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EDITORIALE
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.europa.eu
on capisco come qualche voce
isolata nel nostro partito lo pos-
sa aver trovato “inappropriato”
o poco di sinistra, ma ribadisco che da
noi tutti che lo abbiamo vissuto in di-
retta il discorso sullo Stato dell’Unione
pronunciato mercoledì a Strasburgo dal
presidente della Commissione europea
Jean-Claude Juncker è stato apprezzato:
un discorso con una visione del futuro
e con la prospettiva di una Europa che
deve assolutamente cambiare, coglien-
do questo momento di risveglio euro-
peo e di fiducia ritrovata da parte dei
cittadini. Adesso naturalmente toccherà
ancora a noi progressisti essere la“punta
avanzata” e la guida di questo percor-
so. Molte delle proposte enunciate dal
capo dell’esecutivo comunitario sono
nella nostra agenda sull’Europa (con
contenuti ovviamente più ambiziosi) e il
fatto che siano entrate nella prospettiva
di Juncker è il risultato dell’ininterrotto
lavoro politico portato avanti dal Pd, dai
governi Renzi e Gentiloni e dagli euro-
deputati Pd, tanto che possiamo dire
con qualche orgoglio che sia stata an-
che l’Italia, con pochi altri Paesi, a dare la
direzione del cambiamento e l’agenda
delle priorità.
Dal ministro delle Finanze dell’eurozo-
na al maggior ricorso al voto a maggio-
ranza in Consiglio, dalla difesa comune
all’impegno europeo sull’immigrazio-
ne, dalla trasparenza sugli investimenti
esteri in Europa alla difesa dei lavora-
tori, dal commercio internazionale più
reciproco e più consapevole alla tutela
N
dei nostri principi sulla sicurezza degli
alimenti e dell’ambiente. Personalmen-
te ho apprezzato anche l’impegno sulla
politica industriale, priorità che ho po-
sto con forza come vicepresidente della
commissione Industria e che la Commis-
sione in questi anni non ha affrontato in
modo diretto e focalizzato.
Si lo so, Juncker è del Ppe come Ange-
la Merkel, lo so che è l’ex premier di un
Paese noto per l’elusione fiscale come il
Lussemburgo ed è quello che in qualche
occasione abbiamo anche criticato du-
ramente. Certamente non era il nostro
spitzenkandidaten: noi avremmo voluto
come presidente Martin Schulz e siamo
assolutamente convinti che con Schulz
sarebbe stata un’altra storia perché la
visione progressista non è quella dei
conservatori popolari che frenano ogni
innovazione sociale. La politica però si
fa nelle circostanze date e noi abbiamo
fatto valere al massimo le nostre condi-
zioni e la nostra forza ottenendo così i
risultati più rilevanti fino ad ora realiz-
zati, come un’attuazione flessibile della
rigida e dannosa disciplina di bilancio,
come il Piano degli investimenti e il varo
del Pilastro Sociale. E se abbiamo realiz-
zato questi punti è perché abbiamo le-
gato il nostro sostegno alla Commissio-
ne a questi impegni.
Questo è quello che ci distingue da tutti
gli altri partiti italiani, non limitarci all’es-
sere più o meno di sinistra a parole o
astrattamente, ma costruendo risultati
progressisti e di crescita. Per quelli che
cercano risposte semplici a problemi
complessi non c’è che l’imbarazzo della
scelta nell’offerta politica italiana. Chi
invece non si accontenta delle etichette
vede bene che il programma proposto
da Juncker non è affatto uguale a quello
che ha in mente Angela Merkel, ma è un
programma ben più avanzato e comu-
nitario, anche se noi siamo ben decisi
a non accontentarci affatto di queste
premesse. Vogliamo di più su ogni idea
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 1
e riempiremo l’agenda delle riforme eu-
ropee di altri cambiamenti, puntando su
un’inversione radicale della politica eco-
nomica e della governance dell Europa.
Va poi ricordato che a Bruxelles oltre al
braccio di ferro da progressisti e conser-
vatorièincorsodaanniun’altrabattaglia
politica: quella tra l’Europa intergover-
nativa e l’Europa comunitaria. Juncker è
un federalista di vecchia data e si è sem-
pre speso per la seconda, proponendo
ad esempio il superamento del voto
all’unanimità sulle materie fiscali. Anche
il Partito Democratico, e i partiti che lo
hanno fondato, è sempre stato dalla par-
te dell’Europa comunitaria e per questo
deve condividere queste battaglie, por-
tando avanti tutta la nostra peculiarità in
modo più autonomo e libero rispetto al
passato. In pratica noi ricerchiamo, con
molta libertà, quelle alleanze e maggio-
ranze che portino a far approvare e a far
vincere i nostri contenuti e i nostri valori.
I quasi due anni di legislatura che ab-
biamo davanti, prima delle elezioni eu-
ropee della primavera del 2019, sono
un’occasione preziosa per fare dell’Euro-
pa la casa comune che abbiamo sempre
sognato, per fare le riforme necessarie,
per rilanciare la dimensione sociale at-
traverso l’Unione Sociale, ma soprattut-
to per dare una direzione politica chiara
sulla crescita, il lavoro e la sostenibilità
ambientale, perché non tutti gli euro-
peisti hanno idee uguali. Questo è il mo-
mento dell’antieuropeismo calante.
Se prima la paura e il bisogno di sicurez-
za avevano indirizzato verso la chiusura
nazionale ora quello stesso bisogno,
di fronte a rischi diffusi e mimetizzati
ovunque, fa percepire l’Europa come un
luogo di protezione e di sicurezza. C’è un
grande spazio di protagonismo e di lea-
dership per l’Italia, accanto ad altri Paesi,
e in Europa ce lo riconoscono già.
FONDI UE PER VENTURE CAPITAL E IMPRENDITORIA SOCIALE
COMERELATOREOMBRADELGRUPPODEISOCIALISTIEDEMOCRATICI,
MI SONO IMPEGNATO AL FINE DI PROMUOVERE MISURE CHE
POTESSERO FACILITARE GLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE E
NELL´IMPRENDITORIA SOCIALE, ACCELERANDO LA CRESCITA
ECONOMICA IN EUROPA, CON UNA CONSEGUENTE RICADUTA
POSITIVA IN TERMINE DI CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO.
La revisione dei fondi di venture capi-
tal (EuVECA) e dei fondi di imprendito-
ria sociale europei (EuSEF) si inserisce
tra le principali misure dell´Unione dei
Mercati dei Capitali, progetto chiave
della Commissione per diversificare le
fonti di finanziamento, riducendo il ri-
schio sistemico dei mercati finanziari. I
fondi di venture capital finanziano so-
prattutto imprese innovative, ad alto
tasso tecnologico, molto competitive
sullo scenario globale, con una buona
ricaduta occupazionale. Si tratta molto
spesso di giovani innovatori ed impren-
ditori che attraverso questi fondi hanno
avuto una prima possibilità di vedersi
concretizzare il proprio progetto at-
traverso un primo finanziamento. Ad
esempio, ho apprezzato il fatto che ci
siano stati progetti di nanotecnologia
e ingegneria biologica in Italia che han-
no iniziato i loro primi passi attraverso
questi fondi.
Come relatore ombra del gruppo dei
socialisti e democratici, mi sono impe-
gnato al fine di promuovere misure che
potessero facilitare gli investimenti in
innovazione e nell´imprenditoria socia-
le, accelerando la crescita economica in
Europa, con una conseguente ricaduta
positiva in termine di creazione di posti
di lavoro.
Siamo intervenuti principalmente in
quattro dimensioni.
La prima è quella di estendere la platea
di coloro i quali possono utilizzare que-
sti strumenti, includendo i gestori di
fondi di maggiori dimensioni: in questo
modo incentiveremo economie di scala
per gli investimenti. Inoltre, abbiamo
ampliato il novero di imprese in cui i
fondi EuVECA possono investire.
La seconda è che abbiamo reso questi
fondi realmente europei. Infatti, siamo
intervenuti uniformando le procedure
di registrazione e supervisione tra tutti
gli Stati Membri attraverso un ruolo di
maggiore coordinamento dell’ESMA.
Terzo, abbiamo reso questi fondi più
sicuri, facendo in modo che ci siano
maggiori garanzie in merito alla gestio-
ne dei fondi. In più, abbiamo ottenuto
che queste società debbano investire i
fondi propri in attività liquide, che non
devono comprendere posizioni specu-
lative.
Infine, è presente un obbligo di repor-
ting per l’EuSEF in modo da includere
una descrizione di come i rischi ambien-
tali e climatici siano presi in considera-
zione nelle modalità di investimento.
Abbiamo, pertanto, ottenuto dei risul-
tati molto importanti, riuscendo ad in-
cludere numerosi elementi della nostra
agenda progressista: imprenditoria so-
ciale, investimenti, innovazione, finan-
za a servizio dell´economia reale, atten-
zione all´ambiente in questa revisione.
2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
sviluppo regionale
andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
L’ATTO EUROPEO SULL’ACCESSIBILITÀ
ILPARLAMENTOHAAPPROVATOQUESTASETTIMANAL’ATTOEUROPEO
SULL’ACCESSIBILITÀ. SI TRATTA DI UN INSIEME DI DISPOSIZIONI CHE
MIRANO A CREARE UNA SOCIETÀ PIÙ APERTA E PIÙ INCLUSIVA, IN CUI
I PRODOTTI E I SERVIZI SIANO PIENAMENTE ACCESSIBILI PER TUTTI
ALLE STESSE CONDIZIONI.
80 milioni di persone in Europa sono
affette da disabilità, e milioni di altri
cittadini ogni anno devono fare i conti
con problemi di accessibilità a luoghi,
prodotti e servizi a causa del naturale
invecchiamento. Per dare una risposta
alle difficoltà quotidiane di tutti loro, il
Parlamento ha approvato questa setti-
mana l’Atto europeo sull’accessibilità. Si
tratta di un insieme di disposizioni che
mirano a creare una società più aperta
e più inclusiva, in cui i prodotti e i servi-
zi siano pienamente accessibili per tutti
alle stesse condizioni. La proposta vuo-
le eliminare gli ostacoli alla piena par-
tecipazione delle categorie più fragili
nella società.
L’Atto europeo sull’accessibilità stila
infatti i requisiti fondamentali per ren-
dere più accessibili una serie di prodotti
e servizi, tra cui: distributori automati-
ci di biglietti, bancomat, PC, telefoni e
TV, mezzi di trasporto e piattaforme di
e-commerce. I requisiti sull’accessibilità
si applicheranno anche ai luoghi dove
viene offerto un servizio pubblico in
caso di riadeguamenti o di costruzione
ex novo – ad esempio, le stazioni del
trasporto pubblico.
Durante la discussione in aula sono in-
tervenuto per scongiurare un compro-
messo al ribasso su un tema così cru-
ciale per tanti cittadini europei. Come
ho detto ai miei colleghi, ho fatto fatica
a capire le resistenze manifestate da
parte di alcuni gruppi politici, prima in
commissione Mercato interno e poi in
aula. Tuttavia, grazie alla pressione dei
Socialisti e Democratici e delle associa-
zioni a tutela dei disabili, siamo infine
riusciti a consegnare un testo che pone
le basi per un’Europa più inclusiva e ac-
cessibile per tutti. In particolare, siamo
riusciti a far approvare tre punti fonda-
mentali: l’introduzione di misure obbli-
gatorie per garantire la piena accessibi-
lità all’ambiente costruito; l’attenzione
non solo alle persone disabili, ma anche
a quelle con permanenti o temporanee
limitazioni funzionali (come anziani o
donne in gravidanza); l’estensione a
tutti gli atti dell´Unione dei requisiti in-
trodotti.
Il Parlamento ha così esercitato ancora
una volta il proprio ruolo in difesa dei
cittadini europei. Speriamo che il Con-
siglio adesso faccia la propria parte,
portando alla definitiva adozione di un
dossier così fondamentale. Come So-
cialisti e Democratici, continueremo a
lottare per un’Europa più equa e più a
misura d´uomo, che garantisca alle ca-
tegorie più vulnerabili di vedere tutela-
ti i loro diritti fondamentali alle stesse
condizioni di tutti gli altri europei.
3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
NICOLA DANTI
coordinatore commissione
mercato interno e
tutela dei consumatori
nicola.danti@europarl.
europa.eu
A OGNI STATO LE SUE RESPONSABILITÀ
JUNCKERHAVOLUTORINGRAZIAREL’ITALIAPERILLAVOROFATTONEL
MEDITERRANEO. HA RESO ONORE AL NOSTRO PAESE, CHE NEGLI ANNI
SI È PRODIGATO NEL SALVARE VITE UMANE. TUTTAVIA, RITENGO CHE
L’ITALIA MERITI BEN PIÙ DI UN RINGRAZIAMENTO. IL NOSTRO PAESE
MERITA CHE OGNI STATO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITÀ.
L’Europa per rilanciare sé stessa e
dare risposte efficaci ai suoi cittadini
ha bisogno di audacia. Uno slancio ne-
cessario che condivido, sottolineato nei
giorni scorsi dallo stesso Jean Claude
Juncker, presidente della Commissione
europea, nel corso del suo discorso sul-
lo Stato dell’Unione. Juncker ha voluto
ringraziare l’Italia per il lavoro fatto nel
Mediterraneo. Ha reso onore al nostro
Paese, che negli anni si è prodigato nel
salvare vite umane. Tuttavia, ritengo
che l’Italia meriti ben più di un ringra-
ziamento. Il nostro Paese merita che
ogni Stato si assuma le proprie respon-
sabilità. In altre parole, merita la solida-
rietà, che a sua volta è chiamato a dare
ogni giorno in favore degli altri Stati.
Per chi vuole stare nell’Unione, la soli-
darietà europea non è un accessorio,
utile in certe occasioni, ma che si può
riporre in altre. Lo ha confermato anche
la Corte di Giustizia UE respingendo il
ricorso di Ungheria e Slovacchia sulle
cosiddette relocation da Italia e Grecia,
confermando la natura obbligatoria
della redistribuzione dei migranti tra
gli Stati Membri. Proseguano, dunque,
le procedure di infrazione avviate dalla
Commissione, senza ulteriori timidezze,
perché l’immigrazione è il tema, che,
fino ad oggi, ha posto il principio di
solidarietà maggiormente in discussio-
ne in questa legislatura. Dalla gestione
dei profughi dal Mediterraneo, fino alle
politiche di cooperazione dell’Ue nel
continente africano: gli egoismi nazio-
nali hanno prevalso sul bene comune.
Un principio, quello della solidarietà,
che ritengo non sarà pienamente tute-
lato fino a quando non si giungerà ad
una riforma complessiva del sistema di
asilo e, in particolare, del Regolamento
di Dublino, abrogando quella norma
che lascia allo Stato di primo approdo
la responsabilità della gestione dei ri-
chiedenti asilo. Un traguardo ritenuto
cruciale anche da Juncker, ma che deve
vedere la Commissione convintamen-
te impegnata a vigilare sul Consiglio,
perché sciolga l’empasse in cui questa
riforma si trova, seguendo un percorso
legislativo ordinario, senza che siano
aggirate le procedure democratiche
tracciate dai Trattati. Il Parlamento sta
già facendo la sua parte, discutendo
la riforma dell’intero sistema di norme
che regolano l’asilo nell’Unione. Non
c’è, infatti, Unione europea senza fron-
tiere comuni e un sistema condiviso di
gestione dell’asilo e dell’immigrazione,
che preveda, oltre alla contrasto all’ille-
galità, anche il rafforzamento delle vie
legali di immigrazione. Non c’è futuro
per l’Europa senza un insieme di poli-
tiche coerenti, in grado di coniugare
azioni interne ed esterne, parlando al
mondo con una voce sola, secondo una
visione complessiva e globale del fe-
nomeno migratorio. Perché l’Ue possa
avere più influenza sulla scena mon-
diale, deve poter agire rapidamente.
E per farlo è necessario un cambio di
passo che superi il criterio dell’unani-
mità estendendo a sempre più materie
il criterio della maggioranza qualificata.
Quell’”efficacia istituzionale” citata da
Juncker è l’unica strada da percorrere
per porre fine alla crisi di solidarietà che
sta attraversando l’Unione.
4NEWSLETTER EurodeputatiPD -plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
CECILE KASHETU KYENGE
membro commissione libertà civili
giustizia e affari interni
kashetu.kyenge@europarl.europa.eu
L’EFFICIENZA: LA FONTE DI ENERGIA PIÙ PULITA
IIN QUESTO MOMENTO IN PARLAMENTO STIAMO RIVEDENDO
DUE IMPORTANTI DIRETTIVE CHE RIGUARDANO QUESTO TEMA:
LA DIRETTIVA SULL’EFFICIENZA ENERGETICA E LA DIRETTIVA
SULLA PERFORMANCE ENERGETICA DEGLI EDIFICI. LA SETTIMANA
SCORSA NOI DEPUTATI DELLA COMMISSIONE AMBIENTE ABBIAMO
APPROVATO LA NOSTRA POSIZIONE CHIEDENDO DI FISSARE AL 40%
IL TARGET DI RISPARMIO ENERGETICO ENTRO IL 2030.
Martedì 12 Settembre ho ospitato al
Parlamento Europeo una discussione
sul tema dell’efficienza energetica. Un
uso efficiente delle risorse energetiche
è fondamentale per diminuire il nostro
fabbisogno e di conseguenza ridurre il
nostro impatto sull’ambiente e garan-
tirci un approvvigionamento sicuro.
L’efficienza energetica può essere defi-
nita la principale fonte di energia puli-
ta e a basso costo. Come si è soliti dire
l’energia più pulita resta sempre quella
che non usiamo.
Per risparmiare energia dobbiamo
sfruttare al meglio tutte le innovazioni
tecnologiche e utilizzarle nelle necessa-
rie ristrutturazioni infrastrutturali.
Si tratta chiaramente di interventi
che stimolano la crescita economica
promuovendo competitività e inno-
vazione. I consumatori, le imprese e
l’industria hanno un ruolo centrale
nell’accelerare questo processo. Per le
imprese vi è la possibilità di nuovi spazi
di mercato per prodotti più efficienti e
innovativi, mentre per i consumatori ci
sono prospettive di risparmio sulla bol-
letta energetica.
Il dibattito di martedì si è concentrato
sui settori dell’edilizia e dei trasporti,
proprio quei settori che hanno il più
alto potenziale di risparmio energetico,
rispettivamente del 41% e 61%.
Noi cittadini spendiamo circa il 90%
della nostra vita all’interno di edifici che
rappresentano attualmente il 40% della
domanda di energia primaria dell’UE e
il 36% delle emissioni di CO2. Bisogna
inoltre tenere conto che due terzi del
patrimonio edilizio europeo è stato co-
struito prima che esistesse una minima
normativa sulle prestazioni energeti-
che.
La mobilità urbana rappresenta invece
il 40% di tutte le emissioni di CO2 del
trasporto su strada e presenta ampi
margini per essere convertita in termini
di sostenibilità. Pensiamo ad esempio
all’impatto dei veicoli elettrici per de-
carbonizzare i trasporti e migliorare la
qualità dell’aria. Sono richiesti impor-
tanti investimenti sia a livello pubblico
che a livello privato, tanto da parte de-
gli operatori dell’elettricità quanto da
parte delle case produttrici di mezzi di
trasporto.
In questo momento in Parlamento stia-
mo rivedendo due importanti direttive
che riguardano questo tema: la diretti-
va sull’efficienza energetica e la diretti-
va sulla performance energetica degli
edifici. La settimana scorsa noi deputati
della Commissione Ambiente abbiamo
approvato la nostra posizione chieden-
do di fissare al 40% il target di risparmio
energetico entro il 2030. L’obiettivo è
quello di creare un quadro legislativo
efficace a lungo termine per stimolare
gli investimenti e rispettare gli impegni
che sono stati presi a Parigi nel 2015
per contrastare i cambiamenti climatici.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dei
provvedimenti nei prossimi passaggi
parlamentari.
5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
SIMONA BONAFE’
membro commissione
ambiente, sanità
e sicurezza alimentare
simona.bonafe@europarl.
europa.eu
L’ACCESSO AL WIFI PER TUTTI
SONO IN ARRIVO 120 MILIONI DI EURO PER PERMETTERE A 6-8 MILA
COMUNITÀ LOCALI DI INSTALLARE RETI INTERNET WIFI APERTE A
TUTTI NELLE PIAZZE, NELLE BIBLIOTECHE, NEI PARCHI E NEGLI EDIFICI
PUBBLICI. AVEVAMO PROMESSO UNA RETE INTERNET DEMOCRATICA
E ORA È ARRIVATO PER L’EUROPA IL MOMENTO DI MANTENERE LE
PROMESSE.
Da Bruxelles sono in arrivo 120 mi-
lioni di euro per permettere a 6-8 mila
comunità locali di installare reti Inter-
net WiFi aperte a tutti nelle piazze, nel-
le biblioteche, nei parchi e negli edifici
pubblici. Avevamo promesso una rete
Internet democratica e ora è arrivato
per l’Europa il momento di mantenere
le promesse. Per questo al Parlamento
europeo abbiamo accolto con soddisfa-
zione il varo dell’iniziativa WiFi4EU. Si
tratta di un programma importante dal
punto di vista concreto, ma anche sim-
bolico perché, come ho spiegato in aula
a Strasburgo questa settimana, in que-
sto modo l’Unione europea fa in modo
che la Rete sia accessibile a tutti e non
sia un ulteriore elemento di divisione
della nostra società, tra i cittadini con-
nessi e quelli che abitano in comunità
rurali o non si possono permettere un
abbonamento ad alta velocità.
Inoltre ho chiesto che sia visibile ai
cittadini l’origine di questa iniziati-
va perché i tanti fondi comunitari e le
tante iniziative che partono da Bruxel-
les quando poi si traducono in azioni
concrete a livello di enti locali perdono
il logo dell’Ue e diventano merito solo
degli amministratori locali. Gli elettori
così finiscono per sentir parlare di Eu-
ropa solo quando si parla di disciplina
di bilancio e non c’è da stupirsi se poi
sono ostili all’integrazione.
Quella di un Internet più democrati-
co, regolato e accessibile invece è una
battaglia che abbiamo condotto al
Parlamento europeo, in parallelo con
il Governo italiano che sta cercando di
portare la banda larga in ogni angolo
del Paese. Personalmente mi sono im-
pegnata nel dossier sulla liberazione
dello spettro di frequenze per spianare
la strada alle connessioni 5G del futu-
ro. Nel discorso sullo Stato dell’Unione
dell’anno scorso il presidente Juncker
aveva promesso di“dotare entro il 2020
ogni paese e città europei di un accesso
gratuito a Internet senza fili nei princi-
pali punti di aggregazione pubblica sul
territorio”. In questi mesi al Parlamento
europeo abbiamo lavorato per miglio-
rare nei dettagli la proposta della Com-
missione ed entro la fine di quest’anno
o l’inizio del prossimo sarà pubblicato
il primo invito a presentare proposte.
Potranno partecipare tutti i comuni o
gruppi di comuni che dovrebbero pro-
porre di attrezzare le zone in cui non
esiste ancora un hotspot wi-fi pubblico
o privato gratuito con caratteristiche
simili. I progetti saranno selezionati in
base all’ordine di presentazione. L’ini-
ziativa WiFi4EU sarà aperta agli orga-
nismi del settore pubblico, come ad
esempio municipi, biblioteche e centri
sanitari. L’Ue finanzierà l’attrezzatura e i
costi di installazione, i punti di accesso
a Internet, mentre l’organismo benefi-
ciario pagherà per la connettività e la
manutenzione delle attrezzature per
almeno 3 anni. Inoltre le autorità loca-
li saranno incoraggiate a sviluppare e
promuovere i propri servizi digitali in
settori quali l’amministrazione online,
la telemedicina e il turismo elettronico
con un’apposita app.
6NEWSLETTER EurodeputatiPD -plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.
IL NUOVO FONDO PER GLI INVESTIMENTI
ILPARLAMENTOEUROPEOELAPRESIDENZADITURNODELCONSIGLIO
DELL’UE HANNO RAGGIUNTO UN IMPORTANTE ACCORDO POLITICO
SULL’ESTENSIONE DEL FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI
STRATEGICI (FEIS) FINO AL 2020 E SUL CONTESTUALE INCREMENTO
DELL’OBIETTIVO DI INVESTIMENTI DA 315 A 500 MILIARDI DI EURO
Dopo sette riunioni negoziali, nella
notte fra martedì e mercoledì il Parla-
mento europeo e la Presidenza di turno
del Consiglio dell’Ue hanno raggiunto
un importante accordo politico sull’e-
stensione del Fondo europeo per gli In-
vestimenti Strategici (FEIS) fino al 2020
e sul contestuale incremento dell’obiet-
tivo di investimenti da 315 a 500 mi-
liardi di euro. La proroga e il potenzia-
mento del FEIS avvengono sulla scorta
dei dati particolarmente incoraggianti
sul volume di investimenti attivati nei
primi due anni di attività – oltre 200
miliardi di euro – che smentiscono co-
loro che, al momento del lancio del Pia-
no Juncker nel gennaio 2015, si erano
mostrati pessimisti sulla sua effettiva
efficacia e sulla capacità di rispettare gli
ambiziosi target prefissati.
Nel corso di tutto il negoziato il Parla-
mento europeo si è battuto affinché il
regolamento esistente venisse modifi-
cato non soltanto per allungare la du-
rata e la dotazione finanziaria del FEIS,
ma anche per innalzare la qualità degli
investimenti, per rendere più traspa-
rente la selezione dei progetti e per mi-
gliorare la loro distribuzione geografica
e settoriale in modo da massimizzare
l’effetto in termini occupazionali. Si è
inoltre intervenuti per far sì che il costo
del finanziamento per il beneficiario
finale sia aggiustato per tenere conto
delle condizioni del mercato finanziario
esistenti, ed evitare così che proget-
ti potenzialmente validi non vengano
realizzati. Sempre al fine di facilitare la
realizzabilità dei progetti, soprattutto
nelle aree meno sviluppate, si è provve-
duto ad incoraggiare l’integrazione del-
le garanzie del FEIS con altri tipi di fondi
(come ad esempio i fondi strutturali) e
la costituzione di piattaforme di inve-
stimento regionali, nazionali, tematiche
o sovranazionali con crescente autono-
mia nella selezione dei singoli proget-
ti. E’ stato contestualmente rafforzato
l’Advisory Hub, incoraggiando la costi-
tuzione di poli informativi e di consu-
lenza anche a livello locale, in modo da
supportare – se necessario - i potenziali
beneficiari sia nella fase di candidatura
che in quella di implementazione ed
esecuzione del progetto.
L’Italia, nei primi due anni del FEIS, ha
primeggiato a livello europeo per vo-
lume di investimenti attivati e numero
di progetti finanziati, dimostrando una
ottima capacità di accedere ai fondi eu-
ropei pensati per rilanciare la crescita.
Si aprono ora per il nostro paese ulte-
riori opportunità di sviluppo e di nuova
occupazione che non vanno assoluta-
mente perse.
7NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
ROBERTO GUALTIERI
presidente commissione
affari economici e monetari
roberto.gualtieri@europarl.europa.eu
2018 ANNO DEL PATRIMONIO CULTURALE
IIL 2018 ANNO DEL PATRIMONIO CULTURALE, CHE SARÀ PRESENTATO
A MILANO IL 7 E 8 DICEMBRE NEL FORUM EUROPEO DELLA CULTURA,
È UNA STRAORDINARIA OCCASIONE A FAVORE DELLA COSTRUZIONE
E CONDIVISIONE DI VALORI COMUNI, DI MEMORIA E CREATIVITÀ, MA
ANCHE DI SVILUPPO, DI COESIONE SOCIALE E NUOVA OCCUPAZIONE
DIQUALITÀPERUNARICONOSCIBILITÀECOMPETITIVITÀDELL’EUROPA
NEL MONDO.
Il 2018 Anno europeo del Patrimonio
è entrato a pieno titolo nell’interven-
to del Presidente Juncker sullo Stato
dell’Unione che ha ribadito gli obiettivi
di valorizzazione della diversità cultura-
le e di promozione dell’unità dei valori
europei. È stato un importante ricono-
scimento al nostro impegno in questi
anni in Commissione Cultura e in Parla-
mento europeo per un Anno dedicato
alla valorizzazione del patrimonio cul-
turale, materiale, immateriale, digitale
e paesaggistico. Il 2018 Anno del Pa-
trimonio culturale, che sarà presentato
a Milano il 7 e 8 dicembre nel Forum
Europeo della cultura, è una straordi-
naria occasione a favore della costru-
zione e condivisione di valori comuni,
di memoria e creatività, ma anche di
sviluppo, di coesione sociale e nuova
occupazione di qualità per una ricono-
scibilità e competitività dell’Europa nel
mondo. La settimana scorsa, a Bruxel-
les, abbiamo individuato i temi chiave,
comunicazione e iniziative rilevanti
che daranno attuazione all’anno euro-
peo, tanto a livello europeo quanto nei
singoli Paesi, ciascuno dei quali contri-
buisce con autonomia, valorizzando la
propria specificità. In rappresentanza
del PE insieme al collega Diaconu, re-
latore del Provvedimento, abbiamo in-
contrato anche tutte le altre Direzioni
generali interessate, dalla Ricerca agli
Esteri allo Sviluppo regionale, le reti
europee, gli organismi internazionali
come Unesco e Consiglio d’Europa e le
reti europee delle associazioni culturali.
Stiamo mantenendo alta l’attenzione
sul budget che siamo riusciti a raddop-
piare a 8 milioni di euro (4 provenienti
da Europa Creativa e 4 da altri program-
mi) e che consentirà di lanciare a set-
tembre un bando europeo di dedicato
di 5 milioni in Europa Creativa. A fron-
te di questa vittoria mi preoccupano
però i tagli annunciati dal Consiglio sul
bilancio 2018 di 4,5 milioni per il sotto-
programma Cultura. Con una mano si
destina un budget dedicato e aggiun-
tivo per l’Anno europeo del Patrimonio
e con l’altra si taglia un programma di
finanziamento già sottofinanziato. Non
possiamo accettarlo se siamo consape-
voli che la costruzione di valori comuni
e di futuro condiviso per le nuove ge-
nerazioni passa dalla dimensione cultu-
rale ed educativa del progetto europeo.
Per questo è necessaria una più visibile
centralità delle politiche europee edu-
cative, culturali e solidaristiche. Così, a
30 di Erasmus, ho chiesto anche di pro-
porre, per la prossima programmazione
pluriennale, almeno il raddoppio delle
risorse che oggi consentono solo al 5
per cento dei giovani di partecipare.
Il futuro dell’Europa si gioca anche su
questo tipo di politiche.
8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
SILVIA COSTA
presidente commissione
cultura e istruzione
silvia.costa@europarl.europa.eu
IL MONITORAGGIO DEGLI INVESTIMENTI ESTERI
NEL SUO DISCORSO JUNCKER HA PROPOSTO UN MECCANISMO PER
IL MONITORAGGIO DEGLI INVESTIMENTI. SI TRATTA DI UNA FORMA
DI TUTELA CHE DOBBIAMO AI NOSTRI LAVORATORI E AZIENDE,
SOTTOPOSTI A UNA CONCORRENZA INSOSTENIBILE, E ALL’AMBIENTE,
FERITO DA PRATICHE INDUSTRIALI SPREZZANTI. LA PROPOSTA DELLA
COMMISSIONE PER NOI EURODEPUTATI PD È UNA GRANDE VITTORIA.
La politica commerciale europea è
divenuta negli anni una fonte di rinno-
vato interesse da parte dei cittadini, an-
che in virtù del fatto che la globalizza-
zione, con diversi gradi d’intensità, si è
imposta come spartiacque delle diverse
concezioni politiche. Tutti i grandi scon-
tri elettorali dell’ultimo anno, dagli USA
alla Francia, hanno acuito le divisioni fra
chi promuove una visione ultra liberale,
da una parte, e, dall’altra, chi vede nella
globalizzazione la radice di tutti i mali.
L’Ue, da parte sua, ha sempre propo-
sto un modello alternativo. La terza via
europea al commercio prevede un mo-
dello basato su valori e condizioni con-
divise, un’apertura regolata. Tuttavia,
in assenza di un sistema multilaterale
forte, sfibrato dall’aggressività di Pechi-
no e dall’isolazionismo americano, l’Ue
fatica a imporre, all’interno dell’Orga-
nizzazione Mondiale del Commercio, il
concetto fondamentale di reciprocità.
Da tempo insisto sulla necessità che
questi due principi, apertura e reci-
procità, viaggino legate: sosteniamo
l’apertura, fondamentale per un Paese
orientato alle esportazioni come il no-
stro, ma solo se alle nostre aziende e ai
nostri lavoratori viene riservato lo stes-
so trattamento.
Nel suo discorso sullo stato dell’Unio-
ne, coraggioso, ambizioso e soprattut-
to europeista, Jean-Claude Juncker,
Presidente della Commissione, ha fi-
nalmente annunciato piani concreti
per condizionare l’accesso al mercato
unico, ancora il più grande a livello glo-
bale, alla reciprocità. Lo ribadiamo da
molto: per commerciare con l’Europa, i
nostri partner devono accettarne valori
e standard. Da qui è originata la pro-
posta, annunciata proprio ieri nel suo
discorso, di un meccanismo per il mo-
nitoraggio degli investimenti che, da
una parte, serva da leva per eliminare la
forte discriminazione imposta ai nostri
investitori in Cina, e, dall’altra, ad evita-
re acquisizioni, determinate da scelte di
tipo geopolitico e non da dinamiche di
mercato, che potrebbero causare im-
poverimento tecnologico, minacce alla
sicurezza e aumentare l’influenza di Pe-
chino sui nostri governi, come successo
in Grecia dopo l’acquisizione del porto
del Pireo.
Una forma di tutela che dobbiamo ai
nostri lavoratori e aziende, sottoposti a
una concorrenza insostenibile, e all’am-
biente, ferito da pratiche industriali
sprezzanti. La decisione della Commis-
sione di presentare una proposta nor-
mativa su questo tema è, per noi, una
grande vittoria, dopo la quale tornere-
mo al lavoro con ancora più determina-
zione. Tanti i progetti che ci aspettano,
prima di tutto i negoziati per un nuovo
metodo di calcolo delle misure anti-
dumping, argine ultimo per proteggere
le nostre produzioni da una competi-
zione sleale e ingiusta.
9NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
ALESSIA MOSCA
coordinatrice commissione
commercio internazionale
alessia.mosca@europarl.europa.eu
LA TRASPARENZA DELLE ISTITUZIONI COMUNITARIE
I PARLAMENTARI RESPONSABILI DI UN DOSSIER LEGISLATIVO, E I
PRESIDENTI DI COMMISSIONE INTERESSATI, DOVRANNO RENDERE
PUBBLICO, ATTRAVERSO SUPPORTI INFORMATICI, L’ELENCO DI TUTTE
LE RIUNIONI CON I PORTATORI D’INTERESSE, LE QUALI DOVRANNO
ANCHE ESSERE INSCRITTE NEL REGISTRO DI TRASPARENZA.
Grazie ad un lavoro lungo due anni
del gruppo dei socialisti e democratici,
che ha dovuto arginare da un lato le de-
rive populiste di alcuni gruppi, e dall’al-
tro le tendenze oscurantiste del partito
popolare europeo e dei conservatori -
contrari all’introduzione di norme che
garantissero una maggiore trasparenza
delle istituzioni europee - il Parlamento
ha adottato un documento equilibrato
sulla necessità di una maggiore traspa-
renza, responsabilità ed integrità delle
istituzioni europee.
Va sottolineato che la Commissione
europea e il Parlamento europeo sono
un’amministrazione aperta, molto più
trasparente ed accessibile di quelle che
conosciamo nella maggior parte degli
Stati Membri - i cittadini possono se-
guire quasi tutte le riunioni delle com-
missioni in streaming ed avere accesso
a quasi tutti i documenti. Tutta via, per
motivi diversi, la politica di Bruxelles e
le istituzioni sono viste come troppo
distanti e, secondo una rilevazione Eu-
rostat del 2014, solo il 42% dei cittadini
europei ha fiducia in queste istituzioni,
mentre solo in 8 paesi su 20 le istituzio-
ni europee sono percepite come più
credibili in quelle nazionali. In questo
quadro si iscrive la relazione adottata
giovedì in Plenaria volta a rinforzare
il concetto di un’Europa più vicina ai
cittadini, in linea con il discorso sullo
Stato dell’Unione pronunciato il giorno
precedente dal Presidente della Com-
missione.
Il rapporto introduce un’importante
strumento per raggiungere una mag-
giore trasparenza nella legislazione
europea: l’impronta legislativa. I parla-
mentari responsabili di un dossier le-
gislativo, e i Presidenti di Commissione
interessati, dovranno rendere pubblico,
attraverso supporti informatici, l’elenco
di tutte le riunioni con i portatori d’in-
teresse, le quali dovranno anche essere
inscritte nel registro di trasparenza. In
questo modo i cittadini potranno con-
trollare chi e che portatori d’interesse
incontra il deputato nel percorso che
porta all’approvazione delle norme.. Lo
stesso principio varrà poi anche per i
Commissari e per il loro staff.
Inoltre per evitare ulteriori incertezze
sul non rispetto del conflitto d’interesse
– come nel caso dell’ex presidente della
Commissione europea Barroso in segui-
to nominato presidente della filiale eu-
ropea di Goldman Sacs- il Parlamento
europeo ha chiesto che i Commissari
non possano ricoprire una funzione
lavorativa legata ad ambiti di interesse
europeo per almeno tre anni successi-
vamente al termine del loro mandato.
Per quanto riguarda la trasparenza e
l’accesso ai documenti, il Parlamento ha
chiesto che tutti i documenti sugli ac-
cordi commerciali vengano resi pubbli-
ci. Inoltre, anche i documenti e verbali
dei triloghi – che sarebbero le trattative
a porte chiuse tra Parlamento, Consiglio
e Commissione durante le quali si tenta
di trovare accordi sulle proposte legisla-
tive – dovrebbero essere resi accessibili
per i cittadini e per i portatori d’interes-
se, anche se già oggi se molte fasi della
legislazione Ue sono più trasparenti di
quelle degli Stati nazionali.
10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
MERCEDES BRESSO
coordinatrice commissione sviluppo
regionale e affari costituzionali
mercedes.bresso@europarl.europa.eu
LA VIA DI USCITA PACIFICA DALL’INCUBO NUCLEARE
LA STORIA ANCHE RECENTE CI HA MOSTRATO CHE, UTILIZZANDO
IL DIALOGO E LA COOPERAZIONE, SI POSSONO RAGGIUNGERE
ANCHE RISULTATI PRIMA IMPENSABILI. PENSIAMO ALL’ACCORDO
SUL NUCLEARE CON L’IRAN, CHE FINO A POCHI ANNI FA ERA L’ALTRA
GRANDE MINACCIA PER LA SICUREZZA INTERNAZIONALE.
Il Parlamento questa settimana ha di-
scusso, di fronte all’Alto Rappresentan-
te Federica Mogherini, della situazione
in Corea del Nord. Dopo l’inquietante
escalation nei toni delle minacce tra
Pyongyang e Washington, e i numerosi
test nucleari e lanci di missili, condotti
in violazione delle Risoluzioni ONU sul
tema, si fa pressante il lavoro per evi-
tare il peggio e arrivare a una soluzio-
ne diplomatica. Proprio all’inizio della
settimana, il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite ha approvato all’u-
nanimità una serie di nuove sanzioni,
che l’Unione europea ha ulteriormen-
te inasprito e che indeboliranno molto
l’economia nordcoreana. Tuttavia, non
sarà certo sufficiente a far desistere Kim
Jong-Un dai suoi catastrofici proposi-
ti, né è pensabile optare per un’azione
militare, che avrebbe soltanto l’effetto
di peggiorare la situazione e di mette-
re in pericolo molte vite innocenti. Per
questo, abbiamo comunicato al nostro
Alto Rappresentante il nostro sostegno
a lei e alla Comunità internazionale af-
finché alle sanzioni si affianchi una de-
cisa azione politica e diplomatica in cui,
certamente, saranno in prima linea Sta-
ti Uniti, Cina e Russia, ma in cui anche
l’Unione europea può e deve giocare
un ruolo da protagonista. La Corea del
Nord si è ritirata ufficialmente dal Trat-
tato di non proliferazione nucleare nel
2003, decidendo di dotarsi dell’arma e
la comunità internazionale ha sottova-
lutato il problema, ritenendo a lungo
Pyongyang non in grado di costituire
una reale minaccia. A 14 anni dal ritiro,
l’obiettivo di giungere, nel lungo pe-
riodo, a una totale denuclearizzazione
della penisola coreana, adesso appare
irrealistico, tuttavia la storia anche re-
cente ci ha mostrato che, utilizzando
il dialogo e la cooperazione, si posso-
no raggiungere anche risultati prima
impensabili. Pensiamo all’accordo sul
nucleare con l’Iran, che fino a pochi
anni fa era l’altra grande minaccia per
la sicurezza internazionale. In quel caso,
l’Europa è stata protagonista e modera-
trice tra le parti. Così può essere anche
in questo caso e noi sosteniamo Federi-
ca Mogherini nel suo lavoro in tal senso.
Quanto sta accadendo dimostra che la
non proliferazione e il disarmo nucleare
sono obiettivi non obsoleti, ma quanto
mai attuali e cruciali. Pensiamo a cosa
potrebbe accadere se si arrivasse a
uno scontro diretto con gli Stati Uniti:
le conseguenze per la regione asiatica
e per il mondo intero sarebbero deva-
stanti e occorre tutto il nostro impegno
per evitare che ciò accada.
11NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
BRANDO BENIFEI
membro commissione
occupazione e affari sociali
brando.benifei@europarl.europa.eu
12NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017
BRANDO BENIFEI
membro commissione
occupazione e affari sociali
ROBERTO GUALTIERI
presidente commissione
affari economici e monetari
NICOLA CAPUTO
membro commissione
agricoltura e sviluppo rurale
PAOLO DE CASTRO
coordinatore commissione
agricoltura e sviluppo rurale
PATRIZIA TOIA
vicepresidente commissione
industria, ricerca ed energia
GOFFREDO MARIA BETTINI
membro commissione
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CECILE KASHETU KYENGE
membrocommissionelibertàcivili,
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CATERINA CHINNICI
membrocommissionelibertàcivili,
giustizia e affari interni
PINA PICIERNO
membro
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ISABELLA DE MONTE
membro commissione
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membro
commissione bilanci
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membrocommissioneambiente,
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LUIGI MORGANO
membro commissione
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SILVIA COSTA
presidente commissione
cultura e istruzione
GIANNI PITTELLA
presidente
Gruppo S&D
ENRICO GASBARRA
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commissione giuridica
MERCEDES BRESSO
coordinatricecommissionesviluppo
regionale e affari costituzionali
ALESSIA MOSCA
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ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
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vicepresidente
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ELENA GENTILE
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occupazione e affari sociali
DAMIANO ZOFFOLI
membrocommissioneambiente,
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RENATA BRIANO
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Newsletter eurodeputati pd_settembre2017

  • 1. EDITORIALE PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.europa.eu on capisco come qualche voce isolata nel nostro partito lo pos- sa aver trovato “inappropriato” o poco di sinistra, ma ribadisco che da noi tutti che lo abbiamo vissuto in di- retta il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato mercoledì a Strasburgo dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker è stato apprezzato: un discorso con una visione del futuro e con la prospettiva di una Europa che deve assolutamente cambiare, coglien- do questo momento di risveglio euro- peo e di fiducia ritrovata da parte dei cittadini. Adesso naturalmente toccherà ancora a noi progressisti essere la“punta avanzata” e la guida di questo percor- so. Molte delle proposte enunciate dal capo dell’esecutivo comunitario sono nella nostra agenda sull’Europa (con contenuti ovviamente più ambiziosi) e il fatto che siano entrate nella prospettiva di Juncker è il risultato dell’ininterrotto lavoro politico portato avanti dal Pd, dai governi Renzi e Gentiloni e dagli euro- deputati Pd, tanto che possiamo dire con qualche orgoglio che sia stata an- che l’Italia, con pochi altri Paesi, a dare la direzione del cambiamento e l’agenda delle priorità. Dal ministro delle Finanze dell’eurozo- na al maggior ricorso al voto a maggio- ranza in Consiglio, dalla difesa comune all’impegno europeo sull’immigrazio- ne, dalla trasparenza sugli investimenti esteri in Europa alla difesa dei lavora- tori, dal commercio internazionale più reciproco e più consapevole alla tutela N dei nostri principi sulla sicurezza degli alimenti e dell’ambiente. Personalmen- te ho apprezzato anche l’impegno sulla politica industriale, priorità che ho po- sto con forza come vicepresidente della commissione Industria e che la Commis- sione in questi anni non ha affrontato in modo diretto e focalizzato. Si lo so, Juncker è del Ppe come Ange- la Merkel, lo so che è l’ex premier di un Paese noto per l’elusione fiscale come il Lussemburgo ed è quello che in qualche occasione abbiamo anche criticato du- ramente. Certamente non era il nostro spitzenkandidaten: noi avremmo voluto come presidente Martin Schulz e siamo assolutamente convinti che con Schulz sarebbe stata un’altra storia perché la visione progressista non è quella dei conservatori popolari che frenano ogni innovazione sociale. La politica però si fa nelle circostanze date e noi abbiamo fatto valere al massimo le nostre condi- zioni e la nostra forza ottenendo così i risultati più rilevanti fino ad ora realiz- zati, come un’attuazione flessibile della rigida e dannosa disciplina di bilancio, come il Piano degli investimenti e il varo del Pilastro Sociale. E se abbiamo realiz- zato questi punti è perché abbiamo le- gato il nostro sostegno alla Commissio- ne a questi impegni. Questo è quello che ci distingue da tutti gli altri partiti italiani, non limitarci all’es- sere più o meno di sinistra a parole o astrattamente, ma costruendo risultati progressisti e di crescita. Per quelli che cercano risposte semplici a problemi complessi non c’è che l’imbarazzo della scelta nell’offerta politica italiana. Chi invece non si accontenta delle etichette vede bene che il programma proposto da Juncker non è affatto uguale a quello che ha in mente Angela Merkel, ma è un programma ben più avanzato e comu- nitario, anche se noi siamo ben decisi a non accontentarci affatto di queste premesse. Vogliamo di più su ogni idea NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 1 e riempiremo l’agenda delle riforme eu- ropee di altri cambiamenti, puntando su un’inversione radicale della politica eco- nomica e della governance dell Europa. Va poi ricordato che a Bruxelles oltre al braccio di ferro da progressisti e conser- vatorièincorsodaanniun’altrabattaglia politica: quella tra l’Europa intergover- nativa e l’Europa comunitaria. Juncker è un federalista di vecchia data e si è sem- pre speso per la seconda, proponendo ad esempio il superamento del voto all’unanimità sulle materie fiscali. Anche il Partito Democratico, e i partiti che lo hanno fondato, è sempre stato dalla par- te dell’Europa comunitaria e per questo deve condividere queste battaglie, por- tando avanti tutta la nostra peculiarità in modo più autonomo e libero rispetto al passato. In pratica noi ricerchiamo, con molta libertà, quelle alleanze e maggio- ranze che portino a far approvare e a far vincere i nostri contenuti e i nostri valori. I quasi due anni di legislatura che ab- biamo davanti, prima delle elezioni eu- ropee della primavera del 2019, sono un’occasione preziosa per fare dell’Euro- pa la casa comune che abbiamo sempre sognato, per fare le riforme necessarie, per rilanciare la dimensione sociale at- traverso l’Unione Sociale, ma soprattut- to per dare una direzione politica chiara sulla crescita, il lavoro e la sostenibilità ambientale, perché non tutti gli euro- peisti hanno idee uguali. Questo è il mo- mento dell’antieuropeismo calante. Se prima la paura e il bisogno di sicurez- za avevano indirizzato verso la chiusura nazionale ora quello stesso bisogno, di fronte a rischi diffusi e mimetizzati ovunque, fa percepire l’Europa come un luogo di protezione e di sicurezza. C’è un grande spazio di protagonismo e di lea- dership per l’Italia, accanto ad altri Paesi, e in Europa ce lo riconoscono già.
  • 2. FONDI UE PER VENTURE CAPITAL E IMPRENDITORIA SOCIALE COMERELATOREOMBRADELGRUPPODEISOCIALISTIEDEMOCRATICI, MI SONO IMPEGNATO AL FINE DI PROMUOVERE MISURE CHE POTESSERO FACILITARE GLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE E NELL´IMPRENDITORIA SOCIALE, ACCELERANDO LA CRESCITA ECONOMICA IN EUROPA, CON UNA CONSEGUENTE RICADUTA POSITIVA IN TERMINE DI CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO. La revisione dei fondi di venture capi- tal (EuVECA) e dei fondi di imprendito- ria sociale europei (EuSEF) si inserisce tra le principali misure dell´Unione dei Mercati dei Capitali, progetto chiave della Commissione per diversificare le fonti di finanziamento, riducendo il ri- schio sistemico dei mercati finanziari. I fondi di venture capital finanziano so- prattutto imprese innovative, ad alto tasso tecnologico, molto competitive sullo scenario globale, con una buona ricaduta occupazionale. Si tratta molto spesso di giovani innovatori ed impren- ditori che attraverso questi fondi hanno avuto una prima possibilità di vedersi concretizzare il proprio progetto at- traverso un primo finanziamento. Ad esempio, ho apprezzato il fatto che ci siano stati progetti di nanotecnologia e ingegneria biologica in Italia che han- no iniziato i loro primi passi attraverso questi fondi. Come relatore ombra del gruppo dei socialisti e democratici, mi sono impe- gnato al fine di promuovere misure che potessero facilitare gli investimenti in innovazione e nell´imprenditoria socia- le, accelerando la crescita economica in Europa, con una conseguente ricaduta positiva in termine di creazione di posti di lavoro. Siamo intervenuti principalmente in quattro dimensioni. La prima è quella di estendere la platea di coloro i quali possono utilizzare que- sti strumenti, includendo i gestori di fondi di maggiori dimensioni: in questo modo incentiveremo economie di scala per gli investimenti. Inoltre, abbiamo ampliato il novero di imprese in cui i fondi EuVECA possono investire. La seconda è che abbiamo reso questi fondi realmente europei. Infatti, siamo intervenuti uniformando le procedure di registrazione e supervisione tra tutti gli Stati Membri attraverso un ruolo di maggiore coordinamento dell’ESMA. Terzo, abbiamo reso questi fondi più sicuri, facendo in modo che ci siano maggiori garanzie in merito alla gestio- ne dei fondi. In più, abbiamo ottenuto che queste società debbano investire i fondi propri in attività liquide, che non devono comprendere posizioni specu- lative. Infine, è presente un obbligo di repor- ting per l’EuSEF in modo da includere una descrizione di come i rischi ambien- tali e climatici siano presi in considera- zione nelle modalità di investimento. Abbiamo, pertanto, ottenuto dei risul- tati molto importanti, riuscendo ad in- cludere numerosi elementi della nostra agenda progressista: imprenditoria so- ciale, investimenti, innovazione, finan- za a servizio dell´economia reale, atten- zione all´ambiente in questa revisione. 2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
  • 3. L’ATTO EUROPEO SULL’ACCESSIBILITÀ ILPARLAMENTOHAAPPROVATOQUESTASETTIMANAL’ATTOEUROPEO SULL’ACCESSIBILITÀ. SI TRATTA DI UN INSIEME DI DISPOSIZIONI CHE MIRANO A CREARE UNA SOCIETÀ PIÙ APERTA E PIÙ INCLUSIVA, IN CUI I PRODOTTI E I SERVIZI SIANO PIENAMENTE ACCESSIBILI PER TUTTI ALLE STESSE CONDIZIONI. 80 milioni di persone in Europa sono affette da disabilità, e milioni di altri cittadini ogni anno devono fare i conti con problemi di accessibilità a luoghi, prodotti e servizi a causa del naturale invecchiamento. Per dare una risposta alle difficoltà quotidiane di tutti loro, il Parlamento ha approvato questa setti- mana l’Atto europeo sull’accessibilità. Si tratta di un insieme di disposizioni che mirano a creare una società più aperta e più inclusiva, in cui i prodotti e i servi- zi siano pienamente accessibili per tutti alle stesse condizioni. La proposta vuo- le eliminare gli ostacoli alla piena par- tecipazione delle categorie più fragili nella società. L’Atto europeo sull’accessibilità stila infatti i requisiti fondamentali per ren- dere più accessibili una serie di prodotti e servizi, tra cui: distributori automati- ci di biglietti, bancomat, PC, telefoni e TV, mezzi di trasporto e piattaforme di e-commerce. I requisiti sull’accessibilità si applicheranno anche ai luoghi dove viene offerto un servizio pubblico in caso di riadeguamenti o di costruzione ex novo – ad esempio, le stazioni del trasporto pubblico. Durante la discussione in aula sono in- tervenuto per scongiurare un compro- messo al ribasso su un tema così cru- ciale per tanti cittadini europei. Come ho detto ai miei colleghi, ho fatto fatica a capire le resistenze manifestate da parte di alcuni gruppi politici, prima in commissione Mercato interno e poi in aula. Tuttavia, grazie alla pressione dei Socialisti e Democratici e delle associa- zioni a tutela dei disabili, siamo infine riusciti a consegnare un testo che pone le basi per un’Europa più inclusiva e ac- cessibile per tutti. In particolare, siamo riusciti a far approvare tre punti fonda- mentali: l’introduzione di misure obbli- gatorie per garantire la piena accessibi- lità all’ambiente costruito; l’attenzione non solo alle persone disabili, ma anche a quelle con permanenti o temporanee limitazioni funzionali (come anziani o donne in gravidanza); l’estensione a tutti gli atti dell´Unione dei requisiti in- trodotti. Il Parlamento ha così esercitato ancora una volta il proprio ruolo in difesa dei cittadini europei. Speriamo che il Con- siglio adesso faccia la propria parte, portando alla definitiva adozione di un dossier così fondamentale. Come So- cialisti e Democratici, continueremo a lottare per un’Europa più equa e più a misura d´uomo, che garantisca alle ca- tegorie più vulnerabili di vedere tutela- ti i loro diritti fondamentali alle stesse condizioni di tutti gli altri europei. 3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 NICOLA DANTI coordinatore commissione mercato interno e tutela dei consumatori nicola.danti@europarl. europa.eu
  • 4. A OGNI STATO LE SUE RESPONSABILITÀ JUNCKERHAVOLUTORINGRAZIAREL’ITALIAPERILLAVOROFATTONEL MEDITERRANEO. HA RESO ONORE AL NOSTRO PAESE, CHE NEGLI ANNI SI È PRODIGATO NEL SALVARE VITE UMANE. TUTTAVIA, RITENGO CHE L’ITALIA MERITI BEN PIÙ DI UN RINGRAZIAMENTO. IL NOSTRO PAESE MERITA CHE OGNI STATO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITÀ. L’Europa per rilanciare sé stessa e dare risposte efficaci ai suoi cittadini ha bisogno di audacia. Uno slancio ne- cessario che condivido, sottolineato nei giorni scorsi dallo stesso Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nel corso del suo discorso sul- lo Stato dell’Unione. Juncker ha voluto ringraziare l’Italia per il lavoro fatto nel Mediterraneo. Ha reso onore al nostro Paese, che negli anni si è prodigato nel salvare vite umane. Tuttavia, ritengo che l’Italia meriti ben più di un ringra- ziamento. Il nostro Paese merita che ogni Stato si assuma le proprie respon- sabilità. In altre parole, merita la solida- rietà, che a sua volta è chiamato a dare ogni giorno in favore degli altri Stati. Per chi vuole stare nell’Unione, la soli- darietà europea non è un accessorio, utile in certe occasioni, ma che si può riporre in altre. Lo ha confermato anche la Corte di Giustizia UE respingendo il ricorso di Ungheria e Slovacchia sulle cosiddette relocation da Italia e Grecia, confermando la natura obbligatoria della redistribuzione dei migranti tra gli Stati Membri. Proseguano, dunque, le procedure di infrazione avviate dalla Commissione, senza ulteriori timidezze, perché l’immigrazione è il tema, che, fino ad oggi, ha posto il principio di solidarietà maggiormente in discussio- ne in questa legislatura. Dalla gestione dei profughi dal Mediterraneo, fino alle politiche di cooperazione dell’Ue nel continente africano: gli egoismi nazio- nali hanno prevalso sul bene comune. Un principio, quello della solidarietà, che ritengo non sarà pienamente tute- lato fino a quando non si giungerà ad una riforma complessiva del sistema di asilo e, in particolare, del Regolamento di Dublino, abrogando quella norma che lascia allo Stato di primo approdo la responsabilità della gestione dei ri- chiedenti asilo. Un traguardo ritenuto cruciale anche da Juncker, ma che deve vedere la Commissione convintamen- te impegnata a vigilare sul Consiglio, perché sciolga l’empasse in cui questa riforma si trova, seguendo un percorso legislativo ordinario, senza che siano aggirate le procedure democratiche tracciate dai Trattati. Il Parlamento sta già facendo la sua parte, discutendo la riforma dell’intero sistema di norme che regolano l’asilo nell’Unione. Non c’è, infatti, Unione europea senza fron- tiere comuni e un sistema condiviso di gestione dell’asilo e dell’immigrazione, che preveda, oltre alla contrasto all’ille- galità, anche il rafforzamento delle vie legali di immigrazione. Non c’è futuro per l’Europa senza un insieme di poli- tiche coerenti, in grado di coniugare azioni interne ed esterne, parlando al mondo con una voce sola, secondo una visione complessiva e globale del fe- nomeno migratorio. Perché l’Ue possa avere più influenza sulla scena mon- diale, deve poter agire rapidamente. E per farlo è necessario un cambio di passo che superi il criterio dell’unani- mità estendendo a sempre più materie il criterio della maggioranza qualificata. Quell’”efficacia istituzionale” citata da Juncker è l’unica strada da percorrere per porre fine alla crisi di solidarietà che sta attraversando l’Unione. 4NEWSLETTER EurodeputatiPD -plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 CECILE KASHETU KYENGE membro commissione libertà civili giustizia e affari interni kashetu.kyenge@europarl.europa.eu
  • 5. L’EFFICIENZA: LA FONTE DI ENERGIA PIÙ PULITA IIN QUESTO MOMENTO IN PARLAMENTO STIAMO RIVEDENDO DUE IMPORTANTI DIRETTIVE CHE RIGUARDANO QUESTO TEMA: LA DIRETTIVA SULL’EFFICIENZA ENERGETICA E LA DIRETTIVA SULLA PERFORMANCE ENERGETICA DEGLI EDIFICI. LA SETTIMANA SCORSA NOI DEPUTATI DELLA COMMISSIONE AMBIENTE ABBIAMO APPROVATO LA NOSTRA POSIZIONE CHIEDENDO DI FISSARE AL 40% IL TARGET DI RISPARMIO ENERGETICO ENTRO IL 2030. Martedì 12 Settembre ho ospitato al Parlamento Europeo una discussione sul tema dell’efficienza energetica. Un uso efficiente delle risorse energetiche è fondamentale per diminuire il nostro fabbisogno e di conseguenza ridurre il nostro impatto sull’ambiente e garan- tirci un approvvigionamento sicuro. L’efficienza energetica può essere defi- nita la principale fonte di energia puli- ta e a basso costo. Come si è soliti dire l’energia più pulita resta sempre quella che non usiamo. Per risparmiare energia dobbiamo sfruttare al meglio tutte le innovazioni tecnologiche e utilizzarle nelle necessa- rie ristrutturazioni infrastrutturali. Si tratta chiaramente di interventi che stimolano la crescita economica promuovendo competitività e inno- vazione. I consumatori, le imprese e l’industria hanno un ruolo centrale nell’accelerare questo processo. Per le imprese vi è la possibilità di nuovi spazi di mercato per prodotti più efficienti e innovativi, mentre per i consumatori ci sono prospettive di risparmio sulla bol- letta energetica. Il dibattito di martedì si è concentrato sui settori dell’edilizia e dei trasporti, proprio quei settori che hanno il più alto potenziale di risparmio energetico, rispettivamente del 41% e 61%. Noi cittadini spendiamo circa il 90% della nostra vita all’interno di edifici che rappresentano attualmente il 40% della domanda di energia primaria dell’UE e il 36% delle emissioni di CO2. Bisogna inoltre tenere conto che due terzi del patrimonio edilizio europeo è stato co- struito prima che esistesse una minima normativa sulle prestazioni energeti- che. La mobilità urbana rappresenta invece il 40% di tutte le emissioni di CO2 del trasporto su strada e presenta ampi margini per essere convertita in termini di sostenibilità. Pensiamo ad esempio all’impatto dei veicoli elettrici per de- carbonizzare i trasporti e migliorare la qualità dell’aria. Sono richiesti impor- tanti investimenti sia a livello pubblico che a livello privato, tanto da parte de- gli operatori dell’elettricità quanto da parte delle case produttrici di mezzi di trasporto. In questo momento in Parlamento stia- mo rivedendo due importanti direttive che riguardano questo tema: la diretti- va sull’efficienza energetica e la diretti- va sulla performance energetica degli edifici. La settimana scorsa noi deputati della Commissione Ambiente abbiamo approvato la nostra posizione chieden- do di fissare al 40% il target di risparmio energetico entro il 2030. L’obiettivo è quello di creare un quadro legislativo efficace a lungo termine per stimolare gli investimenti e rispettare gli impegni che sono stati presi a Parigi nel 2015 per contrastare i cambiamenti climatici. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dei provvedimenti nei prossimi passaggi parlamentari. 5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 SIMONA BONAFE’ membro commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare simona.bonafe@europarl. europa.eu
  • 6. L’ACCESSO AL WIFI PER TUTTI SONO IN ARRIVO 120 MILIONI DI EURO PER PERMETTERE A 6-8 MILA COMUNITÀ LOCALI DI INSTALLARE RETI INTERNET WIFI APERTE A TUTTI NELLE PIAZZE, NELLE BIBLIOTECHE, NEI PARCHI E NEGLI EDIFICI PUBBLICI. AVEVAMO PROMESSO UNA RETE INTERNET DEMOCRATICA E ORA È ARRIVATO PER L’EUROPA IL MOMENTO DI MANTENERE LE PROMESSE. Da Bruxelles sono in arrivo 120 mi- lioni di euro per permettere a 6-8 mila comunità locali di installare reti Inter- net WiFi aperte a tutti nelle piazze, nel- le biblioteche, nei parchi e negli edifici pubblici. Avevamo promesso una rete Internet democratica e ora è arrivato per l’Europa il momento di mantenere le promesse. Per questo al Parlamento europeo abbiamo accolto con soddisfa- zione il varo dell’iniziativa WiFi4EU. Si tratta di un programma importante dal punto di vista concreto, ma anche sim- bolico perché, come ho spiegato in aula a Strasburgo questa settimana, in que- sto modo l’Unione europea fa in modo che la Rete sia accessibile a tutti e non sia un ulteriore elemento di divisione della nostra società, tra i cittadini con- nessi e quelli che abitano in comunità rurali o non si possono permettere un abbonamento ad alta velocità. Inoltre ho chiesto che sia visibile ai cittadini l’origine di questa iniziati- va perché i tanti fondi comunitari e le tante iniziative che partono da Bruxel- les quando poi si traducono in azioni concrete a livello di enti locali perdono il logo dell’Ue e diventano merito solo degli amministratori locali. Gli elettori così finiscono per sentir parlare di Eu- ropa solo quando si parla di disciplina di bilancio e non c’è da stupirsi se poi sono ostili all’integrazione. Quella di un Internet più democrati- co, regolato e accessibile invece è una battaglia che abbiamo condotto al Parlamento europeo, in parallelo con il Governo italiano che sta cercando di portare la banda larga in ogni angolo del Paese. Personalmente mi sono im- pegnata nel dossier sulla liberazione dello spettro di frequenze per spianare la strada alle connessioni 5G del futu- ro. Nel discorso sullo Stato dell’Unione dell’anno scorso il presidente Juncker aveva promesso di“dotare entro il 2020 ogni paese e città europei di un accesso gratuito a Internet senza fili nei princi- pali punti di aggregazione pubblica sul territorio”. In questi mesi al Parlamento europeo abbiamo lavorato per miglio- rare nei dettagli la proposta della Com- missione ed entro la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo sarà pubblicato il primo invito a presentare proposte. Potranno partecipare tutti i comuni o gruppi di comuni che dovrebbero pro- porre di attrezzare le zone in cui non esiste ancora un hotspot wi-fi pubblico o privato gratuito con caratteristiche simili. I progetti saranno selezionati in base all’ordine di presentazione. L’ini- ziativa WiFi4EU sarà aperta agli orga- nismi del settore pubblico, come ad esempio municipi, biblioteche e centri sanitari. L’Ue finanzierà l’attrezzatura e i costi di installazione, i punti di accesso a Internet, mentre l’organismo benefi- ciario pagherà per la connettività e la manutenzione delle attrezzature per almeno 3 anni. Inoltre le autorità loca- li saranno incoraggiate a sviluppare e promuovere i propri servizi digitali in settori quali l’amministrazione online, la telemedicina e il turismo elettronico con un’apposita app. 6NEWSLETTER EurodeputatiPD -plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.
  • 7. IL NUOVO FONDO PER GLI INVESTIMENTI ILPARLAMENTOEUROPEOELAPRESIDENZADITURNODELCONSIGLIO DELL’UE HANNO RAGGIUNTO UN IMPORTANTE ACCORDO POLITICO SULL’ESTENSIONE DEL FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI STRATEGICI (FEIS) FINO AL 2020 E SUL CONTESTUALE INCREMENTO DELL’OBIETTIVO DI INVESTIMENTI DA 315 A 500 MILIARDI DI EURO Dopo sette riunioni negoziali, nella notte fra martedì e mercoledì il Parla- mento europeo e la Presidenza di turno del Consiglio dell’Ue hanno raggiunto un importante accordo politico sull’e- stensione del Fondo europeo per gli In- vestimenti Strategici (FEIS) fino al 2020 e sul contestuale incremento dell’obiet- tivo di investimenti da 315 a 500 mi- liardi di euro. La proroga e il potenzia- mento del FEIS avvengono sulla scorta dei dati particolarmente incoraggianti sul volume di investimenti attivati nei primi due anni di attività – oltre 200 miliardi di euro – che smentiscono co- loro che, al momento del lancio del Pia- no Juncker nel gennaio 2015, si erano mostrati pessimisti sulla sua effettiva efficacia e sulla capacità di rispettare gli ambiziosi target prefissati. Nel corso di tutto il negoziato il Parla- mento europeo si è battuto affinché il regolamento esistente venisse modifi- cato non soltanto per allungare la du- rata e la dotazione finanziaria del FEIS, ma anche per innalzare la qualità degli investimenti, per rendere più traspa- rente la selezione dei progetti e per mi- gliorare la loro distribuzione geografica e settoriale in modo da massimizzare l’effetto in termini occupazionali. Si è inoltre intervenuti per far sì che il costo del finanziamento per il beneficiario finale sia aggiustato per tenere conto delle condizioni del mercato finanziario esistenti, ed evitare così che proget- ti potenzialmente validi non vengano realizzati. Sempre al fine di facilitare la realizzabilità dei progetti, soprattutto nelle aree meno sviluppate, si è provve- duto ad incoraggiare l’integrazione del- le garanzie del FEIS con altri tipi di fondi (come ad esempio i fondi strutturali) e la costituzione di piattaforme di inve- stimento regionali, nazionali, tematiche o sovranazionali con crescente autono- mia nella selezione dei singoli proget- ti. E’ stato contestualmente rafforzato l’Advisory Hub, incoraggiando la costi- tuzione di poli informativi e di consu- lenza anche a livello locale, in modo da supportare – se necessario - i potenziali beneficiari sia nella fase di candidatura che in quella di implementazione ed esecuzione del progetto. L’Italia, nei primi due anni del FEIS, ha primeggiato a livello europeo per vo- lume di investimenti attivati e numero di progetti finanziati, dimostrando una ottima capacità di accedere ai fondi eu- ropei pensati per rilanciare la crescita. Si aprono ora per il nostro paese ulte- riori opportunità di sviluppo e di nuova occupazione che non vanno assoluta- mente perse. 7NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 ROBERTO GUALTIERI presidente commissione affari economici e monetari roberto.gualtieri@europarl.europa.eu
  • 8. 2018 ANNO DEL PATRIMONIO CULTURALE IIL 2018 ANNO DEL PATRIMONIO CULTURALE, CHE SARÀ PRESENTATO A MILANO IL 7 E 8 DICEMBRE NEL FORUM EUROPEO DELLA CULTURA, È UNA STRAORDINARIA OCCASIONE A FAVORE DELLA COSTRUZIONE E CONDIVISIONE DI VALORI COMUNI, DI MEMORIA E CREATIVITÀ, MA ANCHE DI SVILUPPO, DI COESIONE SOCIALE E NUOVA OCCUPAZIONE DIQUALITÀPERUNARICONOSCIBILITÀECOMPETITIVITÀDELL’EUROPA NEL MONDO. Il 2018 Anno europeo del Patrimonio è entrato a pieno titolo nell’interven- to del Presidente Juncker sullo Stato dell’Unione che ha ribadito gli obiettivi di valorizzazione della diversità cultura- le e di promozione dell’unità dei valori europei. È stato un importante ricono- scimento al nostro impegno in questi anni in Commissione Cultura e in Parla- mento europeo per un Anno dedicato alla valorizzazione del patrimonio cul- turale, materiale, immateriale, digitale e paesaggistico. Il 2018 Anno del Pa- trimonio culturale, che sarà presentato a Milano il 7 e 8 dicembre nel Forum Europeo della cultura, è una straordi- naria occasione a favore della costru- zione e condivisione di valori comuni, di memoria e creatività, ma anche di sviluppo, di coesione sociale e nuova occupazione di qualità per una ricono- scibilità e competitività dell’Europa nel mondo. La settimana scorsa, a Bruxel- les, abbiamo individuato i temi chiave, comunicazione e iniziative rilevanti che daranno attuazione all’anno euro- peo, tanto a livello europeo quanto nei singoli Paesi, ciascuno dei quali contri- buisce con autonomia, valorizzando la propria specificità. In rappresentanza del PE insieme al collega Diaconu, re- latore del Provvedimento, abbiamo in- contrato anche tutte le altre Direzioni generali interessate, dalla Ricerca agli Esteri allo Sviluppo regionale, le reti europee, gli organismi internazionali come Unesco e Consiglio d’Europa e le reti europee delle associazioni culturali. Stiamo mantenendo alta l’attenzione sul budget che siamo riusciti a raddop- piare a 8 milioni di euro (4 provenienti da Europa Creativa e 4 da altri program- mi) e che consentirà di lanciare a set- tembre un bando europeo di dedicato di 5 milioni in Europa Creativa. A fron- te di questa vittoria mi preoccupano però i tagli annunciati dal Consiglio sul bilancio 2018 di 4,5 milioni per il sotto- programma Cultura. Con una mano si destina un budget dedicato e aggiun- tivo per l’Anno europeo del Patrimonio e con l’altra si taglia un programma di finanziamento già sottofinanziato. Non possiamo accettarlo se siamo consape- voli che la costruzione di valori comuni e di futuro condiviso per le nuove ge- nerazioni passa dalla dimensione cultu- rale ed educativa del progetto europeo. Per questo è necessaria una più visibile centralità delle politiche europee edu- cative, culturali e solidaristiche. Così, a 30 di Erasmus, ho chiesto anche di pro- porre, per la prossima programmazione pluriennale, almeno il raddoppio delle risorse che oggi consentono solo al 5 per cento dei giovani di partecipare. Il futuro dell’Europa si gioca anche su questo tipo di politiche. 8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 SILVIA COSTA presidente commissione cultura e istruzione silvia.costa@europarl.europa.eu
  • 9. IL MONITORAGGIO DEGLI INVESTIMENTI ESTERI NEL SUO DISCORSO JUNCKER HA PROPOSTO UN MECCANISMO PER IL MONITORAGGIO DEGLI INVESTIMENTI. SI TRATTA DI UNA FORMA DI TUTELA CHE DOBBIAMO AI NOSTRI LAVORATORI E AZIENDE, SOTTOPOSTI A UNA CONCORRENZA INSOSTENIBILE, E ALL’AMBIENTE, FERITO DA PRATICHE INDUSTRIALI SPREZZANTI. LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE PER NOI EURODEPUTATI PD È UNA GRANDE VITTORIA. La politica commerciale europea è divenuta negli anni una fonte di rinno- vato interesse da parte dei cittadini, an- che in virtù del fatto che la globalizza- zione, con diversi gradi d’intensità, si è imposta come spartiacque delle diverse concezioni politiche. Tutti i grandi scon- tri elettorali dell’ultimo anno, dagli USA alla Francia, hanno acuito le divisioni fra chi promuove una visione ultra liberale, da una parte, e, dall’altra, chi vede nella globalizzazione la radice di tutti i mali. L’Ue, da parte sua, ha sempre propo- sto un modello alternativo. La terza via europea al commercio prevede un mo- dello basato su valori e condizioni con- divise, un’apertura regolata. Tuttavia, in assenza di un sistema multilaterale forte, sfibrato dall’aggressività di Pechi- no e dall’isolazionismo americano, l’Ue fatica a imporre, all’interno dell’Orga- nizzazione Mondiale del Commercio, il concetto fondamentale di reciprocità. Da tempo insisto sulla necessità che questi due principi, apertura e reci- procità, viaggino legate: sosteniamo l’apertura, fondamentale per un Paese orientato alle esportazioni come il no- stro, ma solo se alle nostre aziende e ai nostri lavoratori viene riservato lo stes- so trattamento. Nel suo discorso sullo stato dell’Unio- ne, coraggioso, ambizioso e soprattut- to europeista, Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione, ha fi- nalmente annunciato piani concreti per condizionare l’accesso al mercato unico, ancora il più grande a livello glo- bale, alla reciprocità. Lo ribadiamo da molto: per commerciare con l’Europa, i nostri partner devono accettarne valori e standard. Da qui è originata la pro- posta, annunciata proprio ieri nel suo discorso, di un meccanismo per il mo- nitoraggio degli investimenti che, da una parte, serva da leva per eliminare la forte discriminazione imposta ai nostri investitori in Cina, e, dall’altra, ad evita- re acquisizioni, determinate da scelte di tipo geopolitico e non da dinamiche di mercato, che potrebbero causare im- poverimento tecnologico, minacce alla sicurezza e aumentare l’influenza di Pe- chino sui nostri governi, come successo in Grecia dopo l’acquisizione del porto del Pireo. Una forma di tutela che dobbiamo ai nostri lavoratori e aziende, sottoposti a una concorrenza insostenibile, e all’am- biente, ferito da pratiche industriali sprezzanti. La decisione della Commis- sione di presentare una proposta nor- mativa su questo tema è, per noi, una grande vittoria, dopo la quale tornere- mo al lavoro con ancora più determina- zione. Tanti i progetti che ci aspettano, prima di tutto i negoziati per un nuovo metodo di calcolo delle misure anti- dumping, argine ultimo per proteggere le nostre produzioni da una competi- zione sleale e ingiusta. 9NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 ALESSIA MOSCA coordinatrice commissione commercio internazionale alessia.mosca@europarl.europa.eu
  • 10. LA TRASPARENZA DELLE ISTITUZIONI COMUNITARIE I PARLAMENTARI RESPONSABILI DI UN DOSSIER LEGISLATIVO, E I PRESIDENTI DI COMMISSIONE INTERESSATI, DOVRANNO RENDERE PUBBLICO, ATTRAVERSO SUPPORTI INFORMATICI, L’ELENCO DI TUTTE LE RIUNIONI CON I PORTATORI D’INTERESSE, LE QUALI DOVRANNO ANCHE ESSERE INSCRITTE NEL REGISTRO DI TRASPARENZA. Grazie ad un lavoro lungo due anni del gruppo dei socialisti e democratici, che ha dovuto arginare da un lato le de- rive populiste di alcuni gruppi, e dall’al- tro le tendenze oscurantiste del partito popolare europeo e dei conservatori - contrari all’introduzione di norme che garantissero una maggiore trasparenza delle istituzioni europee - il Parlamento ha adottato un documento equilibrato sulla necessità di una maggiore traspa- renza, responsabilità ed integrità delle istituzioni europee. Va sottolineato che la Commissione europea e il Parlamento europeo sono un’amministrazione aperta, molto più trasparente ed accessibile di quelle che conosciamo nella maggior parte degli Stati Membri - i cittadini possono se- guire quasi tutte le riunioni delle com- missioni in streaming ed avere accesso a quasi tutti i documenti. Tutta via, per motivi diversi, la politica di Bruxelles e le istituzioni sono viste come troppo distanti e, secondo una rilevazione Eu- rostat del 2014, solo il 42% dei cittadini europei ha fiducia in queste istituzioni, mentre solo in 8 paesi su 20 le istituzio- ni europee sono percepite come più credibili in quelle nazionali. In questo quadro si iscrive la relazione adottata giovedì in Plenaria volta a rinforzare il concetto di un’Europa più vicina ai cittadini, in linea con il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato il giorno precedente dal Presidente della Com- missione. Il rapporto introduce un’importante strumento per raggiungere una mag- giore trasparenza nella legislazione europea: l’impronta legislativa. I parla- mentari responsabili di un dossier le- gislativo, e i Presidenti di Commissione interessati, dovranno rendere pubblico, attraverso supporti informatici, l’elenco di tutte le riunioni con i portatori d’in- teresse, le quali dovranno anche essere inscritte nel registro di trasparenza. In questo modo i cittadini potranno con- trollare chi e che portatori d’interesse incontra il deputato nel percorso che porta all’approvazione delle norme.. Lo stesso principio varrà poi anche per i Commissari e per il loro staff. Inoltre per evitare ulteriori incertezze sul non rispetto del conflitto d’interesse – come nel caso dell’ex presidente della Commissione europea Barroso in segui- to nominato presidente della filiale eu- ropea di Goldman Sacs- il Parlamento europeo ha chiesto che i Commissari non possano ricoprire una funzione lavorativa legata ad ambiti di interesse europeo per almeno tre anni successi- vamente al termine del loro mandato. Per quanto riguarda la trasparenza e l’accesso ai documenti, il Parlamento ha chiesto che tutti i documenti sugli ac- cordi commerciali vengano resi pubbli- ci. Inoltre, anche i documenti e verbali dei triloghi – che sarebbero le trattative a porte chiuse tra Parlamento, Consiglio e Commissione durante le quali si tenta di trovare accordi sulle proposte legisla- tive – dovrebbero essere resi accessibili per i cittadini e per i portatori d’interes- se, anche se già oggi se molte fasi della legislazione Ue sono più trasparenti di quelle degli Stati nazionali. 10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 MERCEDES BRESSO coordinatrice commissione sviluppo regionale e affari costituzionali mercedes.bresso@europarl.europa.eu
  • 11. LA VIA DI USCITA PACIFICA DALL’INCUBO NUCLEARE LA STORIA ANCHE RECENTE CI HA MOSTRATO CHE, UTILIZZANDO IL DIALOGO E LA COOPERAZIONE, SI POSSONO RAGGIUNGERE ANCHE RISULTATI PRIMA IMPENSABILI. PENSIAMO ALL’ACCORDO SUL NUCLEARE CON L’IRAN, CHE FINO A POCHI ANNI FA ERA L’ALTRA GRANDE MINACCIA PER LA SICUREZZA INTERNAZIONALE. Il Parlamento questa settimana ha di- scusso, di fronte all’Alto Rappresentan- te Federica Mogherini, della situazione in Corea del Nord. Dopo l’inquietante escalation nei toni delle minacce tra Pyongyang e Washington, e i numerosi test nucleari e lanci di missili, condotti in violazione delle Risoluzioni ONU sul tema, si fa pressante il lavoro per evi- tare il peggio e arrivare a una soluzio- ne diplomatica. Proprio all’inizio della settimana, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’u- nanimità una serie di nuove sanzioni, che l’Unione europea ha ulteriormen- te inasprito e che indeboliranno molto l’economia nordcoreana. Tuttavia, non sarà certo sufficiente a far desistere Kim Jong-Un dai suoi catastrofici proposi- ti, né è pensabile optare per un’azione militare, che avrebbe soltanto l’effetto di peggiorare la situazione e di mette- re in pericolo molte vite innocenti. Per questo, abbiamo comunicato al nostro Alto Rappresentante il nostro sostegno a lei e alla Comunità internazionale af- finché alle sanzioni si affianchi una de- cisa azione politica e diplomatica in cui, certamente, saranno in prima linea Sta- ti Uniti, Cina e Russia, ma in cui anche l’Unione europea può e deve giocare un ruolo da protagonista. La Corea del Nord si è ritirata ufficialmente dal Trat- tato di non proliferazione nucleare nel 2003, decidendo di dotarsi dell’arma e la comunità internazionale ha sottova- lutato il problema, ritenendo a lungo Pyongyang non in grado di costituire una reale minaccia. A 14 anni dal ritiro, l’obiettivo di giungere, nel lungo pe- riodo, a una totale denuclearizzazione della penisola coreana, adesso appare irrealistico, tuttavia la storia anche re- cente ci ha mostrato che, utilizzando il dialogo e la cooperazione, si posso- no raggiungere anche risultati prima impensabili. Pensiamo all’accordo sul nucleare con l’Iran, che fino a pochi anni fa era l’altra grande minaccia per la sicurezza internazionale. In quel caso, l’Europa è stata protagonista e modera- trice tra le parti. Così può essere anche in questo caso e noi sosteniamo Federi- ca Mogherini nel suo lavoro in tal senso. Quanto sta accadendo dimostra che la non proliferazione e il disarmo nucleare sono obiettivi non obsoleti, ma quanto mai attuali e cruciali. Pensiamo a cosa potrebbe accadere se si arrivasse a uno scontro diretto con gli Stati Uniti: le conseguenze per la regione asiatica e per il mondo intero sarebbero deva- stanti e occorre tutto il nostro impegno per evitare che ciò accada. 11NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 BRANDO BENIFEI membro commissione occupazione e affari sociali brando.benifei@europarl.europa.eu
  • 12. 12NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 11-14 settembre 2017 BRANDO BENIFEI membro commissione occupazione e affari sociali ROBERTO GUALTIERI presidente commissione affari economici e monetari NICOLA CAPUTO membro commissione agricoltura e sviluppo rurale PAOLO DE CASTRO coordinatore commissione agricoltura e sviluppo rurale PATRIZIA TOIA vicepresidente commissione industria, ricerca ed energia GOFFREDO MARIA BETTINI membro commissione affari esteri CECILE KASHETU KYENGE membrocommissionelibertàcivili, giustizia e affari interni CATERINA CHINNICI membrocommissionelibertàcivili, giustizia e affari interni PINA PICIERNO membro commissione bilanci ISABELLA DE MONTE membro commissione trasporti e turismo DANIELE VIOTTI membro commissione bilanci SIMONA BONAFE’ membrocommissioneambiente, sanità e sicurezza alimentare LUIGI MORGANO membro commissione cultura e istruzione SILVIA COSTA presidente commissione cultura e istruzione GIANNI PITTELLA presidente Gruppo S&D ENRICO GASBARRA membro commissione giuridica MERCEDES BRESSO coordinatricecommissionesviluppo regionale e affari costituzionali ALESSIA MOSCA membro commissione commercio internazionale ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale DAVID SASSOLI vicepresidente Parlamento europeo ELENA GENTILE membro commissione occupazione e affari sociali DAMIANO ZOFFOLI membrocommissioneambiente, sanità e sicurezza alimentare eurodeputatipd.eu RENATA BRIANO vicepresidente commissione pesca NICOLA DANTI coordinatore commissione mercato interno MICHELA GIUFFRIDA membro commissione sviluppo regionale