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Cultura & Societa‟
A cura di Nino Bellinvia
Pagine centrali 8/9
COMUNICATI
Palmerini
Pagina 10
CRONACA
Doriana Goracci
Pagina 4
Dall‟ Italia e dall‟ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 3
Rivista sociopolitica di informazioni libere e approfondite. Fondatore/Editore Carmine Gonnella , Direttore Maria Gonnella (2005/2019 )
IV Edizione N 53 Oct. 2019 . Siamo su molti social networks. e arriva a circa 5 mila contatti in formato Pdf .
GEOPOLITICA
Ennio Remondino
Pagine 5
Notizie valselesiane, seconda edizione, n 4 Octtobre 2019. A cura di Maria Gonnella
E' morto il 69enne di Riccia
coinvolto in incidente stradaleEra ricoverato al Rummo da maggio scorso. Lo scontro tra due auto lungo via Sturzo a Benevento
MONTELLA, LA PICCOLA GIOIA
NON CE L’HA FATTA
Dall‟ospedale Monaldi di Napoli
al Bambino Gesù di Roma, questo
era stato il viaggio della piccola di
tre anni e della famiglia Marano di
Montella
Aggiornamento ore 15:00 – I fu-
nerali della piccola Gioia Marano
di Montella si terranno Lunedì
nella cittadina altirpina che ab-
braccerà la famiglia che ha fatto
non pochi sacrifici per la speranza
di un nuovo cuore per la loro
figlia. La piccola Gioia di Mon-
tella (tre anni) era in attesa di un nuovo cuore e viveva grazie ad un piccolo cuore artifi-
ciale, impiantato per la prima volta al mondo. Originaria di Montella si era dovuta
trasferire con tutta la sua famiglia a Roma, all‟ospedale Bambino Gesù.
Purtroppo non ce l‟ha fatta Gioia Marano, la triste notizia raccoglie sgomento in tutta l‟Al-
ta Irpinia, ma soprattutto a Montella, da dove proveniva la famiglia Marano.
Montella Giovanni Marano e sua moglie avevano dovuto abbandonare il proprio lavoro
per restare vicini alla propria piccola. Si davano il cambio tra di loro: uno restava in repar-
to ed uno alloggiava presso un istituto religioso Ma perché si trovava a Roma?Perché dalla
sera di un anno fa, il 25 luglio, dal pronto soccorso di Avellino è stata diagnosticata una
“miocardiopatia dilatativa”. Da Avellino il trasferimento a Napoli, ma nel polo di rifer-
imento dei trapianti pediatrici è tutto fermo.
I trapianti sono sospesi al Monaldi di Napoli ed il Ministro della Salute di allora Giulia
Grillo stava proseguendo nel lavoro di riavvio delle attività. Poi il trasferimento a Roma in
elicottero all‟ospedale Bambino Gesù, dove è stato fatto il trapianto record al mondo, ma
ha costretto una famiglia a trasferisci fuori regione.
La famiglia Marano di Montella si trovava in grosse difficoltà economica e dall‟Irpinia
sono arrivati i primi aiuti con raccolte fondi. A partire da Bagnoli Irpino, che l‟estate scor-
sa aveva raccolto più di 3.000 Euro, ma non solo.
SENZA COMMENTI !
CON UN PROGRAMMA ELETTORALE DEL
GENERE VINCEREBBERO ANCHE CON IL
PROPORZIONALE PURO
Pensione per le mamme, bollo auto e meno tasse per tutti: il programma di
centrodestra Il documento firmato da Berlusconi, Salvini e Meloni strizza
l‟occhio sia ai "ricchi" (Flat tax e abolizione dell'Imu), sia a chi vive sotto la
soglia di povertà: esenzione totale per chi non ha reddito, raddoppio delle
pensioni di invalidità e aumenti alle minime
Pagina 6
IL PROGETTO
Giorgio Brignola
Con effetti discutibili, la partita politica PD/M5S
continua. Comunque, da quanto è emerso, il
quadro istituzionale potrebbe ancora cambiare.
Il Potere Legislativo è stato varato ma con palesi
difficoltà. Quello esecutivo è ancora da assimi-
lare; ma già è motivo d‟attrito tra i partiti
d‟”opposizione”. Di più non è possibile eviden-
ziare proprio perché non sono ancora operativi
tutti i contenuti degli accordi.
Nella foga della disamina, resta da chiarire
come andrà a essere gestita la politica della
formazione di “centro/sinistra” con possibili
aperture esterne di sostegno. Non è neppure da
escludere, però, la cobelligeranza dei partitini
che, all‟occorrenza, potrebbero fare “numero”
nel mucchio.
La strategia di governo sarà il banco di prova per
la “tenuta” di un Esecutivo il cui Primo Ministro
“bis” dovrà fare i conti con un Parlamento diver-
so da quelli passati.
Date le ammissibili “novità”, potrebbe avere
buon gioco anche una sorta di “fiducia” con voto
segreto. Se l‟accordo attuale non dovesse essere
condiviso da una certa ala parlamentare, non ci
sarebbero altre occasioni. Il Potere Legislativo
continuerà almeno al varo di una nuova legge
elettorale.
CALABRITTO & DINTORNI
ANEDDOTO E ORIGINE DE LU CHIAZZAIUOLU
Nel lontano 1972, frequentavo l' Istituto Professionale e di tanto in tanto davo una mano
ai miei nel campi in contrata Persano. Il terreno confinava con un Z 'Tutuccio, un' arzillo
60ente. Spesso mi ricordava un vecchio detto caposelese sui calabrittani (dell' epoca
ovviamente) che narrava:" Calavruttani, mangia patate, scazza purucchi e sona campane"
Un giorno stanco di ascoltarlo gli dissi: Z 'Turu', guarda che le campane le suonate anche voi" E lui, si
ma poi noi anciamo a lavorare la terra, a voi invece piace stare in piazza a fa li chiazzaiuoli, le vostre
terre sono a saurizza (incolte) e da qui l' origine de: Lu Chiazzaiuolu Calabritto e dintorni
Vorrei ricordare che questa e' una storia d' altri tempi e non ha niente o poco a che vedere dei calabrit-
tani odierni [cg]
Luci d’Artista: gli animali luminosi
invadono la Villa Comunale
Proseguono senza sosta i montaggi delle installazioni per la prossima edizione di Luci
d‟Artista al via dal 15 Novembre. La Villa Comunale si appresta a trasformarsi un uno zoo
luminoso con leoni, cerbiatti, cervi e tanti altri animali. Tra l‟altro dovrebbe approdare an-
che un enorme elefante per la gioia dei piccini.
CALABRITTO & DINTORNI
ultime ore il decesso.
Sull'accaduto sono in corso le indagini
degli agenti della Polizia Municipale di
Benevento che avevano effettuato i rilievi.
La salma del 69enne è ora in obitorio al
Rummo in attesa delle decisioni della mag-
istratura che potrebbe disporre accertamen-
ti medico legali.
Come si ricorderà, dopo il violento impatto
i comitati di quartiere e i residenti avevano
chiesto ed ottenuto un incontro con il
sindaco Mastella per esporre una serie di
pericoli quaotidinamente presenti lungo
quel tratto di strada per i pedoni e gli auto-
mobilisti.
Dopo quasi sei mesi di ricovero nel reparto
di rianimazione dell'ospedale Rummo di
Benevento è morto il 69enne di Riccia, in
provincia di Campobasso, che lo scorso 12
maggio era rimasto gravemente ferito in
un incidente stradale (LEGGI) registrato
lungo via Sturzo, la strada che da contrada
Santa Colomba conduce al Casale Macca-
bei.
Come si ricorderà, lo scontro, avvenuto di
domenica mattina, aveva interessato la
Toyota Verso guidata dal 69enne residente
in provincia di Campobasso e una Fiat 500
condotta da una 23enne di Benevento.
Le condizioni dell'uomo erano apparse
subito gravi e per questo era stato trasferito
al Rummo in codice rosso a causa delle
molteplici e gravi ferite riportate. Nelle
Il Sud sta morendo: un
milione di giovani in fuga.
Disoccupazione alle stelle
Il numero di famiglie meridionali con tutti
i componenti in cerca di occupazione è
raddoppiato tra il 2010 e il 2018, da 362
mila a 600 mila (nel Centro-Nord sono
470 mila)”. Così la Svimez che parla “di
sacche di crescente emarginazione e
degrado sociale, che scontano anche la
debolezza dei servizi pubblici nelle aree
periferiche”. E definisce “preoccupante la
crescita del fenomeno dei „working
poors'”, ovvero del “lavoro a bassa
retribuzione, dovuto a complessiva
dequalificazione delle occupazioni e all‟e-
splosione del part time involontario”.
Nel 2019 “si rischia un forte rallentamento
dell‟economia meridionale: la crescita del
prodotto sarà pari a +1,2% nel Centro-
Nord e +0,7% al Sud”. È quanto prevede
la Svimez, nelle anticipazioni del Rappor-
to di quest‟anno. Nel 2017, si spiega, “il
Mezzogiorno ha proseguito la lenta ri-
presa” ma “in un contesto di grande incer-
tezza” e “senza politiche adeguate” rischia
di “frenare”, con “un sostanziale dimezza-
mento del tasso di sviluppo” nel giro di
due anni (dal +1,4% dello scorso anno al
+0,7% del prossimo).
“Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il
Mezzogiorno 1 milione e 883 mila resi-
denti: la metà giovani di età compresa tra i
15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il
16% dei quali si è trasferito all‟estero.
Quasi 800 mila non sono tornati”. E‟
questo il „bollettino‟ della Svimez sulla
„fuga‟ dal Sud, il cui peso demografico
non fa che diminuire.
La Svimez, l‟associazione per lo sviluppo
industriale nel Mezzogiorno, nelle antici-
pazioni del Rapporto 2018 lancia l‟allarme
sul “drammatico dualismo generazionale”.
E spiega: “il saldo negativo di 310 mila
occupati tra il 2008 e il 2017 al Sud è la
sintesi di una riduzione di oltre mezzo
milione di giovani tra i 15 e i 34 anni (-
578 mila), di una contrazione di 212 mila
occupati nella fascia adulta 35-54 anni e di
una crescita concentrata quasi esclusiva-
mente tra gli ultra 55enni (+470 mila
unità)”. Insomma, sintetizza, “si è profon-
damente ridefinita la struttura occupa-
zionale, a sfavore dei giovani”
IL BUON
PARLAMENTO SI VEDE
DAL MATTINO
“Occorre elaborare un meccanismo ele-
torale meritocratico in tutti i sensi,
perche‟ dal mattarellum al rosatellum in
parlamento e‟ stato eletto il peggio del
peggio.
Noi quell meccanismo l‟ ho abbiamo
elaborato alcuni anni fa” :
L‟ UNIVERSALUM
Meta‟ collegi uninominali e meta‟ propor-
zionali con due preferenze.
Nei collegi uninominali vanno candidati
gli eletti, ritorneranno in Parlamento solo
solo coloro che durante la legislatura han-
no dato il meglio di se stessi alla politica
nazionale.Meritocrazia at it is best (come
disciamo noi "anglosassoni"
Nei collegi proporzionali con due prefer-
enze, possono candidarsi i nuovi e I vec-
chi eletti. Il cittadino deve avere anzitutto
la scelta e in secondo luogo la liberta‟ di
voto libero e personale. Si chiama cambi-
amento culturale e generazionale !
La scelta dei candidati avviene con le
cittadinarie. Il partito , associazione o
movimento prima di mandare le liste per
la verifica delle firme alle autorita‟ com-
petenti, le presenta insieme ai programmi
elettorali al popolo in ogni collegio per la
sottoscrizione. Lasciando ai cittadini con-
correre liberamente e con metodo demo-
cratico a determinare la politica nazionale
e locale del prorio paese; aldila‟ del nu-
mero di parlamentari o consiglieri
Tutto cio‟ pero‟ non basta ad avere un
buon Parlamento senza un minimo di
disciplina e onorabilita‟ legislativa. Ecco
perche‟ l‟ Universalum, prevede anche l‟
estensione della mozione di sfiducia per-
sonale a tutti I parlamentari e consiglieri
amministativi, chi sbaglia va a casa.
Il tutto rispetta I dettami costituzionali sul
voto a suffragio universale e diretto per-
sonale uguale e libero, tranne per la ridu-
zione del numero dei parlamenatri, non
occorre cambiare la Costituzione, nem-
meno per la mozione di sfiducia peronale,
perche‟ non esistono commi o articoli al
riguardo, ma lascia al legislatore au-
toregolarsi; come e‟ avvenuto per la
mozione di sfiducia per I ministri e subal-
terni.
Gia‟ pubblicato nel numero di febbraio
VIGNETTE Pagina 14
VARIE Pagina 15
Lu Chiazzaiuolu
Notizie varie valselesiane
A cura di Maria Gonnella
31 OTTOBRE 1944, 800 GYPSY CHIL-
DREN ARE GASSED AT AUSCHWITZ
Pagina 11
Brexit o not Brexit, that still the question
COME E‟ PROFONDA LA MANICA
Pagina 12
CILE
La bimba cilena che fa la
linguaccia tra i poliziotti è il
simbolo della rivolta mondiale
contro gli oppressori
Di Luca Tenesee
Pagina 13
I Curdi sono
nostri fratelli
Ipotesi, tra Storia e Mito, dello studioso
Felice Vinci, autore di “Omero nel Balti-
co” e neo Presidente onorario della Fonda-
zione Levi Pelloni.
Cortesia di Palmerini
Pagina 10
Il Massacro di Nanchino:
l‟Eccidio dimenticato di
300.000 innocent
Pagina 7
Lessico del razzismo democratico
Cortesia di Ennio Remondino Pagina 5
IL POPOLO HA BISOGNO DI
LEZIONI DI DEMOCRAZIA, NON
DI POLITECHE"
Io ho sempre sostenuto che: " Un buon sta-
tista e' colui che una volta eletto, lascia il
politichese fuori dal Parlamento" Ieri sera a
Porta a Porta i due Mattei, si sono comportati
come due meschini politicanti , in cui il loro
politichese ha preso il sopravvento sulla polit-
ica, piu' insulti che proposte fattibili. Sul taglio
dei parlamentari poi se si dovesse andare al
referendum confermativo, cosa che durante l'
incontro se ne parlato poco, senza adeguare
la legge elettorale da semi-maggioriatria al
proporzionale puro, si correrebbe il rischio di
affossare la nostra democrazia rappresenta-
tiva. Salvini poi ha parlato di un meccanismo
elettorale maggioritario che chi vince gov-
erna. Purtroppo senza un premio di maggio-
ranza le possibilita' che un partito o una
coalizione, con tre o piu' poli, arrivi alla mag-
gioranza assoluta, sono pressapoco zero. L'
unico meccanismo elettorale al 100% rappre-
sentativo e' il proporzionale puro, chi vince le
lezioni e prende un solo seggio in piu', gli
viene data la facolta' di formare il governo
con le altre forze politiche, a prescindere dal
colore politico. Poi sara' il Parlamento a dare
o revocare la fiducia a governi e governanti.
IL LIBERO MANDATO
POPOLARE
Rappresentare il popolo cioe‟ la Nazione
significa essenzialmente, rinuovere gli os-
catocoli di natura economina e sociale dell‟
intero paese“. La politica spesso ha confuso
il libero mandato popolare con quello impe-
riale, tanto amato anche da Benito Mussolini,
dimenticando che sia durante la Monarchia,
sia durante il fascismo, il popolo non aveva
nessuna voce in capitolo. Sia l‟ articolo 67 sia
il primo comma dell 68 articolo, sono stati
spesso male interpretati e successivamente
abusati dal legislatore di turno
Ogni membro del Parlamento dovrebbe es-
sere soggetto solo al mandato popolare, li-
bero da ingerenze o imposizioni contrari da
parte dei partiti e dei governanti. Dall‟ inter-
pretazioni errate e dagl‟ abusi continuo del
libero mandato, e‟ nato il “cosidetto” trasform-
Dicono che con il taglio di 345 parlamentari
si arrivi a risparmiare 100 milioni l‟ anno, di-
menticando che e‟ meno di quanto sperpera-
no 20 consiglieri regionali. I tagli secondo il
nostro modesto parere, andavano fatti anche
nei parlamentini regionali e comunali, e‟ li
che ci sono piu‟ sprechi e corruzioni politiche
e amministrative, In quanto poi a snellire gl‟
iter parlamenatari e‟ solo leggenda metropoli-
tana o meglio, propaganda politica. Badate
bene che la rappresentativita‟ popolare, e
basata anzitutto sul pluralismo e salvaguar-
dia delle minoranze sociopolitiche, senza non
c‟e‟ opposizione costruttiva. Quindi coloro
che non hanno votato a favore questa rifor-
ma nelle tre primi votazioni, ( senza men-
zionare il PD ) farebbero meglio ad iniziare a
raccogliere le firme, basterebbe un quinto dei
membri di una Camera, per il referendum
confermativo, perche‟ la sovranita‟ e ultima
parola quando si tratta di diritti fondamentali
costituzionali, spetta al popolo. E‟ questo e‟…
SE VOGLIANO CHE ANCHE I
RAGAZZI DI 16 ANNI VOTINO,
OCCORE TENERE
I PANNOLONI FUORI DALLA
LEGISLATURA, QUINDI
NIENTE CANDIDATURE DOPO
I 65 ANNI
2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 15 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
LE PROPOSTE L’Angolino della Poesia
Marynzia Panico Borrelli
Nuje a Nnapule tenimme tanti
ccose belle tra cui 'o Vesuvio,
cu scorci 'e lava stutata
ca sovrasta tutt'a città,
dint'e vvedute!
Che bellu panorama e penzà ca
tutti nc'e lo invidiano
e ppò dicene,
ca nuje simme "attaccabrighe!"
Tutt'e turisti ll'amano chesta città
partenopea ca ggir'o munno
intero
e a chi 'a vede...fa ggirà 'e
ccerevelle tanto ca è bella!
Nuje napulitane tenimme 'a lava
dint'e vvène, pirciò simme chin'e
calore
ppè ll'ospite ca nc'è vene a truvà
ccà!
Noooo...state sicure ca 'o
Vesuvio nuosto nun fuma…
e nun fumarrà cchiù...s'ha
l evat'o vizio…
fa male a ffumà...
se ntossechen'e pulmune e jsso
'o ssape bbuono!
Pirciò, amici miei nordisti...
è inutile a fa preghiere a chistu
mostro 'e bellezze,
pecché 'a lava nun laverà maje
'e napulitane…
arricurdateve ca 'o Vesuvio nc'è
tene ppè nnuje e nun c'è vò
vedè 'e murì...ma serio eh!!!
Nuje tenimme l'ammore ppè
ll'Arte e 'a Cultura…
tenimme 'a sinfonia da musica
d'autore dint'o ccore e,
sapimme quanno c'avimma
fermà 'a staziona, pecchè
tenimme a Ddio ca nc'è guida e
nc'è porta pp'à mmano!
E allora è inutile ca tenite mmiria
'e nuje...ggente dò Nord,
ll'unica cosa ca putite fà, è avè
pietà e vuje
e pregà 'o Signore ca ve
benedice e vvè fa addivintà
cchiù bbuone!
...E certo ca lloco, nc'è vulesse
sulo
nu miraculo!!
Da: AUTAFORISMO
Il peggiore dei pazzi , e' chi
non sa di esserlo
Da che mondo e' mondo,
politica e religione sono andate
sempre a braccetto, da sole si
annienterebbero
L’ unica ragione per la quale
Dio o chi per Lui, creo’ prima la
luce e poi il sole e la luna, e’
perche’ chi scrisse la Bibbia,
non aveva nessuna cognizione
delle nostre attuali conoscenze
dell’ Universo
Il bello di essere atei, e' che
una religione vale l' altra
Nessun referendum e' un
diamante
C'e' la pazzia e la malattia
mentale, credetemi e' meglio
essere pazzi
Ho sempre odiato gli
avvocati, ma il bello di averli
come amici, e’ che prima o poi
avrai bisogno di loro
Per debellare le guerre,
occorre prima eleminare le
armi, finche' ci sono, dobbiamo
rassegnarci alle guerre
Piu’ esigenze uguale a piu’
tecnologia, quindi
automatizazzione e con essa,
annientamento della persona
umana, andando avanti cosi’
diventeremo delle nullita’
Un buon statista e' colui che
una volta eletto, lascia il
politichese fuori dal
Parlamento
Il Popolo ha bisogno di lezioni
di Democrazia non di
politichese
Per fare del bene, basterebbe
solo conoscerne l’ origine
Nessun meccanismo elettorale
garantisce la governabilita’,
senza un programma
legislativo realistico dei partiti,
perche’ non esiste legislatore
al mondo in grado di
materializzare tutte le
promesse fatte in campagna
elettorale
E' vero che a volte il genere
umano puo' essere cattivo, ma
che lo faccia di continuo
e' pura follia
Le guerre le vincono sempre
coloro che ammazzano piu’
civili, perche’ nessun’ uomo
armato vorrebbe morire
Ilario Mario
Ponzi
Photo reporter
E Socio onorario
Britalyca La Voce Alternativa
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) .
Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo
alternative !
Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale,
con onesta‟ intellettuale e senza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma informazione.
Motto: “ In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni
cittadino
Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio
Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla
diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista
Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Maridina ( Italy ) Fondato, edito e pubblicato da Carmine
Gonnella Londra (GB)
Fondatore Carmine Gonnella. Direttore Maria Gonnellaa
ismo politico, cambio di casacche e la nasci-
ta di gruppi, gruppetti e gruppettini par-
lamenatari, tra l‟ altro mai contemplati da
nessun artitolo o comma della Costituzione
repubblicana.
Ogni membro del Parlamento, secono il
primo comma dell‟ articolo 68 non puo‟ es-
sere chiamati a rispondere delle opinioni
espresse e dei voti dati nell'esercizio delle
loro funzioni, e‟ la ragione e‟ una sola :”
Adempiere al mandato popolare, senza
vincoli o minacce, da parte appunto dei par-
titi e governanti. Eppure, basterebbe es-
tendere la mozione di sfiducia personale a
tutti I parlamentari, sopratutto a coloro cui
sono affidate funzioni con il dovere di
adempierle, con disciplina ed onore,
prestando giuramento nei casi stabiliti dalla
leggi, ovverossia I governi. Introducendola
sia nei regolamenti parlamentari sia nei
statuti dei partiti.
Un libero mandato senza deterrenti, crea
solo abusi e facili trasformismi che danno l‟
avvio a ninacce e corruzioni varie. Faccio un
solo esempio tra I tantissimi, Matteo Renzi,
eletto nel PD e subito dopo aver formato un
governo di convenienza di facciata
chiamatelo come volete con il M5S, all‟im-
provviso viene fulminato sulla via del
Palazzo, crea un gruppo”Italia Viva” e inizia
a minacciare ed imporre le sue di idee,
questo non sarebbe mai successo con la
“Mozione di sfiducia personale par-
lamenatare. Se un parlamenatare da di po-
ter essere sfiduciato e andare a casa, come
minimo impara a memoria il secondo com-
ma dell‟ articolo 54: “I cittadini cui sono affi-
date funzioni pubbliche hanno il dovere di
adempierle, con disciplina ed onore,
prestando giuramento nei casi stabiliti dalla
legge”; nel caso specifico, lo stesso giu-
ramento l‟ ha fatto implicitamente con il
popolo: fedelta al popolo.
AMBASCIATOR NON PORTA
PENE !
In base alla legge costituzionale del 24 gen-
naio 1997 N: 1 . Che istitui' la Commissione
parlamenatare delle riforme costituzionali, al
di la' delle discipline e modalita' prevede
anche che una legge costituzionale una
volta approvata senza maggioranza qualifi-
cata, debba essere sempre sottoposta a
referendum confermativo.
ATTENZIONE SIGNORI POLITICI, CHE
CON IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI, SI
DARA' PIU' POTERE ALL' ESECUTIVO E
MENO AL CITTADINO E AL LEGISLA-
TORE IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI:”
ALTRO CHE RIFORMA EPOCALE “
Secondo i più recenti dati dell‟Or-
ganizzazione Mondiale della Sani-
tà, l‟India detiene il poco invidi-
abile primato di essere il Paese
con le 10 città più inquinate
dell‟intero Pianeta
Delhi è avvolta in una perenne caligine che ha
più a che fare con la chimica che con il meteo.
Respirarne l'aria è come fumare 50 sigarette al
giorno, dicono. Non a caso conducenti e pas-
santi sempre più spesso indossano mascherine
o la loro versione più spartana, una sciarpa av-
volta attorno alla bocca e al naso. Ad Agra il
celebre e magnifico Taj Mahal appare avvolto in
una insalubre foschia umidiccia. E se l'enorme
giardino che lo circonda è una rara oasi plastic
free, appena fuori dal recinto del monumento i
rifiuti si ammucchiano, incessantemente frugati
da cani e mucche.
All'India appartiene, secondo i più recenti dati
dell‟Organizzazione mondiale della Sanità, il
poco invidiabile primato di essere il Paese con le
10 città più inquinate del mondo. Al record con-
tribuisce un mix micidiale di veleni vecchi e
nuovi. Dall'onnipresente carbonella usata per
alimentare fornelli e stufe agli scarichi delle auto,
dei pullman, dei camion e degli Ape modificati
per trasportare passeggeri che intasano a ogni
ora le vie di centri piccoli e grandi. Per non par-
lare dei fumi tossici provenienti dalle campagne,
dove è tradizione bruciare i campi per prepararli
alle nuove colture. O delle emissioni delle indus-
trie, o di quelle delle centrali a carbone. C‟è poi
l'abitudine diffusa di bruciare la spazzatura e i
rifiuti in plastica per tentare di ridurne la presen-
za dilagante, e la polvere alzata dall'intensa at-
tività di costruzione di strade ed edifici.
Anche secondo il rapporto elaborato da Green-
peace in collaborazione con AirVisual l'India
domina come paese più inquinato del mondo,
superando la sua diretta concorrente, la Cina,
che si sta attrezzando meglio per affrontare il
problema: ventidue delle cinquanta città con i
livelli più alti di emissioni di anidride carbonica
nell'aria si trovano nel subcontinente indiano. E di
queste, sette sono tra le prime dieci. Il primato
negativo spetta a Gurugram, un sobborgo di Del-
hi dove l'indice medio di qualità dell'aria ha regis-
trato valori tripli rispetto al livello ritenuto accetta-
bile dall'Epa, l'agenzia americana per la
protezione dell'ambiente.
Un'emergenza cronica che costa vite umane: in
India il numero delle vittime dell'inquinamento è
aumentato costantemente, passando dai
737.400 decessi del 1990 ai 1,09 milioni del
2015, rendendolo la quarta causa di morte nel
Paese. Per il 2019 le stime più pessimistiche
parlano di 7 milioni di morti premature. Decessi
che pesano sulle spese sanitarie, pesano in ter-
mini di forza lavoro persa, e testimoniano di un
degrado sempre più difficile da recuperare. An-
che il ricorso alle fonti rinnovabili, come l'energia
da pannelli solari, è vanificato dalla coltre di
smog, con un minor rendimento stimato in un
miliardo di dollari l'anno.
Insufficienti, a volte velleitarie, per ora, le contro-
misure. Anche se proprio quest'anno è iniziato
con il lancio del Ncap, il primo Programma na-
zionale per l'aria pulita. Un ambizioso - quanto
per ora generico - piano d‟azione quinquennale
che prevede un investimento di 45 milioni di dol-
lari in 2 anni per affrontare l‟inquinamento at-
mosferico di 102 città indiane. L‟obiettivo è rid-
urre le concentrazioni di PM2,5 e PM10 del 20-
30 per cento entro il 2024.
In che modo? Il ministero dell'Ambiente ha an-
nunciato una serie di azioni in collaborazione con
gli altri ministeri che saranno intraprese nelle
varie città, anche se nei documenti resi pubblici
non si specifica quali sia la scelta tra chiudere le
centrali a carbone, ridurre gli incendi nelle aree
rurali o puntare sulla mobilità sostenibile o elettri-
ca. Per iniziare si preannuncia un capillare mon-
itoraggio dell‟aria nelle città ritenute più inquinate.
Mancano tuttavia le indispensabili stazioni di
rilevamento: a oggi ce ne sono solo 39 in tutta
l‟immensa India.
CARLA RESCHIA
Da: La Stampa
In ambedue I casi occorre comunque modi-
ficare la Costituzione
Articolo 48 , primo comma: “ Sono elettori
tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno
raggiunto l‟ eta‟ di 16 anni.
Articolo 56 terzo comma: “ Sono eleggibili
a deputati tutti gli elettori che nel giorno
delle elezioni hanno compiuto i venticinque
anni di età e non superiore al sessantac-
inquesimo
Articolo 58, secondo comma:” Sono eleggi-
bili a senatori gli elettori che hanno com-
piuto il venticinquesimo anno e non superi-
ore al sessantacinquesimo
L’India che soffoca:
inquinamento record e
milioni di morti l’anno
La tragedia dei 39 migranti morti in un tir nell'Essex si
arricchisce di altri, sconvolgenti dettagli. Questo messag-
gio è stato inviato a sua madre da una 26enne vietnamita,
Pham Thi Tra My (da: globalist.it)
I drammatici sms dei migranti:
"Sto morendo, mamma ti voglio
bene"
È una tragedia grottesca quella accaduta
nell'Essex, dove 39 migranti asiatici sono
stati trovati senza vita in un tir. Morti a
causa dell'asfissia, come animali in gabbia.
Una morte atroce, inimagginabile, che in
questo mondo anestetizzato non sta avendo
il clamore che meriterebbe. Trentanove per-
sone che cercavano una vita migliore sono
state stipate in un camion e sono morte per
mancanza d'aria. Come i prigionieri ebrei
nei treni che li portavano nei lager nazisti.
Un orrore simile condito da altri, terribili
dettagli.
Come i messaggi, pubblicati dal
Guardian, di una ragazza viet-
namita di 26 anni a sua madre. Lei
si chiamava Pham Thi Tra My e
prima di morire ha scritto un addio
a sua madre: "Mi dispiace mam-
ma. Il mio viaggio all'estero non è
andato bene. Ti amo così tanto.
Sto morendo perché non posso
respirare".
La famiglia di Pham, visto il mes-
saggio ha contattato l'ambasciata inglese
per chiedere informazioni. Non è ancora
confermato che Pham sia effettivamente
tra le vittime, ma purtroppo le speranze
sono poche.
Sentendo che stava per morire, Pham ha
chiesto scusa a sua madre. Scusa per
essere andata via di casa, scusa per aver
osato anche solo credere di poter vivere
una vita migliore, di poter trovare fortu-
na altrove. Scusa per aver avuto dei sog-
ni ed essere morta per averli inseguiti.
L' ITALIA E' L' UNICO PAESE AL MONDO,
AD ESSERE IN ETERNA CAMPAGNA
ELETTORALE
L' alternativa sarebbe l' Election Day tre urne, la rossa per
il Parlamento, la bianca per le Regioni e la verde per i Co-
muni, con un' unico sistema elettorale, il proporzionale
puro. E tutti vivrebbero felici e contenti per 5 anni ...
IL CAPO DELLO STATO POTREBBE ESSERE
ELETTO SU INDICAZIONI DEL POPOLO , SENZA
CAMBIARE I DETTAMI COSTITUZIONALI
Basterebbe modificare la legge
elettorale, con l' aggiunta sulla
scheda della voce "Cao dello
Stato". I partiti o chi per loro ad
ogni tornata ( e' ovvio che oc-
corerebbe abbassare la durata
del suo mandato da sette anni a
5) sulla lista dei candidati par-
lamentari , nomineranno anche
il loro candidato al Colle. L'
elettore potra' scegliere a pre-
scindere dalla lista. In altre parole puo' votare un candida-
to della lista A e votare il candidato al Colle della lista B o
C e viceversa . I primi due poi saranno eletti dal Parlamen-
to in base ai tettami costituzionali.
IL RESIDENTUM
Se I 27/8 stati europei in fururo vogliono realmente passare da
Unione a Stati Uniti d‟ Europa, si dovrebbe introdurre quell
che possiamo definire il “residentum”, Un meccanismo elet-
torale che garantisca il voto ad ogni cittadino europeo dove
risiede dopo il primo anno di permanenza. Bisogna creare un‟
Europa dove tutti I cittadni avranno il diritto di votare nel
solo paese di residenza e non nazionale o di nascita. L' Unione
e' anche e sopratutto questo !
VOLTARE PAGINA
Data lo stato socio/economica che si rileva in
Italia, c‟è venuta, spontanea, una domanda:
perché si è voltata pagina politica? Una
domanda che c‟è balenata alla mente, anche
tenuto conto dell‟”accordo” tra PD e M5S
della cui “stabilità” dubitiamo. Dare un
assetto alla vita politica del Paese non è
impresa facile, né prevedibile. Noi, però, ci
siamo mossi, già da qualche tempo,
prospettando una susseguente
considerazione, per tentare d‟offrire un
diverso panorama in questa Penisola dove,
non sempre, il termine”politico” fa rima con
“possibile”. Essere andati “oltre” a, questo
punto, non significa destinare al Paese
l‟occasione per un futuro meno
indeterminato.
Basta con un Parlamento sempre più
impelagato nei fatti dei singoli rispetto a
quelli della comunità. Dato che i segnali ci
sono stati, e ancora ci sono, punteremmo su
un partito, indipendente dalle vecchie
pastoie, nel quale potrebbero confluire, col
voto, gli italiani, ovunque residenti, che
intendono, essere partecipi ai destini della
Penisola in modo differente e verificabile.
Per tentare di dare al Paese nuove risorse,
ciascuno dovrebbe fare la sua parte. L‟invito
al dialogo è possibile. Il nostro concetto,
però, è chiaro: prima di cambiare la politica,
sarebbe necessario rimpiazzare chi la
esercita. Ciò tramite un confronto elettorale
costruttivo che consenta a tutti d‟essere
parte attiva di un programma. Ora, un tale
concetto non sembra realizzabile.
L‟importante, però, è non perdere di vista
certe priorità che, ora, paiono sminuite.
Certo è che per cambiare apparato
bisognerebbe, prima di tutto, poter far conto
su politici “preparati” che, però, non siamo
stati in grado d‟individuare. “Voltare” la
pagina della politica, nella Penisola resta
un‟utopia.
IL CAMBIAMENTO
Non è scontato che gli italiani vedranno
presto “rifondare” un Parlamento differente
negli uomini e negli intenti. Anche per i
Connazionali all‟estero non ci saranno novità
elettorali. Certo è che resta difficile, almeno
allo stato attuale, considerare altre alleanze
per garantire la governabilità del Paese.
Data l‟aria che tira, non potrebbe proprio
essere altrimenti.
Del resto, la Penisola è stata intertessata da
una serie d‟eventi che hanno reso inutili le
strategie politiche che conosciamo. Anche
per il rinnovo del Parlamento UE, la
prossima non sarà una vera e propria
campagna elettorale. Gli italiani, ovunque
residenti, hanno le idee chiare. Come a
scrivere che la logica del potere, almeno
come la conosciamo, non avrà più buon
gioco.
Il rinnovamento politico potrebbe essere
coordinato proprio dai Parlamentari che
andranno a rimpiazzare parte di quelli attuali.
Non è cosa da poco. Eppure potrebbe non
bastare. Se il “nuovo” si subentra al “vecchio”,
senza linee di programma, il cambiamento
sarebbe più apparente che sostanziale.
Insomma, c‟è da chiederci dove andrà l‟Italia.
Perché accanto alla politica “rinnovabile”
resta una crisi economica che potrebbe
durare più a lungo. Malauguratamente,
quando le “colpe” politiche sono innegabili, si
preferisce ancora attribuirle ad “altri”. O, in
ogni caso, gli “altri” ne hanno di più.
Se ci rendesse conto che un‟era, pur con tutti
i suoi possibili aspetti positivi, è finita, forse si
potrebbe guardare al dopo con meno
incertezza. Tutto considerato, per evitare mali
maggiori, basterebbero pochi progetti
possibili. E‟ inutile impuntarsi su un quadro
politico delle “novità”. Come per il passato, il
Potere Legislativo avrà il compito di dare
fiducia a questo Esecutivo che è, in ogni
modo, differente da quelli che abbiamo
conosciuto nel passato.
L‟importante, tanto per essere più chiari, non
fare dei confronti tra la politica esecutiva
nazionale e quella che sarà varata dopo la
consultazione per il Parlamento Europeo.
L‟auspicato cambiamento potrebbe, forse,
venire da lontano. La ridiscesa in campo di
Berlusconi, che dalla politica non s‟è mai
ritirato, la dice lunga su le possibili modifiche
anche nazionali.
SOLO SUPPONIAMO
Ammettiamo, tanto per non sembrare
indifferenti ai “problemi” d‟Italia, che il binomio
PD/M5S per una serie d‟alchimie politiche,
possa mantenere l‟accordo.
Concediamo, sempre per eccesso
d‟ottimismo, che la Legislatura sia rinvigorita
da un programma di “salvamento” per la
Penisola. In un‟ottica fantascientifica, ed è
scrivere poco, il Conte “bis”potrebbe
mantenere il suo ruolo. Lo scriviamo in via
suppositiva perché, almeno per quanto c‟è
dato sapere, non ci sono opportunità
d‟allearsi con altri Partiti del “vecchio” sistema
ancora presenti in Parlamento.
Però, tanto per rimanere in tema,
supponiamo che uno spiraglio sia
ammissibile. In ogni caso, meglio sarebbe
chiamarlo”breccia” per i coinvolgimenti che
andrebbe a determinare nell‟Esecutivo. Col
rischio di sgretolamento della Maggioranza.
La conseguenza, oltre al caos politico, che ne
deriverebbe, sarebbe l‟ingovernabilità d‟Italia.
Tenuto anche conto che non ci sono concrete
premesse per il varo, almeno entro l‟anno, di
un programma economico razionale.
Il buon senso, nonostante tutto, dovrebbe
avere la meglio. Come a scrivere: Il
Parlamento potrebbe dare attuazione a
provvedimenti indispensabili per il Paese. Al
punto in cui siamo, anche le presunzioni, non
proprio ipotetiche, potrebbero avere un loro
valore politico.
Senza altre garanzie, non ci resta che la
politica delle ipotesi. Non è di questa,
certamente, di cui ha bisogno l‟Italia per
ritrovare un ruolo che le consenta di frenare lo
“slittamento” in UE e l‟affidabilità politica
all‟interno. E‟ vero che queste restano, per
ora, nostre supposizioni; ma non troviamo
altra condizione per ridare alla Penisola la
fiducia smarrita.
QUEL CHE CI VUOLE
A ben osservare, l‟Italia sta vivendo una
realtà differente da quella che potevamo
ipotizzare. Prima, avevamo contato su
possibili ”cambiamenti”. Poi, ci siamo
impensieriti. Certo è che abbiamo capito,
anche perché l‟hanno fatto intendere, che i
governi “ordinari” cadevano e risorgevano
con gli stessi atteggiamenti politici. Con la
fine dell‟estate, il nostro quadro
d‟osservazione è, progressivamente,
mutato. La realtà del Paese resta, però,
patologica; i costi reali sono ancora alti e a
carico delle classi che meno sono in grado
di tollerarli. Mentre il concetto di
“liberalizzazione” ha difficoltà a radicare in
un Paese più conservatore di quanto fosse
immaginabile, sul fronte dei partiti non ci
sono novità degne di nota. Ora è tornata
una maggioranza di centro/sinistra a
governare e in Parlamento ci sarà un
partito in più.
Resta, in ogni caso, una realtà socio/
economica ancora da delimitare e il
“contenimento” prevede altri sacrifici. In
Italia, i “miracoli” non ci sono mai stati. Si
tira avanti come si può. Insomma, ci si
arrangia. I tempi “migliori” restano sempre
lontani. La disoccupazione non frena e i
nuovi posti di lavoro sono ancora pochi.
Quello di cui si sente la necessità sono le
riforme. Quelle che, se andassero in porto,
potrebbero cambiare la Repubblica. Le
cordate per “salvare” il Paese non fanno
più storia. Ai politici, vecchia maniera, non
crede più nessuno e il rimpianto ha lasciato
il posto alle difficoltà del quotidiano.
Le crisi politiche, ipotetiche o reali, sono
sempre destinate a risolversi. Quelle
economiche assai meno. Quando i sacrifici
non aprono spiragli alla speranza, allora
andare avanti si rivela un problema.
Adesso l‟Italia, che stenta mantenere il suo
ruolo UE, potrebbe restare il fanalino di
coda della situazione evolutiva del Vecchio
Continente. Forse, ritrovato il varco delle
scelte, anche i nostri politici riusciranno a
risollevarsi dall‟apatia che è figlia
dell‟emulazione. Basta con le farse da
salotto buono. Dopo i sacrifici, c‟è da
guardare al futuro con uno spirito rinnovato.
Quello che occorre, e francamente manca,
è una classe d‟uomini di governo capaci di
dimostrare al Paese d‟essere più statisti
che politici. Impresa certamente ostica,
forse anche impossibile, per chi ha saputo
più pretendere che dare. Anche in
economia ”spicciola", resta un problema
promettere una manciata d‟euro in più per,
poi, riprenderli da chi ha avuto la capacità
di mantenere un certo livello di redditività.
Insomma, il “rinnovamento” d‟Italia non è
prossimo né, purtroppo, prevedibile.
NESSUNA SCELTA
l Conte “bis” arranca. Col “consenso” di un
Potere Legislativo variegato. Le novità ci
saranno anche al Potere legislativo. Il
Primo Ministro ”bis” dovrà fare i conti con
una schiera di partiti che remano contro
questa maggioranza parlamentare. Ora,
ma non comprendiamo come, l‟Esecutivo
spera in un rafforzamento di quelle
posizioni proprie del nuovo alleato di
Governo. Cioè il PD. Partito che già s‟è
scisso. Infatti, la governabilità appare
ancor più complessa e, indubbiamente,
macchinosa. Tutto dipenderà, ancora una
volta, dal comportamento dei Partiti che
s‟identificano al “centro” della politica
italiana. Oggi, però, è meglio non far
conto su nessuno.
Una maggioranza “atipica” ha lasciato
posto all‟attuale. Ma chi contava ieri vuole
contare anche oggi. E‟ umano, lo
comprendiamo, però non lo motiviamo.
“Maggioranza” e “Opposizione” hanno,
nel Nuovo Millennio, una concretezza
differente da quella degli ultimi decenni
del 1900. Dal 2008 a oggi, n‟è passata
d‟acqua sotto i ponti, e la sinistra non è
più quella di un tempo. Nel contesto, si
muovono, anche se in modo disarticolato,
le formazioni di Centro. Guidate da
uomini che hanno un passato politico
incerto o neppure quello. Come si può far
conto su un Esecutivo, dove la reazione
della parte centrista potrebbe deviare
l‟ago della governabilità?
Il nostro futuro prossimo sarà ancora
rappresentato da un equilibrio “instabile”.
Con conseguenze preoccupanti per
un‟economia che ha bisogno di stabilità
per potersi riprendere quel tanto per non
essere inglobata dai dictat di un‟UE che è
madre e matrigna per tutti i suoi Figli. I
tempi per le congetture sono maturati, ma
il nostro Primo Ministro non può
“garantire” anche le tattiche degli altri
uomini della sua squadra e della
maggioranza Parlamentare che, sino ad
ora, lo puntella.
LA STIMA
Gli italiani all‟estero, che prima erano una
“risorsa” economica, oggi potrebbero
avere anche una loro valenza sotto il
profilo politico. Secondo la “ National
Science Foundation”, in questi ultimi
quindici anni, sono stati centinaia gli
ingegneri, con le più disparate
specializzazioni, che hanno fatto rotta
lavorativa anche per il Nuovo Mondo.
Quindi, l‟Italia continua a perdere
personale qualificato e resta terreno di
lavoro precario.
Il problema del lavoro, da qualunque
aspetto si consideri resta di difficile
soluzione. I cicli produttivi sono rallentati
e i tempi migliori sembrano non arrivare.
L‟Italia potrebbe essere considerata come
una grande realtà produttiva per tutti. Se
fosse meglio amministrata, sarebbe
capace di dare utili non indifferenti. Tesi
ancor più percorribile proprio per la
presenza di un‟UE che dovrebbe avere
comuni interessi da tutelare. Per tentare
d‟andare oltre la crisi, che non è solo
politica, si dovrebbe puntare, però, su
attività a largo respiro. Con una duplice
finalità: migliori investimenti territoriali di
tipo comunitario e impiego delle
eccellenze in Patria.
La difficoltà, ben lo comprendiamo, c’è,
ma merita un approfondimento. Ora più
ammissibile che per il passato. Se
fossimo realmente convinti che i problemi
d‟Italia possano essere anche quelli
d‟Europa, la crisi potrebbe segnare il
passo. Invece, nonostante le apparenze,
esiste un complesso di Paesi UE che
“dirigono” l‟economia e altri che,
purtroppo, la subiscono. L‟Italia è tra
questi. La nostra valutazione potrebbe, in
seguito, servire a dare spazio a riflessioni
di generale interesse da parte di politici
realmente motivati. Ogni confronto sarà
attentamente presa in considerazione. La
buona volontà dei singoli potrebbe
trasformarsi in progetti da generalizzare.
Ben oltre la crisi politica che imperversa.
Giorgio Brignola
DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO
14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo,
usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia.
www.agoravox.it
13 Ceopolitica Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
Leggo stamattina, grazie a mio figlio "maschio" italiano un articolo condiviso da un giovane scrittore "maschio" italiano, di uno stupro commesso da
due giovani "maschi" italiani, Ferdinando Orlando e Lorenzo Costanzo, tratteggiati dai media d'oltremanica come figli di buona famiglia frequentanti
corsi postlaurea presso università londinesi...che a Londra il 26 febbraio 2017 stuprarono in un locale una 23enne non consensuale perchè ubriaca,
sono stati condannati perchè c'è un video di una camera di sorveglianza ripreso dopo l’accaduto che mostra i due ridere, congratularsi a vicenda e darsi
il cinque...io non ne avrei saputo nulla, eppure sono attenta alle notizie ahimè anche della nostra cronaca nera.
Mi ha sorpreso fortemente quanto ha sritto Giovanni Gaetani, qui su FB e lo riporto per intero, mi ha sorpreso Fede Riconi che ha scelto di prima matti-
na questo tema da condividere sulla sua pagina.Quanto a me vi scrivo mentre mia figlia ancora dormequia casa mia, arrivata ieri sera...come il fratello
vive a Marsiglia ed è in Italia per il matrimonio di una sua grande amica che si chiama Giulia come tutte le altre sue grandi amiche 4 giulie...poi le rac-
conterò questo fatto, e le dirò Buongiorno come a tutte voi e a tutti voi, maschi innamorati del rispetto. Doriana Goracci
La bimba cilena che fa la linguaccia tra i
poliziotti è il simbolo della rivolta mondiale
contro gli oppressori [Di Luca Telese]
all‟altro diventando subito incandescente.
Abbiamo visto tante piazze gremite, nella
storia di questi ultimi tre secoli, ma mai
una che si sia improvvisamente riempita
come questa. Non queste proporzioni o
questi tempi. Mai entrambe le cose in-
sieme. Pensateci solo per un attimo: la rab-
bia avvampa partendo dal casus belli più
classico, quello di un aumento di tariffe
della metropolitana. Una piccola fiammel-
la, un lampo che accende il riflettore sul
carovita, e che fa risvegliare il Cile infelice
dal suo apparente sonno incubatico.
Protagonisti della prima fiammata sono
stati i giovani. Studenti, sottoproletari che
infiammano il web e diventano la scintilla
primogenita della protesta. Ma poi questo
innesco fa detonare una miscela
dirompente: ingiustizia sociale, nuova pov-
ertà, lavoratori che non sbarcano il lunario
anche lavorando trenta giorni al mese.
In uno dei paesi più ricchi, annotano in-
creduli i neo-liberisti, dicendo una cosa
vera, ma senza capirla. Perché non è ques-
tione di numeri o di diagrammi sul Pil. Non
è una legge o un codicillo, una legge di
bilancio. Sono periferie di emarginati che si
sollevano contro un governo di cen-
trodestra che fino a ieri si sentiva sicuro,
ma che dietro una spolveratura di moder-
nità cela i volti di sempre.
È un turbine di contraddizioni questo retro-
palco del Potere, una ribalta che pullula di
uomini autoritari e fantasmi Pinocchettisti,
ex giovani con il sorriso d‟angelo, oggi ru-
gosi, che facevano da chierichetti al generale
assassino, e che oggi guidano le forze
dell‟ordine con la vecchia idea fissa della
repressione, dei calci in faccia ai ragazzi a
terra, delle baionette esibite insieme alle
medaglie.
Buoni borghesi conservatori, graduati e aris-
tocratici che prima chiedono il coprifuoco
come misura (illusoria) di igiene sociale, e
che poi improvvisamente, dopo aver mostra-
to i muscoli, rivelano la loro debolezza e
restano come interdetti: stupiti, se non
spaventati, dalla forza della reazione di
popolo che loro stessi hanno innescato, con i
loro miopi automatismi, legge-e-ordine, e
poi ovviamente Dio-patria-y-famiglia.
Sebastian Piñera, il presidente che in questo
momento si è ritrovato ad essere la maschera
allucinata di questo esercito in rotta, di ques-
to potere sorridente e logoro, si è spaventato
più di tutti per questa piazza.
Ha iniziato a promettere concessioni, a ven-
tilare aumenti salariali, sconti nelle tariffe.
Ma questa piazza fa pensare che il presi-
dente e i suoi uomini si siano rassegnati a
farlo troppo tardi, e anche molto male.
Tutto questo, la retromarcia dopo la minac-
cia, rientra in un copione recitato mille volte,
sui palcoscenici della storia. Quello che non
era mai accaduto era che una folla oceanica
paragonabile a questa potesse convocarsi in
piazza così, quasi per magia: senza un parti-
to che organizzasse la protesta, senza un
sindacato che diventasse infrastruttura del
malcontento, senza un leader che incantasse
le folle.
Senza neanche uno slogan, senza nemmeno
un simbolo, senza una sola bandiera politica.
Senza nulla che possa ricordare le vecchie
gioiose macchine da guerra del secolo Nove-
cento, e senza niente che sia solo parago-
nabile alle vecchie cinghie di trasmissione
degli apparati democratici.
Dentro il Rojava, guerra di Siria
Le uniche bandiere riconoscibili in piazza, a
Santiago – e nelle altre città che in tutto il
paese hanno riverberato la protesta – erano
quelle delle squadre di calcio. Solo nella
capitale ci sono otto club di serie A.
E i tifosi che abitualmente si fronteggiavano
sugli spalti ieri si abbracciavano in strada,
come per ribattezzarsi Fratelli in nome di
una causa più grande. È un grande bagno di
emozioni senza premeditazioni. Senza ideo-
logia. Senza piattaforme programmatiche.
La strategia è: cogli l‟attimo.
Dieci cadaveri in un giorno non hanno
spaventato nessuno. Dopo i saccheggi le tv
al plasma sono apparse nei mercatini di
quartiere a prezzi di saldo. È l‟onda sonora
delle radio che diventa l‟unico filo di sutura
tra mondi e generazioni diverse, il punto di
sintesi, ma anche il navigatore dei mani-
festanti.
YouTube è la calamita di tutto, l‟arsenale
delle munizioni con cui si combatte questa
guerra: video autoprodotti con la lingua
postmoderna degli spot e degli schermi tri-
partiti, montati in sincrono con la colonna
sonora senza età degli Inti-Illimani: El Pueb-
lo umido, Hamas será vencido.
Il 1973 e il 2019; mai nulla di così diverso –
nella storia è stato così vicino e connesso nel
racconto: perché il linguaggio della rete è
diacronico, mai logico, sempre essenzi-
almente emotivo.
E la rete è il grande fiume che contiene tutto,
che veicola la rabbia. La radio è il grande
metronomo che batte il tempo. Insieme il
media più antico e quello più giovane scan-
discono il ritmo: il web e la diretta diventano
il volano di un popolo che non ha bisogno di
altro che di se stesso.Questa non è una storia
che parla solo del Cile, solo del Sudamerica,
solo degli ultimi. È materia di studio sia per
i custodi del potere incerto che per i nuovi
ribelli senza spartito. È la storia delle società
moderne in cui le fratture aprono crepe nelle
dighe del consenso.
Le distanze geografiche si azzerano: Libano,
l‟Ecuador e la Francia possono risuonare per
una unica frequenza di racconto.
Questa ragazza di Santiago che fa la lin-
guaccia, trascinata via dai gendarmi di ques-
ta piazza di un milione e mezzo di persone,
non è una cosa del passato: è l‟anteprima di
una racconto ancora da scrivere, una profe-
zia di futuro.
https://www.tpi.it/esteri/cile
Due italiani a Londra hanno stuprato una donna
ubriaca nello sgabuzzino di una discoteca. A
stupro terminato i due hanno esultato, dandosi il
cinque, abbracciandosi e riguardando il video
della loro impresa, presi da un'incontenibile gi-
oia.
In quell'esultanza c'è tutto. C'è la nostra adoles-
cenza cresciuti a pane e YouPorn, categoria
"rape", "gangbang", "humiliation", incapaci di
distinguere il virtuale dal reale. Ci sono tutte le
ore di educazione sessuale che non abbiamo mai
fatto. Ci sono i milioni di "se l'è cercata" su Fa-
cebook, i miliardi di "se non avesse bevuto non
sarebbe successo".
C'è il riprovevole ideale dell'uomo cacciatore e
della donna preda. Del sesso come conquista e
delle donne-puttane. Delle donne "usa e getta",
da esibire come trofei, alla stregua di teste di ani-
mali appese al muro.
C'è, insomma, tutto quello che non dovrebbe es-
serci e che tuttavia continua a esserci, perpetrato
e replicato da una narrazione onnipervasiva e
subdola, apparentemente inarrestabile.
Dico "apparentemente" perché un'alternativa a
lungo termine c'è: insegnare a bambini e bam-
bine la cultura del consenso, quando sono pic-
coli, a 10, 8, 6 anni.
Non si scandalizzino né si spaventino i genitori,
perché è proprio per colpa di questo tabù sul
sesso che la cultura dello stupro imperversa e
avanza.
Il sesso: cattolicamente innominabile e da repri-
mere. Qualcosa che tutti fanno ma di cui nessu-
no parla. Una sorta di elefante nella stanza che
nessuno vuole nominare.
Ecco, se vogliamo davvero sconfiggere la cultu-
ra dello stupro, dobbiamo superare il nostro at-
avico pudore proto-cattolico e cominciare a par-
lare di sesso liberamente, apertamente, senza
paure.
Dobbiamo insegnare a bambini e bambine una
sessualità sana, rispettosa, consensuale. Una
sessualità consapevole e piena, che si discosti
dalla mera animalità, pur mantenendo un
legame rovente con la nostra animalità.
Insegnare ai bambini che "no significa no", che
l'amore si fa in due, che le donne non si
"conquistano" e che tra il sesso e il porno c'è
un abisso chiamato "realtà", da tenere sempre a
mente.
Insegnare alle bambine che non sono prede,
che non esistono "per darla", che un rapporto
sessuale finisce quando entrambi i partner han-
no avuto un orgasmo, che la masturbazione è
del tutto normale, e che essere promiscue non
significa essere puttane.
Se Ferdinando e Lorenzo (questi i nomi dei
due stupratori) avessero ricevuto un'educa-
zione del genere sin da bambini, non solo non
avrebbero esultato, ma avrebbero evitato di
escogitare il loro piano malefico, com-
prendendo l'asimmetria di facoltà e consenso
che intercorreva tra loro, arrivati in discoteca
da 6 minuti, e quella ragazza, ubriaca e in-
cosciente.
Invece Ferdinando e Lorenzo sono sulle pagine
di tutti i giornali britannici. Le parole
"stupratori" e "italiani" campeggiano ovunque,
e non ci sarebbe da stupirsi se qualche xenofo-
bo ne deducesse che tutti gli italiani sono
stupratori.
Un'altra ragazza, nel frattempo, a 23 anni si
ritrova a affrontare un trauma tanto infame
quanto evitabile.
Non diamoci per vinti. Un'altra umanità è pos-
sibile. Dobbiamo solo volerla.
Giovanni Gaetani - scrittore, attivista, umanista
Sentenza Ottobre 15
La ragazza cilena, bella e sorridente, stret-
ta tra due gendarmi, fa una linguaccia
mentre viene portata via a forza, e diventa
immediatamente simbolo: la trasgressione
che si fa simpatia. Le geometrie della lin-
gua che può parlare senza bisogno di pa-
role. Guardate bene quello che è a fuoco
nell‟immagine. il potere è di spalle e in
divisa, la protesta sta chiusa dentro l‟ovale
incantevole di donna, e sembra che non si
mai stata così giovane, mai così bella, di
fronte all‟immagine avvizzita degli oligar-
chi che intonano arrugginiti slogan patriot-
tici.
È questa linguaccia l‟icona accattivante, il
ritratto che immancabilmente è destinato
ad entrare nei libri di storia. È la ribellione
disarmata per cui chiunque non sia privo di
senno non può far altro che simpatizzare.
È – ancora una volta – Davide che vince
contro Golia. Ora sul campo di battaglia in
Cile ci sono sia le moltitudini che il foto-
gramma. Un milione e mezzo di persone
che compaiono sulla scena dal nulla, e per
un giorno trasformano Santiago, la capitale
del Paese, nella più grande piazza mediati-
ca del mondo. Accade anche questo nel
tempo delle “rivolte di Joker”: virtualità,
liquidità, sciami umani in movimento nello
spazio rapsodico di un click. E poi tam tam
mediatico, social, opinione che si travasa
in un nanosecondo da uno stato d‟animo
ci sono ancora certe Maestre...certe Donne, che denunciano e se ne buggera-
no del "danno d‟immagine, il buon nome"..da rispettare e andare piano pi-
ano a capire e poi ...piano piano a parlare. Grazie signora maestra per la sua
attenzione.
"Si è accorta che una sua alunna aveva dei lividi sulle gambe, oltre a mani-
festare comportamenti sospetti come frequenti pianti in classe. Così la
maestra, che insegna in una scuola elementare della provincia di Pavia, pri-
ma ha segnalato il caso alla dirigente dell‟istituto e poi ha deciso autonoma-
mente di rivolgersi alle forze dell‟ordine. Aquel punto la preside ha sospeso
per un giorno (non retribuito) la maestra, per aver violato il segreto d‟ufficio
e aver arrecato un danno d‟immagine alla scuola. La vicenda, avvenuta nel-
lo scorso anno scolastico, è oggi riportata dal quotidiano
„La Provincia pavese‟. L‟insegnante si è rivolta al Tribunale di Pavia. Il
giudice Donatella Oneto, dopo aver esaminato il caso, ha invitato la nuova
dirigente scolastica (che ha preso il posto di quella che aveva adottato il
provvedimento) a revocare la sospensione e arestituire alla docente la man-
cata retribuzione: l‟udienza è stata aggiornata a dicembre."
Lessico del razzismo democratico
Labour MPs 'don't want to back
Jeremy Corbyn as PM' as former
leadership hopeful Owen Smith
QUITS and more than 100 of his
own troops REFUSE to get be-
hind snap election
Labour leader was effectively giv-
en no choice but to cave in and
back PM's bill
But faced huge rebellion from
own MPs with more than 100 re-
fusing to back him
Some 11 Labour MPs, including
Margaret Beckett, voted against
an election
Jeremy Corbyn faces a huge battle to keep Labour together
during the snap election today amid claims some of his own
MPs don't want to see him as PM.
The veteran left-winger insists he is 'ready' for the dramatic
pre-Christmas contest, describing it as a 'once in a genera-
tion chance for change'.
But the scale of infighting within the party was underlined
last night when more than 100 of his own MPs ignored his
orders to back holding a snap election.
Meanwhile, former leadership contender Owen Smith has
announced he will not be standing in his Pontypridd constit-
uency, citing 'political and personal reasons'. Labour MPs
have ridiculed Mr Corbyn and his aides for believing they
are on the 'brink of a brave new socialist dawn', despite
grim polls for the party and him personally.
One told MailOnline: 'They think it is going to happen, he
will be walking into No10. A lot of Labour MPs don't even
want that.'
Labour was effectively dragged kicking and screaming into
backing an election last night.
For weeks the shadow cabinet and backbenchers had been
holding back Mr Corbyn and his closest allies, who were
desperate for a poll that is widely seen as the 70-year-old's
last chance for power.
But despite voting down a motion to call an election on
Monday, Labour was outflanked when it became clear Boris
Johnson had secured Liberal Democrat and SNP support
for a Bill triggering a ballot in December. Mr Corbyn then
performed a dramatic volte face by declaring that No Deal
had been taken off the table by the EU granting a Brexit
extension, and an election could safely be held.
However, more than 100 of his MPs – almost a half of them
– still defied their leader and did not vote for the December
12 election.
Some 11 Labour MPs, including Margaret Beckett, Ann
Clwyd, David Lammy, Barry Sheerman and Owen Smith,
actually voted against the election.
Another 104 Labour MPs abstained in the vote or did not
record one for another reason.It meant only 127 Labour
MPs voted with Mr Corbyn in favour of an election.
Shadow chancellor John McDonnell insisted the party can
COME E’ PROFONDA LA MANICA
Ennio Remondino
still win the election regardless of the massive splits.
'We're going to have a real go at this and I think we'll win,' he
told BBC Radio 4's Today programme. 'I think we'll have a
majority government by Christmas, so I can't think of a better
Christmas present basically.'
Mr McDonnell hailed Mr Corbyn as 'one of the best campaign-
ers I've ever seen'.
But he flannelled when asked how Labour would respond to
questions about whether it is pro-Brexit or pro-Remain.
'We're saying let the people decide,' he said.
Last night more than 100 of Mr Corbyn's MPs – almost a half
of them – defied their leader and did not vote for an election
on December 12. Another 11 voted no +6
Last night more than 100 of Mr Corbyn's MPs – almost a half
of them – defied their leader and did not vote for an election
on December 12. Another 11 voted no
He admitted there were 'a range of views' in Labour 'like every
political party', adding: 'The basic principle for us, not like the
Lib Dems who are just saying 'we're just going to revoke,
that's it', not like the Tories who are saying 'we're going to
foist upon you virtually a no deal to damage the economy',
we're saying - democracy, let the people decide.'
As Labour infighting raged yesterday, Mr Sheerman said
frontbenchers and whips were on the verge of resigning over
the poll.
He said it was 'sheer madness to hold the General Election in
December and on Boris Johnson's agenda', with the party
under the twin threat from the Lib Dems – who are targeting
Remainers – as well as the Brexit Party.
He told Sky News: 'The first person I bumped into as I came
into the Palace of Westminster this morning said he was re-
signing as a whip.
'I'm picking up that there's deep discontent on the frontbench
and in the Whips' Office.'
He added that Mr Corbyn had only been persuaded to back a
snap poll by two of his closest aides, Seumas Milne and Karie
Murphy.
'A clear majority of our Shadow Cabinet were against a De-
cember election yesterday but Jeremy Corbyn has been per-
suaded to override them after interventions from Milne and
Karie Murphy,' he tweeted.
Mr Smith announced his decision to quit within minutes of the
election vote last night.
He has been a vocal campaigner for a second Brexit referen-
dum, and was one of 20 MPs to vote against the snap poll.
In a short letter to Mr Corbyn, he did not spell out his motives
beyond saying they were 'political and personal'.
'It has been an enormous privilege to serve as a Labour MP
and I am truly proud to have represented by hometown of
Pontypridd over the last decade,' he said.
'I would like to thank all those in the Labour party and the wid-
er community who have supported me.'
Mr Smith challenged Mr Corbyn for the leadership in the wake
of the 2016 referendum, but was comfortably beaten by
313,209 votes to 193,229.
Mr Corbyn was forced to agree to an election yesterday morn-
ing after weeks of dithering.
On Monday he said a vote on December 12 was out of the
question because it would be too dark for many voters and
because some students would no longer be at university.
But yesterday morning Mr Corbyn had no choice but to say
the conditions for Labour to back a Christmas-time poll in the
Commons had now been met.
'I have consistently said that we are ready for an election and
our support is subject to a No Deal Brexit being off the table,'
he said.
'We have now heard from the EU that the extension of Article
50 to January 31 has been confirmed, so for the next three
months, our condition of taking No Deal off the table has now
been met.
We will now launch the most ambitious and radical campaign
for real change our country has ever seen. This is a once in a
generation chance to build a country for the many, not the
few. It's time.'
Later a bizarre video posted on Instagram by the Labour lead-
er showed him clapping his hands together and urging his
activists to get on the campaign trail with a thumbs up.
The pro-Corbyn Momentum movement pledged to mobi-
lise tens of thousands of activists to knock on doors in
marginal constituencies.
Based on US political campaigns, they will host hundreds
of campaign events, including phone bank parties, street
stalls, rallies and campus events.
National coordinator Laura Parker said: 'The choice before
us all is clear. On one side there is a Labour Party which
will invest in hundreds of thousands of good, green jobs,
unite our country and bring real change to communities
across Britain.
'On the other side, Tory No Deal extremists, who are hap-
py to sow division amongst us, will sell off our public ser-
vices and pitch our economy into chaos.'
Yesterday Labour suspended its so-called 'trigger ballots'
which are being held in constituencies up and down the
country to allow members to challenge sitting MPs.
So far only four MPs were triggered and none ended up
being deselected. Labour veteran Dame Margaret Hodge
survived her deselection vote on Monday night.
It is believed that any outstanding candidate selections will
be decided by the ruling NEC.
By JAMES TAPSFIELD, POLITICAL EDITOR FOR
MAILONLINE
5 da, Remocontro.it Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 12 LONDRA Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
I gesti e le parole del nostro razzismo quotidiano.
Davanti alle tragedie dell’oggi, un invito a ricon-
oscere il razzismo che serpeggia nell’uso degra-
dato delle parole di tutti i giorni, e che pure con-
tribuisce a produrle, quelle tragedie. Perché le
parole possono uccidere…
Ritrovando due libri, “Lessico del razzismo dem-
ocratico. Le parole che escludono”, di Giuseppe
Faso, e “Sulla lingua del tempo presente”, di
Gustavo Zagrebelsky.
Di Francesca de Carolis
Le parole che escludono
“Non ha ottenuto l‟unanimità la mozione per istituire una com-
missione straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo,
proposta da Liliana Segre. Il centrodestra si è astenuto. E quando i
senatori si sono alzati in piedi per omaggiare con un applauso la
senatrice a vita, quelli del centrodestra sono rimasti seduti senza
applaudire”…
Leggo su un quotidiano… ma ancora di più inquietano le immag-
ini di quei nostri rappresentanti, seduti, al margine destro, in una
calma indifferente che sa di ostilità. E diventa insulto un gesto in
sé innocuo come lo stare seduti e in silenzio…
E ancora di più suonano come insulti le “innocenti” parole che
sono seguite, sui perché e sui distinguo. E cos‟è razzismo, e cos‟è
un‟opinione, e quel “prima gli italiani”, ad esempio.
I gesti e le parole… bisognerebbe maneggiare gli uni e le altre con
più cautela.
Che dire dei crocefissi usati (condivido l‟espressione di Michela
Murgia) facendo riferimento a “dei marcatori culturali” usati
“come corpi contundenti”. A questo proposito propongo, per
ridare a Cristo quel che è di Cristo, un‟attenta e onesta rilettura
dei Vangeli…
Mentre per tornare ad un uso più accurato delle parole, suggerisco
la lettura incrociata di due libri nei quali mi sono imbattuta qual-
che tempo fa, quanto mai attuali.
Ospite, secondo us
Il primo libro: “Lessico del razzismo democratico. Le parole che
escludono” (ed. Derive/approdi) di Giuseppe Faso, che è inse-
gnante e, fra le varie cose, ha coordinato il centro Intercul-
turale Empolese-Valdelsa, e molto ha partecipato a esperienze
associative con lavoratori immigrati.
Ce ne snocciola un po‟, Faso, di parole tanto scontate da sem-
brare banali, persino, nell‟ovvio incedere del nostro parlare
quotidiano, ma che compongono il dizionario che pure rivela
tanto nostro razzismo. E non stiamo parlando della volgarità
del razzismo esplicito e cattivo. Ma di qualcosa di più
profondo, sottile, più pericoloso perché tutti ci pervade. Stia-
mo parlando del razzismo “democratico”, raffinato, di noi
persone educate, colte, intellettuali magari… Una parola scel-
ta, non a caso, dal libro di Giuseppe Faso: “ospite”. Quanto
distorta, svilita, infangata, negli ultimi tempi. E‟ parola nata
buona, accogliente come lo sono le porte spalancate. Sa di
abbracci, rispetto e condivisione. Sa di antica cortesia e di
buone usanze. L‟ospite è sacro, ci hanno insegnato fin da piccoli,
agli uomini e agli dei
Dalla rivista Kaos
L‟uso degradato delle parole
Eppure… “Se ne consideri l‟uso degradato”, ci dice Giuseppe Faso,
che tanto per cominciare cita un ricorso della Procura di Firenze nei
confronti di un cittadino straniero colpevole di non essersi presenta-
to in Questura, dove era stato convocato, perché la convocazione
non era tradotta nella sua lingua. Ecco: “Non si può piegare l‟auto-
rità del nostro Stato e la cultura millenaria che ci appartiene alle
esigenze di immigrati stranieri in larga misura entrati in origine
irregolarmente e che invece (…) devono sottostare, quali ospiti, alle
regole e agli usi adottati e rispettati dal padrone di casa”.
Ed ecco che una parola nata buona come il pane, “ospite”, carica
della sacralità di gesti che hanno segnato la nostra civiltà, viene
impiegata per negare il principio stesso dell‟ospitalità.
Quest‟idea degradata dell‟ospite rimbalza oggi un po‟ dappertutto,
e più che d‟accoglienza ha il sapore della definizione di limiti e
confini, se non del “respingimento” (parola orribile che fa ormai
parte del nostro lessico). E non vi sto a dire dei proclami di certa
politica molto in linea con il tono del testo del ricorso citato. Il
diavolo, si sa, s‟insinua nei dettagli. Pensate un po‟, mi sono imbat-
tuta nel dettaglio di una targhetta, di quelle che si appendono agli
ingressi delle case, che accanto al profilo di un simpatico cagnolino
recita: “Ricorda, quando vieni a casa mia, che il mio cane vive qui.
Tu sei solo un ospite”. E viene anche da sorridere magari…
Migrante=clandestino, zin-
gara=ladra
L‟elenco di parole degradate che Giuseppe Faso ha da tempo sco-
vato è ben lungo: altro, apprendimento, sicurezza, badante, legge,
cibo, ripulire, bivacco, decoro, dato di fatto….
Le parole non sono innocenti, dipende dall‟uso che se ne fa. Prov-
ate a pensarci voi, e se non riuscite a “vedere” il senso deviato di
queste parole che pure tutti i giorni pronunciamo, andate a consul-
tare il “Lessico del razzismo democratico” che, catalogando questi
e altri termini, ci inchioda alle nostre responsabilità. Puntando il
dito contro la pigrizia (e la malafede) di chi finge di spiegare realtà
complesse con semplificazione di pensiero e di linguaggio, e ce ne
spiega, di queste parole e semplificazioni, l‟uso strumentale e dem-
agogico. Così che alla fine per tutti, sotto sotto, chi migra è sempre
un clandestino, chi è clandestino è un terrorista, una zingara è sem-
pre una ladra… e le parole diventano proiettili che possono uc-
cidere, come spiegava un‟efficace campagna sociale di qualche
anno fa.
Il secondo libro: “Sulla lingua del tempo presente”, prezioso lavoro
di Gustavo Zagrebelsky. Bella riflessione sui luoghi comuni lin-
guistici la cui continua ripetizione è segno di una malattia degener-
ativa della vita pubblica, che si esprime in un linguaggio stereo-
tipato e kitsch, proprio per questo largamente diffuso e accolto”.
Prima gli italiani
Una parola per tutte. “Italiani”. Dovrebbe parlare di unione e fratel-
lanza, rimando a un inno alle cui note riusciamo persino a com-
muoverci (finanche se solo prima del fischio d‟inizio di una ten-
zone su un campo di calcio!), rimando alla storia che l‟Italia fece…
eppure “è diventata parte di un lessico dell‟ostilità”. Parola corrotta,
dice Zagrebelsky, dal momento in cui un partito è stato definito dal
suo capo “partito degli italiani” (partito è per definizione parte, gli
italiani dovrebbero essere il tutto), e oggi siamo a quel “prima gli
italiani” che sa di esclusione, respingimenti e morti, su frontiere
d‟acqua o di terra che siano…
Italiani. Ospiti. Due parole che saldandosi insieme, nel loro degra-
dato uso, chiudono il cerchio del nostro distorto orizzonte. Svuotate
del loro senso e riempite di veleni, diventano tarli, che polverizzano
l‟anima della nostra civiltà. Bisognerebbe pensarci, prima di demo-
craticamente commuoverci davanti alle tragedie che anche il nostro
colto e composto razzismo contribuisce a produrre…
FRANCESCA DE CAROLIS
Francesca de Carolis, giornalista, scrittore, ex
TG1, ex Radio 1. Attualmente si occupa di
carceri, nella speranza di contribuire a limare le
grate anche della nostra mente
“Programma centrodestra”
Pensione per le mamme, bollo auto e meno tasse per tutti: il programma di centrodestra
Il documento firmato da Berlusconi, Salvini e Meloni strizza l’occhio sia ai "ricchi" (Flat tax e abolizione dell'Imu), sia a chi vive sotto la soglia
di povertà: esenzione totale per chi non ha reddito, raddoppio delle pensioni di invalidità e aumenti alle minime
During the Holocaust, it wasn‟t
just the Jews who suffered at
the hands at the Nazis although
they bore the brunt of the rac-
ism and extermination at the
hands of the Germans and their
allies during World War II. The
Gypsies were also persecuted
during the reign of Hitler and his
henchmen.
The Nazis at their death camp
at Auschwitz gassed 800 chil-
dren including over 100 boys
between the ages of 9-14 on
this day. How did this ever be
allowed to happen?
The Gypsy people were hated
by the Nazis, the definition of
what constituted a Gypsy to the
Nazis was often the same as
what constituted a Jew in the
racist writings of the Third
Reich. As early as 1937, the
roundup of Gypsies was begin-
ning in Germany.
The Germans did little to conceal
their murderous plans. In 1937,
Dr. Robert Ritter, a racist with a
medical degree gave a presenta-
tion in Paris on what would be the
racial definition of Gypsies as the
Reich considered Gypsies
Sinti) from the labor camps to
Auschwitz.
In a bizarre twist, in one of the
camps in Auschwitz, BIIe the
6000 Roma were allowed to live
as families. Inside the Gypsies,
despite the deprivation and bru-
tal nature of the guards would
play their music, and have circus
-like performances. But a dis-
ease manifested itself there in
the inmates, Noma, which has
symptoms similar to leprosy. It
was then that the Germans de-
cided to eliminate the entire
6000 Roma in the camp. They
separated over 1400 that could
work and sent them to labor
camps and the remainder were
murdered by getting gassed.
Yes, it wasn‟t just the Germans
who carried out these heinous
acts, but the Austrians, Romani-
ans (a German ally), Croatia,
Vichy France, and others were
just as complicit in helping the
Germans deal with their “Gypsy
Problem.”
So great was the bias against
the Gypsies in Germany, that
after the war in 1950, the Gyp-
sies sought reparations from the
German government. However,
they would get no compensation
for their suffering or brutal mur-
derous treatment at the hands of
the Nazis like so many other vic-
tims of the Holocaust did. Ap-
proximately 1.5 million Gypsies
were murdered by the Nazis and
others during the war. And yet
their suffering went unheeded.
The German government, in its
decision, stated that “Gypsies
have been persecuted under the
Nazis not for any racial reason
but because of an asocial and
criminal record.” This slight was
not rectified until 1979 which by
then had seen many, if not most
of the survivors passed away.
https://sofrep.com/
“asocial.” In December of 1937,
Heinrich Himmler issued a decree
that provided grounds to arrest
people, not for committing crimes
but for being “asocial.”
The Nazis confined Gypsy (also
known as Roma) families at
Lackenbach beginning in 1939.
Yet, the rest of the world turned a
blind eye to what was happening
in Germany in the plight of the
Jews, the Gypsies, and others.
Once they began to acquire more
territory, the Jews and Gypsies
were quickly targets for elimina-
tion by wandering groups of
Einsatzgruppen or forced depor-
tation to the camps. In late 1941,
over 30,000 German gypsies
were deported to Poland. At the
same time there were over 5000
Austrian Gypsies deported to the
Lodz Ghetto, then the Chelmno
death camp where they were all
gassed in early 1942.
In Vichy France, the Secretariat
for Jewish Affairs rounded up
thousands of Gypsies and many
were shipped them off to Dachau,
Ravensbrück, and Buchenwald.
Some 15,500 died in the Nazi
camps while 40,000 survived in
the French internment camps.
In Croatia, the locals were only
too happy to help the German in-
vaders carry out their murderous
plans. They targeted the Jews,
Serbs, and Gypsies and out of
27,000 that were rounded up,
over 26,000 died. Other figures
put the number much higher,
close to 90,000.
In Italy, the Italians balked at
rounding up Gypsies, but after the
German occupation some of the
Italian Roma were rounded up
and sent away, but most however
escaped. The Hungarian Roma
fared little better. Over 30,000
were sent to the death camps and
there, 27,000 were murdered and
never returned. A rate of 90 per-
cent.
It was in 1943 that the Germans
began moving all of the Gypsies,
(Roma and another group called
6 Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 11 Storia Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
31 OTTOBRE 1944, 800 GYPSY CHILDREN
iente bollo sulla prima auto, introduzione del prin-
cipio del divieto di tassazione in assenza di reddito,
abolizione del limite all‟uso del contante, riforma
del sistema tributario, pagamento di tutti i debiti
della pubblica amministrazione. E poi ancora: flat
tax, aumenti alle pensioni (sia minime che di inva-
lidità), azzeramento della legge Fornero,
"azzeramento della povertà assoluta con un grande
Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione
di estrema indigenza", lotta al terrorismo, ripresa
del controllo dei confini e rimpatrio di tutti clandes-
tini.
I conti in tasca ai partiti: quanto costano le promesse
Il centrodestra ha trovato la quadra sul programma
di governo da realizzare in caso di vittoria alle
elezioni del 4 marzo 2018. Lo ha annunciato su Fa-
cebook il segretario della Lega Matteo Salvini:
"Ecco scritto, nero su bianco, il programma comune
del centrodestra, con tanti punti voluti dalla Lega,
con il quale andremo a governare", si legge nel post
condiviso dal leader del Carroccio.
Si tratta, meglio premetterlo, di un foglio di carta
che vale quel che vale viste le promesse in ballo. Ce
n‟è per tutti: il centrodestra strizza l‟occhio sia ai
"ricchi" (Flat tax e Imu), sia a chi vive sotto la
soglia di povertà (pensioni, Irap, bollo auto, reddito
di dignità etc).
La grande incognita (usiamo un eufemismo) sono
ovviamente le coperture. Secondo Berlusconi "i
costi per flat tax, cancellazione di Irap, aumento
delle pensioni minime, revisione del sistema pen-
sionistico, reddito di dignità sono di 100 miliardi di
euro". Una cifra esorbitante, pari a circa 1/8 del to-
tale della spesa pubblica. Ma la soluzione è a porta-
ta di mano: "Le coperture disponibili - ha detto il
Cav ai microfoni di Rtl 102.5 - sono intorno ai 270
miliardi". Vale a dire dieci manovre finanziarie.
Una somma, diciamolo chiaramente, impossibile da
reperire per qualsiasi governo.
Berlusconi, pensioni imu e tasse-2
E infatti ciò che il centrodestra non dice è dove
Confermata anche l‟introduzione della Flat tax "per
famiglie e imprese con previsione di no tax area e
deduzioni a esenzione totale dei redditi bassi e a gar-
anzia della progressività dell‟imposta con piena
copertura da realizzarsi attraverso il taglio degli
sconti fiscali".
Niente tasse per chi è esente da reddito
Oltre a non pagare Imu e bollo auto, chi non per-
cepisce uno stipendio si vedrà dunque dispensato an-
che dal pagamento di Irap e dell‟imposta sulle dona-
zioni e successioni. Più in generale il centrodestra
intende introdurre un "principio del divieto di tassa-
zione in assenza di reddito".
Reddito di dignità
"Azzeramento della povertà assoluta con un grande
Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di
estrema indigenza, allo scopo di ridare loro dignità
economica", si legge in un altro punto del program-
ma. Si tratta probabilmente del "reddito di dignità" a
cui Berlusconi ha già accennato più volte. Secondo il
Cav, dunque, non solo gli indigenti "non pagheranno
alcuna tassa ma sarà lo Stato a versare un‟integra-
zione fino a livello dignità previsto dall‟Istat in
funzione di parametri del numero di familiari e di
luoghi di residenza. Per esempio circa 1250 euro
mese servono a famiglie con due figli".
Quota 41 e aumenti alle minime: tutte le promesse
sulle pensioni
Capitolo immigrazione
Non poteva mancare qualche promessa su un tema
molto caro alla Lega. Salvini & co promettono il
"blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e
stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei
migranti economici". Il centrodestra intende rimpatri-
are "tutti i clandestini" e far partire un non meglio
precisato "piano Marshall per l‟Africa". I soldi d'altra
parte non mancano
prenderà i soldi: solo un trafiletto del programma è
dedicato alle possibili nuove entrate, da ottenere me-
diante un "taglio visibile" degli sprechi reso pos-
sibile dall‟effettiva "introduzione del principio dei
fabbisogni e dei costi standard". Vediamo comunque
le proposte nel dettaglio.
Previdenza: aumenti alle minime e
pensione per le mamme
Il capitolo pensioni è molto ricco. Confermati gli au-
menti alle pensioni minime (anche se non viene
dichiarato l‟importo), il centrodestra promette anche
un non meglio specificato assegno per le mamme,
una proposta cui Berlusconi aveva già accennato
qualche tempo fa ("Serve una pensione anche a
quelle persone che lavorano di più. Al sabato, alla
domenica, la sera e la notte. Sempre: le mamme").
Tra gli altri punti del programma il "raddoppio
dell‟assegno minimo per le pensioni di invalidità e
sostegno alla disabilità". Infine non poteva mancare
l‟azzeramento della legge Fornero "e nuova riforma
previdenziale economicamente e socialmente sos-
tenibile".
Perché è quasi impossibile abolire la legge Fornero
Bollo auto
Confermata anche l‟intenzione di intervenire sulla
tassa di possesso degli autoveicoli. "No al bollo sulla
prima auto", si legge in uno dei punti del programma.
Dal pagamento del bollo saranno inoltre dispensate
tutte quelle persone esenti da reddito.
Tasse, dall‟Imu alla Flat Tax
Sull‟Imu vale quanto già detto per il bollo auto. Il
centrodestra promette di abolire la tassa sulla prima
casa e di dispensare dal pagamento dell‟imposta colo-
ro che non hanno reddito. Attualmente l‟Imu sulla
prima casa si paga solo se l'abitazione principale rien-
tra in una delle categorie catastali di lusso A1, A8 o
A9.
Molti anni fa un cantautore italiano
scrisse una struggente canzone per le
vittime di Auschwitz, affermando
profeticamente “ancora non è contenta di
sangue la bestia umana”. Ma lo sterminio
degli ebrei da parte dei nazisti non fu un
peccato originale: spesso si dimenticano
altri genocidi, come quello degli Armeni, o
dei nativi americani o degli aborigeni del
continente australe. Poi ci sono atrocità
ancor meno conosciute, perpetrate negli
anni a cavallo della seconda guerra
mondiale, perché commesse in quel sud-
est asiatico così lontano da noi
geograficamente e culturalmente, quando
ancora la globalizzazione era un concetto
astratto. Il Massacro di Nanchino, anche
detto “Stupro di Nanchino” è uno di quegli
episodi che impediscono di pronunciare
parole adeguate, di esprimere ogni
possibile commento sull‟atrocità dei
comportamenti umani, che nulla hanno a
che vedere con azioni di guerra.
Uno dei tanti bambini vittime del
Massacro di Nanchino
Alla fine degli anni ‟30, mentre l‟Europa
andava inesorabilmente incontro alla
seconda guerra mondiale e agli orrori del
regime nazista, in Asia era già in atto il
secondo conflitto sino-giapponese, che si
protrasse dal luglio 1937 al settembre
1945, quando il Giappone fu costretto ad
arrendersi incondizionatamente.
Teste mozzate di abitanti di Nanchino
La Repubblica di Cina tentava di
difendersi dall‟invasione dei giapponesi,
che volevano lanciarsi alla conquista
dell‟Asia.
Il generale giapponese Iwane Matsui
entra a Nanchino
Alla fine del 1945 il conto dei caduti cinesi
ammontava a 20 milioni, tributo di vite
umane secondo solo a quello dell‟Unione
Sovietica. Si stima che 16/17 milioni di
quelle vittime fossero civili disarmati e
indifesi, travolti da una ferocia bestiale.
Cadaveri accanto al fiume Qinhuai
Ferocia bestiale che probabilmente
raggiunse il suo apice durante le sei
settimane successive alla conquista della
città di Nanchino, allora capitale della Cina.
Un inerme contadino cinese ucciso a
sangue freddo
Durante la loro marcia di conquista, i soldati
giapponesi erano stati autorizzati, con
l‟approvazione dello stesso imperatore
Hirohito, a non tenere in considerazione le
convenzioni internazionali che
proteggevano i prigionieri di guerra, anzi:
Gli ufficiali dovevano proprio bandire
l‟espressione “prigioniero di guerra”
Avvicinandosi alla capitale, i soldati
giapponesi si erano già dimostrati capaci di
azioni criminali che avevano costretto la
popolazione rurale a riversarsi in città, dove
nessuno trovò la salvezza ma piuttosto una
morte atroce.
Dopo la resa di Nanchino, il 13 dicembre
1937, le truppe giapponesi uccisero un
numero di persone difficile da quantificare,
ma che si aggira tra le 200 e le 300 mila
(secondo fonti USA desecretate da poco le
vittime furono 500 mila), incendiarono e
saccheggiarono la città, stuprarono migliaia
di donne, anche bambine e anziane, prima
di torturale e ucciderle in modi atroci. A
tanto orrore assistettero alcuni stranieri
residenti a Nanchino e qualche giornalista,
sia straniero sia giapponese. In una lettera
alla famiglia un missionario scrisse:
È una storia orribile da raccontarsi; non so
come incominciare né come finire. Non
avevo mai sentito o letto di una tale
brutalità. Stupri: stimiamo che ce ne siano
almeno 1.000 per notte e molti altri durante
il giorno. In caso di resistenza o qualsiasi
segno di disapprovazione arriva un colpo di
baionetta o una pallottola
Vennero stuprate circa 20.000 donne
pubblicamente, e spesso di fronte ai loro
familiari, poi tutti venivano uccisi. I soldati
giapponesi rastrellarono sistematicamente
gli edifici di Nanchino, prelevando ragazze
che venivano denudate e legate lungo le
strade, per consentire a qualsiasi militare di
violentarle. Alla fine venivano impalate con
canne di bambù o con le baionette, mentre
le donne incinte erano sventrate. Nemmeno
i bambini riuscirono a suscitare la pietà degli
invasori: molti furono mutilati, violentati,
sbudellati e poi lasciati morti a terra per
giorni interi.
La decapitazione di un soldato cinese
Le vittime del massacro furono sepolte in
fosse comuni, a volte anche vive, oppure
gettate nelle acque del Fiume Azzuro,
oppure ancore bruciate, nel tentativo di
mascherare in qualche modo la portata
dell‟eccidio, durante il quale due soldati
I Curdi sono nostri fratelliIpotesi, tra Storia e Mito, dello studioso Felice Vinci, autore di “Omero nel Baltico” e neo Presidente onorario della Fondazione Levi Pelloni.
Il Massacro di Nanchino: l’Eccidio
dimenticato di 300.000 innocenti
di ANNALISA LO MONACO
Perché i Curdi sono nostri fratelli? An-
diamo con ordine. In un articolo uscito
qualche anno fa su una importante
rivista di filologia classica, intitolato
“Ancient Curetes and the Western Bal-
tic tribe of Kuri”, la professoressa Ilze
Rimniece mostra alcuni suggestivi par-
alleli a supporto dell‟ipotesi che vi sia
un rapporto fra gli antichi Cureti della
mitologia greca ed i Curi o Curoni, una
tribù di guerrieri e navigatori del mondo
baltico. Questi ultimi, chiamati Curetes
dallo storico medievale danese Saxo
Grammaticus (1150 c. – 1220 c.), han-
no dato il loro nome alla Curlandia,
una regione della Lettonia che cor-
risponde alla Curetia di Saxo. Ora, se
consideriamo che proprio nel Baltico
orientale si trova la figura di un dio su-
premo, chiamato Dievas in lituano e
Dievs in lèttone, che nel folklore ha le
caratteristiche sia del dio cristiano che
del greco Zeus, sembra effettivamente
naturale collegare queste Curi baltici
del Medioevo con i misteriosi Cureti
(Kouretes) della mitologia greca, ad-
oratori di Zeus ed in particolare protag-
onisti del mito della sua nascita sul
monte Ida a Creta: Omero ne parla
come una popolazione bellicosa in
conflitto con gli Etoli (oltretutto Dievas
è quasi identico a Di(v)os, il nome di
Zeus in greco nel caso genitivo).
D'altra parte, il filologo tedesco Walter
F. Otto ha trovato analogie tra Zeus e
Teshub, il grande dio della tempesta
degli Hurriti (o Khurriti, un popolo che
verso il XVI secolo AC era stanziato in
Anatolia, imparentato con i Mitanni,
che parlavano una lingua in-
doeuropea). Un'altra analogia con la
mitologia greca si riferisce all'assalto
all'Olimpo da parte di due giganti, Oto
ed Efialte, raccontato nell‟Odissea, par-
agonato da Robert Graves al mito hur-
rita in cui due fratelli divini attaccano il
Monte Hazzi. E sempre ad un mito hur-
rita viene accostato il racconto, con-
tenuto nella Teogonia di Esiodo, della
castrazione di Urano, avo di Zeus. In-
somma, date queste singolari conver-
genze tra le rispettive mitologie, si può
legittimamente ipotizzare una sorta di
continuità tra i Cureti omerici e gli Hurri-
ti-Khurriti anatolici, presumibilmente
riconducibile alla diaspora in-
doeuropea. Ma ciò che è più
sorprendente, e che ci porta all'ultimo
anello di questa catena di cor-
rispondenze, è che il paese degli anti-
chi Khurriti si sovrappone quasi esatta-
mente a quello dei Curdi di oggi!
Il Kurdistan è una vasta regione che si
estende tra la Turchia centrale e in par-
ticolare quella orientale, l'Iran occi-
dentale, l'Iraq settentrionale e la Siria
settentrionale. Va anche notato che
nella leggenda curda più famosa,
quella di "Kawa il fabbro", il nome del
protagonista è identico a quello del ka-
ves (o koes), il sacerdote dei mitici
Cabiri della mitologia greca, probabil-
mente legati ai misteri di metallurgia.
Inoltre, in un racconto curdo
tradizionale troviamo una chiara allu-
sione al mito di Ulisse (tuttavia esso è
più vicino alla versione celtica, intitolata
Merugud Uilix maic Leirtis, che indica
che probabilmente non deriva
dall'Odissea omerica, ma piuttosto da
una tradizione indoeuropea parallela).
Ma, in ogni caso, un confronto tra il
DNA dei Curdi e quello degli attuali
Curlandesi può verificare la validità di
questa catena che si estende attraver-
so i secoli, dai Cureti omerici agli Curdi
odierni, e confermare se questi due
popoli siano davvero connessi.
Ma se già un possibile rapporto con il
mondo dell‟antica Grecia ci fa sentire i
Curdi molto più vicini di quanto non
potesse pensare, una relazione non
meno inaspettata e forse ancor più
stretta si può stabilire con il mondo
dell‟antica Roma. Cominciamo col dire
che un appellativo degli antichi Romani
era “Quirites”: secondo un‟antica
tradizione, questo termine era una cor-
ruzione di Curites (dal nome della città
sabina di Cures), ossia il nome della
tribù di Sabini originariamente stanziati
sul Quirinale e devoti al dio Quirino.
All'origine della storia dell‟Urbe i Curiti,
dopo essersi scontrati con i Latini di
Romolo – il leggendario episodio del
Ratto delle Sabine – si fusero con essi
diventando un solo popolo e condi-
videndo coi Latini il governo della neo-
nata Roma, al punto che il loro re Tito
Tazio regnò insieme con Romolo: da
qui derivò ai Romani l'appellativo di
Quiriti. Non solo: il secondo re di Roma,
Numa Pompilio, genero di Tito Tazio,
era anch‟egli originario di Cures. E che
vi sia un rapporto diretto tra Roma,
Cures e i Cureti ce lo attesta la capra
Amaltea, figlia del curete Haimonios,
anch‟essa legata, come i Cureti, al mito
della nascita di Zeus, del quale fu la
nutrice sul monte Ida: infatti, secondo
l‟autorevole testimonianza di Agostino,
essa era effigiata nel primitivo Cam-
pidoglio.
Ma ora andiamo a Cures, la città più
importante dei Sabini, che sorgeva nei
pressi dell‟attuale Passo Corese, fra-
zione di Fara in Sabina, a poco più di
30 km dal centro di Roma. Non lontano,
si erge nella pianura il monte Soratte,
che fu utilizzato come luogo di culto dai
Sabini, dai Capenti, dai Falisci e dagli
Etruschi. Tale vocazione si tramandò ai
Romani con il culto di Soranus Apollo.
Soranus era un'antica divinità italica,
venerata da varie popolazioni dell'Italia
centrale: il centro del suo culto era sul
Soratte; i suoi sacerdoti, chiamati Hirpi
Sorani ("Lupi di Sorano"), nel corso
delle cerimonie camminavano sui car-
boni ardenti, reggendo le interiora delle
capre sacrificate (che a questo punto
potrebbero forse essere messe in rap-
porto con Amaltea, la capra di Zeus). E,
non a caso, nei pressi del Soratte, a
qualche chilometro da Cures e da Pas-
so Corese, vi era il Lucus Feroniae, il
bosco sacro della dea Feronia, paredra
di Sorano.
Ma perché abbiamo tenuto a soffermar-
ci sul Soratte e su Sorano? Perché,
dopo aver trovato un fitto reticolo di cor-
rispondenze tra il mondo classico, i Cu-
reti, i Khurriti e i Curdi, scopriamo un
collegamento diretto proprio fra questi
ultimi ed il primitivo mondo romano-
sabino: infatti “Sorani” è il nome del
“curdo centrale” (Kurdîy nawendî), os-
sia la lingua curda parlata dalle popola-
zioni curde dell'Iraq settentrionale e
dell'Iran occidentale. Per inciso, le tre
lingue curde – il Kurmanji (Curdo set-
tentrionale), il Sorani (curdo centrale) e
il Palewani (curdo meridionale) – ap-
partengono al ramo iraniano della fami-
glia indo-europea. Il termine “Sorani” –
una delle due lingue ufficiali dell'Iraq
insieme all‟arabo, parlata da circa 9-10
milioni di persone e semplicemente in-
dicata come "curdo" nei documenti
politici – prende il nome da Soran, un
emirato musulmano sunnita curdo
del Kurdistan. A sua volta questo nome
sembra essere legato al clan ariano di
Soren, che durante il regno di Yazdgerd
di Persia governò quello che oggi è no-
to come Kurdistan iracheno. “Soran” è
anche un distretto del governatorato di
Erbil del Kurdistan iracheno, al confine
con l'Iran e la Turchia; la sua città prin-
cipale è Diana, che è anche chiama-
ta Soran.
Da tutte queste convergenze, che
sarebbe arduo ritenere casuali, possia-
mo arguire che l‟antico popolo dei Cu-
reti, inizialmente abitanti nel nord, du-
rante la diaspora indoeuropea abbia
preso strade diverse: alcuni sono rimas-
ti sulle rive del Baltico, dove erano stan-
ziati già nei tempi omerici (sono infatti
citati nell‟Iliade, come abbiamo rilevato
nel saggio Omero nel Baltico. Le origini
nordiche dell‟Odissea e dell‟Iliade, in cui
abbiamo ricostruito l‟originario mondo
omerico, identificabile con l‟età del
bronzo nordica); altri hanno finito per
stanziarsi nella penisola anatolica; un
terzo gruppo ha passato le Alpi e,
scendendo per la penisola italiana, in-
fine si è fermato nel Lazio, dove ha dato
un importantissimo contributo alla storia
della Roma arcaica.
È ragionevole aspettarsi che analisi
mirate sul DNA delle popolazioni che
vivono in Curlandia, nel Kurdistan e
nell‟area della Sabina diano una confer-
ma al sorprendente quadro che qui ab-
biamo cercato di delineare, da cui intan-
to possiamo dedurre che i Curdi, e così
pure i Curlandesi, sono nostri fratelli:
siamo tutti figli dell‟Europa.
Felice Vinci
(Felice Vinci 30 ottobre 2019)
7 Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 10 Comuncati Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Ottobre 2019
giapponesi fecero addirittura una
scommessa, seguita dai giornali nipponici
come fosse una sfida sportiva, su chi avesse
per primo ucciso cento cinesi con la propria
spada.
La raccapricciante sfida di due soldati
giapponesi, raccontata da un giornale
nipponico
Alla fine della seconda guerra mondiale
alcuni degli ufficiali che comandavano le
truppe giapponesi furono processati: il
generale Matsui e l‟allora ministro degli esteri
Koki Hirota furono condannati a morte,
insieme ad altri cinque criminali, mentre lo zio
dell‟imperatore, il principe Asaka, presente a
Nanchino durante le atrocità commesse,
riuscì ad ottenere l‟immunità perché membro
della famiglia reale.
Innocenti sepolti vivi in fosse comuni
Nonostante le prove evidenti del massacro, in
Giappone molte associazioni di veterani
hanno continuato a negare l‟eccidio fino a
non troppi anni fa. Solo nel 1995 il Giappone
si scusò formalmente con la Cina per le
azioni dell‟esercito giapponese, ma non in
forma scritta, come sarebbe stato
auspicabile.
Il ghigno bestiale di un soldato giapponese
con una testa mozzata nelle mani
Eppure, ancora oggi, sono molte le
personalità di spicco nipponiche (politici,
industriali, legislatori) che continuano a
negare le atrocità commesse dalle loro Forze
Armate, come fosse disonorevole
l‟ammissione della colpa, e non invece il
crimine commesso.
Del massacro sono stati scritti molti libri e
girati diversi film. Uno fra questi è “Black Sun
– The Nanking Massacre”, del 1995, di cui
trovate sotto il trailer:
https://www.vanillamagazine.it
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Lo scontro tra due auto lungo via Sturzo a Benevento MONTELLA, LA PICCOLA GIOIA NON CE L’HA FATTA Dall‟ospedale Monaldi di Napoli al Bambino Gesù di Roma, questo era stato il viaggio della piccola di tre anni e della famiglia Marano di Montella Aggiornamento ore 15:00 – I fu- nerali della piccola Gioia Marano di Montella si terranno Lunedì nella cittadina altirpina che ab- braccerà la famiglia che ha fatto non pochi sacrifici per la speranza di un nuovo cuore per la loro figlia. La piccola Gioia di Mon- tella (tre anni) era in attesa di un nuovo cuore e viveva grazie ad un piccolo cuore artifi- ciale, impiantato per la prima volta al mondo. Originaria di Montella si era dovuta trasferire con tutta la sua famiglia a Roma, all‟ospedale Bambino Gesù. Purtroppo non ce l‟ha fatta Gioia Marano, la triste notizia raccoglie sgomento in tutta l‟Al- ta Irpinia, ma soprattutto a Montella, da dove proveniva la famiglia Marano. Montella Giovanni Marano e sua moglie avevano dovuto abbandonare il proprio lavoro per restare vicini alla propria piccola. Si davano il cambio tra di loro: uno restava in repar- to ed uno alloggiava presso un istituto religioso Ma perché si trovava a Roma?Perché dalla sera di un anno fa, il 25 luglio, dal pronto soccorso di Avellino è stata diagnosticata una “miocardiopatia dilatativa”. Da Avellino il trasferimento a Napoli, ma nel polo di rifer- imento dei trapianti pediatrici è tutto fermo. I trapianti sono sospesi al Monaldi di Napoli ed il Ministro della Salute di allora Giulia Grillo stava proseguendo nel lavoro di riavvio delle attività. Poi il trasferimento a Roma in elicottero all‟ospedale Bambino Gesù, dove è stato fatto il trapianto record al mondo, ma ha costretto una famiglia a trasferisci fuori regione. La famiglia Marano di Montella si trovava in grosse difficoltà economica e dall‟Irpinia sono arrivati i primi aiuti con raccolte fondi. A partire da Bagnoli Irpino, che l‟estate scor- sa aveva raccolto più di 3.000 Euro, ma non solo. SENZA COMMENTI ! CON UN PROGRAMMA ELETTORALE DEL GENERE VINCEREBBERO ANCHE CON IL PROPORZIONALE PURO Pensione per le mamme, bollo auto e meno tasse per tutti: il programma di centrodestra Il documento firmato da Berlusconi, Salvini e Meloni strizza l‟occhio sia ai "ricchi" (Flat tax e abolizione dell'Imu), sia a chi vive sotto la soglia di povertà: esenzione totale per chi non ha reddito, raddoppio delle pensioni di invalidità e aumenti alle minime Pagina 6 IL PROGETTO Giorgio Brignola Con effetti discutibili, la partita politica PD/M5S continua. Comunque, da quanto è emerso, il quadro istituzionale potrebbe ancora cambiare. Il Potere Legislativo è stato varato ma con palesi difficoltà. Quello esecutivo è ancora da assimi- lare; ma già è motivo d‟attrito tra i partiti d‟”opposizione”. Di più non è possibile eviden- ziare proprio perché non sono ancora operativi tutti i contenuti degli accordi. Nella foga della disamina, resta da chiarire come andrà a essere gestita la politica della formazione di “centro/sinistra” con possibili aperture esterne di sostegno. Non è neppure da escludere, però, la cobelligeranza dei partitini che, all‟occorrenza, potrebbero fare “numero” nel mucchio. La strategia di governo sarà il banco di prova per la “tenuta” di un Esecutivo il cui Primo Ministro “bis” dovrà fare i conti con un Parlamento diver- so da quelli passati. Date le ammissibili “novità”, potrebbe avere buon gioco anche una sorta di “fiducia” con voto segreto. Se l‟accordo attuale non dovesse essere condiviso da una certa ala parlamentare, non ci sarebbero altre occasioni. Il Potere Legislativo continuerà almeno al varo di una nuova legge elettorale. CALABRITTO & DINTORNI ANEDDOTO E ORIGINE DE LU CHIAZZAIUOLU Nel lontano 1972, frequentavo l' Istituto Professionale e di tanto in tanto davo una mano ai miei nel campi in contrata Persano. Il terreno confinava con un Z 'Tutuccio, un' arzillo 60ente. Spesso mi ricordava un vecchio detto caposelese sui calabrittani (dell' epoca ovviamente) che narrava:" Calavruttani, mangia patate, scazza purucchi e sona campane" Un giorno stanco di ascoltarlo gli dissi: Z 'Turu', guarda che le campane le suonate anche voi" E lui, si ma poi noi anciamo a lavorare la terra, a voi invece piace stare in piazza a fa li chiazzaiuoli, le vostre terre sono a saurizza (incolte) e da qui l' origine de: Lu Chiazzaiuolu Calabritto e dintorni Vorrei ricordare che questa e' una storia d' altri tempi e non ha niente o poco a che vedere dei calabrit- tani odierni [cg] Luci d’Artista: gli animali luminosi invadono la Villa Comunale Proseguono senza sosta i montaggi delle installazioni per la prossima edizione di Luci d‟Artista al via dal 15 Novembre. La Villa Comunale si appresta a trasformarsi un uno zoo luminoso con leoni, cerbiatti, cervi e tanti altri animali. Tra l‟altro dovrebbe approdare an- che un enorme elefante per la gioia dei piccini. CALABRITTO & DINTORNI ultime ore il decesso. Sull'accaduto sono in corso le indagini degli agenti della Polizia Municipale di Benevento che avevano effettuato i rilievi. La salma del 69enne è ora in obitorio al Rummo in attesa delle decisioni della mag- istratura che potrebbe disporre accertamen- ti medico legali. Come si ricorderà, dopo il violento impatto i comitati di quartiere e i residenti avevano chiesto ed ottenuto un incontro con il sindaco Mastella per esporre una serie di pericoli quaotidinamente presenti lungo quel tratto di strada per i pedoni e gli auto- mobilisti. Dopo quasi sei mesi di ricovero nel reparto di rianimazione dell'ospedale Rummo di Benevento è morto il 69enne di Riccia, in provincia di Campobasso, che lo scorso 12 maggio era rimasto gravemente ferito in un incidente stradale (LEGGI) registrato lungo via Sturzo, la strada che da contrada Santa Colomba conduce al Casale Macca- bei. Come si ricorderà, lo scontro, avvenuto di domenica mattina, aveva interessato la Toyota Verso guidata dal 69enne residente in provincia di Campobasso e una Fiat 500 condotta da una 23enne di Benevento. Le condizioni dell'uomo erano apparse subito gravi e per questo era stato trasferito al Rummo in codice rosso a causa delle molteplici e gravi ferite riportate. Nelle Il Sud sta morendo: un milione di giovani in fuga. Disoccupazione alle stelle Il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, da 362 mila a 600 mila (nel Centro-Nord sono 470 mila)”. Così la Svimez che parla “di sacche di crescente emarginazione e degrado sociale, che scontano anche la debolezza dei servizi pubblici nelle aree periferiche”. E definisce “preoccupante la crescita del fenomeno dei „working poors'”, ovvero del “lavoro a bassa retribuzione, dovuto a complessiva dequalificazione delle occupazioni e all‟e- splosione del part time involontario”. Nel 2019 “si rischia un forte rallentamento dell‟economia meridionale: la crescita del prodotto sarà pari a +1,2% nel Centro- Nord e +0,7% al Sud”. È quanto prevede la Svimez, nelle anticipazioni del Rappor- to di quest‟anno. Nel 2017, si spiega, “il Mezzogiorno ha proseguito la lenta ri- presa” ma “in un contesto di grande incer- tezza” e “senza politiche adeguate” rischia di “frenare”, con “un sostanziale dimezza- mento del tasso di sviluppo” nel giro di due anni (dal +1,4% dello scorso anno al +0,7% del prossimo). “Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila resi- denti: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all‟estero. Quasi 800 mila non sono tornati”. E‟ questo il „bollettino‟ della Svimez sulla „fuga‟ dal Sud, il cui peso demografico non fa che diminuire. La Svimez, l‟associazione per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno, nelle antici- pazioni del Rapporto 2018 lancia l‟allarme sul “drammatico dualismo generazionale”. E spiega: “il saldo negativo di 310 mila occupati tra il 2008 e il 2017 al Sud è la sintesi di una riduzione di oltre mezzo milione di giovani tra i 15 e i 34 anni (- 578 mila), di una contrazione di 212 mila occupati nella fascia adulta 35-54 anni e di una crescita concentrata quasi esclusiva- mente tra gli ultra 55enni (+470 mila unità)”. Insomma, sintetizza, “si è profon- damente ridefinita la struttura occupa- zionale, a sfavore dei giovani” IL BUON PARLAMENTO SI VEDE DAL MATTINO “Occorre elaborare un meccanismo ele- torale meritocratico in tutti i sensi, perche‟ dal mattarellum al rosatellum in parlamento e‟ stato eletto il peggio del peggio. Noi quell meccanismo l‟ ho abbiamo elaborato alcuni anni fa” : L‟ UNIVERSALUM Meta‟ collegi uninominali e meta‟ propor- zionali con due preferenze. Nei collegi uninominali vanno candidati gli eletti, ritorneranno in Parlamento solo solo coloro che durante la legislatura han- no dato il meglio di se stessi alla politica nazionale.Meritocrazia at it is best (come disciamo noi "anglosassoni" Nei collegi proporzionali con due prefer- enze, possono candidarsi i nuovi e I vec- chi eletti. Il cittadino deve avere anzitutto la scelta e in secondo luogo la liberta‟ di voto libero e personale. Si chiama cambi- amento culturale e generazionale ! La scelta dei candidati avviene con le cittadinarie. Il partito , associazione o movimento prima di mandare le liste per la verifica delle firme alle autorita‟ com- petenti, le presenta insieme ai programmi elettorali al popolo in ogni collegio per la sottoscrizione. Lasciando ai cittadini con- correre liberamente e con metodo demo- cratico a determinare la politica nazionale e locale del prorio paese; aldila‟ del nu- mero di parlamentari o consiglieri Tutto cio‟ pero‟ non basta ad avere un buon Parlamento senza un minimo di disciplina e onorabilita‟ legislativa. Ecco perche‟ l‟ Universalum, prevede anche l‟ estensione della mozione di sfiducia per- sonale a tutti I parlamentari e consiglieri amministativi, chi sbaglia va a casa. Il tutto rispetta I dettami costituzionali sul voto a suffragio universale e diretto per- sonale uguale e libero, tranne per la ridu- zione del numero dei parlamenatri, non occorre cambiare la Costituzione, nem- meno per la mozione di sfiducia peronale, perche‟ non esistono commi o articoli al riguardo, ma lascia al legislatore au- toregolarsi; come e‟ avvenuto per la mozione di sfiducia per I ministri e subal- terni. Gia‟ pubblicato nel numero di febbraio VIGNETTE Pagina 14 VARIE Pagina 15 Lu Chiazzaiuolu Notizie varie valselesiane A cura di Maria Gonnella 31 OTTOBRE 1944, 800 GYPSY CHIL- DREN ARE GASSED AT AUSCHWITZ Pagina 11 Brexit o not Brexit, that still the question COME E‟ PROFONDA LA MANICA Pagina 12 CILE La bimba cilena che fa la linguaccia tra i poliziotti è il simbolo della rivolta mondiale contro gli oppressori Di Luca Tenesee Pagina 13 I Curdi sono nostri fratelli Ipotesi, tra Storia e Mito, dello studioso Felice Vinci, autore di “Omero nel Balti- co” e neo Presidente onorario della Fonda- zione Levi Pelloni. Cortesia di Palmerini Pagina 10 Il Massacro di Nanchino: l‟Eccidio dimenticato di 300.000 innocent Pagina 7 Lessico del razzismo democratico Cortesia di Ennio Remondino Pagina 5
  • 2. IL POPOLO HA BISOGNO DI LEZIONI DI DEMOCRAZIA, NON DI POLITECHE" Io ho sempre sostenuto che: " Un buon sta- tista e' colui che una volta eletto, lascia il politichese fuori dal Parlamento" Ieri sera a Porta a Porta i due Mattei, si sono comportati come due meschini politicanti , in cui il loro politichese ha preso il sopravvento sulla polit- ica, piu' insulti che proposte fattibili. Sul taglio dei parlamentari poi se si dovesse andare al referendum confermativo, cosa che durante l' incontro se ne parlato poco, senza adeguare la legge elettorale da semi-maggioriatria al proporzionale puro, si correrebbe il rischio di affossare la nostra democrazia rappresenta- tiva. Salvini poi ha parlato di un meccanismo elettorale maggioritario che chi vince gov- erna. Purtroppo senza un premio di maggio- ranza le possibilita' che un partito o una coalizione, con tre o piu' poli, arrivi alla mag- gioranza assoluta, sono pressapoco zero. L' unico meccanismo elettorale al 100% rappre- sentativo e' il proporzionale puro, chi vince le lezioni e prende un solo seggio in piu', gli viene data la facolta' di formare il governo con le altre forze politiche, a prescindere dal colore politico. Poi sara' il Parlamento a dare o revocare la fiducia a governi e governanti. IL LIBERO MANDATO POPOLARE Rappresentare il popolo cioe‟ la Nazione significa essenzialmente, rinuovere gli os- catocoli di natura economina e sociale dell‟ intero paese“. La politica spesso ha confuso il libero mandato popolare con quello impe- riale, tanto amato anche da Benito Mussolini, dimenticando che sia durante la Monarchia, sia durante il fascismo, il popolo non aveva nessuna voce in capitolo. Sia l‟ articolo 67 sia il primo comma dell 68 articolo, sono stati spesso male interpretati e successivamente abusati dal legislatore di turno Ogni membro del Parlamento dovrebbe es- sere soggetto solo al mandato popolare, li- bero da ingerenze o imposizioni contrari da parte dei partiti e dei governanti. Dall‟ inter- pretazioni errate e dagl‟ abusi continuo del libero mandato, e‟ nato il “cosidetto” trasform- Dicono che con il taglio di 345 parlamentari si arrivi a risparmiare 100 milioni l‟ anno, di- menticando che e‟ meno di quanto sperpera- no 20 consiglieri regionali. I tagli secondo il nostro modesto parere, andavano fatti anche nei parlamentini regionali e comunali, e‟ li che ci sono piu‟ sprechi e corruzioni politiche e amministrative, In quanto poi a snellire gl‟ iter parlamenatari e‟ solo leggenda metropoli- tana o meglio, propaganda politica. Badate bene che la rappresentativita‟ popolare, e basata anzitutto sul pluralismo e salvaguar- dia delle minoranze sociopolitiche, senza non c‟e‟ opposizione costruttiva. Quindi coloro che non hanno votato a favore questa rifor- ma nelle tre primi votazioni, ( senza men- zionare il PD ) farebbero meglio ad iniziare a raccogliere le firme, basterebbe un quinto dei membri di una Camera, per il referendum confermativo, perche‟ la sovranita‟ e ultima parola quando si tratta di diritti fondamentali costituzionali, spetta al popolo. E‟ questo e‟… SE VOGLIANO CHE ANCHE I RAGAZZI DI 16 ANNI VOTINO, OCCORE TENERE I PANNOLONI FUORI DALLA LEGISLATURA, QUINDI NIENTE CANDIDATURE DOPO I 65 ANNI 2 A cura di Carmine Gonnella Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 15 VARIE Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 LE PROPOSTE L’Angolino della Poesia Marynzia Panico Borrelli Nuje a Nnapule tenimme tanti ccose belle tra cui 'o Vesuvio, cu scorci 'e lava stutata ca sovrasta tutt'a città, dint'e vvedute! Che bellu panorama e penzà ca tutti nc'e lo invidiano e ppò dicene, ca nuje simme "attaccabrighe!" Tutt'e turisti ll'amano chesta città partenopea ca ggir'o munno intero e a chi 'a vede...fa ggirà 'e ccerevelle tanto ca è bella! Nuje napulitane tenimme 'a lava dint'e vvène, pirciò simme chin'e calore ppè ll'ospite ca nc'è vene a truvà ccà! Noooo...state sicure ca 'o Vesuvio nuosto nun fuma… e nun fumarrà cchiù...s'ha l evat'o vizio… fa male a ffumà... se ntossechen'e pulmune e jsso 'o ssape bbuono! Pirciò, amici miei nordisti... è inutile a fa preghiere a chistu mostro 'e bellezze, pecché 'a lava nun laverà maje 'e napulitane… arricurdateve ca 'o Vesuvio nc'è tene ppè nnuje e nun c'è vò vedè 'e murì...ma serio eh!!! Nuje tenimme l'ammore ppè ll'Arte e 'a Cultura… tenimme 'a sinfonia da musica d'autore dint'o ccore e, sapimme quanno c'avimma fermà 'a staziona, pecchè tenimme a Ddio ca nc'è guida e nc'è porta pp'à mmano! E allora è inutile ca tenite mmiria 'e nuje...ggente dò Nord, ll'unica cosa ca putite fà, è avè pietà e vuje e pregà 'o Signore ca ve benedice e vvè fa addivintà cchiù bbuone! ...E certo ca lloco, nc'è vulesse sulo nu miraculo!! Da: AUTAFORISMO Il peggiore dei pazzi , e' chi non sa di esserlo Da che mondo e' mondo, politica e religione sono andate sempre a braccetto, da sole si annienterebbero L’ unica ragione per la quale Dio o chi per Lui, creo’ prima la luce e poi il sole e la luna, e’ perche’ chi scrisse la Bibbia, non aveva nessuna cognizione delle nostre attuali conoscenze dell’ Universo Il bello di essere atei, e' che una religione vale l' altra Nessun referendum e' un diamante C'e' la pazzia e la malattia mentale, credetemi e' meglio essere pazzi Ho sempre odiato gli avvocati, ma il bello di averli come amici, e’ che prima o poi avrai bisogno di loro Per debellare le guerre, occorre prima eleminare le armi, finche' ci sono, dobbiamo rassegnarci alle guerre Piu’ esigenze uguale a piu’ tecnologia, quindi automatizazzione e con essa, annientamento della persona umana, andando avanti cosi’ diventeremo delle nullita’ Un buon statista e' colui che una volta eletto, lascia il politichese fuori dal Parlamento Il Popolo ha bisogno di lezioni di Democrazia non di politichese Per fare del bene, basterebbe solo conoscerne l’ origine Nessun meccanismo elettorale garantisce la governabilita’, senza un programma legislativo realistico dei partiti, perche’ non esiste legislatore al mondo in grado di materializzare tutte le promesse fatte in campagna elettorale E' vero che a volte il genere umano puo' essere cattivo, ma che lo faccia di continuo e' pura follia Le guerre le vincono sempre coloro che ammazzano piu’ civili, perche’ nessun’ uomo armato vorrebbe morire Ilario Mario Ponzi Photo reporter E Socio onorario Britalyca La Voce Alternativa CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ Informazione libera, approfondita e gratuita, non abbiamo soluzioni, solo alternative ! Analizziamo e approfondiamo le tematiche sociopolitiche e culturali scientemente con metodo imparziale, con onesta‟ intellettuale e senza urlare. Nel nostro piccolo, non facciamo giornalismo ma informazione. Motto: “ In una democrazia avanzata, sensibizzare e indirizzare il egislatore. , e’ compito di ogni cittadino Il format Pdf e‟ in A2 , per averne una copia scrivere a lavocealternativa@gmail.com Collaboratori :Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all‟ Estero , il Comm. Giorgio Brignola (Italia) Cultura e Societa‟ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) alla diffusione online , Mario Ponzi. (G.B.) Arnaldo De Porti ( Italia) Daniela Rubino (Giornalista pubblicista Italia ) Poeie Marynzia Panico Borrelli (Italia) Maridina ( Italy ) Fondato, edito e pubblicato da Carmine Gonnella Londra (GB) Fondatore Carmine Gonnella. Direttore Maria Gonnellaa ismo politico, cambio di casacche e la nasci- ta di gruppi, gruppetti e gruppettini par- lamenatari, tra l‟ altro mai contemplati da nessun artitolo o comma della Costituzione repubblicana. Ogni membro del Parlamento, secono il primo comma dell‟ articolo 68 non puo‟ es- sere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, e‟ la ragione e‟ una sola :” Adempiere al mandato popolare, senza vincoli o minacce, da parte appunto dei par- titi e governanti. Eppure, basterebbe es- tendere la mozione di sfiducia personale a tutti I parlamentari, sopratutto a coloro cui sono affidate funzioni con il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla leggi, ovverossia I governi. Introducendola sia nei regolamenti parlamentari sia nei statuti dei partiti. Un libero mandato senza deterrenti, crea solo abusi e facili trasformismi che danno l‟ avvio a ninacce e corruzioni varie. Faccio un solo esempio tra I tantissimi, Matteo Renzi, eletto nel PD e subito dopo aver formato un governo di convenienza di facciata chiamatelo come volete con il M5S, all‟im- provviso viene fulminato sulla via del Palazzo, crea un gruppo”Italia Viva” e inizia a minacciare ed imporre le sue di idee, questo non sarebbe mai successo con la “Mozione di sfiducia personale par- lamenatare. Se un parlamenatare da di po- ter essere sfiduciato e andare a casa, come minimo impara a memoria il secondo com- ma dell‟ articolo 54: “I cittadini cui sono affi- date funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”; nel caso specifico, lo stesso giu- ramento l‟ ha fatto implicitamente con il popolo: fedelta al popolo. AMBASCIATOR NON PORTA PENE ! In base alla legge costituzionale del 24 gen- naio 1997 N: 1 . Che istitui' la Commissione parlamenatare delle riforme costituzionali, al di la' delle discipline e modalita' prevede anche che una legge costituzionale una volta approvata senza maggioranza qualifi- cata, debba essere sempre sottoposta a referendum confermativo. ATTENZIONE SIGNORI POLITICI, CHE CON IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI, SI DARA' PIU' POTERE ALL' ESECUTIVO E MENO AL CITTADINO E AL LEGISLA- TORE IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI:” ALTRO CHE RIFORMA EPOCALE “ Secondo i più recenti dati dell‟Or- ganizzazione Mondiale della Sani- tà, l‟India detiene il poco invidi- abile primato di essere il Paese con le 10 città più inquinate dell‟intero Pianeta Delhi è avvolta in una perenne caligine che ha più a che fare con la chimica che con il meteo. Respirarne l'aria è come fumare 50 sigarette al giorno, dicono. Non a caso conducenti e pas- santi sempre più spesso indossano mascherine o la loro versione più spartana, una sciarpa av- volta attorno alla bocca e al naso. Ad Agra il celebre e magnifico Taj Mahal appare avvolto in una insalubre foschia umidiccia. E se l'enorme giardino che lo circonda è una rara oasi plastic free, appena fuori dal recinto del monumento i rifiuti si ammucchiano, incessantemente frugati da cani e mucche. All'India appartiene, secondo i più recenti dati dell‟Organizzazione mondiale della Sanità, il poco invidiabile primato di essere il Paese con le 10 città più inquinate del mondo. Al record con- tribuisce un mix micidiale di veleni vecchi e nuovi. Dall'onnipresente carbonella usata per alimentare fornelli e stufe agli scarichi delle auto, dei pullman, dei camion e degli Ape modificati per trasportare passeggeri che intasano a ogni ora le vie di centri piccoli e grandi. Per non par- lare dei fumi tossici provenienti dalle campagne, dove è tradizione bruciare i campi per prepararli alle nuove colture. O delle emissioni delle indus- trie, o di quelle delle centrali a carbone. C‟è poi l'abitudine diffusa di bruciare la spazzatura e i rifiuti in plastica per tentare di ridurne la presen- za dilagante, e la polvere alzata dall'intensa at- tività di costruzione di strade ed edifici. Anche secondo il rapporto elaborato da Green- peace in collaborazione con AirVisual l'India domina come paese più inquinato del mondo, superando la sua diretta concorrente, la Cina, che si sta attrezzando meglio per affrontare il problema: ventidue delle cinquanta città con i livelli più alti di emissioni di anidride carbonica nell'aria si trovano nel subcontinente indiano. E di queste, sette sono tra le prime dieci. Il primato negativo spetta a Gurugram, un sobborgo di Del- hi dove l'indice medio di qualità dell'aria ha regis- trato valori tripli rispetto al livello ritenuto accetta- bile dall'Epa, l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente. Un'emergenza cronica che costa vite umane: in India il numero delle vittime dell'inquinamento è aumentato costantemente, passando dai 737.400 decessi del 1990 ai 1,09 milioni del 2015, rendendolo la quarta causa di morte nel Paese. Per il 2019 le stime più pessimistiche parlano di 7 milioni di morti premature. Decessi che pesano sulle spese sanitarie, pesano in ter- mini di forza lavoro persa, e testimoniano di un degrado sempre più difficile da recuperare. An- che il ricorso alle fonti rinnovabili, come l'energia da pannelli solari, è vanificato dalla coltre di smog, con un minor rendimento stimato in un miliardo di dollari l'anno. Insufficienti, a volte velleitarie, per ora, le contro- misure. Anche se proprio quest'anno è iniziato con il lancio del Ncap, il primo Programma na- zionale per l'aria pulita. Un ambizioso - quanto per ora generico - piano d‟azione quinquennale che prevede un investimento di 45 milioni di dol- lari in 2 anni per affrontare l‟inquinamento at- mosferico di 102 città indiane. L‟obiettivo è rid- urre le concentrazioni di PM2,5 e PM10 del 20- 30 per cento entro il 2024. In che modo? Il ministero dell'Ambiente ha an- nunciato una serie di azioni in collaborazione con gli altri ministeri che saranno intraprese nelle varie città, anche se nei documenti resi pubblici non si specifica quali sia la scelta tra chiudere le centrali a carbone, ridurre gli incendi nelle aree rurali o puntare sulla mobilità sostenibile o elettri- ca. Per iniziare si preannuncia un capillare mon- itoraggio dell‟aria nelle città ritenute più inquinate. Mancano tuttavia le indispensabili stazioni di rilevamento: a oggi ce ne sono solo 39 in tutta l‟immensa India. CARLA RESCHIA Da: La Stampa In ambedue I casi occorre comunque modi- ficare la Costituzione Articolo 48 , primo comma: “ Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto l‟ eta‟ di 16 anni. Articolo 56 terzo comma: “ Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età e non superiore al sessantac- inquesimo Articolo 58, secondo comma:” Sono eleggi- bili a senatori gli elettori che hanno com- piuto il venticinquesimo anno e non superi- ore al sessantacinquesimo L’India che soffoca: inquinamento record e milioni di morti l’anno La tragedia dei 39 migranti morti in un tir nell'Essex si arricchisce di altri, sconvolgenti dettagli. Questo messag- gio è stato inviato a sua madre da una 26enne vietnamita, Pham Thi Tra My (da: globalist.it) I drammatici sms dei migranti: "Sto morendo, mamma ti voglio bene" È una tragedia grottesca quella accaduta nell'Essex, dove 39 migranti asiatici sono stati trovati senza vita in un tir. Morti a causa dell'asfissia, come animali in gabbia. Una morte atroce, inimagginabile, che in questo mondo anestetizzato non sta avendo il clamore che meriterebbe. Trentanove per- sone che cercavano una vita migliore sono state stipate in un camion e sono morte per mancanza d'aria. Come i prigionieri ebrei nei treni che li portavano nei lager nazisti. Un orrore simile condito da altri, terribili dettagli. Come i messaggi, pubblicati dal Guardian, di una ragazza viet- namita di 26 anni a sua madre. Lei si chiamava Pham Thi Tra My e prima di morire ha scritto un addio a sua madre: "Mi dispiace mam- ma. Il mio viaggio all'estero non è andato bene. Ti amo così tanto. Sto morendo perché non posso respirare". La famiglia di Pham, visto il mes- saggio ha contattato l'ambasciata inglese per chiedere informazioni. Non è ancora confermato che Pham sia effettivamente tra le vittime, ma purtroppo le speranze sono poche. Sentendo che stava per morire, Pham ha chiesto scusa a sua madre. Scusa per essere andata via di casa, scusa per aver osato anche solo credere di poter vivere una vita migliore, di poter trovare fortu- na altrove. Scusa per aver avuto dei sog- ni ed essere morta per averli inseguiti. L' ITALIA E' L' UNICO PAESE AL MONDO, AD ESSERE IN ETERNA CAMPAGNA ELETTORALE L' alternativa sarebbe l' Election Day tre urne, la rossa per il Parlamento, la bianca per le Regioni e la verde per i Co- muni, con un' unico sistema elettorale, il proporzionale puro. E tutti vivrebbero felici e contenti per 5 anni ... IL CAPO DELLO STATO POTREBBE ESSERE ELETTO SU INDICAZIONI DEL POPOLO , SENZA CAMBIARE I DETTAMI COSTITUZIONALI Basterebbe modificare la legge elettorale, con l' aggiunta sulla scheda della voce "Cao dello Stato". I partiti o chi per loro ad ogni tornata ( e' ovvio che oc- corerebbe abbassare la durata del suo mandato da sette anni a 5) sulla lista dei candidati par- lamentari , nomineranno anche il loro candidato al Colle. L' elettore potra' scegliere a pre- scindere dalla lista. In altre parole puo' votare un candida- to della lista A e votare il candidato al Colle della lista B o C e viceversa . I primi due poi saranno eletti dal Parlamen- to in base ai tettami costituzionali. IL RESIDENTUM Se I 27/8 stati europei in fururo vogliono realmente passare da Unione a Stati Uniti d‟ Europa, si dovrebbe introdurre quell che possiamo definire il “residentum”, Un meccanismo elet- torale che garantisca il voto ad ogni cittadino europeo dove risiede dopo il primo anno di permanenza. Bisogna creare un‟ Europa dove tutti I cittadni avranno il diritto di votare nel solo paese di residenza e non nazionale o di nascita. L' Unione e' anche e sopratutto questo !
  • 3. VOLTARE PAGINA Data lo stato socio/economica che si rileva in Italia, c‟è venuta, spontanea, una domanda: perché si è voltata pagina politica? Una domanda che c‟è balenata alla mente, anche tenuto conto dell‟”accordo” tra PD e M5S della cui “stabilità” dubitiamo. Dare un assetto alla vita politica del Paese non è impresa facile, né prevedibile. Noi, però, ci siamo mossi, già da qualche tempo, prospettando una susseguente considerazione, per tentare d‟offrire un diverso panorama in questa Penisola dove, non sempre, il termine”politico” fa rima con “possibile”. Essere andati “oltre” a, questo punto, non significa destinare al Paese l‟occasione per un futuro meno indeterminato. Basta con un Parlamento sempre più impelagato nei fatti dei singoli rispetto a quelli della comunità. Dato che i segnali ci sono stati, e ancora ci sono, punteremmo su un partito, indipendente dalle vecchie pastoie, nel quale potrebbero confluire, col voto, gli italiani, ovunque residenti, che intendono, essere partecipi ai destini della Penisola in modo differente e verificabile. Per tentare di dare al Paese nuove risorse, ciascuno dovrebbe fare la sua parte. L‟invito al dialogo è possibile. Il nostro concetto, però, è chiaro: prima di cambiare la politica, sarebbe necessario rimpiazzare chi la esercita. Ciò tramite un confronto elettorale costruttivo che consenta a tutti d‟essere parte attiva di un programma. Ora, un tale concetto non sembra realizzabile. L‟importante, però, è non perdere di vista certe priorità che, ora, paiono sminuite. Certo è che per cambiare apparato bisognerebbe, prima di tutto, poter far conto su politici “preparati” che, però, non siamo stati in grado d‟individuare. “Voltare” la pagina della politica, nella Penisola resta un‟utopia. IL CAMBIAMENTO Non è scontato che gli italiani vedranno presto “rifondare” un Parlamento differente negli uomini e negli intenti. Anche per i Connazionali all‟estero non ci saranno novità elettorali. Certo è che resta difficile, almeno allo stato attuale, considerare altre alleanze per garantire la governabilità del Paese. Data l‟aria che tira, non potrebbe proprio essere altrimenti. Del resto, la Penisola è stata intertessata da una serie d‟eventi che hanno reso inutili le strategie politiche che conosciamo. Anche per il rinnovo del Parlamento UE, la prossima non sarà una vera e propria campagna elettorale. Gli italiani, ovunque residenti, hanno le idee chiare. Come a scrivere che la logica del potere, almeno come la conosciamo, non avrà più buon gioco. Il rinnovamento politico potrebbe essere coordinato proprio dai Parlamentari che andranno a rimpiazzare parte di quelli attuali. Non è cosa da poco. Eppure potrebbe non bastare. Se il “nuovo” si subentra al “vecchio”, senza linee di programma, il cambiamento sarebbe più apparente che sostanziale. Insomma, c‟è da chiederci dove andrà l‟Italia. Perché accanto alla politica “rinnovabile” resta una crisi economica che potrebbe durare più a lungo. Malauguratamente, quando le “colpe” politiche sono innegabili, si preferisce ancora attribuirle ad “altri”. O, in ogni caso, gli “altri” ne hanno di più. Se ci rendesse conto che un‟era, pur con tutti i suoi possibili aspetti positivi, è finita, forse si potrebbe guardare al dopo con meno incertezza. Tutto considerato, per evitare mali maggiori, basterebbero pochi progetti possibili. E‟ inutile impuntarsi su un quadro politico delle “novità”. Come per il passato, il Potere Legislativo avrà il compito di dare fiducia a questo Esecutivo che è, in ogni modo, differente da quelli che abbiamo conosciuto nel passato. L‟importante, tanto per essere più chiari, non fare dei confronti tra la politica esecutiva nazionale e quella che sarà varata dopo la consultazione per il Parlamento Europeo. L‟auspicato cambiamento potrebbe, forse, venire da lontano. La ridiscesa in campo di Berlusconi, che dalla politica non s‟è mai ritirato, la dice lunga su le possibili modifiche anche nazionali. SOLO SUPPONIAMO Ammettiamo, tanto per non sembrare indifferenti ai “problemi” d‟Italia, che il binomio PD/M5S per una serie d‟alchimie politiche, possa mantenere l‟accordo. Concediamo, sempre per eccesso d‟ottimismo, che la Legislatura sia rinvigorita da un programma di “salvamento” per la Penisola. In un‟ottica fantascientifica, ed è scrivere poco, il Conte “bis”potrebbe mantenere il suo ruolo. Lo scriviamo in via suppositiva perché, almeno per quanto c‟è dato sapere, non ci sono opportunità d‟allearsi con altri Partiti del “vecchio” sistema ancora presenti in Parlamento. Però, tanto per rimanere in tema, supponiamo che uno spiraglio sia ammissibile. In ogni caso, meglio sarebbe chiamarlo”breccia” per i coinvolgimenti che andrebbe a determinare nell‟Esecutivo. Col rischio di sgretolamento della Maggioranza. La conseguenza, oltre al caos politico, che ne deriverebbe, sarebbe l‟ingovernabilità d‟Italia. Tenuto anche conto che non ci sono concrete premesse per il varo, almeno entro l‟anno, di un programma economico razionale. Il buon senso, nonostante tutto, dovrebbe avere la meglio. Come a scrivere: Il Parlamento potrebbe dare attuazione a provvedimenti indispensabili per il Paese. Al punto in cui siamo, anche le presunzioni, non proprio ipotetiche, potrebbero avere un loro valore politico. Senza altre garanzie, non ci resta che la politica delle ipotesi. Non è di questa, certamente, di cui ha bisogno l‟Italia per ritrovare un ruolo che le consenta di frenare lo “slittamento” in UE e l‟affidabilità politica all‟interno. E‟ vero che queste restano, per ora, nostre supposizioni; ma non troviamo altra condizione per ridare alla Penisola la fiducia smarrita. QUEL CHE CI VUOLE A ben osservare, l‟Italia sta vivendo una realtà differente da quella che potevamo ipotizzare. Prima, avevamo contato su possibili ”cambiamenti”. Poi, ci siamo impensieriti. Certo è che abbiamo capito, anche perché l‟hanno fatto intendere, che i governi “ordinari” cadevano e risorgevano con gli stessi atteggiamenti politici. Con la fine dell‟estate, il nostro quadro d‟osservazione è, progressivamente, mutato. La realtà del Paese resta, però, patologica; i costi reali sono ancora alti e a carico delle classi che meno sono in grado di tollerarli. Mentre il concetto di “liberalizzazione” ha difficoltà a radicare in un Paese più conservatore di quanto fosse immaginabile, sul fronte dei partiti non ci sono novità degne di nota. Ora è tornata una maggioranza di centro/sinistra a governare e in Parlamento ci sarà un partito in più. Resta, in ogni caso, una realtà socio/ economica ancora da delimitare e il “contenimento” prevede altri sacrifici. In Italia, i “miracoli” non ci sono mai stati. Si tira avanti come si può. Insomma, ci si arrangia. I tempi “migliori” restano sempre lontani. La disoccupazione non frena e i nuovi posti di lavoro sono ancora pochi. Quello di cui si sente la necessità sono le riforme. Quelle che, se andassero in porto, potrebbero cambiare la Repubblica. Le cordate per “salvare” il Paese non fanno più storia. Ai politici, vecchia maniera, non crede più nessuno e il rimpianto ha lasciato il posto alle difficoltà del quotidiano. Le crisi politiche, ipotetiche o reali, sono sempre destinate a risolversi. Quelle economiche assai meno. Quando i sacrifici non aprono spiragli alla speranza, allora andare avanti si rivela un problema. Adesso l‟Italia, che stenta mantenere il suo ruolo UE, potrebbe restare il fanalino di coda della situazione evolutiva del Vecchio Continente. Forse, ritrovato il varco delle scelte, anche i nostri politici riusciranno a risollevarsi dall‟apatia che è figlia dell‟emulazione. Basta con le farse da salotto buono. Dopo i sacrifici, c‟è da guardare al futuro con uno spirito rinnovato. Quello che occorre, e francamente manca, è una classe d‟uomini di governo capaci di dimostrare al Paese d‟essere più statisti che politici. Impresa certamente ostica, forse anche impossibile, per chi ha saputo più pretendere che dare. Anche in economia ”spicciola", resta un problema promettere una manciata d‟euro in più per, poi, riprenderli da chi ha avuto la capacità di mantenere un certo livello di redditività. Insomma, il “rinnovamento” d‟Italia non è prossimo né, purtroppo, prevedibile. NESSUNA SCELTA l Conte “bis” arranca. Col “consenso” di un Potere Legislativo variegato. Le novità ci saranno anche al Potere legislativo. Il Primo Ministro ”bis” dovrà fare i conti con una schiera di partiti che remano contro questa maggioranza parlamentare. Ora, ma non comprendiamo come, l‟Esecutivo spera in un rafforzamento di quelle posizioni proprie del nuovo alleato di Governo. Cioè il PD. Partito che già s‟è scisso. Infatti, la governabilità appare ancor più complessa e, indubbiamente, macchinosa. Tutto dipenderà, ancora una volta, dal comportamento dei Partiti che s‟identificano al “centro” della politica italiana. Oggi, però, è meglio non far conto su nessuno. Una maggioranza “atipica” ha lasciato posto all‟attuale. Ma chi contava ieri vuole contare anche oggi. E‟ umano, lo comprendiamo, però non lo motiviamo. “Maggioranza” e “Opposizione” hanno, nel Nuovo Millennio, una concretezza differente da quella degli ultimi decenni del 1900. Dal 2008 a oggi, n‟è passata d‟acqua sotto i ponti, e la sinistra non è più quella di un tempo. Nel contesto, si muovono, anche se in modo disarticolato, le formazioni di Centro. Guidate da uomini che hanno un passato politico incerto o neppure quello. Come si può far conto su un Esecutivo, dove la reazione della parte centrista potrebbe deviare l‟ago della governabilità? Il nostro futuro prossimo sarà ancora rappresentato da un equilibrio “instabile”. Con conseguenze preoccupanti per un‟economia che ha bisogno di stabilità per potersi riprendere quel tanto per non essere inglobata dai dictat di un‟UE che è madre e matrigna per tutti i suoi Figli. I tempi per le congetture sono maturati, ma il nostro Primo Ministro non può “garantire” anche le tattiche degli altri uomini della sua squadra e della maggioranza Parlamentare che, sino ad ora, lo puntella. LA STIMA Gli italiani all‟estero, che prima erano una “risorsa” economica, oggi potrebbero avere anche una loro valenza sotto il profilo politico. Secondo la “ National Science Foundation”, in questi ultimi quindici anni, sono stati centinaia gli ingegneri, con le più disparate specializzazioni, che hanno fatto rotta lavorativa anche per il Nuovo Mondo. Quindi, l‟Italia continua a perdere personale qualificato e resta terreno di lavoro precario. Il problema del lavoro, da qualunque aspetto si consideri resta di difficile soluzione. I cicli produttivi sono rallentati e i tempi migliori sembrano non arrivare. L‟Italia potrebbe essere considerata come una grande realtà produttiva per tutti. Se fosse meglio amministrata, sarebbe capace di dare utili non indifferenti. Tesi ancor più percorribile proprio per la presenza di un‟UE che dovrebbe avere comuni interessi da tutelare. Per tentare d‟andare oltre la crisi, che non è solo politica, si dovrebbe puntare, però, su attività a largo respiro. Con una duplice finalità: migliori investimenti territoriali di tipo comunitario e impiego delle eccellenze in Patria. La difficoltà, ben lo comprendiamo, c’è, ma merita un approfondimento. Ora più ammissibile che per il passato. Se fossimo realmente convinti che i problemi d‟Italia possano essere anche quelli d‟Europa, la crisi potrebbe segnare il passo. Invece, nonostante le apparenze, esiste un complesso di Paesi UE che “dirigono” l‟economia e altri che, purtroppo, la subiscono. L‟Italia è tra questi. La nostra valutazione potrebbe, in seguito, servire a dare spazio a riflessioni di generale interesse da parte di politici realmente motivati. Ogni confronto sarà attentamente presa in considerazione. La buona volontà dei singoli potrebbe trasformarsi in progetti da generalizzare. Ben oltre la crisi politica che imperversa. Giorgio Brignola DALL‟ ITALIA E DALL‟ ESTERO 14 VIGNETTE Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 3 POLITICA E NON SOLO Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019
  • 4. Sono una blogger in copy left da molti anni e mi piace impegnare parte del mio tempo nel giornalismo partecipativo, usando il cestino-come mezzo- per raccogliere quelle piccole e preziose cronache di vita, spesso sotto traccia. www.agoravox.it 13 Ceopolitica Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 20194 CRONACA Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 Leggo stamattina, grazie a mio figlio "maschio" italiano un articolo condiviso da un giovane scrittore "maschio" italiano, di uno stupro commesso da due giovani "maschi" italiani, Ferdinando Orlando e Lorenzo Costanzo, tratteggiati dai media d'oltremanica come figli di buona famiglia frequentanti corsi postlaurea presso università londinesi...che a Londra il 26 febbraio 2017 stuprarono in un locale una 23enne non consensuale perchè ubriaca, sono stati condannati perchè c'è un video di una camera di sorveglianza ripreso dopo l’accaduto che mostra i due ridere, congratularsi a vicenda e darsi il cinque...io non ne avrei saputo nulla, eppure sono attenta alle notizie ahimè anche della nostra cronaca nera. Mi ha sorpreso fortemente quanto ha sritto Giovanni Gaetani, qui su FB e lo riporto per intero, mi ha sorpreso Fede Riconi che ha scelto di prima matti- na questo tema da condividere sulla sua pagina.Quanto a me vi scrivo mentre mia figlia ancora dormequia casa mia, arrivata ieri sera...come il fratello vive a Marsiglia ed è in Italia per il matrimonio di una sua grande amica che si chiama Giulia come tutte le altre sue grandi amiche 4 giulie...poi le rac- conterò questo fatto, e le dirò Buongiorno come a tutte voi e a tutti voi, maschi innamorati del rispetto. Doriana Goracci La bimba cilena che fa la linguaccia tra i poliziotti è il simbolo della rivolta mondiale contro gli oppressori [Di Luca Telese] all‟altro diventando subito incandescente. Abbiamo visto tante piazze gremite, nella storia di questi ultimi tre secoli, ma mai una che si sia improvvisamente riempita come questa. Non queste proporzioni o questi tempi. Mai entrambe le cose in- sieme. Pensateci solo per un attimo: la rab- bia avvampa partendo dal casus belli più classico, quello di un aumento di tariffe della metropolitana. Una piccola fiammel- la, un lampo che accende il riflettore sul carovita, e che fa risvegliare il Cile infelice dal suo apparente sonno incubatico. Protagonisti della prima fiammata sono stati i giovani. Studenti, sottoproletari che infiammano il web e diventano la scintilla primogenita della protesta. Ma poi questo innesco fa detonare una miscela dirompente: ingiustizia sociale, nuova pov- ertà, lavoratori che non sbarcano il lunario anche lavorando trenta giorni al mese. In uno dei paesi più ricchi, annotano in- creduli i neo-liberisti, dicendo una cosa vera, ma senza capirla. Perché non è ques- tione di numeri o di diagrammi sul Pil. Non è una legge o un codicillo, una legge di bilancio. Sono periferie di emarginati che si sollevano contro un governo di cen- trodestra che fino a ieri si sentiva sicuro, ma che dietro una spolveratura di moder- nità cela i volti di sempre. È un turbine di contraddizioni questo retro- palco del Potere, una ribalta che pullula di uomini autoritari e fantasmi Pinocchettisti, ex giovani con il sorriso d‟angelo, oggi ru- gosi, che facevano da chierichetti al generale assassino, e che oggi guidano le forze dell‟ordine con la vecchia idea fissa della repressione, dei calci in faccia ai ragazzi a terra, delle baionette esibite insieme alle medaglie. Buoni borghesi conservatori, graduati e aris- tocratici che prima chiedono il coprifuoco come misura (illusoria) di igiene sociale, e che poi improvvisamente, dopo aver mostra- to i muscoli, rivelano la loro debolezza e restano come interdetti: stupiti, se non spaventati, dalla forza della reazione di popolo che loro stessi hanno innescato, con i loro miopi automatismi, legge-e-ordine, e poi ovviamente Dio-patria-y-famiglia. Sebastian Piñera, il presidente che in questo momento si è ritrovato ad essere la maschera allucinata di questo esercito in rotta, di ques- to potere sorridente e logoro, si è spaventato più di tutti per questa piazza. Ha iniziato a promettere concessioni, a ven- tilare aumenti salariali, sconti nelle tariffe. Ma questa piazza fa pensare che il presi- dente e i suoi uomini si siano rassegnati a farlo troppo tardi, e anche molto male. Tutto questo, la retromarcia dopo la minac- cia, rientra in un copione recitato mille volte, sui palcoscenici della storia. Quello che non era mai accaduto era che una folla oceanica paragonabile a questa potesse convocarsi in piazza così, quasi per magia: senza un parti- to che organizzasse la protesta, senza un sindacato che diventasse infrastruttura del malcontento, senza un leader che incantasse le folle. Senza neanche uno slogan, senza nemmeno un simbolo, senza una sola bandiera politica. Senza nulla che possa ricordare le vecchie gioiose macchine da guerra del secolo Nove- cento, e senza niente che sia solo parago- nabile alle vecchie cinghie di trasmissione degli apparati democratici. Dentro il Rojava, guerra di Siria Le uniche bandiere riconoscibili in piazza, a Santiago – e nelle altre città che in tutto il paese hanno riverberato la protesta – erano quelle delle squadre di calcio. Solo nella capitale ci sono otto club di serie A. E i tifosi che abitualmente si fronteggiavano sugli spalti ieri si abbracciavano in strada, come per ribattezzarsi Fratelli in nome di una causa più grande. È un grande bagno di emozioni senza premeditazioni. Senza ideo- logia. Senza piattaforme programmatiche. La strategia è: cogli l‟attimo. Dieci cadaveri in un giorno non hanno spaventato nessuno. Dopo i saccheggi le tv al plasma sono apparse nei mercatini di quartiere a prezzi di saldo. È l‟onda sonora delle radio che diventa l‟unico filo di sutura tra mondi e generazioni diverse, il punto di sintesi, ma anche il navigatore dei mani- festanti. YouTube è la calamita di tutto, l‟arsenale delle munizioni con cui si combatte questa guerra: video autoprodotti con la lingua postmoderna degli spot e degli schermi tri- partiti, montati in sincrono con la colonna sonora senza età degli Inti-Illimani: El Pueb- lo umido, Hamas será vencido. Il 1973 e il 2019; mai nulla di così diverso – nella storia è stato così vicino e connesso nel racconto: perché il linguaggio della rete è diacronico, mai logico, sempre essenzi- almente emotivo. E la rete è il grande fiume che contiene tutto, che veicola la rabbia. La radio è il grande metronomo che batte il tempo. Insieme il media più antico e quello più giovane scan- discono il ritmo: il web e la diretta diventano il volano di un popolo che non ha bisogno di altro che di se stesso.Questa non è una storia che parla solo del Cile, solo del Sudamerica, solo degli ultimi. È materia di studio sia per i custodi del potere incerto che per i nuovi ribelli senza spartito. È la storia delle società moderne in cui le fratture aprono crepe nelle dighe del consenso. Le distanze geografiche si azzerano: Libano, l‟Ecuador e la Francia possono risuonare per una unica frequenza di racconto. Questa ragazza di Santiago che fa la lin- guaccia, trascinata via dai gendarmi di ques- ta piazza di un milione e mezzo di persone, non è una cosa del passato: è l‟anteprima di una racconto ancora da scrivere, una profe- zia di futuro. https://www.tpi.it/esteri/cile Due italiani a Londra hanno stuprato una donna ubriaca nello sgabuzzino di una discoteca. A stupro terminato i due hanno esultato, dandosi il cinque, abbracciandosi e riguardando il video della loro impresa, presi da un'incontenibile gi- oia. In quell'esultanza c'è tutto. C'è la nostra adoles- cenza cresciuti a pane e YouPorn, categoria "rape", "gangbang", "humiliation", incapaci di distinguere il virtuale dal reale. Ci sono tutte le ore di educazione sessuale che non abbiamo mai fatto. Ci sono i milioni di "se l'è cercata" su Fa- cebook, i miliardi di "se non avesse bevuto non sarebbe successo". C'è il riprovevole ideale dell'uomo cacciatore e della donna preda. Del sesso come conquista e delle donne-puttane. Delle donne "usa e getta", da esibire come trofei, alla stregua di teste di ani- mali appese al muro. C'è, insomma, tutto quello che non dovrebbe es- serci e che tuttavia continua a esserci, perpetrato e replicato da una narrazione onnipervasiva e subdola, apparentemente inarrestabile. Dico "apparentemente" perché un'alternativa a lungo termine c'è: insegnare a bambini e bam- bine la cultura del consenso, quando sono pic- coli, a 10, 8, 6 anni. Non si scandalizzino né si spaventino i genitori, perché è proprio per colpa di questo tabù sul sesso che la cultura dello stupro imperversa e avanza. Il sesso: cattolicamente innominabile e da repri- mere. Qualcosa che tutti fanno ma di cui nessu- no parla. Una sorta di elefante nella stanza che nessuno vuole nominare. Ecco, se vogliamo davvero sconfiggere la cultu- ra dello stupro, dobbiamo superare il nostro at- avico pudore proto-cattolico e cominciare a par- lare di sesso liberamente, apertamente, senza paure. Dobbiamo insegnare a bambini e bambine una sessualità sana, rispettosa, consensuale. Una sessualità consapevole e piena, che si discosti dalla mera animalità, pur mantenendo un legame rovente con la nostra animalità. Insegnare ai bambini che "no significa no", che l'amore si fa in due, che le donne non si "conquistano" e che tra il sesso e il porno c'è un abisso chiamato "realtà", da tenere sempre a mente. Insegnare alle bambine che non sono prede, che non esistono "per darla", che un rapporto sessuale finisce quando entrambi i partner han- no avuto un orgasmo, che la masturbazione è del tutto normale, e che essere promiscue non significa essere puttane. Se Ferdinando e Lorenzo (questi i nomi dei due stupratori) avessero ricevuto un'educa- zione del genere sin da bambini, non solo non avrebbero esultato, ma avrebbero evitato di escogitare il loro piano malefico, com- prendendo l'asimmetria di facoltà e consenso che intercorreva tra loro, arrivati in discoteca da 6 minuti, e quella ragazza, ubriaca e in- cosciente. Invece Ferdinando e Lorenzo sono sulle pagine di tutti i giornali britannici. Le parole "stupratori" e "italiani" campeggiano ovunque, e non ci sarebbe da stupirsi se qualche xenofo- bo ne deducesse che tutti gli italiani sono stupratori. Un'altra ragazza, nel frattempo, a 23 anni si ritrova a affrontare un trauma tanto infame quanto evitabile. Non diamoci per vinti. Un'altra umanità è pos- sibile. Dobbiamo solo volerla. Giovanni Gaetani - scrittore, attivista, umanista Sentenza Ottobre 15 La ragazza cilena, bella e sorridente, stret- ta tra due gendarmi, fa una linguaccia mentre viene portata via a forza, e diventa immediatamente simbolo: la trasgressione che si fa simpatia. Le geometrie della lin- gua che può parlare senza bisogno di pa- role. Guardate bene quello che è a fuoco nell‟immagine. il potere è di spalle e in divisa, la protesta sta chiusa dentro l‟ovale incantevole di donna, e sembra che non si mai stata così giovane, mai così bella, di fronte all‟immagine avvizzita degli oligar- chi che intonano arrugginiti slogan patriot- tici. È questa linguaccia l‟icona accattivante, il ritratto che immancabilmente è destinato ad entrare nei libri di storia. È la ribellione disarmata per cui chiunque non sia privo di senno non può far altro che simpatizzare. È – ancora una volta – Davide che vince contro Golia. Ora sul campo di battaglia in Cile ci sono sia le moltitudini che il foto- gramma. Un milione e mezzo di persone che compaiono sulla scena dal nulla, e per un giorno trasformano Santiago, la capitale del Paese, nella più grande piazza mediati- ca del mondo. Accade anche questo nel tempo delle “rivolte di Joker”: virtualità, liquidità, sciami umani in movimento nello spazio rapsodico di un click. E poi tam tam mediatico, social, opinione che si travasa in un nanosecondo da uno stato d‟animo ci sono ancora certe Maestre...certe Donne, che denunciano e se ne buggera- no del "danno d‟immagine, il buon nome"..da rispettare e andare piano pi- ano a capire e poi ...piano piano a parlare. Grazie signora maestra per la sua attenzione. "Si è accorta che una sua alunna aveva dei lividi sulle gambe, oltre a mani- festare comportamenti sospetti come frequenti pianti in classe. Così la maestra, che insegna in una scuola elementare della provincia di Pavia, pri- ma ha segnalato il caso alla dirigente dell‟istituto e poi ha deciso autonoma- mente di rivolgersi alle forze dell‟ordine. Aquel punto la preside ha sospeso per un giorno (non retribuito) la maestra, per aver violato il segreto d‟ufficio e aver arrecato un danno d‟immagine alla scuola. La vicenda, avvenuta nel- lo scorso anno scolastico, è oggi riportata dal quotidiano „La Provincia pavese‟. L‟insegnante si è rivolta al Tribunale di Pavia. Il giudice Donatella Oneto, dopo aver esaminato il caso, ha invitato la nuova dirigente scolastica (che ha preso il posto di quella che aveva adottato il provvedimento) a revocare la sospensione e arestituire alla docente la man- cata retribuzione: l‟udienza è stata aggiornata a dicembre."
  • 5. Lessico del razzismo democratico Labour MPs 'don't want to back Jeremy Corbyn as PM' as former leadership hopeful Owen Smith QUITS and more than 100 of his own troops REFUSE to get be- hind snap election Labour leader was effectively giv- en no choice but to cave in and back PM's bill But faced huge rebellion from own MPs with more than 100 re- fusing to back him Some 11 Labour MPs, including Margaret Beckett, voted against an election Jeremy Corbyn faces a huge battle to keep Labour together during the snap election today amid claims some of his own MPs don't want to see him as PM. The veteran left-winger insists he is 'ready' for the dramatic pre-Christmas contest, describing it as a 'once in a genera- tion chance for change'. But the scale of infighting within the party was underlined last night when more than 100 of his own MPs ignored his orders to back holding a snap election. Meanwhile, former leadership contender Owen Smith has announced he will not be standing in his Pontypridd constit- uency, citing 'political and personal reasons'. Labour MPs have ridiculed Mr Corbyn and his aides for believing they are on the 'brink of a brave new socialist dawn', despite grim polls for the party and him personally. One told MailOnline: 'They think it is going to happen, he will be walking into No10. A lot of Labour MPs don't even want that.' Labour was effectively dragged kicking and screaming into backing an election last night. For weeks the shadow cabinet and backbenchers had been holding back Mr Corbyn and his closest allies, who were desperate for a poll that is widely seen as the 70-year-old's last chance for power. But despite voting down a motion to call an election on Monday, Labour was outflanked when it became clear Boris Johnson had secured Liberal Democrat and SNP support for a Bill triggering a ballot in December. Mr Corbyn then performed a dramatic volte face by declaring that No Deal had been taken off the table by the EU granting a Brexit extension, and an election could safely be held. However, more than 100 of his MPs – almost a half of them – still defied their leader and did not vote for the December 12 election. Some 11 Labour MPs, including Margaret Beckett, Ann Clwyd, David Lammy, Barry Sheerman and Owen Smith, actually voted against the election. Another 104 Labour MPs abstained in the vote or did not record one for another reason.It meant only 127 Labour MPs voted with Mr Corbyn in favour of an election. Shadow chancellor John McDonnell insisted the party can COME E’ PROFONDA LA MANICA Ennio Remondino still win the election regardless of the massive splits. 'We're going to have a real go at this and I think we'll win,' he told BBC Radio 4's Today programme. 'I think we'll have a majority government by Christmas, so I can't think of a better Christmas present basically.' Mr McDonnell hailed Mr Corbyn as 'one of the best campaign- ers I've ever seen'. But he flannelled when asked how Labour would respond to questions about whether it is pro-Brexit or pro-Remain. 'We're saying let the people decide,' he said. Last night more than 100 of Mr Corbyn's MPs – almost a half of them – defied their leader and did not vote for an election on December 12. Another 11 voted no +6 Last night more than 100 of Mr Corbyn's MPs – almost a half of them – defied their leader and did not vote for an election on December 12. Another 11 voted no He admitted there were 'a range of views' in Labour 'like every political party', adding: 'The basic principle for us, not like the Lib Dems who are just saying 'we're just going to revoke, that's it', not like the Tories who are saying 'we're going to foist upon you virtually a no deal to damage the economy', we're saying - democracy, let the people decide.' As Labour infighting raged yesterday, Mr Sheerman said frontbenchers and whips were on the verge of resigning over the poll. He said it was 'sheer madness to hold the General Election in December and on Boris Johnson's agenda', with the party under the twin threat from the Lib Dems – who are targeting Remainers – as well as the Brexit Party. He told Sky News: 'The first person I bumped into as I came into the Palace of Westminster this morning said he was re- signing as a whip. 'I'm picking up that there's deep discontent on the frontbench and in the Whips' Office.' He added that Mr Corbyn had only been persuaded to back a snap poll by two of his closest aides, Seumas Milne and Karie Murphy. 'A clear majority of our Shadow Cabinet were against a De- cember election yesterday but Jeremy Corbyn has been per- suaded to override them after interventions from Milne and Karie Murphy,' he tweeted. Mr Smith announced his decision to quit within minutes of the election vote last night. He has been a vocal campaigner for a second Brexit referen- dum, and was one of 20 MPs to vote against the snap poll. In a short letter to Mr Corbyn, he did not spell out his motives beyond saying they were 'political and personal'. 'It has been an enormous privilege to serve as a Labour MP and I am truly proud to have represented by hometown of Pontypridd over the last decade,' he said. 'I would like to thank all those in the Labour party and the wid- er community who have supported me.' Mr Smith challenged Mr Corbyn for the leadership in the wake of the 2016 referendum, but was comfortably beaten by 313,209 votes to 193,229. Mr Corbyn was forced to agree to an election yesterday morn- ing after weeks of dithering. On Monday he said a vote on December 12 was out of the question because it would be too dark for many voters and because some students would no longer be at university. But yesterday morning Mr Corbyn had no choice but to say the conditions for Labour to back a Christmas-time poll in the Commons had now been met. 'I have consistently said that we are ready for an election and our support is subject to a No Deal Brexit being off the table,' he said. 'We have now heard from the EU that the extension of Article 50 to January 31 has been confirmed, so for the next three months, our condition of taking No Deal off the table has now been met. We will now launch the most ambitious and radical campaign for real change our country has ever seen. This is a once in a generation chance to build a country for the many, not the few. It's time.' Later a bizarre video posted on Instagram by the Labour lead- er showed him clapping his hands together and urging his activists to get on the campaign trail with a thumbs up. The pro-Corbyn Momentum movement pledged to mobi- lise tens of thousands of activists to knock on doors in marginal constituencies. Based on US political campaigns, they will host hundreds of campaign events, including phone bank parties, street stalls, rallies and campus events. National coordinator Laura Parker said: 'The choice before us all is clear. On one side there is a Labour Party which will invest in hundreds of thousands of good, green jobs, unite our country and bring real change to communities across Britain. 'On the other side, Tory No Deal extremists, who are hap- py to sow division amongst us, will sell off our public ser- vices and pitch our economy into chaos.' Yesterday Labour suspended its so-called 'trigger ballots' which are being held in constituencies up and down the country to allow members to challenge sitting MPs. So far only four MPs were triggered and none ended up being deselected. Labour veteran Dame Margaret Hodge survived her deselection vote on Monday night. It is believed that any outstanding candidate selections will be decided by the ruling NEC. By JAMES TAPSFIELD, POLITICAL EDITOR FOR MAILONLINE 5 da, Remocontro.it Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 12 LONDRA Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 I gesti e le parole del nostro razzismo quotidiano. Davanti alle tragedie dell’oggi, un invito a ricon- oscere il razzismo che serpeggia nell’uso degra- dato delle parole di tutti i giorni, e che pure con- tribuisce a produrle, quelle tragedie. Perché le parole possono uccidere… Ritrovando due libri, “Lessico del razzismo dem- ocratico. Le parole che escludono”, di Giuseppe Faso, e “Sulla lingua del tempo presente”, di Gustavo Zagrebelsky. Di Francesca de Carolis Le parole che escludono “Non ha ottenuto l‟unanimità la mozione per istituire una com- missione straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta da Liliana Segre. Il centrodestra si è astenuto. E quando i senatori si sono alzati in piedi per omaggiare con un applauso la senatrice a vita, quelli del centrodestra sono rimasti seduti senza applaudire”… Leggo su un quotidiano… ma ancora di più inquietano le immag- ini di quei nostri rappresentanti, seduti, al margine destro, in una calma indifferente che sa di ostilità. E diventa insulto un gesto in sé innocuo come lo stare seduti e in silenzio… E ancora di più suonano come insulti le “innocenti” parole che sono seguite, sui perché e sui distinguo. E cos‟è razzismo, e cos‟è un‟opinione, e quel “prima gli italiani”, ad esempio. I gesti e le parole… bisognerebbe maneggiare gli uni e le altre con più cautela. Che dire dei crocefissi usati (condivido l‟espressione di Michela Murgia) facendo riferimento a “dei marcatori culturali” usati “come corpi contundenti”. A questo proposito propongo, per ridare a Cristo quel che è di Cristo, un‟attenta e onesta rilettura dei Vangeli… Mentre per tornare ad un uso più accurato delle parole, suggerisco la lettura incrociata di due libri nei quali mi sono imbattuta qual- che tempo fa, quanto mai attuali. Ospite, secondo us Il primo libro: “Lessico del razzismo democratico. Le parole che escludono” (ed. Derive/approdi) di Giuseppe Faso, che è inse- gnante e, fra le varie cose, ha coordinato il centro Intercul- turale Empolese-Valdelsa, e molto ha partecipato a esperienze associative con lavoratori immigrati. Ce ne snocciola un po‟, Faso, di parole tanto scontate da sem- brare banali, persino, nell‟ovvio incedere del nostro parlare quotidiano, ma che compongono il dizionario che pure rivela tanto nostro razzismo. E non stiamo parlando della volgarità del razzismo esplicito e cattivo. Ma di qualcosa di più profondo, sottile, più pericoloso perché tutti ci pervade. Stia- mo parlando del razzismo “democratico”, raffinato, di noi persone educate, colte, intellettuali magari… Una parola scel- ta, non a caso, dal libro di Giuseppe Faso: “ospite”. Quanto distorta, svilita, infangata, negli ultimi tempi. E‟ parola nata buona, accogliente come lo sono le porte spalancate. Sa di abbracci, rispetto e condivisione. Sa di antica cortesia e di buone usanze. L‟ospite è sacro, ci hanno insegnato fin da piccoli, agli uomini e agli dei Dalla rivista Kaos L‟uso degradato delle parole Eppure… “Se ne consideri l‟uso degradato”, ci dice Giuseppe Faso, che tanto per cominciare cita un ricorso della Procura di Firenze nei confronti di un cittadino straniero colpevole di non essersi presenta- to in Questura, dove era stato convocato, perché la convocazione non era tradotta nella sua lingua. Ecco: “Non si può piegare l‟auto- rità del nostro Stato e la cultura millenaria che ci appartiene alle esigenze di immigrati stranieri in larga misura entrati in origine irregolarmente e che invece (…) devono sottostare, quali ospiti, alle regole e agli usi adottati e rispettati dal padrone di casa”. Ed ecco che una parola nata buona come il pane, “ospite”, carica della sacralità di gesti che hanno segnato la nostra civiltà, viene impiegata per negare il principio stesso dell‟ospitalità. Quest‟idea degradata dell‟ospite rimbalza oggi un po‟ dappertutto, e più che d‟accoglienza ha il sapore della definizione di limiti e confini, se non del “respingimento” (parola orribile che fa ormai parte del nostro lessico). E non vi sto a dire dei proclami di certa politica molto in linea con il tono del testo del ricorso citato. Il diavolo, si sa, s‟insinua nei dettagli. Pensate un po‟, mi sono imbat- tuta nel dettaglio di una targhetta, di quelle che si appendono agli ingressi delle case, che accanto al profilo di un simpatico cagnolino recita: “Ricorda, quando vieni a casa mia, che il mio cane vive qui. Tu sei solo un ospite”. E viene anche da sorridere magari… Migrante=clandestino, zin- gara=ladra L‟elenco di parole degradate che Giuseppe Faso ha da tempo sco- vato è ben lungo: altro, apprendimento, sicurezza, badante, legge, cibo, ripulire, bivacco, decoro, dato di fatto…. Le parole non sono innocenti, dipende dall‟uso che se ne fa. Prov- ate a pensarci voi, e se non riuscite a “vedere” il senso deviato di queste parole che pure tutti i giorni pronunciamo, andate a consul- tare il “Lessico del razzismo democratico” che, catalogando questi e altri termini, ci inchioda alle nostre responsabilità. Puntando il dito contro la pigrizia (e la malafede) di chi finge di spiegare realtà complesse con semplificazione di pensiero e di linguaggio, e ce ne spiega, di queste parole e semplificazioni, l‟uso strumentale e dem- agogico. Così che alla fine per tutti, sotto sotto, chi migra è sempre un clandestino, chi è clandestino è un terrorista, una zingara è sem- pre una ladra… e le parole diventano proiettili che possono uc- cidere, come spiegava un‟efficace campagna sociale di qualche anno fa. Il secondo libro: “Sulla lingua del tempo presente”, prezioso lavoro di Gustavo Zagrebelsky. Bella riflessione sui luoghi comuni lin- guistici la cui continua ripetizione è segno di una malattia degener- ativa della vita pubblica, che si esprime in un linguaggio stereo- tipato e kitsch, proprio per questo largamente diffuso e accolto”. Prima gli italiani Una parola per tutte. “Italiani”. Dovrebbe parlare di unione e fratel- lanza, rimando a un inno alle cui note riusciamo persino a com- muoverci (finanche se solo prima del fischio d‟inizio di una ten- zone su un campo di calcio!), rimando alla storia che l‟Italia fece… eppure “è diventata parte di un lessico dell‟ostilità”. Parola corrotta, dice Zagrebelsky, dal momento in cui un partito è stato definito dal suo capo “partito degli italiani” (partito è per definizione parte, gli italiani dovrebbero essere il tutto), e oggi siamo a quel “prima gli italiani” che sa di esclusione, respingimenti e morti, su frontiere d‟acqua o di terra che siano… Italiani. Ospiti. Due parole che saldandosi insieme, nel loro degra- dato uso, chiudono il cerchio del nostro distorto orizzonte. Svuotate del loro senso e riempite di veleni, diventano tarli, che polverizzano l‟anima della nostra civiltà. Bisognerebbe pensarci, prima di demo- craticamente commuoverci davanti alle tragedie che anche il nostro colto e composto razzismo contribuisce a produrre… FRANCESCA DE CAROLIS Francesca de Carolis, giornalista, scrittore, ex TG1, ex Radio 1. Attualmente si occupa di carceri, nella speranza di contribuire a limare le grate anche della nostra mente
  • 6. “Programma centrodestra” Pensione per le mamme, bollo auto e meno tasse per tutti: il programma di centrodestra Il documento firmato da Berlusconi, Salvini e Meloni strizza l’occhio sia ai "ricchi" (Flat tax e abolizione dell'Imu), sia a chi vive sotto la soglia di povertà: esenzione totale per chi non ha reddito, raddoppio delle pensioni di invalidità e aumenti alle minime During the Holocaust, it wasn‟t just the Jews who suffered at the hands at the Nazis although they bore the brunt of the rac- ism and extermination at the hands of the Germans and their allies during World War II. The Gypsies were also persecuted during the reign of Hitler and his henchmen. The Nazis at their death camp at Auschwitz gassed 800 chil- dren including over 100 boys between the ages of 9-14 on this day. How did this ever be allowed to happen? The Gypsy people were hated by the Nazis, the definition of what constituted a Gypsy to the Nazis was often the same as what constituted a Jew in the racist writings of the Third Reich. As early as 1937, the roundup of Gypsies was begin- ning in Germany. The Germans did little to conceal their murderous plans. In 1937, Dr. Robert Ritter, a racist with a medical degree gave a presenta- tion in Paris on what would be the racial definition of Gypsies as the Reich considered Gypsies Sinti) from the labor camps to Auschwitz. In a bizarre twist, in one of the camps in Auschwitz, BIIe the 6000 Roma were allowed to live as families. Inside the Gypsies, despite the deprivation and bru- tal nature of the guards would play their music, and have circus -like performances. But a dis- ease manifested itself there in the inmates, Noma, which has symptoms similar to leprosy. It was then that the Germans de- cided to eliminate the entire 6000 Roma in the camp. They separated over 1400 that could work and sent them to labor camps and the remainder were murdered by getting gassed. Yes, it wasn‟t just the Germans who carried out these heinous acts, but the Austrians, Romani- ans (a German ally), Croatia, Vichy France, and others were just as complicit in helping the Germans deal with their “Gypsy Problem.” So great was the bias against the Gypsies in Germany, that after the war in 1950, the Gyp- sies sought reparations from the German government. However, they would get no compensation for their suffering or brutal mur- derous treatment at the hands of the Nazis like so many other vic- tims of the Holocaust did. Ap- proximately 1.5 million Gypsies were murdered by the Nazis and others during the war. And yet their suffering went unheeded. The German government, in its decision, stated that “Gypsies have been persecuted under the Nazis not for any racial reason but because of an asocial and criminal record.” This slight was not rectified until 1979 which by then had seen many, if not most of the survivors passed away. https://sofrep.com/ “asocial.” In December of 1937, Heinrich Himmler issued a decree that provided grounds to arrest people, not for committing crimes but for being “asocial.” The Nazis confined Gypsy (also known as Roma) families at Lackenbach beginning in 1939. Yet, the rest of the world turned a blind eye to what was happening in Germany in the plight of the Jews, the Gypsies, and others. Once they began to acquire more territory, the Jews and Gypsies were quickly targets for elimina- tion by wandering groups of Einsatzgruppen or forced depor- tation to the camps. In late 1941, over 30,000 German gypsies were deported to Poland. At the same time there were over 5000 Austrian Gypsies deported to the Lodz Ghetto, then the Chelmno death camp where they were all gassed in early 1942. In Vichy France, the Secretariat for Jewish Affairs rounded up thousands of Gypsies and many were shipped them off to Dachau, Ravensbrück, and Buchenwald. Some 15,500 died in the Nazi camps while 40,000 survived in the French internment camps. In Croatia, the locals were only too happy to help the German in- vaders carry out their murderous plans. They targeted the Jews, Serbs, and Gypsies and out of 27,000 that were rounded up, over 26,000 died. Other figures put the number much higher, close to 90,000. In Italy, the Italians balked at rounding up Gypsies, but after the German occupation some of the Italian Roma were rounded up and sent away, but most however escaped. The Hungarian Roma fared little better. Over 30,000 were sent to the death camps and there, 27,000 were murdered and never returned. A rate of 90 per- cent. It was in 1943 that the Germans began moving all of the Gypsies, (Roma and another group called 6 Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 11 Storia Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 31 OTTOBRE 1944, 800 GYPSY CHILDREN iente bollo sulla prima auto, introduzione del prin- cipio del divieto di tassazione in assenza di reddito, abolizione del limite all‟uso del contante, riforma del sistema tributario, pagamento di tutti i debiti della pubblica amministrazione. E poi ancora: flat tax, aumenti alle pensioni (sia minime che di inva- lidità), azzeramento della legge Fornero, "azzeramento della povertà assoluta con un grande Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di estrema indigenza", lotta al terrorismo, ripresa del controllo dei confini e rimpatrio di tutti clandes- tini. I conti in tasca ai partiti: quanto costano le promesse Il centrodestra ha trovato la quadra sul programma di governo da realizzare in caso di vittoria alle elezioni del 4 marzo 2018. Lo ha annunciato su Fa- cebook il segretario della Lega Matteo Salvini: "Ecco scritto, nero su bianco, il programma comune del centrodestra, con tanti punti voluti dalla Lega, con il quale andremo a governare", si legge nel post condiviso dal leader del Carroccio. Si tratta, meglio premetterlo, di un foglio di carta che vale quel che vale viste le promesse in ballo. Ce n‟è per tutti: il centrodestra strizza l‟occhio sia ai "ricchi" (Flat tax e Imu), sia a chi vive sotto la soglia di povertà (pensioni, Irap, bollo auto, reddito di dignità etc). La grande incognita (usiamo un eufemismo) sono ovviamente le coperture. Secondo Berlusconi "i costi per flat tax, cancellazione di Irap, aumento delle pensioni minime, revisione del sistema pen- sionistico, reddito di dignità sono di 100 miliardi di euro". Una cifra esorbitante, pari a circa 1/8 del to- tale della spesa pubblica. Ma la soluzione è a porta- ta di mano: "Le coperture disponibili - ha detto il Cav ai microfoni di Rtl 102.5 - sono intorno ai 270 miliardi". Vale a dire dieci manovre finanziarie. Una somma, diciamolo chiaramente, impossibile da reperire per qualsiasi governo. Berlusconi, pensioni imu e tasse-2 E infatti ciò che il centrodestra non dice è dove Confermata anche l‟introduzione della Flat tax "per famiglie e imprese con previsione di no tax area e deduzioni a esenzione totale dei redditi bassi e a gar- anzia della progressività dell‟imposta con piena copertura da realizzarsi attraverso il taglio degli sconti fiscali". Niente tasse per chi è esente da reddito Oltre a non pagare Imu e bollo auto, chi non per- cepisce uno stipendio si vedrà dunque dispensato an- che dal pagamento di Irap e dell‟imposta sulle dona- zioni e successioni. Più in generale il centrodestra intende introdurre un "principio del divieto di tassa- zione in assenza di reddito". Reddito di dignità "Azzeramento della povertà assoluta con un grande Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di estrema indigenza, allo scopo di ridare loro dignità economica", si legge in un altro punto del program- ma. Si tratta probabilmente del "reddito di dignità" a cui Berlusconi ha già accennato più volte. Secondo il Cav, dunque, non solo gli indigenti "non pagheranno alcuna tassa ma sarà lo Stato a versare un‟integra- zione fino a livello dignità previsto dall‟Istat in funzione di parametri del numero di familiari e di luoghi di residenza. Per esempio circa 1250 euro mese servono a famiglie con due figli". Quota 41 e aumenti alle minime: tutte le promesse sulle pensioni Capitolo immigrazione Non poteva mancare qualche promessa su un tema molto caro alla Lega. Salvini & co promettono il "blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici". Il centrodestra intende rimpatri- are "tutti i clandestini" e far partire un non meglio precisato "piano Marshall per l‟Africa". I soldi d'altra parte non mancano prenderà i soldi: solo un trafiletto del programma è dedicato alle possibili nuove entrate, da ottenere me- diante un "taglio visibile" degli sprechi reso pos- sibile dall‟effettiva "introduzione del principio dei fabbisogni e dei costi standard". Vediamo comunque le proposte nel dettaglio. Previdenza: aumenti alle minime e pensione per le mamme Il capitolo pensioni è molto ricco. Confermati gli au- menti alle pensioni minime (anche se non viene dichiarato l‟importo), il centrodestra promette anche un non meglio specificato assegno per le mamme, una proposta cui Berlusconi aveva già accennato qualche tempo fa ("Serve una pensione anche a quelle persone che lavorano di più. Al sabato, alla domenica, la sera e la notte. Sempre: le mamme"). Tra gli altri punti del programma il "raddoppio dell‟assegno minimo per le pensioni di invalidità e sostegno alla disabilità". Infine non poteva mancare l‟azzeramento della legge Fornero "e nuova riforma previdenziale economicamente e socialmente sos- tenibile". Perché è quasi impossibile abolire la legge Fornero Bollo auto Confermata anche l‟intenzione di intervenire sulla tassa di possesso degli autoveicoli. "No al bollo sulla prima auto", si legge in uno dei punti del programma. Dal pagamento del bollo saranno inoltre dispensate tutte quelle persone esenti da reddito. Tasse, dall‟Imu alla Flat Tax Sull‟Imu vale quanto già detto per il bollo auto. Il centrodestra promette di abolire la tassa sulla prima casa e di dispensare dal pagamento dell‟imposta colo- ro che non hanno reddito. Attualmente l‟Imu sulla prima casa si paga solo se l'abitazione principale rien- tra in una delle categorie catastali di lusso A1, A8 o A9.
  • 7. Molti anni fa un cantautore italiano scrisse una struggente canzone per le vittime di Auschwitz, affermando profeticamente “ancora non è contenta di sangue la bestia umana”. Ma lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti non fu un peccato originale: spesso si dimenticano altri genocidi, come quello degli Armeni, o dei nativi americani o degli aborigeni del continente australe. Poi ci sono atrocità ancor meno conosciute, perpetrate negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, perché commesse in quel sud- est asiatico così lontano da noi geograficamente e culturalmente, quando ancora la globalizzazione era un concetto astratto. Il Massacro di Nanchino, anche detto “Stupro di Nanchino” è uno di quegli episodi che impediscono di pronunciare parole adeguate, di esprimere ogni possibile commento sull‟atrocità dei comportamenti umani, che nulla hanno a che vedere con azioni di guerra. Uno dei tanti bambini vittime del Massacro di Nanchino Alla fine degli anni ‟30, mentre l‟Europa andava inesorabilmente incontro alla seconda guerra mondiale e agli orrori del regime nazista, in Asia era già in atto il secondo conflitto sino-giapponese, che si protrasse dal luglio 1937 al settembre 1945, quando il Giappone fu costretto ad arrendersi incondizionatamente. Teste mozzate di abitanti di Nanchino La Repubblica di Cina tentava di difendersi dall‟invasione dei giapponesi, che volevano lanciarsi alla conquista dell‟Asia. Il generale giapponese Iwane Matsui entra a Nanchino Alla fine del 1945 il conto dei caduti cinesi ammontava a 20 milioni, tributo di vite umane secondo solo a quello dell‟Unione Sovietica. Si stima che 16/17 milioni di quelle vittime fossero civili disarmati e indifesi, travolti da una ferocia bestiale. Cadaveri accanto al fiume Qinhuai Ferocia bestiale che probabilmente raggiunse il suo apice durante le sei settimane successive alla conquista della città di Nanchino, allora capitale della Cina. Un inerme contadino cinese ucciso a sangue freddo Durante la loro marcia di conquista, i soldati giapponesi erano stati autorizzati, con l‟approvazione dello stesso imperatore Hirohito, a non tenere in considerazione le convenzioni internazionali che proteggevano i prigionieri di guerra, anzi: Gli ufficiali dovevano proprio bandire l‟espressione “prigioniero di guerra” Avvicinandosi alla capitale, i soldati giapponesi si erano già dimostrati capaci di azioni criminali che avevano costretto la popolazione rurale a riversarsi in città, dove nessuno trovò la salvezza ma piuttosto una morte atroce. Dopo la resa di Nanchino, il 13 dicembre 1937, le truppe giapponesi uccisero un numero di persone difficile da quantificare, ma che si aggira tra le 200 e le 300 mila (secondo fonti USA desecretate da poco le vittime furono 500 mila), incendiarono e saccheggiarono la città, stuprarono migliaia di donne, anche bambine e anziane, prima di torturale e ucciderle in modi atroci. A tanto orrore assistettero alcuni stranieri residenti a Nanchino e qualche giornalista, sia straniero sia giapponese. In una lettera alla famiglia un missionario scrisse: È una storia orribile da raccontarsi; non so come incominciare né come finire. Non avevo mai sentito o letto di una tale brutalità. Stupri: stimiamo che ce ne siano almeno 1.000 per notte e molti altri durante il giorno. In caso di resistenza o qualsiasi segno di disapprovazione arriva un colpo di baionetta o una pallottola Vennero stuprate circa 20.000 donne pubblicamente, e spesso di fronte ai loro familiari, poi tutti venivano uccisi. I soldati giapponesi rastrellarono sistematicamente gli edifici di Nanchino, prelevando ragazze che venivano denudate e legate lungo le strade, per consentire a qualsiasi militare di violentarle. Alla fine venivano impalate con canne di bambù o con le baionette, mentre le donne incinte erano sventrate. Nemmeno i bambini riuscirono a suscitare la pietà degli invasori: molti furono mutilati, violentati, sbudellati e poi lasciati morti a terra per giorni interi. La decapitazione di un soldato cinese Le vittime del massacro furono sepolte in fosse comuni, a volte anche vive, oppure gettate nelle acque del Fiume Azzuro, oppure ancore bruciate, nel tentativo di mascherare in qualche modo la portata dell‟eccidio, durante il quale due soldati I Curdi sono nostri fratelliIpotesi, tra Storia e Mito, dello studioso Felice Vinci, autore di “Omero nel Baltico” e neo Presidente onorario della Fondazione Levi Pelloni. Il Massacro di Nanchino: l’Eccidio dimenticato di 300.000 innocenti di ANNALISA LO MONACO Perché i Curdi sono nostri fratelli? An- diamo con ordine. In un articolo uscito qualche anno fa su una importante rivista di filologia classica, intitolato “Ancient Curetes and the Western Bal- tic tribe of Kuri”, la professoressa Ilze Rimniece mostra alcuni suggestivi par- alleli a supporto dell‟ipotesi che vi sia un rapporto fra gli antichi Cureti della mitologia greca ed i Curi o Curoni, una tribù di guerrieri e navigatori del mondo baltico. Questi ultimi, chiamati Curetes dallo storico medievale danese Saxo Grammaticus (1150 c. – 1220 c.), han- no dato il loro nome alla Curlandia, una regione della Lettonia che cor- risponde alla Curetia di Saxo. Ora, se consideriamo che proprio nel Baltico orientale si trova la figura di un dio su- premo, chiamato Dievas in lituano e Dievs in lèttone, che nel folklore ha le caratteristiche sia del dio cristiano che del greco Zeus, sembra effettivamente naturale collegare queste Curi baltici del Medioevo con i misteriosi Cureti (Kouretes) della mitologia greca, ad- oratori di Zeus ed in particolare protag- onisti del mito della sua nascita sul monte Ida a Creta: Omero ne parla come una popolazione bellicosa in conflitto con gli Etoli (oltretutto Dievas è quasi identico a Di(v)os, il nome di Zeus in greco nel caso genitivo). D'altra parte, il filologo tedesco Walter F. Otto ha trovato analogie tra Zeus e Teshub, il grande dio della tempesta degli Hurriti (o Khurriti, un popolo che verso il XVI secolo AC era stanziato in Anatolia, imparentato con i Mitanni, che parlavano una lingua in- doeuropea). Un'altra analogia con la mitologia greca si riferisce all'assalto all'Olimpo da parte di due giganti, Oto ed Efialte, raccontato nell‟Odissea, par- agonato da Robert Graves al mito hur- rita in cui due fratelli divini attaccano il Monte Hazzi. E sempre ad un mito hur- rita viene accostato il racconto, con- tenuto nella Teogonia di Esiodo, della castrazione di Urano, avo di Zeus. In- somma, date queste singolari conver- genze tra le rispettive mitologie, si può legittimamente ipotizzare una sorta di continuità tra i Cureti omerici e gli Hurri- ti-Khurriti anatolici, presumibilmente riconducibile alla diaspora in- doeuropea. Ma ciò che è più sorprendente, e che ci porta all'ultimo anello di questa catena di cor- rispondenze, è che il paese degli anti- chi Khurriti si sovrappone quasi esatta- mente a quello dei Curdi di oggi! Il Kurdistan è una vasta regione che si estende tra la Turchia centrale e in par- ticolare quella orientale, l'Iran occi- dentale, l'Iraq settentrionale e la Siria settentrionale. Va anche notato che nella leggenda curda più famosa, quella di "Kawa il fabbro", il nome del protagonista è identico a quello del ka- ves (o koes), il sacerdote dei mitici Cabiri della mitologia greca, probabil- mente legati ai misteri di metallurgia. Inoltre, in un racconto curdo tradizionale troviamo una chiara allu- sione al mito di Ulisse (tuttavia esso è più vicino alla versione celtica, intitolata Merugud Uilix maic Leirtis, che indica che probabilmente non deriva dall'Odissea omerica, ma piuttosto da una tradizione indoeuropea parallela). Ma, in ogni caso, un confronto tra il DNA dei Curdi e quello degli attuali Curlandesi può verificare la validità di questa catena che si estende attraver- so i secoli, dai Cureti omerici agli Curdi odierni, e confermare se questi due popoli siano davvero connessi. Ma se già un possibile rapporto con il mondo dell‟antica Grecia ci fa sentire i Curdi molto più vicini di quanto non potesse pensare, una relazione non meno inaspettata e forse ancor più stretta si può stabilire con il mondo dell‟antica Roma. Cominciamo col dire che un appellativo degli antichi Romani era “Quirites”: secondo un‟antica tradizione, questo termine era una cor- ruzione di Curites (dal nome della città sabina di Cures), ossia il nome della tribù di Sabini originariamente stanziati sul Quirinale e devoti al dio Quirino. All'origine della storia dell‟Urbe i Curiti, dopo essersi scontrati con i Latini di Romolo – il leggendario episodio del Ratto delle Sabine – si fusero con essi diventando un solo popolo e condi- videndo coi Latini il governo della neo- nata Roma, al punto che il loro re Tito Tazio regnò insieme con Romolo: da qui derivò ai Romani l'appellativo di Quiriti. Non solo: il secondo re di Roma, Numa Pompilio, genero di Tito Tazio, era anch‟egli originario di Cures. E che vi sia un rapporto diretto tra Roma, Cures e i Cureti ce lo attesta la capra Amaltea, figlia del curete Haimonios, anch‟essa legata, come i Cureti, al mito della nascita di Zeus, del quale fu la nutrice sul monte Ida: infatti, secondo l‟autorevole testimonianza di Agostino, essa era effigiata nel primitivo Cam- pidoglio. Ma ora andiamo a Cures, la città più importante dei Sabini, che sorgeva nei pressi dell‟attuale Passo Corese, fra- zione di Fara in Sabina, a poco più di 30 km dal centro di Roma. Non lontano, si erge nella pianura il monte Soratte, che fu utilizzato come luogo di culto dai Sabini, dai Capenti, dai Falisci e dagli Etruschi. Tale vocazione si tramandò ai Romani con il culto di Soranus Apollo. Soranus era un'antica divinità italica, venerata da varie popolazioni dell'Italia centrale: il centro del suo culto era sul Soratte; i suoi sacerdoti, chiamati Hirpi Sorani ("Lupi di Sorano"), nel corso delle cerimonie camminavano sui car- boni ardenti, reggendo le interiora delle capre sacrificate (che a questo punto potrebbero forse essere messe in rap- porto con Amaltea, la capra di Zeus). E, non a caso, nei pressi del Soratte, a qualche chilometro da Cures e da Pas- so Corese, vi era il Lucus Feroniae, il bosco sacro della dea Feronia, paredra di Sorano. Ma perché abbiamo tenuto a soffermar- ci sul Soratte e su Sorano? Perché, dopo aver trovato un fitto reticolo di cor- rispondenze tra il mondo classico, i Cu- reti, i Khurriti e i Curdi, scopriamo un collegamento diretto proprio fra questi ultimi ed il primitivo mondo romano- sabino: infatti “Sorani” è il nome del “curdo centrale” (Kurdîy nawendî), os- sia la lingua curda parlata dalle popola- zioni curde dell'Iraq settentrionale e dell'Iran occidentale. Per inciso, le tre lingue curde – il Kurmanji (Curdo set- tentrionale), il Sorani (curdo centrale) e il Palewani (curdo meridionale) – ap- partengono al ramo iraniano della fami- glia indo-europea. Il termine “Sorani” – una delle due lingue ufficiali dell'Iraq insieme all‟arabo, parlata da circa 9-10 milioni di persone e semplicemente in- dicata come "curdo" nei documenti politici – prende il nome da Soran, un emirato musulmano sunnita curdo del Kurdistan. A sua volta questo nome sembra essere legato al clan ariano di Soren, che durante il regno di Yazdgerd di Persia governò quello che oggi è no- to come Kurdistan iracheno. “Soran” è anche un distretto del governatorato di Erbil del Kurdistan iracheno, al confine con l'Iran e la Turchia; la sua città prin- cipale è Diana, che è anche chiama- ta Soran. Da tutte queste convergenze, che sarebbe arduo ritenere casuali, possia- mo arguire che l‟antico popolo dei Cu- reti, inizialmente abitanti nel nord, du- rante la diaspora indoeuropea abbia preso strade diverse: alcuni sono rimas- ti sulle rive del Baltico, dove erano stan- ziati già nei tempi omerici (sono infatti citati nell‟Iliade, come abbiamo rilevato nel saggio Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell‟Odissea e dell‟Iliade, in cui abbiamo ricostruito l‟originario mondo omerico, identificabile con l‟età del bronzo nordica); altri hanno finito per stanziarsi nella penisola anatolica; un terzo gruppo ha passato le Alpi e, scendendo per la penisola italiana, in- fine si è fermato nel Lazio, dove ha dato un importantissimo contributo alla storia della Roma arcaica. È ragionevole aspettarsi che analisi mirate sul DNA delle popolazioni che vivono in Curlandia, nel Kurdistan e nell‟area della Sabina diano una confer- ma al sorprendente quadro che qui ab- biamo cercato di delineare, da cui intan- to possiamo dedurre che i Curdi, e così pure i Curlandesi, sono nostri fratelli: siamo tutti figli dell‟Europa. Felice Vinci (Felice Vinci 30 ottobre 2019) 7 Britalyca La Voce Alternativa Ottobre 2019 10 Comuncati Britalyca La Voce Alternativa Palmerini Ottobre 2019 giapponesi fecero addirittura una scommessa, seguita dai giornali nipponici come fosse una sfida sportiva, su chi avesse per primo ucciso cento cinesi con la propria spada. La raccapricciante sfida di due soldati giapponesi, raccontata da un giornale nipponico Alla fine della seconda guerra mondiale alcuni degli ufficiali che comandavano le truppe giapponesi furono processati: il generale Matsui e l‟allora ministro degli esteri Koki Hirota furono condannati a morte, insieme ad altri cinque criminali, mentre lo zio dell‟imperatore, il principe Asaka, presente a Nanchino durante le atrocità commesse, riuscì ad ottenere l‟immunità perché membro della famiglia reale. Innocenti sepolti vivi in fosse comuni Nonostante le prove evidenti del massacro, in Giappone molte associazioni di veterani hanno continuato a negare l‟eccidio fino a non troppi anni fa. Solo nel 1995 il Giappone si scusò formalmente con la Cina per le azioni dell‟esercito giapponese, ma non in forma scritta, come sarebbe stato auspicabile. Il ghigno bestiale di un soldato giapponese con una testa mozzata nelle mani Eppure, ancora oggi, sono molte le personalità di spicco nipponiche (politici, industriali, legislatori) che continuano a negare le atrocità commesse dalle loro Forze Armate, come fosse disonorevole l‟ammissione della colpa, e non invece il crimine commesso. Del massacro sono stati scritti molti libri e girati diversi film. Uno fra questi è “Black Sun – The Nanking Massacre”, del 1995, di cui trovate sotto il trailer: https://www.vanillamagazine.it