2. DEFINIZIONE
• Quadro clinico caratterizzato da:
• Alterazioni funzioni cognitive
• Alterazioni della memoria
• Alterazioni dell’orientamento
• Presenza di impairments cognitivi
dovuti all’episodio depressivo
maggiore.
• Problematicità nel distinguere
questi sintomi dal quadro della
demenza
GeneraleGenerale
Secondo il DSM-IVSecondo il DSM-IV
3. ALCUNI SINTOMI DELLA
PSEUDODEMENZA
• Interessa sia la memoria a breve che a lungo termine
• La capacità di concentrazione è molto scarsa
• Si osservano oscillazioni circadiane dei sintomi con
peggioramento mattutino e miglioramento dei sintomi
• Esordio brusco e improvviso
• Rapido decadimento sociale
• Quadro reversibile
4. PROBLEMATICITÀ
DIAGNOSTICA E
NOSOLOGICA
• Non vi è accordo sui criteri diagnostici di questa sindrome.
• Diversa espressione depressione dell’anziano
• Oppure
• Associata a personalità premorbosa di tipo isterico
• E’ stato proposto di abbandonare l’uso di questo
termine perché fuorviante.
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5. DIAGNOSI DIFFERENZIALE PSEUDODEMENZA E DEMENZA
PseudodemenzaPseudodemenza DemenzaDemenza
Esordio acuto Esordio insidioso, graduale
Orientamento relativamente preservato Eventi deficit orientamento
Coscienza dei deficit cognitivi, spesso manifestati Mancanza di coscienza dei deficit spesso minimizzati o
negati
Deficit cognitivi fluttuanti Deficit cognitivi stabili
Deliri più strutturati e congrui all’umore Deliri meno strutturati ed incongrui
Deliri di autosvalutazione, colpa, autoaccusa, ecc.
(olotimici)
Deliri di nocumento (“mi hanno rubato le cose”), deliri di
disconoscimento (“il mio compagno è un impostore”;
“questa non è la mia casa”
Disturbi del sonno con insonnia e/o risveglio precoce Disturbi del sonno frammentato ed inversione del ritmo
sonno/veglia
Ansia con preoccupazioni legate ai temi depressivi Ansia come fobia di rimanere da soli
Assenza di disturbi neurologici minori Possibile presenza di disturbi neurologici minori
Storia personale e familiare di depressione
7. EEG
• L’utilità dell’EEG è limitata e inutile nella diagnosi delle
demenze aspecifiche; tuttavia, molto utile nelle demenza da
M. di Creutzfeld Jacob
9. TAC
• Nelle forme di M .Alzheimer reperto di atrofia corticale
diffusa con idrocefalo ex vacuo;
• nella m di Pick atrofia pre-frontale e temporale anteriore;
• nella demenza vascolare è in genere cortico-sottocorticale.
• Nei disturbi dell’umore si possono trovare due segni:
• la dilatazione dei ventricoli cerebrale laterali e atrofia corticale.
• Nelle forme di pseudodemenza atrofia corticale prevalente
in sede frontale e temporale
10. RMN
• La RMN evidenzia basso volume cerebrale globale e
normalità volumetrica dei lobi frontali, temporali,
dell’amigdala e dell’ippocampo.
• Nei soggetti con Alzheimer si denota riduzione di tutti i
volumi considerati.
11. SPECT E PET
• La SPECT evidenzia nell’Alzheimer riduzione
di perfusione corticale, che coinvolge
tipicamente le aree parietali e temporali
bilateralmente, mentre relativamente
preservata è la corteccia frontale.
• LA PET evidenzia nella depressione un
ipometabolismo frontale che tende a
ritornare normale in eutimia
12. CONCLUSIONI
• La depressione nella demenza è un evento molto
più frequente di quanto non venga ritenuto
• La pseudodemenza si verifica più raramente e ciò,
unito alla caratteristica benigna della reversibilità
della pseudodemenza, ha fatto spostare
l’attenzione della ricerca sulle caratteristiche
eziopatogenentiche, diagnostiche e terapeutiche
della depressione coesistente alla demenza.
13. • L’approccio terapeutico al paziente anziano deve abbandonare
posizioni rinunciatarie o riduttive e identificare, anche in
presenza di demenza, nel miglioramento della qualità della
vita del paziente un obiettivo raggiungibile, tramite interventi
diretti sia sulla persona che sul suo contesto relazionale e
familiare, il che potrà avvenire integrando, in una prospettiva
terapeutica e assistenziale sempre più ampia, terapie
farmacologiche e terapie psicologiche.
• In questo caso, integrazione significa non solo la correlazione
tra approcci clinici diversi ma, soprattutto, costruire una valida
e collaborativa relazione assistenziale tra i diversi elementi
implicati nella cura: malato, famiglia, contesto di supporto,
contesto terapeutico