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EDITORIALE
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.europa.eu
Unita, forte, sociale: la vera
Europa. E’ questo lo slogan scelto per
le celebrazioni dei 60 anni del Tratta-
to di Roma. Il 24 marzo all’Auditorium
della Conciliazione a Roma terremo la
conferenza intitolata “Insieme” in cui
discuteremo le prospettive del rilancio
del progetto di integrazione e il giorno
dopo, il 25 marzo, ci ritroveremo dalla
mattina per una Marcia per l’Europa, per
dare visibilità ai tanti che credono nel so-
gno di Altiero Spinelli e le cui voci spesso
sono coperte dal volume retorica euro-
scettica. Vogliamo che le celebrazioni
del Trattato di Roma siano un’occasione
per riflettere sulla tanta strada percorsa
INSIEME e un momento per ritrovare lo
spirito ideale che ha animato gli euro-
peisti in questi sei decenni. Questo è il
momento di rilanciare l’Europa e noi eu-
rodeputati PD saremo in prima fila.
STRASBURGO
SABATO 25 MARZO ALLE 11 APPUNTA-
MENTO A ROMA CON GLI EURODEPUTATI
PD PER LA MARCIA PER L’EUROPA
UNITA, FORTE, SOCIALE:
LA VERA EUROPA
PLENARIA 13-16 MARZO 2017
IL DIBATTITO SUL FUTURO DELL’UE
I leader dei gruppi politici del Parlamento
hanno dibattuto mercoledì delineando le loro
priorità in vista della Dichiarazione di Roma
del 25 marzo sul futuro dell’UE. La maggio-
ranza dei deputati ha sottolineato la necessità
avanzare nel percorso di integrazione.
ECONOMIA CIRCOLARE
Secondo il progetto legislativo adottato
martedì, la quota di rifiuti da riciclare dovrà
aumentare dall’odierno 44% al 70% entro il
2030. I deputati hanno anche approvato nor-
me del“pacchetto rifiuti”che limitano la quo-
ta di smaltimento in discarica al 5% e riduco-
no i rifiuti alimentari del 50% entro il 2030. Il
Parlamento dovrà ora negoziare il testo con il
Consiglio dei ministri UE.
DONNE
Sanzioni di una gravità senza precedenti sono
state annunciate martedì dal Presidente del
Parlamento europeo, Antonio Tajani, contro
il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke
per le sue inaccettabili osservazioni contro
le donne, espresse il 1° marzo nel corso della
discussione in plenaria sul“divario retributivo
di genere”.
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 1
LA RACCOLTA DEI DATI NELLA POLITICA SULLA PESCA
LA RIFORMA DEL QUADRO PER LA RACCOLTA DATI È FONDAMENTALE
PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DELLA PCP E RICHIEDE LO
SFORZO DEGLI STATI MEMBRI DI RACCOGLIERE I DATI NECESSARI
A VALUTARE LO STATO DELLE RISORSE BIOLOGICHE MARINE
SFRUTTATE, IL LIVELLO DELLA PESCA E L’IMPATTO DI QUEST’ULTIMA
SULLE RISORSE BIOLOGICHE E SUGLI ECOSISTEMI MARINI, I
RISULTATI SOCIOECONOMICI OTTENUTI DAI SETTORI DELLA PESCA,
DELL’ACQUACULTURA E DELLA TRASFORMAZIONE ALL’INTERNO E
ALL’ESTERNO DELLE ACQUE UNIONALI.
La riforma che istituisce un quadro
dell’Unione per la raccolta, la gestione
e l’uso di dati nel settore della pesca e
un sostegno alla consulenza scientifica
relativa alla politica comune della pesca
affronta un problema molto sentito nel
settore della pesca europea, soprattut-
to nel Mediterraneo, un mare ricchissi-
mo di risorse ma anche caratterizzato
da una forte mancanza di dati, che con-
senta di conoscere realmente lo stato di
salute dei nostri stock.
La riforma del quadro per la raccolta
dati è fondamentale per raggiungere gli
obiettivi della PCP e richiede lo sforzo
degli Stati membri di raccogliere i dati
necessari a valutare lo stato delle risor-
se biologiche marine sfruttate, il livello
della pesca e l’impatto di quest’ultima
sulle risorse biologiche e sugli ecosi-
stemi marini, i risultati socioeconomici
ottenuti dai settori della pesca, dell’ac-
quacultura e della trasformazione all’in-
terno e all’esterno delle acque unionali.
Inoltre, la direttiva quadro sulla strate-
gia per l’ambiente marino, che mira a
raggiungere il “buono stato ecologico”
delle acque marine UE, necessita di dati
per valutare gli indicatori qualitativi.
Uno degli obiettivi di questa riforma è
stato quello di semplificare il sistema
esistente. Sono emersi negli ultimi anni
numerosi problemi in merito agli oneri
amministrativi e l’accessibilità dei dati
da parte degli utilizzatori finali.
La raccolta, la gestione e l’uso dei dati
devono rispondere a criteri di preci-
sione, affidabilità e tempestività. Allo
stesso tempo, è necessario evitare che
gli stessi dati siano raccolti più volte per
scopi diversi, perché ciò comportereb-
be un inutile spreco di risorse: a tal pro-
posito, accolgo con favore la proposta
di organizzare una rete europea di dati,
al fine di utilizzare le informazioni rac-
colte a seconda dell’accertamento che
si vuole realizzare e in modo da poter
anche scambiarle con i paesi terzi.
Il tema è molto complesso e allo stes-
so tempo strettamente connesso alla
necessità di gestire le attività di pesca
tenendo conto del loro impatto sugli
ecosistemi. Inoltre, la raccolta dei dati è
particolarmente importante per poter
conseguire il rendimento massimo so-
stenibile (MSY) entro il 2020. Per questo
motivo, è necessario raccogliere e ge-
stire i dati secondo il principio della re-
gionalizzazione, una pietra miliare della
PCP, basata essa stessa sugli ecosistemi.
Abbiamo ancora molto da scoprire sul
mare e le sue risorse; le conoscenze
scientifiche sono fondamentali per una
gestione efficiente e lungimirante della
politica di pesca dell’Unione, che non
può limitarsi al momento del prelievo
della risorsa, ma deve estendersi fino al
momento del consumo, passando per il
commercio e la ristorazione.
2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017
RENATA BRIANO
vicepresidente commissione
pesca
renata.briano@europarl.europea.eu
L’ACCORDO SUL BILANCIO UE 2018
STIAMO CHIEDENDO ALLA COMMISSIONE DI NONTAGLIARE IL FONDO
PER L’INIZIATIVA GIOVANILE: FONDO CHE PUNTIAMO A RADDOPPIARE
PER LA FINE DELLA LEGISLATURA (DA 1,6 A 3,5 MILIARDI DI EURO).
STIAMO SPINGENDO PER RIFORMARE IL MIGRATION COMPACT
NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI: LA QUESTIONE MIGRANTI
NON È UN’EMERGENZA E NON POSSIAMO PIÙ SIGLARE ACCORDI
VERGOGNOSI COME QUELLO CON LA TURCHIA.
Ci sono due modi di approcciare un
argomento così tecnico e all’apparenza
arido come il Bilancio europeo. Il primo,
un metodo ereditato della commissio-
ne Barroso (e, quindi, dei peggiori anni
che abbiamo vissuto e il cui effetto ne-
fasto viviamo ancora oggi), che vede il
bilancio come un mero esercizio di cal-
colo dettato dai principi del business
as usual. Il secondo, molto più vicino a
quello che dovrebbe essere la missio-
ne del Pd e del PSE, è un metodo che
vede nel bilancio un vero e proprio stru-
mento politico in grado di orientare e
guidare le scelte politiche dell’Unione.
Stiamo cercando, non senza fatica, di
andare per la seconda strada, quella
più difficile. Nel tempo della Brexit e
di Marine Le Pen, dei partiti sovranisti
e populisti che rischiano di contendere
governi e, quindi, mettere a rischio la
stessa esistenza del concetto di Europa,
uscire dalla logica del business, dell’in-
gegneria finanziaria e dell’austerità è
l’unico modo che abbiamo per dare
slancio all’istituzione europea. La trama
si infittisce, le lancette scorrono veloci
e siamo chiamati a rispondere per dav-
vero.
Abbiamo votato le linee guida per il
2018 e abbiamo individuato le zone
d’azione su cui dobbiamo concen-
trarci per offrire una soluzione a tutti i
cittadini che si stanno chiedendo che
senso abbia credere ancora in questa
Europa. Secondo me stiamo andando
nella direzione giusta. Stiamo chieden-
do alla Commissione di non tagliare il
fondo per l’iniziativa giovanile: fondo
che puntiamo a raddoppiare per la fine
della legislatura (da 1,6 a 3,5 miliardi di
euro). Stiamo spingendo per riformare
il migration compact nel rispetto dei
diritti umani: la questione migranti non
è un’emergenza e non possiamo più si-
glare accordi vergognosi come quello
con la Turchia.
Pur con dei segnali di ripresa, viviamo
ancora nell’onda lunga della crisi del
2008 e molti cittadini europei, soprat-
tutto i più giovani, nemmeno si ricor-
dano cosa c’era prima. Per questo sono
convinto che il Bilancio debba essere
uno strumento che rivendichi in modo
chiaro e risoluto che l’Europa è l’unica
possibilità per crescita, pace e felici-
tà. Se non diamo risposte noi, le darà
qualcun’altro. E sappiamo già che tipo
di risposte sono.
Penso che un partito di sinistra come il
PSE debba lottare per un nuovo model-
lo di welfare, un grande piano di lotta
alle disuguaglianze, a costruire un’Euro-
pa senza confini e pronta ad accogliere
i migranti in piena sicurezza, a lavorare
per ridare un senso alla parola futuro
per le giovani generazioni. Questi sono
dei punti che rappresentano un nostro
dovere morale.
3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017
DANIELE VIOTTI
membro commissione
bilanci
daniele.viotti@europarl.
europa.eu
L’EURODEPUTATO CHE INSULTA LE DONNE
IL DEPUTATO POLACCO È STATO PUNITO CON ALCUNE SANZIONI
DAL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO E CE NE RALLEGRIAMO. MA NON
SARANNO DI CERTO UN PAIO DI MULTE O RICHIAMI A FARE CAMBIARE,
A LUI COME A TANTE ALTRE PERSONE, L’IDEA CHE LE DONNE SIANO
INFERIORI A LORO. SONO LE ISTITUZIONI E LE AUTORITÀ CHE DEVONO
DIFFONDERE UNA CULTURA DELL’UGUAGLIANZA E DEL RISPETTO,
A PARTIRE DALLE SCUOLE (DI OGNI LIVELLO) E DALLE UNIVERSITÀ,
DOVE SI FORMANO GLI UOMINI E LE DONNE DI DOMANI.
“Donne, siete più piccole. Siete più
deboli. Siete meno intelligenti. E per
questo dovete guadagnare meno”.
Queste affermazioni non le abbiamo
sentite gridare per strada o in un bar,
magari da qualcuno un po’ alticcio. No,
queste parole le abbiamo dovute sen-
tire nell’emiciclo del Parlamento euro-
peo lo scorso 1 marzo, pronunciate da
un deputato polacco di estrema destra,
tra lo stupore e l’indignazione di tutte
noi presenti in aula in quel momento.
L’argomento che stavamo trattando
durante il dibattito era appunto l’enor-
me differenza di salario che ancora oggi
persiste tra uomini e donne, una diffe-
renza pari a circa il 16%, la media UE.
Discutevamo di come l’obiettivo di una
sostanziale parità di genere sia ancora
lontano, non solo dal punto di vista sa-
lariale, ma anche culturale, sociale, ma
che progressi e piccoli passi avanti sono
stati fatti rispetto a qualche anno fa. Poi
queste vergognose parole ci hanno fat-
to ripiombare nella dura e cruda realtà,
verso la misoginia più becera e stupida
che ancora imperversa nelle menti di
molte persone. Ed è una lotta quotidia-
na quella che dobbiamo intraprendere
per debellare questa malattia, che si è
manifestata questa volta con “sempli-
ci” insulti, ma che spesso si concretizza
terribilmente attraverso atti di intimi-
dazione, di scherno, di violenza fisica e
verbale. Troppo spesso leggiamo di sto-
rie angoscianti, di ragazze minacciate,
violentate, picchiate, persino bruciate o
sfregiate, per il semplice motivo di esse-
re donne. E allora credo che la battaglia
per la parità tra donne e uomini debba
incominciare da qui, dalla lotta alla vio-
lenza di genere, perché non potremo
mai raggiungerla senza che ci sia dap-
prima rispetto per le donne in quanto
esseri umani.
Il deputato polacco è stato punito con
alcune sanzioni dal Presidente del Par-
lamento e ce ne rallegriamo. Ma non
saranno di certo un paio di multe o
richiami a fare cambiare, a lui come a
tante altre persone, l’idea che le donne
siano inferiori a loro. Sono le istituzioni
e le autorità che devono diffondere una
cultura dell’uguaglianza e del rispetto,
a partire dalle scuole (di ogni livello)
e dalle università, dove si formano gli
uomini e le donne di domani. Una lotta
ferma agli stereotipi che ancora inqua-
drano le donne in un ruolo marginale
e secondario in tutti gli ambiti della
società. Solo quando tutti potremo ve-
dere una donna non come moglie, ca-
salinga, madre, ma come essere umano
indipendente nelle sue scelte, allora sì
che avremo raggiunto una parità fra i
generi. Ed eviteremo di sentire pronun-
ciare certe parole irripetibili.
4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017
PINA PICIERNO
membro commissione
bilanci
giuseppina.picierno@europarl.europa.eu
LA SFIDA DEL 5G E LA BANDA 700
SIAMO DI FRONTE A SCELTE DI GRANDE
RILEVANZA: COME METTERE A VALORE
LE NUOVE TECNOLOGIE EVITANDO DI
CANCELLARE PATRIMONI DI CONOSCENZE,
ABILITÀ, ESPERIENZE, UMANITÀ DI CUI
SOLO LA INTELLIGENZA UMANA PUÒ
DISPORRE? LA RICERCA CI PROPONE UN
Regole chiare, tempi certi e sguardo
rivolto al futuro. E’ questa la formula
adottata in Europa per cogliere piena-
mente le opportunità offerte dalle nuo-
ve tecnologie digitali e accolta dall’Ita-
lia, che si sta collocando fra i Paesi di
testa nella sperimentazione delle con-
nessioni mobili 5G. Ma per entrare in
questa nuova avventura e per tentare
di vincere la sfida occorre rimuovere
alcuni ostacoli e ritardi e procedere in
modo coordinato e armonizzato a li-
vello europeo. Questa settimana nella
sessione plenaria del Parlamento euro-
peo a Strasburgo abbiamo approvato
a larghissima maggioranza il rapporto
di cui sono relatrice per il Parlamento
su “l’utilizzo della banda 700 Mhz dello
spettro radio”che impegna (obbliga) gli
Stati membri a mettere a disposizione
la banda 700 Mhz per lo sviluppo delle
telecomunicazioni, dei servizi digitali
per il cittadino, della pubblica ammini-
strazione e delle industrie, garantendo
allo stesso tempo agli operatori radiote-
levisivi la certezza di mantenere fino al
2030 l’utilizzo delle nuove frequenze su
cui dovranno “migrare”. Fra pochi anni
la quantità di dati che saremo in grado
di trasmettere attraverso i nostri cellu-
lari e altri dispositivi mobili (oltre che
la velocità richiesta per la trasmissione
) porterà a una rivoluzione industriale,
economica e anche sociale per cittadi-
ni e consumatori. Il principale obiettivo
del nostro provvedimento è quello di
raggiungere un uso efficiente ed ar-
monizzato dello spettro a livello euro-
peo. Spettro che noi sappiamo essere
un bene prezioso nello sviluppo delle
telecomunicazioni e che quindi richie-
de che sia utilizzato in modo efficiente
senza sprechi e utilizzandone potenzia-
li e caratteristiche. Lo sviluppo dei ser-
vizi e delle tecnologie digitali richiede
una connessione rapida e a copertura
universale e senza interruzioni tra le
diverse aree. Solo se l’Europa garantirà
questa disponibilità di spettro e que-
sta connessione potrà vincere le sfide
dell’innovazione. La decisione comune
del Consiglio e del Parlamento, che ha
forza di legge, si concentra su due ele-
menti principali. Il primo riguarda la de-
finizione di un calendario comune per
la liberazione dei 700 Mhz affinché sia
effettivamente disponibile per l’uso da
parte dei servizi a banda larga senza fili
a condizioni tecniche armonizzate e mi-
sure di coordinamento a sostegno della
transizione. Il secondo punto riguarda
la banda sotto i 700 per la quale si sta-
biliscono priorità a lungo termine per la
distribuzione di servizi di media audio-
visivi al grande pubblico, insieme a un
approccio flessibile all’uso dello spettro
in risposta al diverso grado di diffusione
della televisione digitale terrestre nei
vari Stati membri.
Viene stabilito che entro il 2020 quel-
la banda, attualmente occupata dalle
tv, dovrà essere liberata anche se sarà
consentito agli Stati membri per ragio-
ni motivate di ritardare lo switch-over al
2022. Gli Stati membri saranno inoltre
obbligati a definire piani nazionali fina-
lizzati ad assicurare la copertura della
rete. Entro la fine del 2017, inoltre, si
dovranno concludere accordi di coordi-
namento transfrontaliero per risolvere i
problemi di interferenze
Infine per dare garanzie anche al mon-
do dei media e delle tv che rappresen-
tano importanti industrie con rilevanti
valori occupazionali, la disponibilità
della banda di frequenza al di sotto dei
700 MHz per la fornitura dei servizi di
trasmissione sarà assicurata fino al
2030. L’Italia, che in passato ha acco-
mulato molti ritardi e che ha una situa-
zione di partenza un po’ particolare, ha
lavorato in questi anni producendo ri-
sultati straordinari grazie alla guida del
viceministro Giacomelli. A livello euro-
peo posso testimoniare questo signifi-
cativo recupero che giorni fa lo stesso
Commissario Ue per il Digitale, Andrus
Ansip, mi ha riconosciuto
All’inizio della mia relazione molti colle-
ghi pensavano volessi “coprire” qualche
lentezza italiana, nel corso della discus-
sione e poi del voto quasi unanime (un
bel successo davvero) tutti hanno co-
nosciuto una realtà italiana molto cam-
biata. Si stanno accorciando le distanze
con l’Europa e ci si sta muovendo in an-
ticipo sulla messa a punto delle connes-
sioni 5G, che la Commissione europea
ha chiesto di sperimentare in almeno
una città entro il 2018. L’Italia non si
limita a una città. La sperimentazione
italiana infatti partirà subito da 5 città:
l’area metropolitana di Milano, Prato,
L’Aquila, Bari e Matera. Il Ministero dello
Sviluppo economico ha pubblicato l’av-
viso pubblico relativo ai progetti per la
sperimentazione del 5G. Complimenti
all’Italia! Devo dire che in Europa si ap-
prezza molto il percorso che l’Italia sta
facendo sull’innovazione dei servizi di
telecomunicazione, che partita come
fanalino di coda, oggi grazie all’ottimo
lavoro dei Governi Renzi e Gentiloni è in
testa ai Paesi europei nella sperimenta-
zione del 5G e si prepara a creare nuove
opportunità nella tecnologia per reti
mobili. Su questo nuovo obiettivo, lo
sviluppo del 5G, ci sono Piani europei e
Piani nazionali. Noi deputati del Pd che
crediamo nell’innovazione ci stiamo la-
vorando in sinergia e presto ne scrivere-
mo insieme con l’on. Sergio Boccadutri.
5
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.
VIA LIBERA ALLA NORMATIVA UE SULL’ECONOMIA CIRCOLARE
QUELLO CHE ABBIAMO DAVANTI OGGI È UN PROVVEDIMENTO
CHE COME EUROPEI PUÒ POSIZIONARCI ALL´AVANGUARDIA IN
UNA SFIDA IRRINUNCIABILE, QUELLA DI IMPOSTARE UN NUOVO
MODELLO INDUSTRIALE SOSTENIBILE E COMPETITIVO. IN TEMPI
DI CAMBIAMENTI CLIMATICI E DI SCARSITÀ DI MATERIA PRIME, LA
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE È UNA DELLE MAGGIORI LEVE PER LA
CRESCITA E COMPETITIVITÀ DEL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO.
Durante l´ultima sessione plenaria
di Strasburgo, il Parlamento Europeo
ha approvato la sua posizione sulla
revisione delle quattro direttive che
compongono il pacchetto legislativo
sull´economia circolare. I colleghi han-
no confermato a larghissima maggio-
ranza le indicazioni che erano emerse
nel gennaio scorso in Commissione
Ambiente.
Sarebbe riduttivo relegare questa nor-
mativa all´ambito della sola politica
ambientale o sui rifiuti. Quello che
abbiamo davanti oggi è un provve-
dimento che come europei può posi-
zionarci all´avanguardia in una sfida
irrinunciabile, quella di impostare un
nuovo modello industriale sostenibile
e competitivo. In tempi di cambiamenti
climatici e di scarsità di materia prime,
la sostenibilità ambientale è una delle
maggiori leve per la crescita e compe-
titività del nostro sistema economico.
L’attuale modello di sviluppo lineare sta
dimostrando tutti i suoi limiti. Si tratta
di un modello di sviluppo inefficace e
costoso, che non sta producendo più
benessere per i cittadini e che sta sfrut-
tando oltremodo le risorse del pianeta.
La transizione verso un´economia cir-
colare ci offre la possibilità di superare
questa contraddizione, andando oltre il
semplice recupero di materia prima dai
rifiuti, per giungere ad innestare un cir-
colo virtuoso tale per cui si crei valore in
tutto il ciclo di vita di un prodotto. Que-
sto in poche parole significa maggiore
crescita sostenibile, posti di lavoro, ri-
lancio della competitività, puntando in
modo convinto sull´innovazione tecno-
logica. Per fare tutto questo serve una
normativa chiara che imposti politiche
ambiziose e favorisca la mole di investi-
menti necessaria alla transizione.
Come relatrice dei provvedimenti ho
fin da subito puntato su due linee prin-
cipali. Se da una parte insistiamo sulla
prevenzione della generazione dei ri-
fiuti, dall´altra dobbiamo puntare sullo
sviluppo di un mercato efficiente delle
materie prime secondarie. Tra le misure
di prevenzione che abbiamo previsto
meritano una sottolineatura i requisiti
minimi della responsabilità estesa del
produttore e la previsione di una ridu-
zione del 50% dello spreco alimentare
e dei rifiuti marini entro il 2030. Si tratta
di punti presenti tra gli Obiettivi di Svi-
luppo Sostenibile delle Nazioni Unite
che ancora non erano previsti esplici-
tamente da alcuna direttiva europea e
che oggi andiamo a fare nostri.
Sullo sviluppo del mercato delle ma-
terie prime secondarie, il prerequisito
per il recupero delle materie prime è
una raccolta differenziata di qualità,
che abbiamo esteso anche ai rifiuti or-
ganici e tessili. Abbiamo previsto che
il riciclaggio debba essere portato al
70%entro il 2030 e a fronte di questo
che per quella data il limite massimo di
rifiuti che potranno essere conferiti in
discarica sia del 5%. Obiettivi ambiziosi
ma anche pragmatici, in linea tanto con
la precedente proposta della Commis-
sione quanto con le conclusioni della
valutazione di impatto fatta nel 2014
dalla stessa Commissione. Chiaramente
stiamo parlando del 7% dei rifiuti tota-
li ed è chiaro che dovremo chiudere il
cerchio, prendendo in considerazione
anche rifiuti industriali e rifiuti commer-
ciali. Abbiamo davanti una sfida che
richiede un cambio profondo di para-
digma e il coinvolgimento di tutti gli
attori, non solo le istituzioni ma anche
le imprese e i consumatori. La posizione
del Parlamento da un segnale forte in
questo senso.
6NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017
SIMONA BONAFE’
membro commissione
ambiente, sanità
e sicurezza alimentare
simona.bonafe@europarl.
europa.eu
LO SPRECO ALIMENTARE
NONOSTANTE LE RISTRETTEZZE ECONOMICHE ABBIANO RIDOTTO LA
CAPACITÀ DI ACQUISTO, OGNI ANNO NELL’UE SI SPRECANO CIRCA 90
MILIONI DI TONNELLATE DI CIBO: 170 KG A TESTA. UNO SPRECO CHE
ASSUME LE DIMENSIONI DELLO SCANDALO, CONSIDERATO CHE A
LIVELLO MONDIALE BASTEREBBE RECUPERARE UN QUARTO DEL CIBO
SPRECATO PER SFAMARE LA POPOLAZIONE CHE NON HA SUFFICIENTE
ACCESSOAGLIALIMENTI,ECHEATTRAVERSOL’ECONOMIACIRCOLARE
CI PONIAMO L’OBIETTIVO DI RIDURLO DELLA METÀ ENTRO IL 2030.
L’Europa sta vivendo anni difficili,
affrontando una crisi dalla quale può
uscire solo promuovendo un nuovo
modello di sviluppo; abbiamo bisogno
di crescere, ma in modo diverso, più in-
telligente, più rispettoso dell’ambiente
e delle persone.
Nonostante le ristrettezze economiche
abbiano ridotto la capacità di acquisto,
ogni anno nell’UE si sprecano circa 90
milioni di tonnellate di cibo: 170 kg a
testa. Un dato impressionante.
Uno spreco che assume le dimensioni
dello scandalo, considerato che a livel-
lo mondiale basterebbe recuperare un
quarto del cibo sprecato per sfamare
la popolazione che non ha sufficiente
accesso agli alimenti, e che attraverso
l’economia circolare ci poniamo l’obiet-
tivo di ridurlo della metà entro il 2030.
Il Parlamento Europeo gioca un ruolo
chiave in questa lotta: con l’approvazio-
ne del Pacchetto Bonafè abbiamo oggi
una definizione unica di rifiuto alimen-
tare, che serve alla Commissione Euro-
pea per sviluppare una metodologia
comune per misurarne la quantità.
La definizione quantitativa del fenome-
no ci permetterà quindi di impostare
degli obiettivi misurabili, per poter poi
pensare un percorso e un metodo di
contrasto efficace allo spreco alimen-
tare.
Contemporaneamente si deve lavo-
rare sul fronte della formazione, pre-
disponendo azioni di educazione e di
prevenzione del rifiuto alimentare lun-
go tutta la catena di produzione. Gli
sprechi sono molto dannosi anche per
l’ambiente: dati alla mano, le emissioni
di gas serra degli scarti sono pari ad un
terzo di quelle derivanti dai carburanti
fossili. Dobbiamo inoltre incentivare il
dono degli alimenti altrimenti sprecati
-si pensi ad esempio alle derrate ali-
mentari che i supermercati devono get-
tare perché scadute ma ancora buone-
con sgravi fiscali e un quadro normativo
più chiaro: una norma dal volto umano.
Basta con l’usa-e-getta e il fai da te! Una
politica seria contro lo spreco può crea-
re buona e nuova occupazione.
7
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo
DAMIANO ZOFFOLI
commissione ambiente,
sanità e sicurezza alimentare
damiano.zoffoli@europarl.europa.eu

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Newsletter eurodeputati pd_marzo2017

  • 1. EDITORIALE PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.europa.eu Unita, forte, sociale: la vera Europa. E’ questo lo slogan scelto per le celebrazioni dei 60 anni del Tratta- to di Roma. Il 24 marzo all’Auditorium della Conciliazione a Roma terremo la conferenza intitolata “Insieme” in cui discuteremo le prospettive del rilancio del progetto di integrazione e il giorno dopo, il 25 marzo, ci ritroveremo dalla mattina per una Marcia per l’Europa, per dare visibilità ai tanti che credono nel so- gno di Altiero Spinelli e le cui voci spesso sono coperte dal volume retorica euro- scettica. Vogliamo che le celebrazioni del Trattato di Roma siano un’occasione per riflettere sulla tanta strada percorsa INSIEME e un momento per ritrovare lo spirito ideale che ha animato gli euro- peisti in questi sei decenni. Questo è il momento di rilanciare l’Europa e noi eu- rodeputati PD saremo in prima fila. STRASBURGO SABATO 25 MARZO ALLE 11 APPUNTA- MENTO A ROMA CON GLI EURODEPUTATI PD PER LA MARCIA PER L’EUROPA UNITA, FORTE, SOCIALE: LA VERA EUROPA PLENARIA 13-16 MARZO 2017 IL DIBATTITO SUL FUTURO DELL’UE I leader dei gruppi politici del Parlamento hanno dibattuto mercoledì delineando le loro priorità in vista della Dichiarazione di Roma del 25 marzo sul futuro dell’UE. La maggio- ranza dei deputati ha sottolineato la necessità avanzare nel percorso di integrazione. ECONOMIA CIRCOLARE Secondo il progetto legislativo adottato martedì, la quota di rifiuti da riciclare dovrà aumentare dall’odierno 44% al 70% entro il 2030. I deputati hanno anche approvato nor- me del“pacchetto rifiuti”che limitano la quo- ta di smaltimento in discarica al 5% e riduco- no i rifiuti alimentari del 50% entro il 2030. Il Parlamento dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio dei ministri UE. DONNE Sanzioni di una gravità senza precedenti sono state annunciate martedì dal Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, contro il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke per le sue inaccettabili osservazioni contro le donne, espresse il 1° marzo nel corso della discussione in plenaria sul“divario retributivo di genere”. NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 1
  • 2. LA RACCOLTA DEI DATI NELLA POLITICA SULLA PESCA LA RIFORMA DEL QUADRO PER LA RACCOLTA DATI È FONDAMENTALE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DELLA PCP E RICHIEDE LO SFORZO DEGLI STATI MEMBRI DI RACCOGLIERE I DATI NECESSARI A VALUTARE LO STATO DELLE RISORSE BIOLOGICHE MARINE SFRUTTATE, IL LIVELLO DELLA PESCA E L’IMPATTO DI QUEST’ULTIMA SULLE RISORSE BIOLOGICHE E SUGLI ECOSISTEMI MARINI, I RISULTATI SOCIOECONOMICI OTTENUTI DAI SETTORI DELLA PESCA, DELL’ACQUACULTURA E DELLA TRASFORMAZIONE ALL’INTERNO E ALL’ESTERNO DELLE ACQUE UNIONALI. La riforma che istituisce un quadro dell’Unione per la raccolta, la gestione e l’uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca affronta un problema molto sentito nel settore della pesca europea, soprattut- to nel Mediterraneo, un mare ricchissi- mo di risorse ma anche caratterizzato da una forte mancanza di dati, che con- senta di conoscere realmente lo stato di salute dei nostri stock. La riforma del quadro per la raccolta dati è fondamentale per raggiungere gli obiettivi della PCP e richiede lo sforzo degli Stati membri di raccogliere i dati necessari a valutare lo stato delle risor- se biologiche marine sfruttate, il livello della pesca e l’impatto di quest’ultima sulle risorse biologiche e sugli ecosi- stemi marini, i risultati socioeconomici ottenuti dai settori della pesca, dell’ac- quacultura e della trasformazione all’in- terno e all’esterno delle acque unionali. Inoltre, la direttiva quadro sulla strate- gia per l’ambiente marino, che mira a raggiungere il “buono stato ecologico” delle acque marine UE, necessita di dati per valutare gli indicatori qualitativi. Uno degli obiettivi di questa riforma è stato quello di semplificare il sistema esistente. Sono emersi negli ultimi anni numerosi problemi in merito agli oneri amministrativi e l’accessibilità dei dati da parte degli utilizzatori finali. La raccolta, la gestione e l’uso dei dati devono rispondere a criteri di preci- sione, affidabilità e tempestività. Allo stesso tempo, è necessario evitare che gli stessi dati siano raccolti più volte per scopi diversi, perché ciò comportereb- be un inutile spreco di risorse: a tal pro- posito, accolgo con favore la proposta di organizzare una rete europea di dati, al fine di utilizzare le informazioni rac- colte a seconda dell’accertamento che si vuole realizzare e in modo da poter anche scambiarle con i paesi terzi. Il tema è molto complesso e allo stes- so tempo strettamente connesso alla necessità di gestire le attività di pesca tenendo conto del loro impatto sugli ecosistemi. Inoltre, la raccolta dei dati è particolarmente importante per poter conseguire il rendimento massimo so- stenibile (MSY) entro il 2020. Per questo motivo, è necessario raccogliere e ge- stire i dati secondo il principio della re- gionalizzazione, una pietra miliare della PCP, basata essa stessa sugli ecosistemi. Abbiamo ancora molto da scoprire sul mare e le sue risorse; le conoscenze scientifiche sono fondamentali per una gestione efficiente e lungimirante della politica di pesca dell’Unione, che non può limitarsi al momento del prelievo della risorsa, ma deve estendersi fino al momento del consumo, passando per il commercio e la ristorazione. 2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 RENATA BRIANO vicepresidente commissione pesca renata.briano@europarl.europea.eu
  • 3. L’ACCORDO SUL BILANCIO UE 2018 STIAMO CHIEDENDO ALLA COMMISSIONE DI NONTAGLIARE IL FONDO PER L’INIZIATIVA GIOVANILE: FONDO CHE PUNTIAMO A RADDOPPIARE PER LA FINE DELLA LEGISLATURA (DA 1,6 A 3,5 MILIARDI DI EURO). STIAMO SPINGENDO PER RIFORMARE IL MIGRATION COMPACT NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI: LA QUESTIONE MIGRANTI NON È UN’EMERGENZA E NON POSSIAMO PIÙ SIGLARE ACCORDI VERGOGNOSI COME QUELLO CON LA TURCHIA. Ci sono due modi di approcciare un argomento così tecnico e all’apparenza arido come il Bilancio europeo. Il primo, un metodo ereditato della commissio- ne Barroso (e, quindi, dei peggiori anni che abbiamo vissuto e il cui effetto ne- fasto viviamo ancora oggi), che vede il bilancio come un mero esercizio di cal- colo dettato dai principi del business as usual. Il secondo, molto più vicino a quello che dovrebbe essere la missio- ne del Pd e del PSE, è un metodo che vede nel bilancio un vero e proprio stru- mento politico in grado di orientare e guidare le scelte politiche dell’Unione. Stiamo cercando, non senza fatica, di andare per la seconda strada, quella più difficile. Nel tempo della Brexit e di Marine Le Pen, dei partiti sovranisti e populisti che rischiano di contendere governi e, quindi, mettere a rischio la stessa esistenza del concetto di Europa, uscire dalla logica del business, dell’in- gegneria finanziaria e dell’austerità è l’unico modo che abbiamo per dare slancio all’istituzione europea. La trama si infittisce, le lancette scorrono veloci e siamo chiamati a rispondere per dav- vero. Abbiamo votato le linee guida per il 2018 e abbiamo individuato le zone d’azione su cui dobbiamo concen- trarci per offrire una soluzione a tutti i cittadini che si stanno chiedendo che senso abbia credere ancora in questa Europa. Secondo me stiamo andando nella direzione giusta. Stiamo chieden- do alla Commissione di non tagliare il fondo per l’iniziativa giovanile: fondo che puntiamo a raddoppiare per la fine della legislatura (da 1,6 a 3,5 miliardi di euro). Stiamo spingendo per riformare il migration compact nel rispetto dei diritti umani: la questione migranti non è un’emergenza e non possiamo più si- glare accordi vergognosi come quello con la Turchia. Pur con dei segnali di ripresa, viviamo ancora nell’onda lunga della crisi del 2008 e molti cittadini europei, soprat- tutto i più giovani, nemmeno si ricor- dano cosa c’era prima. Per questo sono convinto che il Bilancio debba essere uno strumento che rivendichi in modo chiaro e risoluto che l’Europa è l’unica possibilità per crescita, pace e felici- tà. Se non diamo risposte noi, le darà qualcun’altro. E sappiamo già che tipo di risposte sono. Penso che un partito di sinistra come il PSE debba lottare per un nuovo model- lo di welfare, un grande piano di lotta alle disuguaglianze, a costruire un’Euro- pa senza confini e pronta ad accogliere i migranti in piena sicurezza, a lavorare per ridare un senso alla parola futuro per le giovani generazioni. Questi sono dei punti che rappresentano un nostro dovere morale. 3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 DANIELE VIOTTI membro commissione bilanci daniele.viotti@europarl. europa.eu
  • 4. L’EURODEPUTATO CHE INSULTA LE DONNE IL DEPUTATO POLACCO È STATO PUNITO CON ALCUNE SANZIONI DAL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO E CE NE RALLEGRIAMO. MA NON SARANNO DI CERTO UN PAIO DI MULTE O RICHIAMI A FARE CAMBIARE, A LUI COME A TANTE ALTRE PERSONE, L’IDEA CHE LE DONNE SIANO INFERIORI A LORO. SONO LE ISTITUZIONI E LE AUTORITÀ CHE DEVONO DIFFONDERE UNA CULTURA DELL’UGUAGLIANZA E DEL RISPETTO, A PARTIRE DALLE SCUOLE (DI OGNI LIVELLO) E DALLE UNIVERSITÀ, DOVE SI FORMANO GLI UOMINI E LE DONNE DI DOMANI. “Donne, siete più piccole. Siete più deboli. Siete meno intelligenti. E per questo dovete guadagnare meno”. Queste affermazioni non le abbiamo sentite gridare per strada o in un bar, magari da qualcuno un po’ alticcio. No, queste parole le abbiamo dovute sen- tire nell’emiciclo del Parlamento euro- peo lo scorso 1 marzo, pronunciate da un deputato polacco di estrema destra, tra lo stupore e l’indignazione di tutte noi presenti in aula in quel momento. L’argomento che stavamo trattando durante il dibattito era appunto l’enor- me differenza di salario che ancora oggi persiste tra uomini e donne, una diffe- renza pari a circa il 16%, la media UE. Discutevamo di come l’obiettivo di una sostanziale parità di genere sia ancora lontano, non solo dal punto di vista sa- lariale, ma anche culturale, sociale, ma che progressi e piccoli passi avanti sono stati fatti rispetto a qualche anno fa. Poi queste vergognose parole ci hanno fat- to ripiombare nella dura e cruda realtà, verso la misoginia più becera e stupida che ancora imperversa nelle menti di molte persone. Ed è una lotta quotidia- na quella che dobbiamo intraprendere per debellare questa malattia, che si è manifestata questa volta con “sempli- ci” insulti, ma che spesso si concretizza terribilmente attraverso atti di intimi- dazione, di scherno, di violenza fisica e verbale. Troppo spesso leggiamo di sto- rie angoscianti, di ragazze minacciate, violentate, picchiate, persino bruciate o sfregiate, per il semplice motivo di esse- re donne. E allora credo che la battaglia per la parità tra donne e uomini debba incominciare da qui, dalla lotta alla vio- lenza di genere, perché non potremo mai raggiungerla senza che ci sia dap- prima rispetto per le donne in quanto esseri umani. Il deputato polacco è stato punito con alcune sanzioni dal Presidente del Par- lamento e ce ne rallegriamo. Ma non saranno di certo un paio di multe o richiami a fare cambiare, a lui come a tante altre persone, l’idea che le donne siano inferiori a loro. Sono le istituzioni e le autorità che devono diffondere una cultura dell’uguaglianza e del rispetto, a partire dalle scuole (di ogni livello) e dalle università, dove si formano gli uomini e le donne di domani. Una lotta ferma agli stereotipi che ancora inqua- drano le donne in un ruolo marginale e secondario in tutti gli ambiti della società. Solo quando tutti potremo ve- dere una donna non come moglie, ca- salinga, madre, ma come essere umano indipendente nelle sue scelte, allora sì che avremo raggiunto una parità fra i generi. Ed eviteremo di sentire pronun- ciare certe parole irripetibili. 4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 PINA PICIERNO membro commissione bilanci giuseppina.picierno@europarl.europa.eu
  • 5. LA SFIDA DEL 5G E LA BANDA 700 SIAMO DI FRONTE A SCELTE DI GRANDE RILEVANZA: COME METTERE A VALORE LE NUOVE TECNOLOGIE EVITANDO DI CANCELLARE PATRIMONI DI CONOSCENZE, ABILITÀ, ESPERIENZE, UMANITÀ DI CUI SOLO LA INTELLIGENZA UMANA PUÒ DISPORRE? LA RICERCA CI PROPONE UN Regole chiare, tempi certi e sguardo rivolto al futuro. E’ questa la formula adottata in Europa per cogliere piena- mente le opportunità offerte dalle nuo- ve tecnologie digitali e accolta dall’Ita- lia, che si sta collocando fra i Paesi di testa nella sperimentazione delle con- nessioni mobili 5G. Ma per entrare in questa nuova avventura e per tentare di vincere la sfida occorre rimuovere alcuni ostacoli e ritardi e procedere in modo coordinato e armonizzato a li- vello europeo. Questa settimana nella sessione plenaria del Parlamento euro- peo a Strasburgo abbiamo approvato a larghissima maggioranza il rapporto di cui sono relatrice per il Parlamento su “l’utilizzo della banda 700 Mhz dello spettro radio”che impegna (obbliga) gli Stati membri a mettere a disposizione la banda 700 Mhz per lo sviluppo delle telecomunicazioni, dei servizi digitali per il cittadino, della pubblica ammini- strazione e delle industrie, garantendo allo stesso tempo agli operatori radiote- levisivi la certezza di mantenere fino al 2030 l’utilizzo delle nuove frequenze su cui dovranno “migrare”. Fra pochi anni la quantità di dati che saremo in grado di trasmettere attraverso i nostri cellu- lari e altri dispositivi mobili (oltre che la velocità richiesta per la trasmissione ) porterà a una rivoluzione industriale, economica e anche sociale per cittadi- ni e consumatori. Il principale obiettivo del nostro provvedimento è quello di raggiungere un uso efficiente ed ar- monizzato dello spettro a livello euro- peo. Spettro che noi sappiamo essere un bene prezioso nello sviluppo delle telecomunicazioni e che quindi richie- de che sia utilizzato in modo efficiente senza sprechi e utilizzandone potenzia- li e caratteristiche. Lo sviluppo dei ser- vizi e delle tecnologie digitali richiede una connessione rapida e a copertura universale e senza interruzioni tra le diverse aree. Solo se l’Europa garantirà questa disponibilità di spettro e que- sta connessione potrà vincere le sfide dell’innovazione. La decisione comune del Consiglio e del Parlamento, che ha forza di legge, si concentra su due ele- menti principali. Il primo riguarda la de- finizione di un calendario comune per la liberazione dei 700 Mhz affinché sia effettivamente disponibile per l’uso da parte dei servizi a banda larga senza fili a condizioni tecniche armonizzate e mi- sure di coordinamento a sostegno della transizione. Il secondo punto riguarda la banda sotto i 700 per la quale si sta- biliscono priorità a lungo termine per la distribuzione di servizi di media audio- visivi al grande pubblico, insieme a un approccio flessibile all’uso dello spettro in risposta al diverso grado di diffusione della televisione digitale terrestre nei vari Stati membri. Viene stabilito che entro il 2020 quel- la banda, attualmente occupata dalle tv, dovrà essere liberata anche se sarà consentito agli Stati membri per ragio- ni motivate di ritardare lo switch-over al 2022. Gli Stati membri saranno inoltre obbligati a definire piani nazionali fina- lizzati ad assicurare la copertura della rete. Entro la fine del 2017, inoltre, si dovranno concludere accordi di coordi- namento transfrontaliero per risolvere i problemi di interferenze Infine per dare garanzie anche al mon- do dei media e delle tv che rappresen- tano importanti industrie con rilevanti valori occupazionali, la disponibilità della banda di frequenza al di sotto dei 700 MHz per la fornitura dei servizi di trasmissione sarà assicurata fino al 2030. L’Italia, che in passato ha acco- mulato molti ritardi e che ha una situa- zione di partenza un po’ particolare, ha lavorato in questi anni producendo ri- sultati straordinari grazie alla guida del viceministro Giacomelli. A livello euro- peo posso testimoniare questo signifi- cativo recupero che giorni fa lo stesso Commissario Ue per il Digitale, Andrus Ansip, mi ha riconosciuto All’inizio della mia relazione molti colle- ghi pensavano volessi “coprire” qualche lentezza italiana, nel corso della discus- sione e poi del voto quasi unanime (un bel successo davvero) tutti hanno co- nosciuto una realtà italiana molto cam- biata. Si stanno accorciando le distanze con l’Europa e ci si sta muovendo in an- ticipo sulla messa a punto delle connes- sioni 5G, che la Commissione europea ha chiesto di sperimentare in almeno una città entro il 2018. L’Italia non si limita a una città. La sperimentazione italiana infatti partirà subito da 5 città: l’area metropolitana di Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera. Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato l’av- viso pubblico relativo ai progetti per la sperimentazione del 5G. Complimenti all’Italia! Devo dire che in Europa si ap- prezza molto il percorso che l’Italia sta facendo sull’innovazione dei servizi di telecomunicazione, che partita come fanalino di coda, oggi grazie all’ottimo lavoro dei Governi Renzi e Gentiloni è in testa ai Paesi europei nella sperimenta- zione del 5G e si prepara a creare nuove opportunità nella tecnologia per reti mobili. Su questo nuovo obiettivo, lo sviluppo del 5G, ci sono Piani europei e Piani nazionali. Noi deputati del Pd che crediamo nell’innovazione ci stiamo la- vorando in sinergia e presto ne scrivere- mo insieme con l’on. Sergio Boccadutri. 5 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.
  • 6. VIA LIBERA ALLA NORMATIVA UE SULL’ECONOMIA CIRCOLARE QUELLO CHE ABBIAMO DAVANTI OGGI È UN PROVVEDIMENTO CHE COME EUROPEI PUÒ POSIZIONARCI ALL´AVANGUARDIA IN UNA SFIDA IRRINUNCIABILE, QUELLA DI IMPOSTARE UN NUOVO MODELLO INDUSTRIALE SOSTENIBILE E COMPETITIVO. IN TEMPI DI CAMBIAMENTI CLIMATICI E DI SCARSITÀ DI MATERIA PRIME, LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE È UNA DELLE MAGGIORI LEVE PER LA CRESCITA E COMPETITIVITÀ DEL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO. Durante l´ultima sessione plenaria di Strasburgo, il Parlamento Europeo ha approvato la sua posizione sulla revisione delle quattro direttive che compongono il pacchetto legislativo sull´economia circolare. I colleghi han- no confermato a larghissima maggio- ranza le indicazioni che erano emerse nel gennaio scorso in Commissione Ambiente. Sarebbe riduttivo relegare questa nor- mativa all´ambito della sola politica ambientale o sui rifiuti. Quello che abbiamo davanti oggi è un provve- dimento che come europei può posi- zionarci all´avanguardia in una sfida irrinunciabile, quella di impostare un nuovo modello industriale sostenibile e competitivo. In tempi di cambiamenti climatici e di scarsità di materia prime, la sostenibilità ambientale è una delle maggiori leve per la crescita e compe- titività del nostro sistema economico. L’attuale modello di sviluppo lineare sta dimostrando tutti i suoi limiti. Si tratta di un modello di sviluppo inefficace e costoso, che non sta producendo più benessere per i cittadini e che sta sfrut- tando oltremodo le risorse del pianeta. La transizione verso un´economia cir- colare ci offre la possibilità di superare questa contraddizione, andando oltre il semplice recupero di materia prima dai rifiuti, per giungere ad innestare un cir- colo virtuoso tale per cui si crei valore in tutto il ciclo di vita di un prodotto. Que- sto in poche parole significa maggiore crescita sostenibile, posti di lavoro, ri- lancio della competitività, puntando in modo convinto sull´innovazione tecno- logica. Per fare tutto questo serve una normativa chiara che imposti politiche ambiziose e favorisca la mole di investi- menti necessaria alla transizione. Come relatrice dei provvedimenti ho fin da subito puntato su due linee prin- cipali. Se da una parte insistiamo sulla prevenzione della generazione dei ri- fiuti, dall´altra dobbiamo puntare sullo sviluppo di un mercato efficiente delle materie prime secondarie. Tra le misure di prevenzione che abbiamo previsto meritano una sottolineatura i requisiti minimi della responsabilità estesa del produttore e la previsione di una ridu- zione del 50% dello spreco alimentare e dei rifiuti marini entro il 2030. Si tratta di punti presenti tra gli Obiettivi di Svi- luppo Sostenibile delle Nazioni Unite che ancora non erano previsti esplici- tamente da alcuna direttiva europea e che oggi andiamo a fare nostri. Sullo sviluppo del mercato delle ma- terie prime secondarie, il prerequisito per il recupero delle materie prime è una raccolta differenziata di qualità, che abbiamo esteso anche ai rifiuti or- ganici e tessili. Abbiamo previsto che il riciclaggio debba essere portato al 70%entro il 2030 e a fronte di questo che per quella data il limite massimo di rifiuti che potranno essere conferiti in discarica sia del 5%. Obiettivi ambiziosi ma anche pragmatici, in linea tanto con la precedente proposta della Commis- sione quanto con le conclusioni della valutazione di impatto fatta nel 2014 dalla stessa Commissione. Chiaramente stiamo parlando del 7% dei rifiuti tota- li ed è chiaro che dovremo chiudere il cerchio, prendendo in considerazione anche rifiuti industriali e rifiuti commer- ciali. Abbiamo davanti una sfida che richiede un cambio profondo di para- digma e il coinvolgimento di tutti gli attori, non solo le istituzioni ma anche le imprese e i consumatori. La posizione del Parlamento da un segnale forte in questo senso. 6NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo 2017 SIMONA BONAFE’ membro commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare simona.bonafe@europarl. europa.eu
  • 7. LO SPRECO ALIMENTARE NONOSTANTE LE RISTRETTEZZE ECONOMICHE ABBIANO RIDOTTO LA CAPACITÀ DI ACQUISTO, OGNI ANNO NELL’UE SI SPRECANO CIRCA 90 MILIONI DI TONNELLATE DI CIBO: 170 KG A TESTA. UNO SPRECO CHE ASSUME LE DIMENSIONI DELLO SCANDALO, CONSIDERATO CHE A LIVELLO MONDIALE BASTEREBBE RECUPERARE UN QUARTO DEL CIBO SPRECATO PER SFAMARE LA POPOLAZIONE CHE NON HA SUFFICIENTE ACCESSOAGLIALIMENTI,ECHEATTRAVERSOL’ECONOMIACIRCOLARE CI PONIAMO L’OBIETTIVO DI RIDURLO DELLA METÀ ENTRO IL 2030. L’Europa sta vivendo anni difficili, affrontando una crisi dalla quale può uscire solo promuovendo un nuovo modello di sviluppo; abbiamo bisogno di crescere, ma in modo diverso, più in- telligente, più rispettoso dell’ambiente e delle persone. Nonostante le ristrettezze economiche abbiano ridotto la capacità di acquisto, ogni anno nell’UE si sprecano circa 90 milioni di tonnellate di cibo: 170 kg a testa. Un dato impressionante. Uno spreco che assume le dimensioni dello scandalo, considerato che a livel- lo mondiale basterebbe recuperare un quarto del cibo sprecato per sfamare la popolazione che non ha sufficiente accesso agli alimenti, e che attraverso l’economia circolare ci poniamo l’obiet- tivo di ridurlo della metà entro il 2030. Il Parlamento Europeo gioca un ruolo chiave in questa lotta: con l’approvazio- ne del Pacchetto Bonafè abbiamo oggi una definizione unica di rifiuto alimen- tare, che serve alla Commissione Euro- pea per sviluppare una metodologia comune per misurarne la quantità. La definizione quantitativa del fenome- no ci permetterà quindi di impostare degli obiettivi misurabili, per poter poi pensare un percorso e un metodo di contrasto efficace allo spreco alimen- tare. Contemporaneamente si deve lavo- rare sul fronte della formazione, pre- disponendo azioni di educazione e di prevenzione del rifiuto alimentare lun- go tutta la catena di produzione. Gli sprechi sono molto dannosi anche per l’ambiente: dati alla mano, le emissioni di gas serra degli scarti sono pari ad un terzo di quelle derivanti dai carburanti fossili. Dobbiamo inoltre incentivare il dono degli alimenti altrimenti sprecati -si pensi ad esempio alle derrate ali- mentari che i supermercati devono get- tare perché scadute ma ancora buone- con sgravi fiscali e un quadro normativo più chiaro: una norma dal volto umano. Basta con l’usa-e-getta e il fai da te! Una politica seria contro lo spreco può crea- re buona e nuova occupazione. 7 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 marzo DAMIANO ZOFFOLI commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare damiano.zoffoli@europarl.europa.eu