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l’Unità
Sabato, 8 Aprile 2017l10
Dopo
il dieselgate
serviva
un’agenzia Ue
avvenuto per i cittadini americani. In-
fine, abbiamo ottenuto regole più
chiare sul divieto di utilizzo di softwa-
re in grado di manipolare i controlli e
aggirare gli standard anti-inquina-
mento (come quelli usati da Volkswa-
gen). Decisioni importanti per il mer-
cato europeo della sorveglianza delle
automobili,chetuttavianonbastanoa
rendercipienamentesoddisfattidelri-
sultato finale. Come ho sostenuto
martedì in occasione del mio inter-
vento in aula a sostegno della relazio-
ne, le proporzioni dello scandalo Die-
selgate avrebbero dovuto imporre al
Parlamento europeo l’assunzione di
maggiori responsabilità nella ridefini-
zione del sistema di omologazione e
sorveglianzadeiveicoliamotore.Èun
veropeccato,infatti,nonessereriusci-
ti a trovare una maggioranza per isti-
tuireun’Agenziaindipendentedicon-
trollo a livello UE, come chiedeva il
gruppo dei Socialisti e Democratici.
Solo così avremmo potuto porre fine
una volta per tutte ai conflitti di inte-
ressi - e talvolta anche ai legami finan-
ziari - tra le case automobilistiche, i
servizitecnicieleautoritàdiomologa-
zione nazionali. Rimane un “mistero”
il dato relativo ad alcuni piccoli Stati
membri che, pur non ospitando alcun
tipo di industria automobilistica, o-
mologanopercentualimoltosignifica-
tivedeiveicolicircolantiinUE.Solou-
n’Agenzia unica europea ci avrebbe
permesso, in definitiva, di ripristinare
lapienafiduciadeicittadinidell’Unio-
ne, garantendo un livello elevato di
protezionedellasaluteedell’ambiente
intuttoilcontinente.LoscandaloDie-
selgate ha dimostrato che il vecchio
quadro giuridico in materia non pre-
sentavasolodelleevidentilacunenor-
mative,maancheun’applicazionepo-
co corretta e non armonizzata delle
procedure di omologazione da parte
degliStatimembri.Anzichéacconten-
tarci dei risultati raggiunti in questa
settimana, dovremmo piuttosto ap-
profittarne per spingerci ancora più a-
vanti, insieme, applicando un po’ di
sanoorgoglioeuropeoancheinquesto
campo. Se non vogliamo continuare a
rincorrere le emergenze, bisogna in-
fatti intervenire in maniera più corag-
giosasullecausechehannoresopossi-
bili queste frodi ai danni della nostra
salute,dellasicurezzaedell’ambiente.
Dobbiamo assumerci le nostre re-
sponsabilità e non lasciarci sfuggire
l’opportunità di fare un passo in più.
Come Socialisti e Democratici, non
possiamo accettare un nuovo scanda-
lo Volkswagen e per questo anche nei
prossimi mesi continueremo a lottare
per fare in modo che nei negoziati col
Consiglio il testo non venga indeboli-
to,inmododapotercorreggereidifetti
dell’attualesistemadiomologazionee
sorveglianza nel solo interesse dei cit-
tadini europei.
lIl Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento
sull’omologazione delle auto, ma non è passata la richiesta dei
Socialisti e Democratici di istituire un’agenzia Ue indipendente
S
onoormaipassatidiciotto
mesi da quando, nel set-
tembre 2015, scoppiava il
caso Dieselgate, procu-
rando danni incalcolabili
alla credibilità di tutta
l’industria automobilistica europea –
non soltanto a quella tedesca. Dopo
lunghi negoziati e la pa-
rallela attività della
commissione parla-
mentare d’inchiesta di
cui ho fatto parte, questa settimana la
plenaria di Strasburgo ha approvato il
Regolamento sull’omologazione e la
sorveglianzadeiveicoliamotore,testo
checonsegnaall’Unioneunquadrole-
gislativopiùcertoedefficaceinquesto
campo. Si tratta di un deciso passo a-
vanti sulla tutela dei cittadini europei,
reso possibile in particolare dal lavoro
condotto dal nostro gruppo in com-
missione Mercato interno e protezio-
ne dei consumatori. Siamo infatti riu-
sciti a mantenere l’introduzione di
nuovipoteridicontrollodapartedella
Commissione europea che da ora in
poi sarà responsabile del monitorag-
gio e del coordinamento delle attività
di sorveglianza da parte degli Stati
membri, i quali a loro volta dovranno
effettuare obbligatoriamente test e i-
spezioni su almeno il 20% dei veicoli-
tipo che sono in circolazione sul mer-
cato. Inoltre, nel testo del Regolamen-
to si esplicita che anche i cittadini eu-
ropei - in caso di prodotti evidente-
mentedifettosiodibeninonconformi
alla normativa UE - dovranno avere la
facoltà di chiedere una equa compen-
sazionedeidannisubiti,propriocome
Continueremo
a lottare
affinché
il testo
non venga
indebolito
nel negoziato
con il
Consiglio
Il logo.
La sede
della fabbrica
della
Volkswagen
nella città
tedesca
di Wolfsburg.
FOTO: AP
Rimane il “mistero”
di alcuni piccoli
Stati membri
che omologano
molti veicoli
Terra dei fuochi: serve la sinergia tra Ue ed enti locali
L
aTerradeiFuochi,assiemeal-
letanteareechesoffronoun’e-
mergenza ambientale, non
deve essere considerata o av-
vertita come un problema esclusiva-
menteitalianoocampa-
no,èunaemergenzaeu-
ropea. I problemi sono
molteplici, complessi e
collegati fra loro e la si-
nergiafraleIstituzionieuropeeeglien-
tilocalièlaverachiaveperarrivareari-
sultati tangibili. Io stesso provengo da
quella ricca e feconda terra che per se-
coli è stata chiamata “Terra di lavoro”.
“Terra dei Fuochi” sintetizza ed enfa-
tizza ciò che, a cavallo tra gli anni no-
vantaediniziodelnuovosecolo,sièan-
dato verificando in queste zone: un ir-
responsabile ed incontrollato sversa-
mento di sostanze tossiche, scorie e
rifiutidiognigenere,cuispessoèsegui-
to il loro incenerimento. Un’attività di
inquinamento criminale e sistematico
che ha potuto contare su una catena di
negligenze ed omissioni e sulla tragica
impreparazione delle Autorità compe-
tenti ad arginare il fenomeno. La Terra
dei Fuochi ha avuto un impatto deva-
stante per la vita e la salute di decine di
migliaia di persone e per l’economia
dell’intera Campania. Da novembre si
registraunanuovaemergenzamortali-
tàdibambini.Idatisonosimiliaglian-
ni 2012-2013. Con i suoi 500mila ettari
disuperficieagricola,laCampania,con
la Puglia e la Catalogna, rappresenta
uno dei tre grandi poli agroalimentari
europei. I consumi sono crollati e la
produzione ne ha risentito. Un danno
economico e d’immagine incalcolabi-
le,nonostanteisitiincuisisiasversato
materialetossicononsuperinol’1%del
totale delle aree rurali. Devo però dire
che dopo decenni durante i quali ho
chiesto più volte la mappatura delle a-
ree a rischio, l’avvio di un processo di
bonificadeisuoliinquinatiel’istituzio-
nediunRegistroregionaledeiTumori,
si inizia a registrare un’inversione di
tendenza: fortunatamente è cambiato
l’approccio,c’èunamaggioreconsape-
volezzaeunafortedeterminazioneari-
solvere il problema alla radice. Recen-
tementelaregioneCampaniasièdota-
ta di una rigorosa procedura di certifi-
cazione della salubrità delle sue
produzioni agroalimentari così da ri-
sultareunadelleregionipiùcontrollate
d’Europa e ha messo in piedi un vero e
accesi i riflettori nazionali, e non solo
nazionali, su questo enorme problema
che continua a mietere vittime inno-
centi. Le istituzioni, a cui tocca dimo-
strare di avere capacità di intervento,
devono fare la propria parte provve-
dendo a bonifiche in tempi celeri ma
anche l’Europa può e deve fare la sua
parte accompagnando la Campania in
questo processo. Pochi mesi fa, in un
convegno che ha visto la presenza di
medici e scienziati provenienti da ogni
parte d’Europa, ho chiesto ad alcuni
funzionari della Commissione l’elabo-
razione di un manuale di buone prati-
che, da quelle igienico-alimentari a
quelle mediche e di prevenzione, per
dare delle indicazioni ai cittadini che
vivono in tutte le aree ad alto impatto
ambientale d’Europa.
proprio piano di monitoraggio dell’in-
tero territorio campano, con l’obiettivo
di svolgere indagini tecniche per la
mappatura,anchemediantestrumenti
ditelerilevamento,deiterrenidestinati
all’agricoltura. A febbraio il Registro
Tumori Infantile della Regione Cam-
pania è stato accreditato dall’Associa-
zione italiana dei registri tumori ed è
stato avviato uno specifico studio da
partedell’IstitutoZooprofilatticoedel-
l’IstitutoTumoridiNapolisu4200sog-
gettiprovenientida168comuniindivi-
duatisullabaseditremodellidifferenti
dirischioambientalealfinediesclude-
re le interferenze date dalla poca espo-
sizione o di fattori legati fisiologica-
mente all’età. Inoltre, sono stati effet-
tuatiiprimiinterventidibonificadelle
areeinquinate,sièdatoavvioall’opera-
zione di rimozione delle ecoballe ma
soprattutto la Campania si è dotata di
un nuovo piano dei rifiuti che dovrà
traghettare la regione definitivamente
oltre l’emergenza. Ho invitato in Cam-
pania il commissario Vella affinché si
rendacontodeiprogressifattiinquesti
ultimi anni. Certamente è necessario
fare molto di più, continuare nel cam-
mino intrapreso, continuare a tenere
La Campania
si è dotata
di una certificazione
della salubrità
delle sue produzioni
L’Italia è uno tra i principali
Paesi importatori di carne
brasiliana con oltre 28 mila
tonnellate nel 2015 e 16
tonnellate nei primi sei mesi
del 2016. Per tale ragione il
recente scandalo della carne
infetta e avariata esportate
dal Brasile impone una seria
riflessione su due aspetti,
distinti ma strettamente
correlati tra loro: da un lato
la protezione dei nostri
consumatori per la quale è
quanto mai necessario un
approccio armonizzato tra
gli Stati membri, con
maggiori controlli non solo
sulla carne in entrata ma
anche sulle partite già
importate dal Brasile;
dall’altro gli standard che i
nostri operatori devono
rispettare e che rendono i
prodotti europei i più sani e
sicuri al mondo. La
Commissione deve
continuare a monitorare le
importazioni di carne dal
Brasile e attraverso gli
accordi commerciali, in
corso di negoziazione e
futuri, garantire un mercato
più trasparente, orientato al
perseguimento del principio
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internazionale degli standard
qualitativi applicati
dall’Unione. I negoziati
potrebbero infatti essere lo
strumento attraverso il quale
rafforzare la cooperazione e
assicurare l’effettivo rispetto
degli alti standard di qualità
europei, valorizzando
l’apporto alla crescita che
può essere dato da un
ampliamento degli scambi
commerciali, senza ridurre le
tutele di cui godono i
cittadini europeo.
PAOLO DE CASTRO
Lo scandalo della carne brasiliana
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Nicola
Danti
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  • 1. l’Unità Sabato, 8 Aprile 2017l10 Dopo il dieselgate serviva un’agenzia Ue avvenuto per i cittadini americani. In- fine, abbiamo ottenuto regole più chiare sul divieto di utilizzo di softwa- re in grado di manipolare i controlli e aggirare gli standard anti-inquina- mento (come quelli usati da Volkswa- gen). Decisioni importanti per il mer- cato europeo della sorveglianza delle automobili,chetuttavianonbastanoa rendercipienamentesoddisfattidelri- sultato finale. Come ho sostenuto martedì in occasione del mio inter- vento in aula a sostegno della relazio- ne, le proporzioni dello scandalo Die- selgate avrebbero dovuto imporre al Parlamento europeo l’assunzione di maggiori responsabilità nella ridefini- zione del sistema di omologazione e sorveglianzadeiveicoliamotore.Èun veropeccato,infatti,nonessereriusci- ti a trovare una maggioranza per isti- tuireun’Agenziaindipendentedicon- trollo a livello UE, come chiedeva il gruppo dei Socialisti e Democratici. Solo così avremmo potuto porre fine una volta per tutte ai conflitti di inte- ressi - e talvolta anche ai legami finan- ziari - tra le case automobilistiche, i servizitecnicieleautoritàdiomologa- zione nazionali. Rimane un “mistero” il dato relativo ad alcuni piccoli Stati membri che, pur non ospitando alcun tipo di industria automobilistica, o- mologanopercentualimoltosignifica- tivedeiveicolicircolantiinUE.Solou- n’Agenzia unica europea ci avrebbe permesso, in definitiva, di ripristinare lapienafiduciadeicittadinidell’Unio- ne, garantendo un livello elevato di protezionedellasaluteedell’ambiente intuttoilcontinente.LoscandaloDie- selgate ha dimostrato che il vecchio quadro giuridico in materia non pre- sentavasolodelleevidentilacunenor- mative,maancheun’applicazionepo- co corretta e non armonizzata delle procedure di omologazione da parte degliStatimembri.Anzichéacconten- tarci dei risultati raggiunti in questa settimana, dovremmo piuttosto ap- profittarne per spingerci ancora più a- vanti, insieme, applicando un po’ di sanoorgoglioeuropeoancheinquesto campo. Se non vogliamo continuare a rincorrere le emergenze, bisogna in- fatti intervenire in maniera più corag- giosasullecausechehannoresopossi- bili queste frodi ai danni della nostra salute,dellasicurezzaedell’ambiente. Dobbiamo assumerci le nostre re- sponsabilità e non lasciarci sfuggire l’opportunità di fare un passo in più. Come Socialisti e Democratici, non possiamo accettare un nuovo scanda- lo Volkswagen e per questo anche nei prossimi mesi continueremo a lottare per fare in modo che nei negoziati col Consiglio il testo non venga indeboli- to,inmododapotercorreggereidifetti dell’attualesistemadiomologazionee sorveglianza nel solo interesse dei cit- tadini europei. lIl Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento sull’omologazione delle auto, ma non è passata la richiesta dei Socialisti e Democratici di istituire un’agenzia Ue indipendente S onoormaipassatidiciotto mesi da quando, nel set- tembre 2015, scoppiava il caso Dieselgate, procu- rando danni incalcolabili alla credibilità di tutta l’industria automobilistica europea – non soltanto a quella tedesca. Dopo lunghi negoziati e la pa- rallela attività della commissione parla- mentare d’inchiesta di cui ho fatto parte, questa settimana la plenaria di Strasburgo ha approvato il Regolamento sull’omologazione e la sorveglianzadeiveicoliamotore,testo checonsegnaall’Unioneunquadrole- gislativopiùcertoedefficaceinquesto campo. Si tratta di un deciso passo a- vanti sulla tutela dei cittadini europei, reso possibile in particolare dal lavoro condotto dal nostro gruppo in com- missione Mercato interno e protezio- ne dei consumatori. Siamo infatti riu- sciti a mantenere l’introduzione di nuovipoteridicontrollodapartedella Commissione europea che da ora in poi sarà responsabile del monitorag- gio e del coordinamento delle attività di sorveglianza da parte degli Stati membri, i quali a loro volta dovranno effettuare obbligatoriamente test e i- spezioni su almeno il 20% dei veicoli- tipo che sono in circolazione sul mer- cato. Inoltre, nel testo del Regolamen- to si esplicita che anche i cittadini eu- ropei - in caso di prodotti evidente- mentedifettosiodibeninonconformi alla normativa UE - dovranno avere la facoltà di chiedere una equa compen- sazionedeidannisubiti,propriocome Continueremo a lottare affinché il testo non venga indebolito nel negoziato con il Consiglio Il logo. La sede della fabbrica della Volkswagen nella città tedesca di Wolfsburg. FOTO: AP Rimane il “mistero” di alcuni piccoli Stati membri che omologano molti veicoli Terra dei fuochi: serve la sinergia tra Ue ed enti locali L aTerradeiFuochi,assiemeal- letanteareechesoffronoun’e- mergenza ambientale, non deve essere considerata o av- vertita come un problema esclusiva- menteitalianoocampa- no,èunaemergenzaeu- ropea. I problemi sono molteplici, complessi e collegati fra loro e la si- nergiafraleIstituzionieuropeeeglien- tilocalièlaverachiaveperarrivareari- sultati tangibili. Io stesso provengo da quella ricca e feconda terra che per se- coli è stata chiamata “Terra di lavoro”. “Terra dei Fuochi” sintetizza ed enfa- tizza ciò che, a cavallo tra gli anni no- vantaediniziodelnuovosecolo,sièan- dato verificando in queste zone: un ir- responsabile ed incontrollato sversa- mento di sostanze tossiche, scorie e rifiutidiognigenere,cuispessoèsegui- to il loro incenerimento. Un’attività di inquinamento criminale e sistematico che ha potuto contare su una catena di negligenze ed omissioni e sulla tragica impreparazione delle Autorità compe- tenti ad arginare il fenomeno. La Terra dei Fuochi ha avuto un impatto deva- stante per la vita e la salute di decine di migliaia di persone e per l’economia dell’intera Campania. Da novembre si registraunanuovaemergenzamortali- tàdibambini.Idatisonosimiliaglian- ni 2012-2013. Con i suoi 500mila ettari disuperficieagricola,laCampania,con la Puglia e la Catalogna, rappresenta uno dei tre grandi poli agroalimentari europei. I consumi sono crollati e la produzione ne ha risentito. Un danno economico e d’immagine incalcolabi- le,nonostanteisitiincuisisiasversato materialetossicononsuperinol’1%del totale delle aree rurali. Devo però dire che dopo decenni durante i quali ho chiesto più volte la mappatura delle a- ree a rischio, l’avvio di un processo di bonificadeisuoliinquinatiel’istituzio- nediunRegistroregionaledeiTumori, si inizia a registrare un’inversione di tendenza: fortunatamente è cambiato l’approccio,c’èunamaggioreconsape- volezzaeunafortedeterminazioneari- solvere il problema alla radice. Recen- tementelaregioneCampaniasièdota- ta di una rigorosa procedura di certifi- cazione della salubrità delle sue produzioni agroalimentari così da ri- sultareunadelleregionipiùcontrollate d’Europa e ha messo in piedi un vero e accesi i riflettori nazionali, e non solo nazionali, su questo enorme problema che continua a mietere vittime inno- centi. Le istituzioni, a cui tocca dimo- strare di avere capacità di intervento, devono fare la propria parte provve- dendo a bonifiche in tempi celeri ma anche l’Europa può e deve fare la sua parte accompagnando la Campania in questo processo. Pochi mesi fa, in un convegno che ha visto la presenza di medici e scienziati provenienti da ogni parte d’Europa, ho chiesto ad alcuni funzionari della Commissione l’elabo- razione di un manuale di buone prati- che, da quelle igienico-alimentari a quelle mediche e di prevenzione, per dare delle indicazioni ai cittadini che vivono in tutte le aree ad alto impatto ambientale d’Europa. proprio piano di monitoraggio dell’in- tero territorio campano, con l’obiettivo di svolgere indagini tecniche per la mappatura,anchemediantestrumenti ditelerilevamento,deiterrenidestinati all’agricoltura. A febbraio il Registro Tumori Infantile della Regione Cam- pania è stato accreditato dall’Associa- zione italiana dei registri tumori ed è stato avviato uno specifico studio da partedell’IstitutoZooprofilatticoedel- l’IstitutoTumoridiNapolisu4200sog- gettiprovenientida168comuniindivi- duatisullabaseditremodellidifferenti dirischioambientalealfinediesclude- re le interferenze date dalla poca espo- sizione o di fattori legati fisiologica- mente all’età. Inoltre, sono stati effet- tuatiiprimiinterventidibonificadelle areeinquinate,sièdatoavvioall’opera- zione di rimozione delle ecoballe ma soprattutto la Campania si è dotata di un nuovo piano dei rifiuti che dovrà traghettare la regione definitivamente oltre l’emergenza. Ho invitato in Cam- pania il commissario Vella affinché si rendacontodeiprogressifattiinquesti ultimi anni. Certamente è necessario fare molto di più, continuare nel cam- mino intrapreso, continuare a tenere La Campania si è dotata di una certificazione della salubrità delle sue produzioni L’Italia è uno tra i principali Paesi importatori di carne brasiliana con oltre 28 mila tonnellate nel 2015 e 16 tonnellate nei primi sei mesi del 2016. Per tale ragione il recente scandalo della carne infetta e avariata esportate dal Brasile impone una seria riflessione su due aspetti, distinti ma strettamente correlati tra loro: da un lato la protezione dei nostri consumatori per la quale è quanto mai necessario un approccio armonizzato tra gli Stati membri, con maggiori controlli non solo sulla carne in entrata ma anche sulle partite già importate dal Brasile; dall’altro gli standard che i nostri operatori devono rispettare e che rendono i prodotti europei i più sani e sicuri al mondo. La Commissione deve continuare a monitorare le importazioni di carne dal Brasile e attraverso gli accordi commerciali, in corso di negoziazione e futuri, garantire un mercato più trasparente, orientato al perseguimento del principio di reciprocità a livello internazionale degli standard qualitativi applicati dall’Unione. I negoziati potrebbero infatti essere lo strumento attraverso il quale rafforzare la cooperazione e assicurare l’effettivo rispetto degli alti standard di qualità europei, valorizzando l’apporto alla crescita che può essere dato da un ampliamento degli scambi commerciali, senza ridurre le tutele di cui godono i cittadini europeo. PAOLO DE CASTRO Lo scandalo della carne brasiliana e l’esigenza di maggiori controlli sull’import Nicola Danti Nicola Caputo