sono seduti
al solito tavolo dell’Hover, e ridacchiano maliziosa-
mente alle spalle di Remigio e Ulderico, stimolati dai
rispettivi esilaranti e alquanto romanzati, racconti
di Fernando e Tommaso. In attesa di raggiungere un lo-
cale in cui ascoltare jazz, presolo un attimo da parte,
Guido chiede a Tommaso come si sia evoluta la situa-
zione con l’ex moglie e le figlie. Tommaso, evasivo,
coinvolge scherzosamente Fernando riferendosi in modo
malizioso alla sua “dama bianca”.
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70. LA SCOMMESSA
“... il debito con le sue dita gelide
ti stringe la gola, vero? ...”
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
liberamente tratti dal racconto
“La scommessa” di Anton Pavlovic Cechov
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L A S C O M M E S S A 70
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