1. Pagina 16 Giugno 2018
Britalyca News Londra
Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni sociopolitiche Fondato ed edito da Carmine Gonnella (2005/2018)
III edizione N. 41 Giugno 2018
Britalyca News Londra
Calabritto & Dintorni
Notizie locali di opinioni, cultura e societa’. Fondatore Carmine Gonnella Londra Numero 41 Giugno 2018
Dall’ Italia e dall’ Estero
A cura di Giorgio Brignola
(pagina 4) VARIE pagina 15VIGNETTE Pagina 14
COMUNICATI
PALMERINI
Pagine 10/11
L’ ITALIA E’ UNA
DEMOCRAZIA MALATA ALLO STATO
TERMINALE E HA SOLO BISOGNO DI
CURE PALLIATIVE
IL POPULISMO RENDE IL POPOLO
INDIFFERENTE
Mai visto nella nostra breve storia repubbli-
cana di trovarmi al cospetto di cotanti dit-
taturicchi fai da te, e senza che il Capo dello
Stato “messagggi” (per dir poco) Scritto e
riscritto molte volte: “ Quando gli organi di
garanzie, non funzionano o sono indifferente,
e’ l’ inizio della fine della Democrazia. Da
oltre un ventennio l’ Italia e’ senza un mec-
canismo elettorale che “bilanci” il rapporto
diretto tra legislatore e il cittadino, ma che
ridia anzitutto sovranita’ assoluta al popolo.
Senza sovranita’ e un meccanismo elettorale
dove il cittadino e’ partecipe diretto della
scelta del suo rappresentante, non ci potra’
mai essere governabilita’, trasparenza e le-
galita’ politica .
In pochi anni si e’ passati da una democrazia
parlamentare, rappresentativa e partecipativa
ad un premierato . Francamete io ancora
faccio fatica a capito chi sia il Primo Ministro
del Triunvirato Conte/Salvini;DiMaio. In
questo momento, ognuno dei tre va per la
sua strada e manca ancora un governo che
affronti il fabbisogno del Paese. Un ministro
degl’ Interni che minacciare a destra e a
manca, immigrati l’ Europa, anche chi per
anni ha lottando contro la mafia. Mafia che
tra l’ altro e’ da molto che ha chiesto e gli e’
stato concesso l’ asilo politico
Al momento manca sopratutto un’’ equilibrio
tra il potere esecutivo e quello legislativo, il
legislatore fa ancora confusione tra l’ ammis-
trare e il legiferare. Mi chiedo e chiedo, se I
tre almeno abbiano mai letto l’ articolo 95,
sulla responsabilita’ diretta e indiretta del
Consiglio dei Ministri ? L’ onorabilita’ e la
disciplina politica e’ da un bel po’ che e’ an-
data a farsi benedire e chi ne subisce le con-
seguenze e’ il popolo che ogni giorno che
passa, diventa sempre piu’ “populista” e indif-
ferente. Di anomalie ne potrei elencare al-
meno una decina ma per favore, chiamatela
come volete ma non Democrazia; uccisa
appunto da chi doveva mantenerla viva!
METODO DEMOCRATICO
ELETTORALE, ANTIPOPULISTA
CITTADINARIE
Prima di consegnare le firme delle liste elet-
toarli alle autorita' competenti per la verifica,
sottoporre a sottoscrizione sia le liste dei
candidati sia i programmi legislativi elettorali
in ogni collegio. Vietare le candidature a
coloro che siano imputati o indagnati vuoi
civilmente vuoi penalmente.
UNIVERSALUM E CAMBIO CULTURALE E
GENERAZIONALE
Meta' collegi uninominali dove candidate i parla-
mentari uscenti e nell'altra meta' candidare i nuovi
e mai eletti con medoto proporzionale e due pref-
erenze. Meccanismo da applicare a tutte le tornate
elettorali.
ELEZIONI, UNA E SOLA CON LO STESSO ME-
TODO ELETTORALE
Istituzione del Election Day at week end (due
giorni) per politiche e amministrative
.
REFERENDUM
Ogni referendum da teneri nei sei mesi prima dell'
Election Day
ONORE E DISCIPLINA
Estendere la mozione di sfiducia a tutti i parla-
mentari e consiglieri della Repubblica
Qui Londra cont. a pagina 2
CULTURA & SOCIETA’
Nino Bellinvia
Pagine centrali
CRONACA Pagina 3
ECONOMIA
Pagina 7
ECONOMIA
MONDIALE
L’Angolino della
Poesia
Marynzia Panico Borrelli
PENZAMM’E E CCOSE BELLE
Primm'e durmì mmè facc'o punto dà jurnata e,
penzo a comm'è ghiuta!
Primm'e durmì, m'abbraccio ammore ca sta
vicin'a mme e penzo ca,
cheste song' aneme sincere ca,
nun fernesco mai d'amà!
So lloro ca mmè fanno vivere...so lloro ca mmè
fanno respirà!
Songo criatur'é vvero...ma songo 'o ffuturo 'e
chesta UMANITÀ!
Primm'e durmì 'e gguardo comme dormono...
'e veglio pe nun mè perder'o meglio!
Ll'accarezzo 'e rregn'e vvase e lloro,
se movene e surridono dint'o suonno, ma nun s'
accorgene ca io 'e sto vvasanne ...
e dint'a chillu silenzio, mmè parla ll'anema e
ppare ca dice..."chest'é 'a forza toja...tienele
nzerrate dint'o core...nun 'e lassà maje...pure si
muore!"
Primm'e durmì, mmè faccio semp'e croce e
penz'a ricchezza ca tocco tutt'e juorne...
che nne facite ll'or'e ll'argiento...
'e denare? E chello nun so niente!
Io tengo na ricchezza ca mmè fa vedè sempe
nuovi orizzonti
e, juorne ppè ghiuorno ringiovanisc'o core...e
llanema risorge!
'E ccriature crediteme...
songo ll'unica font'e bbene
Bambini protagonisti: le scuole di Calabritto con Amref per
l’integrazione didattica con gli scolari del Kenya
Una manifestazione intensa, in cui i bambini delle scuole di Calabritto sono stati gli assoluti protagonisti insieme alla dot-
toressa Francesca Gabrielli, responsabile nazionale del programma ‘A scuola con Amref’.
La manifestazione, che si e’ svolta il 7 giugno all’Istituto Comprensivo di Calabritto, rientra nei pre-eventi del Premio Internazionale
‘Una mano amica’ – Sesta edizione.
Amref e’ la principale organizzazione mondiale che si occupa di assistenza sanitaria in Africa. Tra i programmi della Ong anche il
sostegno agli scolari dei Paesi africani, in particolare del Kenya. La dottoressa Gabrielli ha illustrato cosa fa Amref per questi bam-
bini e gli scolari sono sembrati entuasisti.
Tra l’Istituto Comprensivo di Calabritto e Amref si sono gettate le basi per una collaborazione didattica futura.
Presenti all’evento i vertici dell’Istituto Comprensivo, con il dirigente Prof. Gerardo Vespucci, il collaboratore scolastisco del dirigente prof. Giustino Raimato, e il corpo docenti, il sindaco
di Calabritto Gelsomino Centanni, il parroco Don Alfonso Cardellicchio, il presidente della Pubblica Assistenza ‘Aurora’ Carmine Giannini, promotrice della manifestazione insieme al
periodico locale ‘Lu Bannaiuolu’.
A coordinare i lavori il giornalista Gelsomino Del Guercio, che e’ anche direttore de ‘Lu Bannaiuolu’.
L’evento si e’ concluso con gli scolari che hanno intonato la canzone ‘We are the world’ e la consegna dei libri sul terremoto del 1980 donati dall’Aurora.
Furto con effetti speciali, nella notte, in una banca di Calabritto, nella provincia di
Avellino, dove un gruppo di banditi è entrato in azione e ha fatto saltare lo spor-
tello del bancomat: il boato è stato forte e ha svegliato parecchi residenti della
zona. I malviventi, dopo la deflagrazione, sono fuggiti via con un bottino di 18mila
euro.
Risveglio duro, alle prime luci di questa mattina, intorno alle 4, per i residenti di via
Salvador Allende a Calabritto, nella provincia di Avellino: i cittadini sono stati sve-
gliati da un fortissimo boato. Quando qualcuno ha avuto il coraggio di scendere in
strada, c'erano detriti di ferro e plastica ovunque: lo sportello bancomat del Banco
di Credito Cooperativo dei Comuni Cilentani era infatti stato fatto esplodere. Im-
mediata la chiamata alle forze dell'ordine: in poco tempo, sul posto, sono arrivate
numerose volanti dei carabinieri; i banditi però, come riferito da alcuni testimoni,
erano già fuggiti a bordo di una berlina scura.
Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della compagnia di Montella, coordi-
nati dal comandante Rocco De Paola, insieme ai colleghi della stazione di
Calabritto: stando a quanto si apprende, i malviventi sarebbero fuggiti con un bottino di 18mila euro. I militari dell'Arma stanno ascoltando
le testimonianze dei residenti nella speranza di riuscire a carpire qualche elemento utile all'identificazione dei rapinatori. Al vaglio anche
le immagini delle telecamere di sorveglianza dell'istituto di credito, che potrebbero aver immortalato i banditi in azione.
Fanno esplodere lo sportello del bancomat: banditi in fuga con 18mila
LE GEGA RINGRAZIA CALABRITTO
Calabritto – Nei giorni scorsi ha
fatto discutere un post su face-
book di un cittadino di
Calabritto, con tanto di docu-
menti allegati, in cui si ac-
cusava l’amministrazione
comunale di rivolgersi ad attività
lontane da Calabritto e non a
quelle locali, per svolgere lavori,
nella fattispecie, relativi agli
automezzi di proprietà
comunale. Replica duramente
il sindaco Gelsomino Cen-
tanni: ”In riferimento ad un post
sgradevole pubblicato su Face-
book, alcuni giorni fa, di un gio-
vane di Calabritto riguardante lo
scarso guadagno del padre,
titolare di un’autofficina, occor-
rono da parte mia delle deluci-
dazioni in merito alla questione.
Da premettere che questo Ente
Calabritto – Il sindaco:
“falsità su facebook”
tende sempre a privilegiare il
lavoro di artigiani locali, escluso
quei casi in cui la normativa
prevede l’obbligo della revisione
e del collaudo dei mezzi
comunali (autocarro per la rac-
colta rifiuti e dei due scuolabus)
nei soli centri autorizzati, o ser-
virsi di elettrauti, non presenti
sul territorio comunale.
Dal 2016 ad oggi, le liquidazioni
a favore dell’Autofficina di
Castagno Giuseppe sono state
di euro 11.025,97 e tenendo
presente il numero esiguo dei
nostri automezzi, il guadagno
della sopracitata autofficina non
è da poco.
Per la trasparenza degli atti,
chiunque cittadino può consul-
tare gli atti completi presso gli
Uffici preposti del Comune oltre
che sull’albo pretorio on
line. Le polemiche non servono
a nulla, risultano essere solo
uno strumento di confusione e
allontanamento da obiettivi im-
portanti e più seri.
Da padre ma anche da docente
e Sindaco di questa Comunità,
mi preme fare una riflessione
importante sull’uso sconsid-
erato dei social network come
Facebook. Il mio vuole essere
soprattutto un monito a quei
padri e a quelle madri di
famiglia che anziché condan-
nare il linguaggio maleducato, i
commenti gravi e irriguardosi
nei confronti di chiunque, isti-
tuzioni comprese, preferiscono
condividerne i modi e gli insulti
con i “like”. E’ questo un
fenomeno vergognoso che non
fa altro che inasprire i rapporti
fra le persone della nostra
Comunità, che porta a divisioni
interne e soprattutto alla decre-
scita culturale. Pertanto, invito
tutti a ristabilire i confini della
buona educazione che a volte
vengono superati con una ec-
cessiva libertà sui social, anche
per evitare spiacevoli conse-
guenze da chi viene leso nella
propria integrità morale”.
Fonte: Irpinianews
I have always compared Italy to
a drifting boat, where everyone
knows how to save it, but no one
can row (cg)
L' unica alternativa per ridare
credibilita' e legalita' al mondo
sociopolitico italiano, e' quello di
abolire tutti i privilegi dei politici,
uno stipendio fisso come tutti i
lavoratori (LVA)
Mossa di Fico sui vitalizi: tagli
fino all’82,8%, stop per i condan-
nati. E arriva il tetto Massimo
Via all’iter della riforma: assegni da 4 mila
euro ridotti a 700. Il provvedimento a firma
5 Stelle dovrebbe far risparmiare 18 mili-
oni di euro
(Segue a pagina 15)San Fico di Casaleggio
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI….
La questione non e' e non e' mai stata l'
accoglienza del migrante, ma se l'
umanita' e' pronta per l' integrazione
della propria specie (cg)
Rossella Casini:
una ragazza di cui
nessuno voleva
parlare
Doriana Goracci
Ennio
Remondino
Sui vaccini tv irresponsa-
bile, in Rai il Virus della
stupidità pagina 5
Staff Staff leasing,
cos'è e perché Di
Maio vuole
eliminarlo pagina 7
MAROCCO E
DINTORNI
Luigi Palumbo
(InfoOggi.it)
Pagina 6
Il (non) Lavoro
Oltre 250mila italiani emigrano
all’estero, quasi quanti nel Dopoguerra
Pagina 9
IMPARARE L'ARTE
DEL MUSICAL?
Pagina 13
2. Pagine 15 Giugno 2018Paginea 2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca News Londra Britalyca News Londra
Autaforismo 5.0
Di Carmine Gonnella
Chi non ha figli, vede quello che i genitori
non vedono, o non vogliono vedere
Smettete di mettere i vostri figli sul
piedistallo, altrimenti ne farete dei perfetti
imbecilli , o peggio degl’ egoisti
I politici italiani sono come le nuvole, si
trasfornano in base al vento
Sono arrivato al punto, che se dovessi
incontrare un politico onesto ,
lo scambierei per un marziano
Il Populismo rende il Popolo indifferente
Lo so che sono pazzo, ma siamo arrivati al
punto che i ricchi non possono piu’
sfamare tutti i poveri del mondo e che
devono eliminare i piu’ deboli, ma
purtroppo il peggio deve ancora arrivare
L' Italia e' una democrazia malata allo
stato terminale e ha solo bisogno di cure
palliative
Per me chi ha governato ieri ha sbagliato,
chi governa oggi sbaglia e chi governera'
domani sbagliera'.
Quello di Caino fu il primo matrimonio
interrazziale
Il mondo si evolve grazia alle diversita', un
mondo di tutti eguali si era gia' estinto,
ancor prima di Adamo ed Eva
Io saro' sempre giustizionalista, perche'
nel bene o nel male la giustizia e'
amministrata nel nome del popolo ed e'
soggetta soltando alle leggi, mentre la
politica ha sempre governato
nell' interesse di alcuni e non
nell' esclusivo interesse della Nazione
Non ho nulla contro i razzisti, ma odio chi
odia le diversita’
Sono un’ eterno studente e continuero’ a
studiare fino all’ ultimo neurone
Far capire al politico italiano che il suo
lavoro e’ legiferare nell’ interesse del
Paese, e’ come lavare la testa all’ asino
In principio siamo tutti uguali, nei fatti,
ognuno pensa a se stesso
Il politico piu' sano, soffre di nostalgia
Anche il costituente era razzista,
altrimenti in Costituzione non avrebbe
messo l' eguaglianza tra le razze
come principio ma come diritto
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005
da una idea innovatrice di Carmine Gonnella
(G.B) . Siamo picccoli operatori dell’
informazione libera e gratuita. Analizziamo e
approfondiamo le tematiche sociopolitiche e
culturali scientemente con metodo imparziale.
Siamo online! .
Il format Pdf e’ stampabile
Il nostro motto:
INFORMAZIONE COME MEZZO DI
APPROFONDIMENTO E NON
INDOTTRINAMENO
Collaboratori Cronaca, Doriana Goracci (Italia)
Alle politiche in Italia e all’ Estero , il Comm.
Giorno Brignola (Italia) Cultura e Societa’
Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo
Palmerini (Italia) alla diffusion online , Mario
Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) e Luigi
Palumbo
Edito e pubblicato da Britalyca News
Londra, Sede: 32 Fletcher Close ,
Bromley , BR2 9JD. Kent
del quorum referendario fanno parte del
“Programma legislativo del Cambiamento”,
una volta I politici avrebbero detto “Governo
del Fare”, ma credo si tratti solo di un’ altro
neologismo politico a cui d’ ora in poi
dovremmo adeguarci!
Detto cio’,
ho detto e ripetuto piu’ volte, che se questo
governo dovesse entro un anno abolire il
quorum referendario , io mi scrivero' al
Movimento del cambiamento cinque volte
Per quell che riguarda invece i referendum
consultivi, vorrei ricordare che al momento e’
possible solo con una legge costituzionale,
come nel caso eccezionale de 1989 sul Par-
lamento europeo. Introdurre il referendum
consultivo in Costituzione non e’ un impresa
facile, troppi nodi da sciogliere. In primis. “
Chi dovrebbe indirli? Con quale frequenza?
Se non vincolanti, occorerebbe poi una legge
costituzionale, per applicarli? E saremmo
punto e a capo !
Consiglierei il Ministro dei Rapporti con il
parlamento e alla democrazia diretta, Ric-
cardo Fraccaro di mettersi subito al lavoro,
altrimenti sara’ solo un altro sogno nel
“Pacchetto"
Democrazia diretta significa farsi giudicare
dal Popolo
Ho letto accuratamente il “Contratto del Cam-
biamento” c’e’ di tutto e per tutti, comunque
solo ulteriore promesse dopo quelle elettorai.
La cosa principale che manca e’ “ La dignita’
umana” C’e’ l’ aiuto alle familgie italiane con
asili nido gratuiti,(speriamo per tutti I con-
tribuenti altrimenti sarebbe incostituzionale)
’il reddito di cittadinanza per tutti, (speriamo
anche per I non residenti regolari, altrimenti
anche qui qualcuno tirera’ fuori la Costituzi-
one) e c’e’ anche la flat tax, o meglio c’era in
campagna elettorale, nel contratto invece ci
sono due soli scaglioni; tutto cio’ toglie dalla
casse dello Stato e al benessere del Paese.
Eppure bastava una paga dignitosa (art.
Cost. 3) minima ma garantita, per dare un
spinta ai consuni e quindi al benessere di
tutti.. Anche se penso che una paga minima
garantita in Italia non sara’ mai realizzata,
troppe ci sono trope page minime e indispen-
sabile, una paga minina garantita diciamo di
otto euro all’ ora, porterebbe la disoccupazi-
one al 25% e I contadini, o meglio gli agricol-
tori del Sud,chiuderebbero barracca
A prescindere…
A stabilirlo e’ l’ articolo 10 della Costituzione
italiana ( e sottolineo italiana) :” Lo straniero,
al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo
nel territorio della Repubblica, secondo le
condizioni stabilite dalla legge.
E noi italiani dovremmo avere buona memo-
ria e invece pendiamodalle parole del legisla-
tore (si fa per dire) di turno. Se durante il
periodo fascista l’ Europa avesse chiuso i
confine, I casi Matteotti ce ne sarebbero stati
a migliaia e politici come Togliatti avrebbero
fatto la dine di Altonio Gramsci.
Detto cio’, chi scappa dale dittature ha diritto
di asilo nel nostro paese, a prescindere se
politici o economici. leggete bene: “Lo
straniero, al quale sia impedito nel suo paese
l'effettivo esercizio delle libertà democratiche
garantite dalla Costituzione italiana” e l’ Italia
non e’ una dittatura (o no?) Il “ Movimento
del Cambiamento” la finisca di riermpirsi la
bocca di Costituzione, perche’ “non sanno”
memmeno dove stia di casa ! Adesso che
Salvini & Co. hanno chouso I porti ai rifugiati,
come fanno a sapere che il 97% ( ripetuto
piu’ volte in campagna elettorale sia dalla
Lega sia dal M5S) scappa da Paesi che non
garantiscono libertà democratiche, come il
nostro ??? I rest my case !
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo
lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicu-
rare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e
dignitosa”
Questo non e’ uno dei principi fondamentali,
e’ invece un diritto di ogni cittadino che
svolge un attiva sociale, senza distinzioni di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali. Quel “lavoratore” sta per tutti ! Prima
del reddito di cittadinaza viene una paga
minima e garantita a tutti, quindi una
retribuzione sufficiente ad assicurare a se’ e
alla famiglia un’ esistenza, appunto libera e
dignitosa. Perche’ libera? Perche il lavoratore
non deve essere ricattato per il suo status
sociale o quant’ altro. La garanzia e Il diritto
ad una vita libera e dignititosa, dovrebbe
essere la priorita’ di ogni politico, ma
ultimamente il legislatore di turno legge la
Costituzione solo quando deve cambiare il
meccanismo elettorale o modicarla a proprio
uso e consumo. Vita libera e dignitosa
significa, anzitutto poter spendere un po’ di
piu’ e dare una spinta ai consumi
Ma siete sicuri diavere un governo?
Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige
la politica generale del Governo e ne è re-
sponsabile. Mantiene l’unità di indirizzo poli-
tico ed amministrativo, promovendo e coordi-
nando l'attività dei ministri.
Io non so ancora chi sia il Primo Ministro, ma
se lo sapessi una domandina ina ina gliela
farei volentieri.!
L’ articolo 95 e’ chiaro anche agli analfabeti
funzionali ( o no?) :” Il Presidente del Consig-
lio, mantiene l’unità di indirizzo politico ed
amministrativo, promovendo e coordinando
l'attività dei ministri.” A momento abbiamo un
vice-primo ministro Salvini che dice: “
Togliamo la scorta a Saviamo, l’ vice Di Maio
che dice il contrario. Un Salvini che dice: “
Dieci vaccini sono troppi” , Il ministro della
Salute Grillo dice: “ No, caro Salvini i vaccini
l i s t a b i l i s c e l a s c i e n z a ”
Avete capito bene ? Se non c’e coordian-
mendo tra i ministri non ci potra’ mai essere
produttivita’. In altre parole, se il Primo Minis-
tro non e’ in grado ( come pare stia avve-
nendo) di promuovere e cordinare l’ attivita
dei ministri, non c’ e’ governabilita’ . Se qual-
cuno ha visto o sa chi e’ il Primo Ministro,
questa domandina ina ina gliela faccia:” Min-
ster President, e’ vero che il suolo ruolo isti-
tuzionale e’ quello di dirigere la politica gen-
erale del Governo responsabilmente man-
tenendo l’unità di indirizzo politico ed ammin-
istrativo, promovendo e coordinando l'attività
dei ministri ? Il primo che gliela fa, vince una
vacanza a Londra, a Sue spese !
Altrimenti non solo sarebbe incostituzionale
(art. 3) ma tutti coloro precari e non che al
momento ( e ce sono molti) guadagnono
meno di 870 euro al mese applicherebbero
per il reddito di cittadinanza lavorando solo 8
la settimana e ci resteranno a vita, visto che
il mondo del lavoro non introdurebbe mai una
paga minima di 8 euro all' ora come in molte
nazioni europee.
In Democrazia non e' il fine che giustifica i mezzi, ma il mezzo che giustifica il fine,
Macchiavelli non viveva in una Democrazia
Di Maio si sta riempendo ancora una volta la
bocca di Costituzione e promette di nuovo l'
abolizone del quorum referendario, per piu'
democrazia diretta. Bene Bene Bene. Ma
quando ? Visto che lui e a fine secondo man-
dato, dovrebbe farlo entro l' anno 2019, in
modo che sia il popolo a giudicarlo. La de-
mocrazia diretta e' farsi giudicare dal Popolo
( con la p maiuscola non il popolino che l' ha
votato) Tutti sanno plagiare il popolino e
quello che i partiti a vicenda nel corso di
quasi 40 hanno fatto, da Craxi in poi, invi-
tando il Popolo al non voto referendario.
Molto probabilmente l' abolizione del quorum
diventera' un altro Ponte sullo Stretto, per le
complicazioni nell' appliclare la Costiuzione
italiana ( da non confondere)
“Chi adempie ai suoi doveri inderoga-
bili di solidarietà politica, economica e
sociale del Paese, e’ eguale davanti
alle legge” (art Cost 2/3 )
Questa frase nel Contratto del Gov-
erno del Cambiamento e’ incostituzi-
onale
18. POLITICHE PER LA FAMIGLIA E
NATALITÀ
È necessario rifinanziare gli Enti Locali
dando priorità al welfare familiare
(come ad esempio il sostegno per servizi
di asilo nido in forma gratuita
a favore delle famiglie italiane… A favore
delle famiglia italiane , e’ incostituzio-
anle .mi auguro sia solo un esempio …
Invece di abolire il quorum referen-
dario, che potrebbe veridicarsi un sui-
cidio per il legislatore e un arma letale
nelle mani del popolo e dell' opposizi-
oni, occorre mettere un tetto massimo
di emedamenti eguale per tutti ad ogni
articolo dei disegni di leggi " (autocit. )
Articolo 72
Ogni disegno di legge, presentato ad una
Camera è, secondo le norme del suo rego-
lamento, esaminato da una commissione e
poi dalla Camera stessa, che l'approva arti-
colo per articolo e con votazione finale.
Art. 64
Ciascuna Camera adotta il proprio regola-
mento a maggioranza assoluta dei suoi
componenti.
IL DIRITTO AD UNA VITA LIBERA E
DIGNITOSA
BERE ALLA FONTANA SBAGLIATA
NON FA BENE ALLA NAZIONE
GOVERNO DEI POCHI
Giugno 2018
L' unica alternativa per ridare credibilita' e legalita' al mondo
sociopolitico italiano, e' quello di abolire tutti i privilegi dei
politici, uno stipendio fisso come tutti i lavoratori (cg)
Mossa di Fico sui vitalizi: tagli fino
all’82,8%, stop per i condannati. E arriva
il tetto Massimo
Via all’iter della riforma: assegni da 4 mila euro ridotti a 700. Il
provvedimento a firma 5 Stelle dovrebbe far risparmiare 18 mili-
oni di euro
CULTURA
100 migranti morti al largo
della Libia. Recuperati i corpi
di tre bambini
Il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, ha con-
fermato che "circa 100" migranti sono "dati per dispersi" nel
naufragio di un "gommone" avvenuto "ad est di Tripoli".
enita. L'uomo ha riferito che
sulla barca c'erano "fra 120 e
125 migranti di differenti nazi-
onalità arabe (Yemen, Egitto,
Sudan, Marocco) e africane
(Ghana, Nigeria, Zambia)", si
afferma nella nota. A parte lo
yemenita, gli altri 15 sopravvis-
suti sono di "nazionalità afri-
cane".
I migranti erano "troppi" per la
possibilità dell'imbarcazione e
"sono scivolati all'indietro
quando si sono aperte crepe
nella parte anteriore dello
scafo" e "il motore è andato a
fuoco". Il naufragio è avvenuto
alle "4 del mattino".
Il salvataggio, compiuto da un
"gommone" della Guardia cost-
iera del "settore di Tripoli, re-
gione Al Hamidya", è avvenuto
"a 6-7 miglia a nord-est di Gasr
Garabulli" su segnalazione di
pescatori e i sopravvissuti sono
stati condotti alla base di
Hamidya alle 13, precisa an-
cora la nota.
Alla presenza dell'Oim e della
Mezzaluna rossa sono stati
consegnati all'Autorità per la
lotta all'immigrazione illegale di
Tagiura (Tripoli). L'Acnur ha
assistito i superstiti «aiuti
medici e umanitari».
Un altro tragico epilogo che va
ad aggiungersi agli altri.
L'Agenzia delle Nazioni Unite
per la migrazione (Oim)
dall'inizio dell'anno ha contato
già 1000 morti nel Mediterra-
neo, oltre 650 solo sulla rotta
tra Nordafrica e Italia.Intanto
l'Europa litiga sugli hotspot e
chiude i porti alle navi delle
ong.
Da: avvenire
L' INGOVERNABILITA' E' CAUSATA
ANCHE DALLA MISURA DEGLI
EMENDAMENTI PRESENTATI AD
OGNI DISEGNO LEGGE
ABROGAZIONE DEL QUORUM REF-
ERENDARIO DEL "PACCHETTO DEL
CAMBIAMENTO"
CHI SCAPPA DA UNA DITTATURA,
E’ UN RIFUGIATO POLITICO E HA
DIRITTO D’ ASILO
LA DIGNITA’ UMANA ANZITUTTO
Hanno atteso in acqua un'ora,
nuotando come potevano, as-
pettando soccorsi che non sono
arrivati. Sono morte così 100
persone, 70 uomini e 30 donne,
in un naufragio confermato
dalla Guardia costiera libica e
dall'Alto commissariato dell'Onu
per i rifugiati (Acnur), che in un
tweet si dice rattristato dalla
tragedia.
gommone che si è inabissato 6
chilometri al largo delle coste
libiche aveva circa 120 persone
a bordo. Solo 16 si sono sal-
vati. Al momento sono stati
ripescati i corpi di tre bambini
molto piccoli, all'incirca di un
anno.
"La pattuglia è arrivata dopo
il naufragio della barca", conferma
un post su Facebook della Guardia
costiera libica, che conferma l'an-
negamento di "più di 100 mi-
granti" ed escludendo quindi im-
plicitamente che vi siano altri so-
pravvissuti rispetto ai 16 già seg-
nalati.
Nel post in cui vengono forniti i
dettagli del naufragio, la
Guardia costiera sottolinea lo
"sforzo gigantesco" per salvare
i migranti malgrado "deboli ca-
pacità, la mancanza di motove-
dette e di pezzi di ricambio".
C'è inoltre un "problema
umano, giuridico e sanitario" a
causa di cadaveri che "restano
per giorni in alcuni basi della
Marina rappresentando un peri-
colo per il personale", si af-
ferma fra l'altro nella nota.
I piccoli annegati, che avevano
"meno di un anno" sono un
egiziano e due marocchini,
precisa inoltre il comunicato
della Guardia costiera libica
citando il sopravvissuto yem-
Vediamo se ho ben capito, cosa secondo
la nostra Costiruzione dovrebbe fare:
" Il Presidente del Consiglio dei ministri
dirige la politica generale del Governo e ne è
responsabile, mantenendo l’unità di indirizzo
politico ed amministrativo, promovendo e
coordinando l'attività dei ministri, che a loro
volta sono responsabili collegialmente degli
atti del Consiglio dei ministri, e individual-
mente degli atti dei loro dicasteri." Per i
meno adddetti ( con una D) e' l' articolo 95 ...
Quindi se un ministro e' poco responsabile
(per dirne una) il Primo Ministro n'e' respon-
sabile ! Anche quando scopre che il Ministro
degl' Interni e' un razzista ? Quando un' altro
offende (si fa per dire) la Costituzione,
violando il giuramento ? Oggi cosa ab-
biamo , un Primo Ministro razista, un Minis-
tro del Lavoro che per lavorare bene,
dovrebbe come minimo creare un milioni di
posti di lavoro con una minima paga garan-
tita, si parla di 8 euro all' allora, come avvi-
ene in tutte le democrazie moderne. Un Min-
istro dell Economia che se non inzia da ieri,
si trovera' nei peimi di luglio con il IVA che
gonfiera' i prezzi e fara incazzare nolti dei
suoi elettori. Un MInistro euroscettico ( per
essere generoso) agli Affari Europei ...Mi
fermo perche' non amo mettere il dito nella
piaga e bere alla Fontana " sbagliata
Mi riferisco alla parole del Ministro della
Famiglia: " Il leghista Fontana contro le
famiglie omosessuali: "Sono cattolico e un
bambino deve avere una mamma e un
papà". Poi avverte le donne: "Ora meno
aborti". E si...la storia si ripete.. Se il Parla-
mento italiano fra alcuni giorno vota la fidu-
cia a codesto " Nostro Signore", significa che
dopo oltre 70 anni di cosidetta Repubblica,
non ha ancora capito il libero mandato ed e'
ovvio che non sara' in grado di rappresen-
tare la Nazione
Il Capo dello Stato nomina il Primo Ministrio,
ma Giuseppe Conte e' stato nominato da
Matteo Salvini e Luigi di Maio che a loro
volta si sono autoincoronati suoi vici e
padroni. Io se fossi in voi non mi illuderei piu'
di tanto, perche' Giuseppe Conti e' (forse) l '
uomo giusto al posto di giusto, ma solo
quando il duo populista Salvini/Dimaio lo
vorra'. Il cambiamento? Meglio aspettare
Gogot (o se preferite tanto per stare sul
tema Europa) le calende greche …
Conte nel suo lungo discorso alle camere ,
dice:" Non saremo mai razzisti" Pero' nel
"Contratto" nelle " POLITICHE PER LA
FAMIGLIA E NATALITÀ" leggiamo...
È necessario rifinanziare gli Enti Locali
dando priorità al welfare familiare (come ad
esempio il sostegno per servizi di asilo nido
in forma gratuita a favore delle famiglie ital-
iane.
E gli immigrati regolari che (scusate il pastic-
cio di parole) pagano regolarmente le tasse
e adempiono ai loro doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale ???
Il referendum consultivo e la cancellazione
PERCHE' CHAMARLO ANCORA
ESECUTIVO, QUANDO SIAMO
ALLA PRESENZA DEL PRIMO TRI-
UNVIRATO POPULISTA NELLA
STORIA DELLA GIOVANE REPUB-
BLICA ITALIANA ?
IL CONTRATTO DEL CAMBIA-
MENTO E' RAZZISTA
DIRECT DEMOCRACY IS TO BE
JUDGED BY THE PEOPLE
PRIMA UNA PAGA MINIMA GARAN-
TITA CHE SUPERI LE 780 EURO
MENSILI E POI IL REDDITO DI CIT-
TADINANZA
Perche?
IL GOVERNO
VE LO IO IL CONTRATTO DEL
CAMBIAMENTO
Un taglio netto, fino all’82,8%,
di 1.295 vitalizi di ex deputati.
Arriva mercoledì alla Camera
(ma non si voterà in giornata) il
tanto annunciato provvedi-
mento a firma 5 Stelle, che
dovrebbe far risparmiare 18
milioni di euro (in attesa del
Senato) e che contiene impor-
tanti correttivi. Realizzati dopo
le osservazioni del collegio dei
Questori e dopo un’interlocuzi-
one tra l’ufficio di presidenza di
Roberto Fico e il presidente
dell’Inps Tito Boeri.
Un atto rivendicato con or-
goglio dal Movimento. Chie-
sto a gran voce da Luigi Di
Maio, scritto da Riccardo
Fraccaro e portato nell’ufficio
di presidenza da Fico, che ha
dovuto attendere la nomina dei
tre segretari d’Aula. Un prov-
vedimento che colpirà retroatti-
vamente molti parlamentari, il
cui vitalizio era stato calcolato
«pro rata» e ora invece verrà
ricalcolato secondo il metodo
contributivo. L’effettivo importo
dei contributi sarà fondamen-
tale, dunque, per determinare
l’entità del vitalizio.
Secondo i calcoli, la riduzi-
one più massiccia, dal 50
all’82,8%, riguarderebbe 11
titolari: non i big che hanno
fatto più legislature (e quindi
pagato più contributi) ma ex
parlamentari che sono stati
poco in Parlamento. In alcuni
casi, vitalizi di 4 mila euro
scenderanno drasticamente
fino a 6-700 euro. La riduzione
tra il 20 e il 50% riguarderebbe
786 titolari. Vengono poste due
clausole di salvaguardia. Verso
l’alto: con questo metodo 111
ex parlamentari, che nel rical-
colo ci avrebbero guadagnato,
non otterranno un euro in più.
E, verso il basso, per cui ci sarà
un limite minimo, probabilmente
tra i 600 e gli 800 euro. Si
risolverà anche la questione dei
vitalizi di reversibilità: le vedove
di lungo corso di ex parlamen-
tari non dovrebbero subire ef-
fetti negativi dalla riforma. E
verrà invece tolto il vitalizio a
tutti gli ex parlamentari condan-
nati in via definitiva.
Da oggi partiranno gli emenda-
menti e poi si arriverà a un
voto, presumibilmente posi-
tivo. Voteranno a favore, oltre
a Lega e M5S, anche Fratelli
d’Italia. Imbarazzo per Ettore
Rosato (un provvedimento
analogo fu presentato da Mat-
teo Richetti nella scorsa legisla-
tura), mentre Forza Italia de-
ciderà il da farsi. La vicepresi-
dente Mara Carfagna non è
ostile ai tagli e nella scorsa
legislatura uscì dall’Aula per
non votare contro quando si
discuteva il testo di Richetti.
Intanto all’ufficio di presi-
denza è passato un codicillo
ad personam: è stato abbas-
sato il requisito di anzianità, da
1 3 a 9 a n n i p e r i
«documentaristi», consentendo
il distacco dalla Camera al gov-
erno (con i ministri e premier
M5S) di Alessandra Molina e
Alessio Festa, che lavoravano
con Di Maio e Fraccaro.
3. Pagine 3 CRONACA Doriana GoracciPaginea 14 Vignette Britalyca News Londra Britalyca News Londra
Quanto troverete su Rossella Casini, è
frutto di stralci dalla Rete che citerò alla
fine.Ne scrivo anche per chi rimane su
questa terra, per chi lotta per avere
giustizia.
E s i s t e u n a s u a f o t o ,
unica... recuperata dal libretto universi-
tario, di lei studentessa 19enne, uccisa
dalla 'ndrangheta per aver collaborato
con la giustizia, grazie ad Andrea Bi-
galli, coordinatore regionale dell'associ-
azione Libera-Toscana e a Francesca
Chirico, giornalista calabrese che alla
giovane Rossella ha dedicato nel 2013
un suo libro dal titolo “Donne ribelli in
terra di 'ndrangheta”: "Gli individui si
riconoscono, anche nella loro dignità
personale, nei tratti somatici della fac-
cia, che è elemento distintivo di ogni
persona da un'altra”.
A Scandicci le hanno dedicato l'istituto
comprensivo "Rossella Casini". A
Palmi dal 2013 si aspetta la posa di
una targa per dedicarle una strada.
Doriana Goracci
Dal Corriere della Calabria:
Era il 22 febbraio 1981 quando una
giovane studentessa di Firenze,
Rossella Casini, chiamò suo padre per
l'ultima volta. Si trovava a Palmi. «Sto
rientrando», gli disse inconsapevole
che stava, invece, per incontrare i suoi
carnefici e affrontare il suo martirio: è
stata uccisa, fatta a pezzi e gettata in
mare. È morta per amore, Rossella. In
anni in cui la parola mafia nessuno
osava nemmeno mormorarla, lei
aveva convinto il suo fidanzato, Fran-
cesco Frisina, a rompere il silenzio e a
svelare la lunga scia di sangue che
aveva toccato anche la sua famiglia
nella faida tra le cosche Gallico-Frisina
e Parrello-Condello.
Se non le avessero rubato il futuro, se
35 anni fa - il 22 febbraio 1981 - non
l'avessero rapita, violentata, fatta a
pezzi e gettata nella tonnara di Palmi,
Rossella Casini avrebbe compiuto 60
anni il 29 maggio prossimo. Impossi-
bile immaginarlo guardando la sua
unica foto, recuperata da Libera nel
libretto universitario di 40 anni fa. Un
viso fresco, bellissimo e triste da
Madonna rinascimentale. Oggi
Rossella non sarebbe più così grazi-
osa ma forse avrebbe dei figli e dei
nipoti e farebbe la psicologa a Firenze.
Avrebbe vissuto una vita fatta di gioie
e dolori "normali", se non avesse avuto
la sventura di innamorarsi di uno studente
universitario di Palmi, Francesco Frisina,
e di finire stritolata in una feroce faida di
'ndrangheta, fra le due cosche contrap-
poste dei Gallico - Frisina e dei Condello -
Porpiglia. Il suo omicidio - ha scritto la
corte di assise di Palmi - è forse l'episodio
più turpe di quella guerra di mafia. Una
guerra nella quale il bene non ha trion-
fato. Rossella è scomparsa per sempre.
Il suo fidanzato è divenuto, secondo le
accuse, un riciclatore di beni mafiosi. La
cognata Concetta, descritta dai giudici
come intrisa della cultura mafiosa della
dissimulazione e dell'omertà, accusata di
aver ordinato la morte di Rossella e as-
solta con la formula del dubbio, insegna
Italiano, Storia, Educazione civica e Costi-
tuzione nell'istituto comprensivo statale
De Zerbi - Milone di Palmi. Suo marito
Giuseppe è stato più volte processato,
suo figlio Alessandro è accusato con lo
zio Francesco di investimenti mafiosi a
Roma.
Il corpo di Rossella non è mai stato ri-
trovato. Non c'è una tomba per piangerla.
I suoi anziani genitori sono morti di
dolore, senza avere giustizia. Nonostante
l'impegno di alcuni magistrati e di qualche
investigatore, lo Stato si è rivelato lontano
e impotente.
Non sapeva nulla della 'ndrangheta
Rossella, studentessa di Psicologia
all'università di Firenze, figlia unica di un
operaio in pensione della Fiat e di una
casalinga. Nel 1978 conosce Francesco
Frisina che studiava Economia. Un amore
grande, importante, i due ragazzi si fidan-
zano ufficialmente, i genitori si cono-
scono. Tutto sembra scorrere felicemente
per quell'appassionata ragazza dagli oc-
chi chiari. Fino al quattro luglio del 1979,
quando Domenico Frisina, padre del suo
fidanzato, viene ucciso in un agguato da
due sconosciuti. È così che Rossella, che
in quei giorni era a Palmi, viene catapul-
tata nel gorgo delle faide di 'ndrangheta.
Giugno 2018 Giugno 2018
Ma lei non scappa, resta accanto a
Francesco fino a quando anche lui, a
dicembre dello stesso anno, viene col-
pito alla testa nel corso di un'imboscata
e scampa alla morte per miracolo. È
Rossella che lo fa trasferire a Firenze,
in una clinica neurochirurgica, lo as-
siste e durante la convalescenza lo
convince a parlare coi magistrati, a
rompere il muro d'omertà che circonda
gli affari della sua famiglia. Anche lei
racconta quello che sa. Quello che ha
visto e che ha intuito lo riferisce al sos-
tituto procuratore di Firenze Francesco
Fleury. L'indagine venne poi trasmessa
a Palmi. Il 22 febbraio del 1980 Pino
Mazzullo, cognato di Francesco, marito
di sua sorella Concetta, viene intercet-
tato mentre dice: «Ci ha inguaiato
tutti». Quello che è avvenuto è un
fatto gravissimo al quale rimediare al
più presto. La famiglia convince bene
presto Francesco a ritrattare, cosa che
costerà il carcere a lui e a suo cognato.
Rossella, sempre innamorata, sempre
vicina al suo Francesco, continua a
viaggiare tra Firenze e Palmi. A pochi
giorni dal processo scende in Calabria
per parlare con un giudice. È il febbraio
1981. «Sto rientrando», dice a suo pa-
dre, Loreto Casini.
Una storia familiare tragica che costa la
vita alla madre di Rossella, morta qual-
che anno dopo la sua scomparsa per il
troppo dolore provato per la perdita
della sua unica figlia. Il papà Loreto
non si da pace, cercando insistente-
mente la figlia. Fino a quando, il 22
luglio 1994, legge sul giornale:
“Rossella ragazza antimafia tutta da
sola da Firenze volle affrontare cosa
nostra. Allora la fecero a pezzi”. Solo
dopo 13 anni, il silenzio sulla sparizi-
one di Rossella viene interrotto dalle
rivelazioni di 3 collaboratori di giustizia.
Una verità emersa brutalmente, come
se nessuno potesse prendersi la briga
di avvisare quel padre che rischia di
impazzire e la sua famiglia.
Rossella Casini: una ragazza di cui nessuno voleva
parlare
Una scia di delitti di sangue attraversa da
mesi il Regno Unito A Londra nei giorni
scorsi un uomo di 28 anni é rimasto coin-
volto in un aggressione con un’arma da
taglio Il conto delle giovani vittime londinesi
sale a sessanta nei primi cinque mesi
dell’anno, ben 37.000 in tutto il Paese,
con una crescita del 21% rispetto al
2017. Nessuna zona della Capitale ne é
immune: il fenomeno spazia da Camden
– zona nord – a Streatham, sud-est, pas-
sando per Hackney – subborgo talvolta
problematico del quadrante est. In parti-
colare l’ultimo omicidio riveste maggiore
preoccupazione per l’età adulta della
vittima e in quanto avvenuto in pieno
giorno in una delle strade più affollate di
Islington, elegante quartiere di Londra.
Preoccupa inoltre la dinamica, che non
ricalca quella dei precedenti delitti: un
contesto socio-economico degradato,
vittime giovani, appartenenti ad opposte
fazioni, che si affrontano per il controllo
di una porzione della cittá in una faida
ribattezzata post code war. La guerra
del codice postale presuppone un ac-
cordo tra gang per il controllo del territo-
rio per cui chi sconfina mette a rischio la
propria incolumità. Il motivo é presto
detto: questi teenager sono mano-
valanza per la criminalitá organizzata,
che opera nello spaccio di cocaina – un
business da 11 miliardi di sterline l’anno
e si spartisce le aree di influenza per lo
smercio. Di fronte ad una tale recru-
descenza criminale alcune pro-
poste sono state avanzate per arginare
il fenomeno: viene invocata una norma-
tiva più severa che vieti di portare in-
dosso armi da taglio, comminando pene
detentive commisurate alle dimensioni
dell’arma (un anno per ogni pollice di lung-
hezza del coltello).
Evidentemente la legge in vigore, che già
punisce con la reclusione fino a quattro anni,
non costituisce un deterrente efficace1
. Si
sono inoltre intensificate le operazioni stop
and search da parte della Metropolitan Po-
lice, con perquisizioni a campione di soggetti
considerati più permeabili al fenomeno. Dopo
anni di riduzione dell’organico della polizia
locale, questo provvedimento appare inade-
guato alle dimensioni del problema, con il
concreto rischio di incrinare il rapporto fiduci-
ario cittadino-forze dell’ordine2
. Una attività di
sola repressione a cui non si accompagnino
politiche di inclusione sociale e di supporto
familiare appare di dubbia efficacia. Occorre
sottrarre i giovani dalle lusinghe di un
guadagno facile e cospicuo ancorché rischi-
oso.
Per poter far ciò occorre offrire un’alternativa
credibile al degrado in cui questi ragazzi
vivono: viene da domandarsi se il Governo
Britannico ne abbia l’intenzione e soprattutto
le risorse, visto il contesto di incertezza cres-
cente che si va sviluppando a causa
della BREXIT.
DELITTI ALL’ARMA BIANCA: LONDRA, E ORA?
CRONACA
Alex F Romeo
4. Pagine 13Pagina 4 Britalyca News Londra Britalyca News Londra
Dall’ Italia e
dall’ Estero
A cura di Giorgio
Brignola
Quest’estate in vacanza potrai già far
sfoggio dei passi di ballo più alla
moda. A luglio infatti, presso la scuola
di danza Danzerò di Prato, la più
grande della città, con oltre 650 MQ di
superficie interamente climatizzata,
sarà possibile imparare a ballare o
perfezionare lo stile che già hai im-
parato. Potrai ballare Salsa,
Bachata, Kizomba, Tango argen-
tino, Hip hop, Latin hustle e Danza
del ventre. Potrai avvicinarti anche
all’arte del Musical (Canto e danza).
Maestri qualificati di livello nazionale
ed internazionale, ti seguiranno dai
primi passi, fino a sviluppare la ca-
pacità di ballare fin da subito. La
scuola di Prato, diretta dal maestro
Claudio Martinelli, vi aspetta per of-
frirvi il massimo in quanto a qualità e
confort. Per info e prenotazioni con-
tatta i numeri 338 27 38 940 - 0574
636 007 oppure cerca Danzeró
scuola di danza on line.
In forma con la danza
Il fitness che va di moda ruba
ritmi e movimenti alla danza.
Allora perché non rimettersi in
forma semplicemente… bal-
lando? Abbiamo in-
tervistato Claudio Martinelli,
ballerino e coreografo di balli
caraibici e di Modern jazz e Pre-
sidente e Direttore della
scuola Danzerò di Prato, per
capire quali sono le discipline di
tendenza e i benefici che apporta
la danza.
Claudio, quali sono le no-
vità della prossima sta-
gione?
Parlare di novità è abbastanza
difficile, anche se da qualche
anno in Italia spopola
la Kizomba. Si tratta di un ballo
di origine angolana che sta
avendo grande successo. Hanno
sempre un buon riscontro la
Salsa, la Bachata e il Raggaeton,
così come anche il tango argen-
tino e la danza del ventre, anche
se sono meno diffusi. Tra i più
giovani continuano a destare
molta attenzione la danza
classica e l’hip hop.
Ci sono tipologie di danza
più adatte a determinate
persone e sconsigliate per
altre?
Per quanto riguarda il ballo so-
ciale non ci sono tipologie più o
meno adatte, per quanto
riguarda, invece, la danza spor-
tiva o da show occorrono carat-
teristiche fisiche e mentali di-
verse. Tutti possono approcciarsi
al mondo del ballo e, se seguiti
nel modo giusto, possono ot-
tenere ottimi risultati.
Che benefici apporta la
danza?
I maggiori benefici che si
traggono dalla pratica del
ballo e della danza sono sen-
z’altro legati alla socializ-
zazione, alla conoscenza di
sé e all’equilibrio. Il valore
aggiunto del ballo, che Curt
Sahs definiva l’arte più com-
pleta in quanto si sviluppa
nel tempo e nello spazio, è
anche il fatto che oltre alla
disciplina fisica implica l’as-
colto e la comprensione
della musica.
Che consiglio può dare
agli aspiranti ballerini?
Consiglio a chiunque si approcci
a questo mondo di farlo con una
scuola di ballo seria e struttu-
rata, evitando quelle che sono le
offerte da “villaggio turistico”. Il
ballo è divertimento soltanto at-
traverso lo studio: anche se
blando e basilare, serve per ot-
tenere risultati che durano nel
tempo. Ai giovani che vogliono
fare un percorso più impegnativo
o addirittura professionale con-
siglio massima dedizione e mas-
simo impegno, necessari per
crearsi un mestiere che è tanto
bello quanto duro.
Di Sonia Russo
A TU PER TU CON CLAUDIO MARTINELLI: HAI VOGLIA DI BALLARE?
IMPARARE L'ARTE DEL MUSICAL? SE VUOI ... PUOI ...
differenze ci sono e l’Italia è il Paese
più esposto ai trasferimenti che,
attraversi il Mediterraneo, interessano
le coste della Penisola.
Ci sono, perciò, delle realtà che non è
possibile trascurare e che, a ben
riflettere, non dovrebbero essere
confuse con le correlate posizioni
politiche che continuano a “svilupparsi”
nel Bel Paese in materia. L’Asilo è un
diritto che, però, ha da essere
disciplinato da norme socio/umanitarie
internazionali.
L’Italia non può essere un
“contenitore” di gente che ha bisogno
di tutto. Il carico umanitario ha da
essere internazionale. Soprattutto a
livello UE. Il Parlamento Europeo è
nelle condizioni per proporre una serie
di normative che consentano ai
Migranti una sistemazione, temporanea
o definitiva, nel Vecchio Continente. La
nostra Penisola non ha i requisiti per
essere porto finale per un’Umanità che
ha bisogno di tutto e che, ora, si trova
in un Paese che può offrire ben poco
anche ai suoi cittadini. A questo livello,
ogni polemica è denaturata dal suo
significato.
Ci sono, per di più, delle regole non
scritte che, tuttavia, dovrebbero essere
dettate dal buon senso. Quello che,
secondo noi, sembra essere carente.
Dati sono chiari. Il 2018 terminerà con
una percentuale di disoccupazione non
inferiore all’8%. Anche nel primo
trimestre del prossimo anno, il valore
non scenderà in modo efficace.
Vedremo se il nuovo Governo saprà
ridare fiducia alla produttività
nazionale.
In sostanza, dietro alla percentuale che
abbiamo segnalato ci sono tanti
d’italiani che non hanno un lavoro o,
peggio, che l’hanno perduto. Si scrive,
ma non sempre a ragione, che la
"colpa” è della crisi economica che ha
coinvolto il nostro Paese. Anche se non
è il solo dell’area Mediterranea.
Giacché”mal comune non è mezzo
gaudio”, andiamo a riscontrare il livello
della disoccupazione nel Bel Paese. I
limiti d’età restano, però, una variabile
che ha da essere considerata con
attenzione.
Da noi l’occupazione ufficiale non è
stata mai piena. La percentuale dei
senza lavoro ci ha sempre
accompagnato. Prima della Crisi
(2008/2014), i senza lavoro erano il
6,8% della forza occupazionale nella
Penisola. Poi, la percentuale è
aumentata. In questo 2018, non è
prevedibile un suo calo espressivo.
Come a scrivere che, in ogni caso, la
percentuale resterà ancora con effetti
negativi sulla vita di parecchie famiglie
italiane che, con molto pudore, tentato
di tirare avanti senza indebitarsi più di
tanto.
Nonostante il “progetto lavoro, ” della
compagine Di Maio/Salvini, la
situazione resta complessa per la
mancanza di fiducia negli investimenti
nazionali. Il mercato dell’occupazione
ha risentito delle situazioni politiche.
Per investire in produttività è
indispensabile avere una qualche
certezza d’utilità. Invece, non solo si
sono perduti posti di lavoro, ma anche
strutture che potevano fornirli.
In questo sistema tutto da rivedere, ci
sono responsabilità recenti, ma anche
remote. La politica ha avuto la sua parte
e i Governi che si sono succeduti hanno
fatto il resto. In economia non ci sono
vie di mezzo. I compromessi, che
possono essere utili in politica, nulla
possono sul fronte del lavoro. Lo
abbiamo notato da subito. In sette anni,
l’indice occupazionale è,
progressivamente, calato. Ora sembra
stabilizzato. Il che non significa ancora
nulla se la percentuale di chi non ha
lavoro resta sempre sopra la media UE.
D’illusioni non ce ne facciamo e non
siamo intenzionati a prospettarle. Meglio
essere realistici. A nostro avviso, non
sarà l’attuale Esecutivo, e questo
Parlamento, ad allontanare l’Italia dalla
crisi occupazionale.
Abbiamo cercato di determinare la
posizione di chi, italiano per
cittadinanza, vive oltre confine. Un’idea
per mantenere una sorta di contatto
internazionale su i fatti di casa nostra. In
sostanza, abbiamo cercato di monitorare
il comportamento della nostra numerosa
Comunità nel mondo. Provando anche
d’interpretarne gli intenti.
n oltre mezzo secolo, siamo stati
partecipi dei mutamenti che si sono
succeduti nella Penisola. Abbiamo
assistito al progressivo calo della prima
Generazione di Migranti, siamo stati
osservatori della nascita della seconda e
della terza. Quest’ultima tutta nata
all’estero; pur mantenendo la nostra
cittadinanza. Quella che, ora,
rappresenta la vera protagonista
dell’italianità “altrove”. E’ composta di
uomini e donne che hanno completato il
loro ciclo formativo secondo le tradizioni
del Paese ospite e sempre meno in linea
con quelle italiane. In quest’ultimo
ventennio, di fatto, i Connazionali
all’estero stanno vivendo una fase di
complesso mutamento.
Abbiamo rilevato, tra l’altro, che sta
estinguendosi un certo modo di vivere
l’italianità. La realtà che desta interesse
è quella del Paese dove si vive e la
percezione d’unità d’intenti è sempre più
protesa verso quest’ultimo. Soprattutto è
venuto meno lo spirito d’appartenenza
delle precedenti Generazioni.
L’ultima preferisce essere spettatrice
anziché protagonista dei fatti che
succedono in Italia. Parimenti la stampa
diretta agli italiani all’estero ha risentito
di quest’innegabile realtà. Se, infatti, si
osserva la situazione dell’informazione
diretta alle Comunità nazionali oltre
confine, lo “scollamento” è palese.
Del resto, quest’ultima Generazione ha
accettato differenti percorsi
d’informazione e nuove convinzioni sui
problemi di una “Patria” lontana; non
solo geograficamente. Ci siamo pure
chiesti se avesse ancora senso
un’informazione di ritorno per la nostra
Comunità nel mondo. Abbiamo ritenuto
di sì. Anche se la realtà dei Paesi ospiti,
e la logica volontà d’integrazione, non
possono essere trascurate. Esse
possono coesistere, però, con i
sentimenti di quell’italianità, di là dalle
Generazioni, con i quali ci siamo
raffrontati in tanti anni d’impegno
pubblicistico.
Dopo il recente varo di un Esecutivo
“politico”, il Prodotto Interno Lordo (PIL)
s’è attestato sopra il +1,7%.
Ma la nostra economia sembra
evidenziare sintomi che, in ogni caso,
non sono da interpretare solo
positivamente. Anche perché il piano di
stabilità governativo per il corrente
anno è ancora tutto da conoscere.
La questione è palese: quando
un’autovettura (la nostra economia) è
in discesa libera, se si tenta di frenarne
il percorso, la “sbandata” è inevitabile.
E’ successo anche da noi. Nonostante
le assicurazioni del Contratto di
Governo Di Maio/Salvini. Un’economia
che “sbanda” è, a nostro avviso, assai
meno controllabile di una in discesa;
anche se frenata.
Tant’è che il PIL, pur se in positivo, la
dice lunga sulle prospettive di ripresa
che vediamo ancora tutte in salita. In
economia, come in fisica, affrontare
una”salita”, senza poter controllarne il
moto, si rischia di tornare indietro e con
effetti più devastanti di quanto si
potrebbe ipotizzare. La china è
pericolosa e l’Italia è in una posizione
“borderline.” Con tutte le possibili
conseguenze. Quando eventi
economici convivono in una situazione
di degrado, non ci sono rimedi sovrani
per evitare guai peggiori.
La volontà nazionale, che ci appare
non univoca, resta uno dei problemi
che l’Esecutivo dovrà portare il
Parlamento, in tempi brevi, per tentare
di dare concretezza a sviluppi politici
che consentano una “frenata” graduale
alla nostra cascata economica. A parer
nostro, non ci sono cure miracolose, né
compromessi articolati, per uscirne in
tempi contenuti. Il Capo dell’Esecutivo,
ufficialmente “indipendente”, punta su
una governabilità almeno sino alla fine
del 2018. I timori di un “gap”non sono
atavici; ma ci sono.
E’ superfluo, se non controproducente,
negarlo. La”crisi” d’Italia non è da
minimizzare. Proprio per evitare
equivoci che potrebbero scompigliare i
ruoli di chi s’è assunto l’onere di
governare un Paese che non è ancora
riuscito a individuare la sua solidità
economica.
LA CRISI DEL LAVORO
Giugno 2018Giugno 2018
IL CONTENITORE
I risultati elettorali sono già storia di
ieri. Li abbiamo appresi senza
particolare entusiasmo; ma con una
sorta di stato d’animo che ci ha invitato
alla riflessione. Dato, di fatto, che
estendiamo ai Lettori che seguono i
nostri interventi su questo foglio
internazionale.
Non scriveremo di ”vittoria” del
Centro/Destra. Invece, porremo la
nostra attenzione sugli eventi politici di
questo 2018 nato in un clima
d’incertezza. Dato che il meccanismo
di formazione del nostro Potere
Legislativo è stato modificato dal
”Rosatellum”, resta da concentrare
l’attenzione sulla reazione di chi si era
schierato sul risaltato, poi, vincente
dell’abbinata Di Maio/Salvini. Nessun
anatema per i perdenti. Il voto ha solo
dimostrato che è stato stimato meglio
un futuro con un sistema, pur con tutte
le sue pecche, che dovrà essere
“rodato” nel tempo. Gli elettori hanno
preferito, avvantaggiare nuovi
“esperimenti” dei quali non possiamo
prevedere, a prioni, i reali sviluppi.
Il 2018 sarà ricordato, tra l’altro, come
l’anno della chiamata al Colle di due
Presidenti del Consiglio incaricati. Ha
avuto la meglio un Esecutivo “politico”
con un Primo Ministro “indipendente”.
Pur con i nostri, tanti, dubbi,
rispettiamo la scelta. Questa volta,
forse per la prima volta, s’è votato sui
contenuti di programma, senza tener
conto delle posizioni dei Partiti che
escono dalla consultazione nello
stesso modo col quale sono entrati.
Insomma, l’epopea dei “Centro/
Sinistra” sembra finita.
Il momento per recuperare il terreno
perduto ora non c’è più. Ma la parte
più complessa dello spirito della nuova
politica è ancora tutto da inquadrare
per renderlo, in seguito, operativo. Le
polemiche di quasi tre mesi di “buio”
governativo sembrano passati. Ha
vinto la Democrazia. Punto è basta.
Nel vocabolario della lingua italiana al
termine “Emigrazione”si legge: “flusso
di genti da un luogo a un altro”. Lo
stesso temine può individuare anche
uno spostamento di cittadini all’interno
del loro Paese. Ma questo non è il
nostro caso.
Il termine, quindi, resta una
definizione che racchiude, oggi come
ieri, drammi umani non sempre solo
correlati alla ricerca di un lavoro. Dati i
tempi, preferiamo scrivere di
Migrazioni. Distinguendo, se del caso,
le “Emigrazioni” dalle “Immigrazioni”.
Anche se i risultati finali cambiano di
poco.
In quest’ultimo decennio, l’Italia è terra
d’“esodo”. Il significato, tuttavia, si
allontana dai termini che abbiamo
esposto in apertura. L’Esodo è
correlato alle guerre, ai genocidi al
prevalere di una Fede su di un’altra.
Insomma, senza tanti preamboli, le
SEGNALE FORTE
LA FRENATA
GENERAZIONI
LA RICONOSCENZA
Con gli anni, ci siamo resi conto che i
Lettori che ci seguono dall’estero valutano
il nostro modo d’esporre i fatti. Con la
concretezza che abbiamo fatto nostra dal
1963. Cioè da quando abbiamo iniziato a
scrivere per i Connazionali all’estero.
La nostra firma, di conseguenza, era già
nota anche per molti Lettori di questo
periodico internazionale che trova sostegno
e vitalità dalla capacità del nostro Direttore
Responsabile e Editore Carmine Gonnella. Il
nostro incontro, con gli ideali che ci
accomunano, ha consentito di rafforzare lo
spirito d’appartenenza a un’italianità mai
trascurata. Ieri, come oggi.
Sono trascorsi quasi cinquantacinque anni
dal nostro esordio giornalistico. A venti
anni, tutto si mostrava raggiungibile e le
speranze concretabili. Poi, la realtà ci ha
insegnato che la “vita” è assai più
complessa. C’è, però, chi s’è ricordato del
nostro percorso informativo e ci ha inviato
messaggi d’auguri, con l’auspicio che il
nostro impegno continui per la strada che
abbiamo percorso per oltre mezzo secolo.
Non potendolo fare personalmente,
prendiamo atto della gratitudine e
auspichiamo d’essere ancora al nostro
posto quando i Connazionali all’estero,
finalmente, avranno ottenuto una più
concreta rappresentatività in Patria. “La
Voce Alternativa” sarà continuamente dalla
loro parte.
5. Pagine 12Paginea 5 Britalyca News Londra Britalyca News Londra
Più che televisione spazzatura
(anche quella è), siamo alla tv de-
menzial-criminale, tutto il onda pur
di fare spettacolo. Ed ecco lo
‘Sgarbi anti vaccini’, il ragionier
Gabriele Ansaloni, nome d’arte Red
Ronnie, di professione intrattenitore
televisivo, Dj, che viene lasciato
libero di disinformare sulle vaccina-
zioni ai bambini, come se fosse una
questione di opinioni e non di medi-
cina e scienza. E la provocazione
cercata dal conduttore Nicola Porro,
puntualmente arriva: «è demenziale
vaccinare i bambini», pontifica
Ansaloni.
Red Ronnie dixit ed Eleonora
Brigliadori, attrice di non chiara
fame, aggiunge il resto. La malattia
come pena per espiare errori e colpe
del passato. Le persone giuste al
posto giusto! A partire dal condut-
tore di Virus, Nicola Porro, già
vicedirettore de Il Giornalearruolato
in Rai per ragioni sconosciute ma
facilmente intuibili.
In onda una serie di terrificanti
sciocchezze, dalle morti bianche
alla poliomielite, dal tetano all’allat-
tamento materno, fino al vaiolo. A
cercare di arginare il mare di igno-
ranza che stavano andando in onda,
Maria Antonietta Farina in Co-
scioni, la vedova di Luca Coscioni,
colpito e ucciso dalla sclerosi later-
ale amiotrofica, attuale parlamen-
tare ma a sua volta estranea alla
medicina o alla ricerca scientifica in
materia.
Tutto questo mentre in collega-
mento da Milano era in attesa
Roberto Burioni, professore di mi-
crobiologia e virologia all’Univer-
sità Vita-Salute San Raffaele. Al
quale Porro darà la parola per pochis-
simo, e solo verso la fine della tras-
missione.
Provocazione e mala fede evidenti da
parte di chi ha impostato la puntata di
Virus, senza alcun vaccino a cercare
di contenerlo. E la trasmissione di-
venta un caso, emblema di come non
si debba fare televisione di servizio
pubblico, o anche solo tv di decenza.
Il virologo Roberto Burioni scrive a
Michele Anzaldi, segretario della
commissione Vigilanza Rai, affinché
il servizio pubblico «informi corretta-
mente e diffusamente sulla funzione
dei vaccini».
Burioni nella sua lettera sottolinea
come «il drammatico calo di coper-
tura vaccinale contro malattie peri-
colose e molto contagiose, vedi il
morbillo, oltre a mettere a rischio i
bambini non vaccinati che possono
ammalarsi, permette la circolazione
del virus, fatto che può avere conse-
guenze catastrofiche per chi non si
può vaccinare».
Contro la demagogia da show, il
medico fornisce dati: «Ogni anno in
Italia 1500 bambini si ammalano di
leucemia e grazie ai progressi della
medicina il 90% di loro guarisce;
però a prezzo di cure che ne inde-
boliscono il sistema immunitario.
Questa condizione da un lato ne im-
pedisce la vaccinazione e dall’altro fa
sì che infezioni virali possano avere
per loro tragiche conseguenze. Qual-
che mese fa a Monza un bimbo di 18
mesi, affetto da leucemia linfoblas-
tica, è morto a causa del morbillo. Se
tutti si fossero vaccinati il virus non
sarebbe stato in circolazione e lui
avrebbe potuto combattere la malattia
principale con notevoli probabilità di
sconfiggerla».
Adesso un vaccino contro Virus.
LA PROTESTE DEL
PROFESSOR BURIONI FUORI
ONDA
Il post di protesta del professore
Roberto Burioni su Facebook contro
la vergognosa trasmissione Rai è
stato cliccato da due milioni di per-
sone, superando di molto i pochi
spettatori di Virus.
“Ho provato a chiedere chi ci
sarebbe stato in trasmissione con
me, mi hanno risposto vagamente e
citato solo Maria Antonietta Farina
Coscioni. Invece Red Ronnie ed
Eleonora Brigliadori non sono stati
menzionati. A saperlo, forse non
sarei andato.
Quando ho visto chi c’era in studio,
mi son detto qui finisce male. Ho
temuto perché so che siamo ormai
in un mondo nel quale chi studia è
arrogante e chi dice che 2 più 2 fa 5
è un libero pensatore che si oppone
alle calcolatrici.”
Probabilmente se avessi dovuto
controbattere a tutte le scemenze
che ha detto Red Ronnie, compresi
gli errori grammaticali, non sarebbe
bastata la notte, però non riesco pro-
prio a tollerare che sia stata data a
lui e alla Brigliadori maggiore dig-
nità di intervento su un tema che
ignorano completamente. Potevo
andarmene, capita la situazione?
Forse, ma non è nel mio stile. Alla
fine, purtroppo, essere rimasto ha
sancito che scienza e cialtroni non
sono alla pari per certa informazi-
one: si prediligono i cialtroni”
“E’ paradossale che la Rai dia più
spazio e dignità al pensiero di un dj
sui vaccini rispetto a quello di un
esperto che posso essere io o un al-
tro che però sa di cosa parla. So che
sta montando l’irritazione negli ap-
parati scientifici istituzionali ris-
petto a quanto accaduto. Io ero col-
legato da Milano con il microfono
spento, ho avuto solo due minuti per
parlare e ci ho tenuto almeno a
ribattere sulla grande bugia del col-
legamento tra autismo e vaccini.
Oltre ad essere una tesi smentita da
tutta la comunità scientifica è una
cattiveria. Non è possibile che si
addossi alle famiglie che hanno figli
autistici anche il senso di colpa di
averli vaccinati per poi estorcere
loro soldi con conseguenti cure
fasulle. Non è accettabile che il ser-
vizio pubblico si sia prestato a
questo. Dovrebbero prendere esem-
pio dalla BBC che riconosce che
non si possa far confrontare scienza
e ingegno, astronomi e astrologi: su
autismo e vaccini non ci sono due
campane. Solo un cretino può colle-
garli!”
“Finito il collegamento mi hanno
tolto il microfono e salutato. Mi
sono pure dovuto pagare il taxi da
solo e ho controllato: non ci sono né
mail né telefonate dalla Rai. Io con-
tinuo ad interpretare il mio ruolo
con umiltà: il mio lavoro è proget-
tare nuovi farmaci, non vaccini, e
fare ricerca. Da quando mia figlia
frequenta la scuola ho aggiunto l’e-
sigenza di fare divulgazione: spie-
gare con alcuni post su Facebook
perché è necessario vaccinare i nos-
tri figli. Le numerose condivisioni
mi hanno fatto capire che dovevo
continuare. Sono disposto a spie-
garlo a tutti: un genitore può chied-
ermi di fugare ogni dubbio, ma non
posso e non voglio confrontarmi in
merito con chi non ne sa nulla. Con
un padre, una madre discuto, con un
cretino no. Ai miei studenti nell’ul-
tima lezione, proprio sui vaccini ho
detto: “se vi lamentate perché oggi
contro i vaccini c’è Red Ronnie
pensate che Jenner (il padre dell’im-
munizzazione ndr) si doveva scon-
trare con Lord Byron”.
“Il capo dei pompieri ha la respon-
sabilità di non far entrare chi pensa
che il fuoco si spenga con la
benzina, i giornalisti hanno la re-
sponsabilità di cosa divulgano e di
come lo fanno. Se l’ordine dei
medici ha radiato chi prende in giro
le famiglie con teorie folli, è inac-
cettabile che lo Stato, attraverso la
televisione pagata con le nostre
tasse, conceda a chi le sostiene,
senza alcuna competenza, anche lo
spazio per divulgarle. Questo mi
indigna veramente. E’ una ver-
gogna!”
Da : remocontro
casi l'anno.
La fuga dei cervelli
A emigrare - sottolinea il report -
sono sempre più persone gio-
vani con un livello di istruzione
superiore. Tra gli italiani con più
di 25 anni, registrati nel 2002 in
uscita per l'estero, il 51% aveva
la licenza media, il 37,1% il di-
ploma e l'11,9% la laurea ma già
nel 2013 l'Istat ha riscontrato
una modifica radicale dei livelli di
istruzione tra le persone in us-
cita: il 34,6% con la licenza me-
dia, il 34,8% con il diploma e il
30,0% con la laurea, per cui si
può stimare che nel 2016, su
114.000 italiani emigrati, siano
39.000 i diplomati e 34.000 i lau-
reati.
Germania e Regno Unito le
mete preferite
Le destinazioni europee più ri-
correnti sono la Germania e la
Gran Bretagna; quindi, a se-
guire, l'Austria, il Belgio, la Fran-
cia, il Lussemburgo, i Paesi
Bassi e la Svizzera (in Europa
dove si indirizzano circa i tre
quarti delle uscite) mentre, ol-
treoceano, l'Argentina, il Brasile,
il Canada, gli Stati Uniti e il
Venezuela.
L’investimento (perso) da
parte dello Stato
Ogni italiano che emigra rappre-
senta un investimento per il
paese (oltre che per la famiglia):
90.000 euro un diplomato,
158.000 o 170.000 un laureato
(rispettivamente laurea triennale
o magistrale) e 228.000 un dot-
tore di ricerca, come risulta da
una ricerca congiunta condotta
nel 2016 da Idos e dall'Istituto di
Studi Politici “S. Pio V” sulla
base di dati Ocse.
I flussi effettivi sono ancora
più elevati
A rendere ancora più allarmante
il quadro tratteggiato da questo
dossier è un’uteriore considera-
zione: i flussi effettivi sono ben
più elevati rispetto a quelli regis-
trati dalle anagrafi comunali,
come risulta dagli archivi statis-
tici dei paesi di destinazione,
specialmente della Germania e
della Gran Bretagna (un passag-
gio obbligato per chi voglia inser-
irsi in loco e provvedere alla reg-
istrazioni di un contratto, alla
copertura previdenziale, all'ac-
quisizione della residenza e così
via).
Il centro studi: i dati Istat
vanno aumentati di 2,5 volte
Il centro studi spiega che rispetto
ai dati dello Statistisches Bunde-
samt tedesco e del registro
previdenziale britannico
(National Insurance Number), le
cancellazioni anagrafiche rile-
vate in Italia rappresentano ap-
pena un terzo degli italiani effet-
tivamente iscritti. Pertanto, i dati
dell'Istat sui trasferimenti
all'estero dovrebbero essere au-
mentati almeno di 2,5 volte e di
conseguenza nel 2016 si
passerebbe da 114.000 cancel-
lazioni a 285.000 trasferimenti
all'estero, un livello pari ai flussi
dell'immediato dopoguerra e a
quelli di fine Ottocento. Peraltro, si
legge ancora nel dossier statis-
tico, non va dimenticato che nella
stessa Anagrafe degli Italiani
Residenti all'Estero il numero dei
nuovi registrati nel 2016 (225.663)
è più alto rispetto ai dati Istat.
Naturalmente, andrebbe effettuata
una maggiorazione anche del nu-
mero degli espatriati ufficialmente
nel 2008-2016, senz'altro superi-
ore ai casi registrati (624.000).
L’Ocse: Italia ottava in classi-
fica
Il problema dei tanti italiani che
abbandonano l’Italia è stato seg-
nalato qualche giorno fa anche
dall’Ocse. Nell’ultimo report sui
migranti l’Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo
economici ha fatto presente che
l'Italia è tornata a essere ai primi
posti mondiali come Paese
d'origine degli immigrati. Secondo
l'Ocse, la Penisola è ottava nella
graduatoria mondiale dei Paesi di
provenienza di nuovi immigrati. Al
primo posto c'è la Cina, davanti a
Siria, Romania, Polonia e India.
L'Italia è subito dopo il Messico e
davanti a Viet Nam e Afghanistan,
con un aumento degli emigrati
dalla media di 87mila nel decen-
nio 2005-14 a 154mila nel 2014 e
a 171mila nel 2015, pari al 2,5%
degli afflussi nell'Ocse. In 10 anni
l'Italia è “salita” di 5 posti nel rank-
ing di quanti lasciano il proprio
Paese per cercare migliori fortune
altrove.
Da: il sole 24 ore
Giambattista Vico parlava di
corsi e ricorsi storici. Con questa
formula il filosofo napoletano sin-
tetizzava la capacità di certe
situazioni di ripetersi nella vita
degli essere umani. Il Dossier
Statistico Immigrazione 2017
elaborato dal centro studi e ricer-
che Idos e Confronti registra una
di queste situazioni: oggi gli emi-
grati italiani sono tanti quanti er-
ano nell’immediato dopoguerra.
In numero, oltre 250.000 l'anno.
Corsi e ricorsi della storia, ap-
punto.
Prima il calo poi la crisi del
2008 e l’inversione di ten-
denza
L’emigrazione degli italiani
all'estero, dopo gli intensi
movimenti degli anni '50 e '60, è
andato ridimensionandosi negli
anni '70 e fortemente riducen-
dosi nei tre decenni successivi,
fino a collocarsi al di sotto delle
40.000 unità annue. Invece, a
partire dalla crisi del 2008 e spe-
cialmente nell’ultimo triennio, le
partenze hanno ripreso vigore e
hanno raggiunto gli elevati livelli
postbellici, quando erano poco
meno di 300.000 l'anno gli ital-
iani in uscita.
Oltre 114mila persone sono
andate all’estero nel 2015
Sotto l'impatto dell'ultima crisi
economica, che l'Italia fa ancora
fatica a superare, i trasferimenti
all'estero hanno raggiunto le
102.000 unità nel 2015 e le
114.000 unità nel 2016, mentre i
rientri si attestano sui 30.000
Sui vaccini tv irresponsabile, in Rai il Virus della stupidità Oltre 250mila italiani emigrano all’estero,
quasi quanti nel Dopoguerra
Giugno 2018Giugno 2018
6. Pagine 11 Comunicati PalmeriniPaginea 6 Britalyca News LondraBritalyca News Londra
BRUXELLES - Grande appuntamento
domani sera con Sinfonia n° 9, op. 125 al
Bozar di Bruxelles con l'Orchestre
symphonique et chœurs de la Monnaie -
Belgian National Orchestra, Chœur
Symphonique Octopus, la direzione di
Alain Altinoglu, il soprano Annette
Dasch, il mezzosoprano Nora Gubisch, il
tenore Thomas Blondelle e il baritono
Dietrich Henschel. Dirige il Coro il
Maestro Martino Faggiani, che abbiamo
intervistato.
"La Nona sinfonia di Beethoven - ci dice -
conclude una stagione molto intensa, molto
interessante e prelude a un'altra ancora più
intensa e più interessante".
Il ruolo di direttore di coro è un po'
nascosto rispetto ad altri ruoli: può dirci
la soddisfazione e le difficoltà che
vengono da questo ruolo?
Effettivamente è così. È un ruolo piuttosto
delicato perché lo strumento è un po' la
sintesi di quello che secondo me è la
sopravvivenza dello spettacolo lirico, anche
sinfonico. Non c'è una grande differenza a
mio avviso. È la possibilità di dare a chi
ascolta un'esperienza intensa, una
amplificazione dei sentimenti. Questo è la
musica in generale: la musica ha il potere
di dire quello che è indicibile alla parola.
La Nona di Beethoven: se uno legge l'Ode
alla gioia di Schiller, anche in una buona
traduzione, deve filtrare tutto attraverso
considerazioni storiche, filosofiche. Che
cosa è questa "Gioia" in definitiva? È un
po' difficile coglierlo! Beethoven, da quel
genio che è, riesce a miniare, a trovare
quella minima correzione di una linea o di
un colore che da al quadro un rilievo
assolutamente inaspettato. Riesce a portarci
in questa atmosfera di gioia, di serenità, di
letizia alla fine in certi punti quasi
orgiastica o in certi momenti mistica,
aulica, attraverso per l'appunto la musica.
Ecco perché io sono sempre molto
sospettoso quando alle grandi opere del
passato, a Verdi, a Wagner, a Puccini a
Mozart, che sono un po' i quattro pilastri
fondamentali del repertorio vivo, senza
dimenticare ovviamente Rossini, Gounod e
altri, quando si vogliono attribuire
significati extramusicali, quando si
vogliono infilare dei berretti che vadano al
di là. Io credo che la musica ha proprio
questa capacità di attualizzare, nel senso
filosofico del termine, di realizzare
immediatamente questo connubio fra
ragione e sentimento che porta chi ascolta
in una dimensione più profonda, più vera, più
autentica: una sorta di trance, rendendoci di
fatto migliori, perchè ne sappiamo di più!
Tutto questo è molto difficile da realizzare.
Questo è il vero problema, perchè noi
musicisti siamo costantemente sottoposti a
questo tiro alla fune fra ragione e sentimento
Per un direttore di coro quando arriva il
momento in cui pensa che il suo lavoro è
ben compiuto?
Devo rendere giustizia a queste persone che
lavorano con me ormai da dieci anni : questo
è un coro che questo connubio fra ragione e
sentimento lo sa cogliere e lo persegue. Io
posso dire per esempio che nelle dieci recite
che abbiamo avuto di un'opera difficile,
lunga, complessa come puo' essere il
Lohengrin, dove il coro è molto protagonista,
o nel dittico verista Cavalleria e Pagliacci, il
coro si è sempre speso e si è sempre
impegnato fino in fondo. Il problema nostro è
che noi dobbiamo raggiungere questa sorta di
trance, e il coro è lo strumento principe. Tutto
questo passa attraverso la ragione, che è
molto tecnica, molto fredda, molto
specialistica. Qui c'è l'altro grande problema
dello « strumento » coro : il fatto che cantare
è una cosa istintiva. Tutti più o meno
cantiamo ma cantare a livello professionale è
una cosa molto diversa, ed è molto difficile :
se io suono il violino, devo stare attento a
dove sposto l'archetto, a come muovo le dita :
posizioni determinate che devi conoscere
molto bene e che richiedono anni di studio ; il
canto è ancora più insidioso perchè sembra
facile ma quando poi vuoi passare a un
gradino più alto, vuoi realizzare un certo tipo
di cose, cominciano i guai ! Il cantare in un
coro a livello professionale è ancora più
difficile perchè la tua voce deve essere messa
al servizio di un suono comune e quindi devi
avere una grande capacità di ascolto, cosa che
non è scontata. Qui con difficoltà, con
deviazioni, con momenti difficili questa
serietà di impegno c'è sempre stata e mi
preme sottolinearlo, spesso dalle persone di
cui meno ce lo si aspetterebbe, come le più
anziane, magari un po' stanche perchè
prossime alla pensione ! Non posso che dire
grazie a questo complesso e alla sua
flessibilità, alla sua disponibilità ad affrontare
repertori che possono andare dal barocco alla
musica contemporanea, di cui abbiamo fatto
tante prime mondiali e dove altri complessi
sono un po' più scettici. Noi ovviamente
abbiamo una formazione lirica, veniamo dal
grosso repertorio ottocentesco, per cui spesso
è difficile portare i cori dentro queste realtà
cosi' diverse. Naturalmente noi siamo degli
specialisti, percio' dobbiamo essere a giorno
di certe scoperte e di certi aggiornamenti :
loro sono capaci di farlo, sono disponibili a
questo, sono capaci di « camaleontizzare » la
loro voce in funzione di un risultato del
quale non posso che essere fiero.
Il direttore di coro prende meno applausi
di direttori, registi e cantanti. Pesa
psicologicamente?
Non lo vivo con particolare frustrazione. C'è
anche da dire che il ruolo del coro puo'
essere molto presente - come nel dittico
verista o nel Lohengrin - o puo' essere più
defilato in altre situazioni, e questo è anche
onesto riconoscerlo : non possiamo
pretendere che il coro sia il protagonista del
Palleas e Melisande ! Io so che il coro puo'
creare - l'orchestra non lo puo' fare - quel
particolare clima, quella particolare simbiosi
con il pubblico, quel particolare incontro di
ragione e sentimento di cui parlavamo e che
è molto difficile da realizzare ; la Monnaie
qualche volta c'è riuscita. Io non me ne sono
mai fatto un problema : mi piacciano gli
applausi, pensano piacciano a tutti !
Piacciono anche al coro, quando dopo un Va'
pensiero, dopo un Patria oppressa o la
Preghiera di Cavalleria rusticana si ferma lo
spettacolo perché il pubblico applaude...
sono momenti importanti : l'anno scorso
eravamo sparsi tra il pubblico a cantare
Patria oppressa e c'è stato un momento dove
c’era la gente che piangeva ! Il coro è in
grado di creare delle magie : sempre nel
Macbeth, il coro delle Ondine e dei Silfidi
era nascosto dietro una tenda e si sentivano
queste voci che fluttuavano nell'aria ; era
veramente una cosa magica. Questo è un
coro che non si limita a eseguire ma che
partecipa ; ecco perché sono così disponibili
con i registi anche quando chiedono delle
cose francamente un po' strane o con i
direttori quando propongono letture un po'
diverse.
Non sono sclerotizzati, non sono alla difesa a
oltranza di una presunta o pretesa tradizione:
sono duttili, sono aperti e soprattutto hanno
questa intelligenza di capire quando il fatto
tecnico debba essere esaltato al massimo
proprio per produrre l'arte, come il fatto
artistico sia il risultato di un lungo lavoro
tecnico, freddo, a tavolino.
Era il giugno 2008 quando entrai qui dentro
per la prima volta, a fare il Requiem di
Verdi ; sono state qualcosa come mille serate
che abbiamo fatto insieme! Un matrimonio!
Quasi mai questo coro non ha dimostrato la
sua affezione, il suo amore per la musica e
per il proprio lavoro: « è l'amor che move
il sole e l'altre stelle » L'opera è amore,
cioè la capacità di dire quello che è
indicibile alla parola : questo lo diceva un
grande siciliano, Nino Pirrotta, quando lui
che si occupava di musica rinascimentale
e barocca spiegava le scelte artistiche dei
musicisti ; perché Monteverdi si rivolge a
dei poeti modesti ? Perché è la musica che
deve dire quello che c'è dietro la parola,
deve dire quello che è indicibile alla
parola ; e quale strumento più privilegiato
del coro ? Quello che mi auguro, se mi
sopporteranno ancora e continuero' a
lavorare qui, è di poter potenziare l'attività
concertistica, anche a livello del
repertorio romantico, tardo romantico,
novecentesco; c'è molto repertorio che
andrebbe valorizzato: autori come Kodai,
Janáček o anche Liszt, come Schubert che
potrebbero essere riproposti con maggiore
frequenza. La cosa che non sono riuscito
ancora a fare qui è la Messa Solenne di
Rossini, che ho fatto tante volte e che ho
avuto l'onore di fare con un grandissimo
musicista che è Michele Campanella.
Apprezzo molto il lavoro che Peter de
Caluwe sta facendo sui cartelloni, che
sono costruiti in modo interessante,
efficace, innovativo; e mi preme dire che,
a differenza di altri suoi colleghi, è
persona molto disponibile, semplice, con
cui si puo' parlare in maniera aperta ; in
genere le persone di potere sono chiuse
nella loro torre d'avorio e poco disponibili
a trattare con capo di dipartimento seppur
delicato come quello del coro, a parlare di
progetti, a investire su questo strumento, e
quindi devo dire un grande grazie alla sua
-a parer mio- ottima conduzione.
Ci sono varie scuole nel modo di essere
direttore di coro?
Direi di si. Sono due le grandi scuole: una
mediterranea, che fa capo a quelli che
sono stati i miei due grandi maestri
Romano Gandolfi e Norbert Balatsch, che
privilegia un fatto vocale latino,
mediterraneo, con un suono
tendenzialmente 'coperto', scuro e
soprattutto che cerca molto il colore, e
attraverso il colore di comunicare delle
emozioni. E l'altra scuola, non meno
importante e non meno gloriosa, che si
rifà più che altro al nord Europa,
particolarmente alla Germania,
all'Inghilterra, ai paesi scandinavi e un po'
anche alla Francia, in parte. Si rifà alla
grandissima tradizione, che purtroppo da
noi si è persa, del canto corale nelle
chiese.
Avendo loro queste chiese molto ampie,
l'eco, il vibrato glielo fa la chiesa : ecco
perchè hanno questa vocalità
tendenzialmente più chiara, più leggera e
forse hanno una maggiore cura di certi
aspetti ove noi tendiamo a esaltarne altri.
Io posso dire di far parte della prima,
anche se guardo con molto rispetto a chi
lavora in questo altro modo. Pero' alla fine
nel nostro mestiere siamo veramente tutti
un po' dei cani sciolti ; direttore di coro si
diventa dopo i cinquanta anni : prima sei,
tutto sommato, un apprendista !
Com'è lei nel lavoro? Perfezionista?
Martino Faggiani non è una persona
simpatica ! Non è famoso per essere
persona simpatica ! Il coro qui ha una
grande pazienza. È talmente difficile
realizzare questo matrimonio fra ragione e
sentimento ! È una cosa faticosa, difficile,
frustrante, che ti mette costantemente di
fronte ai tuoi limiti.
Giovanni Zambito
Bruxelles, Martino Faggiani: “la musica ha il potere di dire quello che è indicibile alla
parola” L'intervista al direttore del Coro alla Monnaie
Giugno 2018 Giugno 2018
La condanna a pesanti pene detentive ha suscitato mer-
coledì 27 giugno reazioni di rabbia e indignazione in molti
marocchini di ogni parte del regno, che hanno manifes-
tato la propria delusione a causa del “processo fiume”
durato nove mesi che ha visto imputati i leader del
movimento di protesta Hirak El-Shaabi (mouvement
populaire du Rif nella lingua rifana: Anhezi agherfan n
Arrif, ) che nel 2016 e 2017 ha tenuto in tensione il regno
del Marocco.
L'indignazione è al culmine in Marocco, dall'annuncio del
verdetto nel processo ai leader di Hirak. Una "vergogna",
"un ritorno agli anni di piombo"(segnati dagli abusi com-
messi durante il regno dell'ex re Hassan II, tra gli anni
1960 e 1990), "una presa in giro della giustizia" hanno
gridato gli astanti alla lettura della sentenza.
Le autorità marocchine, da parte loro, hanno assicurato
che il processo è stato condotto secondo gli standard
della giustizia internazionale, alla presenza di osservatori
internazionali e dei media.
Il tribunale penale della Corte d’appelo di Casablanca ha
condannato Nasser Zefzafie e tre dei suoi compagni a 20
anni di prigione per “aver attentato alla sicurezza dello
Stato”, un reato in Marocco punibile con la pena di morte.
Giudicati con loro 49 altri attivisti, sono stati condannati
ad una pena compresa tra uno e quindici anni di carcere.
Le accuse andavano da "tentativi di sabotaggio, omicidio
e saccheggio" a "ricezione di fondi per attività di propa-
ganda illecita" attraverso "partecipazione all'organizzazi-
one di manifestazioni proibite".
Nassef Zefzafi, un disoccupato sulla quarantina, era
rapidamente emerso come il volto della protesta con le
sue arringhe pubbliche e gli attacchi contro lo "stato cor-
rotto", prima di essere arrestato a maggio 2017 per aver
interrotto un sermone in una moschea.
L'arresto del leader della protesta ha alimentato la rabbia
per molti mesi nella regione.
l’Hirak, ha preso corpo nel nord del paese nell'ottobre
2016 dopo la morte di Mouhcine Fikri, un venditore di
pesce che è morto macinato nel cassonetto di un camion
della spazzatura dove stava cercando di recuperare la
sua merce confiscata e gettata dentro dalla polizia.
Dopo il verdetto, i parenti degli imputati hanno lasciato
l’aula del tribunale gridando la propria rabbia e cantando
"Lunga vita al Rif", in riferimento alla regione scossa dal
movimento di protesta, storicamente ribelle ed emargi-
nata del nord del Marocco.
Una "finta giustizia", ha twittato l'Associazione maroc-
china dei diritti umani, Association Marocaine des Droits
Humains (AMDH), mentre alcuni media marocchini hanno
evidenziato la "severità" delle pene comparandole con
quelle più "clementi" pronunciate contro "pedofili" e
"criminali".
"Le decisioni disastrose dello Stato minacciano la stabilità
e la coesione del paese", ha sferrato Nabila Mounib,
figura carismatica della sinistra in Marocco alla guida del
PSU (Partito socialista unificato), in una conferenza sulla
protesta sociale nel paese, mercoledì a Casablanca.
Nella notte tra martedì e mercoledì, molti raduni si sono
svolti ad Al Hoceima, epicentro di "Hirak" e nella vicina
città di Imzouren, altro luogo di protesta, dove secondo i
media locali un istituto scolastico è stato messo a fiamme
e fuoco.
Gli appelli alla protesta sono stati lanciati sui social net-
work, a Casablanca, Rabat, ma anche a Bruxelles, Parigi
e Madrid, che ospitano una grande diaspora marocchina.
Le richieste e gli inviti ad uno sciopero generale stanno
circolando sui social network. L'hashtag #hirak arriva in
Marocco in cima ai tweet su twitter. Su Facebook,
Strategie politiche appropriate, afferma l’FMI
L’attuale strategia politica e le azioni combinate
verso un consolidamento fiscale graduale insieme
ad una “politica monetaria accomodante”, é
appropiata rimarca il FMI.L’inflazione, stimata allo
0,6% nel 2017 a causa dei prezzi alimentari più
bassi, continuagradualmente a scendere. A ragione
del taglio del tasso di riferimento al 2,25% operato a
marzo 2016 da Bank Al-Maghrib, i tassi di interesse
sui prestiti sono diminuiti e la crescita del credito è
salita al 4,8% a novembre 2017, trainato da prestiti
per investimenti per le imprese pubbliche e prestiti
alle famiglie (immobili e consumi).
Secondo le stime dell’FMI il disavanzo delle partite
correnti è sceso al 3,8%, contro il 4,4% del 2016.
Questo è dovuto allla forte crescita delle
esportazioni (7,2%), legata al buon andamento delle
esportazioni di fosfati e prodotti agricoli, nonché alla
ripresa economica in Europa. Le importazioni sono
aumentate solo del 5,6%, con maggioreimmissione
di merci estere nel territorio, di materie
prime con prezzi delle energie più elevati. Le entrate
e le rimesse turistiche sono rimaste cospicue e gli
afflussi netti di IDE(Investimento Diretto
Estero) sono aumentati moderatamente all’1,9% del
PIL.
L’espansione delle banche marocchine in Africa
Nel settore bancario, il tasso di crediti in sofferenza
rimane al 7,7% (ottobre 2017), ma i livelli di
accantonamento sono confortevoli (70%) e
aumentano costantemente. Secondo il FMI, “la
continua espansione delle banche marocchine in
Africa garantisce diversificazione
e buone opportunità economiche ma, potrebbe
rappresentare anche un canale di trasmissione del
rischio“, per il fatto che alcuni dei paesi ospitanti
sono meno regolamentati.
Aumentare la crescita e renderla più inclusive
A parere del Fondo Monetario Internazionale, “il
governo nominato nell’aprile 2017 si è impegnato a
mettere in atto buone politiche, le riforme sono
riprese” dopo una lunga pausa in seguito alle
elezioni dell’ottobre 2016. L’attuale governo, ha in
programma di daremaggiore priorità alla riduzione
delle disuguaglianze e aumentare l’accesso ai
servizi pubblici.
Nel 2017, in Marocco specie nella regione del Rif, si
sono registrate alcune tensioni sociali. Migliaia di
persone sono scese per strada denunciando
emarginazione, corruzione e disoccupazione.
Il governo a tal ragione, ha annunciato 10 miliardi di
dirham di investimenti nei prossimi 5 anni per
assorbire le disuguaglianze sociali riscontrate in
questa regione nel nord del Marocco e nelle
altre aree marginali del paese. l’esecutivo, ha
intrapreso azioni, in particolare, su programmi
sociali e progetti di investimento, “affrontare le
cause del malcontento sociale richiederà
probabilmente del tempo”.
Oltre alle misure per preservare la sostenibilità
fiscale e rafforzare il sistema finanziario, il Fondo
raccomanda riforme che aumentino la crescita e la
rendano più inclusiva. L’istituzione mette quindi in
discussione la scarsa partecipazione al mercato del
lavoro. “Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è
stato del 46,4% nel 2016, rispetto al 51,3% nel
2006. La partecipazione femminile alla forza lavoro
è molto bassa calcolata al 23,6%, che riflette una
combinazione di basso livello di istruzione,
informalità e norme sociali “, osserva il Fondo.
Il FMI suggerisce che “l’attuazione di riforme
strutturali che si rafforzino a vicenda
nell’educazione, nel mercato del lavoro e
nell’ambiente imprenditoriale, potrebberoaumentare
significativamente la crescita potenziale a medio e
lungo termine”.
MAROCCO E DINTORNI
Luigi Palumbo
(InfoOggi.it)
Pubblicato il 12 marzo 2018, l’ultimo rapporto
del FMI (Fondo Monetario Internazionale) sul
Marocco. A seguito delle consultazioni terminate a
dicembre 2017, l’FMI stima che la crescita del
Marocco sia rimbalzata nel 2017, con un aumento
dell’attività al 4,4%, tale indice è principalmente
determinato da un aumento della produzione
agricola.
Nella relazione specificatamente, si rileva un buon
andamento macroeconomico del Marocco, ma aus-
pica una crescita più inclusiva delle riforme al fine di
ridurre le tensioni sociali.
La crescita è stata principalmente spinta dai
consumi privati, nel momento in cui anche gli
investimenti privati si stanno progressivamente
riprendendo dopo il calo degli ultimi anni (dal 35,4%
al 27,4% del PIL tra il 2008 e il 2016).
Malgrado questo happening economico dinamico, la
disoccupazione è aumentata al 10,6% nel terzo
trimeste del 2017, contro il 10,4% dell’anno
precedente, rimanendo particolarmente elevata tra i
giovani (29,3%), soprattutto nelle aree urbane.
Da notare, che il disavanzo pubblico secondo le
stime del Fondo, ha subito una riduzione al 3,5%
rispetto al 4,1% del 2016. Il fenomeno è dovuto al
buon andamento delle entrate pubbliche e ai
continui sforzi del governo per contenere la spesa
corrente. Il debito pubblico è stimato al 64,4% del
PIL, un livello positivamente “sostenibile” per il FMI.
Marocco: una buona performance economica tuttavia l’FMI
chiede una crescita più rapida ed inclusiva
Rabbia in Marocco dopo la "condanna dei leader di Hirak"