1. RROOMMAA - Nel 2015 gli immigrati regola-
ri in Italia rappresenteranno il 10,5%
della popolazione. Ad affermarlo, è il
rapporto sull'Immigrazione della
Caritas/Migrantes 2006, che registra
3.035.000 immigrati regolari nel nostro
Paese alla fine del 2005, in altre parole
il 5,2% della popolazione. Secondo que-
sti nuovi dati, l'Italia diventa il quarto
paese europeo per afflusso d'immigrati,
dopo Francia (3.263.186), Spagna
(3.371.394) e Germania, che conserva a
gran distanza il primo posto (7.287.980).
Gli immigrati nelle grandi città sono un
numero esiguo rispetto al nazionale:
11,4% a Roma e 10,9% a Milano sul
totale della popolazione straniera.
D'altra parte, forse il futuro è già oggi.
Secondo le stime del Dipartimento
Politiche Migratorie della Cisl, il numero
d'immigrati regolarizzati in Italia è di
3.741.500 (il che ci porterebbe ad esse-
re il secondo Paese in Europa per flussi
migratori), mentre il numero dei clande-
stini si aggirerebbe intorno alle 750.000
persone: se si sommano i due indicatori
siamo già vicini al 10% della popolazio-
ne italiana. In ogni caso, come visto
sopra, il fenomeno dell'immigrazione ha
una portata continentale. L'11 settem-
bre scorso, i presidenti d'Italia, Spagna e
Francia, rispettivamente Prodi, Zapatero
e Chirac, si sono fatti promotori di un'i-
niziativa comune che è stata presentata
alla presidenza di turno dell'Unione
Europea, ovvero alla Finlandia, dichia-
rando, tra le altre cose, che "l'afflusso
massiccio di clandestini alle Canarie o in
Sicilia non è un problema bilaterale ma
un problema europeo". Ad ogni buon
conto, il giorno dopo tale proposta,
Zapatero ha espulso dalla Spagna
8 0 0 . 0 0 0
i m m i g r a t i
irregolari.
L'obiettivo
dell'iniziati-
va dei tre
capi di stato
era rilancia-
re l'azione
congiunta
dell'UE sulla
q u e s t i o n e
dell'immi-
g r a z i o n e ,
con spirito attivo di cooperazione. La
presidenza finlandese ha risposto subito
positivamente alla questione ed ha pro-
messo di muoversi nella direzione auspi-
cata dai tre rappresentanti di governo. È
proprio la Presidenza di turno, incarica-
ta di ospitare le riunioni del Consiglio
europeo, a coordinarne i lavori e rappre-
sentarlo nei rapporti con le altre istitu-
zioni comunitarie, a farsi portavoce
degli orientamenti politici dell'UE, ren-
dendo pubbliche le decisioni che daran-
no poi impulso al successivo processo
politico. Considerando che, durante il
primo semestre del 2007, la presidenza
passerà alla Germania, prima nazione in
Europa per flussi migratori, e durante il
secondo al Portogallo, che ha già pro-
messo di incentrare i lavori sull'immi-
grazione, ed in particolare sulla c.d.
"Health migration", è probabile che il
tema in questione rivestirà un'impor-
tanza crescente nel prossimo futuro
dell'Europa. Il punto è che la questione
migratoria non può prescindere da sem-
plici dati di fatto: fame, povertà, malat-
tie, guerre. Finchè i Paesi d'origine non
conosceranno un equilibrio che consen-
tirà alla popolazione di sopravvivere, i
flussi migratori continueranno ad ingi-
g a n t i r e .
D ' a l t r a
parte, per
realizzare
questo equi-
librio biso-
gna sostene-
re delle poli-
tiche di
cooperazio-
ne reale che
consentano
ai paesi più
poveri di
crescere. Secondo il "Rapporto sullo
Sviluppo Umano" del 2005 dell'United
Nations Development Programme, la
media di vita di un essere umano in
Niger si aggira intorno ai 44 anni, ed il
reddito pro-capite annuale intorno ai
600 dollari l'anno; in Svezia, la media di
vita è di 82 anni ed il reddito pro-capite
sfiora i 4.000 dollari. E' chiaro che alla
fine si parla sempre di attivare canali
che favoriscano il fiorire economico dei
c.d. Paesi in via di sviluppo. E' in tal
senso che da più di trent'anni esiste il
concetto di cooperazione allo sviluppo.
Come è descritto nella documentazione
multimediale del Ministero degli Affari
Esteri italiano, "La cooperazione allo
sviluppo si fonda su due basi prioritarie.
La prima è l'esigenza solidaristica di
garantire a tutti gli abitanti del pianeta
la tutela della vita e della dignità
umana. La seconda vede nella coopera-
zione il metodo per instaurare, migliora-
re e consolidare l'interdipendenza eco-
nomica globale che, mediante l'allarga-
mento dei mercati ed il miglioramento
della circolazione dei fattori produttivi,
assicurerà la crescita economica a tutti
i popoli." A tal proposito, è utile riana-
lizzare il concetto di "health migration",
ovvero la prevista priorità della presi-
denza portoghese dell'UE. L'"Health
migration" si riferisce all'immigrazione
dei medici, degli infermieri e di tutti gli
operatori sanitari in Paesi ricchi, e le ini-
ziative più recenti a questo riguardo si
riferiscono alla possibilità di formare
questi professionisti perchè possano
tornare in patria per un tempo e forma-
re altri specialisti nei Paesi d'origine,
innalzando così il numero di medici pro-
fessionisti in zone dove ve n'è un biso-
gno ed una penuria estrema. Il
Portogallo è poi il Paese che ha poc'an-
zi registrato il maggior numero di tra-
sferimenti in denaro verso i Paesi d'ori-
gine, ovvero un trasferimento di valuta
complessivo di seimila milioni di euro
tra il 2000 ed il 2004 e, secondo le stime
del ministero dell'economia portoghese,
tale dato è destinato a crescere fino a
novemila milioni di euro nei prossimi tre
anni. Tale studio ha messo in luce la
grande rilevanza di tali trasferimenti
verso i Paesi in via di sviluppo ed ha
posto il problema di come tali fondi si
potrebbero utilizzare a beneficio dell'e-
conomie locali. Chi ha già scoperto
come fare è Muhammad Yunus, vincito-
re dell'ultima edizione del premio Nobel
per la pace, che ha inventato il sistema
del microcredito, ovvero finanziamenti
esigui verso i poverissimi al fine di dare
a loro la possibilità di intraprendere pro-
getti economici. La sua Grameen Bank
ha aiutato ad uscire dalla povertà 100
milioni di famiglie nel mondo. La moti-
vazione attraverso la quale il Comitato
norvegese del Premio Nobel ha assegna-
to a Yunus il Nobel per la Pace 2006
recita così: " La pace duratura non può
essere raggiunta a meno che gran parte
delle persone nel mondo non riesca a
risollevarsi dall'estrema indigenza."
E’ NECESSARIA UN’AZIONE CONGIUNTA DELL’UE SULLA TRAGEDIA MIGRATORIA COSTRUENDO UN ATTIVO SPIRITO COMUNE DI COOPERAZIONE
Immigrati, questione europea
Finché nei Paesi d’origine
ci saranno fame e guerre
i flussi non si fermeranno
con operazioni di polizia
Quotidiano
della Democrazia Cristiana
11 martedì 31 ottobre 2006 SPECIALE
di GIANLUCA SCHINAIA