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Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni. Fondato ed edito da Carmine Gonnella (2005/2017) II edizione N. 32 Giugno 2017
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TRA IL MISTO ALLA
TEDESCA O IL
MAGGIORITARIO
ANGLOSASSONE,
PREFERISMO IL MIO
UNIVERSALUM
E’ uniproporzionale
(uniproporzionalismo)
Si vota a livello regionale non piu’ cir-
coscrizioni o college. Ogni partito pre-
senta una lista pari al numero di depu-
tati e senatoti da eleggere, con il
maggioritario uninominale. I seggi ve-
gono assegnati in proporzione ai voti
ottenuti da ogni candidato a prescin-
dere dalle liste. Significa semplice-
mente che se il cittadino vota con il
maggioritario uninominale ma I seggi
vengono assegnati in proporzione ai
votti ottenuti dai singolo candidate. In
una lista se il partito inserisce gente
capace e moralmente degna, tutti pos-
sono essere eletti. Se in un Parlamento
ci sono politici "moralmente indegni", la
colpa non e' di chi li ha votati, ma di chi
li ha candidati, a prescindere dal mec-
canismo elettorale. Nessun premio di
maggioranza perche’ non contemplato
dalla nostra Costituzione. Ala lista o
partito che ottine piu’ seggi, spetta di
formae il governo di larghe medie e
piccolo intese, purche’ abbia un pro-
gramma legislativo coeso dalle forze
politiche. Il meccanismo prevede
anche la lesa sovranita’, consiste in
estendere la mozione di sfiducia a tutti
I membri della maggioranza di gov-
erno, sopratutto per sopetti traformismi
politici che violano la rappresentanza
nazionale .Signori il giorno dopo le
elzioni, si deve conoscere la com-
posizione del Parlamento non di chi o
come governera’, questo spetta al
primo ministro designato dal Capo
dello Stato
[cg]
Britalyca News Londra
Britalyca News Londra
CRONACA
Doriana Goracci
MARIUCCIA– L’Amore che
mi fu negato”
Di Maria Calabritto
Link e-book Amazon Mariuccia
l'amore che mi fu negato
FREE
VIGNETTE Enzo Apicella
Dal mattarellum in poi, in Italia il cittadino italiano non elegge, ma delega la
legislatura ai partiti! [Aucit.]
Il male nero delle badanti: ecco perché in tante si uccidono
Dall’ Italia e dall’ Estero
A cura di Giorgio Brignola
PAGINA 3
VIVERE SENZA PACE
LE PAROLE
MANO TESA
LA PENISOLA DEI DISPERATI
CULTURA & SOCIETA’ Nino Bellinvia Pagine 4/5
La Città di Massafra
è scesa in piazza a
festeggiare il Giro d’Italia
Centenario
apparizione
Madonna di
Fatima
PAGINA 2
Guccini: addio al
palco. Sono stanco,
non suono più
neanche a casa
Pagina 7
Pagina 8
Di Luigi Palumbo
Marocco – La medina di Rabat
Pagina 6
NON E’ AMMESSA LA PENA DI MORTE
Questa volta Marco Prato è riuscito a
togliersi la vita
PAGINA 7
COMUNICATI
Goffredo Palmerini
Giornata mondiale
del Rifugiato 2017
DALLA PARTE
DEI RIFUGIATI
Pagina 6
CIAO STEFANO
Il miglior Capo dello Stato mai eletto
E' stato anche accademico e primo Garante della
Privacy. Nel 2013 candidato non eletto al Quirinale.
"Una vita di battaglie per la libertà e diritti"
Emerito giurista politico e politologo tra i migliori
d’ Italia.
Pagina 2 Giugno 2017Britalyca News Londra
Le lobbies sono i poteri occulti che determinano la politica di
ogni partito
tire dal libero mandato alla parte-
cipazione diretta dei cittadini alla
vita sociopolitica del Nazione
PROPORZIALE
PURO CON
PREFERENZE E
PREMIO DI
GOVERNABILITA’
POST-ELETTORALE
Partiamo dal concetto che: “ In
una democrazia compiuta i
governi si formano dopo che il
cittadino ha espresso il suo
voto e non a priori”
Un meccamismo che sposa plura-
ismo, rappresentativita’ e govern-
abilita’.
Il problema di qualsiasi sistema
elettorale non e’ il voto, ma il
dopo: la governabilita’. Govern-
abilita’ che nell’ ultimo ventennio,
vuoi con il mattarellum, vuoi con il
bipolarismo e vuoi con il premio di
maggioranza pre-elettorale, e’
venuta meno. Attenzione, perche’
il premio di governabilita’ post-
elttorale e’ diverso dal premio di
maggioranza pre-elettorale, quest’
ultimo garantisce solo la vittoria
ma non la governabilita’.
Quindi occorre garantire un pre-
mio di governabilita’ del 50+1 %
sia alla Camera, sia al Senato, al
partito o lista che con un suo pro-
gramma legislativo riesce ad ot-
tenere la fiducia del 40% dei par-
lamentari.
Sappiamo tutti che anche alle
prossime elezioni ci saranno tre
partiti maggioritari che eventual-
mente non riusciranno a superare
la soglia 30%, lasciamo perdere il
40, allora perche’ non pensare ad
un premio di governabilita’ post-
elettotale?
Il meccanismo prevede anche la
lesa sovranita’ a tutti I membri
della maggioranza di ogni nuovo
governo. Consiste , nell’ esten-
dere la mozione di sfiducia ai
membri della maggioranza di gov-
erno, per fronteggiare il trasform-
ismo politico. Chi sulla via di Dam-
asco viola o non se la sente di
seguire il programma legislativo
sottoscrtitto, va a casa e gli
sumentra il primo dei non eletti del
suo pertito o lista
Un meccanismo a prova di in-
ciuci , perche’ il premio di govern-
abilita’ si basa su di un pro-
gramma legislativo coeso e non
su alleanze di convenienza
Il voto segreto
legislativo, non e'
contemplato dalla
Costituzione e viola il
libero mandato dei
parlamentari"
[Certi principi e' meglio
ripeterli sino alla nausea]
In ogni democrazia compiuta, il
cittadino, l'elettore deve essere in
grado di seguire il proprio rap-
presentante, per poter decidere
se rieggerlo o no. Per questa
ragione il costituente inseri' nella
Costituzione il libero mandato e
libere opinioni Ecco perche' all'
arrticolo 68 si legge: "I membri
del Parlamento non possono
essere chiamati a rispondere
delle opinioni espresse e dei voti
dati nell'esercizio delle loro fun-
zioni. Il voto segreto legislativo,
diciamo che....e' poco sovrano...
Io da antipolitico ho sempre
sostenuto che:" I politici ital-
iani sono dei criminali istituzi-
onalizzati" ( e lo ripeterei
anche in un' aula di tribunale)
IN POLITICA I
PRINCIPI
COSTITUZIONALI
VALGONO MENO DI
NIENTE
In molte democrazie compiute
il legislatore scelto ed eletto
a suggragio universale e di-
retto, con il voto libero ed
eguale. In base a questo prin-
cipio e’ da oltre un ventennio
che la politica nazionale e’
determinate da un Parla-
mento incostituzionnale,
aldila’ dell’ infallibilita’ della
Consulta.
Veniamo al mattarellum. Un
meccanismo costituzionale
solo al 75%. Il porcellum cos-
tituzionale solo 25% .
L’ italicum completamente
incostituzionale. Le liste bloc-
cate violano il principio del
voto diretto ed eguale. Il pre-
mio di maggioranza alla lista
o al partitto, viola il principio
del voto eguale. Le soglie di
smarramento, sempre il voto
eguale tra l’ altro nessun di
questo meccanismo e’ con-
templato dalla Costituzione
Occorre riportare la politica
alle sue origini, ovverossia al
voto a suffragio universale e
diretto con voto libero ed
eguale, con un meccanismo
elettorale valido per tutte le
tornate elettorali, sia a livello
nazionale sia a quello locale .
L’ ATTUALE
LEGISLATORE SUL
MECCANISMO
ELETTORALE, VI
STA TRUFFANDO
(dico vi sta, perche’ io sono
fortunato, non voto)
Non e’ vero che il vecchio mec-
canismo elettorale dei padre
fondantori, non funzionava. (1) il
cittadino aveva a disposizione
preferenze multiple, per poter
scegliere un giovane, un vecchio
o una donna (non c’era bisogno
di quote rosa) Poteva scegliere
tra un intellettuale ed un prag-
matic e via discorrendo…
Il giorno dopo le elzioni il popolo
conosceva esattameente la for-
mazione dell’ unico organo sov-
rano: il Parlamento. Queesti
rispecchiava esattamente la
volonta’ popolare, poi spettava al
Capo dello Stato indicare il vinci-
tore per la formazione dei gov-
erni, si chiama ancora De-
mocrazia parlamentare. Dopo
piu’ di un ventennio di meccan-
ismi elettorali fai d ate (o meglio
fatti da loro) non solo abbiamo
un Parlamento non sovrano,
perche’ eletto per la maggior
parte da premi di maggioranze e
non rispecchia la volonta’ popo-
lare. Siamo arrivati ai massimi
consentiti di ingovernabilita’e
conflitti istituzionali. Occorre a
nostro modesto avviso, ritornare
al vecchio meccanismo eletto-
rale per una nuova costituente,
per la rimodellare il ruolo del
legislatore…..
L' ERRORE PIU'
GRAVE CHE
L' OPPOSIZIONE
PUO' FARE, E'
QUELLO DI
CHIEDERE LE
ELEZIONI
ANTICIPATE
In Democrazia l' ingovernabilita'
nasce dalla mancanza da parte
delle opposizioni di misure alter-
n a t i v e e c o s t r u t t i v e
(da:Autaforismo)
Aggiungerei solo l' articolo 71:"
L'iniziativa delle leggi appartiene
al Governo, a ciascun membro
delle Camere ed agli organi ed
enti ai quali sia conferita da
legge costituzionale. Il popolo
esercita, il popolo la esercita
mediante la proposta, da parte di
almeno cinquantamila elettori, di
un progetto redatto in articoli."
Detto cio' le opposizione hanna
in mano anche la mozione di
sfiducia per i governi incapaci di
esercitare le sue funzioni nell'
interesse sclusivo della Nazione.
Non solo hannno anche la de-
mocrazia diretta dalla parte loro,
iniziative popolari, referendum
abrogratvi per le leggi ad per-
sonam o ad partitum. Badate
bene che dal 2018 ad ora, ab-
biamo avuto tre governi che
sono caduti pur avendo la
maggioranza in parrlamento.
Prima Berlusconi nel 2011, poi
per lui ) con il porcellum, che
contemplava per l'elezione della
Camera tre diverse soglie di
sbarramento: al 4% per i partiti
non coalizzati, al 2% per i partiti
coalizzati, al 10% per le
coalizioni, mentre al Senato le
soglie sono diverse, 8% per i
partiti non coalizzati, 3% per i
partiti coalizzati e 20% per le
coalizioni). E’ vero che
meccanismi elettorali senza
soglie di sbattamenti, fanno
aumentare i piccoli partiti che
influenzani quelli maggiorirari, ma
e’ anche vero che in uno Stato di
d i r i t t o e g u a l i t a r i o ,
rappresentativita’ significa
innanzi tutto “sociopolitiismo”.
(autocit)
IN BASE AI
MECCANISMI
ELETTORALI , ALLE
PROSSIME
ELEZIONI
GENERALI,
SAREMO GIA’ ALLA
QUARTA REPUB-
BLICA
Premesso che:
Un meccanismo elettorale deter-
mina solo il potere legislativo, poi
spetta ai governi gestire bene lo
Stato (da:Autaforismo 2014)
Una seconda Repubbica nasce
solo cambiando radicalmente la
Costituzione e tuttonon e’ av-
venuto, Quindi parlare di sec-
onda o terza Repubblica e’ da
imbecilli Se invece basiamo le
repubbliche in base ai meccan-
ismi elettorali, alle prossime
elezioni saremo gia’ alla quarta
Repubblica, senza aver appor-
tato nessun cambiamento. Il mat-
tarellum con un meccanismo
misto e coalizioni di poli pre-
elettorali , cancello’ il proporzion-
ale puro con preferenze plurime
e coalizione di governi post-
elettorali.(seconda Repubblica) Il
porcellum cancello’ la proporzi-
one maggioritaria, introducendo
non solo le liste bloccate ma
anche un premio di maggioranza
alla prima coalizione eletta. (terza
Repubblica) Ovviamente anche il
prossimo meccanismo elettorale
alla tedesca, con un libero man-
dato senza regole, non cam-
biera’ di molto il potere esecutivo,
ma solo quello legislativo (e
siamo alla quarta Repubblica) Ca
vaggiari’…BUONA REPUBBLICA
A TUTTI !
LA NOSTRA
DEMOCRAZIA E’ LA
PIU’ COMIUTA E
AVANZATA AL MONDO,
PER QUESTO E’ LA
MENO GOVERNABILE
E GESTIBILE, TROPPI
CONFLITTI
ISTITUZIONALI,
P ARTIRE DAL LIBERO
MANDATO E LA
PARTECIPAZIONE
DIRETTA
Le democrazie avanzate e com-
piute come la nostra, sono le
meno governabili e gestibili,
troppi conflitti istituzionali, a par-
Letta, dimissionato da Renzi , che
a sua volta si e' dimesso senza
motivo dopo il referendum costi-
tuzionale del 4 dicembre. In con-
clusione l' ingovernabilita' non e'
mai dovuta alle leggi ettorali ( e lo
so, ci siamo ripetuti come al
solito) ma dal rapporto legisla-
tore / elettore....
CHE FINE HA FATTO
IL PAREGGIO DI
BILANCIO IN
COSTITUZIONE?
Francamente non ci vuole una
laurea in economia e commercio
per capire che i governanti a pre-
scindere dal colore politico, in
questi ultimi decenni (dopo il
1970) ci hanno ingannati e truffati.
Questo e' un dato di fatto , al 31
dicembre 2016, il debito pubblico
italiano era di - 2.217 e rotti mil-
iardi di euro, dopo meno di sei
mesi, oggi e' arrivato a -2.285....I
calcoli di semplice matematica li
lascio a voi....
IN ARRIVO IL
MATTARELLONE
Nel nostro stato di diritto non
esiste un voto utile o inutile, ma il
libero pluralismo sociopolitico,
sancito dall’ articolo 49 della
Costituzione ialiana e non quella
tedesca :” Tutti i cittadini hanno
diritto di associarsi liberamente in
partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la
politica nazionale.” In euro
significa, che il voto non puo’
essere limitato da soglie di
sbarramenti, tutti i cittadini ,
nessuno escluso ed una qualsiasi
s oglia per acc edere in
Parlamento, escluderebbe milioni
di cittadini alla determinazione
della vita sociopolitica della
Nazione. Liste bloccate e premi di
maggioranza non viol
ano la Costituzione, ma le soglie
di sbarramento che siano alla
tedesca o alla bulgara, (ripetiamo)
violano il pluralismo sancito dall’
articolo 49. Il cosidetto
meccanismo alla tedesca, che io
cortesemente ho ribattezzato “Il
Mattarellone”, e’ incostituzionale
ancor prima di nascere e ancora
una volta dovra’ fare i conti con la
Corte Suprema. Dall’ Unita’ d’
Italia, nessun legislatore,
monarca, e nemmeno durante il
fascismo, hanno contemplato
soglie di sbarramenti per limitare il
pluralismo, il primo e’ stato il
ducetto Berlusconi Silvio (o chi
Pagina 3 Giugno 2017Britalyca News Londra
VIVERE SENZA PACE
LA PENISOLA DEI
DISPERATI
Le tragedie che capitano nel
Mediterraneo implicano seguiti
internazionali che, almeno per
il passato, sono stati
sottovalutati. Soprattutto a
livello UE. La posizione
geografica dell’Italia, e una
nostra politica non proprio
“coerente”, s’è rivelata una
delle concause che hanno
determinato i luttuosi eventi
correlati alle fughe di genti
dall’altra sponda del
mediterraneo.
Il principio dell’accoglienza
dovrebbe essere regolato da
n o r m e d ’ i n t e r e s s e
comunitario. Il nostro Paese
non è nelle condizioni
d’assistere una fitta umanità
che chiede asilo per tentare di
riprendere una vita normale
che, nelle terre d’origine, è
stata spazzata via. L’Europa
s’è dimostrata impreparata a
un’emergenza che, invece,
doveva essere meglio
monitorata da tempo.
L’Africa, non solo del nord, e i
Paesi del Medio Oriente
hanno delle democrazie non
solo instabili, ma anche
gestite scorrettamente.
Quando, per una serie
d’eventi storico/politici, ”cade”
la testa del Capo di uno di
questi Stati, il seme delle
rivendicazioni represse e delle
avventure speculative ha
facile spazio.
Ora, dovrebbe essere,
fisicamente l’Europa, ma
m o r a l m e n t e e d
economicamente tutto il
mondo, a farsi carico di una
realtà drammatica che non
può essere gestita, pur con la
migliore buona volontà, dal
nostro Paese che, tra l’altro,
già si dibatte in una crisi
economica che non ha da
trasformarsi in una “guerra” tra
i poveri.
Il diritto alla sopravvivenza
non conosce confini; ci vuole,
però, l’esigenza di un
c o i n v o l g i m e n t o p i ù
organizzato e coeso e non
solo del Vecchio Continente.
L’emergenza umanitaria, che
non è possibile disconoscere,
non può, però, essere mezzo
per incrementare polemiche
che hanno lasciato, e ancora
lasceranno, parecchia
amarezza. Il dramma dei
profughi, indipendentemente
dall’origine, ha da essere
affrontato concretamente; ma
anche disciplinato da
normative comunitarie.
Diversamente, non se ne
esce.
MANO TESA
Non ci siamo mai risparmiati
nell’esporre fatti e vicende che
hanno coinvolto la nostra
Comunità nel mondo.
Abbiamo principiato da oltre
mezzo secolo tentando, nei
limiti dei nostri mezzi,
d’analizzare i “fatti” che hanno
coinvolto l’Italia e il suo
Popolo. Fuori e dentro i confini
nazionali.
In un Mare Mediterraneo,
ancora utilizzato come via
verso un’apparente libertà di
vita, i drammi si sono
succeduti. Sul tema non ci
siamo mai, apertamente,
addentrati. L’hanno fatto altri e
in tutte le ottiche possibili.
“ G i u s t i f i c a n d o ” o
“Condannando" i drammi di
un’umanità alla ricerca di una
perduta dignità.
Ora, però, esprimiamo anche
una nostra opinione.
Premettendo però che la vita
è da tutelare sempre e la
libertà non può essere mezzo
di baratto. In primo luogo, ci
siamo resi conto che la caduta
di certi regimi non ha favorito
la libertà, ma è stata la
concausa di caos e di
situazioni che durante le
“dittature” non erano neppure
ipotizzabili.
Senza guide e con leggi non
rispettate, uomini e donne
hanno cercato altrove quelle
certezze irreperibili nelle loro
terre d’origine. Così, è iniziato
l’esodo che ha portato il
nostro Paese ad affrontare
emergenze che dovevano, da
subito, meglio ripartite con tutti
i Pesi dell’Europa stellata.
Senza”se” e senza”ma”.
Invece, l’emergenza è stata
più nostra che d’altri e la
Penisola, in questo 2017, non
è più in grado di far fronte alle
necessità di un’Umanità che
ha bisogno di tutto.
Così, prima di esprimere
p a r e r i , b i s o g n e r e b b e
conoscere anche lo “status”
dei tanti uomini che hanno
ricevuto sempre poco, o nulla.
Ogni parallelismo con altre
situazioni analoghe, a nostro
avviso, non regge; proprio
perché sono molto differenti le
cause scatenanti. Se proprio
di “guerra” tra Poveri c’è da
scrivere, non ci tireremo
indietro. Preferiremmo, però,
un dialogo aperto per essere,
se possibile, propositivi.
Tuttavia, come spesso
accade, se saranno ancora le
polem iche a im porsi,
incoraggiando l’inasprimento
degli animi, senza favorire i
diritti fondamentali, ogni
consiglio resterebbe senza
seguito. Con l'esclusione di
progetti, che non tengono
conto delle cagioni scatenanti,
è impossibile proporre delle
soluzioni concretizzabili.
Nel frattempo, intendiamo
schierarci su progetti
d’accoglienza con un chiaro e
c o n d i v i s o p r o t o c o l l o
d’emergenza europeo. L’UE
ha da essere una realtà anche
sotto il profilo umanitario.
L’emergenza non ha bandiere.
VIVERE SENZA
PACE
Nel mondo non c’è Pace.
Quest’osservazione è una
realtà che dovrebbe farci
riflettere. La Terra è troppo
piccola perché non ci si debba
interessare tutti del prezioso
bene dell’armonia tra le genti.
Premessa, indispensabile, per
lo sviluppo di ogni società.
Sembra un controsenso: si
vuole la Pace, si pensa alla
Pace ma, tuttavia, si ricorre
alla violenza per affermare
diritti che, proprio per come
sono presentati, non sempre
sono tali.
L’equilibrio della forza, che
tanto incide sulla bilancia
economica di ogni Paese,
anche di quelli più poveri, non
rappresenta che “il triste
prezzo della pace”. Il credo
in certe teorie, che tali però
non sono, non può garantire
una Pace durevole.
Mentre si scrive di
progresso, di riforme socio/
economiche, l’instabile
equilibrio, che dovrebbe
garantire la Pace nel mondo,
è sempre scosso da azione
di guerra, anche se non
dichiarata, che coinvolgono
numerosi punti “caldi” in tutti i
continenti. I focolai che
minacciano la Pace non si
sono spenti. Anzi, si sono
ravvivati con atti di terrorismo
in Europa e nel Mondo.
Nonostante le condanne, le
tensioni rimangono e,
i n d u b b i a m e n t e ,
rappresentano un fiero colpo
ai fautori di una Pace
incondizionata. I lutti che la
cronaca riporta, con
agghiacciante quotidianità,
potrebbero essere evitati?
L’interrogativo è grave e non
esime nessuno.
Attribuire responsabilità, che
pure ci sono, non è semplice.
Ciò che preoccupa è che la
violenza è gestita dalla
volontà di pochi. Gli altri
uomini ne sono le potenziali
vittime. Ci sono ancora troppi
compromessi e irresponsabili
superficialità da spazzare
via. Le “cobelligeranze” e le
“neutralità” non hanno mai
r i s o l t o ; a n zi h a n n o
complicato il problema. Non
è più una questione di
c o e s is t e n za , m a d i
s o p r a v v i v e n z a . L a
coesistenza, pur se con fini
non sempre analoghi, è
l’unico mezzo per garantirci
prospettive di vita che non
condizionino più quella degli
altri.
Nel 2050, quando l’Umanità
supererà i dodici miliardi
d’individui, solo con la Pace
si potrà tentare di garantire a
tutti prospettive di vita non
più soggette a pretese
sconsiderate. Le idee e le
religioni non hanno pregio
senza la coerenza di una
p a c if ic a c o n v i v e n z a .
I n s o m m a , c o m u n q u e
s’osservi la situazione
mondiale, la pace è sempre il
male minore. In conclusione,
vivere nel dubbio è favorire
ciò, che invece, dovrebbe
essere messo al bando
LE PAROLE
S i a m o , f o r t e m e n t e ,
preoccupati. Anche perché
se la conversione in legge di
c e r t i p r o v v e d i m e n t i
governativi non saranno
migliorati, in concreto, dal
Parlamento ci saranno degli
inconvenienti.
Gli scioperi sono stati
annunciati. Anche i sindacati,
di qualsiasi estrazione
politica, non sono d’accordo
sulla condotta del nostro Primo
Ministro e squadra al seguito.
Da come abbiamo avuto
modo di capire, i redditi
“deboli” sono sempre poco
tutelati. Nessun vantaggio,
almeno palese, nei confronti
dei disoccupati e licenziati che
dovranno affrontare un altro
periodo irto d’interrogativi con
u n’im pr o ba b ile r ip r esa
economica per quelli a venire.
I “perché” e i “come” hanno
superato il solco del “quando”.
E’ inutile, e poco opportuno,
sostenere che nessuno
avrebbe potuto fare di meglio.
Dubbiosi eravamo, e dubbiosi
restiamo. L ’ e q u i l i b r i o
economico, su basi politiche,
ha allontanato ogni opportunità
d’investire nell’Azienda Italia.
Vinta, per motivi tecnico/
valutari, l’inflazione, s’è fatta
strada la deflazione che, data
la scarsità di liquido circolante,
non è un indizio migliore per la
nostra economia.
Come già abbiamo scritto, la
“terza via” ex Renziana non ci
portato verso lidi migliori. E’ il
vivere quotidiano che è
compromesso da un sistema
che chiede; senza dare. Il
cambio di stagione non sarà
solo meteorologico. Per i
pensionati, che sono un
esercito, preferiamo stendere
un velo d’oblio per non
amareggiare di più chi ha
lavorato una vita ed è costretto
a non far più conto su un futuro
a “termine”. Anche i contatti
con le nostre Comunità
residenti in altri Paesi
avvalorano, disgraziatamente,
le nostre sensazioni.
Non avendo suggerimenti da
prospettare per ridurre il
“danno”, non ci resta che
verificare la realtà nazionale
con occhio valutativo. Ma non
polemico. Rimane che
l’Esecutivo Gentiloni continua
a trascorrere senza concreti
cambiamenti. A parte sparuti
preludi, il nostro futuro resta
incerto e politicamente
ipotetico. Insomma, gli impegni
del nostro Primo Ministro non
convincono neppure gli
aderenti al suo Partito e gli
Alleati. Noi aggiungiamo solo
che di “parole” non si può
vivere. Tanto meno lo può un
Paese che ha da rendere
conto all’economia, dell’Europa
Stellata.
Dall’ Italia e dall’ Estero
A cura di Giorgio Brignola
Pagina 4 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Giugno 2017Britalyca News Londra
Circa un miliardo di telespettatori di
194 paesi hanno seguito il 100° Giro
d’Italia che ha visto trionfatore, a sor-
presa, l’olandese Tom Dumoulin della
Team Sunweb, che ha corso i 3609,1
km delle 21 tappe in 90h34'54" (al
secondo posto il colombiano Nairo
Quintana della Movistar Team a 31" e
terzo l’italiano Vincenzo Nibali della
Bahrain-Merida a 40"), mentre Maglia
Nera (ultimo è classica) è stato l’itali-
ano Giuseppe Fonzi della Wilier Tri-
estina-Selle Italia. Notizie queste tutte
note, specialmente agli appassionati
del ciclismo che hanno festeggiato lo
scorso 5 aprile i 200 anni di storia
della bicicletta, iniziata nel 1817
quando il barone Karl Drais presentò
pubblicamente la Draisina, di legno
e ferro, con due ruote allineate, di
cui l’anteriore che poteva sterzare,
ma senza pedali e senza freni. Gli
appassionati sanno anche che la
Maglia rosa è nata nel 1931, 22 anni
dopo il primo Giro, e che il primo a
indossarla fu Learco Guerra. In tutte
le tappe, partenze e arrivi e centri
attraversati, c’è sempre stata una
ricca cornice di folla, formata da ap-
passionati di ciclismo o semplice-
mente da persone che non sono rius-
citi a sottrarsi al fascino immutabile
della "corsa rosa" e che hanno festeg-
giato tutti i ciclisti a dimostrazione di
una passione che non conosce differ-
enze di nazionalità.
Com'è successo in particolare a Mas-
safra, la Tebaide d’Italia, nel corso
della settima tappa del 12 maggio. E’
stato un bellissimo pomeriggio di
sport e di festa, come ha anche rile-
vato il sindaco Fabrizio Quarto. Sin
dalla mattina, la centralissima Piazza
Vittorio Emanuele ha iniziato a
“parlare” del Giro con l’annullo
filatelico celebrativo del passaggio
della “corsa rosa”, promosso
dall’A.S.D. MTB Tebaide in col-
laborazione con il Circolo Filatelico
“A. Rospo”, presieduto da Nino Bel-
linvia. La festa è iniziata con l’arrivo
della Carovana del Giro, per conclud-
ersi felicemente solo al termine del
passaggio dei ciclisti.
Anche i telecronisti della Rai hanno
apprezzato ed elogiato il caloroso e
ordinato “tifo” dei massafresi.
La direzione del Giro d’Italia ha con-
segnato al sindaco Fabrizio Quarto
una pergamena sulla quale, sotto lo
stemma Giro d’Itala, è riportato: “La
Direzione del Giro d’Italia ringrazia la
cittadinanza del Comune di Massafra
per aver partecipato al progetto “La
Carovana del Giro” come “Località di
sosta”.
Il sindaco Quarto, nell’evidenziare
come tali appuntamenti possano
essere occasione di promozione e val-
orizzazione del territorio, cosa che in
realtà si è dimostrata pienamente con
le bellissime immagini dei beni artis-
tici e ambientali mandati in onda e
che continuano ancora a scorrere
sotto forma di “cartolina” sul sito del
Giro, ha evidenziato il grande lavoro
di squadra (oltre 100 unità) messo in
atto con Carabinieri, Polizia Locale,
Unità della Protezione Civile di
“Massafra S.O.S.”, personale LSU e
“La Lucentezza”, che ha consentito il
concretizzarsi di un bel pomeriggio di
festa. Il “grande grazie” del sindaco,
è andato anche a tutti i massafresi che
hanno collaborato attivamente nel
rispettare divieti e disposizioni.
Ma torniamo all’annullo filatelico
con bozzetto creato da Pietro Silves-
tri. E’ stato un ufficio delle Poste Ital-
iane (coordinato dal referente
filatelico Francesca Magnani e con
impiegati Rosaria Oliva e Antonio
Fiorente) ad apporlo su due mag-
nifiche cartoline filateliche: una cre-
ata dall’artista tarantino Giuseppe
Ferrara e l’altra dal massafrese Giulio
Mingolla. Cartoline stampate, con il
patrocinio del Comune di Massafra, a
cura del Circolo Filatelico “Antonio
Rospo” con il contributo speciale
dell’Asd MTB Tebaide Massafra,
associazione sportiva dilettantistica
(nata nel 2013 grazie a un gruppo di
amici amanti della mountain bike),
nota in campo regionale, nazionale e
internazionale (da citare in partico-
lare la regolare partecipazione al cir-
cuito “Bicinpuglia”,
Continua
La Città di Massafra è scesa in piazza a festeggiare il Giro d’Italia. Richiestissime le
cartoline filateliche del Circolo Filatelico “A. Rospo” e asd MTB Tebaide Massafra
Pagina 6 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Giugno 2017Britalyca News Londra
Lo scorso 13 maggio, solennità della
Madonna di Fatima (cento anni dalle ap-
parizioni), a Talsano / Taranto, per ri-
cordare i cento anni dalle apparizioni, ha
funzionato un Ufficio Postale tempora-
neo, coordinato dalla responsabile del
settore Filatelia Francesca Magnani, con
Salvatore Giardina del Mercato Privati -
Sud 1- Filiale di Taranto, Francesco
Paradiso, direttore dell’ufficio postale di
Talsano, e le impiegate dello stesso uffi-
cio postale Cecilia Vero e Maria Grazia
D'Auria, che hanno apposto il timbro con
l’annullo filatelico su quattro cartoline
con immagini diverse, create dall’artista
Giuseppe Ferrara, autore anche dell’an-
nullo filatelico che è stato richiestissimo.
Basti dire che tutti i francobolli messi a
gnora di Fatima di Talsano dai Mis-
sionari Saveriani di Taranto e “La
Persefone Gaia” (e-mail: laperse-
fonegaia@gmail.com), Associazione
filatelica e numismatica di utilità so-
ciale e culturale che persegue finalità
di solidarietà sociale, nel campo
dell’istruzione e dell’arte attraverso la
Filatelia, la Numismatica e altre forme
di Collezionismo o Hobby. E’ pre-
sieduta dall’attivissimo avv. Francesco
Gatto (tel. 335 8103195; e-mail: fran-
cesco.gatto3@gmail.com).
Molto seguito in particolare il settore
“Filatelia Sacra” con il Gruppo Filate-
lia Religiosa “Maria Santissima del
Monte Carmelo” con argomenti, te-
matiche, valori e ricerche storiche sti-
molate e realizzate con il supporto dei
francobolli.
disposizione
dall’ufficio
filatelico tempora-
neo sono andati
esauriti.
Un grande
successo anche
per la mostra
filatelica,
‘L’Indonesia at-
traverso i franco-
bolli”, organizzata
dal 4 al 13 aprile
presso la Parroc-
chia Nostra Si-
Continua ….La Città di Massafra ….
la partecipazione alla “Pollino Marathon”, alla “HERO Südtirol Dolmites”. At-
tuale direttivo: Lorenzo Rossani, presidente; Giovanni Buongiorno, vicepresi-
dente; Carlo Lavoriero, segretario/cassiere; Nicola Marzia, Cosimo Pagliari e
Luca Marraffa, coordinatori).
Le cartoline e l’annullo filatelico hanno avuto un grande successo. Nostri lettori
interessati ad entrare in possesso delle due cartoline possono chiedere infor-
mazioni al Circolo Filatelico “A. Rospo”, telefonando al vicepresidente Fran-
cesco M. Rospo (3492481980) o al segretario Nicola Fabio Assi (e-mail: nicola-
fabioassi@gmail.com).
Nelle foto: le due cartoline filateliche; il sindaco Quarto riceve la pergamena del
Giro e consegna il mini labaro della Città di Massafra; sosta ufficiale della
Carovana del Giro a Massafra; l’ufficio postale temporaneo con gli impiegati
Antonio Fiorente, Rosaria Oliva e Salvatore Giardina del Mercato Privati - Sud
1- Filiale di Taranto con il vice presidente del Circolo Filatelico Francesco
Maria Rospo, il segretario Nicola Fabio Assi e i soci Rocco Silvestri e Pietro
Romano; i soci della MTB Tebaide Massafra in una foto si Giusy Tamburrano.
Centenario apparizione Madonna di Fatima
Grande successo a Talsano dell’annullo filatelico
Pagina 6 Giugno 2017Britalyca News Londra
Marocco – La medina di Rabat
di Luigi Palumbo
Se avete già visitato il Marocco e vi
accingete a visitare la medina di Rabat,
ebbene, dimenticate tutto ciò che avete visto
o letto delle altre medine, a Rabat non
troverete niente di eguale, che possa
richiamare, le altre celebri “città vecchie”
marocchine.
La vecchia medina di Rabat, non ha le
attrazioni monumentali di quelle di altre città
come Marrakech, Fez e Meknes, pur se
anche lei, è elencata nel patrimonio mondiale
dell'UNESCO dal 2012 insieme alla ad altri
cinque siti cittadini.
Rispetto alle “medine imperiali”, quella di
Rabat non è altro che un insieme di strade
con alcuni punti di interesse.
Visitare la medina di Rabat vi porterà a
respirare l'atmosfera di una tradizionale
medina come ce ne sono molte altre in
Marocco e nel Maghreb in generale, ma non
sarà comunque avara nel donarvi emozioni e
sensazioni.
Essa, confina a nord con la foce del fiume
Bouregreg (una delle zone più belle di tutto il
paese) che la separa dall'odierna Salè,
protetta ad ovest dall'oceano Atlantico e dalle
pareti esterne della Kasbah Oudaya, è
circondata ad est dalle pareti almohadi, e a
sud dal muro in stile andaluso che divide la
città nuova da quella antica.
Il luogo all'interno del recinto almohade era
considerato troppo grande e difficile da
difendere, per questo motivo, fu eretto un
muro, chiamato "muro degli andalusi", lo
spazio all'interno del muro, fu
soprannominato “Salé Neuf”, Salè Nuova, al
contrario di "Vielle Salé" , Vecchia Salé,
(l'attuale Salè).
A est, lungo le pareti almohadi del XII
secolo, costruite da Yacoub El Mansour,si
aprono le due porte monumentali, Bab El
Alou e Bab El Had.
Fu fondata dai “moriscos” i mori spagnoli,
discendenti dei musulmani di al-Andalus i
quali furono costretti ad abbracciare la
religione cristiana. Rimasti in Spagna dopo la
caduta del regno di Granada nel 1492 furono
poi espulsi dal re Filippo III agli inizi del
XVII secolo. Diverse migliaia di loro, per lo
più ex residenti di un villaggio in
Estremadura chiamato Hornachos, si
stabilìtono in quella che oggi è la capitale del
Marocco.
Di Salé la Nuova, la poi celebre "Repubblica
dei corsari”, sembra essersi realizzata la
profezia dei versi “anonimi” che, poco prima
dell'espulsione dei moriscos, ne descrivevano
nel 1610 le vite grame: "sono perseguitati,
sono afflitti, sono i distruttori stessi".
Dei corsari di Salé si narrano tante vicende
come quella dell'incursione nel 1627 portata
a termine in Islanda da un gruppo di corsari
della città - detti anche corsari barbareschi -
. Le navi dei nordafricani, tornarono in Salé
la Nuova con oltre 400 schiavi. Solo 27
islandesi, dopo aver passato dieci anni al
servizio di padroni maghrebini riuscirono a
tornare a casa
Quattro secoli più tardi, il sangue dei
mosriscos batte ancora nelle vene dei suoi
discendenti: nell'andalusa Rabat.
L'avenue Hassan II, e il “muro degli
andalusu” separano la città nuova dalla
medina come una sorta di barriera che tiene
disgiunti due mondi completamente
differenti.
Diverse porte sono state aperte nella
muraglia, ma solo due sfoggiano la tipica
eleganza architettonica dei fasti delle origini.
La più raffinata è Bab Chellah che si
immerge nel cuore della medina. E' nei pressi
di questa porta che partono i “grand taxi
bianchi” che raggiungono per pochi dirham
tutto l'interland di Rabat.
La medina, ha un'estensione di circa 50
ettari, è facile da girare senza correre il
rischio di perdersi, non si ha bisogno di
guide, e a proposito di guide, nessuno ve le
proporrà. I “rbatis” gli abitanti della città di
rabat, sono cordiali gentili, disponibili a
fornire informazioni, non sono stressati dalle
migliaia di turisti che invadono le altre città
imperiali, non di rado può capitare che un
commerciante vi offra una sedia per
consentirvi sia di riposare dalla lunga
passeggiata nella medina sia per permettervi
di scegliere con calma le sue mercanzie.
Nessuo, a differenza degli altri venditori di
altre città, vi molesterà invitandovi a
comprare la sua merce.
Sono tre le strade principali che attraversano
la medina, una è parallela “al muro degli
andalusi”, la rue Souika, che diventa rue du
Souk Sebbate, e alle sue due estremità, due
strade perpendicolari, la rue Sidi Fatah verso
il Boulevard El Alou e la rue des Consuls che
porta fino alla famosa Casbah des Oudayas.
Rue Souika significa piccolo souk, dove souk
sta per mercato, e Souk Sebbate, sta per
mercato delle scarpe, queste tre strade sono
un punto di importante riferimento sia per i
cittadini di Rabat, per i turisti e soprattutto
per coloro che vengono dai dintorni della
capitale per fare compere.
I turisti si accalcano più volentieri in rue des
Consuls, dove esistono bancarelle di
mercanti ed artigiani di
“kissaria” (abbigliamento borse, accessori e
prêt-à-porter), che propongono articoli di
buona qualità e nettamente meno cari di
quelli per esempio di Fès o Marrakech.
Rue des Consuls, ha una storia, tutta sua
personale, e da quella storia emerge gran
parte del suo fascino. Questa strada è così
chiamatà perché nel XVII secolo, i
diplomatici dei vari stati erano invitati a
risiedervi.
La spiegazione è semplice.
In quel periodo l'attività principale di Salé la
Nuova (Rabat) era la pirateria e il
conseguente mercato degli schiavi. Costoro,
venivano venduti all'asta sulla piazza del
Souk El Ghezel (proprio davanti all'Oudaya).
I cristiani prigionieri, non diventano (in linea
di principio) immediatamente schiavi.
Secondo un trattato sottoscritto col sultano,
essi, avevano la possibilità essere riscattati
dai diplomatici dei loro paesi che all'epoca
erano depositari di una somma budgetaria
per i riscatti. Per comodità, questi
diplomatici risiedevano quindi a poche
decine di metri dal luogo di "trattativa".
La rue des Consuls, conduce a sua volta
verso una serie di vicoli che ospitano piccoli
laboratori di artigiani. Troverete tappeti,
ceramiche, legno e oggetti in pietra
provenienti da tutto il Marocco, e anche
molti gioiellieri. Se avrete la pazienza di
rovistare, scoprirete bellissimi pezzi unici e
di antiquariato
Ogni Giovedi la vendita si svolge in strada, e
tappeti sono dispiegati sul terreno in vista di
donne che hanno fatto questi tappeti nelle
loro botteghe, ma lascia agli uomini il
compito di "negoziare" le
proprie opere.
La rue des Consuls è
principalmente anche il
luogo dove si vendono i
celebri “tappeti di Rabat”,
in lana e di colore rosso,
Ogni giovedì, si svolge la
vendita in strada, i tappeti
sono dispiegati a vista per
terra, e le donne che hano
costruito questi tappeti nelle
loro “botteghe” negoziano
il prezzo delle loro opere.
Proseguendo per via dei
consoli attraverso rue
Oukassa, si giunge nel
vecchio quartiere giudeo di
mellak, dove un tempo
vivevano migliaia di ebre
Ma questa è un'altra storia.
COMUNICATI
GoffredoPalmerini
Giornata mondiale del Rifugiato 2017
Dalla parte dei
rifugiati
Ogni giorno nel Mediterraneo vengono
soccorsi e accompagnati ai
porti, quando non inghiottiti dai flutti,
centinaia di migranti in fuga, spesso vit-
time di trafficanti. Con papa Francesco,
in occasione della Giornata mondiale
del Rifugiato, promossa dall'
ONU, vogliamo ripetere che “oggi più
che mai dobbiamo stare dalla parte dei
rifugiati...donne, uomini, bambini in fuga
da conflitti, violenze e persecuzioni”.
Questa “scelta preferenziale” chiede
una concreta attenzione a costruire un
sistema di accoglienza diffuso, con la
responsabilità di tutti, che eviti sprechi e
corruzione, che moltiplichi “le opportu-
nità di incontro fraterno e di vera cono-
scenza reciproca”, come ha detto papa
Francesco all'Angelus di ieri, domenica
18 giugno.
Troppi luoghi comuni viziano l'informazi-
one e le conoscenze del mondo dei mi-
granti forzati che arrivano tra noi, nelle
nostre città. Come ha ricordato sempre
papa Francesco ieri, “l'incontro person-
ale con i rifugiati dissipa paure e ideolo-
gie distorte e diventa fattore di crescita
di umanità, capace di fare spazio a sen-
timenti di apertura e alla costruzione di
ponti”. Con questi sentimenti, come
Fondazione Migrantes, invitiamo a viv-
ere la Giornata mondiale del Rifugiato,
che si celebra il 20 giugno, andando a
visitare nelle nostre comunità un centro,
una realtà di accoglienza di richiedenti
asilo e rifugiati: una visita e un incontro
personale che allargherà la conoscenza
e aiuterà una relazione fraterna.
Roma, 19 Giugno 2017
Britalyca News Londra
Dalla raccolta “ Autaforismo
Di Carmine Gonnella
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005
da una idea innovatrice di Carmine Gonnella
(G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ infor-
mazione libera. Analizziamo e approfondiamo
le tematiche politiche e culturali scientemente
con metodo imparziale. Siamo online e il for-
mato cartaceo ha una tiratura limitata. Per una
copia solo per la lettura, contattare l’ editore.
Il nostro motto:
L’ INFORMAZIONE COME MEZZO DI
APPROFONDIMENTO E NON
INDOTTRINAMENO,
Collaboratori Cronaca, Doriana Goracci (Italia)
Alle politiche in Italia e all’ Estero , il Comm.
Giorno Brignola (Italia) Cultura e Societa’
Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo
Palmerini (Italia) all distribuizione e diffusione,
Mario Ponzi. (G.B.) In redazione, Alfonso del
Guercio ( G.B) Il Punto di Arnaldo De Porti
( Italia) Luigi Palumbo
Edito e pubblicato da Britalyca News
Londra, Sede: 32 Fletcher Close , Brom-
ley , BR2 9JD. Kent
PASSA 'O TIEMPO
Passa, pass'o tiempo e vvà e chi sape
addò và!
'E criature crescene ma nuje nun c'è n'ac-
curgimme...troppo che ffà tenimme...
fermà nun c'è putimme?
Io, ferm'o tiempo cu 'e mmane e, quanno
state cu mmico, assapor'e mumenti,
chilli cchiù salienti e,
m'empresse dint'a mente comme flash
eterni!
Comm'è bello a guardà nu criature ca
dorme...sentì chell'addore doce ca emana
'e frischezza e tranquillità assieme, ca
tè fa penza' a n'isola incontaminata
e pulita!
Ah sti nepute...
che tè fanno sunnà!
E vide na strada sulagna e in salita ca tu
chianu chiano e cu surriso sornione. ..tè
abbia incamminà!
Chisà che vulisse fa...
vulisse sempe truvà calore
e energie pecchè nun 'e vulisse maje
lassà,
pè rimmanè abbracciate a lloro pè
l'eternità!
Pagina 7 VARIE VARIE Giugno 2017
L’Angolino della Poesia
Marynzia Panico Borrelli
Guccini: addio al palco. Sono stanco, non suono più neanche a casa
Il cantautore scenderà per sempre dal palco
dopo il Carpi Summer Fest.
«Non ho paura di commuovermi. Basta
anche con i miei racconti in pubblico»
di Andrea Laffranchi
Penso proprio che sarà l’ultima volta su un
palco». Francesco Guccini annuncia il sec-
ondo ritiro dalle scene. Il primo era arri-
vato nel 2013 con la pubblicazione
di L’ultima Thule: basta concerti e basta
dischi. Da allora è rimasto fedele alla
promessa. Un solo tradimento per il con-
certo post terremoto in Emilia. Sul palco ci
è tornato tante volte, ma solo per parlare,
per raccontare la sua vita lasciando poi la
scena ai Musici, band che lo ha accompag-
nato per anni. E così accadrà il 26 giugno
al Carpi Summer Fest: una chiacchiera con
Massimo Bernardini e poi il concerto degli
amici.
Come se la immagina questa «seconda»
ultima volta?
«Come le altre: tranquilla, buona, bella».
Teme la lacrima?
«Non ho paura di commuovermi. Forse se
cantassi, ma non lo farò. Ho detto da tempo
basta. Adesso c’è la voce di Flaco (Juan
Carlos Biondini, il chitarrista argentino con
lui da 40 anni, ndr)».
Rimpianti?
«No. È una decisione presa con maturità.
Per me è stato un grande sollievo. Facevo
fatica. La tensione era sempre presente.
L’età avanzava e non avevo più la forza di stare
in piedi due ore e mezza».
Le manca qualcosa?
L’incontro con i musicisti e gli amici, le battute
e le cene, le barzellette».
Se lo ricorda l’ultimo?
«A Bologna il 3 dicembre 2011. Sono stato
poco bene sul palco. Le persone del mio staff
pensavano fosse un infarto. Volevano portarmi
al pronto soccorso e io ho dirottato tutti al risto-
rante. Non avevo previsto fosse l’ultimo. Però
poi le preoccupazioni e anche il fatto che da
tempo fosse scomparso il mio manager mi
hanno fatto prendere quella decisione».
Tempo fa ha detto che aveva smesso perché
aveva fatto un voto. Può svelarlo?
«Era una battuta. La uso spesso quando non
voglio fare qualcosa. Come quella volta che ero
con amici a un pranzo all’aperto nell’entroterra
modenese. Una signora mi chiese di cantare
“Happy birthday” per il nipotino. Mi liberai
dicendo che avevo fatto un voto. Lo stesso
quando mi offrono qualcosa da mangiare che
non mi piace».
L’intervista si interrompe qualche minuto
perché il gatto reclama la pappa. Lei debuttò
nel 1967. La prima immagine pubblica è stata
la partecipazione a «Diamoci del tu», pro-
gramma tv condotto da Caterina Caselli che
la presentò come «il mio caro amico Fran-
cesco». Che ricorda?
«Avevo fatto l’autore per i Nomadi e l’Equipe
84, ma non ero nessuno. Ero emozionatissimo.
Caterina, donna oggi raffinatissima, si fece
scappare un “lo tengo a battezzo”, retaggio del
dialetto modenese».
Un Guccini irriconoscibile. Senza barba..
.
«Fa impressione anche a me. La barba l’ho fatta
crescere nel 1970 per protesta. Non sociale,
piuttosto familiare. Non ho mai smesso di por-
tarla».
MOSICA
You can, if you dare
l politicamente corretto non esiste, perche'
la politica e' stata sempre una questione
morale
I risultati di una buona e pragmatica
politica, si vedono subito, quella cattiva si
lascia sempre in eredita' ai posteri
In questo terzo millennium, siamo passati
dall' Home Sapient, all' Homo Net
Dal mattarellum in poi, in Italia il cittadino
italiano non elegge, ma delega ai partiti la
legislatura
Lo ius soli e’ il diritto all’ esistenza, anche
se personalmente oggi opterei per il diritto
all’ apolidia
Se il legislatore si comporta in modo
“scorretto”, il cittadino ha tutti i suoi diritti di
fare di peggio
Le lobbies sono i poteri occulti che
determinano la politica di ogni partito
Funzionava come oggi? Iniziarono a fer-
marla per strada?
«Non cambiò nulla. Continuò a non ricono-
scermi nessuno. Fortunatamente ho sempre
potuto camminare per strada senza essere dis-
turbato».
Non faccia il modesto..
«Solo negli ultimi anni con i cellulari mi fer-
mano per le foto. E a volte qualcuno arriva fin
sotto casa, soprattutto nei fine settimana».
Ha smesso con la musica suonata anche in
privato?
«La chitarra è in un angolo della casa e non si
sposta dai tempi dell’ultimo disco. Ho provato
qualche volta con gli amici ma non ci riesco
più. Non ho più i calli sulle dita. Mi fa subito
male».
Basta musica, ma Guccini è anche uno scrit-
tore…
«Mi siedo al computer tutti i giorni e scrivo. Ho
appena finito un giallo che uscirà in autunno».
Ha ceduto alla tecnologia?
«Continuo a non avere il cellulare. E nemmeno
la patente. Sono una specie protetta dal Wwf...
Il computer è perfetto per il lento sviluppo della
pagina e il taglia e incolla. Mentre la canzone è
un flash immediato, una botta. Quelle le ho
sempre scritte con carta e penna».
Lo stereotipo del cantautore è «uno sul palco
con la chitarra e la bottiglia di vino». Si
sente un monumento?
«I cantautori sono stati le voci più interessanti
di questi anni. Hanno fatto cose importanti. E
anche io, al di là della mitologia, credo di aver
fatto cose buone. Un’amica che lavora all’uni-
versità di Ginevra sta facendo una critica letter-
aria delle mie canzoni e ogni tanto le dico “ma
sei sicura che ho fatto tutte quelle cose che
dici?”».
Da Corriere.it
CRONACA Doriana Goracci
Questa volta Marco Prato è rius-
cito a togliersi la vita in una cella di
Velletri, quella vita che pareva dis-
prezzare tanto, come quella altrui.
Del complice dell' omicidio di Luca
Varani,ucciso brutalmente dopo
ore di sevizie,non voglio neanche
parlarne. Scriveva quell' anima
persa di Marco Prato a fine estate
2016: «Fate una festa per il mio
funerale.
Vorrei una cerimonia laica, fiori,
canzoni di Dalla. Bei rico-
rdi...Chiedo scusa a tutte le per-
sone a cui ho fatto qualcosa Vi
scrivo mentre me ne sto an-
dando...Mamma e papà vi amo e
vi ho sempre amati, non ho ran-
core o rabbia, solo amore per voi.
Mamma ti ho amata ogni giorno
della mia vita e non devi pensare
nemmeno un secondo ai nostri
silenzi perché per me non sono
mai esistiti Sto male o forse sono
sempre stato così, ho scoperto
cose orribili dentro di me e nel
mondo.
Fa troppo male la vita Non avete
nessuna responsabilità nè avete
fatto nulla per essere complici
dell’autolesionismo. Cercate di
essere sereni, amatevi e non
sentitevi mai in colpa Non inda-
gate sui miei risvolti torbidi, non
sono belli...»
Aggiungo solo la dichiarazione
della fidanzata di Luca Va-
rani,Marta Gaia Sebastiani: "Una
vita è una vita.Sono scioccata
per quanto accaduto ...Solo due
parole : silenzio e rispetto per il
lutto delle famiglie
Doriana Goracci
Non è ammessa la pena di morte
Pagina 8 Giugno 2017Britalyca News Londra
Calabritto & Dintorni
Calabritto & Dintorni
Il male nero delle badanti: ecco per-
ché in tante si uccidono
Tanti casi, anche in Campania. L'ultimo a Frigento. Si chiama “sindrome
Italia”.
Ma c'è anche di peggio. I sui-
cidi dei loro bambini, lasciati
soli a casa: gli orfani bian-
chi.
di Luciano Trapanese
Si chiama sindrome Italia, un male
silenzioso che uccide le immigrate.
O – per essere precisi – le badanti e
le baby sitter. In partico-
lare rumene e ucraine. Lacerate da
una scelta drammatica: si occupano
dei bimbi degli altri, mentre i loro figli
sono lontani. In un'altra nazione.
Hanno con loro solo un contatto, la
sera, tramite Skype.
L'ultimo caso a Frigento, ieri. Una
47 polacca è stata trovata ai piedi di
un albero. Si è impiccata. Era
conosciuta e stimata. Una gran la-
voratrice, dicono in paese. Ma quel
male dentro l'ha divorata. Fino a
portarla alla morte. Era sparita tre
giorni fa. Nessuno si era allarmato.
Hanno pensato: è tornata a casa.
Non era così. Non è l'unico caso,
naturalmente. In Italia ne sono stati
segnalati decine negli anni.
Ad Ariano lo scorso anno è
morta Kataryna Elzbieta Corka, 45
anni. E' stata trovata cadavere in
una vallata, in Contrada Tesoro. Era
il nove agosto. Ad Agerola, in cost-
iera amalfitana, il suicidio di un'al-
tra badante ucraina. Ha ingerito dei
farmaci. Viveva da dieci anni in
Italia. C'è anche chi finisce peg-
gio. E' il caso di Galyna Dotsyak,
anche lei una badante ucraina. E'
stata uccisa a Serino da Gennaro
Rodia, un pensionato di 63 anni.
Avevano avuto una relazione che lei
era decisa a troncare. Ha pagato
con la vita. Ma questa è una storia
diversa. La sindrome Italia genera
un malessere costante. E molto
comune. Che viene spesso sot-
tovalutato o ignorato. E che a volte
si manifesta quando le donne
dell'Est sono ancora nel nostro Paese,
ma più spesso esplode al ritorno a
casa. La loro sindrome (fanno un la-
voro logorante e vissuto in solitudine),
è molto simile a quella del burn-out,
che colpisce chi opera nei servizi so-
ciali. Per loro si aggiunge anche la
lontananza dalla famiglia.
Ma c'è di peggio. Quando tornano a
casa, le badanti hanno notevoli diffi-
coltà a inserirsi di nuovo nel contesto
s o c i a l e . V e n g o n o a d d i t a t e
come «madri che hanno abbando-
nato i figli». Anche se tutti sanno che
il “sacrificio italiano” aveva un solo
motivo: dare proprio ai figli un futuro
migliore.
Per l'Associazione donne romene «È
una forma di depressione molto pro-
fonda e rischiosa che può portare
anche al suicidio: colpisce solitamente
le donne al ritorno nel loro paese,
quando non ritrovano più il loro posto
in famiglia».
Ma c'è un altro dramma. Quello de-
gli orfani bianchi. Un altro durissimo
prezzo da pagare per l'assistenza dei
nostri anziani e dei nostri malati.
Gli orfani bianchi sono i figli delle
donne straniere (circa un milione e
600mila ogni anno), che vengono in
Italia a lavorare come badanti, colf o
baby sitter. Quasi tutte lasciano a casa
figli, mariti e genitori anziani. Chi soffre
di più questa separazione – facile im-
maginarlo – sono i bambini. Solo in
Romania su 5 milioni di piccoli il 75 per
cento ha un genitore che lavora
all'estero. E l'ottanta per cento di loro
soffre di profonda nostalgia. Le conse-
guenze sono spesso tragiche. Ogni
anno una 40ina di bimbi rumeni si
toglie la vita per il distacco lacerante
dalla loro mamma Un dramma silenzi-
oso. Una sindrome che porta il nome
del nostro Paese. E ammettiamolo,
molte di loro vengono anche sfruttate e
sottopagate. Sei, settecento euro al
mese per occuparsi tutto il giorno di
anziani molto malati. Un giorno libero a
settimana. E una vita cancellata. Con
gli affetti lontani. E magari, in quel lon-
tano, ci sono anche bambini, che chie-
dono – davanti al freddo schermo di un
Pc -: «Mamma, quando torni?».
‘GERA NA VOTA...
(liberamente tratto dal
giornalino "IL FARO")
che bellu paesu tunemmu na
vota,
si è alluvera ngi mangava
coccosa.
tunemmu chiazzi, chiazzini e
fundani,
putenni vevi crapi, ciucci e
cani.
tunemmu scalini, muri viecchi
e vii storti,
ngi iemmu accussi bellu
cantanni la notti.
tunemmu lu pisconu,
lu cievuzu e li pustieddri,
ma a du c....
è funutu quiru bellu
castieddru.
a....
nun ge giù punzatu,
a lu piscupu l'anni purtatu.
tunemmu na fundaneddra
frescka,nu cambanaru e
n'orologgiu viecchiu.
che nu ravemma fà eruni
chini ru rifietti.
ma mo ca gi penzu.....
mo ni manga coccosa,
na cosa ca tutti lavimma
metti sotta.....
na mutanda ru fierru....ma ca
non sia rotta!
(Cortesia di A. Carluccio)
CIAO GERARDOCaro amico Shiabbo, mi auguro che dove ti trovi
in questo momento, avrai trovato un lavoro
migliore di quelli che ti cercavo io su internet qui
sulla Terra. Riposa in Pace se puoi ..
Muore a Londra all’ eta’ di 56 anni, Gerardo Gonnella,
detto Sciabbetta. Originario di Calabritto. Tra i miei amici la
persona piu’onesta e sincera... (Carminuccio)
Frana Senerchia, Mazzone:
“Gravissimo l’abbattimento
della Corte Borbonica”
a ditta che sta lavorando al primo lotto dei lavori per la
messa in sicurezza della frana di Senerchia ha deliber-
atamente abbattuto la Corte, antico carcere borbonico,
uno dei palazzi storici del nostro comune, senza colpo
ferire. Uno scandalo davanti al quale non ci si può
voltare da un’altra parte. Una delle ditte che sta la-
vorando al primo lotto, infatti dopo aver danneggiato la
conduttura idrica e quella del gas, ha ben pensato,
forse per far lievitare i costi del movimento terra, di
abbattere la corte borbonica di Senerchia, un monu-
mento fondamentale che è parte non solo della storia
del nostro paese ma dell’intera comunità senerchiese
nel mondo” afferma Claudio Mazzone, capogruppo di
“Senerchia è Tempo di Futuro”.
“Purtroppo quando come gruppo consiliare Senerchia
è Tempo di Futuro, abbiamo chiesto di poter visionare
le carte dei progetti di quel mega lavoro di 6 milioni di
euro, il Sindaco ci rispose, scrivendo addirittura al pre-
fetto, che la nostra richiesta immobilizzava gli uffici
comunali e con questa scusa non ci furono forniti i
documenti. Sapevamo che quello era solo il becero
tentativo di celare le molte irregolarità di questo pro-
cedimento amministrativo, una su tutte: il fatto che
come RUP del progetto è stato nominato lo stesso
ingegnere che svolge il ruolo di staff del sindaco, con-
travvenendo alle severe disposizioni del TUEL in ma-
teria, ma mai avremmo immaginato che vi era anche il
tentativo di nascondere il vero obiettivo di questa am-
ministrazione e cioè cancellare la storia di Senerchia.
L’approssimazione e l’omertà di questa amministrazi-
one Grillo è vergognosa, soprattutto se si valuta che in
passato i nostri monumenti sono stati restaurati e ri-
consegnati alla comunità, dal restauro di Palazzo
Frunzi e Palazzo Cuozzo, a quello dall’antico Mulino,
dal progetto sulle unità abitative al ripristino della
sicurezza e del valore culturale del Centro Storico.
Oggi invece viene abbattuto uno dei simboli della
nostra storia, in un lavoro che dovrebbe mettere in
sicurezza il centro urbano e che invece fino ad ora ha
solo distrutto un luogo fondamentale per la nostra
comunità” conclude Mazzone. Da: IrpiniaNews
Cede la strada tra Montecalvo e Ariano: autocarro re-
sta bloccato
Lungo la strada che dal bivio di Montecalvo porta a Rione Martiri, ad Ariano Irpino, la sede stra-
dale è ceduta.Un autocarro Iveco, guidato da un autista di Caserta, è rimasto bloccato con la
ruota anteriore in una buca impossibilitato ad andare né avanti né indietroSul posto sono inter-
venuti gli uomini della Polizia Municipale, i Vigili del Fuoco e il personale dell’ufficio tecnico
comunale Dopo tre ore di lavoro, il mezzo rimasto inclinato lungo la strada è stato liberato. Prob-
lemi alla circolazione…. Da Irpinia News
FOTO D’ EPOCA ….Calabritto anni 50 ? [cortesia Oliviero Napoliello]

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  • 1. Periodico gratuito di libere e approfondite informazioni. Fondato ed edito da Carmine Gonnella (2005/2017) II edizione N. 32 Giugno 2017 Siamo anche su https://issuu.com/carminegonnella e https://www.facebook.com/carmine.gonnella e su altri motori di ricerca [Formato cartaceo limitato] TRA IL MISTO ALLA TEDESCA O IL MAGGIORITARIO ANGLOSASSONE, PREFERISMO IL MIO UNIVERSALUM E’ uniproporzionale (uniproporzionalismo) Si vota a livello regionale non piu’ cir- coscrizioni o college. Ogni partito pre- senta una lista pari al numero di depu- tati e senatoti da eleggere, con il maggioritario uninominale. I seggi ve- gono assegnati in proporzione ai voti ottenuti da ogni candidato a prescin- dere dalle liste. Significa semplice- mente che se il cittadino vota con il maggioritario uninominale ma I seggi vengono assegnati in proporzione ai votti ottenuti dai singolo candidate. In una lista se il partito inserisce gente capace e moralmente degna, tutti pos- sono essere eletti. Se in un Parlamento ci sono politici "moralmente indegni", la colpa non e' di chi li ha votati, ma di chi li ha candidati, a prescindere dal mec- canismo elettorale. Nessun premio di maggioranza perche’ non contemplato dalla nostra Costituzione. Ala lista o partito che ottine piu’ seggi, spetta di formae il governo di larghe medie e piccolo intese, purche’ abbia un pro- gramma legislativo coeso dalle forze politiche. Il meccanismo prevede anche la lesa sovranita’, consiste in estendere la mozione di sfiducia a tutti I membri della maggioranza di gov- erno, sopratutto per sopetti traformismi politici che violano la rappresentanza nazionale .Signori il giorno dopo le elzioni, si deve conoscere la com- posizione del Parlamento non di chi o come governera’, questo spetta al primo ministro designato dal Capo dello Stato [cg] Britalyca News Londra Britalyca News Londra CRONACA Doriana Goracci MARIUCCIA– L’Amore che mi fu negato” Di Maria Calabritto Link e-book Amazon Mariuccia l'amore che mi fu negato FREE VIGNETTE Enzo Apicella Dal mattarellum in poi, in Italia il cittadino italiano non elegge, ma delega la legislatura ai partiti! [Aucit.] Il male nero delle badanti: ecco perché in tante si uccidono Dall’ Italia e dall’ Estero A cura di Giorgio Brignola PAGINA 3 VIVERE SENZA PACE LE PAROLE MANO TESA LA PENISOLA DEI DISPERATI CULTURA & SOCIETA’ Nino Bellinvia Pagine 4/5 La Città di Massafra è scesa in piazza a festeggiare il Giro d’Italia Centenario apparizione Madonna di Fatima PAGINA 2 Guccini: addio al palco. Sono stanco, non suono più neanche a casa Pagina 7 Pagina 8 Di Luigi Palumbo Marocco – La medina di Rabat Pagina 6 NON E’ AMMESSA LA PENA DI MORTE Questa volta Marco Prato è riuscito a togliersi la vita PAGINA 7 COMUNICATI Goffredo Palmerini Giornata mondiale del Rifugiato 2017 DALLA PARTE DEI RIFUGIATI Pagina 6 CIAO STEFANO Il miglior Capo dello Stato mai eletto E' stato anche accademico e primo Garante della Privacy. Nel 2013 candidato non eletto al Quirinale. "Una vita di battaglie per la libertà e diritti" Emerito giurista politico e politologo tra i migliori d’ Italia.
  • 2. Pagina 2 Giugno 2017Britalyca News Londra Le lobbies sono i poteri occulti che determinano la politica di ogni partito tire dal libero mandato alla parte- cipazione diretta dei cittadini alla vita sociopolitica del Nazione PROPORZIALE PURO CON PREFERENZE E PREMIO DI GOVERNABILITA’ POST-ELETTORALE Partiamo dal concetto che: “ In una democrazia compiuta i governi si formano dopo che il cittadino ha espresso il suo voto e non a priori” Un meccamismo che sposa plura- ismo, rappresentativita’ e govern- abilita’. Il problema di qualsiasi sistema elettorale non e’ il voto, ma il dopo: la governabilita’. Govern- abilita’ che nell’ ultimo ventennio, vuoi con il mattarellum, vuoi con il bipolarismo e vuoi con il premio di maggioranza pre-elettorale, e’ venuta meno. Attenzione, perche’ il premio di governabilita’ post- elttorale e’ diverso dal premio di maggioranza pre-elettorale, quest’ ultimo garantisce solo la vittoria ma non la governabilita’. Quindi occorre garantire un pre- mio di governabilita’ del 50+1 % sia alla Camera, sia al Senato, al partito o lista che con un suo pro- gramma legislativo riesce ad ot- tenere la fiducia del 40% dei par- lamentari. Sappiamo tutti che anche alle prossime elezioni ci saranno tre partiti maggioritari che eventual- mente non riusciranno a superare la soglia 30%, lasciamo perdere il 40, allora perche’ non pensare ad un premio di governabilita’ post- elettotale? Il meccanismo prevede anche la lesa sovranita’ a tutti I membri della maggioranza di ogni nuovo governo. Consiste , nell’ esten- dere la mozione di sfiducia ai membri della maggioranza di gov- erno, per fronteggiare il trasform- ismo politico. Chi sulla via di Dam- asco viola o non se la sente di seguire il programma legislativo sottoscrtitto, va a casa e gli sumentra il primo dei non eletti del suo pertito o lista Un meccanismo a prova di in- ciuci , perche’ il premio di govern- abilita’ si basa su di un pro- gramma legislativo coeso e non su alleanze di convenienza Il voto segreto legislativo, non e' contemplato dalla Costituzione e viola il libero mandato dei parlamentari" [Certi principi e' meglio ripeterli sino alla nausea] In ogni democrazia compiuta, il cittadino, l'elettore deve essere in grado di seguire il proprio rap- presentante, per poter decidere se rieggerlo o no. Per questa ragione il costituente inseri' nella Costituzione il libero mandato e libere opinioni Ecco perche' all' arrticolo 68 si legge: "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro fun- zioni. Il voto segreto legislativo, diciamo che....e' poco sovrano... Io da antipolitico ho sempre sostenuto che:" I politici ital- iani sono dei criminali istituzi- onalizzati" ( e lo ripeterei anche in un' aula di tribunale) IN POLITICA I PRINCIPI COSTITUZIONALI VALGONO MENO DI NIENTE In molte democrazie compiute il legislatore scelto ed eletto a suggragio universale e di- retto, con il voto libero ed eguale. In base a questo prin- cipio e’ da oltre un ventennio che la politica nazionale e’ determinate da un Parla- mento incostituzionnale, aldila’ dell’ infallibilita’ della Consulta. Veniamo al mattarellum. Un meccanismo costituzionale solo al 75%. Il porcellum cos- tituzionale solo 25% . L’ italicum completamente incostituzionale. Le liste bloc- cate violano il principio del voto diretto ed eguale. Il pre- mio di maggioranza alla lista o al partitto, viola il principio del voto eguale. Le soglie di smarramento, sempre il voto eguale tra l’ altro nessun di questo meccanismo e’ con- templato dalla Costituzione Occorre riportare la politica alle sue origini, ovverossia al voto a suffragio universale e diretto con voto libero ed eguale, con un meccanismo elettorale valido per tutte le tornate elettorali, sia a livello nazionale sia a quello locale . L’ ATTUALE LEGISLATORE SUL MECCANISMO ELETTORALE, VI STA TRUFFANDO (dico vi sta, perche’ io sono fortunato, non voto) Non e’ vero che il vecchio mec- canismo elettorale dei padre fondantori, non funzionava. (1) il cittadino aveva a disposizione preferenze multiple, per poter scegliere un giovane, un vecchio o una donna (non c’era bisogno di quote rosa) Poteva scegliere tra un intellettuale ed un prag- matic e via discorrendo… Il giorno dopo le elzioni il popolo conosceva esattameente la for- mazione dell’ unico organo sov- rano: il Parlamento. Queesti rispecchiava esattamente la volonta’ popolare, poi spettava al Capo dello Stato indicare il vinci- tore per la formazione dei gov- erni, si chiama ancora De- mocrazia parlamentare. Dopo piu’ di un ventennio di meccan- ismi elettorali fai d ate (o meglio fatti da loro) non solo abbiamo un Parlamento non sovrano, perche’ eletto per la maggior parte da premi di maggioranze e non rispecchia la volonta’ popo- lare. Siamo arrivati ai massimi consentiti di ingovernabilita’e conflitti istituzionali. Occorre a nostro modesto avviso, ritornare al vecchio meccanismo eletto- rale per una nuova costituente, per la rimodellare il ruolo del legislatore….. L' ERRORE PIU' GRAVE CHE L' OPPOSIZIONE PUO' FARE, E' QUELLO DI CHIEDERE LE ELEZIONI ANTICIPATE In Democrazia l' ingovernabilita' nasce dalla mancanza da parte delle opposizioni di misure alter- n a t i v e e c o s t r u t t i v e (da:Autaforismo) Aggiungerei solo l' articolo 71:" L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita, il popolo la esercita mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli." Detto cio' le opposizione hanna in mano anche la mozione di sfiducia per i governi incapaci di esercitare le sue funzioni nell' interesse sclusivo della Nazione. Non solo hannno anche la de- mocrazia diretta dalla parte loro, iniziative popolari, referendum abrogratvi per le leggi ad per- sonam o ad partitum. Badate bene che dal 2018 ad ora, ab- biamo avuto tre governi che sono caduti pur avendo la maggioranza in parrlamento. Prima Berlusconi nel 2011, poi per lui ) con il porcellum, che contemplava per l'elezione della Camera tre diverse soglie di sbarramento: al 4% per i partiti non coalizzati, al 2% per i partiti coalizzati, al 10% per le coalizioni, mentre al Senato le soglie sono diverse, 8% per i partiti non coalizzati, 3% per i partiti coalizzati e 20% per le coalizioni). E’ vero che meccanismi elettorali senza soglie di sbattamenti, fanno aumentare i piccoli partiti che influenzani quelli maggiorirari, ma e’ anche vero che in uno Stato di d i r i t t o e g u a l i t a r i o , rappresentativita’ significa innanzi tutto “sociopolitiismo”. (autocit) IN BASE AI MECCANISMI ELETTORALI , ALLE PROSSIME ELEZIONI GENERALI, SAREMO GIA’ ALLA QUARTA REPUB- BLICA Premesso che: Un meccanismo elettorale deter- mina solo il potere legislativo, poi spetta ai governi gestire bene lo Stato (da:Autaforismo 2014) Una seconda Repubbica nasce solo cambiando radicalmente la Costituzione e tuttonon e’ av- venuto, Quindi parlare di sec- onda o terza Repubblica e’ da imbecilli Se invece basiamo le repubbliche in base ai meccan- ismi elettorali, alle prossime elezioni saremo gia’ alla quarta Repubblica, senza aver appor- tato nessun cambiamento. Il mat- tarellum con un meccanismo misto e coalizioni di poli pre- elettorali , cancello’ il proporzion- ale puro con preferenze plurime e coalizione di governi post- elettorali.(seconda Repubblica) Il porcellum cancello’ la proporzi- one maggioritaria, introducendo non solo le liste bloccate ma anche un premio di maggioranza alla prima coalizione eletta. (terza Repubblica) Ovviamente anche il prossimo meccanismo elettorale alla tedesca, con un libero man- dato senza regole, non cam- biera’ di molto il potere esecutivo, ma solo quello legislativo (e siamo alla quarta Repubblica) Ca vaggiari’…BUONA REPUBBLICA A TUTTI ! LA NOSTRA DEMOCRAZIA E’ LA PIU’ COMIUTA E AVANZATA AL MONDO, PER QUESTO E’ LA MENO GOVERNABILE E GESTIBILE, TROPPI CONFLITTI ISTITUZIONALI, P ARTIRE DAL LIBERO MANDATO E LA PARTECIPAZIONE DIRETTA Le democrazie avanzate e com- piute come la nostra, sono le meno governabili e gestibili, troppi conflitti istituzionali, a par- Letta, dimissionato da Renzi , che a sua volta si e' dimesso senza motivo dopo il referendum costi- tuzionale del 4 dicembre. In con- clusione l' ingovernabilita' non e' mai dovuta alle leggi ettorali ( e lo so, ci siamo ripetuti come al solito) ma dal rapporto legisla- tore / elettore.... CHE FINE HA FATTO IL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE? Francamente non ci vuole una laurea in economia e commercio per capire che i governanti a pre- scindere dal colore politico, in questi ultimi decenni (dopo il 1970) ci hanno ingannati e truffati. Questo e' un dato di fatto , al 31 dicembre 2016, il debito pubblico italiano era di - 2.217 e rotti mil- iardi di euro, dopo meno di sei mesi, oggi e' arrivato a -2.285....I calcoli di semplice matematica li lascio a voi.... IN ARRIVO IL MATTARELLONE Nel nostro stato di diritto non esiste un voto utile o inutile, ma il libero pluralismo sociopolitico, sancito dall’ articolo 49 della Costituzione ialiana e non quella tedesca :” Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” In euro significa, che il voto non puo’ essere limitato da soglie di sbarramenti, tutti i cittadini , nessuno escluso ed una qualsiasi s oglia per acc edere in Parlamento, escluderebbe milioni di cittadini alla determinazione della vita sociopolitica della Nazione. Liste bloccate e premi di maggioranza non viol ano la Costituzione, ma le soglie di sbarramento che siano alla tedesca o alla bulgara, (ripetiamo) violano il pluralismo sancito dall’ articolo 49. Il cosidetto meccanismo alla tedesca, che io cortesemente ho ribattezzato “Il Mattarellone”, e’ incostituzionale ancor prima di nascere e ancora una volta dovra’ fare i conti con la Corte Suprema. Dall’ Unita’ d’ Italia, nessun legislatore, monarca, e nemmeno durante il fascismo, hanno contemplato soglie di sbarramenti per limitare il pluralismo, il primo e’ stato il ducetto Berlusconi Silvio (o chi
  • 3. Pagina 3 Giugno 2017Britalyca News Londra VIVERE SENZA PACE LA PENISOLA DEI DISPERATI Le tragedie che capitano nel Mediterraneo implicano seguiti internazionali che, almeno per il passato, sono stati sottovalutati. Soprattutto a livello UE. La posizione geografica dell’Italia, e una nostra politica non proprio “coerente”, s’è rivelata una delle concause che hanno determinato i luttuosi eventi correlati alle fughe di genti dall’altra sponda del mediterraneo. Il principio dell’accoglienza dovrebbe essere regolato da n o r m e d ’ i n t e r e s s e comunitario. Il nostro Paese non è nelle condizioni d’assistere una fitta umanità che chiede asilo per tentare di riprendere una vita normale che, nelle terre d’origine, è stata spazzata via. L’Europa s’è dimostrata impreparata a un’emergenza che, invece, doveva essere meglio monitorata da tempo. L’Africa, non solo del nord, e i Paesi del Medio Oriente hanno delle democrazie non solo instabili, ma anche gestite scorrettamente. Quando, per una serie d’eventi storico/politici, ”cade” la testa del Capo di uno di questi Stati, il seme delle rivendicazioni represse e delle avventure speculative ha facile spazio. Ora, dovrebbe essere, fisicamente l’Europa, ma m o r a l m e n t e e d economicamente tutto il mondo, a farsi carico di una realtà drammatica che non può essere gestita, pur con la migliore buona volontà, dal nostro Paese che, tra l’altro, già si dibatte in una crisi economica che non ha da trasformarsi in una “guerra” tra i poveri. Il diritto alla sopravvivenza non conosce confini; ci vuole, però, l’esigenza di un c o i n v o l g i m e n t o p i ù organizzato e coeso e non solo del Vecchio Continente. L’emergenza umanitaria, che non è possibile disconoscere, non può, però, essere mezzo per incrementare polemiche che hanno lasciato, e ancora lasceranno, parecchia amarezza. Il dramma dei profughi, indipendentemente dall’origine, ha da essere affrontato concretamente; ma anche disciplinato da normative comunitarie. Diversamente, non se ne esce. MANO TESA Non ci siamo mai risparmiati nell’esporre fatti e vicende che hanno coinvolto la nostra Comunità nel mondo. Abbiamo principiato da oltre mezzo secolo tentando, nei limiti dei nostri mezzi, d’analizzare i “fatti” che hanno coinvolto l’Italia e il suo Popolo. Fuori e dentro i confini nazionali. In un Mare Mediterraneo, ancora utilizzato come via verso un’apparente libertà di vita, i drammi si sono succeduti. Sul tema non ci siamo mai, apertamente, addentrati. L’hanno fatto altri e in tutte le ottiche possibili. “ G i u s t i f i c a n d o ” o “Condannando" i drammi di un’umanità alla ricerca di una perduta dignità. Ora, però, esprimiamo anche una nostra opinione. Premettendo però che la vita è da tutelare sempre e la libertà non può essere mezzo di baratto. In primo luogo, ci siamo resi conto che la caduta di certi regimi non ha favorito la libertà, ma è stata la concausa di caos e di situazioni che durante le “dittature” non erano neppure ipotizzabili. Senza guide e con leggi non rispettate, uomini e donne hanno cercato altrove quelle certezze irreperibili nelle loro terre d’origine. Così, è iniziato l’esodo che ha portato il nostro Paese ad affrontare emergenze che dovevano, da subito, meglio ripartite con tutti i Pesi dell’Europa stellata. Senza”se” e senza”ma”. Invece, l’emergenza è stata più nostra che d’altri e la Penisola, in questo 2017, non è più in grado di far fronte alle necessità di un’Umanità che ha bisogno di tutto. Così, prima di esprimere p a r e r i , b i s o g n e r e b b e conoscere anche lo “status” dei tanti uomini che hanno ricevuto sempre poco, o nulla. Ogni parallelismo con altre situazioni analoghe, a nostro avviso, non regge; proprio perché sono molto differenti le cause scatenanti. Se proprio di “guerra” tra Poveri c’è da scrivere, non ci tireremo indietro. Preferiremmo, però, un dialogo aperto per essere, se possibile, propositivi. Tuttavia, come spesso accade, se saranno ancora le polem iche a im porsi, incoraggiando l’inasprimento degli animi, senza favorire i diritti fondamentali, ogni consiglio resterebbe senza seguito. Con l'esclusione di progetti, che non tengono conto delle cagioni scatenanti, è impossibile proporre delle soluzioni concretizzabili. Nel frattempo, intendiamo schierarci su progetti d’accoglienza con un chiaro e c o n d i v i s o p r o t o c o l l o d’emergenza europeo. L’UE ha da essere una realtà anche sotto il profilo umanitario. L’emergenza non ha bandiere. VIVERE SENZA PACE Nel mondo non c’è Pace. Quest’osservazione è una realtà che dovrebbe farci riflettere. La Terra è troppo piccola perché non ci si debba interessare tutti del prezioso bene dell’armonia tra le genti. Premessa, indispensabile, per lo sviluppo di ogni società. Sembra un controsenso: si vuole la Pace, si pensa alla Pace ma, tuttavia, si ricorre alla violenza per affermare diritti che, proprio per come sono presentati, non sempre sono tali. L’equilibrio della forza, che tanto incide sulla bilancia economica di ogni Paese, anche di quelli più poveri, non rappresenta che “il triste prezzo della pace”. Il credo in certe teorie, che tali però non sono, non può garantire una Pace durevole. Mentre si scrive di progresso, di riforme socio/ economiche, l’instabile equilibrio, che dovrebbe garantire la Pace nel mondo, è sempre scosso da azione di guerra, anche se non dichiarata, che coinvolgono numerosi punti “caldi” in tutti i continenti. I focolai che minacciano la Pace non si sono spenti. Anzi, si sono ravvivati con atti di terrorismo in Europa e nel Mondo. Nonostante le condanne, le tensioni rimangono e, i n d u b b i a m e n t e , rappresentano un fiero colpo ai fautori di una Pace incondizionata. I lutti che la cronaca riporta, con agghiacciante quotidianità, potrebbero essere evitati? L’interrogativo è grave e non esime nessuno. Attribuire responsabilità, che pure ci sono, non è semplice. Ciò che preoccupa è che la violenza è gestita dalla volontà di pochi. Gli altri uomini ne sono le potenziali vittime. Ci sono ancora troppi compromessi e irresponsabili superficialità da spazzare via. Le “cobelligeranze” e le “neutralità” non hanno mai r i s o l t o ; a n zi h a n n o complicato il problema. Non è più una questione di c o e s is t e n za , m a d i s o p r a v v i v e n z a . L a coesistenza, pur se con fini non sempre analoghi, è l’unico mezzo per garantirci prospettive di vita che non condizionino più quella degli altri. Nel 2050, quando l’Umanità supererà i dodici miliardi d’individui, solo con la Pace si potrà tentare di garantire a tutti prospettive di vita non più soggette a pretese sconsiderate. Le idee e le religioni non hanno pregio senza la coerenza di una p a c if ic a c o n v i v e n z a . I n s o m m a , c o m u n q u e s’osservi la situazione mondiale, la pace è sempre il male minore. In conclusione, vivere nel dubbio è favorire ciò, che invece, dovrebbe essere messo al bando LE PAROLE S i a m o , f o r t e m e n t e , preoccupati. Anche perché se la conversione in legge di c e r t i p r o v v e d i m e n t i governativi non saranno migliorati, in concreto, dal Parlamento ci saranno degli inconvenienti. Gli scioperi sono stati annunciati. Anche i sindacati, di qualsiasi estrazione politica, non sono d’accordo sulla condotta del nostro Primo Ministro e squadra al seguito. Da come abbiamo avuto modo di capire, i redditi “deboli” sono sempre poco tutelati. Nessun vantaggio, almeno palese, nei confronti dei disoccupati e licenziati che dovranno affrontare un altro periodo irto d’interrogativi con u n’im pr o ba b ile r ip r esa economica per quelli a venire. I “perché” e i “come” hanno superato il solco del “quando”. E’ inutile, e poco opportuno, sostenere che nessuno avrebbe potuto fare di meglio. Dubbiosi eravamo, e dubbiosi restiamo. L ’ e q u i l i b r i o economico, su basi politiche, ha allontanato ogni opportunità d’investire nell’Azienda Italia. Vinta, per motivi tecnico/ valutari, l’inflazione, s’è fatta strada la deflazione che, data la scarsità di liquido circolante, non è un indizio migliore per la nostra economia. Come già abbiamo scritto, la “terza via” ex Renziana non ci portato verso lidi migliori. E’ il vivere quotidiano che è compromesso da un sistema che chiede; senza dare. Il cambio di stagione non sarà solo meteorologico. Per i pensionati, che sono un esercito, preferiamo stendere un velo d’oblio per non amareggiare di più chi ha lavorato una vita ed è costretto a non far più conto su un futuro a “termine”. Anche i contatti con le nostre Comunità residenti in altri Paesi avvalorano, disgraziatamente, le nostre sensazioni. Non avendo suggerimenti da prospettare per ridurre il “danno”, non ci resta che verificare la realtà nazionale con occhio valutativo. Ma non polemico. Rimane che l’Esecutivo Gentiloni continua a trascorrere senza concreti cambiamenti. A parte sparuti preludi, il nostro futuro resta incerto e politicamente ipotetico. Insomma, gli impegni del nostro Primo Ministro non convincono neppure gli aderenti al suo Partito e gli Alleati. Noi aggiungiamo solo che di “parole” non si può vivere. Tanto meno lo può un Paese che ha da rendere conto all’economia, dell’Europa Stellata. Dall’ Italia e dall’ Estero A cura di Giorgio Brignola
  • 4. Pagina 4 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Giugno 2017Britalyca News Londra Circa un miliardo di telespettatori di 194 paesi hanno seguito il 100° Giro d’Italia che ha visto trionfatore, a sor- presa, l’olandese Tom Dumoulin della Team Sunweb, che ha corso i 3609,1 km delle 21 tappe in 90h34'54" (al secondo posto il colombiano Nairo Quintana della Movistar Team a 31" e terzo l’italiano Vincenzo Nibali della Bahrain-Merida a 40"), mentre Maglia Nera (ultimo è classica) è stato l’itali- ano Giuseppe Fonzi della Wilier Tri- estina-Selle Italia. Notizie queste tutte note, specialmente agli appassionati del ciclismo che hanno festeggiato lo scorso 5 aprile i 200 anni di storia della bicicletta, iniziata nel 1817 quando il barone Karl Drais presentò pubblicamente la Draisina, di legno e ferro, con due ruote allineate, di cui l’anteriore che poteva sterzare, ma senza pedali e senza freni. Gli appassionati sanno anche che la Maglia rosa è nata nel 1931, 22 anni dopo il primo Giro, e che il primo a indossarla fu Learco Guerra. In tutte le tappe, partenze e arrivi e centri attraversati, c’è sempre stata una ricca cornice di folla, formata da ap- passionati di ciclismo o semplice- mente da persone che non sono rius- citi a sottrarsi al fascino immutabile della "corsa rosa" e che hanno festeg- giato tutti i ciclisti a dimostrazione di una passione che non conosce differ- enze di nazionalità. Com'è successo in particolare a Mas- safra, la Tebaide d’Italia, nel corso della settima tappa del 12 maggio. E’ stato un bellissimo pomeriggio di sport e di festa, come ha anche rile- vato il sindaco Fabrizio Quarto. Sin dalla mattina, la centralissima Piazza Vittorio Emanuele ha iniziato a “parlare” del Giro con l’annullo filatelico celebrativo del passaggio della “corsa rosa”, promosso dall’A.S.D. MTB Tebaide in col- laborazione con il Circolo Filatelico “A. Rospo”, presieduto da Nino Bel- linvia. La festa è iniziata con l’arrivo della Carovana del Giro, per conclud- ersi felicemente solo al termine del passaggio dei ciclisti. Anche i telecronisti della Rai hanno apprezzato ed elogiato il caloroso e ordinato “tifo” dei massafresi. La direzione del Giro d’Italia ha con- segnato al sindaco Fabrizio Quarto una pergamena sulla quale, sotto lo stemma Giro d’Itala, è riportato: “La Direzione del Giro d’Italia ringrazia la cittadinanza del Comune di Massafra per aver partecipato al progetto “La Carovana del Giro” come “Località di sosta”. Il sindaco Quarto, nell’evidenziare come tali appuntamenti possano essere occasione di promozione e val- orizzazione del territorio, cosa che in realtà si è dimostrata pienamente con le bellissime immagini dei beni artis- tici e ambientali mandati in onda e che continuano ancora a scorrere sotto forma di “cartolina” sul sito del Giro, ha evidenziato il grande lavoro di squadra (oltre 100 unità) messo in atto con Carabinieri, Polizia Locale, Unità della Protezione Civile di “Massafra S.O.S.”, personale LSU e “La Lucentezza”, che ha consentito il concretizzarsi di un bel pomeriggio di festa. Il “grande grazie” del sindaco, è andato anche a tutti i massafresi che hanno collaborato attivamente nel rispettare divieti e disposizioni. Ma torniamo all’annullo filatelico con bozzetto creato da Pietro Silves- tri. E’ stato un ufficio delle Poste Ital- iane (coordinato dal referente filatelico Francesca Magnani e con impiegati Rosaria Oliva e Antonio Fiorente) ad apporlo su due mag- nifiche cartoline filateliche: una cre- ata dall’artista tarantino Giuseppe Ferrara e l’altra dal massafrese Giulio Mingolla. Cartoline stampate, con il patrocinio del Comune di Massafra, a cura del Circolo Filatelico “Antonio Rospo” con il contributo speciale dell’Asd MTB Tebaide Massafra, associazione sportiva dilettantistica (nata nel 2013 grazie a un gruppo di amici amanti della mountain bike), nota in campo regionale, nazionale e internazionale (da citare in partico- lare la regolare partecipazione al cir- cuito “Bicinpuglia”, Continua La Città di Massafra è scesa in piazza a festeggiare il Giro d’Italia. Richiestissime le cartoline filateliche del Circolo Filatelico “A. Rospo” e asd MTB Tebaide Massafra
  • 5. Pagina 6 Cultura & Societa’ Nino Bellinvia Giugno 2017Britalyca News Londra Lo scorso 13 maggio, solennità della Madonna di Fatima (cento anni dalle ap- parizioni), a Talsano / Taranto, per ri- cordare i cento anni dalle apparizioni, ha funzionato un Ufficio Postale tempora- neo, coordinato dalla responsabile del settore Filatelia Francesca Magnani, con Salvatore Giardina del Mercato Privati - Sud 1- Filiale di Taranto, Francesco Paradiso, direttore dell’ufficio postale di Talsano, e le impiegate dello stesso uffi- cio postale Cecilia Vero e Maria Grazia D'Auria, che hanno apposto il timbro con l’annullo filatelico su quattro cartoline con immagini diverse, create dall’artista Giuseppe Ferrara, autore anche dell’an- nullo filatelico che è stato richiestissimo. Basti dire che tutti i francobolli messi a gnora di Fatima di Talsano dai Mis- sionari Saveriani di Taranto e “La Persefone Gaia” (e-mail: laperse- fonegaia@gmail.com), Associazione filatelica e numismatica di utilità so- ciale e culturale che persegue finalità di solidarietà sociale, nel campo dell’istruzione e dell’arte attraverso la Filatelia, la Numismatica e altre forme di Collezionismo o Hobby. E’ pre- sieduta dall’attivissimo avv. Francesco Gatto (tel. 335 8103195; e-mail: fran- cesco.gatto3@gmail.com). Molto seguito in particolare il settore “Filatelia Sacra” con il Gruppo Filate- lia Religiosa “Maria Santissima del Monte Carmelo” con argomenti, te- matiche, valori e ricerche storiche sti- molate e realizzate con il supporto dei francobolli. disposizione dall’ufficio filatelico tempora- neo sono andati esauriti. Un grande successo anche per la mostra filatelica, ‘L’Indonesia at- traverso i franco- bolli”, organizzata dal 4 al 13 aprile presso la Parroc- chia Nostra Si- Continua ….La Città di Massafra …. la partecipazione alla “Pollino Marathon”, alla “HERO Südtirol Dolmites”. At- tuale direttivo: Lorenzo Rossani, presidente; Giovanni Buongiorno, vicepresi- dente; Carlo Lavoriero, segretario/cassiere; Nicola Marzia, Cosimo Pagliari e Luca Marraffa, coordinatori). Le cartoline e l’annullo filatelico hanno avuto un grande successo. Nostri lettori interessati ad entrare in possesso delle due cartoline possono chiedere infor- mazioni al Circolo Filatelico “A. Rospo”, telefonando al vicepresidente Fran- cesco M. Rospo (3492481980) o al segretario Nicola Fabio Assi (e-mail: nicola- fabioassi@gmail.com). Nelle foto: le due cartoline filateliche; il sindaco Quarto riceve la pergamena del Giro e consegna il mini labaro della Città di Massafra; sosta ufficiale della Carovana del Giro a Massafra; l’ufficio postale temporaneo con gli impiegati Antonio Fiorente, Rosaria Oliva e Salvatore Giardina del Mercato Privati - Sud 1- Filiale di Taranto con il vice presidente del Circolo Filatelico Francesco Maria Rospo, il segretario Nicola Fabio Assi e i soci Rocco Silvestri e Pietro Romano; i soci della MTB Tebaide Massafra in una foto si Giusy Tamburrano. Centenario apparizione Madonna di Fatima Grande successo a Talsano dell’annullo filatelico
  • 6. Pagina 6 Giugno 2017Britalyca News Londra Marocco – La medina di Rabat di Luigi Palumbo Se avete già visitato il Marocco e vi accingete a visitare la medina di Rabat, ebbene, dimenticate tutto ciò che avete visto o letto delle altre medine, a Rabat non troverete niente di eguale, che possa richiamare, le altre celebri “città vecchie” marocchine. La vecchia medina di Rabat, non ha le attrazioni monumentali di quelle di altre città come Marrakech, Fez e Meknes, pur se anche lei, è elencata nel patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 2012 insieme alla ad altri cinque siti cittadini. Rispetto alle “medine imperiali”, quella di Rabat non è altro che un insieme di strade con alcuni punti di interesse. Visitare la medina di Rabat vi porterà a respirare l'atmosfera di una tradizionale medina come ce ne sono molte altre in Marocco e nel Maghreb in generale, ma non sarà comunque avara nel donarvi emozioni e sensazioni. Essa, confina a nord con la foce del fiume Bouregreg (una delle zone più belle di tutto il paese) che la separa dall'odierna Salè, protetta ad ovest dall'oceano Atlantico e dalle pareti esterne della Kasbah Oudaya, è circondata ad est dalle pareti almohadi, e a sud dal muro in stile andaluso che divide la città nuova da quella antica. Il luogo all'interno del recinto almohade era considerato troppo grande e difficile da difendere, per questo motivo, fu eretto un muro, chiamato "muro degli andalusi", lo spazio all'interno del muro, fu soprannominato “Salé Neuf”, Salè Nuova, al contrario di "Vielle Salé" , Vecchia Salé, (l'attuale Salè). A est, lungo le pareti almohadi del XII secolo, costruite da Yacoub El Mansour,si aprono le due porte monumentali, Bab El Alou e Bab El Had. Fu fondata dai “moriscos” i mori spagnoli, discendenti dei musulmani di al-Andalus i quali furono costretti ad abbracciare la religione cristiana. Rimasti in Spagna dopo la caduta del regno di Granada nel 1492 furono poi espulsi dal re Filippo III agli inizi del XVII secolo. Diverse migliaia di loro, per lo più ex residenti di un villaggio in Estremadura chiamato Hornachos, si stabilìtono in quella che oggi è la capitale del Marocco. Di Salé la Nuova, la poi celebre "Repubblica dei corsari”, sembra essersi realizzata la profezia dei versi “anonimi” che, poco prima dell'espulsione dei moriscos, ne descrivevano nel 1610 le vite grame: "sono perseguitati, sono afflitti, sono i distruttori stessi". Dei corsari di Salé si narrano tante vicende come quella dell'incursione nel 1627 portata a termine in Islanda da un gruppo di corsari della città - detti anche corsari barbareschi - . Le navi dei nordafricani, tornarono in Salé la Nuova con oltre 400 schiavi. Solo 27 islandesi, dopo aver passato dieci anni al servizio di padroni maghrebini riuscirono a tornare a casa Quattro secoli più tardi, il sangue dei mosriscos batte ancora nelle vene dei suoi discendenti: nell'andalusa Rabat. L'avenue Hassan II, e il “muro degli andalusu” separano la città nuova dalla medina come una sorta di barriera che tiene disgiunti due mondi completamente differenti. Diverse porte sono state aperte nella muraglia, ma solo due sfoggiano la tipica eleganza architettonica dei fasti delle origini. La più raffinata è Bab Chellah che si immerge nel cuore della medina. E' nei pressi di questa porta che partono i “grand taxi bianchi” che raggiungono per pochi dirham tutto l'interland di Rabat. La medina, ha un'estensione di circa 50 ettari, è facile da girare senza correre il rischio di perdersi, non si ha bisogno di guide, e a proposito di guide, nessuno ve le proporrà. I “rbatis” gli abitanti della città di rabat, sono cordiali gentili, disponibili a fornire informazioni, non sono stressati dalle migliaia di turisti che invadono le altre città imperiali, non di rado può capitare che un commerciante vi offra una sedia per consentirvi sia di riposare dalla lunga passeggiata nella medina sia per permettervi di scegliere con calma le sue mercanzie. Nessuo, a differenza degli altri venditori di altre città, vi molesterà invitandovi a comprare la sua merce. Sono tre le strade principali che attraversano la medina, una è parallela “al muro degli andalusi”, la rue Souika, che diventa rue du Souk Sebbate, e alle sue due estremità, due strade perpendicolari, la rue Sidi Fatah verso il Boulevard El Alou e la rue des Consuls che porta fino alla famosa Casbah des Oudayas. Rue Souika significa piccolo souk, dove souk sta per mercato, e Souk Sebbate, sta per mercato delle scarpe, queste tre strade sono un punto di importante riferimento sia per i cittadini di Rabat, per i turisti e soprattutto per coloro che vengono dai dintorni della capitale per fare compere. I turisti si accalcano più volentieri in rue des Consuls, dove esistono bancarelle di mercanti ed artigiani di “kissaria” (abbigliamento borse, accessori e prêt-à-porter), che propongono articoli di buona qualità e nettamente meno cari di quelli per esempio di Fès o Marrakech. Rue des Consuls, ha una storia, tutta sua personale, e da quella storia emerge gran parte del suo fascino. Questa strada è così chiamatà perché nel XVII secolo, i diplomatici dei vari stati erano invitati a risiedervi. La spiegazione è semplice. In quel periodo l'attività principale di Salé la Nuova (Rabat) era la pirateria e il conseguente mercato degli schiavi. Costoro, venivano venduti all'asta sulla piazza del Souk El Ghezel (proprio davanti all'Oudaya). I cristiani prigionieri, non diventano (in linea di principio) immediatamente schiavi. Secondo un trattato sottoscritto col sultano, essi, avevano la possibilità essere riscattati dai diplomatici dei loro paesi che all'epoca erano depositari di una somma budgetaria per i riscatti. Per comodità, questi diplomatici risiedevano quindi a poche decine di metri dal luogo di "trattativa". La rue des Consuls, conduce a sua volta verso una serie di vicoli che ospitano piccoli laboratori di artigiani. Troverete tappeti, ceramiche, legno e oggetti in pietra provenienti da tutto il Marocco, e anche molti gioiellieri. Se avrete la pazienza di rovistare, scoprirete bellissimi pezzi unici e di antiquariato Ogni Giovedi la vendita si svolge in strada, e tappeti sono dispiegati sul terreno in vista di donne che hanno fatto questi tappeti nelle loro botteghe, ma lascia agli uomini il compito di "negoziare" le proprie opere. La rue des Consuls è principalmente anche il luogo dove si vendono i celebri “tappeti di Rabat”, in lana e di colore rosso, Ogni giovedì, si svolge la vendita in strada, i tappeti sono dispiegati a vista per terra, e le donne che hano costruito questi tappeti nelle loro “botteghe” negoziano il prezzo delle loro opere. Proseguendo per via dei consoli attraverso rue Oukassa, si giunge nel vecchio quartiere giudeo di mellak, dove un tempo vivevano migliaia di ebre Ma questa è un'altra storia. COMUNICATI GoffredoPalmerini Giornata mondiale del Rifugiato 2017 Dalla parte dei rifugiati Ogni giorno nel Mediterraneo vengono soccorsi e accompagnati ai porti, quando non inghiottiti dai flutti, centinaia di migranti in fuga, spesso vit- time di trafficanti. Con papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, promossa dall' ONU, vogliamo ripetere che “oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati...donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni”. Questa “scelta preferenziale” chiede una concreta attenzione a costruire un sistema di accoglienza diffuso, con la responsabilità di tutti, che eviti sprechi e corruzione, che moltiplichi “le opportu- nità di incontro fraterno e di vera cono- scenza reciproca”, come ha detto papa Francesco all'Angelus di ieri, domenica 18 giugno. Troppi luoghi comuni viziano l'informazi- one e le conoscenze del mondo dei mi- granti forzati che arrivano tra noi, nelle nostre città. Come ha ricordato sempre papa Francesco ieri, “l'incontro person- ale con i rifugiati dissipa paure e ideolo- gie distorte e diventa fattore di crescita di umanità, capace di fare spazio a sen- timenti di apertura e alla costruzione di ponti”. Con questi sentimenti, come Fondazione Migrantes, invitiamo a viv- ere la Giornata mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno, andando a visitare nelle nostre comunità un centro, una realtà di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati: una visita e un incontro personale che allargherà la conoscenza e aiuterà una relazione fraterna. Roma, 19 Giugno 2017
  • 7. Britalyca News Londra Dalla raccolta “ Autaforismo Di Carmine Gonnella CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da una idea innovatrice di Carmine Gonnella (G.B) . Siamo picccoli operatori dell’ infor- mazione libera. Analizziamo e approfondiamo le tematiche politiche e culturali scientemente con metodo imparziale. Siamo online e il for- mato cartaceo ha una tiratura limitata. Per una copia solo per la lettura, contattare l’ editore. Il nostro motto: L’ INFORMAZIONE COME MEZZO DI APPROFONDIMENTO E NON INDOTTRINAMENO, Collaboratori Cronaca, Doriana Goracci (Italia) Alle politiche in Italia e all’ Estero , il Comm. Giorno Brignola (Italia) Cultura e Societa’ Nino Bellinvia ( Italia ) Comunicati, Goffredo Palmerini (Italia) all distribuizione e diffusione, Mario Ponzi. (G.B.) In redazione, Alfonso del Guercio ( G.B) Il Punto di Arnaldo De Porti ( Italia) Luigi Palumbo Edito e pubblicato da Britalyca News Londra, Sede: 32 Fletcher Close , Brom- ley , BR2 9JD. Kent PASSA 'O TIEMPO Passa, pass'o tiempo e vvà e chi sape addò và! 'E criature crescene ma nuje nun c'è n'ac- curgimme...troppo che ffà tenimme... fermà nun c'è putimme? Io, ferm'o tiempo cu 'e mmane e, quanno state cu mmico, assapor'e mumenti, chilli cchiù salienti e, m'empresse dint'a mente comme flash eterni! Comm'è bello a guardà nu criature ca dorme...sentì chell'addore doce ca emana 'e frischezza e tranquillità assieme, ca tè fa penza' a n'isola incontaminata e pulita! Ah sti nepute... che tè fanno sunnà! E vide na strada sulagna e in salita ca tu chianu chiano e cu surriso sornione. ..tè abbia incamminà! Chisà che vulisse fa... vulisse sempe truvà calore e energie pecchè nun 'e vulisse maje lassà, pè rimmanè abbracciate a lloro pè l'eternità! Pagina 7 VARIE VARIE Giugno 2017 L’Angolino della Poesia Marynzia Panico Borrelli Guccini: addio al palco. Sono stanco, non suono più neanche a casa Il cantautore scenderà per sempre dal palco dopo il Carpi Summer Fest. «Non ho paura di commuovermi. Basta anche con i miei racconti in pubblico» di Andrea Laffranchi Penso proprio che sarà l’ultima volta su un palco». Francesco Guccini annuncia il sec- ondo ritiro dalle scene. Il primo era arri- vato nel 2013 con la pubblicazione di L’ultima Thule: basta concerti e basta dischi. Da allora è rimasto fedele alla promessa. Un solo tradimento per il con- certo post terremoto in Emilia. Sul palco ci è tornato tante volte, ma solo per parlare, per raccontare la sua vita lasciando poi la scena ai Musici, band che lo ha accompag- nato per anni. E così accadrà il 26 giugno al Carpi Summer Fest: una chiacchiera con Massimo Bernardini e poi il concerto degli amici. Come se la immagina questa «seconda» ultima volta? «Come le altre: tranquilla, buona, bella». Teme la lacrima? «Non ho paura di commuovermi. Forse se cantassi, ma non lo farò. Ho detto da tempo basta. Adesso c’è la voce di Flaco (Juan Carlos Biondini, il chitarrista argentino con lui da 40 anni, ndr)». Rimpianti? «No. È una decisione presa con maturità. Per me è stato un grande sollievo. Facevo fatica. La tensione era sempre presente. L’età avanzava e non avevo più la forza di stare in piedi due ore e mezza». Le manca qualcosa? L’incontro con i musicisti e gli amici, le battute e le cene, le barzellette». Se lo ricorda l’ultimo? «A Bologna il 3 dicembre 2011. Sono stato poco bene sul palco. Le persone del mio staff pensavano fosse un infarto. Volevano portarmi al pronto soccorso e io ho dirottato tutti al risto- rante. Non avevo previsto fosse l’ultimo. Però poi le preoccupazioni e anche il fatto che da tempo fosse scomparso il mio manager mi hanno fatto prendere quella decisione». Tempo fa ha detto che aveva smesso perché aveva fatto un voto. Può svelarlo? «Era una battuta. La uso spesso quando non voglio fare qualcosa. Come quella volta che ero con amici a un pranzo all’aperto nell’entroterra modenese. Una signora mi chiese di cantare “Happy birthday” per il nipotino. Mi liberai dicendo che avevo fatto un voto. Lo stesso quando mi offrono qualcosa da mangiare che non mi piace». L’intervista si interrompe qualche minuto perché il gatto reclama la pappa. Lei debuttò nel 1967. La prima immagine pubblica è stata la partecipazione a «Diamoci del tu», pro- gramma tv condotto da Caterina Caselli che la presentò come «il mio caro amico Fran- cesco». Che ricorda? «Avevo fatto l’autore per i Nomadi e l’Equipe 84, ma non ero nessuno. Ero emozionatissimo. Caterina, donna oggi raffinatissima, si fece scappare un “lo tengo a battezzo”, retaggio del dialetto modenese». Un Guccini irriconoscibile. Senza barba.. . «Fa impressione anche a me. La barba l’ho fatta crescere nel 1970 per protesta. Non sociale, piuttosto familiare. Non ho mai smesso di por- tarla». MOSICA You can, if you dare l politicamente corretto non esiste, perche' la politica e' stata sempre una questione morale I risultati di una buona e pragmatica politica, si vedono subito, quella cattiva si lascia sempre in eredita' ai posteri In questo terzo millennium, siamo passati dall' Home Sapient, all' Homo Net Dal mattarellum in poi, in Italia il cittadino italiano non elegge, ma delega ai partiti la legislatura Lo ius soli e’ il diritto all’ esistenza, anche se personalmente oggi opterei per il diritto all’ apolidia Se il legislatore si comporta in modo “scorretto”, il cittadino ha tutti i suoi diritti di fare di peggio Le lobbies sono i poteri occulti che determinano la politica di ogni partito Funzionava come oggi? Iniziarono a fer- marla per strada? «Non cambiò nulla. Continuò a non ricono- scermi nessuno. Fortunatamente ho sempre potuto camminare per strada senza essere dis- turbato». Non faccia il modesto.. «Solo negli ultimi anni con i cellulari mi fer- mano per le foto. E a volte qualcuno arriva fin sotto casa, soprattutto nei fine settimana». Ha smesso con la musica suonata anche in privato? «La chitarra è in un angolo della casa e non si sposta dai tempi dell’ultimo disco. Ho provato qualche volta con gli amici ma non ci riesco più. Non ho più i calli sulle dita. Mi fa subito male». Basta musica, ma Guccini è anche uno scrit- tore… «Mi siedo al computer tutti i giorni e scrivo. Ho appena finito un giallo che uscirà in autunno». Ha ceduto alla tecnologia? «Continuo a non avere il cellulare. E nemmeno la patente. Sono una specie protetta dal Wwf... Il computer è perfetto per il lento sviluppo della pagina e il taglia e incolla. Mentre la canzone è un flash immediato, una botta. Quelle le ho sempre scritte con carta e penna». Lo stereotipo del cantautore è «uno sul palco con la chitarra e la bottiglia di vino». Si sente un monumento? «I cantautori sono stati le voci più interessanti di questi anni. Hanno fatto cose importanti. E anche io, al di là della mitologia, credo di aver fatto cose buone. Un’amica che lavora all’uni- versità di Ginevra sta facendo una critica letter- aria delle mie canzoni e ogni tanto le dico “ma sei sicura che ho fatto tutte quelle cose che dici?”». Da Corriere.it CRONACA Doriana Goracci Questa volta Marco Prato è rius- cito a togliersi la vita in una cella di Velletri, quella vita che pareva dis- prezzare tanto, come quella altrui. Del complice dell' omicidio di Luca Varani,ucciso brutalmente dopo ore di sevizie,non voglio neanche parlarne. Scriveva quell' anima persa di Marco Prato a fine estate 2016: «Fate una festa per il mio funerale. Vorrei una cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalla. Bei rico- rdi...Chiedo scusa a tutte le per- sone a cui ho fatto qualcosa Vi scrivo mentre me ne sto an- dando...Mamma e papà vi amo e vi ho sempre amati, non ho ran- core o rabbia, solo amore per voi. Mamma ti ho amata ogni giorno della mia vita e non devi pensare nemmeno un secondo ai nostri silenzi perché per me non sono mai esistiti Sto male o forse sono sempre stato così, ho scoperto cose orribili dentro di me e nel mondo. Fa troppo male la vita Non avete nessuna responsabilità nè avete fatto nulla per essere complici dell’autolesionismo. Cercate di essere sereni, amatevi e non sentitevi mai in colpa Non inda- gate sui miei risvolti torbidi, non sono belli...» Aggiungo solo la dichiarazione della fidanzata di Luca Va- rani,Marta Gaia Sebastiani: "Una vita è una vita.Sono scioccata per quanto accaduto ...Solo due parole : silenzio e rispetto per il lutto delle famiglie Doriana Goracci Non è ammessa la pena di morte
  • 8. Pagina 8 Giugno 2017Britalyca News Londra Calabritto & Dintorni Calabritto & Dintorni Il male nero delle badanti: ecco per- ché in tante si uccidono Tanti casi, anche in Campania. L'ultimo a Frigento. Si chiama “sindrome Italia”. Ma c'è anche di peggio. I sui- cidi dei loro bambini, lasciati soli a casa: gli orfani bian- chi. di Luciano Trapanese Si chiama sindrome Italia, un male silenzioso che uccide le immigrate. O – per essere precisi – le badanti e le baby sitter. In partico- lare rumene e ucraine. Lacerate da una scelta drammatica: si occupano dei bimbi degli altri, mentre i loro figli sono lontani. In un'altra nazione. Hanno con loro solo un contatto, la sera, tramite Skype. L'ultimo caso a Frigento, ieri. Una 47 polacca è stata trovata ai piedi di un albero. Si è impiccata. Era conosciuta e stimata. Una gran la- voratrice, dicono in paese. Ma quel male dentro l'ha divorata. Fino a portarla alla morte. Era sparita tre giorni fa. Nessuno si era allarmato. Hanno pensato: è tornata a casa. Non era così. Non è l'unico caso, naturalmente. In Italia ne sono stati segnalati decine negli anni. Ad Ariano lo scorso anno è morta Kataryna Elzbieta Corka, 45 anni. E' stata trovata cadavere in una vallata, in Contrada Tesoro. Era il nove agosto. Ad Agerola, in cost- iera amalfitana, il suicidio di un'al- tra badante ucraina. Ha ingerito dei farmaci. Viveva da dieci anni in Italia. C'è anche chi finisce peg- gio. E' il caso di Galyna Dotsyak, anche lei una badante ucraina. E' stata uccisa a Serino da Gennaro Rodia, un pensionato di 63 anni. Avevano avuto una relazione che lei era decisa a troncare. Ha pagato con la vita. Ma questa è una storia diversa. La sindrome Italia genera un malessere costante. E molto comune. Che viene spesso sot- tovalutato o ignorato. E che a volte si manifesta quando le donne dell'Est sono ancora nel nostro Paese, ma più spesso esplode al ritorno a casa. La loro sindrome (fanno un la- voro logorante e vissuto in solitudine), è molto simile a quella del burn-out, che colpisce chi opera nei servizi so- ciali. Per loro si aggiunge anche la lontananza dalla famiglia. Ma c'è di peggio. Quando tornano a casa, le badanti hanno notevoli diffi- coltà a inserirsi di nuovo nel contesto s o c i a l e . V e n g o n o a d d i t a t e come «madri che hanno abbando- nato i figli». Anche se tutti sanno che il “sacrificio italiano” aveva un solo motivo: dare proprio ai figli un futuro migliore. Per l'Associazione donne romene «È una forma di depressione molto pro- fonda e rischiosa che può portare anche al suicidio: colpisce solitamente le donne al ritorno nel loro paese, quando non ritrovano più il loro posto in famiglia». Ma c'è un altro dramma. Quello de- gli orfani bianchi. Un altro durissimo prezzo da pagare per l'assistenza dei nostri anziani e dei nostri malati. Gli orfani bianchi sono i figli delle donne straniere (circa un milione e 600mila ogni anno), che vengono in Italia a lavorare come badanti, colf o baby sitter. Quasi tutte lasciano a casa figli, mariti e genitori anziani. Chi soffre di più questa separazione – facile im- maginarlo – sono i bambini. Solo in Romania su 5 milioni di piccoli il 75 per cento ha un genitore che lavora all'estero. E l'ottanta per cento di loro soffre di profonda nostalgia. Le conse- guenze sono spesso tragiche. Ogni anno una 40ina di bimbi rumeni si toglie la vita per il distacco lacerante dalla loro mamma Un dramma silenzi- oso. Una sindrome che porta il nome del nostro Paese. E ammettiamolo, molte di loro vengono anche sfruttate e sottopagate. Sei, settecento euro al mese per occuparsi tutto il giorno di anziani molto malati. Un giorno libero a settimana. E una vita cancellata. Con gli affetti lontani. E magari, in quel lon- tano, ci sono anche bambini, che chie- dono – davanti al freddo schermo di un Pc -: «Mamma, quando torni?». ‘GERA NA VOTA... (liberamente tratto dal giornalino "IL FARO") che bellu paesu tunemmu na vota, si è alluvera ngi mangava coccosa. tunemmu chiazzi, chiazzini e fundani, putenni vevi crapi, ciucci e cani. tunemmu scalini, muri viecchi e vii storti, ngi iemmu accussi bellu cantanni la notti. tunemmu lu pisconu, lu cievuzu e li pustieddri, ma a du c.... è funutu quiru bellu castieddru. a.... nun ge giù punzatu, a lu piscupu l'anni purtatu. tunemmu na fundaneddra frescka,nu cambanaru e n'orologgiu viecchiu. che nu ravemma fà eruni chini ru rifietti. ma mo ca gi penzu..... mo ni manga coccosa, na cosa ca tutti lavimma metti sotta..... na mutanda ru fierru....ma ca non sia rotta! (Cortesia di A. Carluccio) CIAO GERARDOCaro amico Shiabbo, mi auguro che dove ti trovi in questo momento, avrai trovato un lavoro migliore di quelli che ti cercavo io su internet qui sulla Terra. Riposa in Pace se puoi .. Muore a Londra all’ eta’ di 56 anni, Gerardo Gonnella, detto Sciabbetta. Originario di Calabritto. Tra i miei amici la persona piu’onesta e sincera... (Carminuccio) Frana Senerchia, Mazzone: “Gravissimo l’abbattimento della Corte Borbonica” a ditta che sta lavorando al primo lotto dei lavori per la messa in sicurezza della frana di Senerchia ha deliber- atamente abbattuto la Corte, antico carcere borbonico, uno dei palazzi storici del nostro comune, senza colpo ferire. Uno scandalo davanti al quale non ci si può voltare da un’altra parte. Una delle ditte che sta la- vorando al primo lotto, infatti dopo aver danneggiato la conduttura idrica e quella del gas, ha ben pensato, forse per far lievitare i costi del movimento terra, di abbattere la corte borbonica di Senerchia, un monu- mento fondamentale che è parte non solo della storia del nostro paese ma dell’intera comunità senerchiese nel mondo” afferma Claudio Mazzone, capogruppo di “Senerchia è Tempo di Futuro”. “Purtroppo quando come gruppo consiliare Senerchia è Tempo di Futuro, abbiamo chiesto di poter visionare le carte dei progetti di quel mega lavoro di 6 milioni di euro, il Sindaco ci rispose, scrivendo addirittura al pre- fetto, che la nostra richiesta immobilizzava gli uffici comunali e con questa scusa non ci furono forniti i documenti. Sapevamo che quello era solo il becero tentativo di celare le molte irregolarità di questo pro- cedimento amministrativo, una su tutte: il fatto che come RUP del progetto è stato nominato lo stesso ingegnere che svolge il ruolo di staff del sindaco, con- travvenendo alle severe disposizioni del TUEL in ma- teria, ma mai avremmo immaginato che vi era anche il tentativo di nascondere il vero obiettivo di questa am- ministrazione e cioè cancellare la storia di Senerchia. L’approssimazione e l’omertà di questa amministrazi- one Grillo è vergognosa, soprattutto se si valuta che in passato i nostri monumenti sono stati restaurati e ri- consegnati alla comunità, dal restauro di Palazzo Frunzi e Palazzo Cuozzo, a quello dall’antico Mulino, dal progetto sulle unità abitative al ripristino della sicurezza e del valore culturale del Centro Storico. Oggi invece viene abbattuto uno dei simboli della nostra storia, in un lavoro che dovrebbe mettere in sicurezza il centro urbano e che invece fino ad ora ha solo distrutto un luogo fondamentale per la nostra comunità” conclude Mazzone. Da: IrpiniaNews Cede la strada tra Montecalvo e Ariano: autocarro re- sta bloccato Lungo la strada che dal bivio di Montecalvo porta a Rione Martiri, ad Ariano Irpino, la sede stra- dale è ceduta.Un autocarro Iveco, guidato da un autista di Caserta, è rimasto bloccato con la ruota anteriore in una buca impossibilitato ad andare né avanti né indietroSul posto sono inter- venuti gli uomini della Polizia Municipale, i Vigili del Fuoco e il personale dell’ufficio tecnico comunale Dopo tre ore di lavoro, il mezzo rimasto inclinato lungo la strada è stato liberato. Prob- lemi alla circolazione…. Da Irpinia News FOTO D’ EPOCA ….Calabritto anni 50 ? [cortesia Oliviero Napoliello]