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VIGNETTE Pagina 14
Lu Chiazzaiuolu
Notizie varie valselesiane
A cura di Maridina
pagina 16
Cultura & Societa‟
A cura di Nino Bellinvia
Pagine centrali 8/9
COMUNICATI
Palmerini
Pagine 11/13
CRONACA
Doriana Goracci
Pagina 4
Dall‟ Italia e dall‟ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 3
Rivista sociopolitica di informazioni libere e approfondite. Fondato, edito e diretto da Carmine Gonnella Londra (2005/2019 )
IV edizione N. 52 settembre 2019 . Siamo su molti social networks. e arriva a circa 5 mila contatti in formato Pdf . Formato cartaceo limitato.
GEOPOLITICA
Ennio Remondino
Pagine 5
Notizie varie valselesiane. Seconda edizione. III Set. 2019. A cura di Maridina Gonnella
La "valle dei tumori". Irpinia come la
Terra dei Fuochi
GELSOMINO DEL GUERCIO
Arpac e Cnr. «Non ci facciamo mancare proprio
nulla, eppure non si muove foglia a tutela della
salute della gente», commenta amareggiato Fran-
co Mazza, ex consigliere della Provincia di
Avellino e attivista di Ambiente e salute, l'associ-
azione che si è occupata di raccogliere le tremila
firme e predisporre la denuncia in Procura. Da
anni gli ambientalisti si battono (invano) per
ottenere il monitoraggio stabile di aria, suolo e
falde acquifere, e la bonifica di un territorio me-
no conosciuto della "Terra dei fuochi" ma proba-
bilmente altrettanto letale.
Questa conca solcata dal torbido fiume Sabato e
dalla trafficata autostrada A16, dove sono rac-
colti una decina di centri abitati e 30mila per-
sone, è sovrastata da una nebbiolina che ristagna
perennemente. La conformazione geografica
della zona già di per sé non agevola il ricambio
dell'aria, ma gli alti livelli di smog riconducibili a
emissioni industriali e traffico la trasformano in
una sorta di "camera a gas". Ci sono un centinaio
di aziende che eruttano fumi di ogni tipo e un
impianto per lo smaltimento dei rifiuti che emana
un tanfo insopportabile per tutta la giornata. Ma
questa è anche la terra in cui amianto e diossina
hanno stabilito dei tristi record con l'Isochimica
di Pianodardine, stabilimento dove sono stati
smaltiti illecitamente 20mila chili di amianto
scoibentato dai treni, e l'Irm di Manocalzati, sito
di stoccaggio di rifiuti, noto per il rogo doloso
che nel 2005 ha mandato in fumo 8000 tonnellate
di immondizia.
Ambientalisti e medici di base presentano un
esposto in procura per denunciare l'aumento
anomalo di neoplasie legate all'inquinamento
nella zona industriale a valle di Avellino.
L'ipotesi di reato. disastro ambientale. I dati di
Arpac e Cnr sui veleni di suolo, acqua ed aria. I
sanitari: "Tumori e malattie respiratorie in cos-
tante aumento". I cittadini: «Siamo in una cam-
era a gas, abbandonati dalle istituzioni»
L'hanno ribattezzata la "valle dei tumori". Da
mesi i medici di base sono in rivolta per l'au-
mento continuo di neoplasie e malattie dell'ap-
parato respiratorio. Che nessuno è ancora ri-
uscito a certificare con un accurato studio epide-
miologico. Così i cittadini della media Valle
del Sabato, che coincide con il nucleo industriale
a valle di Avellino, hanno deciso di fare da soli.
In una settimana hanno raccolto 3061 firme che
sono state allegate a un esposto-denuncia
presentato al Procuratore della Repubblica di
Avellino Rosario Cantelmo. «I dati scientifici
mettono in relazione le emissioni di sostanze
inquinanti con il boom di patologie neo-
plastiche», sostengono i cittadini. Sarà compito
della magistratura accertare il collegamento e
valutare se ci siano le condizioni per parlare di
"disastro ambientale" ed "ecosistema compro-
messo" in questo angolo d'Irpinia, tutt'altro che
felix.
Fumi e veleni nella Valle del Sabato
I livelli di ozono, benzo(a)pirene, polveri sottili,
toluene nell'aria, ammoniaca, ferro e manganese
nell'acqua, piombo, rame e pcb nel suolo hanno
registrato valori sballati in studi condotti da
39enne di Eboli disperso sulle montagne di Montella trovato morto, alla ricerche hanno partecipato
anche i vigili del fuoco di Avellino. Sul posto, oltre le squadre dei distaccamenti di Lioni e Montella,
anche personale TAS (topografia applicata al soccorso), SAF (speleo alpino fluviale) ed il nucleo
elicotteri di Pontecagnano. Le ricerche sono proseguite fino al pomeriggio di oggi, quando l‟uomo è
stato trovato dai Vigili del Fuoco in collaborazione con il Soccorso Alpino, in fondo ad un dirupo,
privo di vita. Lo stesso è stato recuperato dagli uomini del nucleo SAF dei Vigili del Fuoco, con
l‟ausilio dell‟elicottero. www.irpinianews.it
VARIE
Pagina 15
Capaccio Paestum, timore di nuovi
sversamenti illegali a Ponte di
Ferro
LONDRA:
Boris Johnson is referred to police watchdog over
friendship with model Jennifer Arcuri ..A pagina 12
Nota editoriale
IL MECCANISMO
ELETTORALE IN
COSTITUZIONE NON
ANDAVA MODIFICATO, MA
MIGLIORATO
Piu' le coalizioni di governo sono
larghe e piu' il livello di democrazia e'
alto
Nel 1993 abbiamo abbandonato il propor-
zionale secco, che ha funzionato dal
1946, per optare per un polarismo con
governi preconfezionati, che si e‟ verificato
del tutto autolesionistico Il proporzionale
puro e‟ sancito dall‟ articolo 49 della Cos-
tituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno
diritto di associarsi liberamente in partiti
per concorrere con metodo democratico a
determinare la politica nazionale” Con
voto a suffragio universale e diretto, da
persona a persona
Sappiamo che con il mattarellum il 25%
degl‟ eletti era si proporzionale ma con
liste bloccate, quindi non dirette. Nel caso
del porcellum tutte le liste erano bloccate,
il voto non era ne‟ personale ne‟ diretto e
nemmeno il premio di maggioranza, ha
dato legislature stabile. Questo rosatel-
lum, lo sappiamo, i due terzi del Par-
lamento e‟ eletto indirettamente e su delle
liste bloccate. Quello che dal 1993, e‟ ri-
masto inalterato e‟ solo il suffragio univer-
sale. Pe noi e‟ auspicabile un ritorno al
proporzionale puro, con la formazione dei
governi dopo le elezioni, una volta che il
popolo ha espresso la sua volonta‟.E
poi…
Non e' con la riduzione del numero dei
parlamentari che si cambia il modo di far
politica, ma ridisegnando il ruolo del legis-
latore, iniziando appunto dal meccanismo
elettorale.
Detto cio', con il ritorno al proporzionale
puro, occorre anche una regolamenta-
zione dei partiti, con l' introduzione di un
codice etico, per che riguarda candidature
e statuti, ed una regolamentazione par-
lamentare del libero mandato, con l' intro-
duzione della mozione di sfiducia person-
ale estesa a tutti, altrimenti si ritornerebbe
semplicemente nella fossa dei leoni, della
prima Repubblica.
Comunque per noi l‟ unico meccanismo
alternativo che potrebbe realmente
rivoluzionare la politica, rest ail nostro
“Universallum”,piu‟ volte ribadito. Consiste
in un sistema elettorale misto meta‟ seggi
uninominali e meta‟ proporzionali, con due
o tre preferenze. Nelle circoscrizioni o
collegi uninominale, candidare tutti par-
lamentari uscenti, in qui proporzionali I
nuovi alla politica e non eletti in quei un-
inominali. Il poche parole il popolo premia
chi duramte la legislatura ha esercitare
bene il suo mandato, con un vero rinnovo
generazionale del Parlamento. Quell ache
possiamo definire , una Democrazia meri-
tocratica. Oggi e‟ molto facile entrare o
scendere in politica, basta avere soli o
conoscenze partitiche, con l‟
“Universalum” entrano in poltica i compe-
tenti e I meritevoli“.In Italia se il legislatore
di turno facesse una legge elettorale, in
cui solo il capo famiglia andrebbe a vo-
tare, il popolo non avrebbe nulla da ridire “
QUI LONDRA
A pagina 2
Congo, l’inferno del Coltan
e la manodopera della
disperazione
Pagina 10
L‟ombra della corruzione a
Bruxelles e Strasburgo. Quei
regali che andavano rifiutati
di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu
Pagina 6
LA GRANDE CRISI
Da: L’ Espresso
Le incertezze e le insicurezze del
nostro tempo sottolineano solo
quanto sia fondamentale il rag-
giungimento della giustizia sociale
per la stabilità e la pace e come
l‟accesso al lavoro dignitoso sia
vitale per il progresso del
benessere umano». Il Direttore
Generale dell‟Organizzazione In-
ternazionale del Lavoro (Ilo), Guy
Ryder, ha usato queste parole a
Ginevra, in occasione del Cen-
tenario dell‟organizzazione nata
nel 1919 dal trattato di Versailles,
per esortare la platea di circa 600
delegati, membri dei governi, la-
voratori e datori di lavoro proveni-
enti dai 187 paesi membri
dell‟Ilo…..
Segue a pagina 7
RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E
RIFORME COSTITUZIONALI
Art. Cost. 138 Bis “Le leggi di revisione della
Costituzione e le altre leggi costituzionali sono
adottate da ciascuna Camera con due successive
deliberazioni ad intervallo non minore di tre
mesi, e sono approvate a maggioranza dei due
terzi dei componenti di ciascuna Camera nella
seconda votazione.
Forse e‟ ora di dare una spolveratina all‟ articolo
138, riguardante la modifica della seconda parte
della Costituzione
IL fatto che una riforna costituzionale possa
essere varata solo con la maggioranza assoluta,
coinvolgendo poi il Popolo con il referendum
confermativo, a nostro avviso non e‟ del tutto
giusto. Se il Parlamento non e‟ in grado di ap-
provare una legge costituzionale ( come nel caso
odierno sulla riduzione dei parlamentari) con I
due terzi, significa che la legge o e‟ poco chiara
oppure incostituzionale, perche‟ una modifica
necessaria ed utile al paese, dovrebbe essere
votata da tutti. Detto cio, veniamo alla
“spolveratina”, il terzo comma dell‟ articolo 138
e‟ chiaro; “ Non si fa luogo a referendum se la
legge è stata approvata nella seconda votazione
da ciascuna delle Camere a maggioranza di due
terzi dei suoi componenti.”
Allora aboliamo il referendum con una semplifi-
cazione e amalgamazione dell articolo 138”
Art. Cost. 138 “Le leggi di revisione della Cos-
tituzione e le altre leggi costituzionali sono
adottate da ciascuna Camera con due successive
deliberazioni ad intervallo non minore di tre
mesi, e sono approvate a maggioranza dei due
terzi dei componenti di ciascuna Camera nella
seconda votazione. PIU‟ SEMPLICE DI COSI‟
Nota edittoriale
DAL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO, AL
GOVERNO PER CAMBIARE LA POLITICA
(Cosi dicono)
CALABRITTO & DINTORNI
L' unica informazione
libera, e' sempre stata
la controinformazione
39enne disperso sulle montagne di Montella
trovato morto: alle ricerche hanno partecipato
anche i vigili del Fuoco di Avellino
Calabritto, sequestrato impianto rifiuti
nell‟area industriale
E‟ continuata senza soste, anche nel corso dell‟estate,
l‟azione di controllo dei Carabinieri del Comando
Tutela Ambientale per contrastare il fenomeno delle
violazioni in materia ambientale presso i principali
impianti di trattamento di rifiuti della Provincia.
A Calabritto, nell‟ambito di una mirata attività d‟ind-
agine coordinata dalla Procura della Repubblica di
Avellino, i Carabinieri del N.O.E. di Salerno nelle
ultime settimane hanno avviato una serie di accessi
ispettivi presso la locale area industriale con partico-
lare riferimento ad un impianto di stoccaggio e tratta-
mento di rifiuti speciali pericolosi e non, prevalente-
mente costituiti da ingombranti, vetro, materiali ferrosi, plastica e gomma esteso su una superficie di
circa 20.000 mq. Le ricognizioni hanno consentito di individuare gravi ed attuali violazioni delle pre-
scrizioni imposte nei titoli autorizzativi riferite alla gestione non consentita di rifiuti speciali non
pericolosi prodotti dal trattamento meccanico. Nel corso delle verifiche è emersa inoltre l‟assenza
della certificazione antincendio in quanto scaduta di validità da circa 2 anni.
All‟esito degli accertamenti, che hanno consentito il deferimento in stato di libertà del legale rap-
presentante della società gerente con sede legale in provincia di Napoli e del responsabile tecnico
dell‟impianto, il Gip del Tribunale di Avellino ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell‟in-
tero impianto di trattamento di rifiuti, che è stato affidato in custodia al legale rappresentante.
IrpiniaPost
Sversamenti illegali in
località Ponte di Ferro, dubbi
e paura per i cittadini di
Capaccio Paestum
preoccupati per le condizioni
dell'acqua
Ancora paura di sversamenti
illegali in località Ponte di
Ferro a Capaccio Paestum. Al-
cuni cittadini questa mattina
hanno notato che l‟acqua era
di un colore tra il verde ed il
marrone. Inoltre, la corrente
trasportava alcuni rifiuti.
Sversamenti illegali in locali-
tà Ponte di Ferro
In località Ponte di Fer-
ro sfociano diversi canali, da
tempo sospettati di essere og-
getto di riversamenti illegali
da parte di aziende
del territorio.
Ipotesi maltempo
Ad ogni modo non si può
escludere che la colorazione
dell‟acqua possa dipendere dal
maltempo che potrebbe aver
comportato anche la caduta in
acqua di detriti. I cittadini
chiedono maggiori controlli
salerno.occhionotizie.it
FOTO: I M. Ponzi
CURIOSITA’
“Briglia della
Comare”: Tortura
Rinascimentale che
puniva il
Pettegolezzo
Pagina 15
L’ ELETTORATO PARLA CHIARO …
L‟ elettorato italiano repubblicano si e‟ sem-
pre suddiviso in 4 categorie. Un quarto pro-
gressista , un quarto conservatore, un quarto
in continuo movimento e un quarto indiffer-
ente. Con un‟ elettorato di questo genere un
qualsiasi meccansmo elettorale a forme
maggioritarie, non potrebbe mai funzianare.
In effetti e‟ piu‟ di un ventennio che la politica
ci sta provando, vuoi con il mattarellum, vuoi
con il porcellum e quest‟ ultimo addirittura
prevedeva anche un premio di maggioranza,
ambedue non hanno dato I risultati sperati e
cioe‟ una legislatura con un solo governo. E‟
inutile dire che il rosatellum, abbia dato risul-
tati migliori ! A questo punto, o si trova un
meccanismo diverso e piu‟ efficace come il
nostro “Universalum” ( vedi alla fine) oppure
si dovrebbe ritornare al vecchio e buono pro-
porzionale puro dei nostri padre costituenti.
Altresi‟ (e questo va detto), occorre fare una
legge che regolarizzi I partiti, che preveda un‟
unico statuto, un codice etico ( tanto caro ai 5
stelle) e conflitti d‟ interessi tra I poteri e isti-
tuzioni. Un esempio sarebbe quello di tenere
fuori dalla politica tutte le categorie che han-
no a che vedere con la Giustizia, ivi inclusi gli
avvocati. Essenziale sarebbe anche abolire
le candidature plurime, fare in modo che I
candidati restano sul territorio di provenienza
e una volta eletti finiscono il loro mandato,
prima che si possono candidare ad altre tor-
nate elettorali; Un esempio sarebbe quello di
proobire ai parlamentari eletti di candidarsi
anche al Parlamento europeo o alle regionali.
Un voto un solo mandato !
UNIVERSALUM:
Meta‟ collegi uninominali, dove ricandidare
tutti I parlamentari uscenti , solo la meta‟ che
ha dimostrato onore e disciplina verra‟ rielet-
ta dall‟ elettorato. L‟altra meta‟ dei collegi con
il proporzionale puro con tre preferenze,
dove candidare I nuovi alla politica e I par-
lamentari non eletti nei collegi uninominali.
Questo meccanismo racchiude, meritocrazia
alla quinta essenza e cambiamento genera-
zionale. La politica e‟ impegno sociopolitico e
nessuno deve attaccarsi alle poltrone.
COSTITUZIONALMENTE UN PARTITO,
E’ UNA LIBERA ASSOCIAZIONI DI
CITTADINI DIVERSAMENTE
SOCIOPOLITICI, PERSONALIZZARLA
SIGNIFICA SRADICARLA
E‟ quell che e‟ avvenuto nel1994 con il ber-
lusconismo, sino ad arrivare all‟ attuale Mo-
vimento 5 Stelle, un‟ associazione gestita
interamente da privati. In altre parole, si tratta
di una vera e propria privatizzazione della
politica e quando la politica va in mano ai
privati, non esistono piu‟ ideologie, perche‟
una vale l‟ altra, o tutte valgono una, a se-
condo dell‟ opportunita‟. Ecco perche‟ noi
crediamo ( e l‟ abbiamo parecchie volte gia‟
ribadito) che occorre ritornare alle origini,
dove tutti i cittadini sono in grado di associar-
si liberamente in partiti per concorrere con
metodo democratico a determinare la politica
nazionale. Un metodo democratico, potreb-
bero essere le cittadinarie (quelle vere), dove
ad ogni tornata elettorale, ogni partito, mo-
vimento o associazione sociopolitica, presen-
tano sia la lista dei candidati/o, sia il loro pro-
gramma legislativo, per essere poi sottoscrit-
to dai un tot di cittadini prima di presentarli
alle autorita‟ competente per la verifica.
Questa e‟ l‟ unica ( secondo il nostro modes-
to parere) alternativa all‟ attuale stallo isti-
tuzionale e degrado politico, per fare modo
che sia prima il cittadino a determira libera-
mente la politica nazionale, come narra l‟
articolo 49 della Costituzione italiana.
tituzionale avrebbe come si suol dire l‟ ultima
parola sui dubbi di incostituzionalita‟ legisla-
tive, purtroppo puo‟ intervenire solo su ricorsi
cittadini e solo dopo un anno. Spesso per
non andare in conflitto con la maggioranze di
governo e quindi il Parlamento, ritardano e
non d poco le sentenze. Facciamo ancora
presente che per definire il porcellum incos-
tituzionale, ci son voluti ben quasi dieci anni,
in altre parole piu‟ di una volta interviene a
fuoco spento,
ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO,
SOLO CON I DUE TERZI DEL PAR-
LAMENTO
Dire che in Italia l‟ elezione del Capo dello
Stato e‟ solo una farsa, e‟ dir poco. Per me si
tratta solo di un‟ azione truffandina ai danni
della Democrazia. Si‟ induce il Parlamento a
giochi di Palazzo, io non ricordo quando
e‟stata l‟ ultima volta che si e‟ eletto un Presi-
dente ddella Repubblica, con I due terzi del.
Tutti sappiamo che quest‟ ennesimo gover-
nicchio giallo/rosso con un pizzico di viola, e‟
nato per poter ipotecarsi il colore politico del
prossimo Capo dello Stato.
Detto cio‟, a tutto c‟e‟ un‟ alternativa. C‟ e‟ chi
continua a proporre l‟ elezione diretta del
Capo dello Stato come avviene in altre
democrazie, purtroppo l‟ elezione diretta e‟
troppo costosa perche‟ dovrebbe prevedere il
ballottaggio, altrimenti non si avrebbe un
Capo dello Stato superpartes. Un‟ opera-
zione tra l‟ altro molto costosa, di circa 800
milioni. Dicevano,a tutto c‟e‟ un‟ alternativa.
Un‟ alternativa a costo zero, sarebbe quella
di eleggere il Capo dello Stato solo con i due
terzi del Parlamento e sino a quando non si
elegge, resta in carica il Presidente uscente.
Piu'‟ semplice e democratico di cosi‟ !!!
L' INGOVERNABILITA' E' ANCHE FIGLIA
DEL COSIDETTO POLTRONISMO
Questo va esplicato..
Spesso i politici confondono la conconcorren-
za di tutti a determinare la vita politica na-
zionale di un paese, con la gestione dello
Stato.
E vero che in base all' articolo 49 della Cos-
tituzione, per concorrere a determinare la
politica nazionale, non occorre avere
specifiche competenze o titoli di studio, ed
giusto che cosi' sia, ma per la gestione dello
Stato occorre come minimo avere delle com-
petenze correlate agli incarichi.
L' ingovernabilita' e' anche figlia del cosidetto
poltronismo (Autocit 2015.) Cosa signigica ?
Nessun governo darebbe il ministero degl'
affari Esteri a qualcuno, che non conosca
come minimo tre lingue, oppure il ministero
della Sanita' a uno avvocato. E qui apro una
parentesi ( l‟ avvocato e‟ un uomo di legge,
puo‟ benissamente rappresentare il popolo
ma non un governo, perche‟ subentrerebbe il
conflitto di interesse).
Per il “poltromismo” non si puo‟ incopare di
certo gli elettori, questi eleggono i loro rap-
presentanti, ma spetta a loro su proposta del
governo , la scelte di coloro che gestiranno lo
Stato. Da decenni parliamo della " spar-
tizione degl‟ incarichi ministeriali" anche
perche‟ la politica spesso fa preferito nomina-
re in base alla mangiatoie elettorali e non alle
competenze. Basterebbe mettere l' uomo
giusto al posto giusto.
Potrei fare cento o mille esempi di incompati-
bilita ministeriali, ma mi basta quello dell‟
avvocato, che la mattina in un‟ Aula del Par-
lamento legifera le leggi e la sera in un Aula
di un Tribunale le puo‟ mettere in pratica
DAL SCILIPOLITISMO BERLUSCONIANO,
AL CAMALEONTISMO RENZIANO
Scrivevo: “ Il politico preferisce trasmormarsi
e non evolversi, e‟ un camaleonte stagion-
ale” (2016 prima del referendum cos-
tituzionale)
Per questa ragione sono sempre stato fa-
vorevole al proporzionale puro senza livelli di
sbarramenti. Matteo Renzi non e‟ ne‟ il primo
ne‟ l‟ ultimo politico trasformista, della storia
repubblicana, siamo solo passati dal scil-
ipotismo berlusconiano al camaleontismo
renziano.Con il proporzianale puro, puoi tras-
formati come vuoi e quando vuoi, alla fine
2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 15 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
“Quando e‟ la stessa politica a mettere in discussione le istituzioni, e‟ l‟ inizio della fine di ogni forma di
sovranita‟ popolare”
L’Angolino della Poesia
Marynzia Panico Borrelli
Nuje a Nnapule tenimme tanti
ccose belle tra cui 'o Vesuvio,
cu scorci 'e lava stutata
ca sovrasta tutt'a città,
dint'e vvedute!
Che bellu panorama e penzà ca
tutti nc'e lo invidiano
e ppò dicene,
ca nuje simme "attaccabrighe!"
Tutt'e turisti ll'amano chesta città
partenopea ca ggir'o munno in-
tero
e a chi 'a vede...fa ggirà 'e
ccerevelle tanto ca è bella!
Nuje napulitane tenimme 'a lava
dint'e vvène, pirciò simme chin'e
calore
ppè ll'ospite ca nc'è vene a truvà
ccà!
Noooo...state sicure ca 'o Vesu-
vio nuosto nun fuma...e nun
fumarrà cchiù...s'ha levat'o vi-
zio...
fa male a ffumà...
se ntossechen'e pulmune e jsso
'o ssape bbuono!
Pirciò, amici miei nordisti...
è inutile a fa preghiere a chistu
mostro 'e bellezze,
pecché 'a lava nun laverà maje
'e napulitane...
arricurdateve ca 'o Vesuvio nc'è
tene ppè nnuje e nun c'è vò
vedè 'e murì...ma serio eh!!!
Nuje tenimme l'ammore ppè
ll'Arte e 'a Cultura...
tenimme 'a sinfonia da musica
d'autore dint'o ccore e,
sapimme quanno c'avimma fer-
mà 'a staziona, pecchè tenimme
a Ddio ca nc'è guida e nc'è porta
pp'à mmano!
E allora è inutile ca tenite mmiria
'e nuje...ggente dò Nord,
ll'unica cosa ca putite fà, è avè
pietà e vuje
e pregà 'o Signore ca ve benedi-
ce e vvè fa addivintà cchiù
bbuone!
...E certo ca lloco, nc'è vulesse
sulo
nu miraculo!!
AUTAFORISMO
Non esistono guerre dove non
si commettono crimini
umanitari e democrazie, dove
non esistono dittatori
Le leggi giuste ed eguali per
tutti, non hanno bisoglio di
essere scrisse da nessuna
parte
E' ora che anche i politici, si
rendessero conto che la
Politica si determina in
Parlamento
Non esistono guerre dove non
si commettono crimini
umanitari e democrazie, dove
non esistono dittatori
Finche' ci sono le
contestazioni generazionali,
c'e' cambiamento
L' unica informazione libera, e'
sempre stata la
controinformazione
Il Potere una volta assaporato,
non lo molla piu' nessuno e il
trasformismo politico n’e’ la
prova
Lo Ius soli, o meglio il diritto
all' esistenza, dovrebbe essere
una legge Universale
Ogni qualvolta che perdiamo la
razionalita', puntuale spunta il
Diavolo
Quando un paese non
proggredisce, e' perche' le
esigenze esistenziali sono
aumentate e la politica, non e'
piu' in grado di garantirle a tutti
La perfezione non esiste,
altrimenti Dio non avrebbe
creato, anche il genere umano
Si diventa vecchi,
ammazzando il bambino che e'
in ognuno di noi e si matura e
si evolve ascoltandolo
Quando un popolo sceglie un
Barabba, non c’e’ Cristo che
tenga
Nella gastonomia come nella
politica, ci vuole solo un po' di
passione per ottenere dei
buoni risultati
Una volta c’erano conservatori
e progressisti, da alcuni
decenni ci troviamo al cospetto
di trasformisti che si spostano
a secondo le stagioni
Sono anarchico, perche' al
mondo non esiste ancora, una
sola legge uguale per tutti
Ilario Mario
Ponzi
Photo reporter
E Socio onorario
Britalyca La Voce Alternativa
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) .
Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo
alternative !
Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale,
con onesta‟ intellettuale e senza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma informazione.
Motto: “ In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni
cittadino
Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio
Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla
diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista
Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Maridina ( Italy ) Fondato, edito e pubblicato da Carmine
Gonnella Londra (GB)
Formato cartaceo limitato
IN DEMOCRAZIA LE VIE DELLE
ALLEANZE SONO INFINITE
Sento dire che l‟ alleanza PD – M5Stelle e
innaturale. Niente di piu‟ falso, in democra-
zia le vie delle allenaze sono infinite, a pre-
scindere dal meccanismo elettorale
(parliamo anzitutto del propor-
zionale) .Anche con il rosatellum, se nessun
polo o alleanze pre elettorali raggiunge la
maggioranze del 50+1% le probabili maggi-
oranze di governo, sono piu‟ di una. Anche
nei meccanismi uninominali ( a parte l‟
America dove I cittadini vanno a votare chi
ha piu‟ soldi) puo succedere, come nel caso
inglese che alcune volte, c‟ e‟ bisogno di
alleanze, per poter formare un governo (l
attuale governo) In Italia‟ unica soluzione e‟
il ritorno al proporzionale secco, senza can-
didature plurime e raccolta firme a livello
regionale e ad ogni tornata elettorale. Serve
un meccanismo unico sia a livello nazionale
regionale e comunale, in modo tale da non
confondere l‟ elettore e introdurre l‟ Election
Day. L‟ Election Day non solo riavvicinera‟ il
cittadino al legislatore, ma fara‟ risparmiare
quasi un milardo di euro ogni 5 anni allo
Stato. Il voto non e‟ solo libero, personale e
diretto, ma anche eguale !
GOVERNI ALTERNATIVI .
Nelle crisi di governo e‟ l‟ intero esecutivo
che andrebbe cambiato, sopratutto quando
subentrano nuove forze politiche (Autocit.)
Speriamo che questo nuovo governo della
"svolta", lasci da perte almeno per una volta
il poltronismo e pensi al benessere esclu-
sivo della Nazione. Un' altra cosa che an-
drebbe consiserata e l' abbandono a parte
del M5S del contratto di governo "stipulato"
con la lega. Il nuovo governo dovra'
legiferare esclusivamente sulle priorita' ne-
cessarie a pare ripartire l' economia. Poi sul
taglio dei parlamentari, a parte che essendo
un disegno di legge costituzionale, l' unltima
parola spetta alla sovranita' popolare. Non
e' il taglio dei parlamentari la priorita; ma il
meccanismo elettorale, ovverossia le mo-
dalita' con cui si i cittadini scelgono e se-
guono i loro rappresenatnti. Ricorsiamo che
per Costituzione, il voto anche con il rosatel-
lum e' ancora a suffregio universale e diret-
to, con i senza l taglio dei parlamentare. E
diretto, significa , con un meccanismo elet-
torale uninominale o proporzionale secco
con preferenze.Oppure misto meta' uninom-
inale e meta' proporzionale con preferenze.
Dare al cittadino la scelta di eleggere diret-
tamente il futuro legistatore.
LE DEMOCRAZIE FUNZIONANO SOLO
SE C’E’ SINERGIA TRA GLI ORGANI
ISTITUZIONALI DI GARANZIE
Anche se ci ripetiamo..
Nel nostro stato di diritto, ci sono tre organi
istituzionali di garanzie democratiche. In
primis il Quirinale che autorizzando I decreti
e fa da bilanciere tra il potere esecutivo e
quello legistativo. Il secondo e‟ il Parlamen-
to, eletto a suggragio universale e‟ quindi
sovrano e dobrebbe legiferare nell‟ inter-
esse esclusivo della Nazione. Il terzo e‟ la
Corte costituzionale. Se tra questi tre c‟‟e
sinergia, allora le democrazie funzionano e‟
cosi anche il progresso del paese. In Italia
purtroppo, il Quirinale per non andare in
conflitto con il potere esecutivo (I govern-
anti) firmerebbe anche la sua condanna a
morte. Il parlamento e‟ da alcuni decenni
che e‟ stato delegittimato da leggi elettorali
per dir poco “antidemocratiche”, senza piu‟
opposizioni alternative. La Corte Cos-
I dati dei primi sette mesi del 2019 hanno segnato un
aumento delle vittime del 2% rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno. Calano, invece, gli infor-
tune
Erano al lavoro in una vasca in una discarica di rifiu-
ti, e sono morti probabilmente asfissiati, i due operai
che hanno perso la vita lo scorso 29 agosto a Matera.
Leonardo aveva 52 anni, Donato ne aveva 53. I loro
corpi sono stati trovati sul fondo della vasca di de-
cantazione, a trenta metri di profondità, dove è stata
rilevata un‟alta concentrazione di monossido di car-
bonio.
In provincia di Cremona, solo nel mese di agosto,
sono morti tre lavoratori.
Marzio, 47 anni, ha perso la vita in provincia di Tre-
viso, travolto da una massa di materiale nell‟azienda
di stampaggi dove lavorava. Nel Varese, a Gorla
Minora, è morto Davide. Aveva 39 anni: è rimasto
incastrato tra due rulli di un macchinario che gli han-
no schiacciato il torace. A Ripi, vicino Frosinone, un
operaio di 57 anni è rimasto sepolto da metri di terra
in un cantiere. Ci sono singole storie, e nomi, dietro i
numeri dei morti di lavoro presentati dall‟Istituto na-
zionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail). Una
strage silenziosa, un elenco di 599 persone decedute in
181 giorni. Dati che, se comparati con quelli dello
stesso periodo di tempo del 2018, segnano un aumento
delle vittime del 2 per cento.
Le morti di lavoro sono cresciute al centro (da 110 a
120), al sud (da 119 a 134) e sulle isole (da 46 a 58).
Sono diminuite leggermente nel nord-ovest (da 155 a
153) e nel nord-est (da 157 a 134).
Rispetto alle fasce di età, sono aumentate le morti di
persone tra i 45 e i 54 anni (+ 43 casi) e tra i 20 e i 34
(+ 19). Hanno perso la vita più uomini (da 527 a 548)
e meno donne (da 60 a 51). Più lavoratori comunitari
(da 29 a 40) ed extracomunitari (da 64 a 71) e meno
italiani (da 494 a 488).
Le denunce di infortunio, sempre secondo i dati diffu-
si da Inail, indicano un leggero miglioramento rispetto
al 2018: a luglio sono state 378.671, 62 in meno
rispetto alle 378.733 dei primi sette mesi del 2018 (-
0,02%).
Un‟analisi di Pagella Politica evidenzia che le morti
registrate nel primo semestre dell‟anno, 482 infortuni
mortali, sono il dato peggiore dal 2016, cioè da quan-
do sono consultabili i bollettini trimestrali Inail. Il
2016 aveva registrato 1.018 vittime e il 2017 ne aveva
contate 1.029. I primi sei mesi dell‟anno in corso han-
no superato il totale delle vittime del primo semestre
del 2018, che già era stato il peggiore degli ultimi
anni, con il 10% di vittime in più rispetto all‟anno
precedente.
Fonte https://www.tpi.it/economia/lavoro/morti-
lavoro-2019-inail/
“Briglia della Comare”:
Tortura Rinascimentale
che puniva il Pettegolezzo
Le punizioni corporali sono
sempre state considerate un
deterrente per chiunque avesse
in mente di commettere
qualcosa di sbagliato. Dall’anti-
chità fino ai giorni nostri
(purtroppo), la tortura non ha
mai smesso di essere usata come
forma di punizione o come
“incentivo” alla confessione di
un crimine.
E’ fin troppo notorio il ricorso a
punizioni cor-
porali durante il
periodo dell’in-
quisizione,
quando anche il
minimo sospetto
di eresia o stre-
goneria, portava
a terribili con-
danne.
In Scozia, du-
rante il Rinasci-
mento, a molte
donne non oc-
correva com-
mettere chissà
quale grave
crimine per
subire un’orri-
bile punizione,
bastava essere
un po’ pettegole…
Per questo “crimine” così diffuso
fu inventato uno strumento di
tortura ad hoc: la mordacchia, o
briglia della comare
devi sempre fare I conti con il Parlamento
sovrano. Ieri sera ho ascoltato, malvolen-
tieri Porta a Porta (per chi non lo sapesse,
e‟ quell programma presentato da qualcuno
che nel corso dei decenni, si e‟ arricchito
grazie alle disgrazie politiche italiane) una
vera farsa, anzi peggio una vera e propria
commedia dell‟ arte, dove un Matteo Renzi
spiega alla Nazione le sue ragioni per lasci-
are il PD. Tutti noi di Matteo Renzi conosci-
amo sia l‟ arroganza sia I suoi u-turns, sono
sicuro che appena danno una “rispolverata
“ alla legge elettorale, si andra‟ di nuovo
alle urne. Chi vincera‟ ? Dipende ovviamen-
te dal tipo di pennellate che si danno al
rosatellum. Comunque vada maggioritario
o proporzionale il parlamentarismo senza
cambiare la Costituzione e‟ salva, cari
Matteii ! Altro che " Italia Viva "
UN ORA DI EDUCAZIONE ALIMENTARE
PER SALVARE IL PIANETA
In questo terzo millennio parlare di educa-
zione civica nelle scuole e‟ dir poco da
sprovveduti.perche‟ “ Il male assoluto del
liberismo materiale sono gli eccessi dei
consumi” (autocit.)
Personalmente invece dell‟ ora di educa-
zione civica, opterrei per un‟ ora di Educa-
zione alimentare, sin dall‟ scuole di prima
infanzia, fino alla terza media, rieducare il
palato potrebbe salvare il pianeta, partendo
appunto dagl‟ eccessi.
NOI POPOLO, NON SONO FESSO!
Consiglierei a codesto governo di riservare
la quarta letture della legge costituzionale
sul taglio dei parlamentari per ultimo. Se
dovesse passare prima di quest‟ anno, ci
sara‟ di certo un referendum confermativo e
visto l‟ andazzo sull‟ aumento delle cariche
ministeriali, il Popolo la boccera‟. Ccà
nisciuno è fesso, si dice ancora al mio pae-
se. Vedete che quei pochi milioni,
(secondo le stime piu‟ veritiere saranno di
circa 300 milioni ad ogni legislatura) che si
risparmierebbero con la riduzione dei par-
lamentari, se li mangeranno I vice-ministri e
sottosegretari aggiunti nei ministeri. La
politica costa troppo, perche‟ una volta nel
“Palazzo” (da non confondere con il Par-
lamento) bisogna accontentare i cosidetti
indotti, o meglio le “mangiatoie elettorali” ,
in ogni singolo partito o movimento.
IL TIPO DI ACCOGLIENZA PRIMA DI
TUTTO
Il problema non e' accogliere lo straniero,
migrante o naugrafo, perche' e' contempla-
to dai trattati e costituzioni di tutto il mondo,
ma il tipo di accoglienza che viene riservato
loro da ogni nazione. Il tipo di accoglienza
deve essere uniforme in tutti i paesi euro-
pei, in altre parole devono essere trattati
allo stesso modo sia nel paese di prima
accoglienza , sia nei paesi di ricollocamen-
to e occorrebbe una normativa europea ..
UN SISTEMA ELETTORALE
UNIVERSALE
In un paese done esistono diversi mecca-
nismi elettorali e si vota circa ogni anno e
mezzo, e' ovvio che appema nasce un gov-
erno, gia; si pensa al prossimo. I governo
cadono anche per quest' anomalia. Se real-
mente si vuole cambiare la politica na-
zionale e non solo, occorre un solo mecca-
nismo elettorale per tutte le tornate ma
anche un‟ Election Day. Diciamo che il cit-
tadino sa che ogni 5 anni il 21 di marzo va
a votare per le elezioni generali, per le re-
gioni e i comuni. Con questo sistema elet-
torale si potrebbe anche cambiare le mo-
dalita' di eleggere il Capo dello Stato, il
cittadino potrebbe, avendo tre preferenze a
disposizione votare (o indicare) i candidati
al Quirinale, scelti da ogni partito tra la co-
munita' non politica del Paese, poi il Capo
dello Stato verrebbe eletto dai due erzi del
Parlamento tra i primi tre indicati dal Popo-
lo. Invece di eleggerlo ogni 7 anni si potreb-
bero eleggerlo ogni 5 come per i parlamen-
tari. Che il meccanismo sia maggioritario o
proporzionale non ha importanza, l' im-
portante e' che sia Universale e si voti lo
stesso giorno ogni 5 anni
MORTI SUL LAVORO
Morti lavoro 2019, Inail: “Da gennaio a
luglio, 599 vittime”
LA DECISIONE
Quando si stabilisce di fare delle scelte
politiche, in definitiva, si prendono delle
“decisioni”.
L‟assioma sembrerebbe pressoché normale.
Eppure, il caso, questa volta, è più
complesso di quanto possa apparire.
Intanto, ogni decisione implica l‟apparente
certezza d‟aver fatta quella giusta. Lo
scriviamo perché non sempre l‟evolversi dei
fatti conforta questa premessa. Se lo
segnaliamo, è perché è capitato, più volte, di
rilevare incongruenze su fatti che ritenevamo
degni di decisioni politiche
per nulla scontate. In questi mesi di “Centro/
Desta”, in Italia sono variate tante scelte che
d‟incrollabile non avevano nulla. Ora, ci
troviamo nuovamente a un bivio. Siamo in
balia di un Governo “giovane.”
Noi preferiamo anticipare le nostre
sensazioni senza, per altro, tentare
d‟influenzare quelle degli altri. Prima di
prendere atto delle strategie di questo
Potere Esecutivo, però, resterebbero
da chiarire alcuni punti dei quali si è dibattuto
molto; ma senza un‟organica soluzione. Le
deleghe politiche restano, in ogni caso, da
non sottovalutare. Come non saranno da
sottovalutare i compromessi UE delle fazioni
figlie di una stessa alleanza.
Se cambiamento ci sarà, vedremo quanto
reggerà. Sempre che ciascuno sia libero di
fare le proprie scelte; ma senza interferire, o
condizionare, quelle degli altri. Dato che in
politica un simile comportamento non
sarebbe ammissibile, le decisioni importanti
potrebbero, allora, essere assunta dall‟”Alto”.
Con conseguenze politiche correlate. A
questo punto, saranno
veramente le scelte varate da questo
Parlamento a determinare la durata di
questo Esecutivo?
LA VOGLIA DI CAMBIARE
Dei Connazionali all‟estero ci si rammenta
quando la “conta” del voto politico torna a
essere apprezzabile. La " Circoscrizione
Estero” è una realtà inidonea a una vita
propria; resta costituita da Parlamentari
impegnati nei partiti nazionali. Ciò che è
evidente, se si escludono i “fuochi di paglia”
che non abbagliano più nessuno, è il
contrasto delle forze politiche nazionali nei
confronti dei Connazionali d‟oltre confine.
Ora, però, i conti non tornano più. Il loro
“peso” nelle decisioni nazionali continua a
contare meno di quello che vale. Eppure, gli
italiani nel mondo, da stime attendibili, sono
milioni. In altri termini, rappresentano un
cospicuo numero di voti che, se fossero
messi nell‟oggettiva condizione di poter
rappresentare un loro partito autonomo,
influirebbe sulla governabilità nazionale.
Le “complicazioni”, semmai, sono i nostri
politici a porsele. Che manchi,
effettivamente, la disposizione a cambiare si
rileva dalla mancanza di una reale autonomia
politica dei nostri Connazionali all‟estero.
Eppure, non mancherebbero le premesse per
delle regole che armonizzino con la
condizione d‟italiano ”altrove”. Ben ce ne
siamo reso conto in questo nostro impegno
correlato alla realtà dei connazionali nel
mondo. Perché, almeno per noi, non esiste
una netta spartizione tra loro diritti e doveri in
Patria.
La nostra Emigrazione potrebbe
rappresentare un arricchimento alla
democrazia nazionale e non solo, come
ancora accade, un insieme di numeri da porre
in gioco quando può fare comodo. Il nostro
Potere Legislativo dovrebbe porsi il problema.
Insomma, mancano ancora segnali concreti
per cambiare le “regole”del voto politico.
Restano realtà da riscoprire. Diverse visioni
da condividere. I nostri Emigrati, che fanno
parte del Popolo italiano, non intendono
essere perdenti per volontà altrui. La voglia di
cambiare c‟è. Ne abbiamo preso atto.
PARLAMENTARI
In una Penisola dove i sacrifici sono diventati
norma, i “vantaggi” economici parlamentari
dovrebbero finire. Il Potere Legislativo
potrebbe affrontare, con un‟ottica assai
diversa, i problemi del Bel Paese. Ne va
anche dell‟attendibilità di Nazione in ambito
UE e nel mondo. Con questo intento,
intendiamo porre la nostra attenzione e
suggerire, conseguentemente, alcune attente
valutazioni.
Sul piano economico, tanto per cominciare, in
una Penisola con mancanze generali, anche i
nostri parlamentari, al momento
d‟accettazione dell‟incarico, dovrebbero
essere assimilati a funzionari dello Stato. Chi
ha l‟onore d'essere eletto a rappresentare il
Popolo italiano, lo dovrebbe fare non solo con
saggezza, ma anche in economia.
Il periodo delle “vacche grasse” è finito e non
tornerà più. L‟economia dovrebbe, in primo
luogo, essere presente proprio là, dove si
prendono in esame e si approvano i sacrifici
destinati al Popolo italiano.
Sarebbe opportuno non confondere le carte in
tavola. Chi ritiene d‟avere le capacità per un
ruolo di Rappresentante del Popolo italiano, e
si andrà a candidare, è invitato a riflettere su
questi principi. Per scriverla franca, i
“privilegi”, che sono duri a morire, domani non
dovrebbero esserci più.
Quindi, a ognuno l‟essenziale per svolgere il
suo mandato; stabilito da un disciplinare
accettato al momento della nomina a
parlamentare. La Democrazia non si vende e
non si compra. Queste nostre riflessioni
dovrebbero servire per frenare altri sacrifici a
chi ha già dato. Anche troppo. Ogni futura
modifica del nostro sistema parlamentare
dovrebbe essere condizionata da una reale
austerità anche per chi accetterà di farne
parte. Lasciamo ai lettori ogni altra
possibile valutazione.
LA LIBERTA’
Cos‟è la Libertà?” Essa rappresenta un
modo di vita disciplinato da norme. Se
questa definizione è corretta, come
riteniamo, non può esistere “libertà” senza
un complesso di regole che la disciplinano.
Ne deriva, di conseguenza, che non può
continuare la “libertà” quando vengono a
mancare, indipendentemente dai motivi,
normative che la regolano. Fare della
filosofia spicciola in materia non appare
sensato. Anche perché non è
assolutamente vero che la “libertà”
individuale viene a cessare, quando si
trova a coesistere con quella degli altri.
Sono, di conseguenza, le leggi a
disciplinarne i termini e le finalità. Il tutto in
modo che non accadano situazioni tra di
loro in contrasto e, di conseguenza, lesive
su quanto premesso.
Il Vecchio Continente, più di molti altri, è
coinvolto da eventi che hanno dato
“spessore” ai nostrì presupposti d‟apertura.
Quando la confusione e le interpretazioni di
parte, intendono imporre la “libertà”,
significa che essa è stata snaturata da
eventi e situazioni che non consentono di
normalizzarla e, quindi, di gestirla.
Premesso che essere “liberi”, ma tutti
liberi, è difficile come per il passato, ci
sembra importante evitare di confondere la
liberà individuale con quella sociale che,
tanto per restare in tema, interessa tutti.
Dai fatti di cronaca, sempre più tragici, ci
siamo resi conto che s‟è concretata una
sorta di disordine che ha favorito ciò che
non era coretto favorire. L‟Italia era, e
resta, un Paese ospitale. Ma con regole da
rispettare. Le stesse in essere in tutti i
Paesi dell‟area UE e del mondo civile. Non
siamo nelle condizioni di coordinare una
“libertà” che non tenga conto di quella che
spetta, di diritto, a un Popolo che ha saputo
meritarsela.
Per evitare interpretazioni ingannevoli di
queste nostre considerazioni, c‟è da
considerare che essa sia regolata con leggi
dello Stato. Nel nostro caso, quello italiano.
Rispettare la vita, in tutte le sue
manifestazioni, è uno degli aspetti più
esaltanti del nostro concetto di “liberta”.
Quando, invece, essa fovorisce il “caos”,
c‟è da chiederci, e con impellenza, se siano
stati rispettati tutti i principi sui quali la
“libertà”, quella che intendiamo noi, non sia
stata subordinata.
LEGGE DI STABILITA’
Dopo il varo dell‟Esecutivo di Centro/
Destra, avevamo azzardato qualche
previsione sulle sorti d‟Italia. Da subito,
qualcuno si sarà domandato con quale
logico nesso avessimo potuto allineare
una previsione squisitamente politica con
una prettamente economica. Per chi ha
ancora delle perplessità, valide o meno,
non ci resta che tornare in argomento.
Di fatto, e nessuno lo nega, la stabilità
politica non troverà vita facile in
Parlamento. Mancando un‟opposizione
degna, l‟Esecutivo avrà spazio per potersi
muovere. I fatti non hanno occupato il
posto delle promesse. Ed è proprio a
questo livello che l‟incertezza economica
si fonde con quella politica. Certe
decisioni dell‟ultima ora non avrebbero
potuto reggere senza il consenso di un
Parlamento diviso dalle questioni interne.
Il 2019 sarà ricordato come l’anno
“anomalo” della politica nazionale. Nel
Contratto di Governo Di Maio/Salvini
abbiamo notato dei provvedimenti di non
facile realizzazione. Dato che nulla andrà
“meglio”, preoccupiamoci per evitare che
si elimini, almeno, il “peggio”. E‟ sin
troppo chiaro che gli accorgimenti sulla
normativa di stabilità non risolveranno i
problemi di Casa nostra. In alcuni casi, li
complicheranno. Dopo qualche polemica,
il binomio economia/politica tornerà a
prevalere. Il secondo semestre di
quest‟anno, in ultima analisi, sarà ancora
difficile.
Quello che maggiormente ci preoccupa è
rappresentato da certe incoerenze
politiche che andranno ad aumentare il
“disordine” sociale. A questo punto, che
non consente indecisioni, la coerenza è la
migliore argomentazione che può farci
essere meno contrapposti. Saranno i
prossimi mesi a decidere se questo
Parlamento sarà nelle condizioni di
garantire un migliore stimolo alla ripresa
economica del Paese con la conversione
in Legge dei “progetti” dell‟Esecutivo. Al
presente non è più solo una questione di
stabilità politica, ma di emergenza
economica.
IL DISORDINE
In questi tempi d‟incertezza politica, si
confonde, spesso, e non sempre a caso,
“Libertà”, con “Disordine”. I due termini,
neppure in apparenza, hanno aspetti
comuni tali da farli imbrogliare. Sempre
che non si voglia, scientemente, farlo.
La “Libertà”, individuale e collettiva, è
regolata da norme di vita che nascono da
una logica generale. Il “disordine” è tutto
l‟opposto e, se s‟insinua con la “libertà”,
allora ne deriva il caos; con tutte le
sfumature più negative che possono far
parte della natura umana. Meglio, di
conseguenza, mantenere una netta
distinzione tra i due termini che, tuttavia,
non hanno nulla in comune. La differenza,
invece, sono molteplici e d‟agevole
individuazione.
Da noi, il confine tra “libertà” e “disordine”
s‟è fatto complesso. Ancor più per le
interferenze di una politica che non
promette nulla di buono proprio parchè
fondata su alleanze di poca affidabilità.
Quando le rivendicazioni non hanno più
limiti definiti e la “Libertà” sconfina nel
“Disordine”, allora ci sono principi da
rivedere e situazioni da modificare. Ben
sappiamo che non sarà facile. Ma di
necessità sarebbe opportuno fare virtù.
Come a scrivere, ove non fosse ancora
chiaro, che “libertà” e “disordine” non
possono coesistere. Non c‟è bisogno di
particolari analisi per dimostrarlo. Il
“disordine” non è mai partorito dalla
“democrazia”. Né viceversa. L‟esperienza
ci ha fatto capire che la scelta sarebbe il
“caos”. Cioè una sorta di confusione, dai
confini incerti, che ci porterebbe a
perdere ciò che ci siamo conquistati e con
parecchie rinunce.
Giorgio Brignola
DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO
14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo,
usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia.
www.agoravox.it
13 CULTURA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
"Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più
lontano vede, più a lungo sogna."... RITORNA STORY RIDERS, A TOR-
CHIARA, NEL PARCO DEL CILENTO
Ritorna Story Riders, la manifestazione
giunta alla sua quinta edizione, con il
patrocinio del Comune di Torchiara, della
Provincia di Salerno, della Regione Cam-
pania e del Parco Nazionale del Cilento,
che trasforma Torchiara nel paese della
storie. Per tre giorni, da venerdì 4 a dome-
nica 6 ottobre, nel salone degli specchi del
Palazzo Baronale de Conciliis si altern-
eranno rappresentanti del mondo del
teatro, del cinema, della letteratura e
dell‟arte e del giornalismo per raccontare
le loro storie su tre temi centrali: la crea-
tività al femminile il primo giorno, il ris-
catto la seconda giornata, e il “turismo
lento”, tema Unesco dell‟anno Concluderà
la kermesse la premiazione dei racconti
letterari inviati da tutti Italia al concorso
Common People, organizzato nell‟ambito
della manifestazione, unitamente ad un
laboratorio di scrittura ri-creativa.
“Con questa manifestazione - afferma Alber-
to Zobbi, Presidente dell‟Associazione cul-
turale Ergo South che organizza l‟evento -
abbiamo cercato di dar vita a un appun-
tamento culturale che attraverso parola,
scrittura, cinema riproponga il piacere antico
di raccontare, con i diversi strumenti di cui
l'uomo dispone". Negli anni scorsi hanno
partecipato grandi della letteratura e del
giornalismo come l‟indimenticabile Luciano
de Crescenzo, lo scrittore Marcello Venezi-
ani, il direttore di Rai 2 Gennaro Sangiuli-
ano, il direttore della Comunicazione di
Confindustria Alfonso Ruffo, Maris Martini,
sorella del Cardinale, don Virginio
Colmegna, presidente della Casa della Carità
e tanti altri ancora.
Quest‟anno il programma prevede altre
notevoli presenze: per la creatività al
femminile interverranno Lina Sastri alla
vigilia del suo nuovo spettacolo che debut-
terà il 10 ottobre, l‟artista Carla Viparelli,
reduce da una mostra organizzata per lei a
Los Angeles, e Cinzia Leone vincitrice del
Premio letterario Rapallo con “Ti rubo la
vita”. Armida Parisi del Roma e Giulia
Cerasoli di Chi commenteranno le storie al
femminile della prima giornata.
Il tema del riscatto non poteva prescindere
dall‟esperienza dei ragazzi del Rione Sanità
a Napoli che saranno raccontati da Chiara
Nocchetti e da alcuni di loro. Il regista Luca
Rosini che commenterà la proiezione del suo
film la Paranza della Bellezza con don Anto-
nio Loffredo, il grande artefice del
“miracolo” della Sanità: cioè l‟aver strap-
pato alla strada i ragazzi inducendoli a la-
vorare nel recupero del loro quartiere, tras-
formandolo in uno dei poli di attrazione tur-
istica della città di Napoli. Analogamente
Massimiliano Capalbo racconterà un‟analo-
ga esperienza vissuta in Calabria con le im-
prese eretiche realizzate da giovani in ambi-
enti difficili.
L‟ultimo giorno sarà ricordato Michele
Prisco nei i suoi viaggi dalla figlia Annella,
che si soffermerà portando anche una nota
nostalgica, sul ricordo del viaggiare lento di
una volta in compagnia del padre. Il giornal-
ista Marcello Napoli con il critico Francesco
d‟Episcopo racconteranno degli anni del
poeta Alfonso Gatto esiliato in Sardegna in
una sorta di turismo coatto. Tornano come
ogni anno, Raffaele Aragona con Cinzia
Dato che questa volta racconteranno del
viaggio di un inglese del 700 da Londra a
Parigi per arrivare a Napoli all‟ombra del
Vulcano. Chiuderà la manifestazione l‟at-
trice Eliana Miglio che presenterà e prem-
ierà i vincitori del concorso Common Peo-
ple, riservato a scrittori e fotografi.
Il laboratorio di scrittura ri-creativa, la cui
partecipazione è gratuita, sarà tenuto da Raf-
faele Aragona e Daniela Fabrizi, dell'Opifi-
cio di Letteratura Potenziale, che prevede la
possibilità di produrre opere poetiche e let-
terarie prescindendo dall'ispirazione e basan-
dosi invece su regole anche logico-
matematiche. Ideatrice dell‟evento Angela
Riccio, che dopo una vita spesa a Milano
come manager della comunicazione, ha las-
ciato la città per il Cilento, dove ha restaura-
to la dimora storica Borgo Riccio, proprietà
di famiglia, aprendola all‟ospitalità.
“Anche quest‟anno - spiega Angela Riccio -
abbiamo cercato di dar vita a un appun-
tamento culturale, ma anche ludico e di de-
gustazione dei grandi vini e degli ottimi
formaggi cilentani. Un appuntamento che
attraverso la parola, la scrittura, il cinema e
la musica ripropone il piacere antico di rac-
contare, con i diversi strumenti di cui l‟uo-
mo dispone. Raccontare di sé, del proprio
tempo. E magari raccontare, soprattutto a chi
non ha la fortuna di viverci, la bellissima
terra del Cilento, patrimonio dell‟Unesco”.
Frequentato da intellettuali e politici, il sa-
lotto di Borgo Riccio è diventato un labora-
torio di pensiero dove si discutono e si lanci-
ano progetti culturali di promozione e valor-
izzazione dell‟intero Parco Nazionale del
Cilento. E proprio dall‟anteprima di Story
Riders a fine agosto ha preso il via il pro-
getto “Percorsi d‟arte contemporanea”, che
arricchirà di installazioni permanenti, curate
da artisti internazionali, i comuni dell‟entro-
terra cilentano, a ridosso della costa da Paes-
tum fino ad arrivare a Sapri.
...diceva con grande amore Walter
Bonatti.
A me non piace molto la monta-
gna, tantopiù se c'è da camminare
per sentieri in salita, ferrate... non
ho fiato da quando ero giovane per
via dell'asma e ancora di meno mi
piace andare d'inverno sulla neve,
sciare...a me piace il mare ma
quando ero ragazza, il mio com-
pagno e futuro padre di Silvia e
Federico, mi trascinò (e poi li
portò a loro piccoli e contentissi-
mi) in varie piccole semplici im-
prese in Alto Adige e Valle d'Aosta
magari con la ricompensa di una
polenta con meravigliosa fontina,
di una fonduta, di un caffè profu-
matissimo in grolla ...E fu così che
andai a vedere anche il ghiacciaio
Planpincieux dal rifugio Rifugio
Boccalatte Piolti alle Grandes Jo-
rasses. un video recente https://
www.youtube.com/watch?
v=rZDkBiTsNc8
Leggo stamattina: “Previsto a inizio
ottobre il crollo del seracco delle
Grandes Jorasses” La relazione di
Montagna Sicura: “Possibile caduta
di 175 mila metri cubi. La velocità
di spostamento del ghiaccio negli
ultimi tempi è raddoppiata”A dare
l'allarme sono state le strutture tec-
niche della Regione Valle d'Aosta e
della Fondazione Montagna sicura,
registrando un'accelerazione del
movimento che ha raggiunto la ve-
locità di 50-60 centimetri al giorno.
Il comune di Courmayeur ha dispo-
sto la chiusura della strada co-
munale della Val Ferret."La notizia
che un ghiacciaio sul versante del
Monte Bianco rischia di collassare è
un allarme che non può lasciarci in-
differenti. Deve scuoterci tutti e
mobilitarci", ha detto il premier
Giuseppe Conte, nel suo interven-
to davanti all'assemblea generale
delle Nazioni Unite.L'area che po-
trebbe essere interessata dal maxi-
crollo della porzione di ghiacciaio
Planpicieux, nella Val Ferret, "non
riguarda centri abitati e nemmeno
strutture turistiche" ha spiegato
all'ANSA il sindaco di Courma-
yeur, Stefano Miserocchi.
Il primo cittadino ha comunque
disposto, in via precauzionale,
l'evacuazione di alcune baite in
quota nella frazione Rochefort. In
alcune fasce orarie giornaliere
sarà anche possibile per i residen-
ti, i proprietari di immobili e i ti-
tolari di attività percorrere la stra-
da comunale "con monitoraggio
in tempo reale del mantenimento
di ragionevoli condizioni di
sicurezza". E la finisco qua, al-
meno lo spero.
Le scarpe dei matti
Boris Johnson has been referred to the police
complaints body to assess whether he should
Boris Johnson is referred to police watchdog over friendship with
model Jennifer Arcuri after she was given more than £126,000 of
taxpayers' money for her firmsEnnio Remondino
face a criminal investigation over his links with
American businesswoman Jennifer Arcuri.
The Greater London Authority (GLA) said its
monitoring officer had recorded a 'conduct mat-
ter' against Mr Johnson over allegations Ms Ar-
curi received favourable treatment because of
her friendship with him while he was mayor of
London.
The Independent Office for Police Conduct
(IOPC) will now consider whether there are
grounds to investigate the Prime Minister for the
criminal offence of misconduct in public office.
The move was greeted with fury in Downing
Street, which denounced the referral as a
'nakedly political put-up job' on the eve of the
Tory Party conference in Manchester. A senior
Government source said no evidence had been
provided to support the allegations, and that the
Prime Minister had been given no opportunity to
respond prior to the release of a GLA press
statement late on Friday.
'Due process has not been followed and the
timing is overtly political. The public and media
will rightly see through such a nakedly political
put-up job,' the source said In a statement, the
GLA said that the monitoring officer, Emma
Strain, had a 'statutory duty' to record any con-
duct matters which she became aware of relat-
ing to the mayor in his role as police and crime
commissioner for London.
'The 'conduct matter' has been recorded as al-
legations have been brought to the attention of
the monitoring officer that Boris Johnson main-
tained a friendship with Jennifer Arcuri and as a
result of that friendship allowed Ms Arcuri to
participate in trade missions and receive spon-
sorship monies in circumstances when she and
her companies could not have expected other-
wise to receive those benefits,' the statement
said. 'A 'conduct matter' exists where there is
information that indicates that a criminal offence
may have been committed. It does not mean
that this is proved in any way.
'The IOPC will now consider if it is necessary
for the matter to be investigated.
Mr Johnson has consistently denied any wrong-
doing in relation to his friendship with Ms Arcu-
ri.nA No 10 spokesman said: 'The Prime Minis-
ter, as mayor of London, did a huge amount of
work when selling our capital city around the
world, beating the drum for London and the UK.
'Everything was done with propriety and in the
normal way. Earlier Mr Johnson said that he
would comply with an order by the London As-
sembly to provide details of his links with Ms
Arcuri, although he insisted they were 'barking
up the wrong tree'.
The referral to the IOPC is however another
potential setback for the Prime Minister at the
end of a tumultuous week which saw the Su-
preme Court rule that his controversial decision
to suspend Parliament for five weeks was un-
lawful. It follows a report by The Sunday Times
that Ms Arcuri, an American who moved to Lon-
don seven years ago, was given £126,000 in
public money and was treated to privileged ac-
cess to three foreign trade missions led by Mr
Johnson while he was mayor. The Government
has since frozen a £100,000 grant to Ms Arcu-
ri's company, Hacker House, pending a review
It is facing embarrassing questions about the
verification process carried out before awarding
the money. Digital Minister Matt Warman told
the Commons that his department had done the
'usual due diligence' and that the company had
a British phone number. However, numerous
reports said calls to the number were directed
to an office in California, where Ms Arcuri, 34, is
said to now be based
Daily Mail (27 settembre )
5 da, Remocontro.it Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 12 LONDRA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
viaggio al termine del manicomio
Cumuli di vecchie scarpe impolverate, senza lacci, rosicate dai
topi… abbandonate nei sotterranei dell‟ex manicomio di Aversa.
Dalla ferita che quell‟immagine provoca in chi le ha viste nasce
un libro che attraversa un secolo e più della storia della nostra
psichiatria. Un libro per lettori forti, avverte l‟autore, Antonio
Esposito. Da leggere, perché “non si può capire la psichiatria di
oggi se non si sappia riflettere sugli abissi di dolore che si accom-
pagnavano, dilatandola e ampliandola, ad ogni sofferenza psichica
immersa nella solitudine di un manicomio”. E perché siamo
tutti coinvolti se “dietro ogni scemo c‟è sempre un villaggio”.
Ci sono al mondo persone che hanno una capacità immensa di
assumere su di sé il dolore degli altri e restituirlo a noi in
paesaggi umani che sono anche la nostra storia. Come riesce a
fare, osservando e studiando e immergendosi nelle periferie
dell‟esclusione sociale, Antonio Esposito (fra le tante cose
autore con Dario Stefano dell‟Aquila di quel viaggio nell‟in-
cubo che è stato “Storia di Antonia”. Antonia Bernardini, che
morì a 41 anni, bruciata viva sul letto di contenzione, nel
manicomio giudiziario di Pozzuoli, ne abbiamo parlato…
(https://www.remocontro.it/2017/11/12/viaggio-antonia-al-
termine-del-manicomio/)
Molto scava, Antonio Esposito, addentrandosi nei meandri
delle vite, percorrendo, spesso, luoghi nascosti.
Così è accaduto che un pomeriggio di gennaio di due anni fa,
percorrendo i sotterranei del “Santa Maria Maddalena”, l‟ex
manicomio di Aversa, la luce della torcia con cui si fa strada
illumina decine e decine di scarpe, “impolverate, rotte, rosi-
cate dai topi, spesso spaiate. Cumuli di scarpe senza lacci
(vietati in manicomio) abbandonate in un altrove nascosto,
pezzi di storie smarrite, testimonianza di sentieri interrotti e
cammini traditi”. Come non pensare alle scarpe già viste ad
Auschwitz… “Da allora porto quell‟immagine come si porta
un dolore, una ferita agli occhi che non può essere guarita”.
Da quella ferita è sgorgato un libro preziosissimo, “Le scarpe
dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiat-
rici in Italia (1904-2019)”, pubblicato dall‟editore napoletano
“ad est dell‟equatore”.
Solo il dolore che nasce dalla capacità di patire insieme, ho
pensato leggendo, permette di accostarsi senza violare ma
accogliendo le vite degli altri e, ricollocandole nel percorso
della Storia, aiutare a conoscere, insegnare a farci domande,
capire, cercare strade. E ho immaginato, mi perdonerà, Anto-
nio Esposito infilarsi, di nascosto, quelle scarpe senza lacci
prima di attraversare un secolo e più della storia della nostra
psichiatria, e coglierne mille sfaccettature.
Lavoro documentatissimo, il suo, e molto articolato, che nel
racconto delle norme e delle pratiche mediche che via via
nascono, apre pagine fitte fitte di stralci di dibattiti, confronti,
resoconti di attività parlamentari, sentenze… che la forma-
zione delle norme e delle pratiche mediche hanno accom-
pagnato. Senza mai dimenticare quelle vite bandite di “matti
come storie ferite”. Permettendoci così di seguire il filo rosso
che arriva fino al discorso psichiatrico dell‟oggi, perché non si
può capire la psichiatria di oggi (ha scritto Eugenio Borgna)
“se non si sappia riflettere sugli
abissi di dolore che si accompa-
gnavano, dilatandola e ampliando-
la, ad ogni sofferenza psichica
immersa nella solitudine di un
manicomio”.
Libro per lettori forti
Un libro per lettori “forti”, avverte
Esposito, ché già basta qualche
titolo: povertà, internamento e
deportazioni, il manicomio dei
bambini, l‟elettroshock lom-
bopubico… e tutti gli orrori, che
non vengono risparmiati a partire
da quando, nella prima metà del
secolo scorso, “le innovazioni
psichiatriche offrono la prospettiva di superare quello che era
stato fino ad allora semplice contenimento nei luoghi dell‟abban-
dono”, ma è sugli uomini e le donne e i bambini internati in mani-
comi e cliniche universitarie che vengono effettuati esperimenti
pur “arditi” e dagli effetti “drammatici”.
Come è possibile, vien da chiedersi leggendo. Eppure, e aiuta a
capire lo spirito dei tempi, parla per tutto l‟affermazione di padre
Agostino Gemelli, che definisce le malattie mentali le peggiori
“perché tolgono all‟uomo ciò per cui l‟uomo è tale”. Dunque
perché le persone internate sono considerate non umane, e questi
uomini socialmente perduti, “pericolosi e di pubblico scandalo”,
vite infami, per dirla alla Foucault, che pure qui è forte riferimen-
to… diventano “cose” su cui tutto è lecito provare (lobectomia,
piretoterapia, insulino-terapia, elettroshock…)
Una storia che molto serve a comprendere l‟oggi è quella del
manicomio criminale, che qui viene dettagliatamente ripercorsa e
si ricorda che Augusto Tamburini, sul finire dell‟800 presidente
della società freniatrica italiana, lo pensa come difesa contro
quello che Lombroso definisce “focolaio di infezione sociale”, e i
suoi ospiti “esseri ben più pericolosi dei comuni condannati per-
ché spinti da impulsi morbosi”. Sappiamo cosa è nato dagli in-
trecci tra teorie lombrosiane e psichiatria… e sarà poi il codice
Rocco a stabilire le misure di sicurezza che hanno prodotto il
fenomeno dell‟ergastolo bianco (dove la pena non è commisurata
alla gravità del reato, ma diventa di fatto eterna, legata al concetto
di pericolosità).
Manicomio criminale cambia nome
I manicomi criminali, rinominati negli anni Settanta del „900
Ospedali psichiatrici giudiziari, sappiamo sono stati infine chiusi,
ma le norme del Codice Rocco rimangono. E ancora oggi, nonos-
tante il cammino per tanti versi straordinario fatto finora, il super-
amento degli OPG, la legge 180, la restituzione dei diritti di cit-
tadinanza ai sofferenti psichici…, sono spia della vecchia visione
del malato psichiatrico come persona pericolosa, da contenere più
che curare, una visione che ancora serpeggia fra noi. Fra noi abit-
anti dell‟era della camisole chimique, membri di una società “che
preferisce definirsi malata anziché riconoscere nelle proprie con-
traddizioni il prodotto del sistema su cui si fonda”, ancora lontana
dal considerare che, come scrive Assunta Signorelli nel saggio
che apre il libro, la malattia è una forma dell‟esistere e “la nor-
malità, intesa nel senso nobile del termine, altro non è se non un
continuo oscillare fra salute e malattia, entrambe strettamente
collegate all‟ambiente socioculturale nel quale la persona vive”.
Manicomi giudiziari
Mi fermo qui. Impossibile in questo spazio riportare tutto quello
che bisognerebbe sapere, sviluppato nelle quasi 700 pagine del
volume, comunque legibilissimo. Mai freddo, neanche nelle sue
parti più “tecniche”, perché sullo sfondo rimane sempre presente
l‟emozione dolorante di quell‟immagine di scarpe senza lacci, e
dei loro strascicati passi…
Provate a calzare anche voi quelle scarpe, come ha fatto l‟autore
del libro, per riuscire a guardare, anche voi, come guardano i suoi
occhi…
Perché farlo? Un buon motivo ce lo dà Dario Stefano dell‟Aquila:
“perché oggi, nonostante le celebrazioni, è purtroppo evidente che
la lotta che ha portato alla chiusura dei manicomi non è riuscita a
superare la logica che ai manicomi sottendeva”. Se ancora oggi,
appena ieri, a Bergamo, la morte terribile e assurda di Elena av-
volta dal fuoco di un incendio mentre è legata a un letto di conten-
zione, come quasi mezzo secolo fa accadde ad Antonia.
Morti a cominciare dalle quali tutti dovremmo interrogarci per-
ché, come titola l‟ultimo capitolo de “Le scarpe dei matti”, dietro
ogni scemo c‟è sempre un villaggio…
Di Francesca de Carolis29
L’ombra della corruzione a Bruxelles e Strasburgo.
Quei regali che andavano rifiutati
di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu
Al di sopra degli «inaccettabili» 150 euro: il
19 giugno 2013 il tedesco Manfred Weber, in
quel momento capo del gruppo Ppe, vicepresi-
dente dell‟Europarlamento e portavoce ufficio-
so di Angela Merkel a Strasburgo, riceve uno
smartphone marca Huawei dalla stessa
Huawei: il dono viene notificato alla presiden-
za del Parlamento, il valore dichiarato è
«maggiore di 150 euro». Il 4 dicembre 2013
Roberta Angelilli (Ppe), vicepresidente del
Parlamento, riceve da un iraniano, «presidente
del Consiglio nazionale di resistenza», un
«orologione» alabastrato da tavolo: valore
dichiarato «maggiore di 150 euro», anche in
questo caso il dono viene notificato e registra-
to, il 18 dicembre. Il 28 gennaio 2015 Heidi
Hautala, eurodeputata finlandese dei Verdi e in
quel momento copresidente di Euronest, l‟in-
tergruppo che cura le relazioni con le repubbli-
che asiatiche dell‟ex-Urss, riceve un dono
classificato come «gioielleria, valore maggiore
di 150 euro» (nella relativa foto appare come
una medaglia) dall‟ambasciatore in Belgio
dell‟Azerbaigian, Paese accusato di gravi vio-
lazioni dei diritti umani).
Al Consiglio d‟Europa caviale a volontà
E a proposito di Azerbaigian, c‟è anche la
«diplomazia del caviale» a lungo attiva presso
il Consiglio d‟Europa, organizzazione di 47
Paesi, che pure si occupa ufficialmente di
diritti umani. Da una nota e da un‟intervista
rilasciata a Strasburgo, al think-tank tedesco
Esi, da fonti azere: «Un chilo di caviale costa
1300-1400 euro. Ognuno dei nostri 12 amici
nel Consiglio d‟Europa riceve ad ogni sessio-
ne, 4 volte all‟anno, almeno mezzo chilo. Per
alcuni di loro, il caviale è solo l‟inizio. Molti
deputati – almeno 30 o 40 ogni anno - sono
regolarmente invitati a Baku e pagati gener-
osamente». Ricevono tappeti, bevande. E mol-
to altro. Ma nessuno ha mai dichiarato alcun
dono.
490.000 euro a Nigel Farage
Nebbia anche su certe missioni ufficiali degli
eurodeputati. Nigel Farage, il capo dei britan-
nici anti-Ue,
La Corte dei Conti dell‟Unione Europea ha
indagato su come le varie istituzioni Ue inse-
gnino e rispettino le regole etiche. E a fine
luglio ha pubblicato un dossier-inchiesta sul te-
ma, uno dei più scottanti per l‟Unione politica.
L‟Europa ha infatti l‟obbligo, così dicono i
Trattati che la istituirono, di definire principi di
trasparenza e integrità, e di insegnarli. Il Par-
lamento, la Commissione, il Consiglio dei gov-
erni, in tutto 43.167 dipendenti, devono sapere
come combattere la corruzione e i conflitti di
interesse, o come gestire correttamente i rappor-
ti con le lobbies. In due parole: le istituzioni
Ue devono essere un esempio per i propri cit-
tadini.
I numeri del dossier Ue
Dal dossier emerge che «la proporzione di tutto
lo staff dei dipendenti Ue che ha seguito dei
corsi regolari di etica è soltanto del 3% circa».
Fra i membri della Commissione Europea, è del
4,1%; mentre il 50,6%, quei corsi, li ha seguiti
«per una volta soltanto»; e il 45,2% «mai».
Alla domanda «Perché non li hai frequentati?»,
il 56,3% dei dirigenti e funzionari non risponde.
La Commissione Europea considera «positivi» i
risultati dell‟inchiesta poiché il 54,7%, o rego-
larmente o «per una volta sola», ha seguito co-
munque i corsi. Ma resta sempre quell‟altra
metà lasciata all‟oscuro o non interessata al te-
ma.
Smartphone e gioielli, chi non guarda per il sot-
tile
NEW YORK – Grande successo all‟ICE di
New York per la presentazione di Your
Italian Hub – la nuova società di comunica-
zione italiana negli Stati Uniti.
La newco nasce dall‟esperienza del net-
work editoriale i-Italy, che da oltre 10 anni
racconta in lingua inglese l‟Italia agli ameri-
cani, e di Colavita Group, leader nel
settore dell‟agroalimentare italiano e tra i
maggiori importatori e distributori di
prodotti italiani negli USA.
Your Italian Hub offrirà un portfolio di servizi
personalizzati di comunicazione alle aziende
italiane che operano o si affacciano sul mer-
cato americano.
Tra informazione e comunicazione
“Con i-Italy abbiamo sempre proposto agli
americani un racconto integrato dell‟Italia: dei
suoi prodotti, della sua cultura, del suo territo-
rio. Negli anni la testata si è evoluta da puro
mezzo di informazione a produttore
di comunicazione, raggiungendo centinaia di
cazione personalizzata, cucita addosso e
non prêt-à-porter. L‟era della comunica-
zione di massa, standardizzata, è finita!”.
La comunicazione al centro
Al cuore della nuova società, dunque
la comunicazione e l‟internazionalizzazione,
termini che il direttore dell‟Italian Trade
Agency di New York Maurizio Forte ha
definito, nel suo saluto, un “binomio in-
scindibile”. “Gli USA sono il terzo mercato
di destinazione per i prodotti italiani, ep-
pure, fatta eccezione per le zone costiere e
forse il Texas, si ha ancora scarsa cono-
scenza dei prodotti italiani” ha affermato
Forte. “Questo perché nell‟impostazione
tradizionale, con cui operano molte imprese
e a volte anche le istituzioni italiane, si
parte dalla produzione, poi si passa al-
la distribuzione e infine si giunge alla co-
municazione. Oggi non può essere più
così. La comunicazione va messa al centro.
Subito dopo la produzione bisogna pensare
alla comunicazione.”
Pienamente d‟accordo Giovanni Colavita,
CEO di Colavita Usa, che da importatore e
distributore di grandi brand italiani individua
nella carenza di comunicazione il vero
problema delle aziende italiane sul mercato
internazionale. “La mia esperienza mi ha
mostrato come troppo spesso anche grandi
marchi, eccellenze del Made in Italy, ab-
biano difficoltà a posizionarsi bene all‟este-
ro. Pensare che essere grandi a casa pro-
pria voglia dire essere automaticamente
conosciuti altrove, ha portato all‟errore più
grande: non investire in una corretta co-
municazione. Il copia-e-incolla della co-
municazione italiana nella lingua straniera
crea danni irreparabili”.
E‟ questa presa di coscienza che ha spinto
il Gruppo Colavita a mettersi in gioco in
questa nuova sfida di Your Italian Hub,
come ha dichiarato il “decano” della fami-
glia, Enrico: “Ho sempre creduto che fosse
vitale per l‟internazionalizzazione delle im-
prese italiane realizzare una rete capace di
presentarsi con una comunicazione studi-
ata su misura per il paese target. Per ques-
to – ha concluso Enrico Colavita – insieme
ai miei giovani figli e nipoti ho preso la deci-
sione di essere tra i co-fondatori, di Your
Italian Hub”.
Comunicare con i giovani
I giovani americani sono un target di mer-
cato fondamentale sia per il Made in Italy
che per la cultura italiana. Roberta Cutillo,
giornalista di 23 anni, ha illustrato con
grande efficacia i passi da fare e gli errori
da evitare per comunicare con loro. In-
nanzitutto abbandonare l‟illusione di rag-
giungere i giovani puntando solo sui so-
cial. “Non bisogna sottovalutare la potenza
dell‟interazione personale” ha affermato.
“Tra i giovani c‟è sempre più voglia di es-
perienze diverse, di eventi speciali, „pop-
up‟. Serve la presenza fisica.” E ha con-
cluso: “I più giovani in particolare stanno
reagendo al surplus di informazioni sempre
più impersonali e confuse che li inondano;
sono alla ricerca di qualcosa di più che un
semplice fornitore di news, cercano un vero
e proprio punto di riferimento fidato nel qua-
le identificarsi. Your Italian Hub si propone
di essere questo, raccontando l‟Italia di
oggi, un‟Italia che è cambiata e che contin-
ua a cambiare, a crescere”. Due progetti
per l‟Hub
Ottorino Cappelli, docente all‟Orientale di
Napoli e Direttore del Master in
“Internazionalizzazione e comunicazione
del Sistema Paese” presso la Link Campus
University di Roma, ha presentato due pro-
getti speciali gestiti secondo la filosofia di
collaborazione dell‟“hub”. Il primo, con Link
Campus University, è di aprire a New
York una classe del master dedicata a gio-
vani italiani che vivono negli USA e vogli-
ano specializzarsi nelle tecniche di pro-
iezione internazionale dell‟Italia. Il secondo
è una innovativa piattaforma digitale
di business networking dedicata a far in-
contrare imprenditori, manager e profes-
sionisti sui due lati dell‟Atlantico, realizzata
dalla startup Italica s.r.l. Your Italian Hub
collaborerà con Italica nell'implementazione
di questa rete negli Stati Uniti.
migliaia di americani che esprimono un forte
desiderio di Italia. Oggi portiamo questa es-
perienza in un contenitore più grande e più
ambizioso, che chiamiamo
Your Italian Hub”. Lo ha
spiegato Letizia Airos, diret-
tore responsabile del net-
work e co-fondatrice della
nuova società con gli im-
prenditori Enrico e Giovanni
Colavita, la giornal-
ista Francesca Di Matteo, il
consulente d‟impresa Paolo
Siniscalco e il profes-
sor Ottorino Cappelli.
Perchè un “HUB”
L‟approccio di Your Italian
Hub è innovativo e strategi-
co. Rivoluzionaria è infatti
l‟idea di un Hub di comuni-
cazione, ossia una struttura
aperta in cui “far convergere
e coordinare competenze
diverse in un‟ottica integra-
ta, che sappia „fare siste-
ma‟”, ha affermato Letizia
Airos. Le fa eco Francesca
di Matteo: “Il nostro Hub è
un centro di professionalità
interne ed esterne che col-
laborano per comunicare e
promuovere al meglio l‟Italia
e il Made in Italy. Lo faremo
attraverso l‟uso strategico di
due strumenti essenziali
quando si comunica all‟estero: la mediazione
culturale e l‟approccio sartoriale.
Come mediatori culturali non ci limiteremo a
tradurre in inglese il linguaggio promozionale
dei nostri clienti, ma lo adatteremo ai gusti,
alla mentalità, ai bisogni del pubblico ameri-
cano; come abili sarti, creeremo una comuni-
6 Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 11 COMUNICATI Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Settembre 2019
Nasce “Your Italian Hub”
La nuova comunicazione italiana negli USA
quando era ancora nel vecchio Europarlamento
(dov‟è stato rieletto a maggio) venne accusato di
aver intascato da Arron Banks, il finanziatore del
movimento per la Brexit, l‟equivalente di 490.000
euro fra viaggi, affitti, auto con autista, spese della
moglie, conti in banca. Risorse non dichi-
arate. Farage parlò di «fatti privati», e per ora tutto
è finito lì.
E ancora, fra il solo staff della Commissione, ques-
to è il livello di conoscenza delle norme che rego-
lano i rapporti con le lobbies: «approfondita» (8%),
«buona» (26,6%), «ne so qualcosa e so come ap-
prenderne di più» (37,5%), «non ne so
nulla» (28%). Conoscenza delle norme su come
evitare i conflitti di interesse: «molto buona»,
15,6%; «buona», 44,7%; «ne ho qualche idea»,
34%; «nessuna idea», 5,7%. Conoscenza delle reg-
ole sulle molestie psicologiche e sessuali: «molto
buona», 8,2%; «buona», 44,1%; «ne ho qualche
idea», 36,6%; «nessuna idea», 11,1%. Norme sui
doni e inviti gratuiti: conoscenza «molto buona»,
15,3%; «buona», 47,1%; «ne ho qualche idea»,
31,9%; «nessuna idea», 5,7.%.
Codice etico Usa
E fuori dalla Ue? Negli Usa, la Camera dei Rap-
presentanti ha un manuale etico di 352 pagine che
prevede praticamente tutto: anche 23 tipi di doni
«accettabili», fra cui «berretti da baseball del val-
ore sui 10 dollari». I corsi di etica sono obbligatori
per tutti ma vengono svolti on-line solo per un’ora
all’anno. Sui doni, la regola centrale è: «i membri e
lo staff non possono mai sollecitare o accettare un
regalo legato a qualche azione (politico-legislativa,
ndr) che abbiano intrapreso o che qualcuno possa
chiedere loro di intraprendere»
Le incertezze e le insicurezze del
nostro tempo sottolineano solo
quanto sia fondamentale il
raggiungimento della giustizia sociale
per la stabilità e la pace e come
l‟accesso al lavoro dignitoso sia vitale
per il progresso del benessere
umano». Il Direttore Generale
dell‟Organizzazione Internazionale
del Lavoro (Ilo), Guy Ryder, ha usato
queste parole a Ginevra, in
occasione del Centenario
dell‟organizzazione nata nel 1919 dal
trattato di Versailles, per esortare la
platea di circa 600 delegati, membri
dei governi, lavoratori e datori di
lavoro provenienti dai 187 paesi
membri dell‟Ilo.
Pur raccontando le sfide ed i
cambiamenti profondi avvenuti negli
ultimi 100 anni, le parole del Direttore
Generale dell‟Ilo, che ha come
missione quello di stabilire standard
internazionali e di sviluppare politiche
e programmi per promuovere il lavoro
dignitoso per tutti gli uomini e le
donne nel mondo, sembrano
scontrarsi con la cruda realtà
materiale che vede i lavoratori ridotti
a merci negli odierni processi di
accumulazione disumanizzanti.
Questa triste realtà, che ci viene
quotidianamente restituita dai
racconti dei lavoratori
indipendentemente dalla loro
provenienza geografica e dal loro
colore della pelle, testimonia la
funzione di rullo compressore che
esercita l‟attuale sistema economico
che schiaccia indistintamente uomini
e donne ai quattro angoli della terra.
Per questa ragione, parlare delle
vecchie e delle nuove forme di
sfruttamento in ambito lavorativo non
può prescindere dalla narrazione
delle storie e delle testimonianze di
lavoratori e lavoratrici umiliati,
atomizzati e resi vulnerabili
dall‟attuale modello di produzione che
porta con sé drammi e miseria.
"Sfruttamento, buste paga false, orari
infiniti. La stagione in riviera peggio
dei lavori forzati"
Una lettrice, per anni lavoratrice
stagionale negli hotel nelle località di
vacanza della Romagna, ci racconta
nel dettaglio come funziona questo
mondo. E perché le lamentele del
sindaco di Gabicce sono un'offesa per
molti
A tale riguardo, le immagini della
gamba spezzata e il grido di dolore di
Mansùr Cankaya, operaio di 56 anni
impegnato nella movimentazione di
merci che finiscono nei reparti dei
supermercati Iper nella filiera della
Grande Distribuzione Organizzata
(Gdo), raccontano la lotta per il lavoro
nel settore della logistica. Mansùr
Cankaya è stato ferito mentre
chiedeva, assieme ai suoi compagni, il
rispetto dell‟accordo firmato il 30
maggio 2019 in Prefettura tra la Iper e
le organizzazioni sindacali (Usb, Si
Cobas e Cgil) in cui si conveniva di
«intraprendere un percorso atto a
salvaguardare tutti i livelli occupazionali
esistenti presso il deposito di Soresina,
contemperando le reciproche esigenze
delle parti». Con il venire meno di
queste garanzie, i lavoratori e le loro
famiglie sono stati costretti a
manifestare davanti al magazzino
situato nel polo logistico di Soresina al
fine di rivendicare il rispetto
dell‟accordo sottoscritto anche da
Alessandro Marangoni, attuale
Direttore Sicurezza di Iper nonché ex
prefetto ed ex Questore di Milano, che
dovrebbe scongiurare il licenziamento
di 170 lavoratori. Purtroppo, le cariche
ai danni dei lavoratori che
manifestavano sembrano trasformare
una questione sociale in una vicenda
d‟ordine pubblico.
La geografia dei nuovi lavori, detti
lavoretti, nell‟era dell‟economia digitale
è anche essa permeata di episodi
drammatici di sfruttamento
disumanizzante proprio come il settore
della logistica. La storia di Mario Marino
Ferrara, rider di 51 anni impiegato alle
Poste di giorno ed impegnato come
scooter fattorino nei fine settimana per
arrotondare lo stipendio e investito a
Bologna da una volante della Polizia
mentre effettuava delle consegne per
conto di una pizzeria del quartiere di
San Donato, narra l‟ennesima morte in
un settore lavorativo deregolamentato e
dove non esiste tutela dei lavoratori e
delle lavoratrici, nessuna copertura
assicurativa previdenziale e
infortunistica.
I braccianti delle nostre campagne
vivono le medesime condizioni di
sfruttamento dei riders e dei lavoratori
della logistica. Ali (nome di fantasia per
ragioni di tutela), un bracciante agricolo
delle campagne del cuneese a
Saluzzo, è impiegato nella raccolta
della frutta che genera miliardi di profitti
senza avere la possibilità di fare fronte
ai propri bisogni vitali. Ali, come i suoi
molteplici compagni, è costretto a
dormire per strada al Foro Boario di
Saluzzo in condizioni degradanti e
disumane. Ali lavora molte ore al giorno
ricevendo una paga oraria misera pari
a circa 4/5 euro mentre il contratto ne
prevede quasi il doppio. Ad Ali e ai suoi
colleghi italiani, sempre più confrontati
con l‟impossibilità di far fronte ai bisogni
delle proprie famiglie, non vengono
conteggiate le giornate di lavoro
effettivamente svolte in modo da non
raggiungere il requisito delle 102
giornate di lavoro necessarie per la
prestazione di disoccupazione agricola.
Ha voluto per sé sia il Lavoro sia lo
Sviluppo economico, ma un anno dopo
i risultati sono a zero. Dall'inefficace
reddito di cittadinanza al pasticcio su
Whirpool, passando per i Riders, la sua
prima battaglia. Invitò a Roma i fattorini
del cibo, sbandierò leggi, promise
tutele: ma tutto è rimasto come prima
Per dare sostegno ad Ali e agli altri
lavoratori e lavoratrici della terra, è
stato lanciato “il Camper dei diritti”
dedicato a tutti i lavoratori. Il Camper
dei diritti è uno strumento di
sindacalizzazione itinerante ideato da
Usb Lavoro agricolo per una maggiore
tutela di questi lavoratori che fanno
brillare “il Made in Italy” mentre loro
continuano a vivere nell‟invisibilità. La
credibilità dell‟agire sindacale non può
prescindere dalla presenza fisica nei
luoghi delle contraddizioni per una
riconquista di diritti e dignità perduti.
AFRICA CENTRALE
Congo, l’inferno del Coltan
e la manodopera della disperazione
LA GRANDE CRISI
l coltan è un minerale di superficie
e per estrarlo non bisogna fare
costosi tunnel di chilometri. È raro,
si trova in Congo e in pochi altri
Paesi. E soprattutto è indispensa-
bile per i nostri smartphone e per
l’industria aerospaziale. Facile, pre-
zioso, utile: tre vantaggi che ne
fanno il bancomat della giungla,
disponibile per chi abbia un eser-
cito privato, sia guerrigliero o mili-
tare corrotto. La manodopera della
disperazione è semplice da
«creare». Basta razziare nelle
province vicine, uccidere, violen-
tare. La gente scapperà e verrà a
scavare proprio per il «Signore del-
la guerra» che controlla il coltan.
Senza che lui investa un centesimo
per allestire la miniera, la gente si
organizzerà in clan di 30-40 per-
sone. Gli uomini estrarranno le pie-
tre con le vanghe, le donne e i
bambini le laveranno a mano
nell’acqua e le trasporteranno al
mediatore più vicino. A volte cam-
mineranno anche due giorni nella
foresta con trenta chili sulle spalle.
I minerali verranno imbarcati per la
Cina o la Malesia dove i due metalli
del coltan (columbine e tantalio)
verranno separati per essere
venduti all’industria high tech. A
ogni passaggio il Signore della
guerra prende una tangente e si
arricchisce sulla miseria altrui. Può
essere un ribelle, un colonnello
dell’esercito o un poliziotto.
Il Congo è pieno di schiavi vo-
lontari al servizio di uomini forti.
Milioni, senza neppure la dignità di
una statistica attendibile: bambini
analfabeti, orfani, condannati tra-
mandare da una generazione all’al-
tra la maledizione delle miniere.
Rapporti Onu parlano di 11 milioni
di morti legati al controllo di questo
business. Di chi è la colpa? Di un
Paese troppo ricco di risorse e trop-
po povero di capitale umano. Dell’e-
ra coloniale. Del post colonialismo.
Del neoliberismo. Della corruzione.
Del fallimento dello Stato. Dei nostri
smartphone e missili spaziali. Quasi
l’80 per cento del minerale per i te-
lefonini proviene dalla Repubblica
Democratica del Congo, l’intero Pa-
ese, invece di arricchirsi, ne è
sconvolto e per di più, boicottare
l’uso del metallo sarebbe come
condannare alla fame milioni di per-
sone.
Suor Catherine delle sorelle del
Buon Pastore, in missione a
Kowesi, nell’ex provincia congolese
del Katanga si sforza di spiegare la
corsa al coltan. «La gente non
scava nelle miniere artigianali per
diventare ricca. Lì si abbrutiscono,
si prostituiscono, si ubriacano, si
ammalano e muoiono. Chi comincia
sa già quale sarà il suo destino. Ep-
pure arrivano di continuo. C’entra il
fatto che sono stati scacciati dalle
loro terre, ma anche altro, come
spiegare a un europeo?». Nella cor-
netta si sente un coccodé e Suor
Catherine si illumina. «Ecco forse
così potrete capire: lo fanno perché
non hanno le galline. Questa gente
ha fame, in un paradiso ricco
d’acqua e piante meravigliose come
il Congo, non sono in grado di colti-
vare o allevare un pollo, sanno solo
scavare».
«È la maledizione della ricchezza
— sostiene il funzionario Onu Mau-
rizio Giuliano, grande conoscitore
dell’Africa —. Da 20 anni a questa
parte sono quasi scomparse per
ragioni politiche le grandi com-
pagnie minerarie che offrivano un
certo welfare ai loro operai. C’era
paternalismo sì, ma la privat-
izzazione delle concessioni in as-
senza di un aiuto alternativo ha dis-
trutto la coesione sociale. Signori
della guerra controllano decine di
migliaia di lavoratori in schiavitù vo-
lontaria. Stupri di massa e abusi di
ogni genere sono la regola. E chi
non scava o spara, muore di fame».
Bambini di 5 anni in miniera, bam-
bine di 11 nei bordelli delle bidon-
ville minerarie, madri abbandonate
con 5-10 figli che muoiono di fatica
e malattia a trent’anni, orfani, schia-
vi volontari per un uovo al giorno.
Questi minatori «artigianali», dentro
la giungla, guadagnano 3-4 dollari al
giorno. Donne e trasportatori 2. I
bambini anche meno. «Però così
riescono almeno a mangiare — in-
siste ancora suor Catherine —. Il
cibo in Congo è carissimo perché
importato. Uova dallo Zambia, fagio-
li dalla Namibia, cavoli e mele dal
Sud Africa». Chi compra il minerale
dai minatori è spesso lo stesso che
gli vende il cibo riprendendosi gli
spiccioli che gli ha appena dato.
«Basterebbero delle galline a dare
un’alternativa».
Per aiutare i bambini minatori del
Congo sarebbe, forse, utile un altro
Leonardo DiCaprio. Il suo film Blood
diamond (Diamanti di sangue) aiutò
a incrinare il legame tra pietre prezi-
ose e guerre perché da sempre si
cercano gemme per comprare armi,
ma è con le armi che ci si impos-
sessa delle gemme. Lo stesso sta
accadendo con i metalli per l’High-
Tech. Anche grazie a DiCaprio le
regole internazionali sono cambiate
in meglio. Il commercio dei diamanti
non si è convertito in un esercizio di
virtù, ma almeno chi vuole comprare
pietre pulite oggi può farlo. Vale lo
stesso per gli smartphone che abbi-
amo in tasca? «Da due anni a ques-
ta parte — spiega Cristina Duranti,
della Fondazione Internazionale
Buon Pastore — la catena di ap-
provvigionamento dei metalli rari ha
ricevuto maggiore attenzione. È en-
trata in vigore la riforma di Wall
Street, la Dodd-Frank Act, che im-
pone di controllare che le materie
prime non alimentino i conflitti del
Congo. Ci sono stati dei passi
avanti, ma resta grande il problema
del contrabbando e delle milizie».
Karen Hayes è la direttrice del pro-
gramma «dalla miniere al mercato»
della Ong Pact finanziata dalle in-
dustrie che usano il coltan e dal
governo olandese. «Dal 2010 —
racconta — abbiamo catalogato 800
miniere, mappato le zone di conflit-
to, distribuito computer e insegnato
agli Stati a sorvegliare la catena
dell’export. Oggi possiamo dire che
le armi sono scomparse dalle minie-
re, anche se restano i bambini min-
atori e la povertà». Pochi però, ve-
dono come Pact, il bicchiere mezzo
pieno. Amnesty International
sostiene che la Dodd-Frank Act ha
solo scalfito il problema e la maggi-
oranza delle società non ha nep-
pure tentato di ottemperare alla
Legge soprattutto per la parte del
business che avviene nella giungla.
Una compagnia privata, la Fair-
phone, si vanta di produrre esclu-
sivamente telefonini «senza guer-
ra». «Controlliamo direttamente
tutte le fasi dell’approvvigionamento
— spiega Laura Gerritsen, re-
sponsabile del programma —. Così
evitiamo il boicottaggio e non dan-
neggiamo l’economia del Paese ba-
sato sulle miniere». Dalla parte op-
posta dell’etica del lavoro, società
cinesi, kazake o comunque non
quotate a Wall Street, ignorano
qualsiasi procedura e comprano
coltan da chiunque senza voler sa-
pere come l’ha estratto. Il problema
è enorme come il Congo, 80 milioni
di abitanti, un governo conteso e un
livello di scolarità che invece di
crescere diminuisce.
«Non è più solo un problema di
sfruttamento internazionale — dice
il professor Luca Jourdan dell’Uni-
versità di Bologna —. È peggio oggi
il fallimento dello Stato. Le autorità
hanno assunto una forma violenta e
predatoria. Le istituzioni si mostrano
efficienti quando distribuiscono con-
cessioni minerarie ai famigli del po-
tere e le proteggono con la forza.
Quando invece si tratta di difendere
i diritti basici delle persone, dai
bambini, alle donne, ai lavoratori, lo
Stato smette di esistere. Il risultato
sono intere generazioni perdute, un
popolo ridotto in schiavitù».
7 Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 10 TEMPI MODERNI Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
Spostandosi dalle campagne del
cuneese a quelle del foggiano, ritroviamo
le medesime condizioni di vulnerabilità e
di precarietà abitativa e lavorativa. A tale
proposito, gli stessi braccianti hanno
manifestato lo scorso 6 giugno per le
strade di Foggia chiedendo alla Regione
Puglia l‟avvio di un percorso
d‟inserimento abitativo in prossimità dei
luoghi di lavoro al fine di non cadere
nelle mani di caporali. Una richiesta
frutto di un processo collettivo di presa di
coscienza del mancato rispetto di diritti.
La storia di Ali, bracciante agricolo in
Piemonte, e quelle dei suoi colleghi della
Puglia hanno in comune lo sfruttamento,
la miseria e l‟assenza di volontà politica.
Per fronteggiare questa sfida, è stato
istituito un Tavolo Inter istituzionale il 3
settembre 2018 a Foggia proprio
all‟indomani della morte di 16 braccianti.
Tuttavia il Tavolo è stato spostato presso
la Direzione generale dell‟Immigrazione
e delle Politiche di Integrazione del
Ministero del Lavoro. Una scelta che
sembra escludere e dividere i braccianti
in base alla provenienza geografica.
Così facendo le vicende come quelle di
Paola Clemente non troveranno un
collegamento con quelle di Soumaila
Sacko e di molti altri lavoratori tutti
impegnati nella stessa filiera agricola
indipendentemente dal colore della pelle.
Una forma di deriva “razzializzante” che
confina e classifica le persone in base a
criteri non rispondenti a quanto stabilito
dall‟articolo 3 della nostra Costituzione
che recita: “Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e
sociali”.
Lo strapotere della Gdo insieme alla
gestione discutibile dei contributi della
Pac (Politica agricola comune) sono tra
le variabili che continuano ad impoverire
i lavoratori della terra, siano braccianti,
contadini o produttori. Il superamento
delle varie forme di ghettizzazione può
partire proprio dai vari processi di lotta
con il protagonismo di lavoratori e
lavoratrici costruendo in modo genuino e
creativo e allargando l‟orizzonte dalle
campagne alle metropoli. Una unione dei
lavoratori che può alimentare la
costruzione di un‟alleanza tra produttori,
lavoratori e consumatori per
un‟agricoltura capace di generare
umanità e non solo profitti per pochi
senza redistribuzione.
Queste storie di lavoratori raccontano
una realtà drammatica del lavoro
immiserito dove nuove terminologie
vengono coniate in riferimento a vecchie
e a nuove forme di sfruttamento.
Tuttavia, queste realtà narrate sembrano
distanti e lontane dal discorso
pronunciato a Ginevra dal Direttore
Generale dell‟Ilo, Guy Ryder.
Probabilmente bisognerebbe coniugare
le teorie dei massimi sistemi sul lavoro,
predicate con sorprendente maestria,
con la prassi del mondo reale, che ci
consegna delle contraddizioni che
farebbero gridare le pietre, se si desidera
rendere giustizia a questi lavoratori
spogliati dalla loro dignità umana.
Dinanzi a questa crescente e continua
ingiustizia la nostra umanità individuale e
collettiva dovrebbe rivoltarsi dicendo di
no a questa condizione di schiavitù
moderna disumanizzante
Fonte: http://espresso.repubblica.it/
È un minerale indispensabile per i nostri smartphone. Si estrae nelle miniere del Congo, controllate dai signori della guerra. Che
danno «lavoro» a milioni di schiavi «volontari» (di Andrea Nicastro Corriere)
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Irpinia come la Terra dei Fuochi GELSOMINO DEL GUERCIO Arpac e Cnr. «Non ci facciamo mancare proprio nulla, eppure non si muove foglia a tutela della salute della gente», commenta amareggiato Fran- co Mazza, ex consigliere della Provincia di Avellino e attivista di Ambiente e salute, l'associ- azione che si è occupata di raccogliere le tremila firme e predisporre la denuncia in Procura. Da anni gli ambientalisti si battono (invano) per ottenere il monitoraggio stabile di aria, suolo e falde acquifere, e la bonifica di un territorio me- no conosciuto della "Terra dei fuochi" ma proba- bilmente altrettanto letale. Questa conca solcata dal torbido fiume Sabato e dalla trafficata autostrada A16, dove sono rac- colti una decina di centri abitati e 30mila per- sone, è sovrastata da una nebbiolina che ristagna perennemente. La conformazione geografica della zona già di per sé non agevola il ricambio dell'aria, ma gli alti livelli di smog riconducibili a emissioni industriali e traffico la trasformano in una sorta di "camera a gas". Ci sono un centinaio di aziende che eruttano fumi di ogni tipo e un impianto per lo smaltimento dei rifiuti che emana un tanfo insopportabile per tutta la giornata. Ma questa è anche la terra in cui amianto e diossina hanno stabilito dei tristi record con l'Isochimica di Pianodardine, stabilimento dove sono stati smaltiti illecitamente 20mila chili di amianto scoibentato dai treni, e l'Irm di Manocalzati, sito di stoccaggio di rifiuti, noto per il rogo doloso che nel 2005 ha mandato in fumo 8000 tonnellate di immondizia. Ambientalisti e medici di base presentano un esposto in procura per denunciare l'aumento anomalo di neoplasie legate all'inquinamento nella zona industriale a valle di Avellino. L'ipotesi di reato. disastro ambientale. I dati di Arpac e Cnr sui veleni di suolo, acqua ed aria. I sanitari: "Tumori e malattie respiratorie in cos- tante aumento". I cittadini: «Siamo in una cam- era a gas, abbandonati dalle istituzioni» L'hanno ribattezzata la "valle dei tumori". Da mesi i medici di base sono in rivolta per l'au- mento continuo di neoplasie e malattie dell'ap- parato respiratorio. Che nessuno è ancora ri- uscito a certificare con un accurato studio epide- miologico. Così i cittadini della media Valle del Sabato, che coincide con il nucleo industriale a valle di Avellino, hanno deciso di fare da soli. In una settimana hanno raccolto 3061 firme che sono state allegate a un esposto-denuncia presentato al Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo. «I dati scientifici mettono in relazione le emissioni di sostanze inquinanti con il boom di patologie neo- plastiche», sostengono i cittadini. Sarà compito della magistratura accertare il collegamento e valutare se ci siano le condizioni per parlare di "disastro ambientale" ed "ecosistema compro- messo" in questo angolo d'Irpinia, tutt'altro che felix. Fumi e veleni nella Valle del Sabato I livelli di ozono, benzo(a)pirene, polveri sottili, toluene nell'aria, ammoniaca, ferro e manganese nell'acqua, piombo, rame e pcb nel suolo hanno registrato valori sballati in studi condotti da 39enne di Eboli disperso sulle montagne di Montella trovato morto, alla ricerche hanno partecipato anche i vigili del fuoco di Avellino. Sul posto, oltre le squadre dei distaccamenti di Lioni e Montella, anche personale TAS (topografia applicata al soccorso), SAF (speleo alpino fluviale) ed il nucleo elicotteri di Pontecagnano. Le ricerche sono proseguite fino al pomeriggio di oggi, quando l‟uomo è stato trovato dai Vigili del Fuoco in collaborazione con il Soccorso Alpino, in fondo ad un dirupo, privo di vita. 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Nel caso del porcellum tutte le liste erano bloccate, il voto non era ne‟ personale ne‟ diretto e nemmeno il premio di maggioranza, ha dato legislature stabile. Questo rosatel- lum, lo sappiamo, i due terzi del Par- lamento e‟ eletto indirettamente e su delle liste bloccate. Quello che dal 1993, e‟ ri- masto inalterato e‟ solo il suffragio univer- sale. Pe noi e‟ auspicabile un ritorno al proporzionale puro, con la formazione dei governi dopo le elezioni, una volta che il popolo ha espresso la sua volonta‟.E poi… Non e' con la riduzione del numero dei parlamentari che si cambia il modo di far politica, ma ridisegnando il ruolo del legis- latore, iniziando appunto dal meccanismo elettorale. Detto cio', con il ritorno al proporzionale puro, occorre anche una regolamenta- zione dei partiti, con l' introduzione di un codice etico, per che riguarda candidature e statuti, ed una regolamentazione par- lamentare del libero mandato, con l' intro- duzione della mozione di sfiducia person- ale estesa a tutti, altrimenti si ritornerebbe semplicemente nella fossa dei leoni, della prima Repubblica. Comunque per noi l‟ unico meccanismo alternativo che potrebbe realmente rivoluzionare la politica, rest ail nostro “Universallum”,piu‟ volte ribadito. Consiste in un sistema elettorale misto meta‟ seggi uninominali e meta‟ proporzionali, con due o tre preferenze. Nelle circoscrizioni o collegi uninominale, candidare tutti par- lamentari uscenti, in qui proporzionali I nuovi alla politica e non eletti in quei un- inominali. Il poche parole il popolo premia chi duramte la legislatura ha esercitare bene il suo mandato, con un vero rinnovo generazionale del Parlamento. Quell ache possiamo definire , una Democrazia meri- tocratica. Oggi e‟ molto facile entrare o scendere in politica, basta avere soli o conoscenze partitiche, con l‟ “Universalum” entrano in poltica i compe- tenti e I meritevoli“.In Italia se il legislatore di turno facesse una legge elettorale, in cui solo il capo famiglia andrebbe a vo- tare, il popolo non avrebbe nulla da ridire “ QUI LONDRA A pagina 2 Congo, l’inferno del Coltan e la manodopera della disperazione Pagina 10 L‟ombra della corruzione a Bruxelles e Strasburgo. Quei regali che andavano rifiutati di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu Pagina 6 LA GRANDE CRISI Da: L’ Espresso Le incertezze e le insicurezze del nostro tempo sottolineano solo quanto sia fondamentale il rag- giungimento della giustizia sociale per la stabilità e la pace e come l‟accesso al lavoro dignitoso sia vitale per il progresso del benessere umano». Il Direttore Generale dell‟Organizzazione In- ternazionale del Lavoro (Ilo), Guy Ryder, ha usato queste parole a Ginevra, in occasione del Cen- tenario dell‟organizzazione nata nel 1919 dal trattato di Versailles, per esortare la platea di circa 600 delegati, membri dei governi, la- voratori e datori di lavoro proveni- enti dai 187 paesi membri dell‟Ilo….. Segue a pagina 7 RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E RIFORME COSTITUZIONALI Art. Cost. 138 Bis “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Forse e‟ ora di dare una spolveratina all‟ articolo 138, riguardante la modifica della seconda parte della Costituzione IL fatto che una riforna costituzionale possa essere varata solo con la maggioranza assoluta, coinvolgendo poi il Popolo con il referendum confermativo, a nostro avviso non e‟ del tutto giusto. Se il Parlamento non e‟ in grado di ap- provare una legge costituzionale ( come nel caso odierno sulla riduzione dei parlamentari) con I due terzi, significa che la legge o e‟ poco chiara oppure incostituzionale, perche‟ una modifica necessaria ed utile al paese, dovrebbe essere votata da tutti. Detto cio, veniamo alla “spolveratina”, il terzo comma dell‟ articolo 138 e‟ chiaro; “ Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.” Allora aboliamo il referendum con una semplifi- cazione e amalgamazione dell articolo 138” Art. Cost. 138 “Le leggi di revisione della Cos- tituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. PIU‟ SEMPLICE DI COSI‟ Nota edittoriale DAL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO, AL GOVERNO PER CAMBIARE LA POLITICA (Cosi dicono) CALABRITTO & DINTORNI L' unica informazione libera, e' sempre stata la controinformazione 39enne disperso sulle montagne di Montella trovato morto: alle ricerche hanno partecipato anche i vigili del Fuoco di Avellino Calabritto, sequestrato impianto rifiuti nell‟area industriale E‟ continuata senza soste, anche nel corso dell‟estate, l‟azione di controllo dei Carabinieri del Comando Tutela Ambientale per contrastare il fenomeno delle violazioni in materia ambientale presso i principali impianti di trattamento di rifiuti della Provincia. A Calabritto, nell‟ambito di una mirata attività d‟ind- agine coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, i Carabinieri del N.O.E. di Salerno nelle ultime settimane hanno avviato una serie di accessi ispettivi presso la locale area industriale con partico- lare riferimento ad un impianto di stoccaggio e tratta- mento di rifiuti speciali pericolosi e non, prevalente- mente costituiti da ingombranti, vetro, materiali ferrosi, plastica e gomma esteso su una superficie di circa 20.000 mq. Le ricognizioni hanno consentito di individuare gravi ed attuali violazioni delle pre- scrizioni imposte nei titoli autorizzativi riferite alla gestione non consentita di rifiuti speciali non pericolosi prodotti dal trattamento meccanico. Nel corso delle verifiche è emersa inoltre l‟assenza della certificazione antincendio in quanto scaduta di validità da circa 2 anni. All‟esito degli accertamenti, che hanno consentito il deferimento in stato di libertà del legale rap- presentante della società gerente con sede legale in provincia di Napoli e del responsabile tecnico dell‟impianto, il Gip del Tribunale di Avellino ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell‟in- tero impianto di trattamento di rifiuti, che è stato affidato in custodia al legale rappresentante. IrpiniaPost Sversamenti illegali in località Ponte di Ferro, dubbi e paura per i cittadini di Capaccio Paestum preoccupati per le condizioni dell'acqua Ancora paura di sversamenti illegali in località Ponte di Ferro a Capaccio Paestum. Al- cuni cittadini questa mattina hanno notato che l‟acqua era di un colore tra il verde ed il marrone. Inoltre, la corrente trasportava alcuni rifiuti. Sversamenti illegali in locali- tà Ponte di Ferro In località Ponte di Fer- ro sfociano diversi canali, da tempo sospettati di essere og- getto di riversamenti illegali da parte di aziende del territorio. Ipotesi maltempo Ad ogni modo non si può escludere che la colorazione dell‟acqua possa dipendere dal maltempo che potrebbe aver comportato anche la caduta in acqua di detriti. I cittadini chiedono maggiori controlli salerno.occhionotizie.it FOTO: I M. Ponzi CURIOSITA’ “Briglia della Comare”: Tortura Rinascimentale che puniva il Pettegolezzo Pagina 15
  • 2. L’ ELETTORATO PARLA CHIARO … L‟ elettorato italiano repubblicano si e‟ sem- pre suddiviso in 4 categorie. Un quarto pro- gressista , un quarto conservatore, un quarto in continuo movimento e un quarto indiffer- ente. Con un‟ elettorato di questo genere un qualsiasi meccansmo elettorale a forme maggioritarie, non potrebbe mai funzianare. In effetti e‟ piu‟ di un ventennio che la politica ci sta provando, vuoi con il mattarellum, vuoi con il porcellum e quest‟ ultimo addirittura prevedeva anche un premio di maggioranza, ambedue non hanno dato I risultati sperati e cioe‟ una legislatura con un solo governo. E‟ inutile dire che il rosatellum, abbia dato risul- tati migliori ! A questo punto, o si trova un meccanismo diverso e piu‟ efficace come il nostro “Universalum” ( vedi alla fine) oppure si dovrebbe ritornare al vecchio e buono pro- porzionale puro dei nostri padre costituenti. Altresi‟ (e questo va detto), occorre fare una legge che regolarizzi I partiti, che preveda un‟ unico statuto, un codice etico ( tanto caro ai 5 stelle) e conflitti d‟ interessi tra I poteri e isti- tuzioni. Un esempio sarebbe quello di tenere fuori dalla politica tutte le categorie che han- no a che vedere con la Giustizia, ivi inclusi gli avvocati. Essenziale sarebbe anche abolire le candidature plurime, fare in modo che I candidati restano sul territorio di provenienza e una volta eletti finiscono il loro mandato, prima che si possono candidare ad altre tor- nate elettorali; Un esempio sarebbe quello di proobire ai parlamentari eletti di candidarsi anche al Parlamento europeo o alle regionali. Un voto un solo mandato ! UNIVERSALUM: Meta‟ collegi uninominali, dove ricandidare tutti I parlamentari uscenti , solo la meta‟ che ha dimostrato onore e disciplina verra‟ rielet- ta dall‟ elettorato. L‟altra meta‟ dei collegi con il proporzionale puro con tre preferenze, dove candidare I nuovi alla politica e I par- lamentari non eletti nei collegi uninominali. Questo meccanismo racchiude, meritocrazia alla quinta essenza e cambiamento genera- zionale. La politica e‟ impegno sociopolitico e nessuno deve attaccarsi alle poltrone. COSTITUZIONALMENTE UN PARTITO, E’ UNA LIBERA ASSOCIAZIONI DI CITTADINI DIVERSAMENTE SOCIOPOLITICI, PERSONALIZZARLA SIGNIFICA SRADICARLA E‟ quell che e‟ avvenuto nel1994 con il ber- lusconismo, sino ad arrivare all‟ attuale Mo- vimento 5 Stelle, un‟ associazione gestita interamente da privati. In altre parole, si tratta di una vera e propria privatizzazione della politica e quando la politica va in mano ai privati, non esistono piu‟ ideologie, perche‟ una vale l‟ altra, o tutte valgono una, a se- condo dell‟ opportunita‟. Ecco perche‟ noi crediamo ( e l‟ abbiamo parecchie volte gia‟ ribadito) che occorre ritornare alle origini, dove tutti i cittadini sono in grado di associar- si liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Un metodo democratico, potreb- bero essere le cittadinarie (quelle vere), dove ad ogni tornata elettorale, ogni partito, mo- vimento o associazione sociopolitica, presen- tano sia la lista dei candidati/o, sia il loro pro- gramma legislativo, per essere poi sottoscrit- to dai un tot di cittadini prima di presentarli alle autorita‟ competente per la verifica. Questa e‟ l‟ unica ( secondo il nostro modes- to parere) alternativa all‟ attuale stallo isti- tuzionale e degrado politico, per fare modo che sia prima il cittadino a determira libera- mente la politica nazionale, come narra l‟ articolo 49 della Costituzione italiana. tituzionale avrebbe come si suol dire l‟ ultima parola sui dubbi di incostituzionalita‟ legisla- tive, purtroppo puo‟ intervenire solo su ricorsi cittadini e solo dopo un anno. Spesso per non andare in conflitto con la maggioranze di governo e quindi il Parlamento, ritardano e non d poco le sentenze. Facciamo ancora presente che per definire il porcellum incos- tituzionale, ci son voluti ben quasi dieci anni, in altre parole piu‟ di una volta interviene a fuoco spento, ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO, SOLO CON I DUE TERZI DEL PAR- LAMENTO Dire che in Italia l‟ elezione del Capo dello Stato e‟ solo una farsa, e‟ dir poco. Per me si tratta solo di un‟ azione truffandina ai danni della Democrazia. Si‟ induce il Parlamento a giochi di Palazzo, io non ricordo quando e‟stata l‟ ultima volta che si e‟ eletto un Presi- dente ddella Repubblica, con I due terzi del. Tutti sappiamo che quest‟ ennesimo gover- nicchio giallo/rosso con un pizzico di viola, e‟ nato per poter ipotecarsi il colore politico del prossimo Capo dello Stato. Detto cio‟, a tutto c‟e‟ un‟ alternativa. C‟ e‟ chi continua a proporre l‟ elezione diretta del Capo dello Stato come avviene in altre democrazie, purtroppo l‟ elezione diretta e‟ troppo costosa perche‟ dovrebbe prevedere il ballottaggio, altrimenti non si avrebbe un Capo dello Stato superpartes. Un‟ opera- zione tra l‟ altro molto costosa, di circa 800 milioni. Dicevano,a tutto c‟e‟ un‟ alternativa. Un‟ alternativa a costo zero, sarebbe quella di eleggere il Capo dello Stato solo con i due terzi del Parlamento e sino a quando non si elegge, resta in carica il Presidente uscente. Piu'‟ semplice e democratico di cosi‟ !!! L' INGOVERNABILITA' E' ANCHE FIGLIA DEL COSIDETTO POLTRONISMO Questo va esplicato.. Spesso i politici confondono la conconcorren- za di tutti a determinare la vita politica na- zionale di un paese, con la gestione dello Stato. E vero che in base all' articolo 49 della Cos- tituzione, per concorrere a determinare la politica nazionale, non occorre avere specifiche competenze o titoli di studio, ed giusto che cosi' sia, ma per la gestione dello Stato occorre come minimo avere delle com- petenze correlate agli incarichi. L' ingovernabilita' e' anche figlia del cosidetto poltronismo (Autocit 2015.) Cosa signigica ? Nessun governo darebbe il ministero degl' affari Esteri a qualcuno, che non conosca come minimo tre lingue, oppure il ministero della Sanita' a uno avvocato. E qui apro una parentesi ( l‟ avvocato e‟ un uomo di legge, puo‟ benissamente rappresentare il popolo ma non un governo, perche‟ subentrerebbe il conflitto di interesse). Per il “poltromismo” non si puo‟ incopare di certo gli elettori, questi eleggono i loro rap- presentanti, ma spetta a loro su proposta del governo , la scelte di coloro che gestiranno lo Stato. Da decenni parliamo della " spar- tizione degl‟ incarichi ministeriali" anche perche‟ la politica spesso fa preferito nomina- re in base alla mangiatoie elettorali e non alle competenze. Basterebbe mettere l' uomo giusto al posto giusto. Potrei fare cento o mille esempi di incompati- bilita ministeriali, ma mi basta quello dell‟ avvocato, che la mattina in un‟ Aula del Par- lamento legifera le leggi e la sera in un Aula di un Tribunale le puo‟ mettere in pratica DAL SCILIPOLITISMO BERLUSCONIANO, AL CAMALEONTISMO RENZIANO Scrivevo: “ Il politico preferisce trasmormarsi e non evolversi, e‟ un camaleonte stagion- ale” (2016 prima del referendum cos- tituzionale) Per questa ragione sono sempre stato fa- vorevole al proporzionale puro senza livelli di sbarramenti. Matteo Renzi non e‟ ne‟ il primo ne‟ l‟ ultimo politico trasformista, della storia repubblicana, siamo solo passati dal scil- ipotismo berlusconiano al camaleontismo renziano.Con il proporzianale puro, puoi tras- formati come vuoi e quando vuoi, alla fine 2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 15 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 “Quando e‟ la stessa politica a mettere in discussione le istituzioni, e‟ l‟ inizio della fine di ogni forma di sovranita‟ popolare” L’Angolino della Poesia Marynzia Panico Borrelli Nuje a Nnapule tenimme tanti ccose belle tra cui 'o Vesuvio, cu scorci 'e lava stutata ca sovrasta tutt'a città, dint'e vvedute! Che bellu panorama e penzà ca tutti nc'e lo invidiano e ppò dicene, ca nuje simme "attaccabrighe!" Tutt'e turisti ll'amano chesta città partenopea ca ggir'o munno in- tero e a chi 'a vede...fa ggirà 'e ccerevelle tanto ca è bella! Nuje napulitane tenimme 'a lava dint'e vvène, pirciò simme chin'e calore ppè ll'ospite ca nc'è vene a truvà ccà! Noooo...state sicure ca 'o Vesu- vio nuosto nun fuma...e nun fumarrà cchiù...s'ha levat'o vi- zio... fa male a ffumà... se ntossechen'e pulmune e jsso 'o ssape bbuono! Pirciò, amici miei nordisti... è inutile a fa preghiere a chistu mostro 'e bellezze, pecché 'a lava nun laverà maje 'e napulitane... arricurdateve ca 'o Vesuvio nc'è tene ppè nnuje e nun c'è vò vedè 'e murì...ma serio eh!!! Nuje tenimme l'ammore ppè ll'Arte e 'a Cultura... tenimme 'a sinfonia da musica d'autore dint'o ccore e, sapimme quanno c'avimma fer- mà 'a staziona, pecchè tenimme a Ddio ca nc'è guida e nc'è porta pp'à mmano! E allora è inutile ca tenite mmiria 'e nuje...ggente dò Nord, ll'unica cosa ca putite fà, è avè pietà e vuje e pregà 'o Signore ca ve benedi- ce e vvè fa addivintà cchiù bbuone! ...E certo ca lloco, nc'è vulesse sulo nu miraculo!! AUTAFORISMO Non esistono guerre dove non si commettono crimini umanitari e democrazie, dove non esistono dittatori Le leggi giuste ed eguali per tutti, non hanno bisoglio di essere scrisse da nessuna parte E' ora che anche i politici, si rendessero conto che la Politica si determina in Parlamento Non esistono guerre dove non si commettono crimini umanitari e democrazie, dove non esistono dittatori Finche' ci sono le contestazioni generazionali, c'e' cambiamento L' unica informazione libera, e' sempre stata la controinformazione Il Potere una volta assaporato, non lo molla piu' nessuno e il trasformismo politico n’e’ la prova Lo Ius soli, o meglio il diritto all' esistenza, dovrebbe essere una legge Universale Ogni qualvolta che perdiamo la razionalita', puntuale spunta il Diavolo Quando un paese non proggredisce, e' perche' le esigenze esistenziali sono aumentate e la politica, non e' piu' in grado di garantirle a tutti La perfezione non esiste, altrimenti Dio non avrebbe creato, anche il genere umano Si diventa vecchi, ammazzando il bambino che e' in ognuno di noi e si matura e si evolve ascoltandolo Quando un popolo sceglie un Barabba, non c’e’ Cristo che tenga Nella gastonomia come nella politica, ci vuole solo un po' di passione per ottenere dei buoni risultati Una volta c’erano conservatori e progressisti, da alcuni decenni ci troviamo al cospetto di trasformisti che si spostano a secondo le stagioni Sono anarchico, perche' al mondo non esiste ancora, una sola legge uguale per tutti Ilario Mario Ponzi Photo reporter E Socio onorario Britalyca La Voce Alternativa CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo alternative ! Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale, con onesta‟ intellettuale e senza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma informazione. Motto: “ In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni cittadino Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Maridina ( Italy ) Fondato, edito e pubblicato da Carmine Gonnella Londra (GB) Formato cartaceo limitato IN DEMOCRAZIA LE VIE DELLE ALLEANZE SONO INFINITE Sento dire che l‟ alleanza PD – M5Stelle e innaturale. Niente di piu‟ falso, in democra- zia le vie delle allenaze sono infinite, a pre- scindere dal meccanismo elettorale (parliamo anzitutto del propor- zionale) .Anche con il rosatellum, se nessun polo o alleanze pre elettorali raggiunge la maggioranze del 50+1% le probabili maggi- oranze di governo, sono piu‟ di una. Anche nei meccanismi uninominali ( a parte l‟ America dove I cittadini vanno a votare chi ha piu‟ soldi) puo succedere, come nel caso inglese che alcune volte, c‟ e‟ bisogno di alleanze, per poter formare un governo (l attuale governo) In Italia‟ unica soluzione e‟ il ritorno al proporzionale secco, senza can- didature plurime e raccolta firme a livello regionale e ad ogni tornata elettorale. Serve un meccanismo unico sia a livello nazionale regionale e comunale, in modo tale da non confondere l‟ elettore e introdurre l‟ Election Day. L‟ Election Day non solo riavvicinera‟ il cittadino al legislatore, ma fara‟ risparmiare quasi un milardo di euro ogni 5 anni allo Stato. Il voto non e‟ solo libero, personale e diretto, ma anche eguale ! GOVERNI ALTERNATIVI . Nelle crisi di governo e‟ l‟ intero esecutivo che andrebbe cambiato, sopratutto quando subentrano nuove forze politiche (Autocit.) Speriamo che questo nuovo governo della "svolta", lasci da perte almeno per una volta il poltronismo e pensi al benessere esclu- sivo della Nazione. Un' altra cosa che an- drebbe consiserata e l' abbandono a parte del M5S del contratto di governo "stipulato" con la lega. Il nuovo governo dovra' legiferare esclusivamente sulle priorita' ne- cessarie a pare ripartire l' economia. Poi sul taglio dei parlamentari, a parte che essendo un disegno di legge costituzionale, l' unltima parola spetta alla sovranita' popolare. Non e' il taglio dei parlamentari la priorita; ma il meccanismo elettorale, ovverossia le mo- dalita' con cui si i cittadini scelgono e se- guono i loro rappresenatnti. Ricorsiamo che per Costituzione, il voto anche con il rosatel- lum e' ancora a suffregio universale e diret- to, con i senza l taglio dei parlamentare. E diretto, significa , con un meccanismo elet- torale uninominale o proporzionale secco con preferenze.Oppure misto meta' uninom- inale e meta' proporzionale con preferenze. Dare al cittadino la scelta di eleggere diret- tamente il futuro legistatore. LE DEMOCRAZIE FUNZIONANO SOLO SE C’E’ SINERGIA TRA GLI ORGANI ISTITUZIONALI DI GARANZIE Anche se ci ripetiamo.. Nel nostro stato di diritto, ci sono tre organi istituzionali di garanzie democratiche. In primis il Quirinale che autorizzando I decreti e fa da bilanciere tra il potere esecutivo e quello legistativo. Il secondo e‟ il Parlamen- to, eletto a suggragio universale e‟ quindi sovrano e dobrebbe legiferare nell‟ inter- esse esclusivo della Nazione. Il terzo e‟ la Corte costituzionale. Se tra questi tre c‟‟e sinergia, allora le democrazie funzionano e‟ cosi anche il progresso del paese. In Italia purtroppo, il Quirinale per non andare in conflitto con il potere esecutivo (I govern- anti) firmerebbe anche la sua condanna a morte. Il parlamento e‟ da alcuni decenni che e‟ stato delegittimato da leggi elettorali per dir poco “antidemocratiche”, senza piu‟ opposizioni alternative. La Corte Cos- I dati dei primi sette mesi del 2019 hanno segnato un aumento delle vittime del 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Calano, invece, gli infor- tune Erano al lavoro in una vasca in una discarica di rifiu- ti, e sono morti probabilmente asfissiati, i due operai che hanno perso la vita lo scorso 29 agosto a Matera. Leonardo aveva 52 anni, Donato ne aveva 53. I loro corpi sono stati trovati sul fondo della vasca di de- cantazione, a trenta metri di profondità, dove è stata rilevata un‟alta concentrazione di monossido di car- bonio. In provincia di Cremona, solo nel mese di agosto, sono morti tre lavoratori. Marzio, 47 anni, ha perso la vita in provincia di Tre- viso, travolto da una massa di materiale nell‟azienda di stampaggi dove lavorava. Nel Varese, a Gorla Minora, è morto Davide. Aveva 39 anni: è rimasto incastrato tra due rulli di un macchinario che gli han- no schiacciato il torace. A Ripi, vicino Frosinone, un operaio di 57 anni è rimasto sepolto da metri di terra in un cantiere. Ci sono singole storie, e nomi, dietro i numeri dei morti di lavoro presentati dall‟Istituto na- zionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail). Una strage silenziosa, un elenco di 599 persone decedute in 181 giorni. Dati che, se comparati con quelli dello stesso periodo di tempo del 2018, segnano un aumento delle vittime del 2 per cento. Le morti di lavoro sono cresciute al centro (da 110 a 120), al sud (da 119 a 134) e sulle isole (da 46 a 58). Sono diminuite leggermente nel nord-ovest (da 155 a 153) e nel nord-est (da 157 a 134). Rispetto alle fasce di età, sono aumentate le morti di persone tra i 45 e i 54 anni (+ 43 casi) e tra i 20 e i 34 (+ 19). Hanno perso la vita più uomini (da 527 a 548) e meno donne (da 60 a 51). Più lavoratori comunitari (da 29 a 40) ed extracomunitari (da 64 a 71) e meno italiani (da 494 a 488). Le denunce di infortunio, sempre secondo i dati diffu- si da Inail, indicano un leggero miglioramento rispetto al 2018: a luglio sono state 378.671, 62 in meno rispetto alle 378.733 dei primi sette mesi del 2018 (- 0,02%). Un‟analisi di Pagella Politica evidenzia che le morti registrate nel primo semestre dell‟anno, 482 infortuni mortali, sono il dato peggiore dal 2016, cioè da quan- do sono consultabili i bollettini trimestrali Inail. Il 2016 aveva registrato 1.018 vittime e il 2017 ne aveva contate 1.029. I primi sei mesi dell‟anno in corso han- no superato il totale delle vittime del primo semestre del 2018, che già era stato il peggiore degli ultimi anni, con il 10% di vittime in più rispetto all‟anno precedente. Fonte https://www.tpi.it/economia/lavoro/morti- lavoro-2019-inail/ “Briglia della Comare”: Tortura Rinascimentale che puniva il Pettegolezzo Le punizioni corporali sono sempre state considerate un deterrente per chiunque avesse in mente di commettere qualcosa di sbagliato. Dall’anti- chità fino ai giorni nostri (purtroppo), la tortura non ha mai smesso di essere usata come forma di punizione o come “incentivo” alla confessione di un crimine. E’ fin troppo notorio il ricorso a punizioni cor- porali durante il periodo dell’in- quisizione, quando anche il minimo sospetto di eresia o stre- goneria, portava a terribili con- danne. In Scozia, du- rante il Rinasci- mento, a molte donne non oc- correva com- mettere chissà quale grave crimine per subire un’orri- bile punizione, bastava essere un po’ pettegole… Per questo “crimine” così diffuso fu inventato uno strumento di tortura ad hoc: la mordacchia, o briglia della comare devi sempre fare I conti con il Parlamento sovrano. Ieri sera ho ascoltato, malvolen- tieri Porta a Porta (per chi non lo sapesse, e‟ quell programma presentato da qualcuno che nel corso dei decenni, si e‟ arricchito grazie alle disgrazie politiche italiane) una vera farsa, anzi peggio una vera e propria commedia dell‟ arte, dove un Matteo Renzi spiega alla Nazione le sue ragioni per lasci- are il PD. Tutti noi di Matteo Renzi conosci- amo sia l‟ arroganza sia I suoi u-turns, sono sicuro che appena danno una “rispolverata “ alla legge elettorale, si andra‟ di nuovo alle urne. Chi vincera‟ ? Dipende ovviamen- te dal tipo di pennellate che si danno al rosatellum. Comunque vada maggioritario o proporzionale il parlamentarismo senza cambiare la Costituzione e‟ salva, cari Matteii ! Altro che " Italia Viva " UN ORA DI EDUCAZIONE ALIMENTARE PER SALVARE IL PIANETA In questo terzo millennio parlare di educa- zione civica nelle scuole e‟ dir poco da sprovveduti.perche‟ “ Il male assoluto del liberismo materiale sono gli eccessi dei consumi” (autocit.) Personalmente invece dell‟ ora di educa- zione civica, opterrei per un‟ ora di Educa- zione alimentare, sin dall‟ scuole di prima infanzia, fino alla terza media, rieducare il palato potrebbe salvare il pianeta, partendo appunto dagl‟ eccessi. NOI POPOLO, NON SONO FESSO! Consiglierei a codesto governo di riservare la quarta letture della legge costituzionale sul taglio dei parlamentari per ultimo. Se dovesse passare prima di quest‟ anno, ci sara‟ di certo un referendum confermativo e visto l‟ andazzo sull‟ aumento delle cariche ministeriali, il Popolo la boccera‟. Ccà nisciuno è fesso, si dice ancora al mio pae- se. Vedete che quei pochi milioni, (secondo le stime piu‟ veritiere saranno di circa 300 milioni ad ogni legislatura) che si risparmierebbero con la riduzione dei par- lamentari, se li mangeranno I vice-ministri e sottosegretari aggiunti nei ministeri. La politica costa troppo, perche‟ una volta nel “Palazzo” (da non confondere con il Par- lamento) bisogna accontentare i cosidetti indotti, o meglio le “mangiatoie elettorali” , in ogni singolo partito o movimento. IL TIPO DI ACCOGLIENZA PRIMA DI TUTTO Il problema non e' accogliere lo straniero, migrante o naugrafo, perche' e' contempla- to dai trattati e costituzioni di tutto il mondo, ma il tipo di accoglienza che viene riservato loro da ogni nazione. Il tipo di accoglienza deve essere uniforme in tutti i paesi euro- pei, in altre parole devono essere trattati allo stesso modo sia nel paese di prima accoglienza , sia nei paesi di ricollocamen- to e occorrebbe una normativa europea .. UN SISTEMA ELETTORALE UNIVERSALE In un paese done esistono diversi mecca- nismi elettorali e si vota circa ogni anno e mezzo, e' ovvio che appema nasce un gov- erno, gia; si pensa al prossimo. I governo cadono anche per quest' anomalia. Se real- mente si vuole cambiare la politica na- zionale e non solo, occorre un solo mecca- nismo elettorale per tutte le tornate ma anche un‟ Election Day. Diciamo che il cit- tadino sa che ogni 5 anni il 21 di marzo va a votare per le elezioni generali, per le re- gioni e i comuni. Con questo sistema elet- torale si potrebbe anche cambiare le mo- dalita' di eleggere il Capo dello Stato, il cittadino potrebbe, avendo tre preferenze a disposizione votare (o indicare) i candidati al Quirinale, scelti da ogni partito tra la co- munita' non politica del Paese, poi il Capo dello Stato verrebbe eletto dai due erzi del Parlamento tra i primi tre indicati dal Popo- lo. Invece di eleggerlo ogni 7 anni si potreb- bero eleggerlo ogni 5 come per i parlamen- tari. Che il meccanismo sia maggioritario o proporzionale non ha importanza, l' im- portante e' che sia Universale e si voti lo stesso giorno ogni 5 anni MORTI SUL LAVORO Morti lavoro 2019, Inail: “Da gennaio a luglio, 599 vittime”
  • 3. LA DECISIONE Quando si stabilisce di fare delle scelte politiche, in definitiva, si prendono delle “decisioni”. L‟assioma sembrerebbe pressoché normale. Eppure, il caso, questa volta, è più complesso di quanto possa apparire. Intanto, ogni decisione implica l‟apparente certezza d‟aver fatta quella giusta. Lo scriviamo perché non sempre l‟evolversi dei fatti conforta questa premessa. Se lo segnaliamo, è perché è capitato, più volte, di rilevare incongruenze su fatti che ritenevamo degni di decisioni politiche per nulla scontate. In questi mesi di “Centro/ Desta”, in Italia sono variate tante scelte che d‟incrollabile non avevano nulla. Ora, ci troviamo nuovamente a un bivio. Siamo in balia di un Governo “giovane.” Noi preferiamo anticipare le nostre sensazioni senza, per altro, tentare d‟influenzare quelle degli altri. Prima di prendere atto delle strategie di questo Potere Esecutivo, però, resterebbero da chiarire alcuni punti dei quali si è dibattuto molto; ma senza un‟organica soluzione. Le deleghe politiche restano, in ogni caso, da non sottovalutare. Come non saranno da sottovalutare i compromessi UE delle fazioni figlie di una stessa alleanza. Se cambiamento ci sarà, vedremo quanto reggerà. Sempre che ciascuno sia libero di fare le proprie scelte; ma senza interferire, o condizionare, quelle degli altri. Dato che in politica un simile comportamento non sarebbe ammissibile, le decisioni importanti potrebbero, allora, essere assunta dall‟”Alto”. Con conseguenze politiche correlate. A questo punto, saranno veramente le scelte varate da questo Parlamento a determinare la durata di questo Esecutivo? LA VOGLIA DI CAMBIARE Dei Connazionali all‟estero ci si rammenta quando la “conta” del voto politico torna a essere apprezzabile. La " Circoscrizione Estero” è una realtà inidonea a una vita propria; resta costituita da Parlamentari impegnati nei partiti nazionali. Ciò che è evidente, se si escludono i “fuochi di paglia” che non abbagliano più nessuno, è il contrasto delle forze politiche nazionali nei confronti dei Connazionali d‟oltre confine. Ora, però, i conti non tornano più. Il loro “peso” nelle decisioni nazionali continua a contare meno di quello che vale. Eppure, gli italiani nel mondo, da stime attendibili, sono milioni. In altri termini, rappresentano un cospicuo numero di voti che, se fossero messi nell‟oggettiva condizione di poter rappresentare un loro partito autonomo, influirebbe sulla governabilità nazionale. Le “complicazioni”, semmai, sono i nostri politici a porsele. Che manchi, effettivamente, la disposizione a cambiare si rileva dalla mancanza di una reale autonomia politica dei nostri Connazionali all‟estero. Eppure, non mancherebbero le premesse per delle regole che armonizzino con la condizione d‟italiano ”altrove”. Ben ce ne siamo reso conto in questo nostro impegno correlato alla realtà dei connazionali nel mondo. Perché, almeno per noi, non esiste una netta spartizione tra loro diritti e doveri in Patria. La nostra Emigrazione potrebbe rappresentare un arricchimento alla democrazia nazionale e non solo, come ancora accade, un insieme di numeri da porre in gioco quando può fare comodo. Il nostro Potere Legislativo dovrebbe porsi il problema. Insomma, mancano ancora segnali concreti per cambiare le “regole”del voto politico. Restano realtà da riscoprire. Diverse visioni da condividere. I nostri Emigrati, che fanno parte del Popolo italiano, non intendono essere perdenti per volontà altrui. La voglia di cambiare c‟è. Ne abbiamo preso atto. PARLAMENTARI In una Penisola dove i sacrifici sono diventati norma, i “vantaggi” economici parlamentari dovrebbero finire. Il Potere Legislativo potrebbe affrontare, con un‟ottica assai diversa, i problemi del Bel Paese. Ne va anche dell‟attendibilità di Nazione in ambito UE e nel mondo. Con questo intento, intendiamo porre la nostra attenzione e suggerire, conseguentemente, alcune attente valutazioni. Sul piano economico, tanto per cominciare, in una Penisola con mancanze generali, anche i nostri parlamentari, al momento d‟accettazione dell‟incarico, dovrebbero essere assimilati a funzionari dello Stato. Chi ha l‟onore d'essere eletto a rappresentare il Popolo italiano, lo dovrebbe fare non solo con saggezza, ma anche in economia. Il periodo delle “vacche grasse” è finito e non tornerà più. L‟economia dovrebbe, in primo luogo, essere presente proprio là, dove si prendono in esame e si approvano i sacrifici destinati al Popolo italiano. Sarebbe opportuno non confondere le carte in tavola. Chi ritiene d‟avere le capacità per un ruolo di Rappresentante del Popolo italiano, e si andrà a candidare, è invitato a riflettere su questi principi. Per scriverla franca, i “privilegi”, che sono duri a morire, domani non dovrebbero esserci più. Quindi, a ognuno l‟essenziale per svolgere il suo mandato; stabilito da un disciplinare accettato al momento della nomina a parlamentare. La Democrazia non si vende e non si compra. Queste nostre riflessioni dovrebbero servire per frenare altri sacrifici a chi ha già dato. Anche troppo. Ogni futura modifica del nostro sistema parlamentare dovrebbe essere condizionata da una reale austerità anche per chi accetterà di farne parte. Lasciamo ai lettori ogni altra possibile valutazione. LA LIBERTA’ Cos‟è la Libertà?” Essa rappresenta un modo di vita disciplinato da norme. Se questa definizione è corretta, come riteniamo, non può esistere “libertà” senza un complesso di regole che la disciplinano. Ne deriva, di conseguenza, che non può continuare la “libertà” quando vengono a mancare, indipendentemente dai motivi, normative che la regolano. Fare della filosofia spicciola in materia non appare sensato. Anche perché non è assolutamente vero che la “libertà” individuale viene a cessare, quando si trova a coesistere con quella degli altri. Sono, di conseguenza, le leggi a disciplinarne i termini e le finalità. Il tutto in modo che non accadano situazioni tra di loro in contrasto e, di conseguenza, lesive su quanto premesso. Il Vecchio Continente, più di molti altri, è coinvolto da eventi che hanno dato “spessore” ai nostrì presupposti d‟apertura. Quando la confusione e le interpretazioni di parte, intendono imporre la “libertà”, significa che essa è stata snaturata da eventi e situazioni che non consentono di normalizzarla e, quindi, di gestirla. Premesso che essere “liberi”, ma tutti liberi, è difficile come per il passato, ci sembra importante evitare di confondere la liberà individuale con quella sociale che, tanto per restare in tema, interessa tutti. Dai fatti di cronaca, sempre più tragici, ci siamo resi conto che s‟è concretata una sorta di disordine che ha favorito ciò che non era coretto favorire. L‟Italia era, e resta, un Paese ospitale. Ma con regole da rispettare. Le stesse in essere in tutti i Paesi dell‟area UE e del mondo civile. Non siamo nelle condizioni di coordinare una “libertà” che non tenga conto di quella che spetta, di diritto, a un Popolo che ha saputo meritarsela. Per evitare interpretazioni ingannevoli di queste nostre considerazioni, c‟è da considerare che essa sia regolata con leggi dello Stato. Nel nostro caso, quello italiano. Rispettare la vita, in tutte le sue manifestazioni, è uno degli aspetti più esaltanti del nostro concetto di “liberta”. Quando, invece, essa fovorisce il “caos”, c‟è da chiederci, e con impellenza, se siano stati rispettati tutti i principi sui quali la “libertà”, quella che intendiamo noi, non sia stata subordinata. LEGGE DI STABILITA’ Dopo il varo dell‟Esecutivo di Centro/ Destra, avevamo azzardato qualche previsione sulle sorti d‟Italia. Da subito, qualcuno si sarà domandato con quale logico nesso avessimo potuto allineare una previsione squisitamente politica con una prettamente economica. Per chi ha ancora delle perplessità, valide o meno, non ci resta che tornare in argomento. Di fatto, e nessuno lo nega, la stabilità politica non troverà vita facile in Parlamento. Mancando un‟opposizione degna, l‟Esecutivo avrà spazio per potersi muovere. I fatti non hanno occupato il posto delle promesse. Ed è proprio a questo livello che l‟incertezza economica si fonde con quella politica. Certe decisioni dell‟ultima ora non avrebbero potuto reggere senza il consenso di un Parlamento diviso dalle questioni interne. Il 2019 sarà ricordato come l’anno “anomalo” della politica nazionale. Nel Contratto di Governo Di Maio/Salvini abbiamo notato dei provvedimenti di non facile realizzazione. Dato che nulla andrà “meglio”, preoccupiamoci per evitare che si elimini, almeno, il “peggio”. E‟ sin troppo chiaro che gli accorgimenti sulla normativa di stabilità non risolveranno i problemi di Casa nostra. In alcuni casi, li complicheranno. Dopo qualche polemica, il binomio economia/politica tornerà a prevalere. Il secondo semestre di quest‟anno, in ultima analisi, sarà ancora difficile. Quello che maggiormente ci preoccupa è rappresentato da certe incoerenze politiche che andranno ad aumentare il “disordine” sociale. A questo punto, che non consente indecisioni, la coerenza è la migliore argomentazione che può farci essere meno contrapposti. Saranno i prossimi mesi a decidere se questo Parlamento sarà nelle condizioni di garantire un migliore stimolo alla ripresa economica del Paese con la conversione in Legge dei “progetti” dell‟Esecutivo. Al presente non è più solo una questione di stabilità politica, ma di emergenza economica. IL DISORDINE In questi tempi d‟incertezza politica, si confonde, spesso, e non sempre a caso, “Libertà”, con “Disordine”. I due termini, neppure in apparenza, hanno aspetti comuni tali da farli imbrogliare. Sempre che non si voglia, scientemente, farlo. La “Libertà”, individuale e collettiva, è regolata da norme di vita che nascono da una logica generale. Il “disordine” è tutto l‟opposto e, se s‟insinua con la “libertà”, allora ne deriva il caos; con tutte le sfumature più negative che possono far parte della natura umana. Meglio, di conseguenza, mantenere una netta distinzione tra i due termini che, tuttavia, non hanno nulla in comune. La differenza, invece, sono molteplici e d‟agevole individuazione. Da noi, il confine tra “libertà” e “disordine” s‟è fatto complesso. Ancor più per le interferenze di una politica che non promette nulla di buono proprio parchè fondata su alleanze di poca affidabilità. Quando le rivendicazioni non hanno più limiti definiti e la “Libertà” sconfina nel “Disordine”, allora ci sono principi da rivedere e situazioni da modificare. Ben sappiamo che non sarà facile. Ma di necessità sarebbe opportuno fare virtù. Come a scrivere, ove non fosse ancora chiaro, che “libertà” e “disordine” non possono coesistere. Non c‟è bisogno di particolari analisi per dimostrarlo. Il “disordine” non è mai partorito dalla “democrazia”. Né viceversa. L‟esperienza ci ha fatto capire che la scelta sarebbe il “caos”. Cioè una sorta di confusione, dai confini incerti, che ci porterebbe a perdere ciò che ci siamo conquistati e con parecchie rinunce. Giorgio Brignola DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO 14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019
  • 4. Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia. www.agoravox.it 13 CULTURA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 "Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna."... RITORNA STORY RIDERS, A TOR- CHIARA, NEL PARCO DEL CILENTO Ritorna Story Riders, la manifestazione giunta alla sua quinta edizione, con il patrocinio del Comune di Torchiara, della Provincia di Salerno, della Regione Cam- pania e del Parco Nazionale del Cilento, che trasforma Torchiara nel paese della storie. Per tre giorni, da venerdì 4 a dome- nica 6 ottobre, nel salone degli specchi del Palazzo Baronale de Conciliis si altern- eranno rappresentanti del mondo del teatro, del cinema, della letteratura e dell‟arte e del giornalismo per raccontare le loro storie su tre temi centrali: la crea- tività al femminile il primo giorno, il ris- catto la seconda giornata, e il “turismo lento”, tema Unesco dell‟anno Concluderà la kermesse la premiazione dei racconti letterari inviati da tutti Italia al concorso Common People, organizzato nell‟ambito della manifestazione, unitamente ad un laboratorio di scrittura ri-creativa. “Con questa manifestazione - afferma Alber- to Zobbi, Presidente dell‟Associazione cul- turale Ergo South che organizza l‟evento - abbiamo cercato di dar vita a un appun- tamento culturale che attraverso parola, scrittura, cinema riproponga il piacere antico di raccontare, con i diversi strumenti di cui l'uomo dispone". Negli anni scorsi hanno partecipato grandi della letteratura e del giornalismo come l‟indimenticabile Luciano de Crescenzo, lo scrittore Marcello Venezi- ani, il direttore di Rai 2 Gennaro Sangiuli- ano, il direttore della Comunicazione di Confindustria Alfonso Ruffo, Maris Martini, sorella del Cardinale, don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità e tanti altri ancora. Quest‟anno il programma prevede altre notevoli presenze: per la creatività al femminile interverranno Lina Sastri alla vigilia del suo nuovo spettacolo che debut- terà il 10 ottobre, l‟artista Carla Viparelli, reduce da una mostra organizzata per lei a Los Angeles, e Cinzia Leone vincitrice del Premio letterario Rapallo con “Ti rubo la vita”. Armida Parisi del Roma e Giulia Cerasoli di Chi commenteranno le storie al femminile della prima giornata. Il tema del riscatto non poteva prescindere dall‟esperienza dei ragazzi del Rione Sanità a Napoli che saranno raccontati da Chiara Nocchetti e da alcuni di loro. Il regista Luca Rosini che commenterà la proiezione del suo film la Paranza della Bellezza con don Anto- nio Loffredo, il grande artefice del “miracolo” della Sanità: cioè l‟aver strap- pato alla strada i ragazzi inducendoli a la- vorare nel recupero del loro quartiere, tras- formandolo in uno dei poli di attrazione tur- istica della città di Napoli. Analogamente Massimiliano Capalbo racconterà un‟analo- ga esperienza vissuta in Calabria con le im- prese eretiche realizzate da giovani in ambi- enti difficili. L‟ultimo giorno sarà ricordato Michele Prisco nei i suoi viaggi dalla figlia Annella, che si soffermerà portando anche una nota nostalgica, sul ricordo del viaggiare lento di una volta in compagnia del padre. Il giornal- ista Marcello Napoli con il critico Francesco d‟Episcopo racconteranno degli anni del poeta Alfonso Gatto esiliato in Sardegna in una sorta di turismo coatto. Tornano come ogni anno, Raffaele Aragona con Cinzia Dato che questa volta racconteranno del viaggio di un inglese del 700 da Londra a Parigi per arrivare a Napoli all‟ombra del Vulcano. Chiuderà la manifestazione l‟at- trice Eliana Miglio che presenterà e prem- ierà i vincitori del concorso Common Peo- ple, riservato a scrittori e fotografi. Il laboratorio di scrittura ri-creativa, la cui partecipazione è gratuita, sarà tenuto da Raf- faele Aragona e Daniela Fabrizi, dell'Opifi- cio di Letteratura Potenziale, che prevede la possibilità di produrre opere poetiche e let- terarie prescindendo dall'ispirazione e basan- dosi invece su regole anche logico- matematiche. Ideatrice dell‟evento Angela Riccio, che dopo una vita spesa a Milano come manager della comunicazione, ha las- ciato la città per il Cilento, dove ha restaura- to la dimora storica Borgo Riccio, proprietà di famiglia, aprendola all‟ospitalità. “Anche quest‟anno - spiega Angela Riccio - abbiamo cercato di dar vita a un appun- tamento culturale, ma anche ludico e di de- gustazione dei grandi vini e degli ottimi formaggi cilentani. Un appuntamento che attraverso la parola, la scrittura, il cinema e la musica ripropone il piacere antico di rac- contare, con i diversi strumenti di cui l‟uo- mo dispone. Raccontare di sé, del proprio tempo. E magari raccontare, soprattutto a chi non ha la fortuna di viverci, la bellissima terra del Cilento, patrimonio dell‟Unesco”. Frequentato da intellettuali e politici, il sa- lotto di Borgo Riccio è diventato un labora- torio di pensiero dove si discutono e si lanci- ano progetti culturali di promozione e valor- izzazione dell‟intero Parco Nazionale del Cilento. E proprio dall‟anteprima di Story Riders a fine agosto ha preso il via il pro- getto “Percorsi d‟arte contemporanea”, che arricchirà di installazioni permanenti, curate da artisti internazionali, i comuni dell‟entro- terra cilentano, a ridosso della costa da Paes- tum fino ad arrivare a Sapri. ...diceva con grande amore Walter Bonatti. A me non piace molto la monta- gna, tantopiù se c'è da camminare per sentieri in salita, ferrate... non ho fiato da quando ero giovane per via dell'asma e ancora di meno mi piace andare d'inverno sulla neve, sciare...a me piace il mare ma quando ero ragazza, il mio com- pagno e futuro padre di Silvia e Federico, mi trascinò (e poi li portò a loro piccoli e contentissi- mi) in varie piccole semplici im- prese in Alto Adige e Valle d'Aosta magari con la ricompensa di una polenta con meravigliosa fontina, di una fonduta, di un caffè profu- matissimo in grolla ...E fu così che andai a vedere anche il ghiacciaio Planpincieux dal rifugio Rifugio Boccalatte Piolti alle Grandes Jo- rasses. un video recente https:// www.youtube.com/watch? v=rZDkBiTsNc8 Leggo stamattina: “Previsto a inizio ottobre il crollo del seracco delle Grandes Jorasses” La relazione di Montagna Sicura: “Possibile caduta di 175 mila metri cubi. La velocità di spostamento del ghiaccio negli ultimi tempi è raddoppiata”A dare l'allarme sono state le strutture tec- niche della Regione Valle d'Aosta e della Fondazione Montagna sicura, registrando un'accelerazione del movimento che ha raggiunto la ve- locità di 50-60 centimetri al giorno. Il comune di Courmayeur ha dispo- sto la chiusura della strada co- munale della Val Ferret."La notizia che un ghiacciaio sul versante del Monte Bianco rischia di collassare è un allarme che non può lasciarci in- differenti. Deve scuoterci tutti e mobilitarci", ha detto il premier Giuseppe Conte, nel suo interven- to davanti all'assemblea generale delle Nazioni Unite.L'area che po- trebbe essere interessata dal maxi- crollo della porzione di ghiacciaio Planpicieux, nella Val Ferret, "non riguarda centri abitati e nemmeno strutture turistiche" ha spiegato all'ANSA il sindaco di Courma- yeur, Stefano Miserocchi. Il primo cittadino ha comunque disposto, in via precauzionale, l'evacuazione di alcune baite in quota nella frazione Rochefort. In alcune fasce orarie giornaliere sarà anche possibile per i residen- ti, i proprietari di immobili e i ti- tolari di attività percorrere la stra- da comunale "con monitoraggio in tempo reale del mantenimento di ragionevoli condizioni di sicurezza". E la finisco qua, al- meno lo spero.
  • 5. Le scarpe dei matti Boris Johnson has been referred to the police complaints body to assess whether he should Boris Johnson is referred to police watchdog over friendship with model Jennifer Arcuri after she was given more than £126,000 of taxpayers' money for her firmsEnnio Remondino face a criminal investigation over his links with American businesswoman Jennifer Arcuri. The Greater London Authority (GLA) said its monitoring officer had recorded a 'conduct mat- ter' against Mr Johnson over allegations Ms Ar- curi received favourable treatment because of her friendship with him while he was mayor of London. The Independent Office for Police Conduct (IOPC) will now consider whether there are grounds to investigate the Prime Minister for the criminal offence of misconduct in public office. The move was greeted with fury in Downing Street, which denounced the referral as a 'nakedly political put-up job' on the eve of the Tory Party conference in Manchester. A senior Government source said no evidence had been provided to support the allegations, and that the Prime Minister had been given no opportunity to respond prior to the release of a GLA press statement late on Friday. 'Due process has not been followed and the timing is overtly political. The public and media will rightly see through such a nakedly political put-up job,' the source said In a statement, the GLA said that the monitoring officer, Emma Strain, had a 'statutory duty' to record any con- duct matters which she became aware of relat- ing to the mayor in his role as police and crime commissioner for London. 'The 'conduct matter' has been recorded as al- legations have been brought to the attention of the monitoring officer that Boris Johnson main- tained a friendship with Jennifer Arcuri and as a result of that friendship allowed Ms Arcuri to participate in trade missions and receive spon- sorship monies in circumstances when she and her companies could not have expected other- wise to receive those benefits,' the statement said. 'A 'conduct matter' exists where there is information that indicates that a criminal offence may have been committed. It does not mean that this is proved in any way. 'The IOPC will now consider if it is necessary for the matter to be investigated. Mr Johnson has consistently denied any wrong- doing in relation to his friendship with Ms Arcu- ri.nA No 10 spokesman said: 'The Prime Minis- ter, as mayor of London, did a huge amount of work when selling our capital city around the world, beating the drum for London and the UK. 'Everything was done with propriety and in the normal way. Earlier Mr Johnson said that he would comply with an order by the London As- sembly to provide details of his links with Ms Arcuri, although he insisted they were 'barking up the wrong tree'. The referral to the IOPC is however another potential setback for the Prime Minister at the end of a tumultuous week which saw the Su- preme Court rule that his controversial decision to suspend Parliament for five weeks was un- lawful. It follows a report by The Sunday Times that Ms Arcuri, an American who moved to Lon- don seven years ago, was given £126,000 in public money and was treated to privileged ac- cess to three foreign trade missions led by Mr Johnson while he was mayor. The Government has since frozen a £100,000 grant to Ms Arcu- ri's company, Hacker House, pending a review It is facing embarrassing questions about the verification process carried out before awarding the money. Digital Minister Matt Warman told the Commons that his department had done the 'usual due diligence' and that the company had a British phone number. However, numerous reports said calls to the number were directed to an office in California, where Ms Arcuri, 34, is said to now be based Daily Mail (27 settembre ) 5 da, Remocontro.it Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 12 LONDRA Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 viaggio al termine del manicomio Cumuli di vecchie scarpe impolverate, senza lacci, rosicate dai topi… abbandonate nei sotterranei dell‟ex manicomio di Aversa. Dalla ferita che quell‟immagine provoca in chi le ha viste nasce un libro che attraversa un secolo e più della storia della nostra psichiatria. Un libro per lettori forti, avverte l‟autore, Antonio Esposito. Da leggere, perché “non si può capire la psichiatria di oggi se non si sappia riflettere sugli abissi di dolore che si accom- pagnavano, dilatandola e ampliandola, ad ogni sofferenza psichica immersa nella solitudine di un manicomio”. E perché siamo tutti coinvolti se “dietro ogni scemo c‟è sempre un villaggio”. Ci sono al mondo persone che hanno una capacità immensa di assumere su di sé il dolore degli altri e restituirlo a noi in paesaggi umani che sono anche la nostra storia. Come riesce a fare, osservando e studiando e immergendosi nelle periferie dell‟esclusione sociale, Antonio Esposito (fra le tante cose autore con Dario Stefano dell‟Aquila di quel viaggio nell‟in- cubo che è stato “Storia di Antonia”. Antonia Bernardini, che morì a 41 anni, bruciata viva sul letto di contenzione, nel manicomio giudiziario di Pozzuoli, ne abbiamo parlato… (https://www.remocontro.it/2017/11/12/viaggio-antonia-al- termine-del-manicomio/) Molto scava, Antonio Esposito, addentrandosi nei meandri delle vite, percorrendo, spesso, luoghi nascosti. Così è accaduto che un pomeriggio di gennaio di due anni fa, percorrendo i sotterranei del “Santa Maria Maddalena”, l‟ex manicomio di Aversa, la luce della torcia con cui si fa strada illumina decine e decine di scarpe, “impolverate, rotte, rosi- cate dai topi, spesso spaiate. Cumuli di scarpe senza lacci (vietati in manicomio) abbandonate in un altrove nascosto, pezzi di storie smarrite, testimonianza di sentieri interrotti e cammini traditi”. Come non pensare alle scarpe già viste ad Auschwitz… “Da allora porto quell‟immagine come si porta un dolore, una ferita agli occhi che non può essere guarita”. Da quella ferita è sgorgato un libro preziosissimo, “Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiat- rici in Italia (1904-2019)”, pubblicato dall‟editore napoletano “ad est dell‟equatore”. Solo il dolore che nasce dalla capacità di patire insieme, ho pensato leggendo, permette di accostarsi senza violare ma accogliendo le vite degli altri e, ricollocandole nel percorso della Storia, aiutare a conoscere, insegnare a farci domande, capire, cercare strade. E ho immaginato, mi perdonerà, Anto- nio Esposito infilarsi, di nascosto, quelle scarpe senza lacci prima di attraversare un secolo e più della storia della nostra psichiatria, e coglierne mille sfaccettature. Lavoro documentatissimo, il suo, e molto articolato, che nel racconto delle norme e delle pratiche mediche che via via nascono, apre pagine fitte fitte di stralci di dibattiti, confronti, resoconti di attività parlamentari, sentenze… che la forma- zione delle norme e delle pratiche mediche hanno accom- pagnato. Senza mai dimenticare quelle vite bandite di “matti come storie ferite”. Permettendoci così di seguire il filo rosso che arriva fino al discorso psichiatrico dell‟oggi, perché non si può capire la psichiatria di oggi (ha scritto Eugenio Borgna) “se non si sappia riflettere sugli abissi di dolore che si accompa- gnavano, dilatandola e ampliando- la, ad ogni sofferenza psichica immersa nella solitudine di un manicomio”. Libro per lettori forti Un libro per lettori “forti”, avverte Esposito, ché già basta qualche titolo: povertà, internamento e deportazioni, il manicomio dei bambini, l‟elettroshock lom- bopubico… e tutti gli orrori, che non vengono risparmiati a partire da quando, nella prima metà del secolo scorso, “le innovazioni psichiatriche offrono la prospettiva di superare quello che era stato fino ad allora semplice contenimento nei luoghi dell‟abban- dono”, ma è sugli uomini e le donne e i bambini internati in mani- comi e cliniche universitarie che vengono effettuati esperimenti pur “arditi” e dagli effetti “drammatici”. Come è possibile, vien da chiedersi leggendo. Eppure, e aiuta a capire lo spirito dei tempi, parla per tutto l‟affermazione di padre Agostino Gemelli, che definisce le malattie mentali le peggiori “perché tolgono all‟uomo ciò per cui l‟uomo è tale”. Dunque perché le persone internate sono considerate non umane, e questi uomini socialmente perduti, “pericolosi e di pubblico scandalo”, vite infami, per dirla alla Foucault, che pure qui è forte riferimen- to… diventano “cose” su cui tutto è lecito provare (lobectomia, piretoterapia, insulino-terapia, elettroshock…) Una storia che molto serve a comprendere l‟oggi è quella del manicomio criminale, che qui viene dettagliatamente ripercorsa e si ricorda che Augusto Tamburini, sul finire dell‟800 presidente della società freniatrica italiana, lo pensa come difesa contro quello che Lombroso definisce “focolaio di infezione sociale”, e i suoi ospiti “esseri ben più pericolosi dei comuni condannati per- ché spinti da impulsi morbosi”. Sappiamo cosa è nato dagli in- trecci tra teorie lombrosiane e psichiatria… e sarà poi il codice Rocco a stabilire le misure di sicurezza che hanno prodotto il fenomeno dell‟ergastolo bianco (dove la pena non è commisurata alla gravità del reato, ma diventa di fatto eterna, legata al concetto di pericolosità). Manicomio criminale cambia nome I manicomi criminali, rinominati negli anni Settanta del „900 Ospedali psichiatrici giudiziari, sappiamo sono stati infine chiusi, ma le norme del Codice Rocco rimangono. E ancora oggi, nonos- tante il cammino per tanti versi straordinario fatto finora, il super- amento degli OPG, la legge 180, la restituzione dei diritti di cit- tadinanza ai sofferenti psichici…, sono spia della vecchia visione del malato psichiatrico come persona pericolosa, da contenere più che curare, una visione che ancora serpeggia fra noi. Fra noi abit- anti dell‟era della camisole chimique, membri di una società “che preferisce definirsi malata anziché riconoscere nelle proprie con- traddizioni il prodotto del sistema su cui si fonda”, ancora lontana dal considerare che, come scrive Assunta Signorelli nel saggio che apre il libro, la malattia è una forma dell‟esistere e “la nor- malità, intesa nel senso nobile del termine, altro non è se non un continuo oscillare fra salute e malattia, entrambe strettamente collegate all‟ambiente socioculturale nel quale la persona vive”. Manicomi giudiziari Mi fermo qui. Impossibile in questo spazio riportare tutto quello che bisognerebbe sapere, sviluppato nelle quasi 700 pagine del volume, comunque legibilissimo. Mai freddo, neanche nelle sue parti più “tecniche”, perché sullo sfondo rimane sempre presente l‟emozione dolorante di quell‟immagine di scarpe senza lacci, e dei loro strascicati passi… Provate a calzare anche voi quelle scarpe, come ha fatto l‟autore del libro, per riuscire a guardare, anche voi, come guardano i suoi occhi… Perché farlo? Un buon motivo ce lo dà Dario Stefano dell‟Aquila: “perché oggi, nonostante le celebrazioni, è purtroppo evidente che la lotta che ha portato alla chiusura dei manicomi non è riuscita a superare la logica che ai manicomi sottendeva”. Se ancora oggi, appena ieri, a Bergamo, la morte terribile e assurda di Elena av- volta dal fuoco di un incendio mentre è legata a un letto di conten- zione, come quasi mezzo secolo fa accadde ad Antonia. Morti a cominciare dalle quali tutti dovremmo interrogarci per- ché, come titola l‟ultimo capitolo de “Le scarpe dei matti”, dietro ogni scemo c‟è sempre un villaggio… Di Francesca de Carolis29
  • 6. L’ombra della corruzione a Bruxelles e Strasburgo. Quei regali che andavano rifiutati di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu Al di sopra degli «inaccettabili» 150 euro: il 19 giugno 2013 il tedesco Manfred Weber, in quel momento capo del gruppo Ppe, vicepresi- dente dell‟Europarlamento e portavoce ufficio- so di Angela Merkel a Strasburgo, riceve uno smartphone marca Huawei dalla stessa Huawei: il dono viene notificato alla presiden- za del Parlamento, il valore dichiarato è «maggiore di 150 euro». Il 4 dicembre 2013 Roberta Angelilli (Ppe), vicepresidente del Parlamento, riceve da un iraniano, «presidente del Consiglio nazionale di resistenza», un «orologione» alabastrato da tavolo: valore dichiarato «maggiore di 150 euro», anche in questo caso il dono viene notificato e registra- to, il 18 dicembre. Il 28 gennaio 2015 Heidi Hautala, eurodeputata finlandese dei Verdi e in quel momento copresidente di Euronest, l‟in- tergruppo che cura le relazioni con le repubbli- che asiatiche dell‟ex-Urss, riceve un dono classificato come «gioielleria, valore maggiore di 150 euro» (nella relativa foto appare come una medaglia) dall‟ambasciatore in Belgio dell‟Azerbaigian, Paese accusato di gravi vio- lazioni dei diritti umani). Al Consiglio d‟Europa caviale a volontà E a proposito di Azerbaigian, c‟è anche la «diplomazia del caviale» a lungo attiva presso il Consiglio d‟Europa, organizzazione di 47 Paesi, che pure si occupa ufficialmente di diritti umani. Da una nota e da un‟intervista rilasciata a Strasburgo, al think-tank tedesco Esi, da fonti azere: «Un chilo di caviale costa 1300-1400 euro. Ognuno dei nostri 12 amici nel Consiglio d‟Europa riceve ad ogni sessio- ne, 4 volte all‟anno, almeno mezzo chilo. Per alcuni di loro, il caviale è solo l‟inizio. Molti deputati – almeno 30 o 40 ogni anno - sono regolarmente invitati a Baku e pagati gener- osamente». Ricevono tappeti, bevande. E mol- to altro. Ma nessuno ha mai dichiarato alcun dono. 490.000 euro a Nigel Farage Nebbia anche su certe missioni ufficiali degli eurodeputati. Nigel Farage, il capo dei britan- nici anti-Ue, La Corte dei Conti dell‟Unione Europea ha indagato su come le varie istituzioni Ue inse- gnino e rispettino le regole etiche. E a fine luglio ha pubblicato un dossier-inchiesta sul te- ma, uno dei più scottanti per l‟Unione politica. L‟Europa ha infatti l‟obbligo, così dicono i Trattati che la istituirono, di definire principi di trasparenza e integrità, e di insegnarli. Il Par- lamento, la Commissione, il Consiglio dei gov- erni, in tutto 43.167 dipendenti, devono sapere come combattere la corruzione e i conflitti di interesse, o come gestire correttamente i rappor- ti con le lobbies. In due parole: le istituzioni Ue devono essere un esempio per i propri cit- tadini. I numeri del dossier Ue Dal dossier emerge che «la proporzione di tutto lo staff dei dipendenti Ue che ha seguito dei corsi regolari di etica è soltanto del 3% circa». Fra i membri della Commissione Europea, è del 4,1%; mentre il 50,6%, quei corsi, li ha seguiti «per una volta soltanto»; e il 45,2% «mai». Alla domanda «Perché non li hai frequentati?», il 56,3% dei dirigenti e funzionari non risponde. La Commissione Europea considera «positivi» i risultati dell‟inchiesta poiché il 54,7%, o rego- larmente o «per una volta sola», ha seguito co- munque i corsi. Ma resta sempre quell‟altra metà lasciata all‟oscuro o non interessata al te- ma. Smartphone e gioielli, chi non guarda per il sot- tile NEW YORK – Grande successo all‟ICE di New York per la presentazione di Your Italian Hub – la nuova società di comunica- zione italiana negli Stati Uniti. La newco nasce dall‟esperienza del net- work editoriale i-Italy, che da oltre 10 anni racconta in lingua inglese l‟Italia agli ameri- cani, e di Colavita Group, leader nel settore dell‟agroalimentare italiano e tra i maggiori importatori e distributori di prodotti italiani negli USA. Your Italian Hub offrirà un portfolio di servizi personalizzati di comunicazione alle aziende italiane che operano o si affacciano sul mer- cato americano. Tra informazione e comunicazione “Con i-Italy abbiamo sempre proposto agli americani un racconto integrato dell‟Italia: dei suoi prodotti, della sua cultura, del suo territo- rio. Negli anni la testata si è evoluta da puro mezzo di informazione a produttore di comunicazione, raggiungendo centinaia di cazione personalizzata, cucita addosso e non prêt-à-porter. L‟era della comunica- zione di massa, standardizzata, è finita!”. La comunicazione al centro Al cuore della nuova società, dunque la comunicazione e l‟internazionalizzazione, termini che il direttore dell‟Italian Trade Agency di New York Maurizio Forte ha definito, nel suo saluto, un “binomio in- scindibile”. “Gli USA sono il terzo mercato di destinazione per i prodotti italiani, ep- pure, fatta eccezione per le zone costiere e forse il Texas, si ha ancora scarsa cono- scenza dei prodotti italiani” ha affermato Forte. “Questo perché nell‟impostazione tradizionale, con cui operano molte imprese e a volte anche le istituzioni italiane, si parte dalla produzione, poi si passa al- la distribuzione e infine si giunge alla co- municazione. Oggi non può essere più così. La comunicazione va messa al centro. Subito dopo la produzione bisogna pensare alla comunicazione.” Pienamente d‟accordo Giovanni Colavita, CEO di Colavita Usa, che da importatore e distributore di grandi brand italiani individua nella carenza di comunicazione il vero problema delle aziende italiane sul mercato internazionale. “La mia esperienza mi ha mostrato come troppo spesso anche grandi marchi, eccellenze del Made in Italy, ab- biano difficoltà a posizionarsi bene all‟este- ro. Pensare che essere grandi a casa pro- pria voglia dire essere automaticamente conosciuti altrove, ha portato all‟errore più grande: non investire in una corretta co- municazione. Il copia-e-incolla della co- municazione italiana nella lingua straniera crea danni irreparabili”. E‟ questa presa di coscienza che ha spinto il Gruppo Colavita a mettersi in gioco in questa nuova sfida di Your Italian Hub, come ha dichiarato il “decano” della fami- glia, Enrico: “Ho sempre creduto che fosse vitale per l‟internazionalizzazione delle im- prese italiane realizzare una rete capace di presentarsi con una comunicazione studi- ata su misura per il paese target. Per ques- to – ha concluso Enrico Colavita – insieme ai miei giovani figli e nipoti ho preso la deci- sione di essere tra i co-fondatori, di Your Italian Hub”. Comunicare con i giovani I giovani americani sono un target di mer- cato fondamentale sia per il Made in Italy che per la cultura italiana. Roberta Cutillo, giornalista di 23 anni, ha illustrato con grande efficacia i passi da fare e gli errori da evitare per comunicare con loro. In- nanzitutto abbandonare l‟illusione di rag- giungere i giovani puntando solo sui so- cial. “Non bisogna sottovalutare la potenza dell‟interazione personale” ha affermato. “Tra i giovani c‟è sempre più voglia di es- perienze diverse, di eventi speciali, „pop- up‟. Serve la presenza fisica.” E ha con- cluso: “I più giovani in particolare stanno reagendo al surplus di informazioni sempre più impersonali e confuse che li inondano; sono alla ricerca di qualcosa di più che un semplice fornitore di news, cercano un vero e proprio punto di riferimento fidato nel qua- le identificarsi. Your Italian Hub si propone di essere questo, raccontando l‟Italia di oggi, un‟Italia che è cambiata e che contin- ua a cambiare, a crescere”. Due progetti per l‟Hub Ottorino Cappelli, docente all‟Orientale di Napoli e Direttore del Master in “Internazionalizzazione e comunicazione del Sistema Paese” presso la Link Campus University di Roma, ha presentato due pro- getti speciali gestiti secondo la filosofia di collaborazione dell‟“hub”. Il primo, con Link Campus University, è di aprire a New York una classe del master dedicata a gio- vani italiani che vivono negli USA e vogli- ano specializzarsi nelle tecniche di pro- iezione internazionale dell‟Italia. Il secondo è una innovativa piattaforma digitale di business networking dedicata a far in- contrare imprenditori, manager e profes- sionisti sui due lati dell‟Atlantico, realizzata dalla startup Italica s.r.l. Your Italian Hub collaborerà con Italica nell'implementazione di questa rete negli Stati Uniti. migliaia di americani che esprimono un forte desiderio di Italia. Oggi portiamo questa es- perienza in un contenitore più grande e più ambizioso, che chiamiamo Your Italian Hub”. Lo ha spiegato Letizia Airos, diret- tore responsabile del net- work e co-fondatrice della nuova società con gli im- prenditori Enrico e Giovanni Colavita, la giornal- ista Francesca Di Matteo, il consulente d‟impresa Paolo Siniscalco e il profes- sor Ottorino Cappelli. Perchè un “HUB” L‟approccio di Your Italian Hub è innovativo e strategi- co. Rivoluzionaria è infatti l‟idea di un Hub di comuni- cazione, ossia una struttura aperta in cui “far convergere e coordinare competenze diverse in un‟ottica integra- ta, che sappia „fare siste- ma‟”, ha affermato Letizia Airos. Le fa eco Francesca di Matteo: “Il nostro Hub è un centro di professionalità interne ed esterne che col- laborano per comunicare e promuovere al meglio l‟Italia e il Made in Italy. Lo faremo attraverso l‟uso strategico di due strumenti essenziali quando si comunica all‟estero: la mediazione culturale e l‟approccio sartoriale. Come mediatori culturali non ci limiteremo a tradurre in inglese il linguaggio promozionale dei nostri clienti, ma lo adatteremo ai gusti, alla mentalità, ai bisogni del pubblico ameri- cano; come abili sarti, creeremo una comuni- 6 Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 11 COMUNICATI Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Settembre 2019 Nasce “Your Italian Hub” La nuova comunicazione italiana negli USA quando era ancora nel vecchio Europarlamento (dov‟è stato rieletto a maggio) venne accusato di aver intascato da Arron Banks, il finanziatore del movimento per la Brexit, l‟equivalente di 490.000 euro fra viaggi, affitti, auto con autista, spese della moglie, conti in banca. Risorse non dichi- arate. Farage parlò di «fatti privati», e per ora tutto è finito lì. E ancora, fra il solo staff della Commissione, ques- to è il livello di conoscenza delle norme che rego- lano i rapporti con le lobbies: «approfondita» (8%), «buona» (26,6%), «ne so qualcosa e so come ap- prenderne di più» (37,5%), «non ne so nulla» (28%). Conoscenza delle norme su come evitare i conflitti di interesse: «molto buona», 15,6%; «buona», 44,7%; «ne ho qualche idea», 34%; «nessuna idea», 5,7%. Conoscenza delle reg- ole sulle molestie psicologiche e sessuali: «molto buona», 8,2%; «buona», 44,1%; «ne ho qualche idea», 36,6%; «nessuna idea», 11,1%. Norme sui doni e inviti gratuiti: conoscenza «molto buona», 15,3%; «buona», 47,1%; «ne ho qualche idea», 31,9%; «nessuna idea», 5,7.%. Codice etico Usa E fuori dalla Ue? Negli Usa, la Camera dei Rap- presentanti ha un manuale etico di 352 pagine che prevede praticamente tutto: anche 23 tipi di doni «accettabili», fra cui «berretti da baseball del val- ore sui 10 dollari». I corsi di etica sono obbligatori per tutti ma vengono svolti on-line solo per un’ora all’anno. Sui doni, la regola centrale è: «i membri e lo staff non possono mai sollecitare o accettare un regalo legato a qualche azione (politico-legislativa, ndr) che abbiano intrapreso o che qualcuno possa chiedere loro di intraprendere»
  • 7. Le incertezze e le insicurezze del nostro tempo sottolineano solo quanto sia fondamentale il raggiungimento della giustizia sociale per la stabilità e la pace e come l‟accesso al lavoro dignitoso sia vitale per il progresso del benessere umano». Il Direttore Generale dell‟Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), Guy Ryder, ha usato queste parole a Ginevra, in occasione del Centenario dell‟organizzazione nata nel 1919 dal trattato di Versailles, per esortare la platea di circa 600 delegati, membri dei governi, lavoratori e datori di lavoro provenienti dai 187 paesi membri dell‟Ilo. Pur raccontando le sfide ed i cambiamenti profondi avvenuti negli ultimi 100 anni, le parole del Direttore Generale dell‟Ilo, che ha come missione quello di stabilire standard internazionali e di sviluppare politiche e programmi per promuovere il lavoro dignitoso per tutti gli uomini e le donne nel mondo, sembrano scontrarsi con la cruda realtà materiale che vede i lavoratori ridotti a merci negli odierni processi di accumulazione disumanizzanti. Questa triste realtà, che ci viene quotidianamente restituita dai racconti dei lavoratori indipendentemente dalla loro provenienza geografica e dal loro colore della pelle, testimonia la funzione di rullo compressore che esercita l‟attuale sistema economico che schiaccia indistintamente uomini e donne ai quattro angoli della terra. Per questa ragione, parlare delle vecchie e delle nuove forme di sfruttamento in ambito lavorativo non può prescindere dalla narrazione delle storie e delle testimonianze di lavoratori e lavoratrici umiliati, atomizzati e resi vulnerabili dall‟attuale modello di produzione che porta con sé drammi e miseria. "Sfruttamento, buste paga false, orari infiniti. La stagione in riviera peggio dei lavori forzati" Una lettrice, per anni lavoratrice stagionale negli hotel nelle località di vacanza della Romagna, ci racconta nel dettaglio come funziona questo mondo. E perché le lamentele del sindaco di Gabicce sono un'offesa per molti A tale riguardo, le immagini della gamba spezzata e il grido di dolore di Mansùr Cankaya, operaio di 56 anni impegnato nella movimentazione di merci che finiscono nei reparti dei supermercati Iper nella filiera della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), raccontano la lotta per il lavoro nel settore della logistica. Mansùr Cankaya è stato ferito mentre chiedeva, assieme ai suoi compagni, il rispetto dell‟accordo firmato il 30 maggio 2019 in Prefettura tra la Iper e le organizzazioni sindacali (Usb, Si Cobas e Cgil) in cui si conveniva di «intraprendere un percorso atto a salvaguardare tutti i livelli occupazionali esistenti presso il deposito di Soresina, contemperando le reciproche esigenze delle parti». Con il venire meno di queste garanzie, i lavoratori e le loro famiglie sono stati costretti a manifestare davanti al magazzino situato nel polo logistico di Soresina al fine di rivendicare il rispetto dell‟accordo sottoscritto anche da Alessandro Marangoni, attuale Direttore Sicurezza di Iper nonché ex prefetto ed ex Questore di Milano, che dovrebbe scongiurare il licenziamento di 170 lavoratori. Purtroppo, le cariche ai danni dei lavoratori che manifestavano sembrano trasformare una questione sociale in una vicenda d‟ordine pubblico. La geografia dei nuovi lavori, detti lavoretti, nell‟era dell‟economia digitale è anche essa permeata di episodi drammatici di sfruttamento disumanizzante proprio come il settore della logistica. La storia di Mario Marino Ferrara, rider di 51 anni impiegato alle Poste di giorno ed impegnato come scooter fattorino nei fine settimana per arrotondare lo stipendio e investito a Bologna da una volante della Polizia mentre effettuava delle consegne per conto di una pizzeria del quartiere di San Donato, narra l‟ennesima morte in un settore lavorativo deregolamentato e dove non esiste tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, nessuna copertura assicurativa previdenziale e infortunistica. I braccianti delle nostre campagne vivono le medesime condizioni di sfruttamento dei riders e dei lavoratori della logistica. Ali (nome di fantasia per ragioni di tutela), un bracciante agricolo delle campagne del cuneese a Saluzzo, è impiegato nella raccolta della frutta che genera miliardi di profitti senza avere la possibilità di fare fronte ai propri bisogni vitali. Ali, come i suoi molteplici compagni, è costretto a dormire per strada al Foro Boario di Saluzzo in condizioni degradanti e disumane. Ali lavora molte ore al giorno ricevendo una paga oraria misera pari a circa 4/5 euro mentre il contratto ne prevede quasi il doppio. Ad Ali e ai suoi colleghi italiani, sempre più confrontati con l‟impossibilità di far fronte ai bisogni delle proprie famiglie, non vengono conteggiate le giornate di lavoro effettivamente svolte in modo da non raggiungere il requisito delle 102 giornate di lavoro necessarie per la prestazione di disoccupazione agricola. Ha voluto per sé sia il Lavoro sia lo Sviluppo economico, ma un anno dopo i risultati sono a zero. Dall'inefficace reddito di cittadinanza al pasticcio su Whirpool, passando per i Riders, la sua prima battaglia. Invitò a Roma i fattorini del cibo, sbandierò leggi, promise tutele: ma tutto è rimasto come prima Per dare sostegno ad Ali e agli altri lavoratori e lavoratrici della terra, è stato lanciato “il Camper dei diritti” dedicato a tutti i lavoratori. Il Camper dei diritti è uno strumento di sindacalizzazione itinerante ideato da Usb Lavoro agricolo per una maggiore tutela di questi lavoratori che fanno brillare “il Made in Italy” mentre loro continuano a vivere nell‟invisibilità. La credibilità dell‟agire sindacale non può prescindere dalla presenza fisica nei luoghi delle contraddizioni per una riconquista di diritti e dignità perduti. AFRICA CENTRALE Congo, l’inferno del Coltan e la manodopera della disperazione LA GRANDE CRISI l coltan è un minerale di superficie e per estrarlo non bisogna fare costosi tunnel di chilometri. È raro, si trova in Congo e in pochi altri Paesi. E soprattutto è indispensa- bile per i nostri smartphone e per l’industria aerospaziale. Facile, pre- zioso, utile: tre vantaggi che ne fanno il bancomat della giungla, disponibile per chi abbia un eser- cito privato, sia guerrigliero o mili- tare corrotto. La manodopera della disperazione è semplice da «creare». Basta razziare nelle province vicine, uccidere, violen- tare. La gente scapperà e verrà a scavare proprio per il «Signore del- la guerra» che controlla il coltan. Senza che lui investa un centesimo per allestire la miniera, la gente si organizzerà in clan di 30-40 per- sone. Gli uomini estrarranno le pie- tre con le vanghe, le donne e i bambini le laveranno a mano nell’acqua e le trasporteranno al mediatore più vicino. A volte cam- mineranno anche due giorni nella foresta con trenta chili sulle spalle. I minerali verranno imbarcati per la Cina o la Malesia dove i due metalli del coltan (columbine e tantalio) verranno separati per essere venduti all’industria high tech. A ogni passaggio il Signore della guerra prende una tangente e si arricchisce sulla miseria altrui. Può essere un ribelle, un colonnello dell’esercito o un poliziotto. Il Congo è pieno di schiavi vo- lontari al servizio di uomini forti. Milioni, senza neppure la dignità di una statistica attendibile: bambini analfabeti, orfani, condannati tra- mandare da una generazione all’al- tra la maledizione delle miniere. Rapporti Onu parlano di 11 milioni di morti legati al controllo di questo business. Di chi è la colpa? Di un Paese troppo ricco di risorse e trop- po povero di capitale umano. Dell’e- ra coloniale. Del post colonialismo. Del neoliberismo. Della corruzione. Del fallimento dello Stato. Dei nostri smartphone e missili spaziali. Quasi l’80 per cento del minerale per i te- lefonini proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, l’intero Pa- ese, invece di arricchirsi, ne è sconvolto e per di più, boicottare l’uso del metallo sarebbe come condannare alla fame milioni di per- sone. Suor Catherine delle sorelle del Buon Pastore, in missione a Kowesi, nell’ex provincia congolese del Katanga si sforza di spiegare la corsa al coltan. «La gente non scava nelle miniere artigianali per diventare ricca. Lì si abbrutiscono, si prostituiscono, si ubriacano, si ammalano e muoiono. Chi comincia sa già quale sarà il suo destino. Ep- pure arrivano di continuo. C’entra il fatto che sono stati scacciati dalle loro terre, ma anche altro, come spiegare a un europeo?». Nella cor- netta si sente un coccodé e Suor Catherine si illumina. «Ecco forse così potrete capire: lo fanno perché non hanno le galline. Questa gente ha fame, in un paradiso ricco d’acqua e piante meravigliose come il Congo, non sono in grado di colti- vare o allevare un pollo, sanno solo scavare». «È la maledizione della ricchezza — sostiene il funzionario Onu Mau- rizio Giuliano, grande conoscitore dell’Africa —. Da 20 anni a questa parte sono quasi scomparse per ragioni politiche le grandi com- pagnie minerarie che offrivano un certo welfare ai loro operai. C’era paternalismo sì, ma la privat- izzazione delle concessioni in as- senza di un aiuto alternativo ha dis- trutto la coesione sociale. Signori della guerra controllano decine di migliaia di lavoratori in schiavitù vo- lontaria. Stupri di massa e abusi di ogni genere sono la regola. E chi non scava o spara, muore di fame». Bambini di 5 anni in miniera, bam- bine di 11 nei bordelli delle bidon- ville minerarie, madri abbandonate con 5-10 figli che muoiono di fatica e malattia a trent’anni, orfani, schia- vi volontari per un uovo al giorno. Questi minatori «artigianali», dentro la giungla, guadagnano 3-4 dollari al giorno. Donne e trasportatori 2. I bambini anche meno. «Però così riescono almeno a mangiare — in- siste ancora suor Catherine —. Il cibo in Congo è carissimo perché importato. Uova dallo Zambia, fagio- li dalla Namibia, cavoli e mele dal Sud Africa». Chi compra il minerale dai minatori è spesso lo stesso che gli vende il cibo riprendendosi gli spiccioli che gli ha appena dato. «Basterebbero delle galline a dare un’alternativa». Per aiutare i bambini minatori del Congo sarebbe, forse, utile un altro Leonardo DiCaprio. Il suo film Blood diamond (Diamanti di sangue) aiutò a incrinare il legame tra pietre prezi- ose e guerre perché da sempre si cercano gemme per comprare armi, ma è con le armi che ci si impos- sessa delle gemme. Lo stesso sta accadendo con i metalli per l’High- Tech. Anche grazie a DiCaprio le regole internazionali sono cambiate in meglio. Il commercio dei diamanti non si è convertito in un esercizio di virtù, ma almeno chi vuole comprare pietre pulite oggi può farlo. Vale lo stesso per gli smartphone che abbi- amo in tasca? «Da due anni a ques- ta parte — spiega Cristina Duranti, della Fondazione Internazionale Buon Pastore — la catena di ap- provvigionamento dei metalli rari ha ricevuto maggiore attenzione. È en- trata in vigore la riforma di Wall Street, la Dodd-Frank Act, che im- pone di controllare che le materie prime non alimentino i conflitti del Congo. Ci sono stati dei passi avanti, ma resta grande il problema del contrabbando e delle milizie». Karen Hayes è la direttrice del pro- gramma «dalla miniere al mercato» della Ong Pact finanziata dalle in- dustrie che usano il coltan e dal governo olandese. «Dal 2010 — racconta — abbiamo catalogato 800 miniere, mappato le zone di conflit- to, distribuito computer e insegnato agli Stati a sorvegliare la catena dell’export. Oggi possiamo dire che le armi sono scomparse dalle minie- re, anche se restano i bambini min- atori e la povertà». Pochi però, ve- dono come Pact, il bicchiere mezzo pieno. Amnesty International sostiene che la Dodd-Frank Act ha solo scalfito il problema e la maggi- oranza delle società non ha nep- pure tentato di ottemperare alla Legge soprattutto per la parte del business che avviene nella giungla. Una compagnia privata, la Fair- phone, si vanta di produrre esclu- sivamente telefonini «senza guer- ra». «Controlliamo direttamente tutte le fasi dell’approvvigionamento — spiega Laura Gerritsen, re- sponsabile del programma —. Così evitiamo il boicottaggio e non dan- neggiamo l’economia del Paese ba- sato sulle miniere». Dalla parte op- posta dell’etica del lavoro, società cinesi, kazake o comunque non quotate a Wall Street, ignorano qualsiasi procedura e comprano coltan da chiunque senza voler sa- pere come l’ha estratto. Il problema è enorme come il Congo, 80 milioni di abitanti, un governo conteso e un livello di scolarità che invece di crescere diminuisce. «Non è più solo un problema di sfruttamento internazionale — dice il professor Luca Jourdan dell’Uni- versità di Bologna —. È peggio oggi il fallimento dello Stato. Le autorità hanno assunto una forma violenta e predatoria. Le istituzioni si mostrano efficienti quando distribuiscono con- cessioni minerarie ai famigli del po- tere e le proteggono con la forza. Quando invece si tratta di difendere i diritti basici delle persone, dai bambini, alle donne, ai lavoratori, lo Stato smette di esistere. Il risultato sono intere generazioni perdute, un popolo ridotto in schiavitù». 7 Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 10 TEMPI MODERNI Britalyca La Voce Alternativa Settembre 2019 Spostandosi dalle campagne del cuneese a quelle del foggiano, ritroviamo le medesime condizioni di vulnerabilità e di precarietà abitativa e lavorativa. A tale proposito, gli stessi braccianti hanno manifestato lo scorso 6 giugno per le strade di Foggia chiedendo alla Regione Puglia l‟avvio di un percorso d‟inserimento abitativo in prossimità dei luoghi di lavoro al fine di non cadere nelle mani di caporali. Una richiesta frutto di un processo collettivo di presa di coscienza del mancato rispetto di diritti. La storia di Ali, bracciante agricolo in Piemonte, e quelle dei suoi colleghi della Puglia hanno in comune lo sfruttamento, la miseria e l‟assenza di volontà politica. Per fronteggiare questa sfida, è stato istituito un Tavolo Inter istituzionale il 3 settembre 2018 a Foggia proprio all‟indomani della morte di 16 braccianti. Tuttavia il Tavolo è stato spostato presso la Direzione generale dell‟Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro. Una scelta che sembra escludere e dividere i braccianti in base alla provenienza geografica. Così facendo le vicende come quelle di Paola Clemente non troveranno un collegamento con quelle di Soumaila Sacko e di molti altri lavoratori tutti impegnati nella stessa filiera agricola indipendentemente dal colore della pelle. Una forma di deriva “razzializzante” che confina e classifica le persone in base a criteri non rispondenti a quanto stabilito dall‟articolo 3 della nostra Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Lo strapotere della Gdo insieme alla gestione discutibile dei contributi della Pac (Politica agricola comune) sono tra le variabili che continuano ad impoverire i lavoratori della terra, siano braccianti, contadini o produttori. Il superamento delle varie forme di ghettizzazione può partire proprio dai vari processi di lotta con il protagonismo di lavoratori e lavoratrici costruendo in modo genuino e creativo e allargando l‟orizzonte dalle campagne alle metropoli. Una unione dei lavoratori che può alimentare la costruzione di un‟alleanza tra produttori, lavoratori e consumatori per un‟agricoltura capace di generare umanità e non solo profitti per pochi senza redistribuzione. Queste storie di lavoratori raccontano una realtà drammatica del lavoro immiserito dove nuove terminologie vengono coniate in riferimento a vecchie e a nuove forme di sfruttamento. Tuttavia, queste realtà narrate sembrano distanti e lontane dal discorso pronunciato a Ginevra dal Direttore Generale dell‟Ilo, Guy Ryder. Probabilmente bisognerebbe coniugare le teorie dei massimi sistemi sul lavoro, predicate con sorprendente maestria, con la prassi del mondo reale, che ci consegna delle contraddizioni che farebbero gridare le pietre, se si desidera rendere giustizia a questi lavoratori spogliati dalla loro dignità umana. Dinanzi a questa crescente e continua ingiustizia la nostra umanità individuale e collettiva dovrebbe rivoltarsi dicendo di no a questa condizione di schiavitù moderna disumanizzante Fonte: http://espresso.repubblica.it/ È un minerale indispensabile per i nostri smartphone. Si estrae nelle miniere del Congo, controllate dai signori della guerra. Che danno «lavoro» a milioni di schiavi «volontari» (di Andrea Nicastro Corriere)